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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/04/22 in tutte le aree
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Tra Magna Grecia e Sicilia: il caso di Skylletion Molteplici sono i casi di monete rinvenute nell’Italia meridionale per le quali il centro di emissione e la peculiare tipologia restano di controversa definizione. L’assenza di solidi elementi di ancoraggio e di puntuali confronti impediscono infatti sia di definire a pieno gli aspetti squisitamente numismatici sia generano non poche difficoltà sul piano della valutazione cronologica e dell’inquadramento storico. Exempli gratia un esemplare (unicum) con testa di Sileno/due chicchi di grano entro quadrato incuso e iscr. ΣVΡΑ(?), oggetto di studi abbastanza recenti e a cui particolare attenzione è stata dedicata proprio all’interno del forum: https://www.lamoneta.it/topic/202880-le-prime-di-siracusa/ Un ulteriore caso di studio, non meno dibattuto, è rappresentato da una serie ben nota su base bibliografica dalla fine del XIX secolo, se non prima, il cui computo degli esemplari si è implementato in progresso di tempo valicando ampiamente le 50 unità. Si tratta di monete in bronzo anepigrafi con moduli compresi tra 22 e 17 mm caratterizzate dai seguenti tipi (fig. 1) : D/Testa maschile a s. con elmo conico (pileus?) talora laureato. R/ Scylla a s. con braccio d. proteso e remo nella s. 1 - Künker 318, 2019, 290 (ex Savoca N. 10, 2016, 26) Sul piano ponderale i valori risultano compresi tra gr. 13,16 e 5,13 benché numerosi valori degradati (anche in modo intensivo) derivano in massima parte dal notevole grado di usura dei pezzi, che in ogni caso registrano un complessivo addensamento delle frequenze nella fascia compresa tra a gr. 7,30 e 7,20 circa. Interpretazione Per il carattere anepigrafo e la peculiare tipologia le monete in oggetto, buona parte delle quali riconiate su litre dionigiane del tipo testa di Athena/ippocampo (fig. 2), appaiono nella storia degli studi numismatici alquanto dibattute. 2 - CNG-Triton V, 2002, 193 SICILY, Mercenaries? Circa 344-336 BC. Æ Litra (8.62 gm). Male head left, wearing pileus / Skylla left, holding club over left arm. SNG ANS 800 (Skylletium in Bruttium); Calciati III pg. 319, 1; SNG Copenhagen 1992 (Skylletium); SNG Morcom 878; Laffaille -; Virzi 457 (Skylletium). Near VF, brown patina. Appears to be overstruck on a Syracusan litra, Athena/Hippocamp (Calciati II pg. 87, 42), with a trace of the hippocamp's tail visible on the pileus. Often attributed to Skylletium in Bruttium on the basis of the Skylla on the reverse, this type has been found in excavations in Locri and in north-central Sicily, and as is the case with this coin, is often times overstruck on a Syracusan litra. Una breve messa a punto della questione in J. Morcom, “Some South Italian Questions”, in S. Mani Hurter-C. Arnold-Biucchi curr., Pour Denyse. Divertissements Numismatiques, Bern 2000, 161-3; M.H. Hansen – Th.H. Nielsen curr., An Inventory of Archaic and Classical Poleis, s.v. Skylletion, 258. Generico risulta invece l’inquadramento di Rutter (HN, p. 192, n. 2565). L’attribuzione è stata negli studi numismatici alquanto controversa e l’emissione riferita a centri diversi: a) Cuma (Head, HN, 37) b) Skylletion/Scolacium (odierna Roccelletta di Borgia, CZ: Sambon 1870, 358 e pl. XXIV, 37; Garrucci 1885, 161, tav. CXIII, 25. V. in proposito M. Govers Hopman, Scylla: Myth, Metaphor, Paradox, Cambridge 2012, 146). c) Sicilia (Calciati) d) Settore meridionale della Calabria (phrourion di Scylla: Castrizio) a-b) Tralasciando l’ipotesi dell’attribuzione a Cuma, ormai definitivamente abbandonata, uno dei principali elementi addotti a favore della localizzazione del centro di emissione nella greca Skylletion, risiede nell’interpretazione dell’immagine del rovescio (Scylla) come “tipo parlante”, allusivo al nome di un centro ben noto alle fonti letterarie. Esse, tuttavia, prospettano localizzazioni differenti: città della Sicilia (Steph. Byz. s.v. Skylletion fr. 320 Lasserre; Lycophr., Alex., 852-5); territorio gravitante in orbita crotoniate fondato dall’ateniese Menesteo e collegato ai nostoi (Strab. VI 1, 10 C 261. Cfr. Plin., NH III, 95; Solin. II, 10) o da Ulisse che nella tradizione post-virgiliana (Serv. ad Aen. III, 553: navifragum Scylaceum) vi avrebbe fatto naufragio, una testimonianza che forse evidenzia la pericolosità e l’insidia dei venti che dovette essere sperimentata anche dai Romani all’altezza del golfo di Scillezio. Ai dati forniti dalla tradizione letteraria si aggiungono quelli delle esplorazioni archeologiche condotte nel secolo scorso, a seguito delle quali Skylletion venne identificata con Roccelletta di Borgia (CZ), benché l’originario assetto urbanistico della colonia greca appaia non più visibile in quanto del tutto obliterato dalle strutture di epoca romana. Per l’età greca la documentazione restituita risulta scarsa e desultoria e limitata a materiale ceramico attico a figure nere databile nella seconda metà del VI secolo a.C. e a più tardi frammenti a figure rosse di età ellenistica. Sulla base di un passo purtroppo corrotto della citata Alessandra di Licofrone (852-5) che restituisce una supposta menzione di Athena Skyletria, è stato ipotizzato nell’area un culto Athena Skyllatia che secondo alcuni studiosi troverebbe un possibile ancoraggio nella denominazione assunta dal centro in età imperiale (Scolacium Minervium. Si veda R. Spadea cur., Da Skylletion a Scolacium. Il parco archeologico della Roccelletta, Roma-Reggio Calabria 1989) Si tratta in ogni caso di rinvenimenti che concorrono a valorizzare sul piano topografico la posizione strategica del sito, la cui fondazione, forse un originario epineion alla foce del Corace, dovette rientrare in quel processo di espansione della chora crotoniate in atto forse già alla fine del VII secolo a.C. Dal versante ionico attraverso l’istmo scilletico Crotone mirava infatti al controllo e alo sfruttamento delle principali arterie di comunicazione che attraverso le aree interne della regione lametina consentivano un immediato sbocco verso l’area tirrenica, come ben documentano la conquista di Temesa alla fine del VI secolo – centro gravitante fino al 510 in orbita sibarita - e la fondazione di poco successiva - inizi V sec. - di Terina (od. S. Eufemia Vetere. Per una messa a punto della questione v. anche G. Genovese, I santuari rurali nella Calabria greca, Roma 1999, 94 ss.). Per Freeman (History of Sicily, IV, Oxford 1894, 203), che cita Cassiodoro, si tratterebbe di Roccella del Vescovo soprattutto alla luce dei numerosi rinvenimenti dall’area e dagli scavi di Locri (P. Visonà, The Coinage of Skylletion: an archaeological note, “SM” 40/1990, 91-3; N.K. Rutter, Campanian Coinages 475-380 B.C., Edinbourgh 1979, 41). c) Per un’emissione ascrivibile e non meglio identificati mercenari prodotta forse nel comparto centro-settentionale della Sicilia, a Scillezio, propende invece Calciati (CNS 3, 319), che riconosce nel tipo del D/, così come nelle serie di Entella e, forse di Mitistrato, il riferimento ad una divinità guerriera (Mamers?) che veicolerebbe (e suggellerebbe) il collegamento con il mercenariato. d) Castrizio (La monetazione mercenariale in Sicilia. Strategie economiche e territoriali fra Dione e Timoleonte, Soveria Mannelli 2000, 58-9; Id., Quattro serie monetali di oppida autonomi nel Bruttium meridionale, “Quad. Arch. Mess.”, 7, 1992, 44-7) accoglie l’ipotesi di un’emissione mercenariale - come già prospettato da Calciati (CNS, 3, 319) – ma ne individua il centro di emissione nel settore meridionale della Calabria in età dionigiana, un periodo storico segnato dal sorgere di numerose roccaforti militari in mano a ex mercenari dionigiani, secondo modalità ben note e sperimentate già in ambito siceliota. Tali phrouria sarebbero stati infatti promossi dallo stesso Dionisio I, che avrebbe elargito ai mercenari terre al posto del tradizionale misthos, facendo dell’emissione monetale uno strumento di controllo e gestione dei suoi territori, per la maggior parte oppida brettii (tra cui forse Hyporon, Noukria, Mystia), sorti in un periodo - dall’età dei Dionisii all’arrivo di Timoleonte - denso di eventi traumatici e destabilizzanti. La distruzione di Rhegion, il ridimensionamento della sua chora ad opera di Dionisio I (387-6 a.C.) e la successiva ricostruzione della città con il nome di Phoibia da parte Dionisio II (358 a.C.), segnarono infatti un drastico mutamento dell’assetto socio-politico della Calabria meridionale, determinando ampi vuoti di potere che favorirono il nascere di nuovi centri abitati oppure l’insediamento da parte di mercenari italici di territori già occupati dagli indigeni. Si trattava di arroccamenti militari a cui, evidentemente, era stato concesso il diritto di battere moneta ma sempre in posizione subordinata all’egemonia siracusana. Sulla base di queste osservazioni, Castrizio assegna le monete con t. maschile/Scylla non a Skylletion bensì a Skyllaion, la rupe all’ingresso dello stretto di Messina e precedentemente annessa al territorio reggino, già fortificata da Anaxilas (Strabo VI 1,5), e forse sede di un presidio di mercenari di Dionisio I di Siracusa dal 386 a.C. Sul piano tipologico Castrizio, sulla scia di Manganaro (Dai mikrà kermata al chalkrokratos kassiteros in Sicilia nel V sec. a.C., “JNG”, 34, 1984, 22 e nt. 39), identifica la testa maschile del D/ con Odisseo a motivo del pileo, il classico copricapo del viandante, rilevando come proprio alla rupe scillaica fossero associate le vicende mitiche legate ai viaggi dell’eroe. In questa direzione sembrerebbero ricondurre anche i dati di circolazione. Nello specifico, rinvenimenti di monete da contesti noti si registrano nelle seguenti località (i dati sono tratti da G. Gargano, Una moneta di Methana da Castellace? Nuove ipotesi su una zecca ME- in Italia meridionale, “SNR”, 87, 2008, p. 32 a cui si rimanda per una più ampia bibliografia): area di Skylletion/Scolacium (2 ess.) versante ionico della Calabria (numerosi ess.) Palmi, loc. Donna Canfora (1 es.) territorio locrese (7 ess., dei quali uno dal ripostiglio rinvenuto nel 1986 in località Marasà in associazione con tre stateri AR acarnani, un hemilitron di Agatocle e 1 AE illeggibile) Monasterace marina (antica Caulonia): 1 es. da una collezione privata di provenienza locale Le presenze monetali di “Skylletion” risultano pertanto non particolarmente cospicue nel Bruttium mentre una considerevole quantità di esemplari è stata rinvenuta nella zona centro-settentrionale della Sicilia (E. Arslan, La moneta, in R. Spadea cur., Da Skylletion a Scolacium, cit., 189-91; S. Garraffo, La monetazione dell’età dionigiana: contromarche e riconiazioni, in La monetazione dell’età dionigiana, Atti VII Conv. CISN-Napoli 1983, Roma 1993, 229 con bil. prec.). Si impone pertanto un’attenta riflessione sulla possibilità di localizzare la zecca nell’area brettia dello Stretto, benché incerta appare l’ipotesi di una sua collocazione presso Scillato, ai piedi delle Madonie occidentali (V. Cammarata, Da Dionisio a Timoleonte. Problemi di numismatica della Sicilia antica, Modica 1984, 120 su cui v. G. Manganaro, in “Gnomon”, 60, 1988, 456). Se invece il centro dovesse ubicarsi in Sicilia, la presenza di numerario di Skylletion a Locri costituirebbe un aspetto non secondario, considerata la cospicua quantità di bronzo siceliota rinvenuto nella città magno-greca (M. Taliercio Mensitieri, Problemi monetari di Hipponion e delle città della Brettia tra IV e III sec. a.C., in M.L. Napolitano cur., Crotone e la sua storia tra IV e III sec. a.C., Napoli 1993, 169 con bibl. prec.). Alla luce della documentazione disponibile la questione dell’esatta localizzazione ed interpretazione di queste monete resta tuttavia ancora dibattuta. Allo stato attuale della documentazione si può solo osservare che l’assenza dell’etnico, le opzioni tipologiche (testa maschile pileata), la compattezza della serie e le frequenti riconiazioni su litre dionigiane costituiscono indizi che sembrerebbero ben descrivere i caratteri di un’emissione connessa a pratiche mercenariali. Link alle principali discussioni su Skylletion: https://www.lamoneta.it/topic/177785-skylletium-e-la-sua-moneta/ https://www.lamoneta.it/topic/117212-una-misteriosa-emissione-mercenariale/ https://www.lamoneta.it/topic/142882-le-pi%C3%B9-belle-rappresentazioni-di-guerrieri/?do=findComment&comment=19385364 punti
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Il biennio 1848-1849 in Italia e in Europa. Monete, medaglie ed altri aspetti di una rivoluzione A cura di Leonardo Mezzaroba e Renzo Bruni L’opera, divisa in tre volumi, affronta in tema delle rivoluzioni del 1848-49 attraverso le monete e le medaglie. Il contenuto di questo primo tomo è il seguente: Giulio Carraro, Viribus Unitis - Il 1848 a Vienna tra Rivoluzione e Restaurazione Erika Garami, Coins and notes of the Hungarian 1848-1849 revolution and war of independence Cristina Crisafulli, La monetazione durante il governo provvisorio a Venezia Mario Limido, Il 1848 milanese tra monete, medaglie e messaggi Giovanni Battista Vigna, La zecca di Milano e la cacciata degli Austriaci: tra occupazione, saccheggi e difficili ripartenze. Entusiasmo e disillusioni di un vecchio impiegato Lorenzo Bellesia, Le monete dell’assedio di Mantova 1848 Corrado Minervini, Le monete infamanti di Ferdinando II di Borbone Renzo Bruni, Moneta e debito pubblico nel biennio 1848/1849. Le disposizioni del governo centrale e l’evoluzione a Roma e nelle Legazioni pontificie Lorenzo Bellesia, I boni e le monete di Ancona del 1849 Alberto D’Andrea, Le emissioni di fantasia di Pio IX durante il suo rifugio a Gaeta 310 pagine a colori Il secondo tomo si articola nei seguenti contributi: Stefano Bertuzzi, 22 febbraio 1848-12 aprile 1850. Dalla nascita della II Repubblica Francese al rientro a Roma di Pio IX Stefano Bertuzzi, Cecilia de Leone, Il Quarantotto in Italia Beniamino Russo, La medaglia per i diplomatici che seguirono Pio IX a Gaeta Luca Mezzaroba, I moti del 1848-49 in Lombardia attraverso le medaglie Leonardo Mezzaroba, Il 1848-49 a Venezia e in area veneta attraverso le medaglie Elena Benedusi, Anita e le altre. Il “lungo ‘48” delle donne Márta Pallag, Medals on the Hungarian revolution in 1848-49 Lajos Pallós, History of Hungarian orders, decorations and medals of the 1848-49 revolution and war of independence 332 pagine a colori Infine il terzo tomo presenta i seguenti argomenti: Michele Chimienti, Fabio Pettazzoni, Il peso delle parole: la formazione dell’“opinione” pubblica e i moti del ‘48 visti da Bologna Beniamino Russo, Il viaggio di Pio IX da Roma a Gaeta e la sua permanenza in questa città nei documenti d’epoca e nei libri che ne hanno narrato i momenti salienti 310 pagine a colori Disponibile presso D’Andrea Edizioni dal 14 maggio3 punti
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Sui colori ho poco da dire, i giudizi sono assolutamente soggettivi e c'è spazio per una discussione ed eventualmente anche per delle rifiniture. Anche se ricordo le critiche feroci alla v2021 (che ora sembra perfetta) e a tutte le precedenti nuove versioni del forum. Su alcune scelte tecniche dovete fidarvi, io faccio questo lavoro da 20 anni e credo di aver maturato un minimo di esperienza. Sono l'autore del vecchio e del nuovo logo e mi rendo perfettamente conto che è stato un cambio molto drastico e che ho spinto molto sul minimalismo come scrive giov60. Ma è stata una scelta ragionata, i loghi "fotografici" sono diventati démodé e totalmente inadatti tecnicamente alle regole attuali del web-design o più in generale del marketing. Capacità di adattarsi a diversi colori di sfondo, di essere replicabili in piccole e grandi dimensioni fino alle dimensioni di un'icona. Ora non è questo il luogo per una lezione di rebranding ma possiamo dire che il MINIMAL, oltre a rispettare a pieno la regola "less is more", si adatta più facilmente ai formati digitali ed è per questo che i loghi dei brand tendono a semplificarsi sempre di più, prediligendo linee essenziali e ben riconoscibili ed evitando ombre, tridimensionalità ed elementi fotografici. Esempio di instagram3 punti
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10 Tornesi 1839 di Ferdinando II. l'effige riprodotta su questa moneta è quella che io preferisco tra le serie di questo sovrano.3 punti
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Anche se trattasi di un bronzetto della fine del V° sec- a. C. Il lotto 213, un emilitron in bronzo firmato EY. Può essere considerato un piccolo capolavoro dell'Arte Greca Siciliana. La testa della ninfa Aretusa a sinistra, con una acconciatura dei capelli spettacolare, che stilisticamente, non è meno di altri capolavori in Argento, L'esecuzione artistica di questo Artista "EYKLEIDAS", arrichisce la testa di Aretusa, con collana di perle ed orecchini a forma di cornetto, dietro la nuca una spiga di grano, a chiudere questo gioiello numismatico, un cerchietto lineare. Al rovescio, una semplice ruota a quattro raggi,all'interno SY-PA. Sotto sempre all'interno, due delfini che si affrontano. Un doppio cerchietto lineare a chiudere. Una patina verde, con vari sedimenti calarei, creano uno spettacolo di bassi ed alti rilievi. Sicuramente i dettagli che allego, di questo capolavoro, stimolano emozioni a chi come me, le ama. Alcuni dettagli del dritto.........La raffinatezza del viso, la cuffia che raccoglie i capelli dietro la testa, a rilievo EY. Qualche screpolatura ed elementi di una moneta vissuta, che non compromette la bellezza della moneta, rimasta intatta nel tempo. Spettacolare. Al rovescio.....I due delfini che saltellano in mare.2 punti
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Con i più sentiti ringraziamenti e cordiali saluti.2 punti
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In queste condizioni di fragilità evidente il restauro conservativo dovrebbe essere la norma2 punti
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Catalogo degli esemplari (in ordine di peso decrescente): 1) SNG Davis, I/2, 44 (gr. 13,16) 2) BFA 113, 2022, 178 (gr. 10,10) 3) Collezione privata (per gentile concessione del collezionista: gr. 9,36) 4) BFA 59, 2018, 158 (gr. 9,22) 5) Künker 94, 2004, 233 (gr. 9,15) 6) Meepzorp's Ancient Coins (posted November 2015: gr. https://www.forumancientcoins.com/meepzorp/gi_brut_skyl_vibo.htm 7) BFA 68, 2019, 96 (gr. 8,70) 8 ) Paris, BNF, 1988.128 (gr. 8,70) 9) CNG 130, 2006, 87 (coll T. Hardy: gr. 8,64) 10) CNG-Triton V, 2002, 193 (gr. 8,62) 11) Paris, BNF, Chandon de Briailles 16 (gr. 8,54) 12) CNG 60, 2002, 176 (ex Semenzato, 29.11.1980, 199: gr. 8,42) 13) Peus 410, 2013, 33 (gr. 8,30) 14) SNG ANS 3, 800 (gr. 8,27) 15) Nomos AG-Obolos 6, 2016, 191 (coll. in Ticino: gr. 8,20) 16) Numismatique L. Brousseau (gr. 8,12) 17) Paris, BNF, Luynes 816bis (gr. 8,08) 18) SNG Kikpe, 134 (gr. 8,07) 19) Coll. P. Guillard, 7341 (www.ogn-numismatique.com/article.asp?langue=fr&article=7341: gr. 8,00) 20) CNG 367, 2016, 33 (ex E.L. Owen Ltd., Ancient Greek Coins, Coll. L, 3858 ex Virzì, 1907: gr. 7,93) 21) RN 25, 2016, 15 (ex LAC 54, 2016, 15 ex RN 7, 2014 ex coll. Bussey: gr. 7,90) 22) RN 69, 2020, 227 (coll. Amilcare: gr. 7,90) 23) Nomos-Obolos Web A. 13, 2019, 167 (gr. 7,82) 24) RN 91, 2021, 69 (coll. Z.P., Austria: gr. 7,79) 25) SNG Australia, 1221 (gr. 7,73) 26) Peus 421, 2017, 1030 (gr. 7,66) 27) RN 47, 2018, 50 (“coll. of a Scientist”. Ex InAsta 37, 2010, 22: gr. 7,53) 28) Lanz 138, 2007, 80 (gr. 7,41) 29) SNG Cop., 1992 (gr. 7,37) 30) SNG X, Morcom 878 (ex Leu 6, 1973, 48 ex Virzì 457: gr. 7,34) 31) RN 47, 2018, 49 (“coll. of a Scientist”: gr. 7,15) 32) Artemide LVI, 2021, 58 (gr. 6,90) 33) Künker 318, 2019, 290 (ex Savoca 10, 2016, 26: gr. 6,89) 34) Dr. R. Fischer, 167, 2019, 4 (ex 165, 2018, 8 ex 164, 2018, 2 ex 162, 2018, 13 ex 157, 2017, 1: gr. 6,82) 35) RN 17, 2015, 54 (ex RN 12, 2014, 78 ex coll. F. James: gr. 6,77) 36) Tintinna, 9.7.2020, 16 (gr. 6,70) 37) Gorny & Mosch 237, 2016, 1087 (ex Artemide XLI, 2014, 61: gr. 6,60) 38) Chaponnière & Firmenich SA 9, 2017, 23 (ex Naville XII, 1926, 655: gr. 6,54) 39) CNG 294, 2013, 18 (coll. R. e J. Diez. Ex coll. G. Philipsen: Hirsch XV, 1906, 877: gr. 6,49) 40) Peus 392, 2007, 4178 (gr. 6,44) 41) SNG Catanzaro II, 731 (gr. 6,43) 42) Artemide XLVII, 2017, 54 (gr. 6,31) 43) BFA 32, 2016, 142 (gr. 6,26) 44) BFA 83, 2020, 152 (gr. 6,22) 45) RN, 2014, 35 (coll. J. Swithenbank: gr. 6,19) 46) CNG 146, 2006, 18 (coll. Garth R. Drewry. Ex Coin Galleries, 1988, 179: gr. 6,19) 47) Gorny & Mosch 224, 2014, 40 (ex NAC 8, 1995, 442) 48) BFA 8, 2014, 64 (gr. 6,10) 49) Peus 407/8, 2012, 140 (coll. P. Hammerich: Peus 355, 1998, 31: gr. 5,97) 50) SNG Kikpe, 133 (gr. 5,95) 51) Paris, BNF, FG 2055 (gr. 5,81) 52) CNG 327, 2014, 309 (“Continental collection”: gr. 5,65) 53) SNG Cop., 1993 (gr. 5,54) 54) Paris, BN, FG 2054 (gr. 5,26) 55) Peus 371, 2002, 68 (gr. 5,13) 56) Hirsch 348, 2019, 136 (ex coll. R.P., 1997) 57) Coll. Virzì 458 58) Coll. Virzì 4592 punti
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Caro Numa, esperto è una parola grossa e sicuramente, nel mio caso caso, inappropriata?. Cercherò di non raccogliere la provocazione (falso sì, falso no, falso forse). Un altro esemplare, proveniente dalla stessa coppia di conii, è passato recentemente in asta (Stephen Album Rare Coins Auction 37 11-14 Jun 2020 lotto 32) andando anch'esso invenduto. Di questa coppia di conii non mi piace il tratto, piuttosto incerto e impreciso, della Vittoria al rovescio e di entrambe le leggende. Con questo però non voglio esprimere alcun giudizio sulla bontà della moneta. Ad ognuno il suo. E' possibile comunque un confronto con gli splendidi esemplari di questa stessa tipologia passati qualche anno fa da Gadoury (ne ricordo almeno 5 o 6), ad esempio:2 punti
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Di nulla. Il database del sito RIC MOM è imperdibile per il periodo da Claudio II a Floriano: https://ric.mom.fr/fr/search/advanced2 punti
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Continua la ricerca di esemplari per questa specifica tipologia di monetazione. Denaro scodellato D/ OTTOINPERATOR Croce patente entro cerchio lineare R/ VE / RO - N - A Croce patente entro cerchio lineare CNI 21 - Rizzolli-Pigozzo Vr8/Vr11. AG - 1.37 g - 22.00 mm1 punto
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Sono felicissimo. Oggi si è chiuso un cerchio aperto da troppi anni. Quando ero piccolo passavo interi pomeriggi dai miei nonni paterni. Sotto il vetro del tavolo del loro studio c’erano alcune banconote della repubblica che ammiravo sempre, forse era proprio in quei momenti che nasceva in me la passione per questo collezionismo e i futuri interessi. Tra le tante banconote comuni spiccava lei, questa banconota gigante che tanto mi donava buone sensazioni ma allo stesso tempo mi sembrava tanto fragile e avevo paura a chiedere ai nonni di toglierla fuori dal vetro per farmela vedere meglio. Un giorno mia nonna decise di toglierla dal vetro per qualche istante e me la diede. Li scoprii con immenso stupore che non si trattava di una vera banconota! Bensì di un volantino pubblicitario probabilmente degli anni ‘70 che riproduceva una vecchia banconota tipologia “Barbetti” del dopoguerra. Per me però quel volantino rimase sempre una banconota e sognavo un giorno di poterne avere una vera. Poi col passare degli anni iniziai a collezionarle veramente, quelle originali. Il destino volle che quel volantino andò perduto dopo la scomparsa dei miei nonni e per anni mi sono portato dietro il dispiacere di non averlo salvato da chissà quale destino. Finché l’altro giorno sono riuscito a trovarne un altro. Oggi finalmente ritorna tra le mie mani. Non sarà lo stesso ma per me oggi si è chiuso un cerchio. Un ricordo caro dei miei nonni e un ricordo della scintilla che fece iniziare la mia più grande passione.1 punto
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DE GREGE EPICURI Martedì 17 maggio alle 20.30 al CCNM (Milano, via Kramer 32) parleremo in modo informale della monetazione coloniale romana di Viminacium e della Provincia Dacia. Lo spunto ci viene da un lavoro di classificazione (con molte foto) compiuto dal socio Fabio Songa, che è appassionato di questa monetazione. Ci presenterà brevemente il suo lavoro, poi guarderemo insieme un po' di monete cercando di classificarle al meglio (tutti i soci che hanno esemplari del genere sono pregati di portarne qualcuno). Abbiamo deciso di dedicare circa una serata al mese ad un tema specifico, presentato da un socio che si occupa dell'argomento.1 punto
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Ciao a tutti, volevo condividere con voi questa piccola moneta, molto difficile da mettere in collezione. Un Bianco scodellato di Pietro Ziani , purtroppo la conservazione non è ottimale per quanto riguarda la figura del Santo, molto meglio invece al dritto dove si legge bene il nome del Doge. Mi scuso perle foto che non sono ottimali ; altra particolarità della legenda al dritto, la lettera Z di Ziani è speculare. Mi farebbe piacere sentire le vostre opinioni grazie.1 punto
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Cari amici in questi giorni sto orgogliosamente ripassando in rassegna la mia raccolta completa di scudi di Carlo Felice per identificare gli esemplari da sostituire per migliorarne la qualità media, che per i 2/3 è mediamente SPL. Ho ripreso in mano per una attenta analisi - cercando di essere critico - il millesimo più ostico, il 1831. Dopo lunghi confronti con gli esemplari noti, e i passaggi in asta, ho concluso che è tutto sommato, considerata la rarità, un esemplare per il momento non da sostituire. Il 1821, 1822 e 1824 (entrambi), meno rari, sono messi più o meno come questo, forse in un paio di casi un quarto di punto in meno. Questa ricercata moneta certo presenta una decisa usura al D sui capelli, ma al R in fondo si contano le righe della corona, le gemme della corona tutto sommato reggono anche se un po’ lisce, presenta qualche macchia di metallo, ma non ha colpi al bordo e l’unico graffietto è presente dietro la testa del Re. Conclusione, me la tengo stretta, avendola anche pagata un prezzo ottimo, esattamente quattro anni fa. Buona serata a tutti, ovunque voi siate ?1 punto
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Come ho già avuto occasione di evidenziare molte volte, l'unico rimedio è non partecipare in massa ad aste con queste esose percentuali di commissioni, così da massimizzare il numero degli invenduti e far addivenire il bandito(re) a più miti consigli. Ma oramai internet consente di arrivare ovunque e di polli ben pasciuti da spennare è pieno il mondo... E' una battaglia ardua, se non già persa1 punto
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Probabilmente già comparso tra i moltissimi post, tuttavia ancora meritevole di uno sguardo, il parecchio raro statere attribuito a Temesa, con bell' elmo corinzio al diritto e coppia di schinieri al rovescio, che torna al mercato dopo il 20 Maggio in asta Nomos 24 al n. 13 .1 punto
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Ciao Pippo. Per me la moneta è messa bene. Non so' se qFDC arriva. Questa moneta andrebbe vista dal vivo,in mano. Sicuramente SPL....non mi sbilancio. Dalle foto troppo brutte non si capiscono alcuni particolari....ma si intuiscono....Magari in mano risulta ottima e allora....qFDC ci starebbe. Sicuramente bellissima moneta!1 punto
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No non ci arriva. Secondo me SPL+. Comunque @pippo78 ha una caratteristica a mio avviso rara e molto apprezzabile: è simpatico! ?1 punto
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Bella storia!! E sempre un piacere immenso quando si conclude una collezione (in questo caso un ricordo).1 punto
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Sicuramente........Ma come scrive @odisseo, ""Quello NAC è sorprendente sotto tutti i punti di vista: tondello, metallo, centratura e stato di usura del conio (fresco). FAVOLOSO!!!! "" L'oggetto di questa discussione è .....Capolavori Numismatici in Asta NAC del 30 Maggio 2022.1 punto
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https://meet.jit.si/InnovativeEnterprisesReactLong ci vediamo stasera a partire dalle 21:30?1 punto
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Grazie mille @Tinia Numismatica, avevo ipotizzato ad un qualche intervento utile a contenere i danni dati da una corrosione, che è ancora attiva e nel frattempo è avanzata considerevolmente (come correttamente dichiarato). Ecco, riapriamo il flame... ma in questo caso un restauro conservativo ci vorrebbe eccome! E comunque no, non penso sia semilibrale ma come dici tu un librale al limite... o meglio un po' sotto al limite, ed al rovescio penso si tratti del segno di valore corroso. Non trovo molto pertinente il riferimento al tipo semilibrale in descrizione (probabilmente volevano "giustificare" le anomalie ponderali e dimensionali).1 punto
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Bella storia di trascorsi in famiglia e sono contento che sei venuto in possesso del biglietto dei ricordi. Un saluto.1 punto
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La particolarità del pezzo NAC è la conservazione eccezionale, che ne fa a mio avviso il migliore conosciuto. Vero quanto dice @numa numache la "cernia" è ben rappresentata in tutte le principali ed importanti collezioni di monete greche in quanto è una emissione prestigiosa. Solo che la quasi totalità degli esemplari giunti a noi si trova in stato consunto, mediocre perchè altamente circolati. Quello NAC è sorprendente sotto tutti i punti di vista: tondello, metallo, centratura e stato di usura del conio (fresco). FAVOLOSO!!!! Odisseo1 punto
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C’è’ anche un mio contributo su monete, medaglie e messaggi nel 1848 milanese.1 punto
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Sono monete che ho avuto tramite scambio con un collezionista non ucraino, da quello che so, non sono monete circolanti. saluti1 punto
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Grazie per l'impegno che mettete nell'aggiornare il forum. Il logo non piace nemmeno a me. Al contrario di Giov non penso sia questione di colori. La scomparsa della moneta che mi accoglieva da più di 10 anni fra queste pagine mi ha lasciato interdetto. Peccato. Forse sarebbe stato gradito da molti essere interpellati riguardo questa decisione ma tant'è; ci adegueremo. Dal canto mio vorrei omaggiare la moneta in questione citando questa discussione. Invito tutti coloro che ne avranno piacere a ringraziare lo statere in questione ed il relativo logo uscente con un like al primo post del seguente thread: Buona giornata.1 punto
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Ciao mi pare una domanda interessante e non così fuori tema. Personalmente però ritengo che la risposta sia necessariamente abbastanza vaga, ossia che dipenda da troppi fattori per avere una stima attendibile. Credo vi siano incisori che hanno lavorato trent’anni come altri sei mesi, causa fattori i più disparati.1 punto
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Un altro Capolavoro artistico e il lotto 209. Un tetradramma di Syrakosion, firmato da due dei piu grandi maestri incisori del V° sec. a. C. in Sicilia...... EYAINETO sul dritto ed EYKLEIDAS sul rovescio. Moneta anch'essa di prima battitura, Un concentrato di dettagli da far venire i brividi. Al dritto una Auriga su un carro trainato da 4 cavalli in corsa verso destra. Una Nike che incorona L'Auriga, il tutto su un esergo "favoloso" ove il maestro ha lasciato il suo nome in lettere "invisibile" ....EYAINETO. (vedi dettaglio ). iIl rovescio la testa della ninfa Aretusa, a sinistra, una stupenda accongiatura, con lo sphendone in fronte con ricamo un cigno e dietro la nuca nelle pieghe che raccolgono i capelli, il nome dell'altro artista EYKLEIDAS, anche qui in lettere quasi invisibili. Attorno i 4 delfini che nuotano nel mare. Letnico SYRAKOSION in alto. Spettacolare. Osservando alcuni dettagli, ci fa capire il perche questi due Maestri incisori erano famosi. Il sottilissimo esergo, con il nome a rilievo EYAINETO. Il nome di EYKLEIDAS nelle pieghe della cuffia che raccoglie i capelli1 punto
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Essendo monete con piu di 2.500 anni, Portano con sè, i segni che possono essere vari. A volte oltre ai segni di usura, per la loro circolazione, sono accompagnate da graffi, a volte dei colpi accidentali per caduta a terra, in questo caso, poiché il colpo è netto sul bordo, ha preso l'impronta su dove sarà caduta. Lo stesso dicasi sul dritto, tra la testa della lepre e il bordo.1 punto
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Ciao Julia Mi spiace scrivertelo, ma si tratta di una comune moneta da 2 euro del Lussemburgo, quindi valore facciale 2 euro e valore di mercato 2 euro. Purtroppo in rete circolano una marea di informazioni errate sul presunto valore di monete comuni ... sono tutti fake... Ti assicuro che non ho ancora visto nessuno spendere quelle cifre e non conosco nessuno che sia disposto a farlo...1 punto
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Posso farle vedere insieme , al tatto sono altrettanto distinguibili.1 punto
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Anche secondo me la I c'è, solo che è sul bordo e molto consumata. Quando ti arriva sicuramente riuscirai a vedere con certezza. Saluti.1 punto
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Buongiorno, oggi posto un errore inedito e raro appena entrato nella mia collezione di errori 50 lire 1954 coniata sul tondello delle 10 lire spighe (peso 1,59/1,60 grammi). Notate il contorno in parte zigrinato e in parte liscio e anche il bordo solo parzialmente formato, questo perchè il diametro del tondello delle 10 lire è leggermente più piccolo e si è posto a contatto con la virola solo da un lato. I tondelli venivano raccolti in cassoni o secchi di metallo e portati alla pressa monetaria. Se per errore rimaneva dentro nel cassone o secchio (ad esempio perchè rimaneva impigliato) un tondello di una precedente lavorazione o partita di tondelli poteva capitare che poi finisse nella pressa monetaria di un'altra moneta. Nel caso specifico un tondello delle 10 lire è rimasto nel cassone o secchio poi utilizzato per contenere i tondelli delle 50 lire ed è stato inserito nel tubo di alimentazione della pressa monetaria che aveva installati i coni delle 50 lire. È un evento ovviamente molto raro e presupposto essenziale è che il tondello (sbagliato) deve avere un diametro uguale o inferiore, altrimenti non sarebbe entrato nel tubo di alimentazione dei tondelli. I tondelli delle 10 lire venivano prodotti all'interno della Zecca, mentre i tondelli delle 50 lire venivano prodotti a Cogne.1 punto
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