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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/16/22 in tutte le aree
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Altro nuovo arrivo in collezione è questa mezza parpaiola di Filiberto I. Catalogata sul Mir al numero 203 con un grado di rarità R4, sul nuovo volume del Cudazzo è al numero 250a e aumentata di rarità a R5, forse persino sottostimato rispetto gli esemplari usciti negli anni. Porta come segno una croce, dopo il nome del Duca, riconducibile a Peronetto Guillod nella zecca di Bourg. La conservazione non è il massimo, ma non è facile trovarle in migliore conservazione, anzi non è facile già trovarne, quindi come sempre io mi ritengo più che soddisfatto. Con un peso di 1,15 gr, ed un diametro di circa 21 mm. Ecco la moneta...4 punti
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Ciao @Valteri, Ruggero I si impadronì di Mileto nel 1058 e ciò gli permise di stanziarsi in Calabria. Riprendendo la Travaini ( La monetazione dell'Italia normanna) , Ruggero I battè due tipi di follari rientranti nella monetazione introdotta nel 1085 1087: - Il follaro con TAU, sovente di qualità inferiore e ribattuto spesso su follis bizantini o su follari di Ruggero Borsa; - Il follaro con il cavaliere e la vergine Maria con bambino emesso probabilmente nel 1098. L'iconografia del Cavaliere presenza forti analogie con immagini normanne come l'arazzo di Bayeux (Foto tratta da wikipidea) il tema della Vergine Maria con Bambino è invece nuovo. Altri studiosi ( D'Andrea Contreras - The Normans's Coins of the Kingdom of sicily) ipotizzano che, in precedenza in Calabria fossero stati battuti follis ad imitazione di quelli bizantini. Sull'attribuzione delle monete a Mileto, argomento a favore è dato dal fatto che in Calabria vi fosse una maggiore disponibilità di rame derivante dal ritiro dei follis bizantini Ti posto il mio trifollaro Saluti Eliodoro3 punti
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Buonasera a tutti, in attesa del terzo Follaro (ormai la passione si è rafforzata), condivido foto di gruppo dei miei pezzi ?2 punti
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Relativamente alla collezione Santangelo/de luynes e Museo Britannico, Salinas in "Sul tipo de tetradrammi si Segesta e su alcune rappresentazioni numismatiche di pane agreo" dedica un paragrafo a Pandosia e ne illustra le monete (disegni da calchi).2 punti
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Ciao, da quello che riesco a vedere direi fra le monete anonime del Senato Romano: denaro piccolo con Roma in trono.2 punti
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Ciao a Tutti, hai ragione @Releoperchè non siamo stati molto presenti nella tua discussione, che ritengo interessante e difficile da spiegare. Probabilmente è proprio per questo che molti di noi non hanno risposto. Quando mancano i documenti e la monetazione è varia e molte volte “misteriosa” come quella Borbonica, l'unica possibilità è lavorare con senso critico e un pizzico di fantasia. Questo ti può esporre a figuracce, ma essendo tra Amici, mi preme fare un po' di chiarezza ed avanzare qualche ipotesi. Nei post sono state descritte 3 possibilità: 1- “A” rovesciata ed usata al posto della “V” Come ha rilevato giustamente @Rocco68 , “ non può essere una A capovolta perché il lato più spesso della A sarebbe invertito” Quindi ipotesi da scartare. 2- Esubero di Conio: nella tua 1817 R è ben presente un esubero di conio vicino alla lettera, ma se guardiamo bene è praticamente impossibile che la stanghetta orizzontale sia così ben definita e netta. Escluderei anche questa spiegazione 3- Punzone per la “V” costruito volontariamente con una stanghetta interna ed usato proprio per la “V.” Per quale motivo? Sappiamo che i punzoni per le lettere erano in positivo ( cioè avevano un rilievo ) e venivano impressi sul conio madre ( in incuso ) uno x uno per formare la Legenda. Può essere che la lettera “V” essendo composta solo di 2 stanghette si deteriorasse prima delle altre, allargandosi. Da qui la necessità di costruire una V con la stanghetta orizzontale che rendeva più stabile la lettera ( ringrazio @borbonik per averne parlato in privato e concordato su questa ipotesi ). Oppure potrebbe essere un segno, come ne esistono tanti in questa monetazione, forse per distinguere l'incisore oppure una “partita” di monete coniate con l'argento proveniente da qualche Paese straniero e/o dovuto alla rifusione di monete fuori corso. Supposizioni naturalmente. Concludendo vorrei sottolineare che monete Borboniche con la A capovolta inserita al posto della V ne esistono, come certe Piastre 1834 – 1856 – 1859 cosiddette “FERDINANDAS” e le Piastre 1834 – 1856 – 1859 “ATR” invece di VTR, il 10 Tornesi 1858 “FERDINANDAS – ATR”. Ne parlerò, se interessa in un prossimo post. Saluti a Tutti,2 punti
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Come si vede bene dal rovescio di questo denario, il Gigante ha dei serpenti al posto delle gambe (da cui l’aggettivo anguipede), un segno della sua origine da Gaia, la madre Terra. Tradizionalmente questa è una caratteristica somatica di tutti i figli di Gaia e quindi dei 24 Giganti impegnati nella Gigantomachia, ma anche di Erittonio che la leggenda vuole nato dal casuale “incontro” del dio Efesto con la Terra. Poseidone, ancora arrabbiato perché la città di Atene non gli era stata assegnata nella tenzone con Atena, aveva convinto Efesto che la dea guerriera sarebbe andata da lui con la scusa di procurarsi un'armatura nuova, ma in effetti per amoreggiare con lui. Atena si recò effettivamente da Efesto desiderosa di farsi fabbricare delle armi, ma questi, da poco abbandonato da Afrodite e preso dal desiderio di possederla, iniziò a inseguirla. Atena fuggì, e quando Efesto riuscì a raggiungerla resistette alla violenza ma non potè evitare che lui le lanciasse il suo seme addosso, bagnandole le gambe. La dea inorridì e si pulì con un panno, buttando una parte del liquido seminale di Efesto a terra. A causa di questo contatto la Terra (Gea) divenne gravida e dalla gravidanza nacque Erittonio (lo “scuotitore della terra”). Il neonato, che rispecchiava l'aspetto deforme del padre e aveva due serpenti al posto delle gambe, fu ripudiato sia da Efesto sia da Gea, ma venne adottato da Atena che lo nascose in una cesta per la vergogna delle sue sembianze e lo affidò alle tre figlie del primo re di Atene Cécrope - Aglàuro, "la splendente", Erse, "la rugiadosa", e Pàndroso, "la tutta-rugiada". Disubbidendo ad Atena che aveva vietato loro di aprire la cesta, le tre curiose fanciulle vollero vedere cosa vi fosse racchiuso e, alla vista di quel bambino per metà serpente, impazzirono di paura e si gettarono giù dall'Acropoli (secondo altri, divennero di pietra per l'orrore). Atena allevò lei stessa Erittonio nel suo tempio fatto costruire da Cécrope e chiamato Eretteo, nel quale, più tardi, venne custodito per ricordo un serpente sacro. Divenuto adulto, Eretteo scacciò Anfizione (il terzo, mitico sovrano di Atene) e divenne il nuovo re di Atene. Per rendere omaggio alla “madre adottiva”, Erittonio fece collocare nell’Acropoli una statua di Atena e istituì le feste Panatenee in onore della dea. apollonia2 punti
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Bellissima moneta. Sicuramente tra le più interessanti ed affascinanti del periodo normanno. L'attribuzione a Ruggero I per la zecca di Mileto è sicuramente quella che va per la maggiore. Tuttavia alcuni studiosi la vorrebbero attribuire alla zecca di Messina e ritarderebbero la coniazione alle prime emissioni di Ruggero II. La moneta venne coniata con estrema cura con tondelli creati per l'occasione. Difatti queste monete hanno tutte grossomodo lo stesso peso al contrario delle monete coeve, spesso ribattute, che presentano enormi differenze di peso. Proprio questa eventualità fa pensare che sia stata coniata per un'occasione speciale, e che l'autorità emittente desiderava che la moneta fosse apprezzata dai possessori e che il contenuto politico fosse chiarissimo. E' proprio per questa sua caratteristica che la Travaini e il MEC l'attribuiscono a Ruggero I e ipotizzano che "l'occasione speciale" sia stata l'attribuzione della legazia apostolica nel 1098. Altre date interessanti sono il 1088, quando Ruggero I ospitò papa Urbano II a Troina. Il contenuto politico è forte e trapela dalla moneta in maniera chiara: "Il cavaliere normanno, simboleggiato dal cavaliere (tra l'altro analogo a quelli dell'arazzo di Bayeux come già detto) è al servizio della chiesa e guida la cristianità (simboleggiato dall'altro lato della moneta dove è raffigurata la madonna)". Ovviamente alla guida dei cavalieri normanni è Ruggero, come scritto nella legenda attorno alla figura del cavaliere. Si è nel periodo delle crociate e i normanni, avevano già conquistato la Sicilia togliendola al dominio Islamico (ma lasciando sostanziale libertà di culto). E' un messaggio politico importante ed indirizzato alla chiesa. Dichiarazione politica che porto, qualche decennio dopo, al titolo regale concesso al figlio di Ruggero I, Ruggero II, proclamato Re di Sicilia prima dall'antipapa Anacleto II (1130) e poi dal papa Innocenzo II nel 1137. Allego foto della mia moneta. Mi scuso per la qualità, prometto di sostituirla con una di miglior qualità quando avrò più tempo per dedicarmi alla numismatica.2 punti
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Grazie @Scudo1901 Fa sempre piacere quando qualcuno con la Tua esperienza fa dei complimenti ed apprezza le "nostre" monetine.. Ci sono dei pezzi, in questa monetazione, non facili da rintracciare e quando ci si riesce, oltre la soddisfazione personale, è bello poterli condividere con chi li apprezza!2 punti
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Residenza e capitale di Ruggero I d' Altavilla signore di Calabria e Sicilia, in Mileto sono battuti a suo nome gli interessanti, non comuni trifollari in rame con cavaliere / Maria con Bambino . Dal vecchio ( 1992 ) manuale di Biaggi, unisco le sue note con il disegno del raro denaro in argento attribuito a Ruggero I .1 punto
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Ieri sera sono stato rapito da questo Piombino... e che dovevo fare, lasciarlo andare? Proveniente da InAsta 101, ha fatto un giretto e ora riposa tra i miei vassoi. Ve lo mostro, è un quattrino di Niccolò Ludovisi con busto a destra. Spero vi piaccia. ZECCHE ITALIANE - PIOMBINO - Niccolò Ludovisi (1634-1665) - Quattrino CNI 34/70; MIR 370/3 (CU g. 0,63) N.1 punto
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Carissimi, Posto la mia ‘59. Segue immagine ad alto ingrandimento delle aquile rovesciate con lo schema della possibile ribattitura ricostruita nell’interessante proposta storico-numismatica dell’articolo proposto da @Astericz . Si evince nel mio esemplare la mancanza di ribattitura. Curiosa e storicamente credibile L’ipotesi dell’arma diffamata ma… Come associarla alla zecca di Napoli se i “congiurati” sarebbero stati siculi ? Attendo i vostri graditissimi commenti1 punto
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Buonasera a tutti, secondo me si. Ma aspettiamo pareri sicuramente più esperti. Saluti Alberto1 punto
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Complimenti @Releo! Hai vinto la Lotteria stavolta. Sei riuscito a trovare lo stesso identico conio di dritto della tua Piastra ! Stesso esubero di metallo come nella tua, solo che questa è stata battuta fisicamente prima. Ammiro sinceramente la tua instancabile ricerca e la passione che metti nel farlo. Con Amicizia, Rocco.1 punto
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Ciao, sembrerebbe un giglio quindi Ribattuta su di un cavallo di Carlo VIII. Saluti Eliodoro1 punto
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Grazie @VALTERI si tratta di uno dei pezzi in migliore stato di conservazione ed anche l’unico esemplare superstite di un ripostiglio disperso scoperto in una ignota località della Calabria nel 1864 (IGCH 1908). Fino al museo di Boston dopo vari passaggi di mano.1 punto
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Buongiorno a Tutti ed in particolare al mio mèntore @Asclepia Sono riuscito a trovare un Grana 3 simile al tuo con asterisco 1-2-2-2 - Taglio a serpentina ( mal impresso ) debolezza di conio ad ore 8 del D/. Nel mio archivio oltre ai tuoi 2 esemplari ed a questo non ne ho trovati altri. Quindi dovremmo essere a 3 complessivi. Ecco la moneta Ciao, Beppe1 punto
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Nè Vandali, nè siliqua. È un AE 3 con GLORIA ROMANORVM e l'imperatore con stendardo e prigioniero. L'imperatore potrebbe essere Valente, per la posizione delle lettere. Più difficilmente Valentiniano I o II o Graziano. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Uno statere di Pandosia, del quale, però, ignoro tutti i dati numismatici . L'esemplare, da Masterpieces di Seltman, dovrebbe essere custodito in Boston ed essere di mano di Frigillos . Chissà @dracma se è già nel Tuo archivio .1 punto
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Si può azzardare un BB, come prezzo direi intorno agli 80 euro1 punto
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Filippo II, Tornese 1590 Busto radiato volto a destra con fichu , intorno: PHILIPP. D. G. REX. ARA. VTR Sotto sigle .GR. Al rovescio Cornucopia con ai lati la data 15 -90 Intorno: (simbolo) PVBLICE . COMMODITATI Diametro mm 25/27 Peso grammi 6,171 punto
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Altro 3 Cavalli Ante Ferit con al rovescio tracce della moneta ribattuta , 3 Cavalli di Filippo III? Cosa ne pensate?1 punto
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Troppo caldo, tutti i collezionisti saranno al mare... ? Bellissimo esemplare, io ne ho uno simile (Muntoni 23) ma messo ben peggio, lo classificai NC, ma forse R è più realistico. I grossi di questo pontefice hanno sempre avuto grosso interesse, e spesso quotazioni ben più alte dei corrispondenti di altri papi... non sempre me lo sono spiegato. Tra i tanti, ritengo generalmente più rari quelli che al diritto presentano lo stemma "completo", ad esempio i due a seguire (Muntoni 16 e 25) : personalmente li ho classificati entrambi R2, come li classifica il MIR ? Non ho il terzo volume... Ciao, RCAMIL.1 punto
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La moneta è censita sul RPC VI online con il numero 6915 (provvisorio). Sono anche citate le contromarche presenti su alcuni degli esemplari: link Numerose contromarche sono altresì presenti su diverse monete della stessa zecca.1 punto
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È un follis con SOLI INVICTO COMITI per la zecca di Roma (RS in esergo e SF nel campo). Arka Diligite iustitiam1 punto
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Grande rarità in qualità più che dignitosa, complimenti, come di consueto gran bel colpo, Savo! ?1 punto
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Buongiorno, è il segno causato dalle macchine che confezionano i rotolini delle monete,la tua doveva essere la prima o l'ultima della pila... Nessun difetto di conio,nessun plus valore...1 punto
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Scusa ho riguardato più volte la foto ma non ho capito chi dei due è la mummia....puoi aiutarmi?1 punto
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ciao a tutti, è sempre un piacere incontrarvi! Ieri ho visto qualche faccia incredula quando ho mostrato i miei "orecchini", e qui saluto in particolare @jaconico Dando un occhiata in rete, si trovano un po' di informazioni, per es. queste: Nell'anticho Egitto le persone di tutte le età si adornavano volentieri con perline. Coloro che potevano permettersi gemme preziose erano pochi, quindi l'uso di materiali "artigianali" facilmente reperibili era una necessità. Queste perline di "terracotta delle mummie" erano fatte di sabbia di quarzo impastata che veniva arrotolata intorno a una canna di paglia, tagliata in sottili dischi di heishi o in tubi più lunghi, quindi cotta e infilata in intricati disegni di gioielli e abiti. Queste perline divennero note come perline "da mummia" quando si scoprì che la maggior parte delle tombe scavate le conteneva. Nel 1979 il Museo Egizio del Cairo vendette una parte di queste antiche perline di faience vecchie di 3000 anni. La vendita avvenne per lotti a circa 700 dollari al chilogrammo. Ogni tanto si trovano ancora dei lotti, qui da una libbra: https://www.vcoins.com/de/stores/palmyra_heritage/120/product/lot_of_1_pound_ancient_egyptian_mummy_beads_c700_bc/849267/Default.aspx questo per 900 € e qui venduto per 400 € Qui mi autocito da e per chi desidera una tisana ala mummia: https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=273788 Servus, Njk PS: già diceva il buon vecchio Mark Twain: Tutti i frammenti della croce di Cristo in giro nelle chiese d'Europa basterebbero per costruire una nave da guerra.1 punto
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Grazie Rickkk Appena arrivata! E adesso con calma leviamo sto sarcofago... N.1 punto
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Io per principio tengo tutto... ogni moneta ha una sua storia, e più è "conciata", più significa che ha "vissuto". Poi il valore economico potrà essere nullo, ma questo è un dettaglio...1 punto
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Mariniana e’ stata un' Imperatrice mancata alla storia , mancata nel senso che quando Valeriano giunse all’ Impero , sembra che lei fosse gia’ morta ; quindi le monete che di Mariniana ci parlano sono tutte postume emesse a ricordo di lei , coniate tutte nella serie della Consecratio . Ma chi era questa Mariniana ? Egnazia Mariniana fu con ogni probabilita' la moglie dell' Imperatore Valeriano e madre dell' Imperatore Gallieno , ma esiste anche un' altra possibilita' legata proprio al suo gentilizio Egnatia che vediamo a breve . Esistono diverse monete riportanti la legenda DIVAE MARINIANAE che vengono datate ai primi anni di regno congiunto di Valeriano e Gallieno quando era in uso , forse unico caso , di divinizzare le mogli degli Imperatori morte prima dell' ascesa al trono dei mariti , è probabile che Mariniana fosse la moglie di Valeriano e che sia morta prima del 253 , anno della sua ascesa al trono . Il motivo per cui si ritiene Mariniana moglie di Valeriano deriva da Egnazio Vittore Mariniano che era Legato di Arabia e Mesia Superiore e fu il padre di Mariniana , in questo caso è probabile che questa donna fosse la madre di Gallieno il cui nome completo fu Publio Licinio Egnazio Gallieno , comprendente i gentilizi del padre , Licinio , e della madre , Egnatia . C'e' pero' chi ha cercato di dimostrare che Mariniana fosse piuttosto la prima moglie di Gallieno , dal quale avrebbe avuto un figlio di nome Mariniano , in questo caso si tratta solo di giustificare la sequenza del nome Mariniano , ma rimane ipotesi non priva di fondamento . Di questa Augusta non ci è pervenuto alcun ritratto in scultura . Purtroppo di Mariniana non ci e’ giunto nulla , ne’ iscrizioni , ne’ un testo degli autori classici , solo Ammiano Marcellino tratto’ nelle “Storie” del periodo di Mariniana , ma questo passo e’ andato perso , anzi tutto l’ inizio della sua opera che iniziava dal 96 , dove termina Tacito , fino al 352 e’ persa , quindi di Mariniana non resta che il ritratto delle poche monete sopravvissute , tutte con legenda Divae Marinianae . Due righe sulla Gens Egnatia , questa era una famiglia plebea di rango equestre nell' antica Roma . Solo alcuni degli Egnatii detennero Magistrature , di cui il più importante potrebbe essere stato Gneo Egnazio , Pretore durante il II secolo a.C. e servì come Governatore della Macedonia poco dopo la sua istituzione come Provincia romana . Gli Egnatii erano di origine sannitica e almeno alcuni di loro si erano stabiliti a Teanum . Alla fine della guerra sociale , la maggior parte di questi si trasferi' a Roma , dove due componenti furono ammessi al Senato , un ramo della Famiglia sembra essere rimasto a Teanum . Due Sesterzi simili ma non uguali per quanto riguarda la posa del pavone .1 punto
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Fermo restando che a me la moneta sembra soltanto piuttosto circolata ma autentica.. vorrei fare l avvocato del diavolo: sai che in molti musei alcune monete autentiche negli anni sono state " rimpiazzate" da cloni? ?1 punto
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@scacchi Nei documenti, tranne quando diversamente specificato, pagamenti e prezzi sono espressi in moneta di conto, le monete effettivamente usate per adempiere alle obbligazioni espresse nei contratti erano generalmente quelle più un uso nel territorio dei contraenti, quindi quelle coniate nelle zecche delle autorità competenti oppure quelle più apprezzate dai mercati, soprattutto quando si trattava di grosse somme e pagamenti importanti in cui erano impiegate monete auree. In quel periodo, 1548, si è nella fase iniziale del passaggio dal dominio del fiorino/ducato alla progressiva diffusione dello scudo d'oro di origine francese che poi nella seconda metà del secolo diventerà la moneta aurea per eccellenza, famosa soprattutto per i suoi multipli da 2 e da 4 scudi, la doppia e i dobloni, i termini fiorino e ducato erano sinonimi nella sostanza, cioè indicavano una moneta aurea con le stesse caratteristiche di peso e intrinseco che aveva avuto origine col nome di fiorino a Firenze e con quello di ducato a Venezia ma che già nel corso del trecento era stata coniata in diversi tipi da molteplici zecche in Italia ed Europa, dal quattrocento il termine ducato tenderà a generalizzarsi un po' ovunque e sarà più utilizzato anche nei documenti rispetto a fiorino, ma poi ovviamente tutto dipendeva dagli usi locali nella documentazione... nel 1548 a Gubbio si è sotto l'autorità del duca di Urbino, all'epoca Guidobaldo II Della Rovere, che proprio nella sua zecca principale, Urbino, aveva fatto battere dei ducati d'oro, magari può essere stata questa la moneta usata effettivamente nel pagamento in questione, di sotto posto il link del catalogo Lamoneta che rinvia alla moneta: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GBII/191 punto
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Personaggi: P (padre), F (figlio adolescente). F: Fuori i soldi, vecchio! P: Ancora! F: Mi servono 50 Euro. Sull'unghia, prego! P: E chi sono io, un "bancomat"?! F: Dai, poche menate, che mi servono! P: E che altro? F: Ma che cxxxx, dai! Sei pieno di soldi, che ti costa! P: Mi costa che cominci a costarmi troppo! Vai a lavorare! F: Ma a lavorare cosa! Me lo dai tu lavoro?! P: Parassita! O ti trovi un part-time o ti tieni i soldi che ti diamo, che sono già troppi! F: Non ho soldi, mi servono! P: Io altro che 50 alla tua età! Se andava bene avevo due soldi per la sala giochi, se no... calci nel culo! F: Che schifo, sei il re dei T-rex! F: Papà, sono in crisi di liquidità! P: Oh no, che guaio! Di quanto sei in deficit? F: Di Euro 50, al netto dell'inflazione. Vorrei accendere presso di te un mutuo senza scadenza e senza interessi. P: E chi sono io, uno sportello ATM? F: Ma papà, è per un investimento sicuro! P: L'ultima volta hai generato solo debito. F: Papà, sto solo chiedendo una maggior perequazione del Prodotto Interno Lordo familiare. P: Tu non sei in condizione di chiedere niente, anche perchè qui sei l'unico che non produce reddito. Vai a produrre! F: Ma non ho ancora finito la formazione professionale, e poi il tasso di disoccupazione è alto e non è facile inserirsi nel mondo del lavoro! P: Basta! O crei capitale o rimarrai col tuo reddito informale di sussistenza che generosamente ti versiamo! F: Ma papà, quello è insufficiente alla soddisfazione dei bisogni secondari di un consumatore della mia età! P: Io alla tua età avevo un introito che in confronto ero un non abbiente! Massacrato dall'inflazione galoppante e gravato da clausola di sola parziale fruibilità ! F: Sei proprio avaro, peggio di uno gnomo di Zurigo! F: Padre adorato, abbisogno di danari. P: Di quanto, figlio mio? F: Un nonnulla per te: 50 miseri Euro. P: Figlio mio diletto, ceder troppo non posso. F: Non temere, mio saggio genitore, è per giusta causa. P: Purtroppo di ciò non ebbi riscontro nelle tue ultime gesta. F: Ahimè! Non mi resta che la supplica. Mi appello alla tua paterna bontà e alla potenza della nostra famiglia! P: Che il dio dell'avidità sia maledetto! No, figliuolo! Non devi lasciarti abbagliare dall'illusione dei soldi facili! F: Padre, ti scongiuro! Ho necessità immantinente di que' dannati danari! P: Povero figliol mio! Ricorda che "chi vuol diventare ricco in un anno, in capo a sei mesi pende da una forca". Non lasciare che la cupidigia ti sconfigga, piuttosto accontentati di quanto già possiedi! F: Non ho scampo, me disgraziato, devo averla assolutamente quella pecunia! P: Denaro! Denaro! Avessi avuto io da giovine quanto tu mi chiedi... a quest'ora brucerei all'inferno dopo una vita di peccato e perdizione! F: Che tu sia maledetto, padre! Tu condanni il tuo unico erede alla discesa verso gl'inferi dell'indigenza!1 punto
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Buongiorno Beppe...quelle schiacciature e certi "fori" non passanti che troviamo su queste monete lasciano molti dubbi...la teoria della pinza (o qualche altro arnese) potrebbe pure starci, non saprei come altro spiegarmi questi difetti, che secondo me non hanno origine nel momento preciso in cui la moneta veniva battuta. Le possibilità sono due, o sono causati da una manipolazione subito dopo la coniazione, a tondello caldo , restando nella tua ipotesi; o prima della coniazione: la butto li pure io e non fustigatemi, le lastre da cui si ricavavano i tondelli, anche loro ancora calde dopo la ricottura, venivano manipolate con pinze o arnesi di qualche tipo che lasciavano sti segni, ricavati i tondelli e battute le monete questi segni permanevano. O ancora le lastre da cui si ricavavano i tondelli non venivano spianate in modo uniforme? La lastra in alcune parti, magari vicino ai margini, restava più grezza e irregolare perché non perfettamente laminata? Ma da questa venivano comunque fustellati i tondelli, alcuni regolari, alcuni con imperfezioni? Prima o poi si capirà... Un esempio di "fori non passanti" quasi dei colpi di punteruolo, su un paio di 3 grana. E un esempio di difetto al bordo. Un caro saluto.1 punto
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Ciao Cristiano @Asclepia naturalmente siamo nel campo delle ipotesi e non vorrei essere il solito che posta delle "teorie non ortodosse", quindi è solo un mio parere personale. E' indubbio però che la monetazione di Rame di Gioacchino presenta delle anomalie nei tondelli che sono difficilmente riscontrabili in altre tipologie. Mi riferisco in particolare alle mancanze di conio che si presentano con dei buchi oppure alle schiacciature molto frequenti. Può essere che parte dei tondelli di questo tipo siano stati coniati sui 6 Tornesi di Ferdinando IV ( 1799-1803 ) già con qualche difetto "ab origine". Fosse così, "sorge spontanea la domanda" come diceva un noto giornalista: perchè le monete di rame di Murat non presentano le immagini fantasma presenti su molti esemplari Reimpressi? Probabilmente perchè il tondello veniva scaldato ad una temperatura elevata, troppo elevata. Si formavano delle bolle che si sarebbero trasformate in buchi. La moneta ,una volta coniata ed ancora caldissima, veniva prelevata con delle pinze che causavano le schiacciature su una lega molto malleabile. Mi sono fatto questa idea guardando un numero notevole di 3 Grana/Grana 3 ed acquisendone qualcuno che presenta queste anomalie. Eccone uno che presenta dei chiari segni di schiacciature che ritengo essere "da pinza" e quindi appena dopo il conio. Naturalmente posso sbagliarmi e chiedo a voi un parere in proposito. Buona Serata1 punto
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Buongiorno amici...ai più esperti ma anche a chi vuole dire la sua...cosa potrebbe aver creato quella specie di schiacciatura con carenza di metallo al bordo? Secondo voi è qualcosa di legato al momento della coniazione, o antecedente, nel momento in cui si preparavano i tondelli? O che altro? Mi dite la vostra, grazie.1 punto
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Le strade (non solo romane) sono fra le antiche rovine che più mi affascinano.1 punto
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Purtroppo non sono il più adatto ad esprimere una corretta valutazione. Io ho avuto la fortuna sfacciata di averle in Collezione ancor prima si evidenziasse la variante e le ho acquistate anni fa come normali Piastre seppur in alta conservazione. Se la Piastra oggetto della discussione è già tua, non cercare di darle un valore ma goditela , perché come scrisse sul raccoglitore della sua raccolta di cartamoneta un vecchio collezionista: " Il prezzo si dimentica, la qualità rimane". Un caro saluto, Rocco.1 punto
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Il valore commerciale dipende anche dalle varianti, dallo stato di conservazione, ecc.ecc., comunque a grandi linee un esemplare autentico dovrebbe costare non meno di 700 euro (poi magari guardando i risultati delle varie aste ne trovi anche a prezzi inferiori) arrivando anche a cifre notevolmente superiori. Comunque per farti una idea dei prezzi di questi esemplari, ti consiglio di guardare i risultati delle varie aste.1 punto
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Senza voler equiparare quelle di ART mi son immaginato una analoga richiesta fra genitore e figli ai tempi dei social...e delle "faccine"... F:€€ P: ? F: 50€ pls! P: F: P: No F: P: ?? F:xchè?? P: *@!**&#£........⛏️⛏️?️ F: €€€€ P: Noooooo */@#***/@#? F:??1 punto
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