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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/31/22 in tutte le aree

  1. Un Corpus dell'emissione congiunta dei tresviri monetales dell’82 a. C. (Lucius Marcius Censorinus, Caius Mamilius Limetanus e Publius Crepusius), l'emissione RRC 360/1, che mostra 64 conii di diritto e 71 conii di rovescio. https://www.academia.edu/89632861/F_De_Luca_Lemissione_congiunta_dei_tresviri_monetales_dell_82_a_C_L_Marcius_Censorinus_C_Mamilius_Limetanus_e_P_Crepusius_Monete_Antiche_n_111_Maggio_Giugno_2020_pagg_24_34
    6 punti
  2. DE GREGE EPICURI L'ultima conferenza dell'anno al CCNM si terrà il 22.11.2022, ore 20.45 (Milano, via Kramer 32). Ci parlerà Alessandro Toffanin, che concluderà una serie di incontri sui Visconti e gli Sforza, tenuti a partire dal 2019; il tema sarà la monetazione di Massimiliano Maria (1512-1515) e di Francesco 2° Sforza (1521-1535). Le guerre d'Italia, la caduta del Moro e la discesa francese con le ambizioni sul Ducato, congiuntamente alla morte dell'imperatore Massimiliano e alla salita al trono di Carlo V, sconvolsero i precari equilibri italiani. La variabilità dei valori della monetazione del Ducato di Milano agli inizi del XVI secolo fu una diretta conseguenza del caos politico ed economico che ne seguì. L'analisi delle gride monetarie dell'epoca e dei documenti pervenuti permette una revisione ed una redistribuzione più curata dei nominali emessi nell'ultima fase della monetazione sforzesca del Ducato di Milano.
    3 punti
  3. Riassumendo brevemente la questione. Negli studi sul tema è stata conferita particolare importanza ad un ripostiglio rinvenuto a Taranto nel 1908 (IGCH 2016), pubblicato da Vlasto (NC, s. IV, vol. IX, 1909, 253-63) e smembrato subito dopo la scoperta, composto da più di 151 monete, di cui 126 nominali di Taranto del peso di gr. 3,90-3,20 e 1,70-1,60 (X periodo Evans), 19 di Metaponto e 6 esemplari cartaginesi. Da Vlasto 1909, pl. XIX Da Kraay, IGCH, p. 300, n. 2016 La corrispondenza dei valori ponderali degli esemplari di Tarentum e Metapontum con quelli dei nominali cartaginesi ha veicolato l’ipotesi che le due zecche magnogreche avessero tagliato la loro valuta sul modello di quella di Cartagine. Da ciò è scaturita la definizione di tali monete come ½ e ¼ di shekel, la moneta utilizzata da Annibale durante la seconda guerra punica. A sostegno di tale ipotesi Evans osservava che alcuni nomi presenti sulle monete, ad esempio Seràmbos e Sokànnas, non sembravano riferibili all’onomastica greca e propose di riconoscere in essi nomi di personaggi cartaginesi con funzione di controllori delle emissioni monetarie. Queste osservazioni appaiono certamente interessanti, tuttavia non spiegano perché durante gli anni dell’occupazione punica Taranto avesse conservato il diritto di battere moneta con tipi propri e in alfabeto greco. Dovremmo supporre che la città avesse mantenuto ancora un ruolo preminente che le consentiva di tener aperta la zecca e produrre moneta ma nel contempo bisognerebbe anche tener presente che una tipologia sostanzialmente greca (Taras sul delfino, cavaliere), accompagnata dall’etnico cittadino (e dai nomi dei personaggi) in caratteri greci e realizzata da maestranze greche, improvvisamente adotti valori ponderali specifici e funzionali al pagamento delle truppe cartaginesi. La questione è in realtà molto complessa. Se da un lato le osservazioni di Evans sono di una certa acutezza, dall’altro non si può non constatare che questi esemplari appaiono plurifunzionali potendo afferire: a) al sistema monetario greco ossia sottomultipli corrispondenti alla metà dei didrammi di peso ridotto b) al sistema cartaginese (½ e ¼ di shekel) c) al sistema romano per il peso che non si discosta da quello del denarius, la cui emissione sembrerebbe avvenire proprio negli anni della seconda guerra punica, secondo le più diffuse tendenze della recente bibliografia. Sempre che non si tratti di una funzione bivalente che poteva soddisfare, considerato il peso e il metallo adoperato, tanto l’ipotesi b) quanto la c). Sappiamo peraltro dalle fonti che l’occupazione punica non fu totale ma riguardò sostanzialmente la parte orientale della città mentre la rocca restò in mano ai Romani. Altro punto che i successivi studi dovranno chiarire è il motivo per cui Metaponto, a differenza di Taranto, pur coniando nominali di peso analogo, adottò al D/ tipi differenti per ciascuno di essi (risp. testa di Athena e testa di Demetra). Mangieri chiama in causa a tal proposito un’urgenza di moneta che avrebbe determinato a Taranto l’utilizzo di conii già approntati per la battitura dei nomoi, ipotesi che spiegherebbe la sostanziale coincidenza dei moduli tra questi ultimi e i nominali di peso ridotto ma che tuttavia andrà verificata attraverso l’esame della documentazione disponibile e che in ogni caso lascia aperte molte questioni, non ultima l’adozione del simbolo dell’aquila. RN 7, 2014, 29 (gr. 3,53) Lucania, Metapontion AR 1/2 Shekel. Punic occupation, circa 212-207 BC. Head of Athena to right wearing crested Corinthian helmet / Ear of barley with leaf to right; owl in flight above leaf. Robinson, Punic pg. 50, 3; SNG ANS 550; HN Italy 1634. 3.53g, 20mm, 3h. Gorny & Mosch 224, 2014, 32 (gr. 1,94) 1/4 Schekel (1,94g). Circa 212 - 207 v. Chr. (Zeit des Hannibal) Vs.: Kopf der Demeter mit Ohrring n. r., im Haar Ährenkranz. Rs.: Zwei nebeneinander aufrecht stehende Gerstenähren, r. Fackel mit Kreuz, l. am Rand META. SNG ANS 551; HN Italy 1636.
    3 punti
  4. Propendo anch'io per questa versione di classificazione. Tuttavia ho letto che in quel periodo vari signorotti, anche per via della scarsità di circolante, prendevano l'iniziativa di emettere moneta(come se la Zecca gli avesse dato l'appalto!!) odjob
    2 punti
  5. Grazie @Archestrato per aver ricordato i contributi di Mangieri e Cantilena, che delineano le principali problematiche connesse a queste emissioni seppur sulla base di una documentazione parziale. Le posizioni tuttavia rimangono ancora fortemente divergenti tra gli studiosi e credo che solo uno studio sistematico dell'evidenza disponibile - attraverso la sequenza dei conii e l'analisi dei dati di rinvenimento - potrà fornire indicazioni utili ad un migliore inquadramento delle serie in oggetto. La questione non è certo semplice in quanto ci troviamo nella delicata fase di passaggio dal nomos al denarius. Per Taranto come per Metaponto restano pertanto aperte molte questioni che andranno indagate con sistematicità. Il carattere sostanzialmente cartaginese delle serie tarantine è ad esempio evidenziato anche da Burnett (La documentazione numismatica, in "Tramonto della magna Grecia", Atti del XLIV Conv. di studi sulla Magna Grecia-Taranto 2004, Taranto 2005, 161 ss., di cui allego alcune pp.), benché gli elementi portati a sostegno della sua ipotesi restino subordinati, come dicevo prima, ad uno studio organico della documentazione. Burnett 2005, 170-3
    2 punti
  6. Buongiorno a tutti Condivido con voi un bell'antoniniano di Postumo, acquistato il mese scorso. Anche se non era l'obiettivo principale dell'asta, ho deciso "di pancia" di portarlo a casa per il bel ritratto, che peraltro in mano crea dei piacevoli giochi di luce con l'argentatura residua.. 23 mm, 3,23 g Il venditore lo cataloga come RIC V, 58, ma guarderò con calma l'Elmer per un'identificazione più precisa... Insieme alla moneta, ho ricevuto anche il cartellino del precedente venditore, malamente spiegazzato e incastrato dietro quello dell'asta: Clelio Varesi di Pavia. Vista l'omonimia e la sede del negozio, immagino che sia un predecessore di @Alberto Varesi. Se posso, potrei sapere a che anni può risalire il cartellino?
    1 punto
  7. Ciao, oggi condivido un denario di Adriano (117/138 d. C) sul cui rovescio è rappresentata la scena dell'Avvento (Adventus) coniato a Roma nel 134/138 d. C (RIC 227). L'Avvento, cioè il ritorno a Roma dell'imperatore dopo una campagna militare (Adriano viaggio molto non solo per campagne militari ma anche per vedere come venivano amministrate le provincie, a testimonianza di questo ci sono numerose monete emesse con rovesci a tema), era un avvenimento molto importante e solenne che veniva festeggiato da tutti. In queste occasioni venivano scolpite anche statue e bassorilievi in molti punti dell'urbe oltre che coniare monete celebrative. Sul mio denario la scena è rappresentata dalla figura di Roma a destra con lancia ed elmo che accoglie il ritorno dell'imperatore con una stretta di mano, una semplice quanto chiara espressione di bentornato. Di pari importanza era anche la partenza dalla città dell'imperatore (Profectio) che veniva festeggiata ed omaggiata allo stesso modo. Interventi su quanto detto sono sempre graditissimi. Nel suo complesso una moneta abbastanza piacevole che risulta coniata e che ha svolto la sua funzione🙂. Grazie ed alle prossime ANTONIO MM 17,03 G 3,00 RIC 227
    1 punto
  8. Dovrebbe essere un denario romano repubblicano di C. Licinius Macer https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G248/1 La moneta è suberata.
    1 punto
  9. The reverse controlnumbers are 1-151. There are 124 known reverse dies. The 27 not yet found are: 1,7,10,13,22,24,27-28,47-48,51,71,85,93-94,97-99,114-117,121,136,138-139,142 Richard
    1 punto
  10. Un osservazione che mi sovviene sul simbolo dell’aquila ad ali aperte è la relativa somiglianza con il tipo presente sulle emissioni auree tarantine datate all’epoca di Pirro. Cronologicamente siamo due o tre generazioni prima dell’epoca di Annibale, eppure anche allora Taranto si confrontava con gli sviluppi del crescente, dilagante, potere di Roma. Certo sono due contesti non poco differenti all’atto pratico, eppure mi pare una curiosa coincidenza il riproporsi di un’aquila, ancorché come simbolo e non tipo principale, dalle fattezze alquanto simili. Come esempi riporto due esemplari: Uno statere ex CNG TRITON XX/20: https://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=324213 Un quarto di statere ex CNG TRITON XX/21: https://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=324214
    1 punto
  11. Il fatto che qualcuno li posti qui sul forum a disposizione di tutti ritengo sia una buona cosa ! Grazie, quindi.
    1 punto
  12. È un raro denario di Marco Antonio. https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-I10/1 Tutti i denari che stai postando sono sicuramente interessanti, ma sembra che abbiano subito una pulizia davvero troppo invasiva ed è un vero peccato.
    1 punto
  13. Non è che non sia finito, è solo che il tondello è rimasto attaccato al conio di martello e alla battuta successiva ha fatto da conio riportando la stessa impronta da ambo le facce in o!
    1 punto
  14. 1 punto
  15. è molto interessante ed una collezione di monete medievali siciliane deve assolutamente annoverare questa tipologia di monete
    1 punto
  16. Buongiorno a tutti! Vorrei condividere questo follis di Massenzio, con un ritratto davvero meraviglioso per il tipo di moneta. Su entrambe le facce, si nota uno schiacciamento che ha "ovalizzato" il tondello e ha fatto perdere alcuni dettagli. Stranamente anche la "S" di Maxentivs è completamente sparita, nonostante la zona non sia toccata dallo schiacciamento. Vorrei chiedervi se secondo voi è un difetto avvenuto durante la coniazione, oppure ha subito lo schiacciamento in epoca successiva. Cosa ne pensate? Grazie!
    1 punto
  17. Ciao! Beh,a mio avviso invece siamo piú bassi,ovvero sul BB+ Considerato che il venditore dice spl,ci dovremmo star.....pompano spesso di 3/4 di punto😁 Mia considerazione😉 Con questo non voglio affermare che non sia gradevole,anzi....molto bella come moneta. Il guaio è che te la fará pagar da spl.......
    1 punto
  18. E' il completamento ( al rovescio ) dei titoli di Carlo Magno, dopo la conquista del regno dei Longobardi, iniziati ( al diritto ) con REX FR, su un esemplare di raro denaro custodito in museo a Berlino la cui scheda ricorda essere di incerta attribuzione alle zecche di Roma oppure Ravenna . Aggiungo dal vecchio manuale di Biaggi ( 1992 ) 2 diversi e rari esemplari con simili leggende al rovescio, lì ed allora censiti rispettivamente per Roma e Ravenna .
    1 punto
  19. È una lettera che non è uscita in fase di coniazione perché l'incavo sarà stato toppato da qualche residuo
    1 punto
  20. Se la casa d'aste è italiana, prova a telefonare per chiarire la cosa. Spesso si risolve.
    1 punto
  21. Buon giorno, dopo una nuova osservazione la legenda continua a rimanermi poco chiara. alcune lettere della legenda, in particolare le "O", sono posizionate dove non dovrebbero essere e non riesco a leggere con certezza alcuna parola. Confermo comunque che l'aquila riprende il tipo di Alfonso e delle prime emissioni di Giovanni. Sebbene confermi l'origine nella Sicilia del XV secolo, non sono quindi in grado di definire con certezza l'autorità emittente. Non escludo la possibilità che si tratti di un falso d'epoca, preparato da falsario analfabeta, vista la legenda a prima vista fantasiosa e non riconducibile con certezza ad alcuna emissione. Anche l'aquila è estremamente tozza e malfatta e differisce per qualità dai tipi comunemente emessi a Messina. I falsi sono molto comuni nel XV secolo in quanto il denaro emesso a Messina conteneva una piccola percentuale d'argento (intorno al 2%), per cui i falsari, specie nel XV secolo, ebbero gioco facile nell'inondare il mercato di falsi che si distinguono dalle monete prodotte in zecca per via delle legende fantasiose.
    1 punto
  22. Acquisto di ieri, ciotola da 1 euro, pescato questo 5 franchi 1958 Congo Belga, Amministrazione fiduciaria del Ruanda Urundi (mandato ONU dal 1946 al 1962), un pò acciaccato....
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  23. ORIE - NS AVG, Sole stante a s. (?)... Arka Diligite iustitiam
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  24. Ma il vecchio CNI lo usano anche senza < rarità e prezzi >... Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  25. Credo che la possibilità di stampa e l'eventuale acquisto diretto della collana "Materiali" e l'immissione in rete del CNI siano due iniziative molto lodevoli del BdN. Ogni tanto diciamo anche ciò che c'è di buono e non solo quello che non funziona. Buona giornata!
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  26. Bravo Arka che li usi ! Uno degli ostacoli alla loro diffusione e’ stato anche il fatto che non tutti sono stati pubblicati a stampa ( non per colpa del Medagliere ma del famigerato Poligrafico - ente la cui parabola qualitativa negativa conosciamo purtroppo tutti - dai fasti passati di un’editoria d’eccellenza (la famosa Libreria dello Stato che ha prodotto capolavori) ad iniziative commerciali di discutibile levatura oggi. un altro limite e’ dato dalla forma e tipologia del volume. Il loro formato attuale di catalogo a schede va benissimo come ‘sykloge’ piu’ ragionata descrittiva della collezione. Un domani, ho suggerito, l’insieme dei bollettini dedicati ad una singola zecca ( milano, bologna, firenze, mirandola, etc) potrebbe dare luogo a delle singole monografie ( anche ovviamente in piu’ volumi) con un formato interno di piu’ immediata e facile consultazione consolidando il ruolo di opera di riferimento rappresentando spesso, se non sempre, la raccolta piu’ rappresentativa e completa per le moneta di ciascuna zecca considerata.
    1 punto
  27. Stanus è un cognome abbastanza diffuso in Francia, e Leuze è una cittadina della Piccardia, sempre in Francia. Potrebbe essere che il signor Stanus un giorno abbia deciso di incidere nome e provenienza su una moneta. La scritta illeggibile sul dritto a me pare sempre che si riferisca a STA xx NUS.
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  28. Che poi ti sarai accorto da solo che quella dell 'asta 4 montenapoleone,non è la stessa illustrata sul Muntoni,infatti il catalogo titola monete dei papi e degli stati pontifici,non dice collezione Muntoni,anche se è famosa per quello,evidentemente avevano anche altri conferimenti ,oppure nel libro non a messo la sua,potrebbe averla messa in collezione dopo la pubblicazione della sua opera,è la stessa illustrata nel MIR.
    1 punto
  29. Dovrebbe essere un denaro di Alfonso d'Aragona o Giovanni come re di Sicilia coniato dalla zecca di Messina. La seconda foto è al contrario e mostra l'Aquila simbolo della Sicilia. Domani se ho tempo provo a decifrare la legenda per capire di quale regnante si tratti, sempre se qualche collega lamonetiano non mi anticipi 😊
    1 punto
  30. Forse una certa lentezza nella fruizione e diffusione dei bollettini come standard di consultazione e studio deriva anche dalla disponibilità più limitata al momento delle versioni cartacee delle pubblicazioni fino adesso uscite, per fare un esempio delle zecche più importanti come Milano, Firenze e Bologna, solo un numero esiguo di volumi sono acquisibili in formato tradizionale (2 ciascuno per Bologna e Milano) rispetto alla maggior parte dei volumi esistenti solo in digitale, certo nulla vieta di stamparsi i vari pdf, ma evidentemente tali operazioni sono percepite ancora come un po' più macchinose e lente che disporre subito della pubblicazione cartacea mediante acquisto...
    1 punto
  31. Con l' arrivo nel 568 in Italia, i Longobardi si strutturano in una serie di Ducati pressochè autonomi : correggeranno questa situazione potenzialmente centrifuga tornando nel 584 all' elezione di un re, con Autari . Tra questi Ducati, quello di Chiusi, di breve durata forse dal 728, pare venga affidato dal re Liutprando ( 690-744 ) al proprio nipote Gregorio . Un interregno nel Ducato di Benevento, con la morte del duca Romualdo II che lascia erede il figlio bambino Gisulfo, con tentativi di usurpazione, viene risolto con l' intervento di Liutprando che nomina nel 732 duca il nipote Gregorio, già duca di Chiusi . Gregorio terrà i 2 Ducati e li condurrà per altri 7 anni fino alla sua morte nel 739 . La monetazione longobarda di questo periodo vede le emissioni di tremissi di Liutprando, mentre a Gregorio sono attribuiti solidi battuti in Benevento .
    1 punto
  32. Martedì 7.6.22, Costanza Cucini (archeologa specialista in metallurgia) ha tenuto la conferenza suddetta. Si è partiti dallo scavo effettuato nel 2004-2005 dalla Soprintendenza Archeologica in via Moscova a Milano, che portò alla luce un forno di fusione per metalli della fine sec. XVIII-inizi del XIX secolo. I resti metallurgici furono analizzati da C. Cucini che, in parallelo, condusse una ricerca all'Archivio di Stato di Milano, dove si conservava un'ampia documentazione, inedita in precedenza. Ciò permise di ricostruire l'organizzazione produttiva degli impianti della nuova zecca voluta dal Governo Austriaco, e completata sotto il Governo Francese, di cui il forno scavato costituiva parte integrante. L'analisi dei resti metallici delle lavorazioni portò all'identificazione di molti aspetti tecnologici, descritti dalle fonti d'archivio. Una volta tanto la ricerca archeologica, l'analisi di laboratorio e lo studio dei documenti scritti sono andati di pari passo. Il volume produttivo degli impianti di Milano, all'avanguardia per l'epoca, era davvero imponente.
    1 punto
  33. Buonasera a tutti, io non ho fatto offerte in privato, ma la chiedo pubblicamente in regalo per Natale. Saluti Alberto
    1 punto
  34. Caro Norm55 hai postato una moneta che ha tolto la parola a molti a quanto pare. O forse è passata inosservata perché inserita all'interno di una discussione sulle pubbliche. Immagino che tu sappia benissimo cosa hai in mano e mi congratulo con te per la moneta e mi permetto di ringraziarti per avercela mostrata. La risposta sul probabile valore non è semplice. Non vi sono passaggi d'asta di riferimento e la moneta ha una rarità tale che qualsiasi stima potrebbe essere fuorviante. Anche la conservazione è notevole. Tutti fattori che rendono la moneta molto appetibile a chi colleziona questo particolare periodo della zecca di Napoli. In un'asta sono quasi certo che un pezzo del genere possa superare abbondantemente diverse migliaia di euro. Conoscendo le dinamiche del forum non mi sorprenderebbe che già ti siano giunte offerte in merito. Se scegli di vendere il consiglio è quello di affidare la moneta ad una casa d'aste per poter così cercare di raggiungere un realizzo il più vicino possibile al valore della moneta. Ma se collezioni questo tipo di monete io ti consiglierei di tenerla.
    1 punto
  35. Pur non accettando supinamente (anzi) le posizioni di vecchi studi, Giuseppe Libero Mangieri sembra profondamente convinto circa l’attribuzione all’occupazione annibalica ed al sistema ponderale cartaginese per le emissioni di Taranto in questione. Merita certamente una lettura il Notiziario del Portale Numismatico dello Stato (n.8 del 2016) inerente il medagliere del museo archeologico di Taranto, dove veniva pubblicato un contributo del dottor Mangieri dal titolo “I tesoretti di Francavilla Fontana (BR) del 1926 e di Surbo (LE) del 1928”. Di particolare interesse la pagina 88 e, immagino, anche i riferimenti citati nella nota 24, tutti dell’ultimo decennio, cui purtroppo non ho accesso (Mangieri 2012 - Il tesoretto di monete rinvenuto a Taranto nel 1883, in Taranto 1883: il Medagliere prima del Museo, EOS IV ; Cantilena 2013 - Considerazioni sui “cavalieri” di Taranto di III sec. a.C. , EOS V). Chissà qualche utente li abbia o li abbia letti. Quindi, pur non trattandosi di studi sistematici, dobbiamo prendere atto che non tutti hanno “dormito” dai tempi di Evans, anche se non hanno potuto stravolgere del tutto quanto di buono i vecchi studi potevano contenere, secondo i loro pareri e visti i materiali indagati ed i dati ricostruiti negli ultimi anni. https://www.numismaticadellostato.it/pns-pdf/notiziario/Notiziario_8_2016.pdf
    1 punto
  36. Interessante discussione e interessanti interrogativi fatti da @talpa. Sicuramente la pubblicazione della collezione di Vittorio Emanuele III è importantissima per la conoscenza, lo studio e la preservazione delle monete del re. Un grande plauso va quindi a chi ha deciso di procedere a questa opera immensa. Il lato negativo è invece quello del poco o nullo interesse da parte dei collezionisti per queste pubblicazioni. Ricordo bene quando molti dicevano che la mancata pubblicazione della collezione reale era uno scandalo. Le stesse persone che lo dicevano, ora che la pubblicazione sta procedendo, non la prendono in considerazione. Perchè? Non lo so. Probabilmente se venissero usati come cataloghi di riferimento avrebbero un seguito maggiore. Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  37. ...e complimenti a Lorenzo e ad @Arka per il recentissimo nuovo contributo!
    1 punto
  38. Ciao, c'è chi le colleziona e di contro c'è chi se ne approfitta, sono solo dei gadget e spenderci max uno o due euro sarebbe il giusto, tutto sommato c'e' un lavoro dietro questi fogli di carta. Questo è uno dei miei ricordini (costo due euro) del mio viaggio ad Amburgo, comprato quando sono andato in visita al Miniatur Wunderland, è pure commemorativa del 20° anniversario della sua apertura al pubblico, ma non è di certo inserita nella mia raccolta di banconote e non ne ho altre. Meglio questi, per soli tre euro si ci diverte molto di più!
    1 punto
  39. Quindi il raccoglitore pieno ed anche il conto corrente.... mi ricorda tanto quella storiella poco nota della botte piena e di una tipa che brinda in continuazione!
    1 punto
  40. Come già mi sono espresso in passato, questa non è numismatica, è oggettistica gadget. Citai anche il caso di uno su ebay che aveva venduto tipo 3000 pezzi che conferma il fatto che si tratta di gadget comprati per lo più da gente non collezionista (io per vendere monete e banconote vere a prezzo stracciato devo svenarmi la sopra.... )
    1 punto
  41. Non sei un collezionista di banconote €uro quindi ti invio questa
    1 punto
  42. Archeologia, a Stabiae ritrovato un antico serbatoio in piombo di epoca romana Serviva per inviare l'acqua all'impianto termale di Villa Arianna o verso l'atrio. Da mercoledì visite speciali sul cantiere di scavo. Zuchtriegel: "Il ministro Sangiuliano è il benvenuto a Pompei" Serviva a smistare l'acqua nei vari ambienti di Villa Arianna, una delle residenze di lusso di epoca romana sepolte dall'eruzione del Vesuvio nel 79 dopo Cristo a Stabiae (odierna Castellammare di Stabia), località che fu distrutta assieme a Pompei ed Ercolano. Un serbatoio in piombo ancora nella sua collocazione originaria è stato riportato alla luce nel corso della pulizia archeologica condotta nel peristilio piccolo (giardino colonnato) della Villa. Il reperto, già individuato circa un decennio fa, faceva parte dell'antico sistema di distribuzione dell'acqua all'interno dell'edificio. I lavori, condotti sotto la supervisione della direttrice del sito, Silvia Bertesago, rientrano nel cantiere in corso per l'abbattimento delle barriere architettoniche e il miglioramento dell'accessibilità. In pratica l'acqua entrava ada un tubo a monte e riusciva in due altri tubi che potevano essere aperti o chiusi tramite un rubinetto. Questo consentiva di disporre dell'acqua in zone diverse della villa, a secondo delle necessità. Le ville di Stabiae hanno già restituito numerosi elementi in piombo, parte del sistema di distribuzione dell'acqua. Per la presenza di impianti termali e di grandi piscine, le ville d'otium stabiane avevano certamente bisogno di grossi quantitativi d'acqua. Una delle ipotesi è che a monte della villa esistesse un sistema di grosse cisterne per raccogliere l'acqua e inviarla poi, attraverso un sistema di canalizzazioni, alle residenze di lusso allineate lungo il ciglio della collina. "Un serbatoio come questo, con le sue chiavi di arresto, rientra in quella tipologia di impianti e apprestamenti che possono sembrare quasi moderni per come sono fatti e che hanno sempre destato stupore sin dalle prime scoperte tra Stabia, Pompei e Oplontis - spiega il direttore del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel - gli antichi anche in questo caso non hanno rinunciato a un elemento ornamentale, un astragalo in rilievo, che forse caratterizzava la bottega che l'ha prodotto, a mo' di un marchio moderno, e che in ogni caso doveva essere visibile, poiché il serbatoio fu collocato al di sopra del livello di calpestio. Un ulteriore esempio di come accessibilità, conoscenza e tutela si integrano, che andremo a raccontare al pubblico in corso d'opera nell'ambito dei cantieri aperti del Parco". Il serbatoio, decorato, rappresenta uno straordinario rinvenimento per l’area vesuviana, per lo stato di conservazione e perché ritrovato nella sua posizione originaria che consente insieme agli altri tratti rinvenuti, di apprezzarne il funzionamento, che era quello sia di regolare il flusso dell’acqua sia di smistarlo nei vari ambienti della villa. Collegate al pezzo centrale sono emerse due tubazioni che alimentavano rispettivamente l'impianto termale della villa e il gioco d’acqua che probabilmente abbelliva l'impluvio (vasca centrale di raccolta delle acque) presente nell'atrio. Le decorazioni infine ornavano la struttura che doveva essere parzialmente a vista, per permettere l'accesso alle due chiavi di arresto che consentivano di regolare il flusso dell'acqua o di chiuderlo completamente per permettere le operazioni di manutenzione degli impianti. Il reperto, posto nel giardino a pochi passi dall'ingresso dell'atrio, sarà visibile all'interno del cantiere per alcune settimane prima della definitiva musealizzazione in situ, a partire da mercoledì 26 ottobre dalle 15 alle 16 nell'ambito delle iniziative dei “Cantieri aperti” del Parco archeologico, senza obbligo di prenotazione. Ingresso gratuito. "Diamo il benvenuto al nuovo ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Ha detto che una delle prime tappe è la visita a Pompei. Saremmo felici di illustrare sul posto tutto il lavoro che si fa dentro e fuori Pompei nel solco della convinzione che i beni culturali siano motore non solo di sviluppo culturale, ma anche sociale ed economico per tutto il territorio". Così il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, commenta con l'Adnkronos l'arrivo di Gennaro Sangiuliano, al timone del dicastero di via del Collegio Romano. "Dopo il grande lavoro fatto per il Grande Progetto Pompei da Massimo Osanna - dice Zuchtriegel - ora il nostro sguardo si allarga su tutto il territorio per far vedere che con la cultura si può fare davvero la differenza. E dalle prime dichiarazioni del ministro si comprende che lui ha questa visione ampia, cosa che mi sembra molto positiva". https://napoli.repubblica.it/cronaca/2022/10/24/news/archeologia_a_stabiae_ritrovato_un_antico_serbatoio_in_piombo_di_epoca_romana-371500509/
    1 punto
  43. E per concludere in bellezza la serata:
    1 punto
  44. Oggi vi presento questa monetina : 2 centesimi 1861 M. Acquistata nel 2010, è rimasta nelle medesime condizioni, color rame, come quando la comprai...
    1 punto
  45. Due monete in non grande conservazione, ma data la rarità, per il sottoscritto van bene così:
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  46. Monetina rara ma ancor di più in buona conservazione, periziata Tevere bb/spl
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  47. Buongiorno, allego un altro confronto tra due Piastre da 120 Grana del 1834: Immagine A - Taglio del collo "standard" / Immagine B - Taglio del collo del tipo "punta sottile" (sottotipo "punta corta"- raro).
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