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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/30/22 in tutte le aree
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Buona mattinata amici...condivido quest'ultima arrivata, come già scritto ho iniziato da poco a raccogliere questi aquilotti e oggi vi presento questo, anno raro e direi buona conservazione per il tipo di moneta, più che buona...variante con sigla con "d" con stanghetta dritta N.d' O.V. Dritto: FERD. D.G. SIC. REX aquila al centro cinta dalle sigle N.d' 🦅O.V. Rovescio: in cartella ornata VT/COMMO/DIVS/1793 Che ve ne pare? Grazie amici dei pareri. Poi posterò la moneta anche nella discussione "ombrello" dedicata a queste monete...ma sta moneta per me meritava un post suo! Ecco le foto. p.s. sono un pessimo fotografo @Rocco68 hai ragione sai!!4 punti
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Buonasera a tutti. Che dite... Troveremo falsi d'epoca di Ferdinando II per ogni anno di regno ? Un bel gruppo di Piastre giovanili abilmente falsificate.3 punti
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Buon pomeriggio a tutti, ciao @magicoin e complimenti per la tua "nuova" Piastra... sono certo che l'hai messa in collezione proprio per "quell'insolito" ricciolo... é pur sempre una variante Per quel che ho potuto constatare, se ne trovano veramente poche con quel ricciolo (unico conio - sempre abbinato al 3 ribattuto). Compreso la tua, ne ho contate solo 5 in un archivio fotografico di oltre 200 piastre del 1834... A mio avviso, una moneta che compare tra il 2 ed il 3% dei casi, potrebbe anche dirsi una variante rara... Comunque, se osserviamo con attenzione le piastre del 1834, ci rendiamo conto che vi sono diversi tipi di ciuffo sulla fronte e credo che siano facilmente riconoscibili almeno questi 5 tipi dell'immagine in allegato... - 1) con il ricciolo tondo ed evidente (R) - 2) con la punta del ciuffo arricciata e chiusa verso sinistra (CC) - 3) con l'estremità del ciuffo aperta e staccata dal resto della capigliatura (CC) - 4) con la punta aperta e rivolta verso l'alto (CC) - 5) con la punta (o doppia punta) completamente aperta verso destra (RR). Spero d'essere stato utile. Lorenzo2 punti
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L’ho già vista tempo fa….. al massimo può essere una tessera , quindi tutta la manfrina dell’unicità e del conseguente valore, decade, non essendo una moneta. il fatto che abbia un numerale “X” non capisco perché debba farla attribuire ad una produzione etrusca, i romani usavano la x , quindi non vedo differenze… magari è solo il numero del posto o dell’accesso riservato in un teatro o affini.Questo a parte che potrebbe essere una foglia di edera stilizzata Evidentemente , senza evidenze certe, si cerca di vendere le parole più che l’oggetto .2 punti
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Una dispositiva del collezionista lamonetiano che contrasta la pratica del grading:2 punti
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Questa è stata l'unica moneta in vita mia che comprai nello Slab in un convegno nel 2014. Lo Slab fu distrutto 20 minuti dopo che ero ritornato a casa2 punti
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Le emissioni monetarie di Pandosia, sebbene di scarsa entità ed emesse in modo discontinuo, rappresentano una fonte documentaria di primaria importanza che amplia e valorizza la conoscenza di un sito su cui la tradizione letteraria appare alquanto lacunosa e, in alcuni casi, fortemente dibattuta (per un quadro generale v. Hansen-Nielsen 2004, 285, n. 64). Dubbia peraltro è la stessa localizzazione della città antica all’interno del territorio enotrio, che oscilla tra una tradizionale collocazione nell’alta valle del Crati, in località Timpone del Castello, presso Cosenza (v. da ultimi Mele 2017, 233-5 e Genovese 2012, 34 s. con bibl. prec.), ed una più recente ubicazione a ridosso di Cerenzia (Marino 2005; De Sensi 2004). E per quanto studi e ricerche più o meno recenti abbiano diffusamente indagato l’archeologia dell’Oinotria, la sua organizzazione polico-territoriale nel quadro più ampio del fenomeno coloniale in Magna Grecia, scarsa è stata l’attenzione rivolta nel dettaglio alle emissioni monetali di Pandosia, delle quali è stato offerto solo un quadro complessivo e peraltro suscettibile di approfondimenti e aggiornamenti fondati sulla raccolta della documentazione numismatica (Rutter, HN; Taliercio 2012, 1998; Bugno 2007; Parise 1982; Mangieri 1980). Localizzazione di Pandosia (da M. Bugno, Da Sibari a Thurii, Naples 1999) Base di partenza del presente contributo è stato pertanto il censimento degli esemplari che è stato possibile documentare attraverso lo spoglio di cataloghi di collezioni pubbliche, private e di vendite all’asta. La cortesia e la disponibilità di alcuni utenti, ai quali rivolgo un sentito ringraziamento, hanno inoltre fornito a vario titolo un importante contributo consentendo di ampliare e puntualizzare alcuni aspetti della ricerca. L’analisi condotta ha consentito di elaborare un preliminare catalogo di 25 esemplari in argento (15 stateri, 5 dracme, 5 trioboli) che in base ad elementi tipologici sono stati convenzionalmente ripartiti in tre gruppi di emissione (A-B-C). Per ognuna di esse vengono esaminati nelle relative sezioni aspetti concernenti la tipologia, la metrologia e l’epigrafia che unitamente ai dati interni alla sequenza hanno veicolato la formulazione di proposte di inquadramento cronologico. Dal computo degli esemplari sono stati esclusi: a) l’unità di bronzo con t. di Hera al D/ e altare al R/ attribuita da Poole a Pandosia (BMC 5) ma successivamente riferita a Paphos (https://www.britishmuseum.org/collection/object/C_1852-0222-90 seguito da Rutter, HN, 185). b) le monete nn. 6849-50 della collezione Santangelo (non viste) al Museo Archeologico di Napoli, che nel catalogo di Fiorelli presentano dettagli tipologici alquanto peculiari che richiederebbero una verifica autoptica. c) l’emissione con tipi corinzi contrassegnata simbolo della testa di Pan attribuita a Pandosia da Robinson (SNG Lockett 2297; Rutter, HN, 185). SNG Lockett, 22971 punto
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Un esemplare di statere incuso di Metaponto, a tondello stretto e spesso, con al diritto, come simbolo, una testa di ariete, classificato Noe X n. 225 . Vistosa la " area of flat strike " ai 2 lati su parte del tondello, che 'cancella' a sin. del diritto l' area dell' etnico ed al rovescio parte della spiga . Sarà il 19 Ottobre in vendita CNG 525 al n. 42 . Unisco, dalla rete ( Magna Graecia coins ) un esemplare molto vicino, classificato Noe X n. 226 .1 punto
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Licinio II, follis, ROMAE AETERNAE, zecca Roma. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Caro Lorenzo, in questa discussione si condividono i falsi d'epoca delle monete e medaglie Napoletane , si discute di falsari , di metodi , di leghe di metalli e di stili, non si fanno certo paragoni con i Grandi Artisti che hai elencato. Qui il tempo lo perde con piacere chi come me Ama questa "collezione parallela" alle monete coeve , e non mi sembra giusto sminuire questo tipo di Collezionismo. Un caro saluto e buona Collezione a tutti.1 punto
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Grazie per il chiarimento : se compare il marchio "18K", sicuramente il metallo impiegato è l'oro (18 parti di oro e 6 parti di altro metallo, in genere argento, rame e altri) ; oggi invece la misura è calcolata in millesimi per cui compare la scritta 750/1000 ma la lega resta identica, per quanto concerne la quantità dell'oro impiegato. Spesso questo tipo di medaglia viene coniato sia in oro che bronzo e argento, a seconda del prestigio del personaggio a cui vengono concesse : e in genere quelle d'oro sono assai poche. Non ho trovato ancora questa medaglia nei testi che ho consultato : personalmente non l'ho mai vista prima d'ora, ma continuo nelle ricerche per arrivare, con un po' di fortuna, alla identificazione della stessa. Saluti.1 punto
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Ciao Lorenzo, si fra tutte e 5 la 1834 è l'unica ad essere stata coniata, con conii "copiati" da una Piastra genuina. Ma proprio per questo ha un fascino in più rispetto a quelle ottenute per calco e fusione : c'è tutta l'arte e lo stile del falsario dell'epoca. Riguardo al ritratto inguardabile...guarda questo 🤣1 punto
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Si, esatto. un solo tipo con decine e decine di varianti. Era per dire: che immensità di monete ha fatto coniare considerando tutti i numerosissimi tipo.1 punto
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Sempre parlando di gusti,potrebbe " attizzar " ancora di piú proprio per quello. Meglio di questa " fisica " testimonianza...😌1 punto
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Ciao @caravelle82... questione di gusti a me non piace affatto e credo che questa moneta non abbia mai ingannato nessuno... per questo la mordevano non a caso é l'unica del gruppo con quei segni. Un saluto1 punto
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Gli elastici sono di gomma, le cui caratteristiche meccaniche si possono migliorare con la vulcanizzazione che consiste nel trattamento con lo zolfo. La notevole affinità dell’argento per lo zolfo in condizioni atmosferiche e lo stretto contatto della moneta con l’elastico è verosimilmente la causa del fenomeno. apollonia1 punto
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Qui con anteprima aggiornata:https://www.academia.edu/65626528/Tesori_del_Regno_di_Napoli_da_processi_antichi_Storia_del_diritto_e_delle_istituzioni_III_Materiali_Aracne_2021_382_pp Ricordo la trasversalità dello studio: monete da Magna Grecia al XVII sec.; da archeologia a storia del diritto; da archivistica a storia economica; da storia dell'antico processo sui rinvenimenti alla tutela dei beni culturali attuale; dall'appalto della ricerca tesori alle miniere, etc. etc. Cop..pdf1 punto
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Ciao Cremuzio, il medaglione a cui fai riferimento è questo, venduto da NAC nel 2011 https://numistoria.altervista.org/blog/?p=1957#:~:text=Il 5 aprile 2011%2C in,di un milione di euro). Anche se la moneta Romana più costosa mai venduta è l'aureo di Bruto EID - MAR (Idi di Marzo), il terzo conosciuto, venduto da Roma Numismatics nel 2020 a più del doppio del Massenzio (2.700.000 GBP + diritti). https://www.linkedin.com/pulse/il-tesoro-riemerso-delle-idi-di-marzo-edoardo-tamagnone/?originalSubdomain=it1 punto
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Ciao Potresti giochicchiare con un giravite a taglio piccolo e cercar piano piano di aprirla. Saluti1 punto
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Ciao penso che se vuoi aprirla l'unica soluzione sia rompere l'oblo stando attento a non toccare la moneta.Io con una moneta inscatolata feci cosi'e andai bene.1 punto
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Grazie a tutti per i vostri interventi. Mi è dispiaciuto perché la moneta è quella del 1968 Prooflike. Sicuramente proverò il suggerimento di @Erdrückt appena avrò a disposizione il prodotto. Sono rimasto sorpreso perché La moneta era chiusa in una bustina di una notissima marca di prodotto per numismatici che uso da più di 10 anni senza mai aver avuto problemi. Non immaginavo minimamente che il passaggio di un elastico che probabilmente in precisi punti stringeva la busta al metallo procurasse questa brutta reazione. Sulla moneta si vedono proprio le due righe del doppio giro di elastico. Il tutto sviluppatosi in (alcuni mesi) molto meno di un anno chiusa in un cassetto al buio. Perché ho aperto questa discussione? Proprio perché spesso usiamo elastici per unire oggetti senza pensare che in alcuni casi possono creare problemi ma non è sempre così per monete in argento. Spero che questa mia esperienza sia utile ad alti. Aggiungo foto leggermente migliore Saluti1 punto
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a Gubbio c'è il Museo comunale: https://www.comune.gubbio.pg.it/musei-e-biblioteche/museo-civico-di-palazzo-dei-consoli/, di cui la nota pubblicazione: https://www.regione.umbria.it/cultura/catalogo-regionale-dei-beni-culturali-dell-umbria/pubblicazioni/-/asset_publisher/tlq6AxqqQkxk/content/24-museo-comunale-di-gubbio-monete?read_more=true in questo periodo c'è una mostra curata da Cavicchi (Eugubium): https://www.cronacanumismatica.com/federico-da-montefeltro-e-gubbio-la-mostra-le-monete-le-medaglie/ quanto alla Zecca non ne so molto, ho trovato questo: https://fondoambiente.it/luoghi/palazzo-ranghiasci1 punto
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Negli US yes…anche se occorrerebbe verificare cosa s’intenda per ‘rare’ e quindi magari non includa ‘tutte’ le transazioni.. ma al di fuori degli USA il mercato delle card e’ - mutuando Brett Easton Ellis - “less than zero” 😄 mentre quello numismatico ( per il quale non ci sono statistiche per i volumi Europa e Asia) risulta ben altra cosa. Forse comunque il mercato delle card overall e’ ancora piu’ grande di quello complessivo delle monete - che pero’ stravincono in termini culturali ( pubblicazioni, biblioteche, musei, insegnamenti etc).. della serie … non esistono solo i soldi…🤑1 punto
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Le ultime immagini di Ganimede (uno dei satelliti di Giove) riprese da poche centinaia di kilometri.1 punto
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Non sarei cosi esclusivo ( opposto di inclusivo). chi pensa che la numismatica sia solo studio esclude l’altra metà del cielo che ha egualmente diritto ad essere considerata. dall’enciclopedia Treccani: numismàtica s. f. [femm. sostantivato dell’agg. numismatico]. – 1. Scienza che studia le monete (e anche le medaglie), nei loro rapporti con la storia, l’arte e l’economia pubblica: n. antica, medievale, moderna. 2. Il collezionismo e il commercio di monete e medaglie.1 punto
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La bustina era di PVC, Polivinilcloruro, che soprattutto alla luce del sole ma anche spontaneamente libera piccole quantità di acido cloridrico, che poi reagisce con l'argento ossidandolo e formando sali colorati. L'elastico ha facilitato il contatto tra PVC e argento e nei punti dove toccava l'ossidazione è stata maggiore1 punto
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Sì, diciamo che il mio discorso voleva soltanto mostrare un esempio limite in cui lo slab può anche impattare negativamente nella fase di vendita di una moneta. Ad ogni modo, se mi è concesso, vorrei mettere un attimo in secondo piano il discorso commerciale (che mi pare sia l’unico per cui lo slab sia stato creato e si sia diffuso così tanto), per concentrarmi invece sul significato più alto del termine “numismatica”. Quest’ultima è la disciplina scientifica che ha per oggetto lo studio della moneta in tutte le sue caratteristiche tecniche e dal punto di vista storico, culturale, sociale ed economico. Ebbene, lo slab è un fattore fortemente limitante in quanto impedisce uno studio completo e a 360 gradi della moneta per i motivi già esposti (visione del bordo e contorno, riscontro del peso, ecc.). Perciò, dal mio punto di vista, lo slab è uno strumento anti-numismatico.1 punto
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Dalla foto mi sembra strano che sia stato l'elastico, però posso dire che anch'io avevo legato con un elastico delle monete euro in bustine e devo dire che le ho aperte e con uno straccetto unto ho pulito l'alone che aveva lasciato sulla moneta, però una cosa da poco.1 punto
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In una prossima asta un Lorenzo Tiepolo è slabbato come Iacopo Tiepolo da un esperto (???) di NGC. E gli ignoranti saremmo noi? Arka Diligite iustitiam1 punto
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parlare di "moda" o di "cosa passeggera" per una pratica che esiste da 35 anni e che ad ogni anno cresce vertiginosamente rispetto l'anno precedente, denota il livello di ignoranza italiana sugli slab e fa anche sorridere.1 punto
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In effetti, un elestico non degenera in un paio di mesi. Bisogna vedere di che materiale è fatta la bustina, che non sia la bustina il problema, o meglio che l'elastico, pressando la moneta, abbia trasferito delle "sostanze" dalla bustina alla moneta.1 punto
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Ciao, la moneta ha svolto egregiamente il suo compito, e da quello che si riesce a vedere non dovrebbe trattarsi di un denario ma di una dracma di Traiano con la Vittoria raffigurata sul rovescio. Attendiamo altri pareri a tal proposito 🙂 ANTONIO1 punto
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Esattamente. La pratica di inscatolare le monete deriva sicuramente dalla modalita’ utilizzata per le figurine del baseball. La figurina, oltre a dover essere periziata e valutata, ha una particolarita’: aumenta esponenzialmente di valore se non ha segni e soprattutto se ha i bordi e gli angoli perfettamente integri. Visto che si tratta ( a differenza di una moneta) di un foglio di carta soggetto al danneggiamento ad ogni contatto, per primi gli stessi collezionisti privati hanno sempre tenuto le figurine importanti ( azzardo fin dagli anni 20 o 30 del 900 ) dentro scatole trasparenti ma necessariamente spesse ( delle piccole teche) per evitare gli urti ai bordi. Le aziende nate per periziarle e valutarle non hanno inventato il metodo di conservazione ma quello di valutazione della figurina ( diverse scale), la quale al termine della valutazione viene appunto riscatolata ( e ci mancherebbe) e sigillata. Il mercato americano della figurina e’, oltre che popolarissimo ( ogni americano medio si e’ fatto periziare una figurina e se non lo ha fatto sicuramente in casa ha una o piu’ figure da lui inscatolate) anche decisamente ricco, imparagonabile a quello della numismatica. E’ quindi assai probabile che l’ americano associ mentalmente il collezionismo di valore all’ inscatolatura e la perizia alla inscatolatura con il punteggio. In sostanza se l’ ogetto collezionato e’ periziato deve poi essere inscatolato. Normale che, commercialmente, per spingere il mercato numismatico, abbiano usato la stessa tecnica: popolare e d’ impatto visivo per loro. Non a caso, come ha fatto notare qualcuno, le aziende che fanno la perizia delle monete negli USA hanno il loro mercato principale nelle figurine.1 punto
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Questo mi ha ricordato un mio amico che, udita questa frase ad un convegno, fece al commerciante a voce alta: ''No!!! Proprio a me? No!!! Ma dai, non ci credo... Proprio perchè sono io???'' Credo che quel commerciante non abbia più usato quell'espressione. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Da quando facciamo i nostri incontri del giovedì mi sono gravemente “ammalato” di cartamoneta antica…. Ecco un po’ di cartamoneta di fine ‘700/ inizio ‘800 🥲🥰1 punto
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https://www.panorama-numismatico.com/una-decorazione-al-merito-militare-della-serenissima-repubblica-di-venezia/ Una decorazione al merito militare della Serenissima Repubblica di Venezia Foto tratta da P. Voltolina, La storia di Venezia attraverso le medaglie, Volume II, Venezia 1998 pag. 188, n. 1017. di Elio Concetti DA UN VECCHISSIMO LISTINO DELLA DITTA MORCHIO & MAJER ECCO UNA ECCEZIONALE DECORAZIONE A NOME DEL DOGE VENEZIANO NICOLO’ SAGREDO. Per numerosi collezionisti numismatici il periodo attuale è colmo di incertezze, di delusioni e di amare sorprese causate da molti fattori che hanno sconvolto il mercato, anche se qualcuno afferma che il mercato è cambiato perché si è adeguato ai tempi, ma ciò ha provocato l’isolamento di molti collezionisti e noi, pur continuando ad avere un occhio rivolto verso il pianeta numismatico, ci siamo posti “in sonno” e ci dedichiamo a rivedere vecchi listini e cataloghi d’asta di un tempo ed a ripassare alcuni testi che avevamo accantonato. È stato come ritornare alle origini. In un listino di monete in vendita abbiamo rivisto un esemplare che riteniamo interessante. Si tratta di una decorazione battuta a Venezia durante il dogato di Nicolò Sagredo. Occorre premettere che tale doge nacque l’8 dicembre 1606 e morì il 14 agosto 1676. Assunse la suprema carica della Serenissima il 6 febbraio 1675 e non poté esprimere in pieno le proprie qualità. In precedenza però si segnalò, facendosi onore come ambasciatore della Repubblica a Madrid, dove riuscì a farsi apprezzare dagli uomini di governo spagnoli, sempre diffidenti nei confronti di Venezia. Fu anche inviato a Roma come legato ordinario e vi ritornò ben quattro volte quale legato straordinario. Come diplomatico svolse una intensa attività esplicata con abilità ed accortezza. Della sua opera si conoscono diverse relazioni che ancora oggi sono fonte di notizie e oggetto di studio. Non pensò a sposarsi; del reato non era una gran figura di uomo: Di curva statura e piccola, bianco di volto e di crine. (C. Rendina, I dogi, storia e segreti, Newton Compton, Roma 1984). Dopo la sua elezione trovò lo Stato in una situazione finanziaria disastrosa e un diffuso lassismo a motivo della sfortunata guerra contro i Turchi per la difesa di Candia. Vi è da dire però che la decadenza militare e politica di Venezia ebbe inizio in tale periodo e riteniamo che una delle cause, se non la più importante, dello scadimento della floridezza di cui Venezia aveva goduto per secoli, sia da ricercare nel fatto che i nobili non si impegnavano più nelle imprese commerciali e armatoriali che un tempo erano da loro svolte con successo e orgoglio. I nobili impegnati in attività lavorative erano persino derisi, ma c’è da precisare che le ricchezze delle famiglie nobili e il benessere di gran parte della popolazione, provenivano proprio da quella operosità così ingiustamente schernita, come riferisce anche lo storico Alvise Zorzi nel suo volume La Repubblica del Leone.Storia di Venezia, Rusconi, Milano 1980). Al riguardo il testo riporta che anche il doge Nicolò Sagredo fu fatto oggetto di critiche in quanto la sua famiglia era dedita al commercio del legname che, tra l’altro, a Venezia era uno dei traffici più redditizi. La storia registra un fatto curioso sul conto di questo doge che, appena eletto, venne posto nel “pozzetto”, come richiedeva la consuetudine, e portato in processione in piazza per essere mostrato al popolo, ma anche perché potesse gettare alla folla manciate di monete. Un popolano per poter facilmente prendere un maggior numero di monete si munì di un bastone dotato una piccola rete, ma nello sporgere il bastone verso l’eletto lo colpì al capo facendogli cadere il corno dogale (G. Benzoni, I Dogi, Electa, Milano 1982). Il doge in processione. Di questo doge, come abbiamo già accennato, vogliamo illustrare una rarissima decorazione che riteniamo di grande valore storico, riportata in un listino di vendita nei primi anni del secolo scorso. Si tratta secondo il compilatore del listino di una “decorazione di S. Marco”, in oro, del peso di 14,5 grammi e del diametro di 30 mm. È dotata di appiccagnolo originale. Nel centro del diritto troviamo, su tre righe, entro un cerchio perlinato, la scritta: senatvs / consvlto/ 1675. Al margine leggiamo: nicolavs sagredo dvx. Nel rovescio vi è la solita presentazione iconografica dell’emblema di S. Marco, il leone alato, con aureola che con una zampa regge il Vangelo aperto. Su tale decorazione spiccano i tradizionali schemi della monetazione veneziana impostata, di solito, su una ripetitiva arte incisoria, tanto vero che questo singolare pezzo, a prima vista, potrebbe essere scambiato per una osella. Nel listino1 il pezzo è accompagnato dalla seguente nota: L’origine dall’unico ordine cavalleresco della Repubblica Veneta – il Cavalierato di S. Marco – è remotissima e veniva conferito per meriti militari dal Doge e suo Consiglio Minore a personaggi dello Stato Veneto anche se non appartenenti alla nobiltà. Nel 1675 due soli personaggi furono insigniti di tale onorificenza un certo Pace o Pace Andrea nobile della Dalmazia Colonnello, con ducale decreto 9 ottobre per meriti militari. Molti furono i personaggi insigniti di tanta onorificenza ma a noi non giunsero che tre sole decorazioni. Una del doge Pietro Grimani concessa a certo Ivanovich, attualmente posseduta dal Civico Museo Correr, una seconda del Doge Giov. II Correr riportato nel catalogo n° 13 Morchio & Majer del 1° luglio 1897 al n. 3773 e questa che presento ai sigg. Amatori. L’esemplare venne valutato 2.000 lire. Somma davvero elevata specie se si considera che allora uno zecchino veneziano, in ottima conservazione, si poteva acquistare per circa 25 lire; uno splendido aureo di Galba, pure in ottima conservazione, per circa 130 lire e un mezzo testone di Francesco II Gonzaga con al diritto il ritratto con berretto ed al rovescio la Pisside per sole 40 lire. Un pezzo così raro e importante non poteva sfuggire a chi allora si occupava di monete o di medaglie ed in effetti la decorazione venne acquistata, prima ancora che il listino venisse distribuito, dal noto studioso numismatico Aldo Jesurum di cui ricordiamo il famoso testo sulle oselle. Poiché nella nota apparsa nel listino è citato il Minor Consiglio riteniamo di dover ricordare che i 6 componenti di tale organismo potevano sostituire il doge in molte funzioni. Piazza San Marco in un quadro del Canaletto. L’esemplare in questione reca al diritto la dicitura senatvs consvlto e ciò conferma che anche il Senato ha avuto a che vedere con la concessione della decorazione. E qui è proprio il caso di affermare che il doge di Venezia poteva fare tutto quello che decidevano i Consigli della Serenissima Repubblica.1 punto
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Medaglia devozionale agostiniana, bronzo/ottone, del XVIII sec., possibile produzione spagnola- D/ La Sacra Famiglia , S. Giuseppe con Gesù Bambino raggiato e Maria.- R/ S. Tommaso da Villanova vescovo (di Valencia), in piedi nell'atto di distribuire l'elemosina ai poveri e indigenti, non comune. Ciao Borgho1 punto
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Dico pure la mia sapendo che è un punto di vista fin troppo romantico. Per me le monete sono, in primis, oggetti archeologici che hanno non solo una storia scientifica ma una storia "umana", di vita. Qualcuno ha preparato un tondello, qualcun'altro l'ha scaldato, poi battuto (parlo delle antiche). Ma non solo. Le monete sono passate di mano in mano di gente comune, di soldati, di commercianti, di schiavi e prostitute. Anche quelle che quasi non hanno circolato sono state riposte da qualcuno in un contenitore poi nascosto per qualche motivo. Basterebbe solo questo per farci correre la fantasia a quali eventi abbiano indotto ad una tale azione. Per me, ex archeologo, che ne ha scavate tante (tutti scavi scientifici, ovviamente), un obbrobrio illeggibile ed incrostato trovato in una ciotolina posta a misero corredo di una fanciulla morta 2200 anni fa in età estremamente giovane con il bimbo che portava in grembo da un'emozione di molto superiore ad un aureo in vetrina. (si, sono conscio dei miei problemi) E poi... come è possibile leggere la moneta correttamente, studiarla, vederne tutti i particolari se non in mano con il lentino? E pesarla? e catalogarla (visto le catalogazioni che fanno certe case d'asta)? Penso che le monete siano da rispettare. Tutte. Ma questo non significa seppellirle in bare di plastica per farne dei meri investimenti impersonali e quasi intangibili. Tanto vale riempire un wallet di bitcoin.1 punto
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Ciao, una moneta che farà storcere il naso a molti che la guarderanno.. Che dire a me piace e quelle incrostazioni di cuprite sono come le rughe di una bella donna avanti con l'età, che mettono in risalto tutto il fascino del tempo che è trascorso. Ha anche la provenienza da una collezione conosciuta quindi anche il collezionista apprezzava tali monete. Che dire..... Bene? ANTONIO1 punto
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Metrologia Gli stateri del gruppo A presentano un peso medio di gr. 7,814 che appare perfettamente in linea con lo standard ponderale “acheo-corinzio”. Non mancano eccedenze ponderali ravvisabili in valori decisamente elevati, come documenta l’esemplare di Parigi ex Rotschild 2429 (gr. 9,34; cat. 1), che tuttavia richiederebbe un esame autoptico più accurato anche per via delle notevoli difformità stilistiche nella resa dei tipi rispetto agli stateri della stessa emissione. Decisamente basso risulta invece il peso dell’unico statere superstite del gruppo B (gr. 6,78; cat. 11) su cui tuttavia il giudizio resta sospeso in attesa di un campione più ampio. Un sensibile abbassamento del peso dello statere (p.m. gr. 7,49), forse riconducibile al nomos italiotikós, sembrerebbe invece connotare il gruppo C, tuttavia l’esiguità della documentazione (4 ess.) impone le dovute cautele. Si può osservare tuttavia che al calo ponderale del nominale maggiore corrisponde quello della dracma (p.m. gr. 2,09) e del triobolo (p.m. gr. 1,03). Tali divisionali rimandano ad uno statere che risulta ben al di sotto dello standard ponderale acheo ma, nel contempo, appaiono coniati in quantità maggiore rispetto allo statere, che nelle precedenti emissioni costituiva l’unico nominale emesso. Emerge pertanto una fase di produzione in cui la zecca sembrerebbe contrarre sul piano quantitativo e ponderale la moneta di alto taglio a favore di un maggior apprezzamento della valuta divisionale, che resta in ogni caso al di sotto dei valori “teorici” dello standard di riferimento.1 punto
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io posso consigliarti A Handbook of Late Roman Bronze Coin Types, 324 – 395, by Caza, Shawn M gran bel volume1 punto
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