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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/15/22 in tutte le aree

  1. Come sarebbe che non abbiamo mai occupato l’Algeria? Carta canta! E timbro conferma!!? (ebay è sempre un posto bellissimo…)
    4 punti
  2. Bon nessun intervento e allora io proseguo, con un tris di quattrinielli per i Reali Presidi...in ordine 1 quattrino 1791, 1 quattrino 1782 e 1 quattrino 1798 mi mancano alcune varianti ma prima vorrei raccogliere tutti i millesimi per i vari tagli, mi mancano solo il 2 quattrini del 91 e il 2 del 98 non sto messo male. Un caro saluto.
    4 punti
  3. Cari tutti, Vi segnalo che è disponibile sul sito al link di seguito Report 2022 Art & Finance la nuova edizione del tradizionale report sul mercato dell arte e beni da collezione realizzato da Deloitte. Come per lo scorso anno ho avuto il piacere di dare un mio piccolo contributo per quanto riguarda i compartimenti degli Old Masters e Antichità. Inoltre, da quest’anno è stato inserito un paragrafo riguardante l’ andamento del mercato numismatico, frutto di una lavoro durato quasi due anni di raccolta e analisi dati che ritengo possa dare un interesse spaccato del mercato. Si tratta di un primo tentativo, certamente migliorabile e per questo ogni suggerimento è ben accetto Matteo
    3 punti
  4. Ricordate bene …. Quando l’Italia vinse la seconda guerra mondiale strappò l’Algeria alla Francia e realizzarono la serie “franchi della banca d’Italia”. Be forse questa storia è meglio non raccontarla al professore all’esame di storia contemporanea che avrò tra due settimane ?
    3 punti
  5. Ciao, Asclepia. Pubblico due delle mie piastre Sebeto, la prima del 1748, la seconda del 1749 ( le foto sono venute un po' scure, pazienza ). La 1748 presenta 8 gigli ben allineati, la 1749 6 gigli sfalsati. A me sembrano prive di particolarità, ma tu, da appassionato e con l'occhio allenato alle Sebeto, magari noti un qualcosa che a me è sfuggito. Avrei voluto trovare fra le mie monete una come la tua con corona grande e stemma piccolo, purtroppo... Un caro saluto.
    3 punti
  6. Questo il mio Sebeto piastra da 120 grana millesimo 1736 in buona qualità
    2 punti
  7. Forse ho speso un 10%-15% in più del valore ma questo piccolo sacrificio è motivato dalla rarità di questo dritto (testa di Venere) con questo rovescio (anch'esso raro). Come si può osservare ho già altri due denari con questo rovescio:
    2 punti
  8. Buondì...immo avanti con il 6 cavalli o tornese del 56, conio un po' decentrato ma saporito anche questo ramino che è piuttosto ostico da trovare in buona conservazione...buona giornata a todos!!! Per aggiungere qualche informazione in più...le sigle sotto il busto al dritto I.A. stanno per Ignazio Aveta al rovescio le sigle M.M. stanno per (Domenico) Maria Mazzara entrambi ufficiali di zecca in quel periodo.
    2 punti
  9. Buonasera a tutti o meglio buonanotte, anche se con alcuni giorni di ritardo proseguiamo il viaggio intrapreso della storia di Milda. Rihard Zarriņš per la creazione del suo design aveva bisogno di trovare il prototipo di ragazza che potesse rappresentare la fanciulla popolare lettone e allo stesso tempo riuscisse ad idealizzare la libertà e l’amore. Un giorno l’artista ritrovò sulla sua strada una donna che gli avrebbe cambiato la vita artistica e non solo, Zelma Brauere: infatti lei lavorava come revisore di bozze presso la tipografia di stato e grazie alla correzione di un grave errore su un libro, da mandare in stampa, di Zarriņš riuscì a conquistare la sua fiducia. Da quel momento l'artista rimase affascinato dal suo senso di responsabilità, dal contegno gentile, dalla sua intelligenza nonché dalla sua particolare bellezza. Ma chi era Zelma Brauere? Nacque 1900 a Riga e si laureò in filologia presso l'Università della Lettonia e conosceva sette lingue. Donna affascinata dal giardinaggio, si appassionò all'arte ed in particolare ai libri mantenendo sempre vive le relazioni con gli amici. Particolarmente attenta ad aiutare gli altri prestò servizio presso la Croce Rossa. Dopo la laurea, Zelma iniziò a lavorare come correttore di bozze presso la State Paper Printing House dove vi rimase per 43 anni fino al pensionamento. Giovane, bella, ma molto seria, tranquilla e riservata grazie al suo lavoro catturò l’attenzione dell’artista ed iniziò una lunga collaborazione tra i due. Infatti Zarriņš invitò Zelma a posare come modella con i costumi popolari lettoni immortalandola sulla rivista satirica "Svari" edita da J. R. Tillbergs e successivamente nell’edizione edita da Zarrins “Latvju raksti”, libro che trattava di ornamenti lettoni: L’artista era molto legato a Zelma, non solo professionalmente: infatti, da alcune lettere ritrovate, erano evidenti i sentimenti per la giovane donna ma la loro relazione rimase platonica. Del resto Zelma fu fidanzata con un pilota di aereo che sfortunatamente rimase coinvolto in un incidente mortale all'aeroporto di Krustpils nel 1935. Da quel momento lei rimase fedele al suo compagno e non si sposò mai vivendo fino alla sua morte con la sorella in una casa di legno sopravvissuta fino ad oggi nel distretto di Āgenskalns di Riga. Zarriņš, apprezzando Zelma come donna virtuosa, onesta e nobile, non c'è da meravigliarsi che l'abbia scelta come modello ideale per il 5 lati d'argento. Così Rihards Zarriņš disegnò l'allora 29 enne giovane donna: per rappresentala come la fanciulla popolare, così umile, intatta e pura per natura, diventando tra le immagini più popolari del folklore lettone. Sul dritto disegnò Zelma di profilo, vista dal lato destro, circondata da entrambi i lati dall'iscrizione “Latvijas Republika” ma per far emergere l'idea di amore e libertà in modo potente, l'artista optò solo per pochi dettagli: spighe di grano che ricoprivano la spalla della modella, una ricca treccia che le scendeva lungo la schiena e il colletto e il copricapo ricamati con un disegno ornamentale caratteristico del costume popolare lettone. L'espressione artistica era intensificata dalla bellezza serena del rapporto reciproco di tutti gli elementi e dalla simultanea leggerezza e fermezza della silhouette. Ma un contributo fondamentale al raggiungimento dell’obiettivo lo offrì l'incisore britannico Percy Metcalf che rese l'immagine più nobile, più espressiva, un simbolo di libertà e di etica. Quindi il pezzo a cinque lats fu il risultato del lavoro congiunto di artisti lettoni e britannici. Oggi, grazie alla gentile concessione della British Royal Mint, possiamo ammirare le forme in gesso usate molti anni fa per coniare la moneta da 5 lats con la possibilità di confrontare l’originale di Zarriņš, un ritratto realistico di Zelma Brauere, con le modifiche apportate dall'incisore britannico Percy Metcalf: A sinistra il disegno di Rihards Zariņš a destra la fotografia dei modelli in gesso di Percy Metcalfe. Per il rovescio scelse il suo disegno del 1921 del grande stemma araldico della Repubblica di Lettonia, creato sulla base del progetto dello stemma statale realizzato dall'artista grafico Vilhelms Krūmiņš. Il bordo della moneta fu contrassegnato dalla frase “DIEVS SVETI LATVIJU”, che si traduce in "Dio benedica la Lettonia". Coniata in argento fino all'83,5% in 25 grammi di peso e 37 mm di dimensione: la coniazione di questa moneta durante i suoi tre anni di breve durata è stata di soli 3,6 milioni. Quando la moneta fu emessa il 23 dicembre 1929, i residenti formarono lunghe file in banca per averla e bisogna tener presente che in quell’anno la Lettonia stava attraversando una crisi economica ma anche una "svalutazione del valore della moneta", secondo la Royal Mint: "La gente desiderava qualcosa di nobile, bello e il disegno sulla moneta era ampiamente accettato come incarnazione sentimentale di quelle qualità. Il popolo lettone, la classe contadina lettone, è sentimentale e sensibile alle idee romantiche nazionali: il nuovo pezzo da cinque lats era l'incarnazione del suo ideale di bellezza.” La moneta d'argento da 5 lats divenne estremamente popolare grazie alla sua piacevole espressione artistica, al suo valore e la sua immagine ottenne un grande significato simbolico al pari della statua del Monumento alla Libertà a Riga: Durante la seconda guerra mondiale, nella Lettonia occupata, le belle monete da cinque lats non avevano più corso legale, ma continuarono la loro vita di simbolo, forse rafforzandone il significato. Le monete salvate durante le occupazioni tedesche e sovietiche, servirono per fare spille e ciondoli, diventarono un regalo ambito in occasione di matrimoni e battesimi. Erano state tenute come un prezioso cimelio di famiglia da persone in Lettonia, nonché da coloro che erano stati deportati in Siberia e in esilio all'estero. Il pezzo d'argento da cinque lats svolgeva una missione molto rara per una moneta: per chi "sapeva" era un simbolo di libertà e statualità della Lettonia, come spilla significava l'appartenenza alla nazione lettone e la speranza di riconquistare l'indipendenza. Grazie a tutti numys il viaggio continua .... ma ormai siamo quasi alla fine della storia “La storia è madre della verità, emula del tempo, depositaria delle azioni, testimone del passato, esempio e annuncio del presente, avvertimento per il futuro.” (M. De Cervantes)
    2 punti
  10. Buonasera a tutti. Filippo II, Tornese con Cornucopia e sigle GR /VP Doppia data 1577 sotto il Busto e 1579 al rovescio ai lati della Cornucopia. Riferimento Magliocca 113
    2 punti
  11. Cari Amici del Forum, in queste giornate uggiose, sto mettendo un po' di ordine alle mie monete ed affiorano i ricordi del passato. La moneta che posterò è modesta, non è un FDC, ma ha una storia, come la maggior parte di quelle che abbiamo in collezione e quando le riprendiamo in mano, si risvegliano, prendono vita e ti raccontano qualcosa. E questa ha una storia “simpatica”... il titolo potrebbe essere “ Ciccì e la Moneta Scomparsa”. Premessa: Ciccì era il Barbiere Siciliano appassionato di monete, grande amico di mio padre, fonte inesauribile di aneddoti, che ho già ricordato ( vedi il post # 10 “L. 5 1911 La Cenerentola degli Scudi ?” ). Ciccì il Barbiere arrivò alla Stazione una Domenica di Agosto, di ritorno dalle Ferie passate dai parenti in Sicilia. Giorno con caldo infernale, di quelli che l'aria sembra liquida, l'asfalto un mare di pece e nessuno che si azzarda a scendere in strada. Poveraccio, aveva viaggiato tre giorni su un treno “Accellerato” che fermava anche in piena campagna, perchè allora, anche le più piccole Frazioni avevano la Stazione. Eppure, era come sempre impeccabile: giacca e cravatta, capelli impomatati, baffetti “da sparviero” ed un sentore di Colonia che si era ormai impregnato sulla pelle. Mio padre era andato a prenderlo alla Stazione con uno scooter “Iso Moto”, residuato post bellico, lontano parente della Vespa, che quando doveva affrontare una salita, ansimava come una vecchia asmatica. Ciccì già dal predellino del treno si sbracciava: “ Cesco !( così tutti chiamavano mio padre ) Grandi acquisti e... una “ monetazza” pee tte... che ti piacerà !!” . Portato a casa, Ciccì disse: “ Adesso metto a posto le monete “bedde, bedde”, ma veramente “ 'nu bigiù” e domani vieni a prendere “ 'a monetazza!”. Con la curiosità del collezionista, mio padre “Cesco”, il mattino dopo si precipitò nel negozio e Ciccì, lasciando qualche barba e tagli dei capelli a metà, lo portò al piano sopra dove abitava, a vedere le monete. I suoi monetieri erano gli armadi dove teneva gli asciugamani per il negozio, la sua biancheria e i suoi vestiti, in ordine casuale e sparso, ma incredibilmente preciso ( per lui ! ). Però la “monetazza” per mio padre era incredibilmente sparita! Dopo aver aperto e svuotato tutti i cassetti, non si trovava. Affranto, si accasciò sul letto quasi piangente: “ E' colpa della Netina ( la donna delle pulizie ). Stamattina, l'ha vista, mi ha guardato storto e mi ha detto che è una cosa indecente.. con tutti quei cosi lì...fuori ed in bella vista! ! Chissà dove è finita! “ Il giorno dopo Ciccì, entrò ringalluzzito ne nostro negozio ( i miei avevano una Tabaccheria ? “ Cesco !! Guarda! “. Il malloppo che portava era inequivocabile: un paio di mutande di lana, di quelle con lo “sportello” ben ripiegate, ma di un giallo intenso “ di lana vecchia” ,pulite ma che non ispiravano molto...mia mamma inorridita si ritirò velocemente nel retrobotega. Con tocco d'artista le dispiegò sul bancone e tirò fuori la moneta dallo “sportello delle mutande”. Era un 20 L. LITTORE DEL 1927. : “ Cesco... nun la fa vedere a tuo figlio Beppino, che... è studioso, c'ha la faccia da Vescovo... quello diventa proprio un Vescovo! Assicurato! “ P.S: Non ho mai intrapreso la carriera ecclesiastica e non sono diventato Vescovo, la moneta però l'ho tenuta ed è quella che vedete in foto. Mi piacerebbe sentire qualche storia da Voi, a prescindere dal valore e dalla conservazione della moneta, perchè, questo umile tondello di metallo, se lo tenete in mano, racconta... Ciao Beppe
    1 punto
  12. Questa targa che ho ricevuto ieri al Museo Archeologico di Bologna da parte dell’Accademia Italiana di Studi Numismatici è’ il Premio per l’anno 2022 per il nostro Gruppo Numismatico Quelli del Cordusio per la diffusione della cultura numismatica, un premio per tutto quanto è’ stato fatto da tanti dal 2010…un Premio che gratifica tutti noi per questo straordinario percorso compiuto finora sia in termini di sacrifici, di iniziative e idee, ma anche di tanto lavoro attivo sul campo ! Un grazie ovviamente a Accademia Italiana di Studi Numismatici e al suo Presidente Michele Chimienti !
    1 punto
  13. Buonasera a tutti, Vorrei postare le foto del 5 lire Cinquantenario che ho da poco messo in collezione. I vostri pareri sono graditi. Saluti
    1 punto
  14. Saluti di buona domenica a tutti! I soldi avendo più o meno appena lasciato la carta di credito, mi butto immediatamente sul forum preferito per condividere con voi l'ultimissimo ed recentissimo pezzo in collezione! Non è ne FDC ne SPL, In tutto, un BB direi, ma mi sembra avere una buona patina, senza traccia di pulitura od altri difetti vistosi o deturpanti! Una moneta quasi più collezzionabile di quei tondelli del secondo tipo mal pulite o lucidate che riempiono i ranghi dei pezzi a cui il mio portafoglio può accedere! L'ho pagata 395 tutto compreso, e con tanto di foto del venditore passabile in più! Per ora gli ho già fatto spazio, e aspetto con ansia il suo arrivo! Graditissimi pareri e commenti - anche quelli contrari! LRC
    1 punto
  15. 1 punto
  16. Articolo per tre quarti di storia , per un quarto di fantasia . La parte storica inizia dal matrimonio di Gordiano III , Marcus Antonius Gordianus Pius , con Furia Sabina Tranquillina , figlia del Prefetto del Pretorio , nonche’ suocero di Gordiano III , Gaio Furio Sabinio Aquila Timesiteo , matrimonio avvenuto nel 241 quando Gordiano aveva 16 anni e Furia Sabina , secondo fonti tra 13/15 . Da questo matrimonio nacque una figlia a cui fu dato il nome di Furia Antonia , nome che comprendeva il gentilizio di Tranquillina , Gens Furia , con quello di Gordiano , Gens Antonia . Da fonte storica e’ certo che la famiglia di Gordiano III non si estinse con la morte violenta dell’ Imperatore in carica , fatto che qualche volta accadde nella storia quando il nuovo Imperatore arrivava al potere con la violenza uccidendo il precedente ed eliminando i familiari di lui , evitando cosi' possibili vendette , infatti una casa dei Gordiani esisteva a Roma almeno fino al IV secolo , era questa la famosa Domus Pompeiana appartenuta per acquisto a Gordiano I , nonno del terzo Gordiano , Domus che si trovava nelle Carinae , un quartiere di Roma vicino l’ Esquilino . Di questa bimba romana , Furia Antonia , la storia non ci ha tramandato altre notizie nemmeno l' anno di nascita , tranne che la nobile nascita . Incuriosito sulla vita e sulla sorte futura di Furia Antonia dopo la morte del padre , ho fatto delle ricerche in rete ma non ho trovato nulla , ho invece rintracciato una postuma e omonima Furia Antonia nata in Abruzzo alla fine del XIX secolo . Naturalmente questo non significa nulla essendo solo un caso di omonimia , non essendoci alcun legame tra le due Furia Antonia , pero’ e’ bello immaginare con la fantasia che un filo diretto sia potuto esistere . Un Antoniniano di Tranquillina con l' auspicata Concordia tra i due giovanissimi sposi , emesso probabilmente nel 241 in occasione del matrimonio con Gordiano .
    1 punto
  17. La scritta al rovescio e' Metambrianon, con Atena Promachos verso sinistra.
    1 punto
  18. Cari amici, Che ne pensate di questo littore del '27, anno VI ?, con patina da antica raccolta? I vostri pareri sono graditissimi. Saluti
    1 punto
  19. io ci potrei fare un pensierino, che almeno faccio la coppia con questa che ho appena stampato - io che la laser c'è l'ho a casa ================================= PS: è mobbing, che non ti han detto che l'incontro è spostato a domani?
    1 punto
  20. Da WildWins (dovrebbe essere questa): FAUSTINA SENIOR Denarius (14.12 mm/2.9 gm) AVGVSTA - Pietas $19.00 September 17, 2006 Estimate: US $ 37 FAUSTINA SENIOR (c.100 - 141 AD) AR Denarius DIVAFAVSTINA - Draped bust right/AVGVSTA - Pietas standing left, raising hand over altar. RIC 374 (Antoninus Pius). 14.12 mm. 2.9 gm. Near VF with some flan nicks. Quindi: moneta comune, conservazione inferiore a quella qui riportata valore 10 € (tenendo conto del tempo trascorso dall'asta).
    1 punto
  21. La fantasia non ha limiti. Sicuramente qualcuno la prende e poi la posterà qui per avere chiarimenti in quanto in rete non trovo nulla oppure era bel cassetto del nonno .
    1 punto
  22. Grazie mille @Scudo1901 per l’apprezzamento ! Fa molto piacere perché è stato un lavoro molto lungo, nato un po’ per caso da una mia idea di voler replicare quanto già fatto per gli altri comparti al mercato numismatico che in termini di volumi ha ben poco da invidiare ad altri, ma presenta in generale dati meno fruibili.
    1 punto
  23. 1 punto
  24. CN 171 - Sesto Fiorentino Speciale 17 - Napoli
    1 punto
  25. Davvero piacevole leggere un così un bel racconto! Complimenti per la scrittura! magicoin
    1 punto
  26. Questa non ha alcun senso! Neanche roba tipo "Governo provvisorio" o "Autorità militare" ecc., proprio "Banca d'Italia"! In Franchi!! ?‍♂️
    1 punto
  27. Anche se non lo uso molto, Wildwinds contiene molte informazioni, basta cercare... la pagina credo sia tratta dal catalogo Moushmov, in base al quale vengono poi classificate le monete greche su Wildwinds. Lieto di aver contribuito al mantenimento in ordine della tua collezione
    1 punto
  28. Né falso, né errore di conio, la moneta è buona; comunque vengono falsificate anche monete da 50 centesimi, oltre a quelle da uno e due euro saluti
    1 punto
  29. Forse il numero 3978 che trovi a questa pagina: Mesembria, Ancient Coinage of, by Moushmov Number (wildwinds.com) Cliccando sul link alla tavola XXIV si arriva qui: la numero 15 sembra appunto la tua...
    1 punto
  30. Credo che nel Ric si sia pasticciato un po' con la classificazione e le parentesi. Mi spiego: Ric 566a [attenzione, non Ric 566(a) che è una Felicitas] è un asse che reca al rovescio il Genio con patera e cornucopia; Ric 568(a) è l'asse che reca al rovescio il Genio del Popolo Romano con patera e cornucopia, come si evince dall'esergo. La conseguenza è che in rete c'è chi ha confuso tra i due categorici. Ric 566a è introvabile, mentre di Ric 568(a) si trova qualche esempio, talvolta però confuso con Ric 566a o con Ric 566(a). Concludo suggerendo che la moneta di Fiore 151 sia proprio Ric 568(a), con l'esergo illeggibile a causa dell'usura. Saluti. Giulio De Florio
    1 punto
  31. Sono monete vere, ma non circolanti. https://en.numista.com/catalogue/pieces21480.html
    1 punto
  32. hai ragione, la moneta è del tipo Boehringer 595 (V 294 / R 403) e non 596. Ci sono sempre molti errori nei cataloghi Vinchon
    1 punto
  33. 1 punto
  34. Ciao a tutti, sono riuscito, dopo un lungo sciopero della fame (che in un ristorante è ancora + duro!!!) ad ottenere il giovedì libero, la butto lì: sarebbe possibile spostare il mercoledì numismatico al giovedì? Non voglio creare difficoltà a nessuno però, se la cosa crea problemi a qualcuno mi tiro indietro, male che vada ci ho guadagnato che posso entrare di nuovo nei vecchi jeans a zampa...
    1 punto
  35. e che ci fai ancora sveglio....si studia la mattina presto non la notte altrimenti il libro diventa il tuo cuscino?
    1 punto
  36. Proverei con questo: https://en.numista.com/catalogue/pieces18643.html ...e anche stavolta sempre grazie al mio grande intuito?
    1 punto
  37. Ciao Signifer, è vero, mai vista prima una medaglia/ricordo di una unità della marina Militare con la riproduzione dell'intera preghiera. Esteticamente, il risultato non mi pare esaltante, anche perché la scritta di fatto ha caratteri talmente piccoli che ne rende ostica la lettura. La riproduzione della nave è abbastanza generica, ne mostra il profilo senza tanti particolari. Ogni Unità della Marina Militare predispone una propria medaglia che non è una Decorazione né una Medaglia Commemorativa Ufficiale, e pertanto portativa . Si tratta solo un ricordo e solitamente viene regalata all'equipaggio quando cessa il proprio servizio a bordo ed è anche acquistabile presso lo spaccio di bordo . Può essere donata anche a visitatori della Unità e a volte viene coniata anche in argento. Un saluto cordiale.
    1 punto
  38. Non fa nulla,il forum esite per questo? Sembrerebbe,da queste foto,un eccesso di conio
    1 punto
  39. Gli euro sono stampati in molti stabilimenti diversi, i margini di tolleranza sono molto più ampi di quanto si possa pensare. Le ottime immagini di @littleEvil lo dimostrano in modo molto esaustivo
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  40. Vi riporto l'unico articolo in lingua inglese che ho trovato: Silver coin featuring famous Viking king unearthed in Hungary By Tom Metcalfe published 2 days ago A metal detectorist in Hungary has unearthed a tiny silver coin marked with the name of a famous Viking king that was lost almost 1,000 years ago. A metal detectorist has discovered a small silver coin marked with the name of a famous Viking king. However, it was unearthed not in Scandinavia, but in southern Hungary, where it was lost almost 1,000 years ago. The find has baffled archaeologists, who have struggled to explain how the coin might have ended up there — it's even possible that it arrived with the traveling court of a medieval Hungarian king. The early Norwegian coin, denominated as a "penning," was not especially valuable at the time, even though it's made from silver, and was worth the equivalent of around $20 in today's money. "This penning was equivalent to the denar used in Hungary at the time," Máté Varga, an archaeologist at the Rippl-Rónai Museum in the southern Hungarian city of Kaposvár and a doctoral student at Hungary's University of Szeged, told Live Science in an email. "It was not worth much — perhaps enough to feed a family for a day." Metal detectorist Zoltán Csikós found the silver coin earlier this year at an archaeological site on the outskirts of the village of Várdomb, and handed it over to archaeologist András Németh at the Wosinsky Mór County Museum in the nearby city of Szekszárd. The Várdomb site holds the remains of the medieval settlement of Kesztölc, one of the most important trading towns in the region at that time. Archaeologists have made hundreds of finds there, including dress ornaments and coins, Varga said. There is considerable evidence of contact between medieval Hungary and Scandinavia, including Scandinavian artifacts found in Hungary and Hungarian artifacts found in Scandinavia that could have been brought there by trade or traveling craftsmen, Varga said. But this is the first time a Scandinavian coin has been found in Hungary, he said. Who was Harald Hardrada? The coin found at the Várdomb site is in poor condition, but it's recognizable as a Norwegian penning minted between 1046 and 1066 for King Harald Sigurdsson III — also known as Harald Hardrada — at Nidarnes or Nidaros(opens in new tab), a medieval mint at Trondheim in central Norway. The description of a similar coin(opens in new tab) notes that the front features the name of the king "HARALD REX NO" — meaning Harald, king of Norway — and is decorated with a "triquetra," a three-sided symbol representing Christianity's Holy Trinity. The other side is marked with a Christian cross in double lines, two ornamental sets of dots, and another inscription naming the master of the mint at Nidarnes. Harald Hardrada ("Hardrada" translates as "hard ruler" in Norwegian) was the son of a Norwegian chief and half-brother to the Norwegian king Olaf II, according to Britannica(opens in new tab). He lived at the end of the Viking Age, and is sometimes considered the last of the great Viking warrior-kings. Traditional stories record that Harald fought alongside his half-brother at the Battle of Stiklestad in 1030, where Olaf was defeated and killed by the forces of an alliance between Norwegian rebels and the Danish; Harald fled in exile after that, first to Russia and then to the Byzantine Empire, where he became a prominent military leader. He returned to Norway in 1045 and became its joint king with his nephew, Magnus I Olafsson; and he became the sole king when Magnus died in battle against Denmark in 1047. Harald then spent many years trying to obtain the Danish throne, and in 1066 he attempted to conquer England by allying with the rebel forces of Tostig Godwinson, who was trying to take the kingdom from his brother, King Harold Godwinson. Related: 2,000-year-old Celtic hoard of gold 'rainbow cups' discovered in Germany But both Harald and Tostig were killed by Harold Godwinson's forces at the Battle of Stamford Bridge in northern England in 1066; whereupon the victor and his armies had to cross the country in just a few weeks before the Battle of Hastings against William of Normandy — which Harold Godwinson lost, and with it the kingdom of England. The penning found at Várdomb could have been lost more than 100 years after it was minted, but it's more likely that it was in circulation for between 10 and 20 years, Varga and Németh said. That dating gives rise to a possible connection with a medieval Hungarian king named Solomon, who ruled from 1063 to 1087. According to a medieval Hungarian illuminated manuscript known as the "Képes Krónika" (or "Chronicon Pictum" in Latin), Solomon and his retinue (a group of advisors and important people) encamped in 1074 "above the place called Kesztölc" — and so the archaeologists think one of Solomon's courtiers at that time may have carried, and then lost, the exotic coin. "The king's court could have included people from all over the world, whether diplomatic or military leaders, who could have had such coins," Varga and Németh said in a statement. Another possibility is that the silver coin was brought to medieval Kesztölc by a common traveler: the trading town "was crossed by a major road with international traffic, the predecessor of which was a road built in Roman times along the Danube," the researchers said in the statement. "This road was used not only by kings, but also by merchants, pilgrims, and soldiers from far away, any of whom could have lost the rare silver coin," they wrote. Further research could clarify the origins of the coin and its connection with the site; while no excavations are planned, Varga said, field surveys and further metal detection will be carried out at the site in the future. https://www.livescience.com/viking-king-coin-discovered-hungary
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  41. Qualche segnetto si nota ma i fondi sono da FDC. Come dico sempre..."liberala dalla plastica"!
    1 punto
  42. In questo gettone presentato la data congelata si riferisce solamente alla posa della statua equestre di Luigi XV (1743-44). Solitamente i token non riportano la data esatta della loro produzione, nel nostro caso si può collocare solamente al periodo di regno di Luigi XVI.
    1 punto
  43. Buongiorno condivido questo tarì del 95...quella volta lo acquistai per via della corona aperta...avevo letto della variante che è anche piuttosto rara e così portai a casa il tondello, che ne pensate? E' un corona aperta? Se ne era già discusso e c'è chi sosteneva che esisteva una vera e propria corona aperta, chi invece che la corona aperta era da intendersi questa, con i rami che per via di una debolezza non vanno a chiudere la corona...mi chiedevo se nel frattempo qualcuno avesse recuperato l'immagine di un "vero" corona aperta (se esiste?) o se posso continuare a considerare questo come un tarì 95 corona aperta....saluti e grazie degli eventuali interventi.
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  44. Buonasera a tutti, riprendiamo questo viaggio storico-numismatico del 5 Lati. Uno dei maggiori artefici della rinascita lettone fu Zigfrīds Anna Meierovics, il quale si recò in Inghilterra per provare ad ottenere l’appoggio delle forze dell’Intesa per la fondazione del nuovo Stato: Sulla carta sembrava una montagna troppo ardua da scalare, invece Meierovics mostrò di avere una sopraffina arte diplomatica e ottenne l’approvazione scritta tramite una lettera firmata dal ministro degli Esteri inglese Lord Balfour: Meierovics era partito da Pietrogrado con in tasca la lettera che gli dava pieni poteri di rappresentanza degli interessi lettoni all’estero. Nella lettera in realtà non c’era solo la delega a Meierovics, ma vi si trovavano descritti i contenuti principali della missione diplomatica lettone. Il Consiglio Nazionale lettone si proponeva come organismo in grado di prendere il controllo politico e amministrativo del territorio lettone, garantendo la libera navigazione del mar Baltico e l’accesso ai principali porti lettoni. Uno stato lettone indipendente avrebbe assicurato la libera circolazione di persone e merci dall’Europa occidentale verso la Russia e il libero accesso ai porti del mar Baltico, questioni che stavano particolarmente a cuore alle potenze dell’Intesa, specie al Regno Unito. Sul sostegno di Regno Unito e Francia i lettoni contavano molto per la formazione del loro nuovo stato, in contrapposizione alle mire espansionistiche tedesche e come argine da opporre al nascente stato bolscevico in Russia. L’11 novembre 1918, dopo aver ricevuto la missiva, il brillante politico lettone poté gettare le basi per arrivare all’agognata libertà del territorio di Riga. Il 17 novembre 1918 fu costituito il Tautas Padome, il Consiglio nazionale lettone. Ovviamente, siccome non c’erano le basi e nemmeno il tempo per indire delle elezioni, non si trattò di un organismo scelto dal popolo, ma formatosi dall’unione delle due principali forze politiche del periodo: Latviešu Pagaidu Nacionālā Padome (Consiglio lettone nazionale temporaneo) e Demokrātiskais Bloks (Blocco Democratico) che raccoglieva diversi movimenti ma non formava una realtà politica unitaria e autonoma. Lo storico evento del 18 novembre si tenne alla presenza di appena 34 deputati. In molti, infatti, non riuscirono a raggiungere in tempo Riga perché il Paese era ancora in regime di guerra, con diversi territori occupati da tedeschi e russi. Il Latviešu Zemnieku Savienība, il partito dei contadini guidato da Kārlis Ulmanis, fu quello che riuscì a presenziare con il numero più alto di esponenti. Il palco ormai era sovrastato dalle bandiere della nuova Lettonia, due bande orizzontali rosso scuro divise da una banda bianca: questi colori erano stati usati la prima volta nel 1873, in occasione del I Dziesmu Svētki, il festival delle canzoni popolari. In quell’occasione nel 1873 fu cantato per la prima volta anche “Dievs svēti Latviju” (Dio benedica la Lettonia), che quella sera del 18 novembre 1918 sarebbe diventato l’inno ufficiale della Lettonia. Uno dei tanti paradossi di quel giorno fu che il presidente eletto, Jānis Čakste, trovandosi fuori città, non ricevette in tempo il telegramma di convocazione ed allora fu il vice presidente, Gustavs Zemgals (Partito Radicaldemocratico) a prendere la parola, per proclamare la nascita della Repubblica di Lettonia. A seguire Kārlis Ulmanis, nominato il giorno prima dal Tautas Padome capo del governo provvisorio lettone, nel suo discorso affermò che l’obiettivo del governo era quello di rafforzare la Lettonia sia all’interno del suo territorio, che all’esterno attraverso il grande lavoro diplomatico di Meierovics. Ulmanis non nascose la gravità della situazione in cui versava il paese ma per il processo di ricostruzione fece leva sullo spirito nazionale lettone, sulla volontà di tutto un popolo di liberarsi da secoli di schiavitù e oppressione. C’era un fotografo in sala, Vilis Rīdzenieks che immortalò in una foto leggendaria, l’unica foto che ritraeva il palco di quella straordinaria serata: Da quel giorno in realtà passerà ancora un anno di guerra e grandi tribolazioni prima che la Lettonia possa considerarsi davvero uno stato libero e indipendente in buona parte del suo territorio. La ricostruzione del nuovo Stato della Lettonia libero ed indipendente non poteva prescindere da un elemento di fondamentale importanza: una nuova unità monetaria identitaria. ....ma di questo parleremo nel prossimo post Grazie a tutti numys Il viaggio continua “La storia è madre della verità, emula del tempo, depositaria delle azioni, testimone del passato, esempio e annuncio del presente, avvertimento per il futuro.” (M. De Cervantes)
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  45. Ciao, oggi condivido un denario di Caracalla con al rovescio la rappresentazione del dio Marti Pacatori, con lancia dimessa e scudo appoggiato a terra come segno di non belligeranza e pacificazione,fatto coniare durante o dopo le campagne militari in Britannia. Il motivo che mi ha spinto ad acquistarlo è il ritratto sulla moneta che sembra quasi avere come una espressione corrucciata, di sdegno e di rabbia, quasi a voler esprimere lo stato d'animo che l'imperatore ( come molti altri Augusti sia prima che dopo di lui) nutriva nei confronti delle popolazioni britanniche che sempre crearono enormi problemi agli eserciti imperiali durante le loro campagne militari di colonizzazione. Marte era per i romani il dio della guerra, ed essendo un popolo di conquistatori si può ben capire quale importanza fosse a lui attribuita. Non mi dilungo oltre viste le numerose ed approfondite discussioni presenti sul forum, molto partecipate e didattiche come sempre, per quel che riguarda la figura di Marte sulla monetazione romana. Da attento esame la moneta sembra coniata (e come mi piace sottolineare sempre spero ai tempi di Caracalla e non da qualche anno?). La consunzione visibile molto più sul rovescio che sul dritto sembra essere compatibile e derivante da normale circolazione, come pure il cameo di malachite? sul collo dell'imperatore farebbe presupporre che il denario sia stato coniato da moltissimi anni. Come faccio sempre chiedo anche un parere sulla sua autenticità. I vostri interventi a tal proposito sono molto importanti perché più occhi che visionano la moneta (I vostri) sono indubbiamente migliori di due(i miei) e possono individuare particolari importanti che io non ho notato. Grazie a tutti ed alle prossime ANTONIO MM 18,50 G 3,15 RIC 222
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