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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/17/22 in tutte le aree
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https://www.laprovinciadicomo.it/stories/como-citta/le-monete-romane-al-tar-e-scontro-sul-risarcimento_1429206_11/5 punti
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Ecco il cavallo appena arrivato, con la sigla T sotto la zampa e tre rosoni in esergo, catalogata Mir 85/15 punti
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che ho pubblicato io per la prima volta, esistono esemplari che sembrano di tessalonica, altri di Antiochia (anche se ad oggi ne conosco solo 4 in tutto) il più bello da proporvi è questo Esistono per Anastasio anche delle imitative, in alcuni casi anche con la crocetta al dritto al posto del busto, ma oggettivamente non in quantità enormi, molte delle monete che sembrano “vandaliche” (uso un termine che fa ribrezzo…ma per spiegarmi meglio…) sono in realtà prodotti di Antiochia FINE Ps – cari amici, siamo giunti alla fine di questa trattazione …. Ma non alla fine del lavoro che sto facendo di raccolta e risistemazione di questa monetazione in bronzo Spero di aver acceso in voi un po’ di interesse, e spero di non avervi annoiato troppo con i “miei” bronzetti “sgarruppati” Grazie a chi ha avuto la pazienza di leggermi Alain Gennari5 punti
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Con il 5 Tornesi 1859 termino le mie condivisioni in questa bella discussione di @ggioggio. Acquistato dalla ditta Baranowsky, listino 1° semestre 2001, lotto 398 e giudicato qFDC, peso grammi 15,38. riferimenti: D'incerti 341 - Pagani 377 . Un caro saluto a tutti , Rocco.3 punti
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Buongiorno a tutti, riporto su questa bella discussione di Cristiano @Asclepia ci unisce oltre alla passione Numismatica la stessa passione per il rame e per questa tipologia, devo dire che una tra le prime monete messe in raccolta dopo un quarto di secolo d fermo , è stato proprio un 9 cavalli di Ferdinando IV. Oggi ripropongo uno dei miei ruderi, mostro solo il rovescio, invito @Releoa dare uno sguardo a questa discussione perche' anche lui mi è sembrato essere interessato a questa tipologia e a questa variante. 9 Cavalli Ferdinando IV 1790 Torre Senza Merli. Saluti Alberto Ps. Ci sono esemplari stupendi nelle vostre collezioni che mi aspetto siano postati.3 punti
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Rocco, pubblico, un po' a scoppio ritardato, la mia 120 grana del 1845. Mi sembra sia dello stesso conio di quella di Raffaele, con solo due punti nello spazio Portogallo. Ripeto, mi sembra abbia lo stesso conio, ma non escludo che possa sbagliarmi. Saluti a tutti.3 punti
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Provo con un franco del Congo belga https://en.numista.com/catalogue/pieces7608.html2 punti
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Complimenti! https://en.numista.com/catalogue/pieces1021.html I diametri sono solo similari, ogni moneta che propongo non è esattamene del diametro delle lire che la coprono, scelgo quella che più si avvicina. 19 mm per il cent e 20,20 mm per il 5 lire, nel comporre il quiz il 5 lire risulterà leggermente più grande. e questa è la mia monetina2 punti
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Trovata! Cent di Terranova, Giorgio VI https://it.ucoin.net/coin/newfoundland-1-cent-1938-1947/?tid=71600 Solo non mi torna col diametro qui sembra più grande di un 5 lire che è 20 mm ma risulta di 19 mm?2 punti
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Saremo per fortuna di più perché ho avuto riscontri positivi da altri oltre a quelli elencati qui, comunque l’importante secondo me è’ ripartire con la condivisione per questo Verona2 punti
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Credo che si tratti di Galerio (spesso le legende si confondono). Potrebbe essere questa: Online Coins of the Roman Empire: RIC VI Aquileia 62b (numismatics.org) Ciao da Stilicho2 punti
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Allora... Se ci fai caso, per le monete degli Asburgo di Spagna, l'unico sovrano che utilizza l'aquila bicipite è Carlo V. L'Aquila bicipite è simbolo imperiale (del sacro romano impero) e già con il figlio Filippo II scompare. L'Aquila bicipite è stata utilizzata in terra tedesca austriaca fino al 1918 quando l'impero si è dissolto. Detto ciò e fatta chiarezza sul simbolo aquila a due teste, passiamo alla moneta QUOD VIS (che riprende in parte un motto di Sant'Agostino e significa "quello che vuoi") L'aquila tra le zampe ha una freccia con delle saette (simbolo di guerra) e dei rametti di ulivo (simbolo della pace). Il Sambon fa risalire questa iconografia alle diatribe politiche tra il duca d'Ossuna, viceré a Napoli, e la repubblica di Venezia per il controllo dell'Adriatico. L'immagine è da leggere più o meno così: Venezia scegli cosa vuoi tra la guerra e la pace. Spero di essere stato chiaro2 punti
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Buonasera a tutti, ho voluto aprire questa discussione dopo aver acquistato il 5 Lati d'argento lettone, meglio conosciuta come Milda, per la mia collezione e fare un viaggio nel tempo e nello spazio con parole, immagini e video per rivivere la sua bellissima ed affascinante storia provando l'emozione che allora ed ancora oggi suscita questa moneta per questo popolo che per lunghi anni ha lottato per la conquista della propria libertà ed indipendenza. Spero che questo viaggio possa essere interessante e coinvolgente per tutti e qualsiasi approfondimento sarà ulteriormente apprezzato per migliorarne i contenuti. Quando il 1 gennaio 2014 in Lettonia è stato introdotto l'euro, è tornato in circolazione un simbolo molto popolare che celebra il trionfo della libertà, la fanciulla popolare lettone: icona dell'indipendenza e dell'orgoglio lettone è tornata nella monetazione quotidiana della nazione circa 70 anni dopo la guerra. Il suo conio risale al 1929 su quella che, indubbiamente, è la più popolare delle monete lettoni, il 5 lati d'argento: Ogni moneta è un piccolo libro di metallo prezioso ricco di storia e Milda ha una sua storia da raccontare dietro il design e la donna che ne hanno ispirato il motivo che sono senza tempo. Nel suo discorso l'accademico Jānis Stradiņš, membro del Comitato per il design delle monete della Banca della Lettonia, in occasione del 90° anniversario rimarcava: "I simboli sono molto importanti per l'esistenza ininterrotta di uno stato e di una nazione; non sono solo segni formali di distinzione. I simboli uniscono la nazione, fanno pensare ai percorsi della storia, al destino della nazione, danno origine alle tradizioni. Molti di questi simboli lettoni sono nati durante il cosiddetto risveglio nazionale (seconda metà del XIX secolo), ad esempio alla bandiera rosso-bianco-rossa e al nostro inno "Dio, salvi la Lettonia", ma altri all'alba della nostra indipendenza. Tra questi ultimi, lo stemma nazionale, l'istituzione della presidenza, il Monumento alla Libertà, la scultura della Madre Lettonia e altri simboli, tra cui il lati, associato alla moneta da cinque lati prebellica: la nobile fanciulla con il tradizionale copricapo e spighe di grano è il simbolo e l'immagine della Lettonia condiviso da tutti." In tutta la sua storia, la Lettonia ha conosciuto solo cinquantuno anni di indipendenza: vent'anni tra le due guerre mondiali (1919-1939) e trentuno dal 1991 ad oggi. Terra di missioni, conversioni accompagnate da interventi militari ed economici dal XII secolo, questo paese ha vissuto 750 anni di occupazione straniera. Che fosse germanica, svedese, polacca, russa, nazista o sovietica, questa dominazione ebbe generalmente conseguenze simili per questa popolazione: essere alla mercé degli occupanti, avere condizioni di vita spesso difficili, scarso potere economico e politico, conoscere l'imposizione di una lingua straniera. L'identità di questo popolo è stata costantemente minata, se non imbavagliata fino alle sue fondamenta. Grazie a tutti numys Il viaggio continua “La storia è madre della verità, emula del tempo, depositaria delle azioni, testimone del passato, esempio e annuncio del presente, avvertimento per il futuro.” (M. De Cervantes)1 punto
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Ti piaceresse! In base al diametro delle altre monete presenti dovrebbe essere un 2 ore norvegese anni '20/301 punto
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Confermo la mia presenza alla consegna del gazzettino e della moneta per i giovani! Purtroppo non riuscirò invece a esserci al pranzo...volentieri una prossima volta!1 punto
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ciao @simone78 Si può indovinare cos’è (bronzo provinciale di Ilion con ritratto di Augusto) ma ovviamente con queste foto, non si può dire niente circa l’autenticità. https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coins/1/2307A1 punto
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Provo con un 50 franken della Saar 1954 https://en.numista.com/catalogue/pieces1865.html1 punto
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Finalmente confermato a lavoro il giorno di riposo per sabato, sarò presente per la presentazione del nuovo Gazzettino. Non ci sono per il pranzo, comunque sarà un emozione poter ritornare al Veronafil e rincontrare tutti. A sabato.1 punto
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Buonasera a tutti, vedo che la febbre spagnola ti ha lasciato qualche segno. Non ti nascondo che ogni tanto faccio anche io il pensiero. Ne ho ancora qualcuna da condividere magari più avanti. Trovo interessante il simbolo di questo grano , una cifra 3 di cui mi attira e incuriosisce molto la forma. Terrò a freno la fantasia. Complimenti per la moneta dove molti particolari sono ancora ben apprezzabili. Saluti Alberto1 punto
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Un interessante statere di Corinto con Pegaso con ali 'arcaiche' e testa elmata di Atena in quadrato incuso . Di particolare bel gusto, come sottolineato dal compilatore del catalogo, la testa di Atena . E' passato a suo tempo in vendita NAC 114 al n. 196 .1 punto
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Congratulazioni a Quelli del Cordusio: premio stra meritato viste le vostre molteplici lodevoli iniziative!1 punto
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@ARES III L'ultima frase del ricordo scritto tempo fa per i miei lo prevede... Il 28 settembre 2006 Solange ha raggiunto il paradiso dei felini e il fatto che non abbia minimamente sofferto è il solo appiglio per temperare il nostro comprensibile dolore. Anche la considerazione che abbia trascorso in perfetta salute tutta la sua lunga esistenza (la recente indagine anagrafica le assegna 18 anni già compiuti, dato che quando Daria l’ha adottata, all’età di 15 anni, la gattina aveva già sei o sette mesi) ci è stata di conforto. Discreta e indipendente, la sentivo emettere un flebile miagolio solo quando, dopo il suo giro nel vasto prato sotto casa, “suonava il campanello” per rientrare. Invece, quando eravamo al Lido di Camaiore dove ci ha sempre seguito, era solita trascorrere le sue vacanze in appartamento. Non è che avesse avuto un’attività sessuale frenetica, anche perché ce l’hanno portata quando era stata appena sterilizzata, ma non erano pochi i suoi ammiratori tra i gatti dei dintorni attratti dal suo pelo bianchissimo, dagli occhi uno verde e uno azzurro (come quelli di Alessandro Magno!) e dalla siluette da top model. Inoltre aveva trascorso un lungo periodo di convivenza tipo Pacs in perfetta armonia con il nostro Pitty, un affettuoso cagnolino già da tempo in famiglia di grande simpatia, amante del gioco e dei bambini, che ci ha lasciati da anni per un male analogo, un tumore a rapida proliferazione che però nel caso del cagnolino era osseo (all’anca) e lo faceva soffrire, mentre nel caso di Solange era esterno (sul dorso, ma credo sia partito da un polmone) e fastidioso ma non doloroso. Una massa che nel giro di un paio di settimane si era notevolmente ingrossata e la cui natura maligna è stata accertata dal veterinario. Nessun indugio: una iniezione di barbiturico con anestetico locale, solo un sussulto appena percettibile all’entrata dell’ago sotto cute e un sonno dolce e tranquillo che si confonde con l’eterno riposo. Non so per noi, ma per loro sicuramente c’è un posto dove poter scorrazzare anche dopo. apollonia1 punto
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Confermo che hai individuato correttamente il numero del RIC VI che è il 62b e corrisponde al 106 del Paolucci-Zub. Niente lettera in questa emissione. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Proprio così! E' vero che nel forum andrebbero evitati i post esclusivamente di ringraziamenti/apprezzamenti. Questa, tuttavia, e' una vera "summa" che abbiamo avuto davvero l'onore di leggere in anteprima e che rappresenta una punto di riferimento per chi vuole avvicinarsi a questa affascinante monetazione. Quindi: Grazie! Quando ce vo' ce vo'! Stilicho1 punto
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http://www.umbria24.it/cultura/museo-archeologico-di-perugia-109-monete-recuperate-dai-carabinieri-arricchiranno-la-collezione1 punto
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Buonasera, la collezione di monete e medaglie di Domenico Pasqualigo fu legata alla Repubblica della Serenissima nel 1746 assieme a libri rari e ad altre antichità. Questa collezione rappresentò il primo nucleo delle raccolte numismatiche della Biblioteca Marciana. Di seguito, le Oselle presenti nel legato, oggi conservate alla Galleria G. Franchetti alla Ca’ d’Oro di Venezia, opportunamente inventariate: Osella di Alvise I Mocenigo. 1576. Osella di Sebastiano Venier. 1577. Osella di Morosina Morosini. 1597. Osella di Francesco Molin. 1646. Osella di Alvise Contarini. 1676. Osella di Francesco Morosini. 1691. Osella di Elisabetta Querini. 1694. Osella di Giovanni II Corner. 1711. Osella di Alvise III Mocenigo. 1727. Osella (di Murano) di Alvise III Mocenigo. 1722. Osella di Carlo Ruzzini. 1733. Osella (di Murano) di Pietro Grimani. 1741. Saluti, Domenico1 punto
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L’autore ne ha reso disponibili delle pagine campione su academia.edu I vol.: https://www.academia.edu/74024222/Gerarluigi_Rinaldi_Il_fondo_numismatico_della_Società_Napoletana_di_Storia_Patria_la_monetazione_medievale_Roseto_degli_Abruzzi_Edizioni_DAndrea_2020_specimina_ II vol.: https://www.academia.edu/74024271/Gerarluigi_Rinaldi_Il_fondo_numismatico_della_Società_Napoletana_di_Storia_Patria_la_monetazione_di_età_vicereale_Roseto_degli_Abruzzi_Edizioni_DAndrea_2020_specimina_ III vol.: https://www.academia.edu/74024309/Gerarluigi_Rinaldi_Il_fondo_numismatico_della_Società_Napoletana_di_Storia_Patria_la_monetazione_dai_Borbone_al_Regno_d_Italia_Roseto_degli_Abruzzi_Edizioni_DAndrea_2020_specimina_1 punto
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DE GREGE EPICURI E in basso c'è anche un giglio. Però si legge anche FARNESIUS, e P LOY potrebbe significare P (ierre) LOY(S), cioè Pierluigi Farnese...Figlio di papa Farnese, quello che ebbe prima in feudo Castro, poi Novara e infine Parma e Piacenza? Però non ricordavo che avesse battuto moneta anche in zona francese, ma dove? Posto che sia lui... Sull'altro lato, leggo solo MARCHIO (marchese).1 punto
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Complimenti @fricogna per l'accostamento. Solo una domanda: attualmente l'aquila dello stemma dell'Austria è ad una testa sola. Nel passato gli Asburgo, come simbolo del Sacro Romano Impero, avevano nello stemma l'Aquila "bicipite" . Perchè Filippo III adottò l'aquila ad una sola testa? E perchè in questa tipologia di monete l'Aquila regge tra gli artigli un ramo d'ulivo e delle frecce, effige che non ha corrispondenza ( mi pare ) con il blasone? Buona Serata1 punto
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Complotti, complotti, complotti ovunque... Arka Diligite iustitiam1 punto
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Sono d'accrodo con Luciano. Avendo avuto modo di approfondire i fenomeni inflativi delle zecche lombarde del XII-XIII secolo, mi sono convinto che questi fossero principalmente dovuti più a un aumento del prezzo dell'argento, che ad altre cause. Cioè penso che fosse più un problema di offerta del metallo, di carenza di argento, che faceva aumentare il prezzo del metallo monetabile, più che un accresciuto bisogno di moneta. un caro saluto a tutti1 punto
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Ciao! Mah! Sinceramente, a me, interessa poco tutto sto baillame di dichiarazioni (vere o presunte tali); figurati che ho letto anche di operazioni di hackeraggio da parte della Russia e di voti farlocchi attribuiti a "Pupo" ..... Teniamoci la kermesse musicale e consideriamola come tale. Punto. Giurie popolari? Possono essere farlocche e manovrate anche quelle .... "volete salvo Giuda o Gesù?" .... sappiamo come è andata a finire. saluti luciano1 punto
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Ciao! Necessità di guerra, vero. Le guerre, però, erano solo uno dei motivi per drenare valuta ed erano motivi contingenti e limitati. Altro motivo, per me più frequente per la "Serenissima", era la carenza di metallo prezioso (o l'aumento del suo valore in ambito internazionale). La possibilità di approvvigionarsi dei metalli necessari alla zecca per la coniazione in monete, soprattutto quelli preziosi, dipendeva naturalmente dall’andamento di mercato degli stessi in ambito internazionale a cui Venezia non poteva sottrarsi; la scoperta di nuove miniere e l’adozione di tecniche che consentissero una maggiore estrazione di metallo, così come l’esaurimento delle stesse o la perdita di qualche “mercato” importante, condizionavano la sua politica monetaria. La maggior quantità di metallo arrivava a Venezia dalle miniere tedesche e balcaniche; di tutto il metallo importato, i mercanti stranieri, avevano l’obbligo di versarne parte alla zecca per trasformarlo in moneta; in genere era la quinta parte del metallo prezioso che conducevano, con tale percentuale la zecca coniava le monete che erano ritornate ai mercanti come pagamento del quinto ricevuto. L’obbligo venne più volte nel tempo abrogato e reintrodotto. A riprova di quanto fosse mutevole l’approvvigionamento del metallo, si registra che nel primo periodo del dogato di Francesco Foscari, fino al 1430 circa, la quantità di argento che si coniava in moneta era abbondantissimo, tanto che questo metallo poteva essere venduto ed acquistato in qualsiasi luogo di Venezia e ciò a scapito dell’oro che, invece, arrivava in zecca in quantità minima. Nel secondo periodo invece si instaurò una forte penuria di ambedue i metalli, tanto che la Repubblica fu costretta ad emettere delle leggi perché anche la compravendita dell’argento, così come lo era già per l’oro, venisse sottoposta a misure di controllo via via più restrittive, tanto da ottenere di fatto il monopolio commerciale. Giacché erano frequenti tale congiunture, Venezia riduceva l'impatto negativo attuando vari correttivi (non sempre efficaci); poteva, a seconda dei casi e come detto sopra, togliere o ridurre l'obbligo di versare il quinto, oppure poteva ridurre o azzerare le spese di coniazione, così come poteva ridurre o azzerare il signoraggio; in alcuni casi anche il salario dei lavoranti nella zecca e ciò a beneficio dei mercanti ai quali veniva maggiormente apprezzato il loro metallo. Di fatto veniva incentivata la consegna di tali metalli a Venezia. saluti luciano1 punto
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Il discorso di Cipolla, come detto in altro post, si inserisce nel ricco e complesso dibattito sulle cause e i giudizi del fenomeno della svalutazione iniziato già alla metà del settecento, in una maggioranza di opinioni risolutamente contrarie che vedevano in questo fenomeno unicamente una volontà di frode e lucro dell'autorità statale ai danni delle popolazioni, spiccavano le posizioni di Carlo Antonio Broggia e di Ferdinando Galiani, il primo era contrario alle alterazioni materiali della moneta, che si prestavano a suo parere a tutta una serie di guasti ed effetti collaterali dannosi per il commercio e l'economia, ma era favorevole ad alterazioni inerenti il solo valore legale, che giudicava necessarie in tutti i casi di mutazione del prezzo di mercato dei metalli preziosi...Per Galiani invece l'alterazione anche materiale della moneta poteva essere necessaria per iniettare più liquidità nel mercato e scongiurare i danni di una penuria di circolante, è la tesi su cui si basano le riflessioni di Cipolla e di altri studiosi del tema, e in effetti gli studi successivi in merito suggeriscono la coesistenza di più cause possibili nel fenomeno dell'alterazione monetaria da valutare caso per caso, gli esempi sono molteplici, la secolare e inarrestabile alterazione dell'intrinseco del denaro carolingio è l'esempio per eccellenza di un processo finalizzato a produrre più moneta, il denaro era l'unica moneta effettivamente coniata nella maggior parte degli stati dell'Europa occidentale nel periodo VIII-XII secolo, inizialmente di 1,7 grammi e ottimo intrinseco d'argento, arriverà nel XII secolo a contenere solo una minima parte di argento, è la base del processo di svalutazione della lira di conto descritto in un altro famoso testo di Cipolla, "Le avventure della lira", ma accanto alle svalutazioni lente e secolari potevano coesistere quelle più rapide, spinte da necessità di fare cassa, cause belliche e militari potevano rendere più arduo e complicato l'approvvigionamento di metalli preziosi o finalizzarli alle spese di guerra con il conseguente scarico delle tensioni sulle monete piccole di mistura, il caso per eccellenza e più noto è la continua svalutazione dei denari in mistura coniati da Federico II, perennemente in guerra contro i comuni dell'Italia centro-settentrionale. Per i secoli dell'epoca moderna, dal cinqucento al settecento compreso, vi è un prezioso studio di un altro grande maestro di sapienza monetaria storica, Giuseppe Felloni, disponibile in versione digitale a questo link: https://www.storiapatriagenova.it/Scheda_vs_info.aspx?Id_Scheda_Bibliografica=1249 L'autore mette in discussione la diffusa opinione che la svalutazione dell'unità di conto derivasse necessariamente da un aumento incontrollato della produzione di moneta piccola, ma nelle sequenze statistiche presentate nel saggio si evince piuttosto il contrario, nei periodi di massima svalutazione le coniazioni, anche e soprattutto di moneta piccola, si presentano molto più sporadiche e limitate, da ciò ne deriva un'interessante riflessione sulle cause più profonde del fenomeno che sono da ricollegarsi in gran parte al già discusso problema della carenza di afflusso dei metalli in zecca, cosa che poteva derivare o da un più difficoltoso reperimento delle paste metalliche o dalla mancata convenienza dei privati a portare metallo in zecca a causa di un prezzo legale attribuito dallo stato alla moneta non in linea con i valori reali di mercato, il rincaro dei metalli conseguente e gli agi pagati dalle istituzioni come sovrapprezzo sul prezzo legale comportavano spesso la necessità delle magistrature di zecca di rivalersi sul contenuto metallico delle coniazioni contemporanee, quasi sempre le monete di taglio minore, abbassando peso o intrinseco e causando il fenomeno visibile della svalutazione, un fenomeno che si riverberava come effetto collaterale sulla moneta piccola, ma originava innanzitutto da carenze o alterazioni nel prezzo dei metalli preziosi, oro e argento...1 punto
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Ciao! Sempre relativamente a Venezia, ritengo giusto fare un sempio "sul campo"; parliamo del soldino in argento, dalla sua prima emissione all'ultima (dal 1329 al 1577 circa) ti elenco il peso ed il titolo dell'argento fino impiegato, a seconda delle differenti emissioni effettuate sotto i relativi Dogi: Francesco Dandolo titolo = 670 - peso gr 0,96 Andrea Dandolo titolo = 965 - peso gr 0,55 Andrea Contarini titolo = 952 - peso gr 0,50 Tommaso Mocenigo = 952 - peso gr 0,40 Agostino Barbarigo = 948 - peso gr 0,32 Pietro Loredan = 600 - peso gr 0,45 Come si può notare, ogni singola differente emissione ha interessato la modifica del peso e/o del titolo (o entrambi), ma se proviamo a moltiplicare il titolo per il peso, il risultato è una serie di dati calanti nel tempo: 643,20 - 530,75 - 476,00 - 380,80 - 303,36 - 270,00 saluti luciano1 punto
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In realtà negli ultimi anni è stata rivalutata la circolazione monetaria, che sembra essere stata molto più capillare di quanto ritenuto finora. Interessante da questo punto di vista lo studio di Cecile Morrison su un villaggio sperduto nei balcani abbandonato nel IX-X secolo, dove furono trovate molte monete spicciole in quello che doveva essere il mercato e dove si pensava non venisse usata moneta da secoli. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Buonasera a tutti, @sdy82 io non saprei risponderti, ne ho solo uno del 57 in collezione , non ho la possibilità di fare un vero confronto. Ma credo che se viene riportato in alcuni manuali ci siano degli elementi a corredo, al momento non posso consultare testi per verificarlo. Vediamo se altri utenti siano più di aiuto. Intanto posto il mio se può essere utile. Anche se di scarsa conservazione. Saluti Alberto1 punto
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E' interessante che la raffigurazione del trampoliere su una lettera alfabetica perduri anche a distanza di tempo e ben oltre la fase a rovescio incuso, come ben evidenziano questi stateri a doppio rilievo inquadrabili nella seconda metà del IV secolo a.C. Il trampoliere viene raffigurato, rispettivamente, su e su un elemento grafico meno chiaro (monogramma?). Leu 10, 2019, 114 CNG 309, 2013, 111 punto
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Le monete postate non sono molto comuni ma la definizione "very rare" della casa d'aste mi sembra eccessiva. Del primo esemplare (POTON al rovescio) sono noti più di dieci pezzi (1 conio di D/ e 2 di R/), documentati da importanti collezioni, da ripostigli e dal mercato antiquario. Tra essi: Cambridge, SNG Fitzw. 745 Leake CNG, MbS 72, 2006, 140 Napoli, MAN, Fg 3369 Paris, SNG Delpierre 446 Mosman, Gale 7 (ex NFA, 18.10.1990, 44) Altamura, MA 166144, rip. Altamura 144 (IGCH 1923) Taranto, MN, rip. Taranto 1951, 23 (IGCH 1895) Leu FPL, Dic. 1961, 40 Napoli, MAN 141874, rip. Sala Consilina 73 (IGCH 1936) Taranto, MN s.i., rip. Torchiarolo 1927, 18 (IGCH 1927) NAC AG K, 2000, 1082 Del secondo alcuni dei pezzi noti sono: Reggio Calabria, MN 272, rip. Curinga 159 (IGCH 1881) New York, SNG ANS 252 Oxford, SNG 1465 Athena 1, 1987, 22 Cambridge, McClean 1651 Napoli, MAN, Sg 6282 Lanz 44,1988, 45 NAC AG O, 2004, 1197 Napoli, MAN, Fg 3377 Per quanto concerne il simbolo fisso del trampoliere consiglio vivamente la lettura dell'interessante contributo di B. Carroccio: https://www.academia.edu/440668/Sulla_valenza_simbolica_dei_trampolieri_nelle_monetazioni_antiche1 punto
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Se avessi saputo che la mia foto sarebbe stata pubblicata su PN, avrei usato la tovaglia per le grandi occasioni?1 punto
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Infine, il famoso "soldo", che tanto abbiamo usato per far di conto scoprire quali monete usare, non avrebbe avuto una sua moneta effettiva in Sardegna fino a Filippo III (1598-1621), che fece coniare questa moneta da 6 cagliaresi:1 punto
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Se poi avesse voluto usare monete catalane, avrebbe avuto bisogno di 6 croat (argento) e 15 dineros (mistura) di Ferdinando II, di cui si può osservare qui sotto la somiglianza con le monete sarde precedenti: croat dinero1 punto
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Per quanto riguarda lo spicciolame, il nostro vassallo avrebbe dovuto tirare fuori 15 monetine da 1 cagliarese (o magari qualche moneta da 2 cagliaresi, anche questi introdotti per la prima volta da Ferdinando II e che erano equivalenti ai doppi denari o "dobler" catalani), come quello sottostante:1 punto
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