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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/08/22 in tutte le aree
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Nel segnalare la pubblicazione del n. 52 di Acta Numismàtica del 2022 è il caso di sottolineare come nella rivista catalana siano presenti contributi di ben 5 italiani: E.A. Arslan, L. Lombardi, G. Ruotolo, S. Perfetto e E. Piras. E mi permetto di essere particolarmente contento di salutare l'articolo di Piras, Varianti della moneta da 1 reale di Carlo II di Spagna, poiché ricordo affettuosamente che Piras ha 92 anni! (Infatti è il decano dell'Accademia Italiana di Studi Numismatici). Quindi uno splendido esempio di come si possa scrivere di numismatica pur non essendo....particolarmente giovani!7 punti
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@Litra68 Buongiorno Alberto,le monete in rame erano le monete per l'uso quotidiano per le piccole transazione,e sono le monete che hanno vissuto più intensamente il passaggio da mano a mano,trovarle in discreta conservazione è sempre un piacere ma non sempre è facile... Personalmente è il metallo che preferisco ,anche per le belle patine che può sviluppare... E visto che apprezzi le "pecorelle"posto un tornese del 1682 che, almeno io,ho piacere ogni volta che lo osservò...3 punti
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Una curiosità... Nei tornesi coniati al martello la corona d'alloro al rovescio va in senso antiorario,nei tornesi coniati con gli "ingegni va in senso orario...2 punti
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e infine una moneta che mi piace molto un 10 tornesi del 1859 con il bordo inclinato a sinistra che completa la mia ricerca avendo già l'esemplare con bordo inclinato a destra 30,99 g2 punti
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anch'io ne ho una copia .. lo cedo volentieri in cambio del medaglione (anche il galvano andrebbe bene) 😁😉2 punti
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Grazie Dracma per avermi citato in connessione a Pandosia e al 'Goltzius', ambedue mie grandi passioni. Senza avere pretese e addentarmi nel tema specifico posso solo dire che il 'padre' della letteratura numismatica (ben piu' di Eckel che venne due secoli dopo) ci ha lasciato preziosissime testimonianze coeve delle numerose collezioni di monete da lui visitate in tutta europa. Al contempo Gotzius è stato (a mio avviso spesso ingiustamente) vituperato dagli autori successivi perche molti suoi disegni/incisioni rappresentavano, agli occhi degli autori successivi , delle pure invenzioni o ibridi che non trovavano riscontro nella documentazione monetale che ci è pervenuta. Tuttavia in diverse istanze le monete dei suoi testi, disconosciute dagli studiosi posteri, si sono poi rivelate vere quando ne vennero scoperti degli esemplari. Un esempio ne è la famosa emissione di Lopadousa. di cui Goltzius riporta un incisione già alla fine del 1500: testa di Zeus/Tonno con etnico) che addirittura già il Torrmuzza alla fine del 1700 bollava come pura fantasia. Goltzius o chi per lui ne aveva invece visto un esemplare in una delle tante collezioni visitate e lo aveva inciso assieme alle altre monete viste. Torremuzza in un aggiornamento successivo alla sua opera annuncia di averne visto un altro esemplare e fa ammenda del suo giudizio affrettato riconoscendo a Goltzius la veridicità di quanto aveva scritto. Qualche secolo piu' tardi un ritrovamento ha portato in luce tre esemplari di questa rarissima emissione che sono stati descritti e illustrati dal Calciati. Potrebbe quindi essere verosimile l'esistenza di uno statere pandosino con Hera Licinia e il tripode - non ancora ritrovato (le monete di Pandosia sono tutte super rare) ma che magari un domani potrebbe comparire in un ritrovamento o sul mercato antiquario...2 punti
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Volevo ringraziare tutti gli amici intervenuti fino ad ora, in particolare @Meleto che ha trovato un passaggio d'asta davvero utile per dirimere ogni dubbio. @nikita_dunque, il diametro interno della prova corrisponde perfettamente a quello della mezza corona in argento, poi ovviamente nel complesso il tondello ha un diametro più ampio ed è anche molto più spesso. Sul metallo utilizzato non sono per niente sicuro, salvo il fatto che sul lato coniato era presente una argentatura, in parte ancora visibile, che evidentemente serviva a dare un'idea del prodotto finito. Non sono ancora certo che, di base, sia una lega in rame o in metallo bianco (come si vede sul lato non coniato). Se avete altre informazioni o pareri, non siate timidi..😉2 punti
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Dracma, ti segnalo al riguardo la discussione didrachme poseidonia asta Gorny 7 marzo che tra molti temi reca anche la foto di una moneta in mio possesso della sequenza del Noe. Cerco di inviarti altra moneta della stessa sequenza pure in mio possesso e una che dovrebbe appartenere, nella sequenza, alla moneta con conchiglia (di cui è discusso se possa appartenere alla sequenza del noe)2 punti
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Una monetina non certo in buona conservazione (ma è pur sempre un R2 abbastanza infrequente), che presi per ben 7$ in USA su ebay.... piccola ma ricca di storia, come ha voluto testimoniare il precedente possessore. Chissà quante ne avrebbe da raccontare questa moneta!2 punti
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Partecipo con questo trittico di monete di rame del Governo della Toscana per il Re Eletto. Monete per il popolino, comuni e povere, ma in discrete condizioni:2 punti
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Ho dei seri dubbi che qualcuno possa aver provato a mordere un monetone come una piastra da 120 grana... C'erano metodi ben più sicuri per controllare la genuinità di una moneta del genere,tutt'alpiu questa pratica poteva trovare utilizzo nel medioevo dove le monete erano ben più sottili...2 punti
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Ciao, oggi condivido un denario di Adriano, figlio adottivo di Traiano e suo successore nel 117 d. C, recante al rovescio la personificazione della Virtù (o Virtus) coniato a Roma nel 124/128 d. C (RIC 160). Nella Virtù erano racchiuse tutte le qualità positive di un uomo (Vir), messe poi in pratica nell'operato quotidiano (principalmente nel campo di competenza) e che mettevano in evidenza il suo reale valore. Questo a partire dal 1 secolo d. C, nella Roma imperiale, è più precisamente con l'imperatore Ottaviano Augusto perché nella Roma repubblicana la Virtù era considerata più come un fatto privato ed appannaggio quasi esclusivo delle classi più agiate. Nella Roma imperiale invece inizio' ad avere una importanza più pratica e quindi ad essere riconosciuta come un merito concreto a quanti operavano con virtù nell'esercizio politico, cioè nella vita di tutti i giorni. Sul mio denario è rappresentata in piedi, volta a destra, con lancia e parazonio (che era una spada decorativa, segno distintivo per chi la portava e che veniva decorata ed abbellita in base ai gusti ed all'importanza del proprietario, si potrebbe definire più un oggetto di rappresentanza che una vera arma) e piede sinistro appoggiato su di un elmo (in segno di riposo?). Interventi sull'argomento sono sempre molto graditi. Il denario, in mio possesso da parecchio, da attento esame diretto risulta coniato, con evidenti segni di consunzione dovuti a circolazione. Con modulo importante, ben centrato, buon ritratto di Adriano ed usura regolare sia delle figure che delle legende che lo lasciano tuttavia, nel suo insieme, ancora abbastanza gradevole (almeno per me 🙂). Grazie ed alle prossime ANTONIO MM 20,50 G 3,24 RIC 1601 punto
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Il primo gennaio di quest'anno cade il 20° anniversario della nascita dell'euro, evento che non è passato inosservato su diversi media. E' positivo che sia stato ricordato anche perchè ancora oggi c'è la nota diffusa convinzione che sia nato nel 2002, con l'altrettanto ben noto e contorto discorso che "l'euro è arrivato e ha fatto aumentare i prezzi" ecc. ecc. Da subito l'euro si è imposto come seconda valuta più importante del mondo dopo il dollaro USA e in questi 20 anni ha mantenuto una media di circa 1,20 contro quella valuta. Massimo storico 1,6039 Valore alla nascita 1,1667 Minimo storico 0,8230 La massima quotazione storica contro dollaro è anche "assoluta", in quanto il picco massimo dell'ECU sul dollaro fu di 1,4557 nel 1992. Se si fosse deciso di emettere una 2 € commemorativa comune, come fatto nel 2009 per il decennale, a mio parere sarebbe stata fantastica questa proposta di annovi.frizio: http://www.friziodesign.it/coins23.html Buon ventesimo anniversario!1 punto
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approva il seguente programma di emissioni numismatiche per l’anno 2023: – Moneta commemorativa da 2 euro, versione fior di conio, dedicata al 500° anniversario della scomparsa di Perugino – Moneta da 5 euro in argento, versione proof, dedicata al Tennis – Moneta da 10 euro in argento, versione proof, dedicata al 15° anniversario dell’inserimento nella lista del Patrimonio dell’Umanità UNESCO – Serie divisionale fior di conio – Serie divisionale fior di conio con moneta d’argento da 5 euro, dedicata alla Protezione della Fauna selvatica di San Marino – Moneta commemorativa da 2 euro, versione fior di conio, dedicata al 500° anniversario della scomparsa di Luca Signorelli – Monete in metallo vile dedicate al Calendario lunare cinese: coniglio, drago, serpente – Serie divisionale con entrambe le monete commemorative da 2 Euro versione proof info delibera 3 10 ottobre pdf qui http://www.interni.segreteria.sm/on-line/home/delibere-congresso-di-stato.html?P0_path=%2Fhome%2Ftomcat%2Findicizzazione%2Findexdelibere&P0_paginazione=25&P0_pagina=1&P0_oggetto=&P0_numero=&P0_data_gg=&P0_data_mm=&P0_data_aa=&annoiniziale=&annofinale=&P0_stato_delibera=&P0_document=programma%20emissioni&P0_categories=&P0_data_ordered=&P0_orderBy=data_ordered%2Cnumero&P0_order=desc%2Casc&P0_operatorMustBe=only&indicericerca=-1&x=34&y=3&fbclid=IwAR0AXXDxiVqrRFfIUv3UjmGH9cf7vndqMN4RKbkL1xMZYeG5S6Gme8Di7Wo1 punto
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Buona giornata Potevo far passare la ricorrenza della battaglia di Lepanto, peraltro combattuta in maggioranza da navi veneziane, senza un rimando numismatico? Di seguito l'osella che il Doge Alvise Mocenigo I fece emettere a ricordo della vittoria Cristiana. Oltre a questa ci sono da ricordare le tante "S. Giustine" immortalate su vari coni veneziani, emessi successivamente alla battaglia e fino alla caduta della Serenissima; Santa Giustina era infatti la Santa martire che si festeggiava nel calendario veneziano il 7 ottobre, giorno della battaglia, che si disse fu vinta grazie alla intercessione della Santa. saluti luciano1 punto
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Questo tallero di pisa del 1620 (tipo If) fu il primo della mia collezione. lo acquistai anni fa dal compianto Emilio Tevere, che la periziò come qSPL1 punto
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Ricoro del Dr. Piras l'acquisto a prezzo scontato, quasi regalato di un libricino che parlava della moneta sardo punica che ancora conservo con cura e che non conoscevo...dopo piogge torrenziali li libretto, insuppato ed asciugato era rimasto l'unico a disposizione di chi mi vendette a "Tattari"una monetina, pensate un pò "pisana" ... Auguri Dr. e la ringrazio per quel libricino che mi ha fatto conoscere Piras ho comprato altre più intonse sue pubblicazioni e la ringrazio per quel libricino che mi fatto scoprire la monetazione sardo punica; grazie ancora Piras e tanti auguri da nonno cesare che con i suoi 15 lustri ti segue a ruota1 punto
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Faccio seguito al lotto di monete siciliane mostrato ieri per fare vedere 5 nuovi arrivi di Napoli. Iniziamo dalla più vecchia: una cinquina per Carlo V senza data (1516-1556) che ho classificato come MIR 151- P/R 39- CNI 813 con rosetta sotto il tosone e in cui fra PLVS e VLTRA c'è la R stilizzata 0,63g1 punto
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Magari può essere utile spiegare l'iconografia di questo denario, che rientra come buona parte della monetazione del periodo, nell'ambito dell'autocelebrazione della gens. Le teste al dritto chiamano in causa re Anco Marzio, il più antico illustre membro della famiglia, che era nipote di Numa. Il rovescio rimanda invece ai ludi apollinari (rimedio cultuale alla disfatta di Canne), istituiti oltre che su consultazione dei libri sibillini anche in accordo con antiche profezie, note come Carmina Marciana, scritti secondo la tradizione da un indovino di nome Marcio, anch'esso quindi membro della medesima gens.1 punto
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Rientrato alla base ho potuto dare un'occhiata ai vari testi che riportano stellati per Pisa e Pistoia. Sintetizzo alcune informazioni sperando possano riuscire utili: PISTOIA Per Pistoia abbiamo tremissi anonimi civici con le seguenti legende Bernareggi, Moneta Langordaroum, p. 175): PISTVRIA PITVRIA IPTVAIA PITVVIA non si conoscono 'flavie' per la zecca di Pistoia per Astolfo, Desiderio e Carlo Magno il Corpus riporta 4 esemplari per PIstoia con le legende elencate sopra PISA rif. Bernareggi pp. 174, 177, 185 Pardi p. 92 legende conosciute: PISA; PISAC per gli stellati anonimi PISAC per gli stellati a nome di Aistolfo PITA per gli stellati a nome di Desiderio Bernareggi non lo cita ma esiste un tremisse di Pisa a nome di Carlo Magno nella coll. Reale (che dovrebbe provenire dal ripostiglio di Telti in Sardegna - non vi sono invece tremissi per Pisa a suo nome nel ripostiglio di Ilanz): la legenda è PITAC infine il tremisse anonimo con legenda : GLORIOSA PISA segnalo infine l'interessante articolo di Luigi Tondo, "FLAVIA PITVRIA - la moneta flavia nella storia del secolo VIII", nel Bullettino Storico Pistoiese anno LXXXIII, 1981, pp. 3-28 A voi l'ardua sentenza se il FLAVIA PITVA (dell'asta Gadoury 2018 di cui sopra) possa attribuirsi meglio a Pistoia oppure a Pisa.. 😉1 punto
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personalmente non apprezzo molto questo esemplare che mi lascia qualche dubbio per l'approssimazione di alcuni particolari come la rosa o la croce la cui fattura, in esemplari assolutamente autentici, presenta dettagli ed esecuzioni diverse1 punto
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Dipende, il timbro pare sia stato posto dopo che la piega si è creata, altrimenti avrebbe dovuto intaccarlo. Ma quando è stato posto? Ipotesi nr.1, il timbro è coevo ed è stato posto su una banconota circolata... possibile Ipotesi nr.2 il timbro è moderno (falso) ed è stato posto su un biglietto circolato solo per aumentarne il suo valore... possibile. Considera che in una prima fase furono usati bolli generici con lo stemma Sabaudo senza iscrizioni, presi fra quelli in dotazione ai reparti miliari. Questo per dire che anche una perizia sul timbro non è sinonimo di certezza. Saluti.1 punto
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Dracma, ti mando la seconda moneta di cui dicevo in cui forse la lettera sul rovescio non si vede1 punto
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Ciao @sdy82, Ho rifatto foto del particolare. Se non sono compatibili con segni di morso... a cosa sarebbero dovuti quei solchi? Mi piacerebbe leggere le vostre ipotesi 😊1 punto
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Lasciala a mollo in acqua demineralizzata per qualche giorno e poi cerca di pulirla con uno spazzolino a setole morbide....se è argento lo vedrai sotto quella spessa patina. Facci sapere.1 punto
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Dico l’idea che mi sono fatto sul marchio di controllo Lettera o simbolo? Escluderei che si tratti di una Fi in quanto la zona circolare dev’essere attraversata da un tratto rettilineo verticale che la divide in due parti uguali, come si può notare negli esempi riportati dal Crawford stesso e sui denari romani in genere Potrebbe trattarsi di una koppa con il tratto sottostante allungato e l’aggiunta di un trattino superiore che termina con un globetto. Oppure di una Q con un altro trattino un po' più lungo all'estremità della parte circolare Potrebbe essere un simbolo. La prima impressione era che avrebbe potuto trattarsi di un coiled serpent stilizzato, simile ai marchi di controllo al dritto di alcuni argenti di Alessandro Magno o ai coiled snakes attorno alla testa della Gorgone, ma il serpente su questi denari è ben più realistico. Poi ho pensato a un orecchino, un anello, un nodo… Chissà! apollonia1 punto
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Molto bella! l'avrei presa pure io, trovata poi in ciotola ha un valore aggiunto Hai confrontato diametro e peso con una mezza corona autentica? che metallo pensi che sia?1 punto
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Guarda questa discussione Cmq il libro della Travaini come inizio è il più indicato, poi ti consiglierei luppino: stato e collezionismo, indagine sulla numismatica.1 punto
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Sempre ad 1€ queste due monete in argento: Un 20 centavos messicano 1935 ed una corona svedese del 19451 punto
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Salve a tutti! Finalmente sono riuscito a tornare a Cordusio! Qual paradiso del ciotolatore...ciotole ovunque!😄 @nikita_se passassi un giorno per Milano te lo consiglio! Comunque ecco gli acquisti di domenica: Ad 1€ l'una queste tre belle monete, il 5 cent del Governo di Toscana, Un sen giapponese del 1884 (periodo Meiji) e un purtroppo molto maltrattato quarter of anna dell'India britannica anno 18821 punto
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Basta avere i giusti riferimenti bibliografici. Non tutte le opere riportano le varie varianti, anche perché ne escono in continuazione di nuove, specialmente per le monetazioni pontificie.1 punto
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Qualche tempo fa ho acquistato dal venditore “Sondermann Numismatics” due monete. Ecco la prima: D/: IMP C VICTORINVS P F AVG: Busto di Vittorino, radiato, drappeggiato e corazzato, a destra. R/: PAX AVG: La Pax stante a sinistra, con un ramoscello nella mano destra e uno scettro trasversale nella sinistra; V/ star nei campi ESERGO: - Questa la seconda: D/ IMP CC VAL DIOCLETIANVS P F AVG: Busto di Diocleziano, radiato, drappeggiato e corazzato, a destra R/ CONCORDIA MILI-TVM: Diocleziano, stante a sinistra in abiti militari, mentre riceve una piccola Vittoria su globo da Giove stante a sinistra appoggiato ad uno scettro; H al centro del rovescio ESERGO/ XXI Si trattava di due esemplari senza particolari pretese di rarità, tutto sommato gradevoli, ma con una particolarità: erano accompagnati dai loro vecchi cartellini di catalogazione. Ed eccoli questi cartellini, piccoli da stare dentro le caselle di un vassoio. Dalla descrizione del venditore, le monete risultavano provenire dalla “Ex Grohs-Fligély collection, 1875-1962”. Quindi le monete facevano parte della collezione di un certo Grosh-Fligèly, nato nel 1875 e morto nel 1962. Per ora fermiamoci qua. Trovo interessanti questi cartellini che fanno trasparire una certa conoscenza della numismatica romana imperiale. Nel cartellino di Diocleziano è indicata la corrispondente classificazione del Cohen (e mi sembra anche correttamente). L'opera del Cohen "The description historique des monnaies frappées sous l'Empire Romain" uscì con il primo volume del 1859 e fu completata nel 1868. Il RIC (The Roman Imperial Coinage) iniziò ad essere pubblicato nel 1923 ed il volume V (che tocca il periodo in cui cadono le due monete) è del 1927. E' probabile che il nostro avesse dimestichezza soprattutto con il Cohen che però, come sappiamo, ha i suoi limiti in quanto ha fonti poco attendibili ed ha una valenza per lo più antiquaria. A maggior ragione per i "gallici" che erano davvero poco conosciuti (su di essi anche il RIC zoppica molto). Alla luce di ciò, interessante che avesse in collezione proprio un Vittorino. Gli perdoniamo, pertanto, sia il lapsus calami (Diocleianus anziché Diocletianus) sia l'errore nella collocazione cronologica di Vittorino. Al di là di tutto ciò, inoltre, anche la qualità delle monete non e' poi male, no? A questo punto la domanda sorge spontanea, come si suol dire: ma chi sarà mai stato questo Grohs-Fligély? Che tipo di collezione era? E’ partita così una mia piccola indagine numismatica senza grosse pretese, ma animata dalla volontà di cercare di capire a chi fossero appartenute le monete prima di finire nelle mie mani. Quindi ho iniziato qualche ricerca ed ecco a cosa sono giunto. La storia comincia dai due fratelli Adolf ed August (nati rispettivamente nel 1808 e 1810) appartenenti alla nobile famiglia austriaca dei Fligély. Dei due il più famoso era August che era un ufficiale, un cartografo ed un feldmaresciallo austriaco. August si era sposato tardi in età ed il suo matrimonio era stato senza figli. Di Adolf sappiamo molto meno, se non che morì di tifo e che, prima di morire, ebbe una figlia di nome Emilie. Tuttavia, allora, ciò che contava nelle famiglie nobili era avere un erede maschio che portasse il nome di famiglia. E questo arrivò quando Emilie sposò un noto farmacista di nome Anton Grohs al quale passò, con solenne dichiarazione, la nobiltà, lo stemma ed il nome dei Fligély. Da allora, la famiglia avrebbe avuto il doppio nome di Grohs-Fligély. Anton Grohs, inizialmente, era stato avviato dalla famiglia al sacerdozio, ma dopo due anni di studio in seminario capì che quella non era la vita che faceva per lui; lui voleva studiare farmacia, campo al quale si era avvicinato grazie alla amicizia con alcuni giovani medici. E così, dopo essersi guadagnato da vivere prima lavorando in una birreria e poi in un conceria, finalmente divenne farmacista lavorando in diverse farmacie di Vienna. Di indole curiosa e animato da spirito innovativo, inventò e allestì preparazioni di gelatina utilizzata per la prodizione di capsule, compresse, confetti e supposte divenendo famoso nel suo campo tanto che, nel 1870, ricevette la concessione per gestire una grossa farmacia di Vienna, l’Apoteke zur Austria in Wahringstrasse 18 e che e’ esistente ancora oggi: Anton ebbe cinque figli, quattro femmine ed un maschio; il maschio era August, nato nel 1875: e’ proprio il nostro collezionista. Con la morte di Anton, la farmacia fu inizialmente gestita insieme da tutti i componenti della famiglia, anche se l’unico farmacista era proprio August, come sembrerebbe testimoniato da questi strani annunci trovati in rete in parte in tedesco (grassetto) ed in parte (credo) in ungherese (sarebbe interessante se qualcuno potesse tradurli bene: io ci ho provato, ma mi sono perso subito): Interessante, in particolare, questo secondo annuncio. Ipotizzo possa indicare una sorta di un preparato galenico brevettato (zäpfchen ho visto che vuol dire “supposte”), ma anche qui sarebbe utile una traduzione ad hoc. Ciò porterebbe August sulla linea del padre Anton, al punto da essere riconosciuto nel 1913 “reale fornitore” degli Asburgo. August Grohs-Fligély e’ morto nel 1962: Quindi abbiamo identificato il collezionista, ma purtroppo non sappiamo molto di più della sua collezione. Ho provato quindi a scrivere a Sondermann. Ecco la sua risposta: Hello, Sorry, I don't have much Information about Grohs-Fligely. He was an Apothecary in Vienna, Austria. His collection was auctioned by Dorotheum in June 2020. That's all I know about him. Best regards, Sebastian Sondermann Quindi la sua collezione è stata venduta all’asta da Dorotheum nel giugno 2020. La sensazione è che la collezione dovesse essere piuttosto cospicua, magari non solo di monete romane. Del resto, la disponibilità economica doveva averla. Ieri ho provato a scrivere a Dorotheum; attendo la risposta; vi terrò aggiornati. Qui finisce questa piccola ricerca. Spero di non avervi annoiato. Io mi sono divertito e, per di più, ho ricostruito alcuni passaggi precedenti delle mie due monete, cosa che rappresenta (a mio avviso) un valore aggiunto per i pezzi in collezione. Infine, abbiamo conosciuto un po' questo farmacista austriaco con la passione per le monete (solo romane?). E voi sapete qualcosa in più su questa collezione? Avete qualche esemplare che ne ha fatto parte? Chiudo con un ringraziamento particolare all'amico e collega Curatore @grigioviola. Un saluto a tutti voi da Stilicho1 punto
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Un pezzo che fa tipologia a se’ è lo scudo di Firenze, da sempre una moneta ricercata e la cui iconografia, soprattutto del diritto, è veramente particolare e non trova riscontri ne’ nella serie precedente dei colli lunghi ne’ in quella successiva del Regno d’Italia. Numerose sono le falsificazioni e per alcune non è affatto facile riconoscere gli originali, che proprio per la particolarità del conio, sovente inducono dubbi loro stessi. Qui uno dei miei due esemplari, quello meno bello (SPL, graffietti e con tracce di pulizia, patina non uniforme al D, colpettini), l’altro (FDC) è in banca.1 punto
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@Fabio_ Questa che hai in mano e' una moneta con un rovescio particolare. Vi e' rappresentato il cosiddetto "altare di Lugdunum". Questo altare fu fatto erigere da Druso Maggiore (fratello di Tiberio) proprio a Lugdunum quale luogo delle cerimonie del "Concilium galliarum", una assemblea dei notabili delle nazioni galliche che si riunivano per celebrare il culto di Roma e di Augusto. Queste riunioni erano l'occasione per vere e proprie feste ed erano un momento in cui i rappresentanti gallici potevano portare le loro istanze all'attenzione dell'imperatore. Dall'altra, erano anche un modo con cui le autorità saggiavano "l'umore" delle popolazioni galliche. Il tempio era dedicato, come detto a Roma ed Augusto (donde la legenda ROM ET AVG). E' rappresentato sulle monete decorato con la corona civica ed e' delimitato ai due lati da due colonne dalle quali pare spicchino il volo due Vittorie alate. Buona serata da Stilicho1 punto
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Ciao @PK. Nella mia personale sensibilità il principale motivo per cui nella sezione Regno la fa da padrone Vittorio Emanuele III è perché, da gran Re Numismatico, ha emesso una quantità di monete di straordinaria bellezza e quindi penso sia abbastanza umano privilegiare lui rispetto ai suoi due predecessori che obiettivamente non possono competere con meraviglie immortali come il Vetta d’Italia, la Quadriga, l’Aratrice. Le produzioni del Re Galantuomo e del Re Buono infatti sono abbastanza monotone come iconografia. Come ho avuto modo di esprimere in altra discussione, tra esse a mio parere gli scudi collo lungo costituiscono una bella eccezione, particolarmente per la maestosità del ritratto del D. Detto ciò trovo giusto rendere onore a Vittorio Emanuele II partendo subito forte 😉con un 5 lire 1859 Genova in FDC con un insignificante segnetto sulla guancia e dotato di una pregevole patina riposata di antica raccolta. Buona domenica e un caro saluto1 punto
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