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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/15/22 in tutte le aree
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Buongiorno, Ho recentemente aggiunto in collezione una nuova Piastra da 120 grana del 1834. È periziata autentica, con una nota sulla ribattitura della cifra 3. Confrontandola con le altre presenti in collezione e con le foto di altre presenti in aste attualmente in corso, o in vendita su noti siti di e-commerce, notavo una capigliatura differente da tutte le alte, in corrispondenza del ciuffo del Sovrano. Rileggendo l'articolo dal titolo "Una inedita mezza piastra di Ferdinando II" pubblicato da Renato Gaudioso sul BOLLETTINO DEL CIRCOLO NUMISMATICO NAPOLETANO del 1969, e citato dall'utente @LOBU su questo portale, mi chiedo se questa Piastra possa essere considerata una Variante. Il Gaudioso nel suo studio confrontava due Mezze Piastre del 1846: quella che oggi conosciamo come 60 grana del 4° tipo (testa del re con scriminatura nei capelli), la seconda 1/2 Piastra (quella inedita da lui scoperta), é la moneta che oggi conosciamo come 60 grana del 3° tipo (testa del re senza scriminatura nei capelli). Il Gaudioso conclude il suo testo scrivendo: "la differenza fra la prima e la seconda mezza piastra qui illustrata é la pettinatura del sovrano; per quanto é a mia conoscenza, la seconda mezza piastra é inedita, quindi é stata cosa utile farla conoscere a chi ha interesse per le monete di Ferdinando II". Fonte dell'articolo citato: http://www.ilportaledelsud.org/bcnn1969.pdf Altre note sulla Piastra in questione: D/: Tondello decentrato; cifra 3 ribattuta R/: EET; H e I ribattute; #4 torrette nel Portogallo; giglio ribattuto nello scudo Angiò; cifra 1 più corta, cifra 0 ribattuta... Mi piacerebbe conoscere la Vostra opinione.5 punti
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Finalmente sono riuscito ad acquistare la mia prima moneta etrusca ed oggi mi è arrivata a casa: XX Assi di Populonia, dal peso di 8,09 g. e dal diametro di 20.00 mm. Lo so, non è molto bella, ma dal vivo è migliore, rappresenta un pezzo di storia che amo, ed è quello che al momento le mie finanze si possono permettere (o più precisamente quello che voglio al momento spendere, visti i tempi che viviamo).4 punti
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A Varsavia si è anche discusso molto sui vantaggi/svantaggi - riguardo i cataloghi scientifici - del formato 'carta' contro formato 'web' Le due opzioni non si escludono a vicenda e la carta resta importantissima anche per opere di referenza primaria. Tuttavia notevoli sono i vantaggi che gli attuali strumenti web presentano: - possibilità di aggiornamento on line che permette di integrare il lavoro originario in maniera continuativa - possibilità di diffusione immediata e attraverso in pratica tutti gli interessati - possibilità di fruizione da parte degli studiosi di dati e foto in modalità gratuita (qui dipende naturalmente dall'istituzione - ma già diversi musei e siti permettono il download gratuito delle immagini a scopo di studio) - tempistiche minori nel realizzare un catalogo/database on line di una collezione pubblica (in Italia si è molto indietro in questo rispetto ai grandi musei pubblici esteri e ci si dovrebbe impegnare a mettere in rete le collezioni pubbliche che restano una priorità rispetto a tanti progetti minori che assorbono risorse preziose) - infine i minori costi di realizzazione del database on line rispetto alle opere a stampa di tutto questo si è parlato a Varsavia - in modo molto costruttivo - con interventi molto interessanti di Elina Screen dell'università di Oxford.4 punti
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Oggi ero nelle terre di @numys e dopo aver fatto (e superato ??) un esame bello tosto sono uscito dall’università. Sfortuna vuole che proprio davanti alla mia università c’è un negozio di numismatica che sono solito prendere di “mira” dopo ogni esame andato bene. Stavolta sono entrato e ho cercato qualche altra bella am lire da mettere in collezione. Non nascondo che avevo in mente di prendere la 10 am lire monolingua così stasera avrei avuto di che vantarmi con l’amico @PriamoB. Purtroppo non c’era molta scelta tra le am lire. Ho comunque potuto portare a casa un 50 am lire monolingua in onesto BB. 25 euro, nessun affare, pagato il giusto. Resterà il ricordo di una bellissima giornata ?3 punti
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Buongiorno a tutti, ho recentemente messo in collezione un Denario di Plautilla e cercavo di approfondire la storia di questa figura femminile. Le prime notizie le ho reperite da Wikipedia, non molte ma interessanti, poi ieri sera spulciando a dovere, mi sono imbattuto in questa interessantissima discussione di @Illyricum65che ringrazio. L'ho letta tutta d'un fiato, sono rimasto piacevolmente colpito dalla descrizione dei vari tipi si acconciature che si presentano sulle monete di Plautilla. I ritratti Femminili con le loro acconciature sono uno dei miei filoni preferiti insieme alla Serie Fel Temperatio (ma di queste ne parleremo altrove). Triste la sua storia, la sua breve vita, il suo esilio , l'epilogo della sua vita ed infine la Damnatio Memoriae . Bella carrellata di monete anche da parte degli altri utenti. Partecipo postando il mio esemplare. (18mm, 3.31g) RIC IV 361 E foto di una statua che sembra ritrarla in un misto di bellezza e un velo di tristezza, oltre alla deturpazione ad opera della Damnatio. Fonte Wikipedia Saluti Alberto3 punti
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È una moneta che ha perso gran parte dei rilievi ed è al limite della collezionabilità. Presenta pesante usura (MB), tuttavia uniforme e quindi, può essere acquisita per un prezzo che non superi i 10 € per studio in attesa di passare, un domani, a conservazione superiore. Posto per confronto un esemplare in buona conservazione:2 punti
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Salve. La moneta è questa Gallienus. AD 253-268, Antioch. Antoninianus Æ 21 mm, 3.00 g. Very fine. From the Tareq Hani collection. Questi bronzi sono generalmente argentati mentre qui troviamo delle chiazze rossastre su entrambe le facce, più concentrate al rovescio. È il colore della cuprite Cu2O, il prodotto di ossidazione del rame da parte dell’ossigeno atmosferico in presenza di umidità. apollonia2 punti
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La cuprite e la patina deserto sono due cose differenti. Arka Diligite iustitiam2 punti
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Secondo me sarebbe meglio creare una sezione ad hoc come banca dati dei furti. Non lascerei la cosa in forma di discussione. Ogni discussione potrà magari rappresentare il singolo (funesto) accadimento. Una sola discussione renderebbe secondo me difficile la fruizione della stessa.2 punti
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Un esemplare di tremisse in oro ( 788-806 / 1,25 g ) battuto in Benevento al doppio nome di Grimoaldo III con Carlo Magno . Classificato Grierson 1098 e stimato RR . Sarà il 21 Ottobre in vendita Kunker 378 al n. 6897 .2 punti
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Riprendiamo il discorso partendo dal risveglio europeo dopo il lungo letargo altomedievale, per secoli in effetti i regni e le popolazioni europee si erano limitati ad una vita economica dagli angusti confini, dopo la perdita delle province occidentali l'Impero Romano era rimasto confinato al Mediterraneo orientale (In termini storici effettivi non ci fu alcuna "caduta" dell'Impero Romano fino alla presa di Costantinopoli alla metà del XV secolo, semplicemente vi fu la progressiva e definitiva perdita di gran parte delle province occidentali a partire dal V secolo, con le eccezioni di alcuni territori siti in Italia meridionale rimasti più a lungo sotto dominazione romana), le conseguenze di questo ritiro imperiale dall'occidente e della successiva creazione di regni romano-germanici videro un durevole ridimensionamento e regressione delle condizioni economiche e materiali di vita, venendo a mancare tutta quella rete di infrastrutture con la relativa manodopera schiavile che le faceva funzionare, strade, acquedotti, posta, trasporti navali, di necessità la vita economica si frammentava e si riduceva con poche eccezioni alla mera sussistenza delle comunità locali, la cosiddetta economia curtense, in buona parte fondata sull'autosufficienza, con scarsi scambi e ancora più scarsi scambi monetari. La moneta divenne sempre più rara, imparagonabile ai diluvi di coniazioni della prima era imperiale, fino a ridursi ad un monometallismo argenteo sanzionato ufficialmente da Carlo Magno con il suo denaro da 1.7 grammi, unico nominale esistente e coniato effettivamente per secoli, fino ad una prma svolta nel XII secolo, periodo di risveglio europeo, ad ogni livello, politico, militare, artistico, letterario, giuridico, economico e anche monetario, in questo ambito soprattutto verso la fine del secolo e l'inizio di quello successivo, fu innanzitutto il secolo delle crociate, le prime avventure espansioniste e "coloniali" tentate da regni europei dai tempi del primo Impero Romano. Ma quale era la situazione degli scambi monetari al più alto livello in quel periodo? E' noto che il denaro d'argento di derivazione carolingia fu ancora in quel periodo l'unica moneta coniata in occidente (con la sola eccezione della Sicilia, l'Italia meridionale e la Spagna), oltretutto sempre più svilito nel suo intrinseco, ma non fu affatto l'unica moneta circolante tra i mercanti e gli operatori economici di livello internazionale, altre monete, più esotiche, erano adoperate con frequenza nelle operazioni commerciali più importanti e complesse. A tal proposito mi piace sempre rammentare un passo di un testo letterario databile alla prima metà del secolo successivo, il duecento, che nella sua saporita e fulminea pregnanza fotografa alla perfezione lo status questionis di cui si sta discutendo, il famoso contrasto di Cielo d'Alcamo: «Se i tuoi parenti trova[n]mi, e che mi pozzon fari? Una difensa mèt[t]onci di dumili’ agostari: non mi toc[c]ara pàdreto per quanto avere ha ’n [Bari. Viva lo 'mperadore, graz[i'] a Deo!25 Intendi, bella, quel che ti dico eo?» «Tu me no lasci vivere né sera né maitino. Donna mi so’ di pèrperi, d’auro massamotino. Se tanto aver donàssemi quanto ha lo Saladino, e per ajunta quant’ha lo soldano,30 toc[c]are me non pòteri a la mano» Augustali, perperi, oro massamutino, ecco le monete citate, la moneta moderna dell'autorità corrente, imposta dalla legge, l'augustale, messa a confronto con altre monete, imposte dalla tradizione, provenienti da luoghi esotici e distanti ma che erano state consolidate da secoli di circolazione nelle varie piazze mediterranee e che in zone di frontiera, anche etnica, come la Sicilia e l'Italia meridionale, non destavano solo l'incanto evocativo di oggetti rari e prestigiosi, ma avevano una loro vita concreta negli scambi commerciali... Questo passo rappresenta perfettamente la situazione delle monete internazionali prima della nota svolta del cosiddetto "ritorno all'oro nell'occidente medievale", cioè prima del genovino, fiorino e ducato. Il XII secolo come anche la prima metà del duecento vede l'occidente europeo di nuovo protagonista nell'arena politica internazionale, ma le monete usate al più alto livello non sono ancora europee in senso stretto, provengono da oltre frontiera, dall'eretica Bisanzio, i Perperi, e dai terribili saraceni, l'oro massamutino... ora bisogna approfondire un pochino in più l'ambito di queste monete con la loro relativa storia e per farlo cosa c'è di meglio dei sani, saporiti e buoni libri? Tra i libri che ne trattano la bibliografia è molto vasta, sicuramente sono noti a tanti appassionati i repertori più celebri sulle monete bizantine e gli studiosi che se ne sono occupati, meno noti da noi sono i repertori dedicati alla numismatica islamica, come gli esperti di questo ambito della numismatica e i loro saggi e trattati, ma in questa sede preferisco focalizzare l'attenzione non tanto sulle grandi opere catalogiche e i vari trattati e monografie, ma su un altro genere di testi che è tra i miei preferiti in assoluto, vale a dire le opere eminentemente storiografiche che lasciano uno spazio importante, capitoli, paragrafi o saggi, alla numismatica e alla storia monetaria, si tratta di libri in cui quella compenetrazione fruttuosa tra le diverse specializzazioni della storia (politica, economica, religiosa, culturale) e la scienza della monete raggiunge la piena efficacia e soddisfazione, solo qui si può vedere il grande potenziale della moneta come fonte storica. Comincio con un sintetico ma a mio avviso assai efficace saggio di Lucia Travaini nell'opera miscellanea in due volumi: "Quarta Crociata: Venezia, Bisanzio, Impero Latino", il saggio in questione è un'ottima introduzione allo stato del circolante monetario nel periodo di poco precedente la quarta crociata e nella prima metà del duecento, vi è una rapida carrellata che passa dalle monete italiane ed europee a quelle bizantine, dell'Impero Latino, dei potentati islamici, della piccola Armenia, fino ad arrivare al cuore dell'argomento con un esame più approfondito della moneta aurea bizantina circolante al tempo, il perpero di Giovanni III Vatatse, imperatore di Nicea, e con il parallelo tema della moneta usata a Venezia in cui la studiosa conferma la precoce apparizione del grosso veneziano, nei primi anni novanta del XII secolo, e la sua tardiva espansione nei commerci del levante mediterraneo, non prima della metà del duecento. Il saggio è consultable anche in rete a questo link: https://www.academia.edu/456138/La_Quarta_Crociata_E_La_Monetazione_NellArea_Mediterranea L'argomento inerente ai perperi bizantini e in particolare quello più diffuso nei traffici del duecento, il perpero di Giovanni III Vatatse, è oggetto di studio in un altro saggio, di Robert Leonard, nell'opera anche questa miscellanea: "The fourth crusade: event, aftermath and perception", ivi si dettaglia la questione della diffusione nei commerci del levante di questa tipologia di Perpero con il tentativo di individuarne più precisamente le sicure imitazioni, i cosiddetti perperi latini presenti anche nelle monete elencate nel manuale di Pegolotti e che a quanto pare hanno svolto un ruolo piuttosto importante nei suddetti scambi. Anche in questo caso il saggio è consultabile in rete a questo link: https://www.academia.edu/37338372/The_Effects_of_the_Fourth_Crusade_on_European_Gold_Coinage2 punti
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Con l'acquisto del 5 Franchi 1801 An 9 nella passata asta Leu di Agosto ho completato la serie dei 5 Franchi della Repubblica Subalpina. Monete affatto rare, ma trovarle belle è una impresa, e quando compaiono fanno il botto. Su questa moneta il punto di maggior rilievo e che per primo scompare è il... capezzolone dell'allegoria. Quando si vede la moneta è innegabilmente in alta conservazione. Come anche nei 20 Franchi della Rep. Subalpina i fondi sono quasi sempre speculari, cosa che nelle foto non si percepisce molto Il 5 Franchi An 9 di Leu è ex Hess Divo asta del 2016, dove anche lì era giudicato qSPL Il 5 Franchi An 10 invece proviene dall'asta NAC 122 dove fu giudicato qFDC1 punto
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Mi sfugge in parte il senso completo dell’intervento ma dovendo pensare ad un aggiornamento del Corpus on-line ( con annessa correzione delle imprecisioni e refusi) non posso pensare che non passi attraverso il lavoro che si sta facendo - con molta pazienza ed applicazione / dei bollettini dove vengono sanati/controllati i dati del CNI, rifatte le foto ma soprattutto aggiunte tutte le monete della collezione Reale entrate dopo la pubblicazione dei relative volumi - ch e per motivi cronologici non potevano accorgliele tutte. Ma ripeto non sono sicuro di aver inteso il senso del suggerimento…1 punto
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In realtà, la Quadriga "veloce" è una moneta NON da novizi per via dei rilievi non molto alti e di difficile valutazione. Ben più facile e soddisfacente è la Quadriga "briosa" che ha rilievi molto più alti ed è facile trovare in alta conservazione a prezzi abbordabilissimi. Ti allego un esemplare:1 punto
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Ciao @Litra68e complimenti per la tua moneta. Come hai specificato nel tuo intervento per questa sfortunata Augusta sono presenti tante rappresentazioni con acconciature molto diverse tra loro. Io ne ho in raccolta due esemplari, in attesa di trovare anche il terzo del tipo Venus Victrix per completare le tre acconciature classiche di base da cui derivano tutte le altre. Seguo con interesse quando posso anche la sezione delle Napoletane(ho postato anche un mio carlino in una vostra discussione) ed apprezzo molto le monete e le discussioni che tu e gli altri collezionisti portate avanti sempre con competenza, dettagliate e sopratutto ci tengo a sottolineare con rispetto di tutti gli interventi e senza mai trascendere. È un cosa che rimarco con molto piacere. Quindi che dire. Veramente complimenti?. Posto foto dei miei due denari di Plautilla, in attesa di trovare il terzo. ANTONIO1 punto
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No, siamo d'accordo che siano due cose diverse, ma intendevo dire esattamente che , secondo la mia modesta opinione, lui fosse attirato da monete con tinte tendenti al rosso, a prescindere da quale fosse il tipo di patina , processo fisico/chimico o motivazione..1 punto
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Oggi , dopo molti anni,ho rivisitato il museo di Campli TE e tra le altre cose mi ha molto colpito una spada di VII sec.a.C molto ben conservata. Si tratta di una tipologia detta "tipo Capestrano" essendo presente in rilievo nella panoplia del famoso uomo di Capestrano, capolavoro della statuaria italica. Tra l'altro quelle presenti (due) nella tomba 69 di Campovalano ,sono le uniche di questo tipo nella necropoli. Il corredo presenta un certo conservatorismo nei materiali,avendo ancora al suo interno ciò che resta di un carro da guerra ormai caduti in disuso in quel periodo,ma che non ha impedito al proprietario ,forse un "re" ,di utilizzare quella che a quel tempo era una delle armi tecnologicamente più avanzate ,infatti nel resto dei corredi sono attestate solo spade "ad antenne" sicuramente più arcaiche. È perfettamente identica alla spada centrale tra quelle rappresentate sul rostro di Acqualadrone . La mia domanda è come mai su di un rostro di III sec.aC si è voluto ritrarre una tipologia di spada di cinquecento anni più antica? Forse che tale forma ormai obsoleta era comunque entrata nell'iconografia militare come rappresentativa dell' epos guerriero mitico?1 punto
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Un esempio lo sono i soldini veneziani che partirono per l'Inghilterra nel XV secolo e per essere usati proprio come moneta. C'è una discussione qui su Lamoneta... Arka Diligite iustitiam1 punto
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Molto interessante. Mi piacerebbe verificare quante Piaste di Ferdinando II riportano questo ciuffetto. La questione potrebbe essere degna di un'analisi.1 punto
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Forse 'saggio' potrebbe essere un'alternativa a 'merce' nella soluzione....1 punto
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Magari crea qualcosa di buffo perchè a qualcuno potrebbe venire l'idea di prelevare le immagini, stamparle e metterle in vendita occupazione dell'Istria da parte di Omer e Barth Simpson - 2 donuts1 punto
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Non ci sono dubbi che, fermi restando gli usi locali, “melagrana” sia il termine giusto per indicare il frutto, come dimostra il suo uso da parte di Franco Bosio, uno dei più autorevoli enigmisti ed esperti di rebus che firma spesso con lo pseudonimo di Orofilo: una sicurezza per l’uso corretto della nostra lingua. Scrive Bosio riguardo al rebus nell’antichità greca e latina che non c’è dubbio che esso fosse conosciuto da Greci e Latini. Certamente il rebus allora non era solamente una curiosità divertente ma spesso veniva preso molto sul serio. A questo proposito sono da citare molti esempi che alludevano in maniera più o meno evidente a nomi geografici o di persone. Le monete antiche ci hanno tramandato numerosi rebus. Agrigento (la greca Akràgas) recava sulle sue monete un granchio, in greco acràgas (fig. 1); così Ancona (Ankon) aveva inciso un gomito, in greco ànkon (fig. 2); similmente l’isola di Milo, una delle Cicladi, detta Melos in greco si contrassegnava con una mela, melon, mentre Side, città della Panfilia in Asia Minore recava sul verso delle sue monete una melagrana, side in greco (fig. 3). apollonia1 punto
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Volendo restare seri bisogna dire che i Congressi internazionali sono davvero una festa per la numismatica, si sente anche dall'emozione dei nostri amici che si trovano a Varsavia. Davvero bisogna ringraziare L. Passera e A. Rovelli per il loro report sulle pubblicazioni che riguardano l'area italiana. E, non ultimo, un po' di orgoglio per aver trovato riscontro nell'aggiornamento 2015-2022 che sto per ultimare, sperando di pubblicare entro fine anno.1 punto
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Convegno molto bello , per la Toscana si può paragonare a quello di Pistoia. Ci ho sempre trovato belle monete1 punto
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A proposito del simbolo anello sotto Ferrante : https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://www.cronacanumismatica.com/simboli-su-monete-aragonesi-un-particolare-coronato-di-ferdinando-i/&ved=2ahUKEwjymN2XiZT6AhXES_EDHfOuDaEQFnoECBIQAQ&usg=AOvVaw14zuVlrzZOPSLTT6BpJjIB1 punto
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Complimenti per la pazienza e il risultato!!! È una bella medaglia, spero che adesso al circolo la trattiate con un po piu di cautela, magari mettendila in un adeguato espositore.1 punto
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Bella. Dico che come conservazione possiamo girare tra il BB e lo SPL. La rosetta è ancora bella ma tutto il resto sembra "levigato" forse per contatto con altre monete.1 punto
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In Italia sempre di più mi sembra di essere nella vignetta del grande Quino dove in una piazza tutti procedono con estrema cautela perchè al centro c'è un poliziotto con il taccuino pronto e sopra di lui un cartello dove è scritto: INDOVINATE COSA E' VIETATO. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Noto con disappunto che cartamoneta.com ne ha appena venduto uno sulle aste di eBay. 6 offerte per 6€ in totale, indicato come prova di stampa ????1 punto
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Scusate, ma non potremmo farci conquistare dalla Finlandia o Danimarca, Islanda. . .?! ?1 punto
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Bronzo del regno di Decio Traiano con Etruscilla al dritto e al rovescio un tempio a sei colonne con all’interno una statua di Artemide Anaitis frontale, con indosso un kalathos (Bibliothèque nationale de France, Paris (France)). https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coins/9/656 Province Asia Subprovince Conventus of Ephesus City Hypaepa Region Lydia Reign Trajan Decius Obverse inscription ƐΡƐΝ ƐΤΡΟΥϹΚΙΛΛΑ ϹƐΒ Obverse design diademed and draped bust of Etruscilla, r., on crescent Reverse inscription ΥΠΑΙΠΗΝΩΝ ƐΠΙ ϹΤΡ ΦΛ ƐΡΜΟΛΑΟΥ ΝƐΙΚΩ Reverse design temple with six columns enclosing statue of Artemis Anaïtis standing facing, wearing kalathos apollonia1 punto
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Si, perfetto. Si tendeva al risparmio di argento insomma. E questa cosa di può evincere anche da altri due fattori. Gli stessi quadrigati di ultima battitura tendono ad alleggerirsi e ad avere una più bassa quantità di argento a fronte di una certa concentrazione di rame. C’è poi un altro dato da studiare e cioè la riduzione drastica degli ultimi stateri di Taranto dello stesso periodo, quelli del 212, una sorta di “edizione limitata” perché battuti per un brevissimo periodo. Il peso viene riportato a circa 3,7 gr, praticamente un denario. E, si da il caso che in questi stateri ci siano segni piuttosto evidenti della romanizzazione. Anzitutto lo stile ma anche l’aquiletta che spesso si ritrova a destra del cavaliere ci ricorda proprio l’aquila romana presente in altre monete dello stesso periodo.1 punto
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Epigrafia Gruppo A: l’esame paleografico ha evidenziato quanto segue. La legenda ϘPO al D/ è posta sempre a s. con andamento progressivo; rho appare uncinata su tutti i conii. L’unico elemento di differenziazione si riscontra nella dimensione delle lettere, minute sui conii iniziali e maggiori e più calligrafiche sui restanti. Paris, De Luynes 744 (dettaglio) Paris, BN, FG 1942 (dettaglio) Tutti elementi che si riscontrano sui più antichi stateri di Crotone, a tondello largo e sottile, privi di simboli. Al R/ la legenda , divisa tra campo in alto ed esergo ( - ), presenta pi con tratto destro allungato, alpha con linea centrale obliqua, N a “bandiera”, delta rovesciato, omicron di forma romboidale o circolare. Per la resa di quest’ultimo carattere epigrafico si rilevano significativi confronti con la moneta incusa di Poseidonia (ca. 520-500 a.C.) e con le serie a leg. Sirinos/Pux-Puxoes, entrambe connotate dall’alternanza e/o coesistenza di forme più arcaiche (?) accanto a grafemi più evoluti (O). Ulteriori parallelismi sono stati rilevati con le rare monete a leg. Pal-Mol (fine VI sec.) nonché con il più tardo esemplare (Noe 311: metà ca. V sec.) di Metaponto con personificazione dell'Acheloo al R/ (https://www.lamoneta.it/topic/203027-o/#comment-2249121). London, BM 1867.0101.231 London, BM 1946.0101.448 Paris, BN, de Luynes 550 Paris, BN, de Luynes 523 Paris, BN, de Luynes 466 Gruppo B: il modello di scrittura adoperato si connota per l’utilizzo simultaneo di grafemi arcaici (san con tratti esterni allungati, iota a tre tratti) e forme meno rigide (pi con breve tratto verticale destro, rho a semicerchio, alpha con segmento centrale lineare). I confronti esterni rimandano in questo caso a Terina, con la quale, come si vedrà, emergono anche affinità sul piano tipologico. In particolare si osserva che la transizione all’alfabeto ionico e, in particolare, da iota a tre tratti a iota a tratto verticale si verifica a partire dal gruppo B Holloway-Jenkins, datato al 440-425 ca. Non a caso le serie iniziali di di Thurii (post 444/3) appaiono già connotate dal grafema nella forma più evoluta. Il cambiamento sembrerebbe lievemente seriore a Poseidonia, dove si osserva nel corso delle emissioni della sequenza Noe scandite da lettere in successione (420-410). Gruppo C: le forme grafiche sembrano ormai giunte a piena maturazione, come documenta la presenza del sigma e di omega che connotano la legenda nella forma estesa al genitivo plurale . Di non facile interpretazione risultano invece le lettere e sigle attestate sullo statere (F, MALUS) e sui trioboli (NIKO). La lettera phi è stata ricondotta da Evans allo stesso incisore che avrebbe firmato alcuni conii di Terina e di Thurii dell’inizio del IV secolo a.C.; da Rutter (HN) all’iniziale di un magistrato. Incerta anche l’iscrizione apposta sull’erma, che Evans (1912) interpretava come o correggendo la lettura proposto da Poole (BMC 2). Priva di riscontri anche la sigla ; che potrebbe interpretarsi, ma in via del tutto ipotetica, come abbreviazione di un nome proprio che da Evans veniva riferito ad un magistrato (Evans 1912, 29-30).1 punto
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GRUPPO C La terza emissione, più articolata ma di esigua consistenza, affianca al nominale maggiore (statere: 4 ess.) le frazioni del terzo (5 ess.) e del sesto (5 ess.). STATERI D/ Testa frontale di Hera Lakinia adorna di orecchino, collana a ghiande pendenti e sormontata da un alto polos decorato con grifi e palmette. R/ Pan seduto a s. su roccia con due lance nella mano d. In basso, cane accovacciato; a s., erma itifalica barbata con caduceo adorno di fibulae pendenti. Sul corpo dell’erma, (?); in alto a s., ; a d., . Boston, MFA, 0196 https://collections.mfa.org/objects/4275 New York, SNG ANS 600 http://numismatics.org/collection/1963.263.1 BMC 2 Dettaglio dell'iscrizione sull'erma Napoli, MAN, Santangelo 6848 (da Giove 1996, cat. 13.68) L’esemplare della coll. Santangelo nei disegni riprodotti da Fiorelli e Salinas1 punto
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Buongiorno, finalmente l'ho portata a casa, era un annetto che ero in trattativa, tira e molla con il venditore, ora riposa finalmente tra le sue sorelle, non è una variante nuova per la mia collezione, ma semplicemente un 10 grani 1815 con punto dopo il 10 del valore, moneta comune, ma molto rara in alta conservazione, ecco l'ho presa solo per via dell'alta conservazione che si porta appresso. Volevo aprire un post apposito, ma credo che il posto giusto sia qui. Cito un po' di lamonetiani ( @borbonik @Rocco68 @Litra68 @lamanna921 @caravelle82 @nikita_ @Ledzeppelin81 @dareios it @santone @gennydbmoney @Fondamentale @giuseppe ballauri @Raff82...e chiunque altro, era da na vita che non lo facevo ? e spero di fare cosa gradita nel condividere questo bel cioccolatino/ tombino che ha fatto un bel buchetto nel mio portafoglio. 27,73 grammi per un diametro di 36,77mm Variante G.10. (c'è la variante G.10) Eccola, foto da cel e fatte da me, portate pazienza.1 punto
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Roma Numismatics Ltd > Auction XXV Auction date: 22 September 2022 Lot number: 129 Price realized: This lot is for sale in an upcoming auction Lot description: Sicily, Syracuse AV 100 Litrai - Double Dekadrachm. Dionysios I, circa 405-400 BC. Head of Arethusa to left, hair in sphendone ornamented with two stars, wearing triple-pendant earring and necklace; [ΣYPAKOΣIΩN before], pellets flanking neck / Herakles kneeling to right, strangling the Nemean Lion. Bérend 15,10 (this coin); SNG ANS 329 (same dies); SNG Lockett 985 (same dies); Pozzi 605 (same dies); Jameson 814 (same obv. die); HGC 2, 1275. 5.78g. NGC graded AU 5/5 - 4/5 Fine Style (6158586-002). This coin published in D. Bérend, 'Le monnayage d'or de Syracuse sous Denys I' in CCISN 8 (Rome, 1993); Ex Heritage World Coin Auctions, ANA Signature Sale 3048, 11 August 2016, lot 32011; Ex Dr. Lawrence A. Adams collection, Classical Numismatic Group, Triton XIX, 5 January 2016, lot 2018; Ex Classical Numismatic Group, Triton VI, 14 January 2003, lot 110; Ex Spink & Son Ltd, Auction 32, 30 November 1983, lot 11; Ex Ars Classica S.A., Auction XV, 2 July 1930, lot 375. Described by Cicero as "the greatest Greek city and the most beautiful of them all" (Against Verres, 2.4.52), Syracuse became the major power in Sicily during the late 5th century BC. Its political and cultural power is borne out in its large-scale issues of what is undoubtedly some of the finest coinage in all of antiquity, with its prominence attracting eminent artists and famous die-engravers from all across the Mediterranean. This particular issue dates to circa 405 BC, following the election of Dionysios as supreme military commander of Syracuse in recognition of his achievements in the war against Carthage and his subsequent seizure of total power. Syracuse had only recently repelled an Athenian invasion of Sicily that resulted in the complete destruction of Athens' expeditionary force and ultimately contributed significantly to Athens' defeat at the hands of Sparta in the Peloponnesian War. Then under Dionysios in 405 BC, despite the ruin of great cities such as Akragas and Gela, Syracuse overcame a Carthaginian invasion that might have resulted in a comprehensive conquest of the island. Such glory was short-lived, however, as the rule of Dionysios' son and successor was to bring civil strife that would weaken the power of Syracuse. Never again would the city issue coinage on such a grand scale, and this coin represents part of the last great flourishing of classical numismatic art at Syracuse before two centuries of steady decline and eventual conquest at the hands of the Romans. The wonderful Syracusan 100 litrai or double dekadrachms are considered amongst some of the finest gold coinage of the Greek world, and are associated with the magnificent dekadrachms of Euainetos, whose signature also appears on the earlier dies of the gold denomination issue. The serenely graceful head of the sea-nymph Arethusa, rendered in very similar style to the great die-engraver Euainetos, is presented in delightful contrast to the dynamic rendering of the first labour of Hercules, the slaying of the Nemean lion, on the reverse. The die-engraver's masterful composition within the bounds of a circular constraint produces a scene of great power and climax, both Herakles' and the lion's backs arched as the hero bends to tighten his grip around the lion's neck and it strains desperately against him to escape. As a great Doric hero and ancestor of the Doric city of Syracuse, Herakles' defeat of the lion, the symbol of Africa, has powerful connotations for Syracuse's own conflict with the African city of Carthage. Estimate: 25000 GBP ILLUSTRAZIONE: 1) Ercole e il leone di Nemea sull'oinochòe’ attica a figure nere su sfondo bianco proveniente da Vulci e attribuita al Pittore di Londra B 620 (British Museum, 520-500 a.C.). 2) Stamnos attico a figure rosse del Pittore di Kleophrades con Ercole che strangola il leone di Nemea (University of Pennsylvania Museum, Philadelphia, 490 a.C.).1 punto
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Si, proprio lui. Se è tua la moneta ti faccio i complimenti. È magnifica.1 punto
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e questo è il terzo, un po' malmesso ma con acconciatura "interessante" ... mm. 19 gr.2,41 ufficiale C21 RIC 362 PROPAGO IMPERI1 punto
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Salve, approfitto del ritorno di questa interessante discussione (complimenti a Illyricum65 ) per aggiungere due "limes denarii" di Plautilla, tipi di monete su cui c'è ancora parecchio da scoprire e che, secondo me hanno un loro fascino e una loro bellezza. mm.18 gr. 2,88 Ufficiale C 1 RIC 363 Catalogato da Cohen come PB 3 CONCORDIA AVGG mm 17 gr. 2,11 Ufficiale C16 RIC 367 PIETAS AVGG1 punto
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