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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/14/22 in tutte le aree

  1. Stavolta ne ho combinata una grossa....🤣 Ultimo acquisto (non sono riuscito a resistere)
    2 punti
  2. 2 punti
  3. Buonasera. Le rispondo immediatamente, spiegandole il perché di questo (prevedibile) flop. La prova in questione era stata esitata pochissimi mesi fa, precisamente lo scorso 12 marzo, da Edition Gadoury per l’iperbolica cifra di 20.000 euro più diritti. Si consideri che la base d’asta era di soli 250 euro! (decisamente non il suo prezzo). https://www.biddr.com/auctions/gadoury/browse?a=2303&l=2541719 Da un informatore attendibile, ho saputo che sarebbe stata aggiudicata niente meno che dal proprietario della MDC Monaco. L’esemplare è stato poi chiuso in slab (ahimè) e rimesso immediatamente in asta. Alla luce di ciò, era prevedibile che sarebbe andata invenduta o, al massimo, battuta alla base. Se devo essere sincero, sono lieto che sia rimasta al palo. Non apprezzo per nulla queste “mosse commerciali”.
    2 punti
  4. Ciao, mi permetto di intervenire e esternare un mio modesto consiglio che ho espresso anche in qualche altra occasione. Non spostiamo la discussione su chi ha venduto la moneta, che lascia il tempo che trova, ma nei limiti del possibile cerchiamo di dare una mano all'autore del post a capire se la moneta in suo possesso è autentica o meno che è la cosa più importante 🙂 ANTONIO
    2 punti
  5. Grazie. In questi casi i miei molti anni di studi nel campo si fanno utili. Top Secret ESI / Focal Top Secret Misteri della fede...
    2 punti
  6. Il libro che in mio possesso riporta scritto "Menizzi Antonio" (forse un alias di Meneghetti Alvise ?) a pag. 71 da la completa descrizione della moneta sopra descitta. Al D/ D.GRATIAREX+ con al centro KAROLVS nel tentativo di copia del classico monogramma Al R/+VENETMEMOR I dati ponderali sono: Peso gr. 0,84 g - diam. 18 mm
    2 punti
  7. Vista la mia grande passione per i falsi non potevo non resistere al fascino del mio primo Meneghetti. Lo stesso venditore ipotizzava che la moneta andasse in questa direzione, non avendola trovata era alquanto dubbioso. Il suo testo di riferimento era: https://www.academia.edu/1945347/I_falsi_del_Meneghetti di Gorini, Mirnik, Chino (che calibro di personaggi). Io invece ben sussidiato da: "Delle monete de Veneziani del principio al fine della loro Repubblica" ho trovato il bandolo della matassa.
    2 punti
  8. Salve @Poemenius, Saluto ancora una volta questo tuo compito arduo ed utilissimo. Immagino che hai già molto cercato, e sono senza speranza per trovarti queste monete rarissime, tra le quali alcune, come lo dici tu, non esistono e sono il risultato di un’identificazione errata del RIC. Se posso aiutarti in questo work in progress, sarà con monete incontrate a caso e che forse vorrai inserire nel tuo database. Due monetine di zecche orientali per Valentiniano III: Cizico con la sua legenda al dativo, DN VALENTINIAO (sic) PF AVG, officina incerta RIC 452. 0,86g, 13 mm. Più interessante, non so se l’avevi già visto: Antiochia 1,35 gr. 13 mm. ANTB in esergo. Un rovescio coniato ad Antiochia fino alla fine del regno di Teodosio II (esiste per Marciano) ma che non è noto al RIC per questa zecca e per Valentiniano III (oltre a Cizico, esiste anche a Costantinopoli)
    2 punti
  9. Ti faccio i miei complimenti per il gusto estetico che ti ha portato a scegliere questo esemplare. A dispetto della facile reperibilità del millesimo, non è così comune trovare un esemplare così ben battuto e dal tondello quasi scevro dai soliti segni di riporto al marco (mi sembra di intravedere dei minimi graffi al centro del rovescio, che hanno inficiato solo in minima parte sulle debolezze delle armette del blasone). Bello il ritratto in ogni sua parte, con capigliatura ben evidente. Davvero inconsueta la centratura al dritto, dove il contorno “a pettine” è evidente in oltre l’80% del giro. Ultimo ma non meno importante, l’appeal conferito dalla patina, specie al rovescio, che rende più affascinante il pezzo. Queste che ho elencato sono solo piccole ma importanti peculiarità tecniche tipiche della monetazione Borbonica; caratteristiche che la distinguono tra le più ostiche e intriganti, senza contare l’aspetto menzionato dal buon Genny. Continua così, sei sulla buona strada! Se posso esserti utile in qualche maniera nei futuri acquisti, anche solo con un piccolo parere, considerami a tua disposizione. Fabrizio
    2 punti
  10. Alcune medaglie sono già state postate in altre discussioni, ma questa è specifica come da titolo, e come solito cerco di mantenere una cronologia. 1785 LUIGI MARCHESI (MILANO 1784 - INZAGO 1829) fu uno degli ultimi celebri cantanti chiamati musici o sopranisti o cantanti evirati o castrati, la sua voce di eccezionale duttilità, indulgeva a virtuosismi vocali più acrobatici, suscitando l'entusiasmo del pubblico nelle migliori città italiane, la sua carriera fu molto rapida e nel 1775 cantò a Milano nel Teatro Ducale, e nel 1780 al Teatro Alla Scala. Ricercato e acclamato a Torino, Venezia, Trieste e nei principali Teatri d'Europa. D/ ALOYSIVS . MARCHESIUS . MEDIOL . CANTOR . EXIM . - Busto a destra con lunghi capelli raccolti dietro a treccia. In piccolo A. GUILLEMARD F. ( splendido ritratto ) R/ BENE MERENTI - Nel campo una lira attorniata da rametti di quercia, appoggiata su una mensola, sotto COLLEG MUSIC . MEDIOL . MDCCLXXXV BRONZO, mm. 43 Riferimenti: MEDAGLIA n. 11 edizioni s. johnson - Interessante articolo di Cesare Johnson a pag. 10-11-12-13-14-15-16 MEDAGLIE DI ARTISTI DI CANTO COLLEZIONE E. MATTOI DI MILANO 1906, n. 3 Medal of ACTOR, SINGERS & DANCERS, Spink & Son Ltd. n. 348
    1 punto
  11. https://www.catawiki.com/en/l/62984081 Ebbene si, anche sulle aste online è arrivato!
    1 punto
  12. Buonasera a tutti i lamonetiani. Ultimamente mi sto appassionando alla monetazione napoletana e, dopo una prima fase "teorica" durante la quale mi sono limitato a scrutare un po' di storia e aneddotica varia, tra questa interessante sezione e cataloghi, ho deciso di rompere gli indugi e passare alla prima moneta. Millesimo comunissimo ma mi è piaciuta sin da subito per i pochi difetti caratteristici e per il suo aspetto in generale. Cosa ne pensate?
    1 punto
  13. Un notevole esemplare con al diritto la protome di leone inconsuetamente completa a centrata nel tondello . E' una delle prime dracme del Focei di Elea, che sarà il 31 Ottobre in vendita Lansky&Lambert 5 al n. 11 .
    1 punto
  14. Ciao Davide A mio avviso,come detto in altre discussioni,lo slab non può essere indice sicuro,daltronde abbiamo visto quanti falsi sono stati imprigionati. In tal caso,non ne parliamo proprio😁. Vederla dal vivo e basta,altro che slab. 😁
    1 punto
  15. Le foto sembrano di monete diverse, comunque autentiche Certo è una moneta da vedere in mano prima di acquistarla
    1 punto
  16. Potrebbe essere un liard a la Croisette Francesco I di Francia... Molte sono le monete con la F coronata... il retro aiuterebbe, ma...
    1 punto
  17. Tolti gli esemplari in rame, le prove del 1806 in oro e argento sono esemplari pressoché introvabili e che hanno avuto sempre avuto grande interesse collezionistico. Sul Luppino credo siano tutti indicati come R5.
    1 punto
  18. Vabbè guadagnare Ma nessuno è fesso e tantomeno chi ha molti soldi. Oltretutto le Napoleonidi sono di nicchia cioè da Numismatici con la N maiuscola.
    1 punto
  19. Dagli scavi per costruire la nuova Pediatria affiora un'antica città. C'è anche la sepoltura di un bambino Il passato si intreccia con il futuro nel cantiere della nuova Pediatria, all'interno dell'ospedale universitario. Proseguono a pieno ritmo le indagini archeologiche preliminari alla costruzione del nuovo edificio, sul sedime della ormai demolita ex palazzina di Pneumologia. Lo scavo, iniziato lo scorso aprile, ha già dato i primi frutti. Sono venuti alla luce una serie di resti di edifici a carattere produttivo, una strada e il tracciato di un corso d'acqua. Poco distante dal canale, inoltre, è stata rinvenuta un'inumazione infantile. La scoperta fotografa il settore orientale di una città antica, corrispondente al suburbio, ovvero una zona alle porte del centro che tende ad espandersi in modo più o meno ordinato. A capo dell'intervento c'è la Soprintendenza, diretta da Fabrizio Magani, che ieri ha diffuso le analisi archeologiche. Mercoledì scorso, invece, il direttore generale dell'Azienda Giuseppe Dal Ben, ha visitato il cantiere. Gli scavi sono condotti dalla ditta Malvestio Diego & C. snc di Concordia Sagittaria (Venezia), con il coordinamento sul campo del dottor Gaspare De Angeli. Il telerilevamento con droni è a cura della ditta Archetipo. LE CRITICITÀ «La costruzione dell'ex Pneumologia, che aveva un piano interrato e una fitta rete di sottoservizi - spiega Cinzia Rossignoli, funzionaria archeologa di zona della Sovrintendenza - aveva comportato profondi sbancamenti, raggiungendo in alcune zone la stratigrafia alluvionale naturale, e in generale causando una forte frammentazione della stratigrafia archeologica ancora intatta». Si è andata così a perdere la cosiddetta sequenza archeologica. «Ci siamo trovati davanti una situazione molto complessa - chiarisce l'esperta - soprattutto per la difficoltà di raccordare tra loro dati così frammentati, anche a causa del fenomeno diffuso delle spoliazioni di epoca medievale e rinascimentale per recuperare il materiale da costruzione, qui estesamente attestato. Nonostante questo, i primi risultati delle indagini stanno aggiungendo dati significativi». IL QUADRO Uscendo dai confini del cantiere e allargando lo sguardo all'intera area compresa tra l'attuale Pediatra e la Clinica Ostetrica, negli anni Duemila è stato scoperto un insediamento con canalizzazioni agrarie per coltivazioni, databile tra la tarda età del Ferro e l'età di romanizzazione (III/II-I metà I sec. a.C.), seguito in età romana imperiale da necropoli e da insediamenti a carattere artigianale/produttivo. «La peculiarità - ammette Rossignoli - è proprio la compresenza tra necropoli e attività produttive. Un aspetto inedito». In effetti, nel 2016, accanto a Oncoematologia erano emersi due scheletri. Prendendo in considerazione solo l'area della futura Pediatria, però, il primo dato da evidenziare è l'assenza di sepolture sistematiche. Ciò significa che lì non c'era una necropoli. L'unica eccezione, in un punto marginale del cantiere, è proprio quella dello scheletro di un infante. Un bimbo che, forse, se fosse nato oggi, sarebbe sopravvissuto grazie alle scoperte della medicina. «E' stata poi accertata la presenza di un corso d'acqua, scorrente in senso ovest-est lungo tutta la fascia settentrionale del cantiere, attivo in età preromana - precisa Rossignli -. Sulla sponda meridionale è comparsa una strada. Su entrambi i lati si affacciavano strutture murarie, di cui rimangono tracce di fondazioni, probabilmente magazzini o edifici produttivi per attività che necessitavano dell'uso del fuoco e un'agevole commercializzazione dei prodotti. Per quanto riguarda l'area ovest del cantiere è stato recentemente messo in luce un edificio di ampie dimensioni a pianta quadrangolare, suddiviso in vani, con massiccia presenza di prodotti di combustione (carbone, cenere), piccoli fornetti e alcuni drenaggi localizzati di anfore, che venivano collocati sotto i piani di calpestio con lo scopo di deumidificare e bloccare eventuali risalite dell'acqua di falda». Insomma, c'è ancora da capire. «Gli studi non sono finiti, le ricerche sul campo continueranno attraverso lo scavo manuale e una documentazione minuziosa, anche con l'ausilio di tecnologie avanzate come ortofotopiani, sorvoli con drone, consulenze e prelievi per analisi specialistiche - conclude Rossignoli -. Non si segnalano, al momento, manufatti di particolare rilievo funzionale o in stato di conservazione più che frammentario, comprese le anfore utilizzate a scopo di bonifica. I reperti mobili verranno in ogni caso, come di prassi, classificati e studiati al fine di ottenere una puntuale datazione delle fasi del sito». L'analisi delle dinamiche idrografiche ha richiesto la consulenza specialistica del geoarcheologo Claudio Balista, mentre per le analisi sui resti inumati è intervenuta Lisa De Luca, antropologa fisica. https://www.ilgazzettino.it/nordest/padova/citta_antica_scoperta_scavi_ospedale_padova_nuova_pediatria_news_archeologia-6989060.html
    1 punto
  20. Ciao! ... e si, ne hai combinata proprio una bella!!!!! Complimentoni. Non so se il Meneghetti avesse degli "alias" saluti luciano
    1 punto
  21. Mi piacciono le banconote portoghesi, anche se, nella mia personalissima classifica, "davanti" ci sono Italia, Francia e Spagna a livello europeo arrivano quarte. Fuori dal podio ma sempre apprezzate.
    1 punto
  22. PS: se qualcuno vede una Z è in errore, perché è una N (per Nord).
    1 punto
  23. UBIEGO Ti ringrazio per la puntuale classificazione della moneta che condivido pienamente e del tempo che mi hai dedicato. Hai scritto tredicesimo secolo ma sono convinto pensassi al quattordicesimo. Capita spesso anche a me di confondere le date. Il mio messaggio è chiaramente provocatorio perché conosco abbastanza bene l’argomento. In realtà, mi sarei aspettato da chi ci segue una lettura più approfondita della moneta. Ma riconosco che quella del Senato Romano è una monetazione indigesta ai più, compresi addetti ai lavori e commercianti, e di scarso interesse per i collezionisti (a parte le monete grosse in argento). E contavo sulla partecipazione di forumisti di vecchia data che negli anni passati hanno contribuito alla stesura di interessanti discussioni in oggetto. Forse si sono allontanati per vari motivi, come me del resto. Questo è quanto. Questa tipologia di quattrino è rarissima. Le legende sono inverse contrariamente alla norma e lo stile delle incisioni insolito. Per queste prerogative esistono motivazioni concrete sulle quali si potrebbe scrivere qualcosa. Nulla, riguardo a una moneta, è a caso. In letteratura è censita solamente nel CNI n. 278 e di conseguenza anche nel Muntoni n. 76. Manca in Serafini. Torno in letargo. Cari saluti a tutti A.S.
    1 punto
  24. Ciao È originale e non ha valore numismatico. Saluti
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  25. Per evitare di andare fuori tema rispetto a quello che è l'obiettivo di questa discussione, segnalare e recensire libri di cartamoneta, ti consiglio di aprire una nuova discussione in merito ai tuoi dubbi in modo tale che possano intervenire tutti gli utenti del forum dando il loro contributo e ti assicuro che avrai tante risposte interessanti ed esaurienti. Comunque alcune risposte le puoi trovare anche nel sito segnalato dell'emissioni della Banca d'Italia. Per quanto riguarda il progetto è "semplicemente" cercare di raccontare le banconote inquadrandole nel loro contesto storico, economico, sociale e culturale ed analizzandone il loro aspetto artistico, figurativo ed allegorico senza tralasciare, laddove sia possibile, aneddoti e curiosità. Ci vorrà tempo, studio, ricerche e tanto impegno. Attendo la tua nuova discussione Saluti numys
    1 punto
  26. MAST è un libro pubblicato dalla società Tradart che presenta alcune monete che la società ha venduto ai suoi clienti.
    1 punto
  27. La moneta è bella e piacevole, ma parecchie imperfezioni penalizzano. Non capisco se è l'inclinazione della moneta , ma ad ore 7 del dritto mi sembra di vedere un colpo sul bordo. A mio parere sul BB/SPL.
    1 punto
  28. Il profilo dell'aereo in alto è quello di un F-35, e ciò lo trovo di cattivo gusto. Non per le note (e in maggior parte inutili) polemiche tecniche su questo velivolo fatte in Italia tempo addietro ma perchè a simboleggiare l'Aeronautica Militare Italiana ci sarebbe stato molto meglio un caccia europeo di concezione anche italiana, per la precisione il Typhoon. Ma va bene così... è anche questo un piccolo simbolo dei tempi disgraziati che ci toccano. Non ne risultano in programma, è improbabile.
    1 punto
  29. Cinquina ,metà 13 secolo. Valeva 5 denari paparini nel patrimonio di s Pietro(Viterbo. E 4 provisini a Roma). Non proprio comuni. Oltre a questa tipologia c è quella col leone col muso di fronte.mai visti in condizioni bb o meglio.hanno circolato molto. Fino probabilmente all inizio del 15secolo
    1 punto
  30. @Arco Buonasera Arco, come ha detto Lorluke, questa medaglia può avere un mercato presso coloro che raccolgono quanto attiene al regime fascista, basta visitare una Mostra/Mercato di "Militaria" per vedere quante riproduzioni di medaglie, stemmi ecc. di quel periodo, realizzate in genere in lega povera, siano venduti su parecchi banchi. Non la cederei pertanto a peso ad un "Compro oro", ma cercherei appunto di venderla per quello che è. Piuttosto, noto che la medaglia tramutata in ciondolo non è in buone condizioni : ci sono innumerevoli tacche sul volto del duce, forse è stata appesa a lungo ad un portachiavi, non trovo altre spiegazioni per tutti quei segni, e questo ne limita sicuramente il valore commerciale. Comunque tenterei : venderla a peso dell'"oro vecchio" ti sarà sempre possibile. Un saluto cordiale. @lorluke
    1 punto
  31. Nella tesi di Brousseau, consultabile online, sono censiti i seguenti esemplari: a) Naville, 16, 1933, 201 b) Locker-Lampson, 25 c) J. Hirsch, 30,1911, 203
    1 punto
  32. un santo dovrebbe essere Serafino da montegranaro. l'altro non lo so (S.I LEG) qualcuno mi aiuta? grazie e ciao
    1 punto
  33. 1 punto
  34. Il "regalo di compleanno" a Putin, l'esplosione al ponte di ponte di Kerč (che secondo le balle russe sarebbe stato provocato da un camion-bomba) è stato effettuato "dal basso", forse da un barchino esplosivo o più probabilmente con pignatte piazzate da un commando di marines, o un misto dei due. La ritorsione russa dalle prime ore del 10 ottobre e nelle 24 successive con una serie di strike è stata eseguita con missili da crociera lanciati da bombardieri e navi, e droni kamikaze di produzione iraniana. Hanno colpito bersagli in tutta l’Ucraina (*). Due elementi importanti dal punto di vista tattico e strategico: - Non controllando lo spazio aereo ucraino, per azioni di una certa rilevanza la Russia deve necessariamente attaccare con missili stand-off (che permettono di colpire da distanza di sicurezza) o con munizioni circuitanti (droni kamikaze) . Ma il lancio di una trentina di missili da crociera in un giorno non va preso come indicatore di buone scorte degli stessi: è una cifra abbastanza elevata per gli standard russi degli ultimi 2 mesi ma dev'essere rapportata al ridotto impiego di questa categoria armi nelle 2/3 settimane precedenti. Inoltre, una buona parte è costituita da Kh-22 antinave risalenti agli anni '80, il cui lancio da parte dei Tu-22 contro bersagli terrestri fin da aprile non ha dato grandi risultati in termini di precisione. - L'uso di UAV spendibili si conferma (anche dopo episodi come gli attacchi dei guerriglieri Huthi contro Arabia Saudita ed EAU e la guerra nel Nagorno-Karabakh) tatticamente molto efficace, soprattutto nell'eliminazione o danneggiamento di infrastrutture non rinforzate come quelle industriali, stradali ed energetiche o gli edifici civili, con costi finanziari e operativi ridotti rispetto all'impiego dei più costosi e pochi missili da crociera. In conseguenza di ciò aumenta l'importanza delle fornitura di sistemi C-RAM (mitragliere da difesa di punto, ottimizzate proprio per il contrasto di minacce come UAV/UCAV, razzi e missili di certe categorie) nella prossima tornata di aiuti militari. E ora? Visto che lo ZIO VLAD non riesce a fermare l'avanzata ucraina c'è da aspettarsi che giochi la carta del suo fido sottoposto Lukashenko: una discesa in campo della dipendenza bielorussa in sè non è un gran problema militare, il vero problema è che aprirebbe il fronte di un attacco da nord (ovviamente con unità anche russe) che alleggerirebbe la pressione ucraina a est e sud. (*) Un attacco su larga scala sull'intero territorio a infrastrutture strategiche (centrali elettriche e siti industriali) presenti all'interno o nelle periferie di oltre 20 città, nonchè a edifici militari o dalla presunta presenza di personale militare, diplomatico e dei servizi segreti, e a Kiev anche di bersagli civili. C'è stato un attacco contemporaneo su almeno 3 direttrici eseguito con missili da crociera 3M-14 Kalibr, di cui 10/12 lanciati da corvette classe Steregushchiy in navigazione nel Mar Nero, da 15/20 Kh-22, Kh-101 e Kh-555 lanciati da una dozzina di bombardieri Tu-22, Tu-95 e Tu-160 in volo rispettivamente sull'area di Bryansk, Kransodar/Rostov e sulla zona caspica. Sono stati usati anche 20/25 UAV spendibili iraniani Shahed-136 lanciati a ridosso dei confini settentrionali dell’Ucraina e dalle aree controllate dai russi. Dalle stesse aree, in particolare dal Donbass e dal confine nordorientale ucraino, sono stati lanciati circa 15 missili balistici Iskander e Tochka, salve di razzi dei sistemi Tornado-S e qualche missile superfice-aria S-300, che negli ultimi mesi i russi hanno provato a usare con scarsi scarsi risultati contro obiettivi terrestri. A quanto pare alcuni degli Shahed-136 per colpire Leopoli e obiettivi situati nell’area occidentale dell’Ucraina sono stati lanciati dalla Bierlorussia. Secondo una prima analisi sono stati colpiti almeno 30/35 obiettivi, attacco nel complesso di una certa efficacia portato con un insieme di sistemi che ha in parte sovraccaricato l'efficiente contraerea ucraina.
    1 punto
  35. MARIA TAGLIONI BALLERINA di STOCCOLMA (1804-1884) Fu celebre ballerina, la prima esibizione al teatro "LA SCALA" avvenne nel 1841, altre seguirono con enorme successo. D/. Testa della Taglioni col capo cinto da ghirlanda di rose. Metallo bianco, mm.43,8 - Autore LUIGI COSSA - Zecca di Milano. Rifer.: A. TURRICCHIA Il Regno Lombardo-Veneto attraverso le medaglie, vol.II n.340 CARSTEN SVARSTAD Medals of ACTORS, SINGERS & DANCERS n.425
    1 punto
  36. Ciao a tutti. Per gli amanti della monetazione ostrogota segnalo un interessantissimo articolo di Michele Asolati relativo alle monete alto imperiali contromarcate XLII e LXXXIII Nuove scoperte sulle monete bronzee d'età imperiale con contromarche XLII e LXXXIII, in Percorsi nel passato. Miscellanea di studi per i 35 anni del Gr.AVO ei 25 anni della Fondazione Colluto, a cura di A. Vigoni, Rubano (PD) (L'Album 22), pp. 253-265 -> PDF qui su academia . edu Su academia . edu era anche presente anche un altro articolo di M. ASOLATI: Una moneta ostrogota contromarcata e la sequenza delle emissioni anonime da 40 e da 20 nummi, in Traces of Complexity. Studi in onore di Armando De Guio / Studies in honour of Armando De Guio, a cura di L. MAGNINI, C. BETTINESCHI, L. BURIGANA, Mantova 2021, pp. 361-372 (ISBN 978-88-99547-52-3) ma ora si trova solo una versione editata dall'autore. Allego immagine esemplificativa della questione: Se n'era già parlato moooolto tempo fa qui e, più recentemente anche qui
    1 punto
  37. 1834 FESTEGGIAMENTI A MILANO DI MARIA FELICITA MALIBRAN GARCIA CANTANTE LIRICA (PARIGI 1808-MANCHESTER 1836) La sus voce aveva un'estensione prodigiosa e un timbro caldo ed espressivo, morì a soli 28 anni per i postumi di una caduta da cavallo. Bronzo, mm 43,8 - incisore VITTORIO NESTI RIFER.: A. TURRICCHIA IL REGNO LOMBARDO-VENETO ATTRAVERSO LE MEDAGLIE n.217 COLLEZIONE MATTOI n.27
    1 punto
  38. Nonostante i rilievi siano ben presenti, la moneta mostra molti segni da circolazione, personalmente la giudicherei BB+.
    1 punto
  39. Non proprio, e mi spiego meglio. Alcune tipologie di banconote emmese sin dall'inizio del secolo scorso, tipo le tue tanto per capirci, hanno numeri di serie composti da lettere e numeri o da soli numeri. Il tuo biglietto da 100 Pesetas del 1928 è stato emesso sia con il numero di serie avente la lettera A all'inizio che " sin serie" cioè composto da soli numeri. In questo caso il valore della banconota aumenta, ed anche di molto, un sin serie fior di stampa ha un valore di catalo di 200 euro mentre un serie A arriva a 35. Ma come ti ho detto non sono tutte così, ad esempio i biglietti da 500 e 1000 Pesetas, sempre del 1928 sono tutti emessi sin serie, mentre quelli da 25 e 50 hanno tutti la lettera A. Non mi chiedere il perchè... In Italia le numerazioni delle serie sono diverse rispetto alla Spagna, ma anche qui, a seconda del periodo storico ( antiche banche, Regno, Repubblica etc.) possono essere composte da soli numeri o da lettere e numeri, ma comunque per ogni tipologia mai in modo misto, come ad esempio i tuoi 100 Pesetas. Spero di esserti stato di aiuto. Hasta pronto
    1 punto
  40. I CINQUE FRATELLINI Un bel mattino di tardo settembre di qualche anno fa, aprendo la finestra e guardando in giardino, mi colpì la presenza di uno strano oggetto che se ne stava nel mezzo del prato. Mi avvicinai circospetto per accorgermi subito che si trattava di una di quelle casette che avevo sparso su alcuni alberi per agevolare gli uccellini a fare il nido. Unità abitativa standard. Nel sollevarla mi accorsi che era abitata, ma non da qualche uccellino, bensì da un gruppetto di piccoli ghiri che, tanto per essere fedeli al loro nome “ronfavano della grossa”. Nemmeno la caduta dall’albero li aveva messi in allerta: eppure, per essere precipitata, la casetta doveva essere stata “attaccata”, probabilmente, da qualche animale notturno (un rapace, una martora,…?) che aveva catturato i genitori e, nella lotta, aveva divelto i sostegni. Presi e infilati nella gabbietta per uccelli, li portai in casa e telefonai al veterinario per avere un’idea di come nutrirli, ma non ebbi risposta: non rientrano negli animali domestici. Così, con una ciotola d’acqua e con qualche ghianda e qualche castagna recuperate nel prato ed un pezzetto di mela li lasciai per la notte in cucina chiusi nella gabbietta. Al mattino, la sorpresa: la gabbia era vuota e loro erano sparsi (addormentati tanto per cambiare) per tutto il locale. Chi dormiva nel cesto della frutta, chi nel piccolo paiolo fra olio e aceto, chi di qui chi di là. Erano così piccoli che erano usciti agevolmente attraverso le pur strette sbarre della gabbietta. A questo punto, dopo averli recuperati tutti, infilai la gabbia degli uccelli in quella per il trasporto mici in modo da creare un doppio sbarramento. La cosa funzionò e per rimanere il più fedele possibile alle loro necessità invernali, posi “le gabbie” appese al muro fuori sotto il portico nella speranza di vedere se un genitore si sarebbe fatto vivo. Passarono i giorni, la gabbietta si arricchì di una ruota per fare ginnastica, di un tubo dove infilarsi tutti insieme e di un nido in legno riempito di paglia per il riposo dei giusti. Genitori non se ne videro e i piccoli crebbero. Se pensate che i ghiri dormano come gli orsi di un letargo di alcuni mesi siete sulla strada sbagliata. Loro hanno un letargo simile a quello degli scoiattoli e cioè: si dorme tutto il giorno, ma alla notte si fa baldoria. Dopo tutto coi loro occhioni grandi e scuri loro sono animali prettamente notturni. Verso le ventidue si svegliavano e via fra una sgranocchiata e l’altra, via a correre come matti sulla ruota (se vi avessi attaccato un alternatore, avrei potuto tenere accesa una lòampadina!). Il divertente era che ci stavano solo in quattro e che, il quinto stava aggrappato all’esterno finendo spesso per partire per la tangente e spiaccicarsi sul fondo della gabbia. Questo però, non lo scoraggiava e risaliva sulla giostra pronto per volare di nuovo a faccia in giù. Così tra un gioco e l’altro, una sgranocchiata di castagne, ghiande e frutta varia (si sono mangiati anche un avocado!) e tante belle dormite è passato l’inverno. Le prime gemme stavano sbocciando e la Primavera scaldava i motori per cui decisi che non potevo più rimandare la liberazione nel fitto del bosco. Così a malincuore mi avviai coi miei, ormai vecchi amici, verso il profondo della foresta dove li liberai. Per un attimo rimasero interdetti e mi osservarono con sguardo interrogativo. Poi il richiamo della natura ebbe il sopravvento e, in men che non si dica, sparirono fra i rami deli alberi. Buona fortuna, piccolini!
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  41. CICCIO Non ricordo se da qualche altra parte vi ho già parlato di Ciccio. Ad ogni modo, mi sembra che la sua storia sia adatta a questa discussione. Ciccio “il riccio” si presentò una mattina di ottobre caracollando in giardino con fare stranito. Attirò subito la nostra attenzione perché il riccio è un animale prettamente notturno ed il fatto che se ne andasse in giro in pieno giorno era un’anomalia che, di solito, denota la presenza di problemi. Ad un primo controllo risultò avere una zampina rotta, ma c’era di peggio: aveva profondi tagli al collo e alla testa, al solo spostare i suoi aculei si aprivano ferite sanguinanti e ribollenti di larve di mosca carnaria ed era letteralmente ricoperto di zecche. Probabilmente, dato che spesso si infrattano sotto mucchi di foglie, era stato sorpeso da un "tagliaerba a filo" condotto da un maldestro giardiniere che, forse, non s'era neppure accorto di averlo ferito. Poterlo aiutare si presentava come una “mission impossible”, ma questo non ci fece esitare un solo momento. Con acqua tiepida ripulimmo le ferite rimuovendo tutte le larve, tamponammo i tagli con polvere antibiotica e lo sistemammo in una gabbietta in modo che non potesse muoversi troppo per non danneggiare ulteriormente la zampina rotta. Nonostante la letteratura lo desse per “spacciato” per le ferite alla testa, dimostrava di avere appetito così le scatolette dei gatti furono per lui un succulento pasto condito con una cefalosporina di seconda generazione di cui avevamo un campione in casa. Una confezione inutile perché scarsa per noi umani, una scorta infinita per un animaletto selvatico come lui. L’antibiotico per via orale si dimostrò anche un ottimo antiparassitario: nei giorni successivi (e per un paio di mesi) raccogliemmo ogni mattina attorno alla gabbietta da dieci a venti zecche passate a miglior vita (alla fine ne contammo più di trecento). Per farla breve, cercando di non eccedere con la dose quotidiana e osservando una settimana tra un ciclo e l’altro, gli somministrammo ben cinque cicli di cinque giorni di antibiotico prima di vederlo di nuovo in forma. Nei primi tempi fu anche sottoposto a bagnetti con qualche goccia di candeggina (unico modo per pulire a fondo la pelle ricoperta di aculei e… zecche) e poi con funzione riabilitativa per la zampina cui alla fine dovemmo pure tagliare le unghiette perché, non usandola, gli erano cresciute a dismisura e non riusciva a camminare bene. Non mancarono uova e latte e passeggiatine sul prato durante l'inverno. Ovviamente, tenendolo al riparo nel garage, per quanto con temperatura inferiore rispetto al resto della casa, non poté andare in letargo, ma in primavera si presentò all’ultima passeggiata in piena forma e pronto per essere liberato. Così, dopo un’ultima grattatina propiziatoria, libero da parassiti e con la pancina piena, fu messo in un piccolo recinto in un angolo del prato dove speravamo rimanesse per qualche giorno prima di tornare nel bosco. Al mattino, però, il richiamo della natura gli aveva dato la forza per scavalcare la rete e non lo vedemmo più. Buon viaggio Ciccio, noi speriamo sempre di rivederti (o di vedere un tuo discendente...) indaffarato a frugare nel piatto degli avanzi illuminato da una bella luna. Ciccio nella base della gabbietta durante pulizia e rifornimento. Ciccio in esplorazione durante una passeggiatina. "Adoro l'aroma del muschio!"... Ciccio qualche giorno prima di tornare libero. La "grattatina" propiziatoria...
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  42. Grazie a gli amici LAMONETIANI che hanno raccolto l'invito di partecipare alla discusione. 1817 Teatro lirico SAN CARLO di Napoli, La medaglia del 1817, anno che ricorda la ristrutturazione dopo l'incendio dell'Architetto Nicolini come appare nella medaglia. Ricordiamo che il SAN CARLO è il piu antico teatro lirico d'Europa fondato nel 1737. Bronzo, mm. 3,7 circa - Autore BRANDT
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  43. 1800 - Joseph Haydn Traduco il testo sulla medaglia: Omaggio a Haydn, da parte dei musicisti che hanno eseguito l’oratorio “La creazione del mondo” al teatro Des Arts l’anno IX della repubblica francese, ossia 1800. ø55mm - bronzo, 90.8g Della medaglia esiste un riconio eseguito nel 1970 e marcato su taglio con cornucopia e “bronze 1970”. Questa è la medaglia originale coniata nel 1800. Viene commemorata la prima esecuzione a Parigi, il 24 dicembre 1800, del capolavoro di Haydn creato a Vienna nell’anno precedente. Napoleone Bonaparte aveva assistito al concerto dopo essere scampato a un attentato mentre si recava al teatro. Gli attentatori, monarchici, avevano posto una bomba (esplosivo e rottami metallici) su una carretta sul lato della via Saint-Nicaise. Per un errore di comunicazione la miccia era stata accesa con ritardo, inoltre il cocchiere vide il fumo e mise i cavalli al galoppo riuscendo a girare l’angolo della strada prima dell’esplosione. Si contarono 22 morti e un centinaio di feriti, Napoleone e Josephine arrivarono a teatro illesi e non cambiarono il programma della serata. Il Teatro Des Arts era stato inaugurato nel 1793 e dal 1794 era diventato sede dell’Opera. Venne demolito nel 1820 dopo che il duca di Berry era stato assassinato uscendo da uno spettacolo. Il duca era nipote del re, figlio del futuro Carlo X ed era l’unica persona che poteva continuare la dinastia dando un erede alla famiglia reale. Luigi XVIII ordinò di demolire il teatro per erigere al suo posto un tempio espiatorio. I lavori del tempio vennero poi interrotti con la rivoluzione del 1830, e nel 1835 l’edificio demolito a sua volta per fare posto all’attuale piazza Louvois.
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  44. 1499 GIANGIACOMO TRIVULZIO (1441-1518) Maresciallo di Francia dal 1499 D/ IO IACOBVS TRIVVLS . MAR . VIG . FRA MARESCALVS . - Busto laureato a sinistra con corazza, agli angoli lo scudo dei Trivulzio,la ruota del sole, lo stemma dei Visconti col biscionee lo scudo con tizzoni e secchie, impresa viscontea. R/ 1499 / EXPVGNATA ALEXANDRIA : DELETO EXERCITV : LVDOVICUM . SF . MLI DVC EXPELLIT . REVERSVM . APVD NOVARIAM STERNIT CAPIT La medaglia commemora al conquista di Alessandria, e la cattura di LUDOVICO IL MORO a Novara. Medaglia quadrata attribuita dal LOMAZZO al CARADOSSO. Bronzo, mm. 44,5x45 Rif. BARGELLO n. 139
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