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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/08/22 in tutte le aree
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Dicono si tratti di una scoperta archeologica straordinaria. Statue e monete risalenti a 2000 anni fa. https://www.repubblica.it/cultura/2022/11/08/news/san_casciano_dei_bagni_bronzi_scoperta_acqua_fango_riace-373510937/?ref=RHLF-BG-I373518600-P1-S1-T14 punti
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Aggiungo un cavallo di Ortona di Carlo VIII, passato nella recente Asta Artemide LVIII4 punti
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Ciao @fapetri2001, si chiamano così perché venivano coniati non su tondelli prodotti singolarmente(che avevano appunto forma tonda) ma su pezzi di oricalco che venivano tagliati da strisce o barre di metallo precedentemente prodotte. Generalmente questo tipo di produzione veniva impiegato dalle Zecche itineranti al seguito delle truppe in battaglia proprio per battere moneta per il loro pagamento. Hanno quasi sempre due lati (a volte anche uno) che sono infatti tagliati, forse con forbici dell'epoca, dopo aver riscaldato il metallo, quindi successivamente venivano battuti🙂 ANTONIO3 punti
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La scorsa notte il sito Academia.edu mi ha proposto in lettura un interessante articolo di Shawn Caza intitolato: Redating Nepotian’s Usurpation and the Coinage of Magnentius Articolo in inglese, piuttosto interessante anche per il sottoscritto che non è specialista del periodo, si legge in un'oretta scarsa e, purtroppo, a causa delle dimensioni non mi è possibile allegarlo neppure zippato. Potete trovarlo qui: https://www.academia.edu/41214464/Redating_Nepotians_Usurpation_and_the_Coinage_of_Magnentius TRADUCO DAL SOMMARIO DELL'ARTICOLO:3 punti
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Appena passata nell'Asta Artemide LVIII ha chiuso a 2000 euro + diritti:3 punti
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Cari tutti a Voi con gioia la seconda perla proveniente dall’incanto Nomisma Aste del 23 ottobre. Qui si va indietro fino all’anno giubilare 1675 indetto, come ogni 5 lustri, dal pontefice dell’epoca, Sua Santità Clemente X, al secolo Emilio Bonaventura Altieri, 239mo papa della chiesa cattolica per sei anni, dal 1670 al 1676. Rampollo di una antica famiglia nobiliare romana, al momento dell’elezione aveva quasi 80 anni, età elevatissima per l’epoca, divenne Papa dopo ben 42 votazioni e 4 mesi, il secondo conclave più lungo della storia se si eccettua quello, storico, che elesse papa Giovanni XXII dal 1314 al 1316. Fu pontefice particolarmente affezionato ai giubilei 🤗 prima di quello canonico del 1675 ne indisse ben due straordinari e precedenti, uno nel 1670 per inaugurare il proprio pontificato, e uno nel 1672 per favorire L’Unità dei monarchi cristiani contro i Turchi. Fu mecenate delle arti, sotto il suo breve regno ordinò a Gian Lorenzo Bernini di restaurare monumenti e piazze dell’Urbe. Questi lavori attirarono a Roma per l’Anno Santo 1675 ben 1,5 milioni di pellegrini, un record per un’epoca dove andare da Milano a Roma occorrevano tre o quattro giorni almeno. 😱 Esaurita la breve biografia di questo papa veniamo al pezzo in questione. Anche in questo caso si parla di una moneta comune, assolutamente reperibile in BB ed anche senza gran fatica in SPL. Ma sfido tutti a trovare un pezzo in qFDC (MS63) con questa patina iridescente da antica raccolta e privo di qualsiasi difetto. L’anno di emissione di questa piastra è quello dell’anno santo 1675, pesa 31,97 grammi per 44,7 mm di diametro. Classificata dal Muntoni al numero 18, il rovescio rappresenta un’altra meraviglia assoluta dell’epoca, capolavoro di Girolamo Lucenti, raffigura l’entrata della Basilica di San Pietro e la porta Santa con i pellegrini. E anche il diritto con lo stemma papale in questa qualità è quasi un ricamo barocco di squisita finezza. Qui ho dovuto dare battaglia per portarla a casa, non all’ultimo sangue, perché partiva già a un prezzo abbastanza sostenuto, ma comunque ho dovuto rilanciare tre volte. Certo è che tenerla in mano garantisce sensazioni uniche, la colorazione che assume, che va dal verde al rosso al blu, è straordinaria, anche se ci vorrebbe un video. Rimando tutti in ogni caso alle immagini della Casa d’Aste, migliori delle mie senza dubbio. Difficile trovarla migliore, occorre un MS64 o superiore, che io personalmente non ho mai visto, anche se certamente esisterà. Buona serata2 punti
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Ciao a tutti, oggi volevo mostravi il grossone che ho in collezione. Lo avevo acquistato perchè non presentava una pesante tosatura come spesso si vede su queste monete. Per contro però ha un foro passante otturato in antichità. Nella mia modesta raccolta di monete tipologiche della Serenissima non sfigura. E' in discreta conservazione, con tutta la legenda ben leggibile, anche se il volto del Doge è consumato. Voi lo avreste preso in queste condizioni? intendo con il foro? Il prezzo naturalmente ha giocato la sua parte. Grazie mille per i vostri pareri Italo2 punti
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No, io non lo avrei preso. E' vero che non è facile trovarle un grossone non tosato, ma neanche impossibile. Arka Diligite iustitiam2 punti
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Mi chiedo: perché una moneta in corso legale dovrebbe valere 3000 volte il suo valore facciale? Sono coniate in milioni e milioni di esemplari, e sono coniate per essere spese al loro valore facciale. Circolano quotidianamente, nelle mani di milioni di persone che le trattano per quello che sono. Non hanno nulla di particolare, salvo rarissimi casi facilissimamente identificabili... gli errori di conio "veri", che danno un minimo di plusvalore (e solo per determinati collezionisti), e sicuramente non ottenuto moltiplicando il facciale per 3000, sono facilmente identificabili senza lenti di ingrandimento o voli di fantasia. Perché deve venire il dubbio????? Perché da piccolo o da giovane non mi è mai venuto il dubbio che le cento lire che stavo per spendere valessero milioni????? In effetti la risposta la so: perché quando io ero piccolo Internet non c'era, e di conseguenza non c'erano quei personaggi che creano questi falsi miti... Non diamo retta... non ragioniam di lor, ma guarda e passa...2 punti
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La bibliografia sulla monetazione longobarda non è di facile reperibilità, si tratta di testi specializzati piuttosto rari e anche alquanto costosi quando si riesce a trovarli, i due caposaldi in lingua italiana su questo tema sono dei volumi di Ernesto Bernareggi: 1-Il sistema economico e la monetazione dei Longobardi nell'Italia superiore, 1960 2-Moneta Langobardorum, 1983 Dello stesso autore vi è un altro saggio molto ampio presente sulla Rivista Italiana di Numismatica del 1963, reperibile qui in pdf: http://www.socnumit.org/doc/rin/RIN1963.pdf Decisamente più facile è la pesca di materiale interessante sul web, tra cui ti consiglio di immergerti nel sito contenente le pubblicazioni di uno dei massimi esperti del settore, Ermanno Arslan: https://independent.academia.edu/ErmannoArslan Qui troverai un po' di tutto, da articoli di carattere generalista e divulgativo a saggi molto più specializzati, bisogna esplorarlo un po' ma c'è da leggere e studiare per mesi se non di più...2 punti
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Carlo II Forte di Savoia III Tipo , zecca di Bourg Finalmente , dopo il periodo di stop estivo , sono riuscito ad aggiudicarmi una moneta savoia mancante alla mia collezione . Fino alla comparsa di questo esemplare non era nota neppure una foto , i principali cataloghi si limitavo a fornirne una descrizione. Come potete osservare manca il nome del Duca Carlo II nelle legende. Nell' attesa di riceverla posto le immagini del catalogo dell' asta.2 punti
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Bene. Direi che siete tutti bravi ed esperti. Infatti, la Lira è stata giudicata FDC, mentre il 50 Centesimi ha raggiunto solo il q.FDC. Io, in genere, giudico se una moneta mi piace o meno dal colpo d'occhio immediato, poi verranno le valutazioni con lente ed ingrandimenti. Per le due monete in oggetto, il mio giudizio è sì quello dato dal perito, ma per dirla tutta io preferisco il 50 Centesimi. Vi spiego perché: la Lira è sì in stato zecca (campi intonsi, bordi perfetti, lustro su entrambi i lati e rilievi ben definiti), ma il lustro e la "lucentezza del R/ dei 50 Centesimi è piuttosto raro da vedersi e, per me che nelle monete del Regno d'Italia guardo soprattutto il R/ (il D/ è piuttosto ripetitivo con la testa del sovrano), mi affascina di più. È vero, il D/ nel 50 Centesimi è meno brillante, probabilmente non ha circolato, ma si è conservato meno bene, tuttavia avessi dovuto scegliere fra le due monete, avrei dato la preferenza a quest'ultimo poiché il R/ compensa abbondantemente la minor freschezza del D/. Ritengo concordereste con me se lo vedeste dal vivo. Un ultima cosa: a h. 12 del R/ del 50 Centesimi, quello che si vede è un difetto del tondello (o forse da un'impurità sul conio) non una tacca dovuta ad un urto.2 punti
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Buonasera e buona domenica a tutti. Vi presento un testone particolare che da poco sono riuscito ad aggiungere alla mia collezione. LA MONETA E LA SUA STORIA. Clemente XI (1700-1721), Roma, Testone. Munt 61, CNI manca, MIR 2287. D/: Busto a sinistra con camauro, mozzetta e stola ornata di stella e dei tre monti divisi da fascia tra fogliami. CLEMENS * XI * _ * P * M * A VI * In basso nel giro: . E . HAMERANVS R/: La Beata Vergine col capo velato e raggiante e nimbo di stelle, in piedi di fronte su globo e crescente lunare, tiene con ambo le mani alla sua destra il Bambino seminudo col capo raggiante, che trafigge con la lancia crucigera nelle fauci il drago disteso in terra tra nubi. In basso a sinistra: EH . CAVSA . NRAE : _ LAETITIAE Es: MDC - VII, ai lati dello stemma di Mons. Giuseppe d'Aste, presidente di zecca. T/: liscio Peso: 9.05 g Quando ho visto proposto all'asta questo testone, che veniva giustamente indicato dai compilatori del listino come R5, ho fatto le mie ricerche per cercare di raccogliere tutte le informazioni possibili e sono così riuscito a ricostruire un pedigree di 80 anni! Questa stessa moneta infatti, appare per la prima volta in vendita nella asta Santamaria del 1942, quando venne posta all'incanto la collezione Gili di monete papali. Nelle note del listino (che è nella mia biblioteca), veniva sottolineato che si trattava di un esemplare inedito, mancando sia nel CNI che nel Serafini [foto 1]. La stessa moneta riappare poi nel 1980, alla mitica Kunst und Munzen 21 (collezione Grigori), ed in questo caso si riporta che trattasi dello stesso esemplare della Santamaria 1942 e dell'esemplare descritto e fotografato sul Muntoni, e ritenuto dai compilatori di quel catalogo come Unico (?) [foto 2 e 3]. Il Muntoni al n. 61 riporta effettivamente la nota come ex Santamaria 1942 e dalla foto si conferma essere sempre lo stesso esemplare, essendo ben riconoscibile per le tracce marginali di ossidazione presenti soprattutto al rovescio [foto 4]. Il MIR inspiegabilmente lo classifica solo R4, ma non ne riporta la foto. All'asta il testone non è certo passato inosservato e non è stato facile aggiudicarselo, ma la straordinaria rarità della moneta (unico esemplare ad oggi noto), la sua storia e provenienza, mi hanno indotto a fare lo scatto decisivo. LA MONETA E LA SUA ICONOGRAFIA. Questo testone é un anacronismo, riportando infatti al D/ il VI anno di pontificato, mentre al R/ la data 1707. Si tratta infatti di un ibrido ottenuto con il dritto del testone Munt 64, cosidetto delle "Tre Grazie" [foto 5] ed il rovescio del testone Munt 62 [foto 6]. La complessa e pittorica rappresentazione del rovescio costituisce uno degli stilemi barocchi con i quali viene rappresentata l'Immacolata Concezione, come nel caso del dipinto di Carlo Maratta (1625-1713) [foto 7]. La Madonna è rappresentata con la testa adornata da una corona di dodici stelle, che simboleggiano le dodici tribù di Israele; i suoi piedi poggiano su un globo, la Terra, insidiata dal serpente ma difesa dalla Vergine che sorregge il figlio suo Gesù che trafigge la testa del serpente (o drago). La raffigurazione corrisponde ai racconti biblici dell’Apocalisse 12, 1, che presenta “una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle” e della Genesi 3, 15: «Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno». È importante notare che in queste rappresentazioni, vediamo Maria che, pur tenendo il piede sul serpente, non è lei a schiacciarlo. Ci pensa il Bambino Gesù, che lei sorregge, a trafiggere il serpente con una lunga lancia che ha la forma della croce. Il Serpente antico non ha morso Maria (Immacolata fin dalla concezione) perché Gesù l’ha sconfitto. Maria doveva diventare la Madre di Dio, il quale non può entrare dove c’è traccia di peccato. Perciò, proprio lei è redenta preventivamente, perché Cristo potesse trovare sulla terra almeno "un fazzoletto di terra pulita dove posare il piede", secondo la bella espressione di sant’Antonio di Padova. La legenda al R/ si traduce in "Motivo della nostra gioia" e deriva dalle Litanie Lauretane della Madonna. Questa legenda ed iconografia, inedita prima di Clemente XI, è presente anche nell'analoga quadrupla del 1706 [foto 8] e non verrà più ripresa o riproposta dai pontefici successivi a Papa Albani. Michele2 punti
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Ciao Senza vederla neanche(manca la foto),tu dico che sono cavolate col botto. Chiaramente non è colpa tua,ma delle pseudo notizie,pseudo video,pseudo annunci e pseudo divulgazione del web. Mamma mia quanti danni hanno fatto sti personaggi Ora mi arrivano da amici video di questi 50 cents che valgono addirittura piú di 1000€..... Hai fatto bene a chiedere qua,almeno potrai far sana divulgazione tu,dicendo e scrivendo a caratteri cubitali che queste sono grandi ....... 😁Saluti2 punti
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Per carità... Non devi assolutamente guardare gli pseudo annunci da terzi. 50 cents venduto a 0.86? Mai sentita st' altra assurdità. Una cosa è certa,stai lontano da questa DISINFORMAZIONE.1 punto
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Come richiesto dagli autori, @ARES III e @Liutprand, sono state accorpate le due discussioni su questo eccezionale ritrovamento. Anche il titolo è stato modificato, inglobando entrambi i precedenti, ora è San Casciano, una scoperta straordinaria.1 punto
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Ciao @jaconico, bella discussione! Stavo pensando che il Guglielmo ha fatto tris, cosa penso più unica che rara - e qui prego chi ne sa più di me di eventualmente correggermi - per un personaggio realmente esistito che non sia stato il solito regnante (o l'altro Guglielmo, lo svizzero "Tell", ma lo considero una figura paramitologica): le duemila lire di sopra e poi addirittura due monete, la 100 lire per la circolazione e la 500 d'argento Purtroppo le mie monete non le ho sottomano: immagini "imprestate"... se l'occasione per le monete è stato il centenario della nascita, sa magari qualcuno il perchè della banconota? Scusa se inquino un po' la discussione, purtroppo tendo a divagare! Servus, Njk1 punto
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È un 3 cavalli di Carlo II di Spagna battuto a Napoli tra il 1677 e il 1683. Al diritto la testa del re con la scritta marginale CAROLVS II D G REX, al rovescio IN HOC SIGNO VIN che tradotto dal latino vuol dire CON QUESTO SEGNO (la Croce di Cristo) VINCERAI. La data si trova sotto il busto del re, ma non riesco a vederla a causa della condizione del tondello.1 punto
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Dopo i bronzi di Riace ecco quelli di San Casciano: in Toscana dal fango spuntano 24 statue ‘perfette’ A San Casciano la più grande scoperta archeologica da quella dei bronzi di Riace: le statue emerse dal fango potrebbero permettere la riscrittura della storia dell'arte antica: Oltre 20 statue di bronzo in perfetto stato di conservazione, ex voto e altri oggetti, ma anche cinquemila monete in oro, argento e bronzo. Sono queste le nuove eccezionali scoperte restituite dalla campagna di scavo al santuario etrusco-romano connesso all’antica vasca sacra della sorgente termo-minerale del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena. Iniziato nel 2019, lo scavo promosso dal ministero della Cultura e dal comune toscano con il coordinamento del professor Jacopo Tabolli dell’Università per Stranieri di Siena ha condotto a questi nuovi straordinari ritrovamenti nelle prime settimane di ottobre. A San Casciano, grazie ai recenti finanziamenti del MiC, nascerà un nuovo museo per ospitare i reperti. AL LAVORO 60 ESPERTI DI TUTTO IL MONDO “Una scoperta che riscriverà la storia e sulla quale sono già al lavoro oltre 60 esperti di tutto il mondo“, dichiara l’etruscologo responsabile dello scavo, Jacopo Tabolli. È così infatti che, 50 anni dopo la scoperta nel 1972 dei celebri ‘bronzi di Riace’, si riscrive a San Casciano dei Bagni la storia dell’antica statuaria in bronzo di età etrusca e romana. Quello del sito toscano è il più grande deposito di statue in bronzo di età etrusca e romana mai scoperto nell’Italia antica e uno dei più significativi di tutto il Mediterraneo: senza eguali soprattutto perché, finora, di questa epoca si conoscevano prevalentemente statue in terracotta. “L’ITALIA PAESE DI TESORI IMMENSI” “Un ritrovamento eccezionale, che conferma una volta di più che l’Italia è un Paese di tesori immensi e unici. La stratificazione di diverse civiltà è un unicum della cultura italiana”, dichiara il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano che, proprio ieri, in occasione di una delle sue prime visite fuori Roma è stato a Grosseto al laboratorio dell’Istituto Centrale del Restauro, dove sono in corso le attività di studio e i primi interventi sui bronzi. “Mi sono voluto personalmente complimentare con gli archeologi e il team di ricerca- ha concluso il ministro- Lo studio e la valorizzazione di questo tesoro sarà un’ulteriore occasione per la crescita spirituale della nostra cultura e per il rilancio di territori meno noti al turismo internazionale, ma anche come volano per l’industria culturale della Nazione”. LA SCOPERTA PIÙ IMPORTANTE DAI BRONZI DI RIACE “È la scoperta più importante dai Bronzi di Riace e certamente uno dei ritrovamenti di bronzi più significativi mai avvenuti nella storia del Mediterraneo antico”, commenta il Direttore Generale Musei, Massimo Osanna, che ha appena approvato l’acquisto del palazzo cinquecentesco che ospiterà nel borgo di San Casciano le meraviglie restituite dal Bagno Grande, un museo al quale si aggiungerà in futuro un vero e proprio parco archeologico. “L’importanza del metodo usato in questo scavo è rappresentata anche dalla collaborazione tra specialisti di ogni disciplina: dagli architetti ai geologi, dagli archeobotanici agli esperti di epigrafia e numismatica”, spiega il Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio del MiC, Luigi La Rocca. “Questa scoperta offre a San Casciano un’opportunità che non è solo culturale e turistica, ma è una vera e propria occasione di rinascita”, dichiara la sindaca del Comune toscano, Agnese Carletti. “A San Casciano nasceranno un nuovo museo, che ospiterà le eccezionali statue, e un parco archeologico. Due nuovi luoghi che saranno per il territorio un vero e proprio motore di sviluppo che andrà ad aggiungersi alla già entusiasmante presenza dei giovani archeologi provenienti da tutto il mondo che, grazie a questo scavo, stanno ripopolando il paese ormai per molti mesi all’anno”. COSA RACCONTANO I BRONZI RITROVATI I bronzi di San Casciano raffigurano le divinità venerate nel luogo sacro, assieme agli organi e alle parti anatomiche per le quali si chiedeva l’intervento curativo della divinità attraverso le acque termali. Dal fango caldo sono riemerse in queste settimane effigi di Igea e di Apollo, oltre a un bronzo che richiama il celebre Arringatore, scoperto a Perugia e nelle collezioni storiche del Museo Archeologico Nazionale di Firenze. L’eccezionale stato di conservazione delle statue all’interno dell’acqua calda della sorgente ha permesso anche di preservare meravigliose iscrizioni in etrusco e latino che furono incise prima della loro realizzazione. Nelle iscrizioni si leggono nomi di potenti famiglie etrusche del territorio dell’Etruria interna, dai Velimna di Perugia ai Marcni noti nell’agro senese. Accanto a onomastica e forme dedicatorie in etrusco troviamo iscrizioni in latino, che menzionano anche le aquae calidae, le fonti calde del Bagno Grande, dove le statue furono collocate. La gran parte di questi capolavori dell’antichità si data tra il II secolo a.C. e il I secolo d.C, un periodo storico di importanti trasformazioni nella Toscana antica, nel passaggio tra Etruschi e Romani. In quest’epoca di grandi conflitti tra Roma e le città etrusche, ma anche di lotte all’interno del tessuto sociale dell’Urbe, nel santuario del Bagno Grande le nobili famiglie etrusche, in una fase in cui l’espansione di Roma significa anche osmosi culturale, dedicarono le statue all’acqua sacra. Un contesto multiculturale e plurilinguistico assolutamente unico, di pace, circondato da instabilità politica e guerra. “ORA POSSIAMO RISCRIVERE LA STORIA DELL’ARTE ANTICA” “Il santuario con le sue statue appare come un laboratorio di ricerca sulla diversità culturale nell’antichità, testimonianza unica della mobilità etrusca e romana”, spiega Tabolli, etruscologo dell’Università per Stranieri di Siena e direttore del progetto scientifico. “Rispetto alle note scoperte di antiche statue in leghe di bronzo – pensiamo per esempio al celebre Arringatore scoperto a Perugia ed esposto al Museo Archeologico Nazionale di Firenze – quanto riemerso dal fango a San Casciano dei Bagni è un’occasione unica di riscrivere la storia dell’arte antica e con essa la storia del passaggio tra Etruschi e Romani in Toscana”. “Le scoperte di Bagno Grande costituiscono un’eccellenza straordinaria nel pur ricchissimo patrimonio archeologico sul quale la Soprintendenza è chiamata a esercitare le funzioni di tutela, confermando ancora una volta che il settore dell’archeologia può sorprenderci in ogni momento con nuove e straordinarie scoperte e possibilità di ricerca”, dichiara il soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, Gabriele Nannetti. “Le scoperte di Bagno Grande rappresentano una sorprendente novità sotto molteplici aspetti”, spiega Ada Salvi, funzionaria archeologa della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo. “Proprio la pluralità delle informazioni che ci stanno giungendo dallo scavo e dallo studio dei reperti ha dato impulso a un modello di collaborazione tra Direzione Scientifica dello scavo, Concessionario e Soprintendenza, che vede ciascun attore coinvolto per le proprie competenze ed esperienze”. IL DIRETTORE DI SCAVO: “RISULTATI INASPETTATI” “La campagna di scavo che ho avuto l’onore e il piacere di dirigere sul campo per 14 settimane tra giugno e ottobre ha ottenuto risultati stupefacenti e in parte inaspettati”, commenta il direttore di scavo, Emanuele Mariotti. “I ritrovamenti e la monumentalità del sito hanno superato le nostre aspettative. Bisogna notare come l’eccezionalità del contesto non derivi solo dalle stratigrafie fangose ma intatte all’interno della vasca, così ricche di tesori d’arte e numismatici, ma anche dall’architettura con cui fu concepito, in epoca primo-imperiale, il cuore del santuario, destinato a raccogliere le potenti acque calde della sorgente, oggi del Bagno Grande”. https://www.dire.it/08-11-2022/827242-dopo-i-bronzi-di-riace-ecco-quelli-di-san-casciano-in-toscana-dal-fango-spuntano-24-statue-perfette/1 punto
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Ciao @El Chupacabra Condivido il tuo pensiero "il colpo d'occhio immediato " solitamente ha un grande peso sulla decizine finale. saluti1 punto
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Il Ministero emette l’8 novembre 2022, un francobollo celebrativo della seconda battaglia di El Alamein, nell’80° anniversario della ricorrenza, con indicazione tariffaria B. La vignetta raffigura il Sacrario Militare italiano di El Alamein in Egitto, realizzato su progetto dell’ingegner Paolo Caccia Dominioni, che si erge dove ebbero luogo alcune battaglie della seconda guerra mondiale e custodisce le spoglie di 4.634 caduti. Completano il francobollo le legende “El Alamein” e “1942 - Seconda Battaglia”, la scritta “Italia” e l’indicazione tariffaria “B”. Bozzetto a cura dello Stato Maggiore della Difesa e ottimizzato dal Centro Filatelico della Direzione Operativa dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato SpA Tiratura: trecentomila quindici esemplari Foglio: quarantacinque esemplari Il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente; grammatura: 90 g/mq; supporto: carta bianca, Kraft monosiliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco); formato carta: 30 x 40 mm.; formato stampa: 30 x 38 mm; formato tracciatura: 37 x 46 mm; dentellatura: 11 effettuata con fustellatura; colori: quadricromia.1 punto
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La moneta è piacevole: usura omogena, totalmente leggibile e piacevole patina di vecchia collezione. Ma c'è il buco, che però tutto sommato non disturba più di tanto (almeno il mio occhio). Tutto dipende dal rapporto qualità prezzo con cui hai acquistato la moneta. Se la stessa moneta in condizioni simili ma senza buco sarebbe costata un multiplo di questa, allora hai fatto bene. Se con poco di più puoi trovare quella senza foro, allora hai fatto male. Molto spesso alcune monete sono inarrivabili per il comune mortale senza giungere a piccoli compromessi col proprio portafoglio. il non accettare compromessi può voler dire non avere mai quella moneta (a meno di non vincere al superenalotto). Ora non so se è questo il caso. Non conoscendo bene questa monetazione dal punto di vista economico, non posso dire di più.1 punto
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Buongiorno. Ho ritrovato in cantina qualche moneta commemorative in argento, in confezione originale (senza plastica). Erano tutte li da una trentina di anni, nelle stesse condizioni. Una sola ha sviluppato una patina particolare. Ne posto la foto. Un saluto Renzo1 punto
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Eh beh, scusa se non tutti andiamo a pensare in primis che l'immagine sia presa da un'inserzione di prevedenita, ed in secundis che quell'inizio di parola nell'immagine postata sia di "entwurf", che in tedesco significa bozzetto...1 punto
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il collegamento online sarà attivo nella fascia oraria 21-22 del giorno 22 novembre 2022 al link: meet.google.com/pcg-gukn-ubz1 punto
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Riguarda un settore specifico della monetazione longobarda che sono appunto le ''Flavie''. Bernareggi tratta tutta la materia. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Ciao, se sei neofita neofita puoi dilettarti anche con questo piccolo articolo dove troverai un po' di bibliografia varia (interessante al testo al punto 5 della stessa): https://www.panorama-numismatico.com/wp-content/uploads/CENNI-DI-STORIA-E-MONETAZIONE-LONGOBARDA.pdf1 punto
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Ciao, come già detto nel precedente intervento dal ritratto dovrebbe trattarsi di Filippo l'Arabo. È un sesterzio di barra della tipologia con Cervo al rovescio 🙂 ANTONIO1 punto
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Ho trovato un esemplare (è lo stesso?!) in un’asta del 1933.1 punto
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Salve. Ho proposto il quesito proprio perché la didascalia dell’asta nella quale mi sono aggiudicato la moneta dichiarava la variante doppio punto, mentre io, in tutta onestà e a differenza degli altri esemplari pubblicati fino ad oggi, sul caso specifico nutro dei dubbi. Ormai è in collezione e resta lì, la prossima volta farò più attenzione. Non è detto che sicuramente non si tratti di un doppio punto, il fatto è che in questi casi bisognerebbe essere certi… Ringrazio Alberto e Caravelle82. Saluti.1 punto
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chiedo venia, queste SU austriache dovrebbero corrispondere a del FDC "scelto" e garantito. Credevo corrispondesse al BU sorry. Ultimamente tra tutte queste definizioni è sempre peggio. Quella tabella è sbagliata cmq, BU non è FdC, basta comparare le divisionali portoghesi nelle 2 diverse versioni per comprenderlo. La moneta fdc, è la semplice lavorazione del conio di monete che finiscono poi nei rotolini e circolazione. Che è il motivo principale per il quale spesso si trovano monete nelle divisionali con colpetti, difetti, puntini neri e impronte. in teoria una special uncirculated, UNC o che si voglia, non dovrebbe avere colpi perchè dovrebbe essere scelta. Ma la lavorazione è uguale. La BU subisce un passaggio successivo e si presenta molto più brillante. Diciamo che potrebbe considerarsi una via di mezzo tra le fdc e le proof. Questa conservazione andava molto quando il portogallo tantissimi anni fa iniziò a fare la doppia div sia fdc (quella bislunga) che BU (quadrata con folder). Qualche anno dopo iniziarono loro stessi a fare i CC in folder rigorosamente BU (BNC in portoghese).1 punto
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Ciao L' ultimo mi piace assai,anche per quella contromarca... Gli altri li escluderei per quel verde che non sappiamo esattamente cosa sia(non tanto per il 1,non mi fiderei soprattutto del 2). L' ultimo bello bello😁1 punto
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Buonasera Andrea, purtroppo non è così, questa è l'ennesima moneta moderna in corso legale che certi personaggi spacciano sul web come grandi rarità e a prazzi da capogiro, purtroppo sono solo delle persone che durante la giornata non altro nulla da fare....... il solo valore di questa moneta è il valore facciale di 50 cent. saluti F.P.1 punto
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Buongiorno a tutti. La mia Napoletana di oggi è questo rarissimo Tarì del 1794 con in legenda SICLIAR anziché SICILIAR, ad oggi ne conosco, oltre al mio esemplare solo altri due.1 punto
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Ciao, c'è chi le colleziona e di contro c'è chi se ne approfitta, sono solo dei gadget e spenderci max uno o due euro sarebbe il giusto, tutto sommato c'e' un lavoro dietro questi fogli di carta. Questo è uno dei miei ricordini (costo due euro) del mio viaggio ad Amburgo, comprato quando sono andato in visita al Miniatur Wunderland, è pure commemorativa del 20° anniversario della sua apertura al pubblico, ma non è di certo inserita nella mia raccolta di banconote e non ne ho altre. Meglio questi, per soli tre euro si ci diverte molto di più!1 punto
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Dopo anni di tentennamenti sono riuscito anche io a mettere in collezione un esemplare da questo hoard. Non è stato semplice, perché i rovesci più interessanti sono stati venduti a cifre di tutto rispetto ... alla fine, ho rivisto in vendita questo esemplare di SOLI INVICTO COMITI, emissione "precoce" della zecca di Roma ( pre-riduzione ponderale del 313) per una cifra passabile, ma sopratutto è uno dei pochi esemplari disponibili ad essere raffigurato nelle tavole del catalogo! Date : 312-313 Diamètre : 22 mm Axe des coins : 5 h. Poids : 3,93 g. Degré de rareté : R1 Officine : 3e Commentaires sur l'état de conservation : Monnaie sur un flan bien centré présentant un joli buste de l’empereur Constantin au droit. Patine gris foncé Référence ouvrage : C.- - RIC VI Rome 338a Pedigree : Exemplaire n°638 du trésor de Chitry1 punto
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Buon giorno gino76. Questa moneta è stata da lei trovata nel circolante o le è stata proposta o è stata acquistata singolarmente? Le faccio queste domande perché ritengo che ci sia una ricerca quasi spasmodica dei difetti di conio tanto da giustificarne una produzione. Io propenderei per un taroccamento, ovvero, per una abrasione successiva alla coniatura. Se mi è permessa una battuta ironica, mia mamma mi diceva "a pensare male si fa peccato ma spesso si indovina". Se non ci fossero dei fini commerciali, ovvero la moneta fosse stata da lei rinvenuta nel circolante, potrebbero anche essere valide le supposizioni di difetti di produzione.(Comunque non errori) Riterrei che per una valutazione più esatta occorrerebbero delle fotografie più accurate e nitide tali da potere essere ben ingrandite senza sgranarsi. Cordialità Gabriella1 punto
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Taglio: 1 Euro Nazione: Monaco Anno: 2002 Tiratura: 472.500 Condizioni: BB Città: Baselga di Piné (TN)1 punto
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Ciao Andre la moneta che hai commentato è un rarissimo grossetto di Cortona se leggi la moneta porta il nome DE CORTONA, e dietro S Vincenzo, moneta molto discussa per la sua dubbia autenticità, spero di essere stato utile. Un saluto a tutti.1 punto
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Ciao Mario ... grazie del parere, mi fido della tua esperienza x il discorso rarità, mi ha tratto in inganno il fatto che il Gigante non la riporta, ma riporta il solo 1804 con barra semplice. La contromarca resta ancora un'incognita, non si tratta di un tentativo di foro per via della sua foggia, i fori non venivano eseguiti con strumenti cavi...forse si tratta di una semplice "O" anche se un pò rozza? La conservazione cmq mi ha fatto convinto ad acquistarla e poi mi mancava. Grazie ancora amico.1 punto
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Buona sera, picciolo di arezzo guido tarlati di pietramala vescovo 1313-1326 la presi sperando in una variante in legenda perché a colpo d'occhio notai qualcosa di strano, in realtà è un normale picciolo ribattuto dritto su rovescio ma che ha comunque una particolarità, credo che sia coniato su un tondello che nelle misure corrisponde più ad un denaro piccolo di Guglielmo degli Ubertini vescovo, di una trentina d'anni antecedente, a meno che le misure del mio ( g.0,60 mm.15-16 ) non rientrino nella media dei piccioli di Guido Tarlati. In effetti in alcuni punti della moneta sembra esserci una discreta eccedenza di superficie. Approfitto della presenza di grandi esperti di Arezzo (e di chiunque altro) per avere un parere, grazie a presto.1 punto
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Buonasera a tutti, volevo mostrarvi una piccola curiosità... L'altro giorno ho aiutato un mio amico a liberare la vecchia casa di suo zio, sul fondo di un'antica cassapanca ho trovato un piccolo borsello che si è disintegrato nelle mie mani... Conteneva: Un 5 lire aquilino 1927 Un buono da 2 lire 1923 Due 10 centesimi Ape 1923/1930 Tre 5 centesimi spiga '24 '29 '31 Vi erano conservate anche alcune fatture coeve, molto interessanti per i riferimenti dei prezzi degli anni '30 È stato un po' come aprire una capsula del tempo... Emozionante!!!1 punto
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