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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/18/22 in tutte le aree
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Forse è il nominale più comune del Vicereame questa tipologia di 3 Cavalli per Filippo III , ma ci ho messo tanto a trovarne uno che mi piacesse .5 punti
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Datazione e zecca delle emissioni romano-campane sono oggetto di ampio dibattito direttamente connesso alla vexata quaestio dell'introduzione del denario. In merito al didramma in questione, riporto la scheda a suo tempo inserita da @L. Licinio Lucullo con i link per chi volesse approfondire, incluso quello alla discussione sull'opera di Coarelli "Argentum signatum" che propone ipotesi per la datazione e la zecca di provenienza differenti da quelle "mainstream". Bellissime le immagini dell'elmo frigio da cerimonia. P.S. esemplari di questa moneta ricorrono abbastanza spesso nelle principali aste3 punti
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Ciao a tutti! Più volte si è detto che le monete papali, in particolare quelle di epoca barocca, costituiscano per la pregevolezza e la varietà delle incisioni, un vero e proprio documento vivo dell'epoca. Un aspetto particolare è costituito dalle rappresentazioni architettoniche di monumenti, piazze, edifici, che costellano molte monete pontificie e che, riportate su tondello dai grandi maestri incisori dell'epoca, possano essere considerate delle vere e proprie "foto metalliche" del passato. Apro questa discussione su un'idea di Fabrizio @ilnumismaticocon l'intento di presentare monete la cui iconografia possa essere confrontata con altri documenti d'epoca, in particolare stampe, litografie, dipinti e acqueforti per trovare un parallelismo tra quanto riportato in moneta e quanto riprodotto con i metodi più tradizionali del tempo. Scopriremo insieme come le monete siano davvero un'istantanea di ciò che è stato e che ora spesso non è più! Partiamo! Volendo parlare di monete papali e monumenti, non posso non partire se non dal più iconico e famoso monumento della cristianità: Innocenzo XI (1676-1689), PIASTRA (Munt 38): al R/ il prospetto della Basilica di San Pietro. Su questa meravigliosa piastra, opera di Giovanni Hamerani, si può ammirare la facciata della Basilica Vaticana eretta tra il 1607 e il 1614 da Carlo Maderno sotto il pontificato di Paolo V Borghese (1605-1621). La legenda PORTAE INFERI NON PREVALEBVNT (Le porte dell'inferno non prevarranno), fanno riferimento al fatto che Innocenzo XI fu animatore della "Lega Santa" che portò alla liberazione nel 1683 di Vienna, assediata dai Turchi. Il Papa, mettendo in moto tutta la diplomazia pontificia, cercò di promuovere una grande Lega contro la potenza musulmana, ma riuscì solo a concludere una lega tra Impero e Polonia e ad ottenere contributi in denaro dagli Stati italiani; anche i cardinali si quotarono per ingenti somme e fecero oblazioni perfino delle argenterie personali. Per la guerra ai Turchi, la Camera Apostolica durante il pontificato di Innocenzo XI, inviò all'Imperatore oltre 5 milioni di fiorini. Ecco la piastra e a confronto lo stesso prospetto in un acquaforte del 1724.2 punti
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Dopo la morte di Galerio nel 311, il suo Cesare, Massimino II, che aveva dichiarato lui stesso Augusto l'anno precedente, prese il controllo dell'Asia Minore e del Levante. A quanto pare persecutore della minoranza cristiana (Lactant De mort pers 36-49,...... Euseb Hist Eccl 9), fu costretto sotto i dettami del editto di tolleranza a sospendere le persecuzioni. Ma le ambasciate di varie città ora sotto il suo controllo, tra cui Nicomedia e Antiochia, richiesero che in nessun modo i cristiani potessero continuare a vivere nelle loro città e distretti. Antiochia arrivò al punto di erigere una statua di Zeus Philios, il cui oracoli condannavano i cristiani (Euseb. Hist. Eccl., Op. Cit.). Incoraggiato da questa apparente ondata di sostegno popolare, Massimino personalmente nominò sacerdoti pagani e inviò copie di un documento relativo alle memorie di Ponzio Pilato (cfr Euseb. Hist. Eccl., 2.2). Ma forse temendo ripercussioni da Costantino e Licinio , Massimino inaspettatamente pose fine alle persecuzioni nel dicembre 312. A seguito della sua sconfitta da parte di Licinio nell'aprile del 313, Massimino proclamò la restituzione dei beni e privilegi ai suoi sudditi cristiani . Questo non ebbe , tuttavia, l'effetto desiderato, per il luglio o agosto dello stesso anno, dopo essere stato nuovamente sconfitto da Licinio, Massimino morì a Tarso. Da questi eventi registrati da Eusebio, è chiaro che la persecuzione di Massimino non era una precisa richiesta dalla politica imperiale, ma dalle città stesse, la cui ricchezza e l'economia dipendeva dal mantenimento delle attività religiose pagane locali, che comprendeva oracoli, santuari, giochi e feste, sui cui Massimino faceva affidamento per la riscossione dei tributi. Data questa situazione, è facile capire perché Massimino acconsentì a perseguitare il segmento cristiano della popolazione locale. Le questioni civiche di Nicomedia, Antiochia, Alessandria riflettono l'accordo politico tra l'imperatore e le città. E dopo questa premessa, ecco la protagonista di questo post 😬 R/ APOLLONI SANCTO Apollo stante a sinistra suona la lira. SMA in esergo, Iota in campo destro. D/ GENIO ANTIOCHENI Tyche seduta su una roccia, ai suoi piedi il Dio Fluviale Oronte a braccia aperte.2 punti
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Opps (l'età, la vista che cala, la mente che vacilla e la memoria che svanisce)... rimedio con un altro 2 Lire:2 punti
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Se non sbaglio la più piccolina non è ancora apparsa nella discussione. Provvedo...😉 Vittorio Emanuele II 1 Centesimo 1867 M. in discreto stato di conservazione2 punti
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L'episodio raccontato da @Pacaziano mi ha fatto tornare alla mente l'acquisto di questo gadget turistico. Mi sorprende che siano già passati 11 anni dal mio viaggio a Parigi ma, evidentemente, la data non mente... Al tempo collezionavo solo gli euro che trovavo in circolazione ma posso assicurare che ero già un grande appassionato della storia di Napoleone. Il gadget in questione fu acquistato dai miei genitori durante la nostra visita all'Hôtel des Invalides, dove ebbi modo di osservare la monumentale tomba del Bonaparte. Fu un'esperienza straordinaria!2 punti
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Sempre tenendo conto che stiamo giudicando una foto, per me è genuina. La profonda spaccatura è un saggio antico per vedere se era suberata. Arka Diligite iustitiam2 punti
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Per me si. Le legende per lo più non erano corrette ma diciamo che gli assomigliavano (non serviva la precisione nella legenda, la maggior parte della popolazione era analfabeta) Non sono un esperto di falsi, ma l'argento utilizzato era sicuramente di lega più scadente e/o di peso scarso. Considera che verificare la purezza dell'argento impiegato era molto difficile (a differenza dell'oro) ed il solo modo conosciuto all'epoca consisteva col procedere con la coppellazione come nel processo di raffinazione del metallo. Ecco perché la zecca emittente (Venezia in questo caso) era la garanzia che l'argento fosse della purezza dichiarata (in questo caso quasi il 100%). Diverso il tema dei falsi in oro più facilmente individuabili2 punti
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Contribuisco anche io con un souvenir comprato – se la memoria non mi inganna – durante il mio primo viaggio a Roma, estate 1997 e anni cinque. Ricordo ancora adesso di aver insistito così tanto nel bookshop delle terme di Caracalla da prendere i miei genitori per sfinimento 😂2 punti
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Due monete in non grande conservazione, ma data la rarità, per il sottoscritto van bene così:2 punti
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Segnalo la pubblicazione degli Atti del IX Congresso di Archeologia Medievali tenuto ad Alghero, 28 settembre-2 ottobre. Sesto Fiorentino, 2 voll. https://www.insegnadelgiglio.it/wp-content/uploads/2022/09/SAMI-frontespizio-programma-indice-tomo-1.pdf Questi gli argomenti numismatici trattati: I Reperti Numismatici Dello Scavo Di San Galgano (Chiusdino – SI) di Cristina Cicali, p. 118 Reperti numismatici dalla catacomba di S. Gennaro a Napoli: restauro, catalogazione e ricerche in corso di Carlo Ebanista, Alfredo Maria Santoro, p. 124 Economia e commerci dell’Abruzzo interno alla luce dei rinvenimenti monetali. Una prima analisi dei dati di scavo di Alfonso Forgione, Veronica Recchiuti, p.1322 punti
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Ciao Numa, come sai mi appassionano molto le storie dietro le singole monete, non solo la Storia dei loro creatori. Per questo ti chiedo se il collezionista della “Outstanding Collection” del 2001 sia lo stesso dell’asta Sotheby’s del 4 aprile 1991, che purtroppo era mancato nel 1993. Riporto in link la discussione cui accennavi, altro topic molto istruttivo, che oltre al decadrammo trattava anche altri esemplari: Prima di abbracciare Morfeo condivido le immagini dell’esemplare del museo di Berlino, Jongkees 1g. Lì conservato dal 1901 (se non ho capito male tramite Jacob Hirsch), asse di conio ad ore 6, peso 43.17 grammi, diametro 35 millimetri. PS:Grazie @skubydu per i post 80-81! (Ho finito i like..)2 punti
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un'altra foto HD. ex collezione Salton https://www.acsearch.info/search.html?id=9001593 Ho esaminato in mano il decadramma di Gorny & Mosch e non capisco come possa essere stato venduto ! Ne abbiamo parlato all'epoca e mi sembra di aver postato alcune foto sul forum.2 punti
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Un altro modesto contributo. Un 5 lire 1871 Roma in discrete condizioni2 punti
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Ciao Augusto, prendi con le pinze ciò che scrivo. A mio modo è: A (lettera a con il trattino sopra) R (su questa non ci sono dubbi) M (si intravede il trait d'union) E (punzone uguale alla e di VENETI) V E ??? O. In tutto questo, mi suona strana la legenda. È mai possibile tale confusione, quando le lettere del SMVENETI sono coerenti? Le legenda senza senso sono tipiche dei conii bulgari e non della monetazione serba.2 punti
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5 centesimi con al rovescio dritto in incuso rovesciato. Attardi 233, R3 È Torino1 punto
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E questi non li conoscevo!! Molto molto belli! Pensa che quando mi sono sposato le foto "di rito" con mia moglie siamo andati a farle li...1 punto
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E visto che siamo in tema, aggiungo una curiosità, questi tarocchi piemontesi del '78, fatti dalla torinese Viassone per i 600 anni del suddetto ponte.1 punto
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Buonasera a tutti, esemplare bello leggibile, con bei rilievi, mi piace molto . Hai fatto bene ad aspettare e sei stato fortunato. Particolare la leggenda che in alcuni punti tocca le fiammelle. Complimenti. Saluti Alberto1 punto
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E questa è la rappresentazione immaginaria di Lanzo che si trova sul Theatrum Sabaudie...1 punto
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Questa è la struttura originaria del ponte prima delle successive modifiche1 punto
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Complimenti, banconota rara per non dire rarissima vista la lettera F del numero di serie...1 punto
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Buongiorno Numa!!!! A proposito della provenienza credo che sia il caso di usare la " logica ". Questa moneta è passata in tre rinomate e importanti case d' asta e credo che nessuno delle tre abbia mai citato nelle descrizioni questa illustre e importante provenienza quale quella del Barone Pennisi di Floristella. Credi che nessuno delle tre case d' asta abbia mai fatto delle ricerche per accertarne la provenienza? Personalmente lo credo molto improbabile per non dire quasi impossibile. Al momento della coll. Pennisi abbiamo grazie a @VALTERI e @skubydu alcune immagini di queste monete ma nessuna di queste immagini è riconducibile alla moneta della discussione e fino a quando non ne comparirà una rimane sempre un grosso dubbio che questa moneta si possa collegare alla coll. Pennisi. La moneta in questione è sicuramente quella fotografata nel Kraay ma con una diversità di luce e di esposizione che lascia scioccati rispetto a quella del catalogo NG, è possibile che Hirmer all'epoca sia stato tanto bravo ad usare dei filtri rendendo la foto così splendida? Oppure è stata fotografata male da NG? Oppure qualcuno molto incoscientemente ha fatto una pulitura al limite della follia rendendola così lucida? Solo una visione dal vivo potrebbe chiarire il dubbio ma personalmente anche se non ne capisco il motivo e sempre con margine di errore opterei per la terza possibilità.1 punto
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Oggi vi presento questa monetina : 2 centesimi 1861 M. Acquistata nel 2010, è rimasta nelle medesime condizioni, color rame, come quando la comprai...1 punto
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Un accattivante esemplare di didrammo anonimo della repubblica di Roma, con al diritto testa elmata ed al rovescio Vittoria con leggenda . Sarà il 31 Ottobre in vendita Lansky&Lambert 5 al n. 131 .1 punto
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Da C. Seltman " MASTERPIECES OF GREEK COINAGE " ( Oxford 1949 ) la fotografia del rovescio del decadrammo di Cimone, al n. 43, in elenco come ex Pennisi .1 punto
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Buona Giornata Riprendo questa discussione perché con degli Amici stiamo portando avanti studi e osservazioni sui cippi lungo la strada che collegava Abellinum, un'antica città dell'Italia meridionale che sorgeva nel territorio dell'odierna Atripalda (AV), all’ager Campanus, Municipium di Nuvla (città nuova), ossia alla Nolana Colonia Felix Augusta, l’attuale Nola (NA). Lungo tale strada, attuale Via Nazionale di Torrette di Mercogliano (SS 7 bis), già Via Campanina, già Via Domizia o Via Napoletana, fu rinvenuto, negli anni ‘50 del ‘900, il IV cippo miliare da Abellinum verso l'ager Campanus, esposto nell’ex Carcere Borbonico nella sala 27 della sezione Irpinia. Chiedo agli amici lamonetiani, se hanno notizie per approfondire il discorso su tale tipologia di cippi e se desiderano, di commentare anche il post su facebook Il cippo di Torrette di Mercogliano (AV) di Angelo Cutolo. Segue descrizione del cippo miliare di Torrette di Mercogliano (AV), IV cippo miliare da Abellinum verso l’ager Campanus. Lungo la Via Nazionale di Torrette di Mercogliano (SS 7 bis), l’antica Via Campanina, già Via Domizia o Via Napoletana, in corrispondenza nella proprietà Di Nardo, fu rinvenuto, negli anni ‘50 del ‘900, il IV cippo miliare da Abellinum verso l’ager Campanus, il cui ritrovamento è stato di grande utilità per una corretta ricostruzione topografica della zona. Tale cippo è infatti una pietra miliare atta a scandire le distanze lungo le vie pubbliche romane in miglia romane (1 miglio romano = 1478,50 m) dal punto di partenza della strada oppure dalla città più vicina. I miliari riportano un'iscrizione redatta in uno stile particolare, con abbreviazioni e sigle; sono in genere caratterizzati dall'indicazione della distanza in miglia romane, da sola o con la scritta m(ilia) p(assum) dal punto di partenza. Inoltre nella quasi totalità dei miliari sono riportati il nome e le titolature del magistrato o dell'imperatore che fece costruire o restaurare la strada, talvolta seguiti da verbi come fecit, munivit, refecit, stravit. Quando questi dati mancano e compare solo una dedica si può ipotizzare uno scopo celebrativo e onorario del monumento. L’iscrizione, ancora visibile, si riferisce al restauro della via: riporta i nomi di quattro imperatori: Flavio Claudio Iuliano detto l’Apostata, Valentiniano, Teodosio e Arcadio. Verosimilmente sotto i loro governi venne promossa e portata a termine la ristrutturazione dell’antica rete stradale che collegava Abellinum (attuale Atripalda) con la Campania Felix, meglio conosciuta come via Campanina e al cui quarto miglio era presente questo cippo. Ricorda alcuni restauri effettuati della strada: uno dell'epoca di Giuliano l’Apostata (355 - 363), i cui tratti epigrafici appaiono realizzati con maggior cura rispetto a quelli utilizzati per ricordare i successivi interventi eseguiti sotto gli imperatori Valentiniano Il (375 - 392), Teodosio (379 - 395) e Arcadio (395 - 408); Manca il nome della persona che si occupò del restauro, è tuttavia presente la tradizionale formula “bono/rei publicae/natus” (nato per il bene pubblico), con cui veniva di solito indicato chi commissionava o promuoveva un’opera pubblica. Il cippo, datato alla seconda metà del IV sec. d.C., è un pezzo riadoperato di una statua: sono visibili tracce dell’originario panneggio. È di calcare locale; alto 149 cm con diametro minimo di 24 cm e diametro massimo di 30 cm. L’iscrizione che si legge è: D.N./Flavio/Claudio/luliano/Bono/R(ei)P(ublicae)/natus/DDD[NN]N/Valentiniano/Theodosio/et Arcadio/AUGGG/ Bono/R(ei)/llll Le pietre miliari possono senz'altro essere considerate uno dei primi esempi di segnale stradale, precursore delle odierne indicazioni verticali e il loro ritrovamento è stato ed è prezioso per ricostruire o confermare percorsi stradali romani ed eventi. Il cippo di località Torrette risulta di particolare interesse per il riferimento sia alla cura che ancora nel corso della tarda antichità veniva posta nei confronti di questo tratto stradale da parte dell’autorità pubblica sia al persistere dell’uso del sistema viario romano, che peraltro sembrerebbe restare immutato anche nel corso dell’età medievale quando la medesima arteria veniva indicata come Via Antiqua, Via Publica, Via Plana e Via Campanina. Bibliografia · Iannacchini A. M., Topografia storica dell’Irpinia, vol. I, Napoli 1891, p.p. 24 – 25. · Flammia P. A. F., La viabilità romana in Irpinia in VICUM Anno XXIII – N. 4 (Fasc. XLIV) DIC. 2005, Rotostampa s.r.l. – Lioni (AV), 2005, p.p. 212 – 213; versione su www.academia.edu › 32747339 › La_viabilità_romana_in_Irpinia(PDF), p.p. 30 – 31. · Montefusco A., Lungo la Via Regia delle Puglie in La domenica de il Quotidiano del Sud, del 27 maggio 2018, Avellino, 2018, p.p. 20 – 21. · Picariello S., Scheda di catalogazione in Est Locus… l’Irpinia postunitaria, Ed. Mephite, Atripalda (AV), 2011, p.112.1 punto
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Ottima idea. A questo punto, mi sembra giusto aggiungere anche la pagina dedicata nel “Prova e Progetti” di Luppino.1 punto
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Buonasera, aggiungo alla discussione pagina del "PAGANI PROVE E PROGETTI" dove è menzionata in due varianti ma non fotografata.1 punto
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DE GREGE EPICURI In vista dell'incontro di martedì, mi sono riguardato un po' di bibliografia. A casa non ho, purtroppo, nè il Dattari nè il Dattari-Savio, che però avevo consultato più voltre alla biblioteca della SNI. Quindi mi sono limitato a: -G.Figari, M.Mosconi, Duemila monete della collezione Giovanni Dattari, Genova 2017 (edito dal circolo C.Astengo) -.Savio, Tetradrammi alessandrini, CUEM 2007. -A.Savio, T.Lucchelli, A.Cavagna, Giovanni Dattari, un numismatico italiano al Cairo, Milano 2015 (della S.N.I.) -A.Savio: Maria Dattari, The Daughter, in: Annali dellIstituto Italiano di Numismatica, n.66, Roma 2020.1 punto
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Rinfreschiamoci gli occhi con due Decadrammi di KIMON, ASSOLUTAMENTE GENUINI, coniati con il primo conio di Kimon. dalla vendita del 1974 .1 punto
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Ipse dixit. La moneta "compare" comunque nel 1940 e non è legata (che io sappia) ad alcun rinvenimento ufficiale, e non me ne si voglia a dire che esistono piccoli capolavori classici ... dei secoli XIX e XX. Poi non conosco le voci menzionate, quindi non so se si tratti della medesima foto, del medesimo esemplare ecc. E non parlo del "dubbio cartesiano", parlo di alcuni punti specifici che sopra ho espresso. Contesto le considerazioni generiche: so leggere ed ho capito anch'io che la moneta ha un pedigree. Ma se il pedigree della Gioconda risalisse a 30 anni or sono, qualcuno potrebbe comunque dubitare (ed è quanto è stato fatto, mi si passi, per il "Salvator Mundi" attribuito a Leonardo). Nello specifico vi sono foto ad altissima definizione che permettono considerazioni più approfondite di quelle tipo "c'è scritto che l'hanno detto in tanti, dunque è vero" oppure "la moneta grida la sua autenticità".1 punto
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La numismatica è una disciplina scientifica e, come tale, deve basare il proprio metodo sul dubbio. Pertanto, è giusto porsi domande e non pensare che vi siano dei dogmi inconfutabili. Altrimenti, saremmo ancora qui a credere che il Sole orbiti intorno alla Terra e non viceversa. Mi auguro che la discussione in essere veda una forte partecipazione di esperti in materia e, magari, anche il confronto di opinioni differenti, che stimolino un sano dibattito costruttivo.1 punto
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L'Ucraina emetterà nuovi francobolli per commemorare l'esplosione del ponte in Crimea. Lo ha annunciato su twitter l'amministratore delegato delle Poste ucraine Igor Smelyansky: Sarà possibile acquistarlo in preordine al seguente indirizzo: https://postmark.ukrposhta.ua/index.php?route=product/product&product_id=8971 punto
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Clemente XI (1700-1721), MEZZA PIASTRA (Munt 55), al R/ veduta del porto di Ripetta e del Tevere, con la via omonima e le chiese di S. Rocco e S. Girolamo degli Schiavoni: ai lati due figure sdraiate, figuranti il Tevere e l'Aniene Il porto di Ripetta (così chiamato per distinguerlo da quello di "Ripa Grande" accanto a Porta Portese, 1706), o Porto Clementino, era uno scalo fluviale di Roma situato lungo il Tevere. Nel XIV secolo, esisteva un piccolo porto rudimentale utilizzato per lo scarico di legname, carbone e vino. Solamente all'inizio del Settecento papa Clemente XI approvò il progetto per la realizzazione di un nuovo porto dall'aspetto monumentale, dotato di banchine, scalinate e piazzali. Il disegno fu affidato all'architetto Alessandro Specchi, che si avvalse della collaborazione di Carlo Fontana. L'opera, per la cui costruzione furono impiegati materiali di spoglio provenienti dal Colosseo, fu inaugurata il 16 agosto 1704. La costruzione, significativo esempio di architettura tardobarocca, era caratterizzata da due ampie scalinate curve, che collegavano le banchine al livello del piano stradale; al centro si apriva un emiciclo, dove era collocata una fontana per abbeverare gli animali da soma impiegati nel trasporto delle mercanzie. Ai lati dell'emiciclo si innalzavano due colonne, le quali furono utilizzate per indicare il livello raggiunto dalle alluvioni del Tevere. Un testo coevo così recitava: "Fatto costruire con saggia provvidenza da N.S. Clemente XI nel 1704 su le amene rive del Tevere per pubblico beneficio ed ornamento". Nel tempo il porto subì un rapido degrado, e fu infine demolito a seguito della costruzione dei "muraglioni" del Tevere, la cui necessità fu stabilita dopo la piena del 1870. La legenda LAETIFICAT CIVITATEM si traduce con "Rallegra la città". Ecco la moneta e a confronto due incisioni del 1754 e del 1760, ed infine una foto del 1865, pochi anni prima della sua scomparsa.1 punto
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