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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/29/22 in tutte le aree
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Capita talvolta di vedere pedigree ricostruiti in modo approssimativo e persino completamente errato. A questo proposito segnalo che il denario di L. Hostilius Saserna (Cr. 448/3) in vendita nella prossima asta Leu Numismatik presenta un pedigree inesatto (il che è sorprendente visto che l'ultimo passaggio d'asta della presunta moneta ex NAC è del 2016, non di cent'anni fa, e si trattava senza dubbio del miglior esemplare di questa moneta mai visto finora sul mercato): https://www.sixbid.com/it/leu-numismatik/9559/roman-republican-imperatorial/8179426/l-hostilius-saserna-48-bc?term&orderCol=lot_number&orderDirection=asc&priceFrom&displayMode=large&auctionSessions=&sidebarIsSticky=false La moneta viene presentata con questa provenienza prestigiosa, che risalirebbe alla collezione Nicolas: "From the collection of Dipl.-Ing. Adrian Lang, ex Numismatica Ars Classica 94, 6 October 2016, 6 and Numismatica Ars Classica 84, 20 May 2015, 1682, and from the collections of a 'student and his mentor', Part II, Numismatica Ars Classica 73, 18 November 2013, 186 and Dr. E. P. Nicolas, Leu 17, 3-4 May 1977, 665." L'esemplare ex Nicolas (poi passato alla collezione dello "Student and his Mentor") deriva dallo stesso conio di incudine, ma è evidentemente una moneta diversa e di ben altro livello.3 punti
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Buongiorno a tutti! Per completezza, condivido le foto della perizia... "variante testa piccola" - "legenda disallineata" - "11 torrette" - "interessante". Un saluto, Lorenzo3 punti
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E allora vediamo cosa propone @Roy Batty dai tocca a te2 punti
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Vado in ordine sparso, perchè devo ancora catalogare bene questa tipologia, fotografare le monete etc. Dalla mia collezione, ecco il 5 Tornesi 1847. Al dritto una tavolozza di colori, dal solito verde malachite a screziature di rosso originale ( che la foto non riesce a rendere ) ed infine al bruno, normale per le monete in rame. Non ho mai pensato di pulirla in qualche maniera perchè mi piace così. Molti non saranno d'accordo perchè la patina non è uniforme, cosa ne pensate? Buona Serata2 punti
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Comunque credo sia lo stesso tipo di croce sotto il ritratto, il fatto dei prezzi è dovuto probabilmente (più di probabilmente) al fatto che i collezionisti che seguono tutti i tipi di variante siano pochi e se dovessimo vedere chi segue anche i simboli sotto al ritratto ne troveremmo anche meno2 punti
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Un dato e' certo , i Romani , in particolare quelli della Repubblica , erano gente pratica , non facevano nulla per caso , ogni simbolo impresso nelle loro monete aveva un significato ben preciso e si riferiva a qualcosa di avvenuto . Unica pecca , ma riguarda esclusivamente noi collezionisti moderni , i tanti simboli anonimi non aiutano a limitare i periodi temporali in cui queste monete furono emesse , quindi non possiamo che affidarci alle generiche date convenzionali o ipotizzarne i limiti .2 punti
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In effetti le due armi sono molto simili e la miniaturizzazione delle monete rende arduo interpretare il significato del simbolo. Qui, su Quora in Inglese, ho trovato la spiegazione delle differenze di forma tra le due armi: https://www.quora.com/What-is-the-difference-between-the-falcata-and-kopis-if-they-both-look-alike ; ovviamente non so quanto sia attendibile. In effetti, nel 206 Scipione rientra a Roma; ben potrebbe pensarsi che le sue gesta siano state commemorate con l'emissione RRC 120, che la cronologia corrente data appunto al 206-195. Anzi, suggerisco un'altra idea: spesso è stato proposto, per svariate emissioni romane, che i simboli, o addirittura la legenda (come nel caso di A.PV.), servissero a rendere nota la provenienza del metallo monetato; non potrebbe quindi darsi che la falcata sia stata apposta su monete fuse con argento portato seco da Cornelio, nel suo ritorno dall'Iberia?2 punti
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«E quella fronte c'ha 'l pel così nero, è Azzolino» Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, Canto XII prendo la scusa per augurare a tutti un buon fine settimana, M2 punti
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Ciao a tutti, nell'asta Montenegro 19 di oggi, al lotto N° 480 è stato esitato questo Mezzo Baiocco: Erroneamente classificato al Muntoni 27, è in realtà il Muntoni 26 in quanto, come descritto al N° 26, è il Dritto dell'immagine N° 27 e il Rovescio della N° 25 (vedi Tavola relativa alla S.V.1740). Nella mia ricerca sulle monete di Sede Vacante, è in assoluto il 1° esemplare che mi capita di vedere e censire; delle varianti del Mezzo Baiocco riconducibili al Dritto "STEMMA PICCOLO" che ritengo il più Raro tra tutti i tipi, ho individuato pochissimi passaggi in asta solamente del Muntoni 27 : Come sempre sono gradite condivisioni, rettifiche o aggiunte a quanto sono riuscito a reperire.... Dimenticavo di dire che con il Munt.26 ho completato i Numeri della S.V. 1740 ? Buona Serata Daniele Mosti1 punto
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Nelle antiche monete romane repubblicane in bronzo , ma anche su argenti , sono presenti dei simboli , molte volte di facile interpretazione , qualche altra meno ; in riferimento ai bronzi generalmente i simboli sono posti in alto sopra la prua di nave , qualche volta si trovano davanti la prua . Queste monete , bronzi e argenti , vengono chiamate : monete anonime con simboli quando non compare il monogramma del magistrato monetale o il nome o cognome preceduto dalla prima lettera del prenome . Tra questi simboli uno mi ha lasciato dubbioso sulla denominazione ufficialmente datagli : “coltello” ; lessi anche che in un asta lo stesso simbolo era chiamato “spada gallica” ; in effetti la figura che presenta questo simbolo nelle monete e’ piu’ confacente ad una spada piuttosto che ad un coltello , la differenza e’ sottile pero e’ evidente e si nota , vedi ad esempio l’ impugnatura , ma anche l’ appellativo dato alla spada “gallica” non mi pare del tutto convincente in quanto la spada gallica , da reperti archeologici , risulta essere di forma dritta e lunga come da foto allegate . La forma gibbosa della lama appare con punta finale , questa assomiglia piu’ ad una via di mezzo tra un gladio romano e un falcetto , praticamente il simbolo ricorda molto bene la “falcata iberica” in foto , arma di offesa in uso tra i Celtiberi (Celti – Iberi) che poteva essere usata in battaglia colpendo sia di lato a mo' di falcetto , che di punta , tanto che il simbolo in questione dovrebbe probabilmente essere chiamato “spada celtibera" o piu’ genericamente iberica . Se fosse corretto chiamare questo simbolo con questo appellativo , di conseguenza vorrebbe dire datare questa serie di monete con la “spada iberica” tra gli inizi del II secolo , 181 a.C. , e il 133 a.C. , periodo delle guerre sostenute dai Romani in Spagna contro i Celtiberi , guerre che avvennero in tre distinti periodi tutti molto duri , fino alla definitiva presa di Numanzia loro capitale che pose fine alla guerra celtibera . Monete con questo simbolo che probabilmente furono emesse a ricordo della dura guerra combattuta e infine vinta contro questo fiero e bellicoso popolo iberico . Il simbolo trattato nell’ articolo e’ presente nei bronzi : Assi , Sestanti , Trienti , Quadranti e Sestanti e su un Vittoriato , tutti molto rari e rarissimi . Colgo l’ occasione per ringraziare pubblicamente Tinia Numismatica che mi ha gentilmente concesso l’ autorizzazione a pubblicare in questo articolo una sua moneta , un Quadrante con simbolo : coltello , presente nel Catalogo di vendita del suo sito online . Sperando che questo articolo susciti commenti pro o contro la mia ipotesi , con eventuali approfondimenti , ringrazio per l’ attenzione . In foto il Quadrante con simbolo “coltello” , un Vittoriato e esemplari di falcata celtibera e spade galliche .1 punto
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Salve, segnalo : COELITVM SANCTORVM IMAGINES NVMMI REFERABANT Effigi di santi e immagini sacre sulla moneta tra Medioevo ed età moderna L’opera analizza la raffigurazione dei santi e delle immagini sacre sulle monete; i contributi presenti sono i seguenti: Michele Asolati, San Michele (?) prima di San Michele: una rappresentazione arcangiolesca sulla monetazione dei Gepidi (VI secolo d.C.) Domenico Luciano Moretti, La raffigurazione dell’Arcangelo Michele nella monetazione Medievale Raffaele Iula, Devozione e potere nel Mezzogiorno medievale: il caso di San Nicola secondo la documentazione numismatica Valerio Moneta, I Santi e la loro iconografia sulle monete italiane di età medievale Andrea Saccocci, Un Santo Signorile: San Prosdocimo e la costruzione del “mito” dei Signori da Carrara Lucio Taraborelli, Il Santo Pontefice sui bolognini della zecca di Guardiagrele Marcello Mignozzi, Ecce Agnus Dei: simbolo, dono, amuleto e sigillo. Gli spazi del sacro nella Puglia medievale e l’iconografia monetaria come pegno del vincolo tra il Papato e i D’Angiò Cristina Crisafulli, Santità di genere: rappresentazioni di Sante nella monetazione italiana Alberto D’Andrea, La raffigurazione dell’Annunciazione sulle monete fiorentine Giovanni Gorini, Conclusioni https://www.edizionidandrea.com/1 punto
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Un saluto a tutta la nostra Sezione. Ferdinando IV Grano 1789 In questo esemplare ben conservato noterete le striature in rilievo , causate dalla spazzola metallica usata per ripulire i conii dallo sporco di coniazione.1 punto
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DE GREGE EPICURI Oggi ho controllato il contenuto di una scatoletta e...oh, meraviglia! C'erano anche 4 nummetti comperati molto tempo fa, e completamente dimenticati. Questo che vi mostro è il migliore, immaginate gli altri. Questo pesa 1,31 g. Al D il busto imperiale, con un bel mantello; si leggono alcune lettere, ma non riesco a capirci molto (immagino che termini con AVG, e mi sembra che possa essere così). Il rovescio dice forse di più: una vittoria verso sinistra, che trascina un prigioniero; qualche lettera che depone per una SALUS REIPUBLICAE. Inoltre sulla sinistra c'è uno staurogramma e, più sotto, una S. In esergo, RM (Roma). La tipolgia generale è nota per Teodosio 1° e per i figli Arcadio e Onorio; si ripresenta per Valentiniano III e per alcuni nomi più rari, es. Giovanni (ma non mi pare questo il caso). Il segno di zecca RM credo deponga per Valentiniano III, ma forse non in modo esclusivo. Chiedo aiuto a tutti, ma ovviamente anzitutto a @Poemenius. Grazie!1 punto
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Cedo volentieri la parola @Rocco68 e vediamo cosa propone forse un dialetto nuovo1 punto
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Però effettivamente ,diciamo,i colpi sono tutti uguali,stessa ampiezza piú o meno. Forse penserei piú ad una cosa fai da te qui. Sono curioso adesso?1 punto
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Caro Cesare, c’è sempre un grande interesse per i tuoi spunti, anche tra i giovani. La più grande soddisfazione, almeno a livello personale, è’ essere riusciti in questo numero a compiere completamente la mission di dare spazio e voce a giovani promettenti, non c’è ora che continuare, abbiamo ora ancora grandi obiettivi diversi e importanti da realizzare entro l’estate, il cammino continua e c’è da essere orgogliosi e fieri di quanto fatto in questi anni pur tra grandi difficoltà e sacrifici …1 punto
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Ciao, Layer1986. Io, per la verità, non facevo riferimento a nessuna variante. Secondo me, ma posso sbagliarmi, dovrebbe trattarsi della moneta base, oltretutto non so neanche se esistono varianti da attribuire al Carlino di cui stiamo discutendo. Davo l’indicazione dei punti sotto il busto, evidenti nella tua pubblicata, solo per una più precisa identificazione della moneta relativamente alla 79 o 79/1 di cui parlava Gennydbmoney nel suo intervento. Per quanto riguarda il valore economico di una moneta, veramente viene attribuito in base al numero dei collezionisti che seguono quella data monetazione? Il grado di rarità a cosa serve? Non c’è un rapporto fra numero di pezzi circolanti e valutazione economica? Certo, le variabili che determinano il valore di una moneta possono essere tanti e sono realmente tanti, ma, secondo me, parlando di monete “collezionabili”, la rarità riveste un ruolo importante. Rocco, sono sincero, non so a quale sito tu voglia riferirti, so solo che l’ho acquistata fra le prime, quando ancora non sapevo neanche che esistessero aste numismatiche on-line e tanto meno come funzionassero. Potrebbe anche essere la stessa moneta cui tu fai riferimento, anche se ritengo sia difficile. Sono invece veramente contento che tu sia intervenuto, ti ringrazio tantissimo, perché sei sicuramente uno dei più esperti e attivi partecipanti al forum. Un caro saluto a tutti1 punto
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Rutter nel suo H.N.Italy n. 1427 citato in referenza, non accenna a possibili letture delle scritte al diritto . Forse il Van Keuren, che però non posseggo .1 punto
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Argento, stando alla didascalia. Bisognerebbe consultare i riferimenti bibliografici per simili ritratti: Cf. Crawford 525/3; cf. CRI 327; cf. RSC 48 (all references for a similar portrait). apollonia1 punto
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Come da indice,fra i vari argomenti trattati nel libro,si parla dei graffi,ab origine,sulle monete napoletane1 punto
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Buttiamola sul ridere, che è decisamente meglio! Ancora un saluto a tutti, nessuno escluso.1 punto
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Dai Mario, buona serata, alla via così; mandaci a Viareggio un po' di gente e se vuoi puoi pubblicare in una monografia le quattro monete che hanno fatto grande ROMA; I Veterani della monetazione storgeranno un pochino il naso; ma tra i giovani ho notato che c'è molto interesse. A presto Mario e ti sia un caro saluto da parte di nonno Cesare1 punto
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Questo non lo sapevo , pensavo che la falcata fosse un' arma tipica dei Celtiberi . L' articolo si e' fatto molto interessante sia per la numismatica che in generale per l' archeologia . A questo punto viste le prove evidenti di confronto tra le falcate originali rinvenute e il simbolo corrispondente sulle monete , andrebbe corretta la denominazione di "coltello" o di "spada gallica" a favore della spada celtibera o piu' genericamente iberica .1 punto
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Però consideriamo anche che la falcata iberica era in uso non solo presso i Celtiberi ma anche presso altre popoloazioni iberiche. Dialnet-DosNuevasFalcatasIneditasEnLaProvinciaDeCordoba-1168144.pdf Da Cartagena, a Baecula fino ad Ilipa potremmo dire che il percorso "è disseminato di falcate".1 punto
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??? eeeeh .... Ci ho "ragionato sopra " un bel po' su questa cosa ... Le conclusioni ? Che in quei denari non si facessero distinzioni tra i tipi di merli. Non c'era distinzione dettata dal periodo storico, e neppure da differenze politiche. Credo che sia una differenza, quella dei merli, che può restare ai nostri studi scolastici in Arte (era qui che si faceva questa differenza, più che in Storia. Certo che ... Visto che parliamo della zecca di Aquileia ... visto che parliamo di una Famiglia fuggita da Milano .... visto che ben sappiamo degli zecchieri fiorentini arrivati in Friuli ... Dovremmo forse ragionarci di più . Io ho provato a farlo .. ma come detto, mi è sembrato che chi ha deciso per il conio e chi quel conio l'ha creato, non badassero ai merli ?. Ma chissà ... Ci si potrebbe ragionare sopra.1 punto
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Sabato 30 Aprile e Domenica 1 Maggio 2022 47' Raduno Numismatico Citta' di Torino1 punto
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Non trovate che la difficoltà ad individuare una serie di personalità degne di rappresentare l'Europa tutta sia l'imbarazzante riprova della mancanza di un'identità continentale? Spiacente: PRIMA si fa il popolo, POI la valuta! Ogni altro tentativo tradirà la sua vera natura di artificio finanziario...1 punto
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salve nel link segnalato da Litra68 ho notato questa magnifica moneta reimpressa, dall'effetto psichedelico. la curiosità mia è se la piastra della Repubblica Napoletana sia stata ridotta di diametro prima di essere ribattuta, dato che i 120 grana di Ferdinando II sono più piccole?1 punto
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Le tematiche affrontate sono in questo numero estremamente varie, monetazione classica, zecche dal nord, del centro, del sud, medaglistica, cartamoneta, il mondo del collezionismo, un numero più che mai completo per tutti fatto da tanti …1 punto
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No. Evidentemente la tiratura è già terminata, oppure stanno ancora verificando gli ordini via e-mail per l'abbonamento numismatico1 punto
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Nella mia esperienza il passaggio da "rilievo" ad "incuso" di una piccola impronta si verifica per effetto di un'ostruzione del conio. La dinamica è la seguente: del materiale estraneo (polvere metallica, liquido lubrificante, etc.) ostruisce una cavità del conio. Successivamente può accadere che il materiale dentro la cavità superi in altezza la superficie del conio (allego immagine di una 100 lire 1960 che presenta questo effetto sullo zero della data), perchè ad esempio inizia a disostruirsi per effetto delle continue battiture . Rimanendo sempre nel campo delle ipotesi, potrebbe esserci un collegamento con la lucidatura del conio. Infatti, potrebbe essere che la lucidatura ha quanto meno ridotto la profondità della cavità del punto e la polvere metallica generata dalla lucidatura mescolata al liquido o la pasta utilizzata per la lucidatura hanno ostruito la cavità del punto. Successivamente, durante le operazioni di coniazione, la cavità ha cominciato a disostruirsi creando un piccolo rilievo in quel punto. Va anche considerato che il conio di dritto veniva solitamente montato sul conio di martello e quindi la forza di gravità avrebbe favorito la disostruzione. Per rafforzare la fondatezza di questa ipotesi, sarebbe interessante trovare un esemplare che presenta gli stessi segni di lucidatura sul campo e che presenta il punto in rilievo (moneta coniata prima o dopo l'ostruzione).1 punto
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Cari @Miclu e @quaglia965, intervengo solo come curatore della sezione e non come competente in materia, in quanto l'articolo scritto non ho avuto il piacere di leggerlo e in ogni caso non sarei in grado di esprimere un giudizio di merito in quanto non conosco nello specifico questo tipo di monetazione. Vi invito a mantenere la discussione nei limiti del rispetto e della cortesia, convinto del fatto che un confronto, anche "muscolare", possa essere di beneficio, crescita e stimolo per tutti senza sfociare nell'offesa o nel disprezzo, che devono sempre essere condannate. L'incontro e non lo scontro tra visioni ed opinioni diverse é la base per crescere in ogni ambito, anche nella nostra amata Numismatica. Le vostre posizioni divergenti sono chiare, e per quel che mi riguarda, rispettabili entrambe. Facciamo si che prevalga uno spirito collaborativo e non divisivo, per il bene di tutti. Vi ringrazio molto. Michele1 punto
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Ci sono tanti aspetti che ci rendono orgogliosi di questo numero 9, in primis la forte partecipazione di giovani autori tutti con contributi validi e interessanti e poi sicuramente anche la prima donna che ha scritto per il Gazzettino, ma certamente altro si potrà dire tipo il numero veramente elevato di autori che hanno partecipato e reso questo ennesimo contributo un gran lavoro di gruppo.1 punto
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Molto interessante il fatto che sia stato trovato in Africa. Il foro centrale (dimple) visibile sul addome di Athena al rovescio indica che si tratta di un bronzo provinciale. Tuttavia non esistono coniazioni di bronzi in Africa dopo Tiberio o in Cirenaica in eta imperiale. Concordo con @Stilicho: Il busto visto da dietro con scudo e lancia s’incontra sopratutto sui moduli larghi per Caracalla e Geta nelle zecche balcaniche, ma non trovo nessuna tipologia di rovescio che corrisponda. Esiste un raro bronzo di Galatia per Caracalla che ci assomiglia molto. 15,5g, 30 mm. Se ritrovi, moneta in mano, qualche lettera che potrebbe corrispondere? ANTΩNINOC AYΓOYCTOC ΜΗΤΡΟΠΟΛ / ΑΝΚΥΡΑC https://www.acsearch.info/search.html?id=8185037 Un dritto simile e meglio conservato di Ankyra: https://www.acsearch.info/search.html?id=26554611 punto
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Gens Fufia – Gens Fulvia – Gens Fundania La Gens non sembra essere stata di grande antichità , compare nella storia solo verso l' inizio del I secolo a.C. Il cognome Calenus portato da alcuni di questa famiglia è probabilmente derivato dal comune di Cales in Campania . E' quindi probabile che tutta la Gens Fufia provenisse originariamente dalla Campania . Gli unici Cognomen dei Fufii sono Calenus e Geminus , il primo è probabilmente derivato da Cales , Municipio campano , ma è incerto se il nome indicasse semplicemente l' origine della famiglia oppure se il primo che lo portò l' avesse derivato dall' aver conquistato il paese di Cales , come d' uso presso i Romani . Il rappresentante piu’ famoso di questa Gens fu Q. Fufius Calenus , nel 61 a.C. fu Tribuno della plebe e riuscì a far assolvere Publio Clodio Pulcro che aveva profanato i riti della Bona Dea e di ciò fu in seguito accusato da Cicerone ; come Pretore prese parte nel 59 a.C. a favore di Cesare , in seguito fece approvare la lex Fufia de comitiis , che di fatto permetteva il controllo delle giurie . Nel 51 a.C. combatté in Gallia come Legato di Cesare . Lo stesso fece nella guerra contro Pompeo ed in Spagna nel 49 a.C. Nel ritorno dall' Hispania perdette trenta navi della flotta affidatagli a causa di un colpo di mano di Marco Calpurnio Bibulo , tuttavia assoggettò parte della Grecia , ma non partecipò alla battaglia di Farsalo , poi prese parte alla guerra civile alessandrina . Nel 47 a.C. fu eletto Console con P. Vatinio grazie all' influenza di Cesare . Dopo la morte di Cesare si schiererà con i triumviri e poi si unì a Marco Antonio quando questi ruppe con Ottaviano . Fu avversario di Cicerone che lo odiava . Nel 43 a.C. si oppose in Senato alla proposta di Cicerone di iniziare una guerra contro Marco Antonio . Morì nel giugno del 40 a.C., mentre si trovava ai piedi delle Alpi con le sue truppe , pronto a marciare contro Ottaviano . Il figlio , che prese il suo posto , schierò invece le truppe contro Marco Antonio parteggiando per Ottaviano . Durante il suo mandato monetale emise questo Denario , al D/ : testa laureata di Honos affiancata alla testa elmata della Virtus entrambe rivolte a destra , ai lati HO e VIRT , sotto le teste KALENI , al R/ : l’ Italia con tunica tiene una cornucopia e tende l’ altra mano a Roma che e’ vestita con tunica e porta un parazonium sul fianco , con la mano sinistra regge uno scettro , sotto un piede il globo , nei campi ITAL e RO , sotto le figure CORDI Gens Fulvia La Gens Fulvia , in origine Foulvia , fu una delle più illustri famiglie plebee dell' antica Roma . Membri di questa Gens vennero alla ribalta per la prima volta durante la media Repubblica ; il primo a ottenere il consolato fu Lucius Fulvius Curvus nel 322 a.C. Da quel momento i Fulvii furono attivi nella politica dello stato romano e si guadagnarono la reputazione di eccellenti capi militari . l nomen Fulvius è evidentemente di origine latina , Cicerone riferisce che i Fulvii giunsero originariamente a Roma da Tuscolo , dove alcuni di loro rimasero nella sua epoca . Nell'ultima parte del IV secolo a.C. si unirono ai nobili grazie al patrocinio dei Fabii , che avevano sostenuto la candidatura di successo di Lucius Fulvius Curvus per il consolato . Ebbero un solo Magistrato monetale , C. Fulvius , che emise Denari con i colleghi Triumviri M. Calidius e Q. Caecilius Metellus , nell’ anno 108 a.C. circa . Al D/ : testa elmata e alata della dea Roma a destra , sotto il mento un asterisco o stella , al R/ : CN. FOVL. M. CAL. Q. MET. , la Vittoria su biga galoppante a destra che tiene in mano una corona . Su altri due Denari i nomi dei Triumviri sono invertiti , il resto e’ identico . Gens Fundania La Gens Fundania era una famiglia plebea che compare per la prima volta nella storia nella seconda metà del III secolo aC. Sebbene i membri di questa Gens siano presenti anche in epoca imperiale , Gaio Fundanius Fundulo ottenne il consolato nel 243 a.C. , comunque i Fundanii non furono mai tra le famiglie più importanti dello stato romano . Il nomen Fundanius deriva dal cognome Fundanus , che originariamente designava un residente di Fundi , Fondi , città del Lazio meridionale , cui fu concesso lo stato di civitas sine suffragio alla fine della guerra latina nel 338 a.C. Gli antenati dei Fundanii giunsero a Roma probabilmente dai Fundi , forse subito dopo la conclusione della guerra latina . Dopo la guerra sociale , 91- 87 a.C. , i Fundanii risultano presenti anche in Puglia ad Ausculum e a Beneventum : http://emeroteca.provincia.brindisi.it/Ricerche e Studi/1976/Articoli/La Distribuzione delle Tribù in Apulia e Calabria dopo la Guerra Sociale.pdf Altri Fundanii conosciuti furono M. Fundanius , Tribuno del popolo nel 195 a.C. , C. Fundanius che fu Triumviro monetale durante la sua Questura nel 101 a.C. , dove nelle sue monete , Denari e Quinari , probabilmente celebrava la vittoria di Caio Mario sui Teutoni nel Denario e sui Cimbri nel Quinario . Denario , al D/ : Testa di Roma elmata e alata a destra , dietro lettera o marchio monetale , al R/ : C. FUNDAN. Q. Mario (?) su quadriga al passo a destra , tiene uno scettro e un ramo di alloro , su uno dei quattro cavalli il figlio di Mario (?) regge un ramo di alloro su una spalla . In alto Q (Questore) Quinario , al D/ : testa di Giove a destra , dietro lettera o marchio monetale , al R/ : C. FUNDAN. In esergo Q (Quinario) , la Vittoria incorona un trofeo , sotto inginocchiato il prigioniero Teutobodus , vicino un Carnix , tromba gallica . Fonte : wikipedia , Cicerone , Livio , Plinio , Gellio , Babelon Monete in ordine di Gens1 punto
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Gens Egnatuleia - Gens Eppia Famiglia di origine geografica sconosciuta , di ceto plebeo , forse di origine sannita a causa della radice Egna , come la Gens Egnatia sicuramente Sannita , ma in mancanza di dati certi rimane solo una ipotesi . Il primo rappresentante di questa Famiglia fu Lucio Egnatuleio , citato da Cicerone , Questore nel 44 a.C. e comandante della IV Legione agli ordini di Marco Antonio che passo’ poi a Ottaviano ; l’ altro rappresentante fu Caio Egnatuleio , che emise un Quinario nel 101 a.C. , data attribuitagli dal Cavedoni , per altri databile al 97 , quando fu Triumviro monetale con colleghi Tito Cloulio e Publio Vettio Sabino . Si pensa che questo pezzo sia stato emesso a ricordo della Vittoria di Caio Mario contro i Cimbri ai Campi Raudii vicino Vercelli poiche’ la moneta ricorda un Vittoriato e contiene come simboli una tromba militare gallica e un elmo con corna di toro , ornamenti militari tipici dei popoli gallo germanici . Un’ iscrizione trovata in Sardegna ci tramanda il nome di un componente di questa Famiglia , tale Egnatuleius Anastasius , personaggio di alto rango , perche’ fu Prefetto dei Vigili e Senatore ( V.C. Viro Clarissimo nell’ iscrizione) . L’ iscrizione e’ importante perche’ si tratta della prima attestazione in Sardegna , a Dorgali , della Gens Egnatuleia , Famiglia poco diffusa nell' Impero e attestata soprattutto nella Roma repubblicana , nella Spagna Tarraconense e nell’ Africa Proconsolare . Testo tratto dal libro : DOR002: targa menzionante il praefectus vigilum Egnatuleius Anastasius. Supporto: disco. Materiale: bronzo. Descrizione: sottile targa circolare con iscrizione nella faccia anteriore. Vista l’assenza di fori si trattava probabilmente di una placca murata in un edificio. Il supporto si presenta lievemente mutilo nella parte inferiore destra. Nella faccia posteriore si notano alcune screpolature dovute alla realizzazione del supporto e del testo attraverso la tecnica della cera persa. Luogo di rinvenimento: Dorgali, località Siddai ‘e Susu. Circostanze: l’iscrizione venne rinvenuta qualche anno fa da un pastore in uno dei numerosi siti di età romana e tardoantica della zona, all’interno di quella che doveva essere una stazione dei vigiles destinata al controllo delle merci in transito o dei magazzini della zona circostante. Nel 2008 il reperto venne acquisito dal Comune di Dorgali. Luogo di conservazione: Dorgali, Museo Archeologico. Dimensioni: 11,29/2,9. Peso: 345,5 grammi. Campo epigrafico: delimitato da una risega che corre lungo tutta la circonferenza, si presenta centrato e sostanzialmente se si escludono alcune tracce di ossidazione, una modestissima lacuna nella parte inferiore destra e un piccolo foro cieco (ll. 2-3), quasi al centro della placca, simile all’incisione di un chiodo. Il campo occupa tutta la faccia anteriore del disco, con testo distribuito su cinque linee. Scrittura: capitale allungata. Stile: le lettere, tracciate con solco ampio e profondo, sono piuttosto regolari ed eleganti. Si notino gli apici e i pedici, la G con pilastrino curvilineo e la L con braccio bifido (l. 5). Interpunzione: puntiforme alla l. 1. Hederae alle ll. 2-5. Altezza delle lettere: 1,2-1,3. Foto: Delussu, Ibba 2012, p. 2197, fig. 2. Providente / Egnatuleio / Anastasio / v(iro) c(larissimo), praef(ecto) / vigil(um). «Per ordine di Egnatuleius Anastasius, senatore, prefetto dei vigili». Bibliografia: Delussu, Ibba 2012, pp. 2195-2210; AE 2012, 643; EDCS-67400268; EDR14350 [C. Farre - 04/04/2015]. Commento: l’iscrizione ricorda l’altrimenti sconosciuto Egnatuleius Anastasius, senatore e prefetto dei vigili. Si tratta della prima attestazione in Sardegna della gens Egnatuleia, poco diffusa nell’impero e attestata soprattutto nell’Urbe, nella Tarraconense e in Africa Proconsolare (Delussu, Ibba 2012, pp. 2206-2207). Il documento era verosimilmente pertinente a un edificio funzionale la raccolta dei prodotti annonari o ad una piccola caserma dei vigili, che operavano in Sardegna almeno dalla metà del III secolo, sorvegliando e ispezionando anche per brevi periodi le strutture e i porti connessi all’annona (Delussu, Ibba 2012, pp. 2207-2208). La placca bronzea potrebbe forse suggerire lavori di riparazione o sostituzione di piccole strutture connesse a una costruzione connessa all’annona oppure più probabilmente qualificherebbe l’edificio sulla quale era murata come pertinente alla prefettura vigilum (Delussu, Ibba 2012, pp. 2209-2210). La paleografia rimanda all’età costantiniana, così come l’onomastica (il cognomen Anastasius è praticamente sconosciuto in età più antica) e il titolo vir clarissimus, inconsueto per il comandante dei vigili ma loro attribuito proprio da Costantino nell’ambito di un programma volto ad ampliare il numero dei senatori: molto probabilmente il nostro personaggio era un prefetto in carica nel secondo venticinquennio del IV secolo d.C., (Delussu, Ibba 2012, pp. 2205-2208) Foto dell’ iscrizione e l’ articolo completo , alle pagine 83-84-85 del libro sulle epigrafi trovate nella “Provincia Sardinia” : https://core.ac.uk/download/pdf/78051406.pdf Quinario , al D/ : EGNATULEI C. F. Testa di Apollo a destra , sotto Q (Quinario ? Questore ?) , al R/ : Vittoria che scrive su scudo di un trofeo il cui elmo e’ ornato con corna di toro , ai piedi del trofeo una tromba militare gallica , nel campo lettera Q Gens Eppia La Gens Eppia era una famiglia di origine plebea . La Famiglia e' nota principalmente per un solo individuo , Marco Eppio , Senatore romano , che prese parte attiva a favore di Pompeo allo scoppio della guerra civile nel 49 a.C. Fu uno dei legati di Quinto Metello Scipione nella guerra d' Africa e fu graziato da Cesare, con molti altri pompeiani , dopo la battaglia di Thapsus . In seguito sembra sia andato in Spagna e abbia rinnovato la guerra sotto Sesto Pompeo nel 46 e 45 a.C. Il suo nome EPPIUS LEG F.C. (legatus flando curavit) compare su alcuni Denari della Gens Caecilia e su Assi della Gens Pompeia (legatus)1 punto
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Mi ha meravigliato la quotazione raggiunta in asta da questa placchetta con il ritratto a sbalzo di Giulio Cesare laureato a destra entro un doppio bordo circolare di perline e una linea piena, con l’incuso del diritto al rovescio. The Caesarians. Julius Caesar. Circa 44-40 BC. AR Repoussé Plaque (21x22.5mm, 1.37 g). Repoussé portrait of laureate Julius Caesar right within double circular border of pellets and a solid line / Incuse of obverse. Cf. Crawford 525/3; cf. CRI 327; cf. RSC 48 (all references for a similar portrait). Good VF, toned with the highlights gilt, pierced in the four corners for mounting. The portrait of Julius Caesar is obviously based on his coinage, and may have been used for decorative military purposes. Triton XXII, Lot: 947. Estimate $1000. Sold for $8000.1 punto
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Buongiorno a tutti, riprendendo l'argomento delle monete nei musei, vorrei chiedere aiuto riguardo a delle monete (114 monete d'oro coniate dal il 1338 al 1550) ritrovate nel 1884 a Cursi (Lecce) e studiate da Sigismondo Castromediano, insigne archeologo che diede il nome al Museo provinciale di Lecce. C'era la convinzione che queste monete fossero presso il Museo di Taranto anche se non esposte, ma qualche settimana fa' ho chiesto direttamente al museo ricevendo risposta di non conoscenza delle monete. Ho condotto ricerche presso i discendenti della famiglia che le aveva trovate, presso il museo di Lecce e in altri ambienti culturali, ma non ho trovato notizie. Sembra che negli anni 20 e negli anni 60 ci furono dei furti al museo di Lecce e non c'e' traccia di trasferimenti al museo di Taranto. Circa 20 anni fa' ero stato contattato dal redattore di una rivista di numismatica che voleva scrivere un articolo sull'argomento ma putroppo ho perso i riferimenti. Chiedo alla vostra esperienza se risulta qualche notizia su queste monete, allego un link in cui ho inserito ulteriori dettagli. Grazie tante http://cursi.salentovirtuale.net/cursi_tesoro.htm Stampigliatura di alcune di quelle monete: Cita Modifica1 punto
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Ma scherziamo vero? Il prezzo di mercato, lo si valuta in base ai prezzi realizzati e mai in base a quelli proposti, non è un'opinione personale ma un principio su cui si fonda il commercio, e in campo numismatico fa parte dei primi 5 comandamenti, prova a fare questa considerazione nella sezione regno o preunitarie, tanto per citarne un paio, e senti che ti rispondono...se ti rispondono. Poi ognuno è libero di pensarla come vuole, ma non può stravolgere criteri su cui si fondano determinati concetti. Qui penso che lo scherzo salga di livello... questa discussione è in piedi quasi da 10 anni ed è la prima volta che leggo un'affermazione del genere...e spero pure l'ultima! Come sopra, il forum è pieno di persone che cercano, chiedono, conservano i realizzi di aste (e non parlo di ebay, ma di case d'asta), per studiare la variazione dei prezzi per capire come e quando comprare! Come sopra, allora chi raccoglie informazioni sui passaggi d'asta perde solo tempo. Ripeto, ognuno è libero di comprare dove vuole, a quanto vuole e di pensarla come vuole, però mi dispiace, ma imprecisioni così stratosferiche non possono mettere in dubbio dei criteri che , ti piaccia o no, sono universali in numismatica. Tanto per chiudere, nel 2013 l'ho pagata 49 euro, l'altro giorno si è chiusa a 51, negl'ultimi 3 mesi sono state vendute da 61 a 66 euro, ci spenderesti 80? Sei liberissimo, ma non farlo passare come un buon prezzo perchè non lo è.1 punto
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