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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/09/22 in tutte le aree
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Un mio amico archeologo inglese mi ha invitato da lui (per bere fiumi di birra e, anche ma solo marginalmente e se riusciamo a rimanere sobri) a vedere al Lynn Museum di King's Lynn vicino a Norwich la mostra Hoards: Archaeological Treasure from West Norfolk che tratta di alcuni tesoretti monetali in questa regione particolarmente ricca di questi ritrovamenti: https://www.museums.norfolk.gov.uk/lynn-museum/whats-on/exhibitions/hoards-archaeological-treasure-from-west-norfolk . Tra questi un curioso tesoretto reso famoso (io non lo conoscevo) dal fatto che si tratta di monete d'oro di età del ferro (stateri ‘gallo-belgici’, realizzati nel I secolo aC, probabilmente nel nord della Francia) trovati all'interno di un osso di vacca da cui il nome di "tesoro della vacca". Ho cercato news in italiano ed ho trovato ciò: https://www.stilearte.it/in-mostra-il-tesoro-della-vacca-monete-doro-del-i-secolo-a-c-nascoste-nellosso-di-un-bovino/5 punti
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Buongiorno a tutti. Ritorno a scrivere doppio parecchio tempo di assenza dal forum. Dopo la bella piastra 1826 reimpressa di releo, pubblico la mia piastra 1828 sempre di Francesco I Saluti5 punti
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Bel denario, con la sua giusta patina ed un rovescio che a livello inconografico mi è sempre piaciuto moltissimo,in tutte le sue declinazioni. Anni fa ne avevamo parlato approfonditamente nella sezione repubblicane, il discorso si era poi esteso anche alle imperiali... c'è un bel po' da leggere.3 punti
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Ciao è un follaro salernitano di Ruggero II Saluti Eliodoro3 punti
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Complimenti Rocco, una stupenda moneta con variante rarissima. Credo che R4 sia riduttivo per una moneta conosciuta in pochissimi esemplari. Ecco la mia. Non all’altezza della tua moneta ma quando sono così rare bisogna anche accontentarsi.3 punti
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Buona sera, oggi vi mostro il mio ultimo acquisto un denario di Settimio Severo, con al rovescio la dea Moneta (se riusciste a dirmi qualcosa in più sul significato del rovescio magari). Sull'autenticità non ho dubbi, volevo chiedervi più che altro un parere estetico, a me piace molto. Diametro 19.19 mm e peso 3.07 g. Grazie per chi risponderà.2 punti
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Salve, L'Aquila cavallo di Ferdinando I d'Aragona 1458-1494 , N di REGNI in posizione orizzontale, molto raro2 punti
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Ciao @Trullo non posso che confermare quanto ti è stato detto dall'amico @adolfos che saluto (è un po che non ci sentiamo), segui il giusto consiglio di non provare a pulirla perché non c'è niente da pulire, quello che vedi è ossidazione di rame che non si staccherebbe in alcun modo dal metallo sottostante a differenza delle incrostazioni sulla mistura dei denari genuini che generalmente si riesce ad asportare. Postare un falso d'epoca o un denaro "buono" non fa differenza, il falso è comunque un denaro che ha, bene o male, svolto la sua funzione di moneta circolante e a livello collezionistico è altrettanto importante ed interessante .un saluto a tutti.2 punti
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al di là della convenienza la vera domanda dovrebbe essere... "ma è possibile produrre una moneta al tornio?" la riposta è no... le monete sono prodotte per compressione di conii su tondelli vergini. I conii vengono realizzati per incisione, quindi - nell'era moderna - con frese che lavorano sul piano. Le moderne tecniche di incisione oggi si basano sulla scansione ed incisione a laser 3D... ma sempre lavorando sul piatto... insomma... l'esatto opposto del principio di lavorazione di un tornio- Mario2 punti
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A me fanno abbastanza ridere quelli che titolano "una scoperta più importante dei bronzi di Riace" paragonando delle (peraltro pregevoli) statuette votive di max quasi un metro a due bestioni di un quintale e mezzo l'uno, alti quasi due metri realizzati per colata unica da dei geni di artigiani del V sec a. C. su un modello di un artista eccelso.... Ma si sa che la morigeratezza ed i titoli giornalistici non vanno di pari passo 😉2 punti
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Buongiorno, per me aggiungete pure il libro di Monica Baldassarri: Zecca e monete del comune di Pisa Dalle origini alla Seconda Repubblica XII secolo-1406 vol.12 punti
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Ciao, lo screenshot che hai postato proviene da un documento PDF dell'Archivio di Stato di Napoli. La storia che ho accennato e le cifre che ho riportato, si trovano sui libri di Lodovico Bianchini (sarebbe da leggere anche la sua biografia). Queste pagine in allegato provengono dal volume del 1859 "Della storia delle finanze del regno di Napoli". https://www.google.it/books/edition/Della_storia_delle_finanze_del_regno_di/ie-fE6rPYKwC?hl=it&gbpv=1 Buona lettura2 punti
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Buongiorno mi intrometto pure io...alcuni 2 punti che indichi nella tua scaletta sono frutto della punteggiatura e del punto di compasso vedi 6 cavalli 1804 con doppio punto dopo C , poi proprio il fatto che questi doppi punti siano così diffusi dal 1790 fino al 1804 (anzi prima e pure dopo) , rende meno credibile la storia del 1798 o no!!?? Come c'è li spieghiamo i doppi punti prima e dopo...come li spieghiamo i doppi punti sui grani siciliani del 14 e del 15...??? E i doppi punti sulle monete di Carlo di Borbone (sebeti e mezzi sebeti) ??? Credo che di certo ancora ci sia poco, tutte teorie e tutte teorie non solidissime ma certo apprezzate, c'è dello studio dietro, che stanno in piedi ma che non devono essere prese come il Verbo!!! Ma anzi teorie e teorie a cui cmq bisogna credere, nel senso di affidarsi e fidarsi...chi ci crede spende bei soldi per certe varianti, altri no!!! Liberi tutti di spendere e investire il proprio denaro come meglio crediamo. Io credo che nella maggior parte dei casi i doppi punti siano una pura casualità, una semplice caratteristica delle monete napoletane e che non ha un significato preciso, ma il risultato del modo di coniare le monete a Napoli e in Sicilia...ma è solo il mio parere, e resto cmq interessato a leggere chi la pensa diversamente da me. Sempre Cordialmente Cristiano.2 punti
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Cari amici, condivido con voi questo bel denario incuso, dovrebbe trattarsi del dritto del denario di Cesare Venere/Enea, che ve ne pare? Voi avente incusi in collezione?1 punto
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Cari tutti a Voi con gioia la seconda perla proveniente dall’incanto Nomisma Aste del 23 ottobre. Qui si va indietro fino all’anno giubilare 1675 indetto, come ogni 5 lustri, dal pontefice dell’epoca, Sua Santità Clemente X, al secolo Emilio Bonaventura Altieri, 239mo papa della chiesa cattolica per sei anni, dal 1670 al 1676. Rampollo di una antica famiglia nobiliare romana, al momento dell’elezione aveva quasi 80 anni, età elevatissima per l’epoca, divenne Papa dopo ben 42 votazioni e 4 mesi, il secondo conclave più lungo della storia se si eccettua quello, storico, che elesse papa Giovanni XXII dal 1314 al 1316. Fu pontefice particolarmente affezionato ai giubilei 🤗 prima di quello canonico del 1675 ne indisse ben due straordinari e precedenti, uno nel 1670 per inaugurare il proprio pontificato, e uno nel 1672 per favorire L’Unità dei monarchi cristiani contro i Turchi. Fu mecenate delle arti, sotto il suo breve regno ordinò a Gian Lorenzo Bernini di restaurare monumenti e piazze dell’Urbe. Questi lavori attirarono a Roma per l’Anno Santo 1675 ben 1,5 milioni di pellegrini, un record per un’epoca dove andare da Milano a Roma occorrevano tre o quattro giorni almeno. 😱 Esaurita la breve biografia di questo papa veniamo al pezzo in questione. Anche in questo caso si parla di una moneta comune, assolutamente reperibile in BB ed anche senza gran fatica in SPL. Ma sfido tutti a trovare un pezzo in qFDC (MS63) con questa patina iridescente da antica raccolta e privo di qualsiasi difetto. L’anno di emissione di questa piastra è quello dell’anno santo 1675, pesa 31,97 grammi per 44,7 mm di diametro. Classificata dal Muntoni al numero 18, il rovescio rappresenta un’altra meraviglia assoluta dell’epoca, capolavoro di Girolamo Lucenti, raffigura l’entrata della Basilica di San Pietro e la porta Santa con i pellegrini. E anche il diritto con lo stemma papale in questa qualità è quasi un ricamo barocco di squisita finezza. Qui ho dovuto dare battaglia per portarla a casa, non all’ultimo sangue, perché partiva già a un prezzo abbastanza sostenuto, ma comunque ho dovuto rilanciare tre volte. Certo è che tenerla in mano garantisce sensazioni uniche, la colorazione che assume, che va dal verde al rosso al blu, è straordinaria, anche se ci vorrebbe un video. Rimando tutti in ogni caso alle immagini della Casa d’Aste, migliori delle mie senza dubbio. Difficile trovarla migliore, occorre un MS64 o superiore, che io personalmente non ho mai visto, anche se certamente esisterà. Buona serata1 punto
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Grazie mille per questa esaustiva spiegazione, ora ho sicuramente le idee più chiare. Riguardo all' asta del 15 dicembre mi sa che purtroppo dovrò rinunciarci (avrete uno sfidante in meno)😂 Continuerò a leggere il bellissimo libro di Monica Baldassarri e dopo aggiungerò alla mia collezione il libro di Franca M. Vanni Pisa gloriosa Le monete della zecca di Pisa https://img2.libreriauniversitaria.it/BIT/340/160/9788873991601.jpg1 punto
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Grazie Mario! Visto che sarò anch'io con ogni probabilità al Veronafil passerò volentieri all'appuntamento cordusiano allo stand Grimoldi per il catalogo dell'Ambrosiana! Spero di poter incontrare qualche amico del forum dal vivo!1 punto
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Secondo Ateneo di Naucrati, Frine “era più bella nelle parti che non si vedono" (ma qui si vedono!). Di Frine sono noti gli atteggiamenti antimacedoni che si possono rinvenire nell’aneddoto secondo il quale lei avrebbe promesso di finanziare la ricostruzione delle mura di Tebe dopo che nel 335 a. C. erano state distrutte da Alessandro Magno, purché sulle stesse mura fosse stata apposta la scritta «Alessandro le distrusse, le rifece l'etera Frine» (in greco antico Ἀλέξανδρος μὲν κατέσκαψεν, ἀνέστησεν δὲ Φρύνη ἡ ἑταίρα). La dicitura però non è attestata, al pari dell'esistenza della donazione, negli scritti di Diodoro Siculo che d'altro canto conferma comunque la datazione dell'opera di ricostruzione sotto Cassandro. Questa iscrizione ricordava da un lato la crudeltà dei Macedoni nei confronti di Tebe, cui fa riferimento anche Iperide nel suo Epitaffio, mentre dall'altro costituiva una sfida alla tradizione secondo cui i nomi delle etere non dovevano essere incisi sugli edifici pubblici. Un’altra prova che Frine fosse antimacedone è dimostrata dallo storico macedone Alceta che ha messo in evidenza la connotazione politica della statua di Frine collocata a Delfi, ricordando come essa recasse sul supporto di marmo pentelico la dedica "Frine, figlia di Epicle, tespiese", forse incisa col beneplacito degli aristocratici di Tespie, ma secondo Pausania il Periegeta voluta dalla stessa Frine. Tale scritta è in grande e provoca contrasto con il fatto che l'opera fosse posta fra la statua del re di Sparta Archidamo III e quella del re di Macedonia Filippo II, entrambi nemici dei Beoti e il secondo, per di più, beffato pure dal fatto che Frine fosse legata all'oratore ateniese Iperide, convinto antimacedone. apollonia1 punto
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DE GREGE EPICURI Io aspetterei un'occasione migliore.1 punto
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Innanzitutto ciascuna casa d'aste ha una sua"peculiarità" e ad elencarle si fa "notte" ma, entrando nello specifico, chi ha esperienza nel settore si avvale di piattaforme online che presentano tutte le aste prossime di Numismatica ed ogni asta io la osservo ed ,in base alle mie conoscenze dei prezzi di mercato, se trovo una moneta o delle monete di mio interesse e se ho disponibilità mi segno l'asta ed i lotti a cui partecipare. Nella sezione aste di questo forum sono l'utente più attivo ,del resto la sezione inerente alle discussioni sulle aste fu aperta perchè io ,con i miei post,resi necessario ed interessante per tutti gli utenti a che si criticasse in positivo o in negativo l'operato delle case d'aste e si discorresse delle monete che vengono proposte in asta e vari studiosi spesso riescono ad identificare dei falsi che poi,prontamente,vengono segnalati alla casa d'aste o anche degli errori di catalogazione. Per quanto mi riguarda, ritornando al mio modus operandi sulle monetazioni che colleziono, quando termino o sono a buon punto con una collezione scrivo un libro e lo pubblico e,quando capita,faccio anche delle mostre. Ritornando alla collezione che ti ho segnalato sulle monete di Pisa ti consiglio,se hai esperienza sui prezzi di mercato delle monete pisane e ritieni che tu possa "dare battaglia"dal momento che i prezzi a base d'asta li ritieni congrui,partecipa all'asta, altrimenti desisti e studia leggendo a riguardo delle emissioni pisane. Tuttavia ti faccio presente,a prescindere dai prezzi delle monete, che è difficile trovare un insieme così corposo e variegato di monete pisane in un'asta. Salutoni odjob1 punto
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Molto suggestivo, rovescio leggermente decentrato ma in ottima conservazione, bella moneta 👍1 punto
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Ciao, bellissimo denario che dallo stile sembra essere stato coniato non a Roma ma dalla Zecca di Lodicea a Mare. Proprio in questi giorni sto seguendo un denario della stessa tipologia ma coniato a Roma. Sulla dea moneta sul rovescio resto anche io in attesa di notizie🙂 ANTONIO1 punto
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Ineccepibili le tue disamine, che condivido, ma a mio avviso è il tondello vergine che è lavorato al tornio e successivamente coniato. Resta comunque il fatto che la moneta in questione è un falso e pure di pessima fattura1 punto
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No no grazie apposto. È tornato.tutto alla normalitá.anche da mobile per chrome. Tutto come prima! Grazie molte per l' interessamento a tutti.💪1 punto
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Io prenderei il terzo, è quella che trovo più affascinante per le motivazioni che avete scritto sopra1 punto
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Nella prossima asta NAC Numismatica ars Classica del 15 dicembre 2022 trovi una bella collezione di monete di Pisa in vendita (non sono le mie)1 punto
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25€ Ag colorata Santo Natale verrà emessa a Dicembre, insieme alla moneta 200€ Au ed alla coppia Argento 5+10€ con rilievi in oro1 punto
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La particolarità che permette di identificare queste gazzette è la scritta sul rovescio che @417sonia ha elencato. Ma essendo il rovescio liscio, l'identificazione esatta è impossibile. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Per carità... Non devi assolutamente guardare gli pseudo annunci da terzi. 50 cents venduto a 0.86? Mai sentita st' altra assurdità. Una cosa è certa,stai lontano da questa DISINFORMAZIONE.1 punto
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Come è già stato scritto in alcuni articoli ,si tratta di una grande scoperta,non tanto per la qualità delle statue che non è eccelsa ,trattandosi di opere seriali o comunque eseguite da artigiani "provinciali" , ma soprattutto per l'ingente quantità di iscrizioni etrusche apposte su tali manufatti che non potrà non approfondire la nostra conoscenza di questa lingua .1 punto
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Salve a tutti !!! Nel marzo dello scorso anno disturbai privatamente @adolfos per questo enriciano. La brillante expertise fu: "Falso d'epoca. Il tipo imitato è un H3a micinus al nome di Enrico IV/V 1056-1125 circa. Era una tipologia molto falsificata ai tempi considerato anche il lungo periodo di produzione." Ancora resisto al suo consiglio di non pulirlo.... Vorrei poterlo condividere qui nel forum, sperando di non sbagliare nel postare un falso, e ringraziare ancora @adolfos per la gentilezza e professionalita'. Un saluto a tutti!1 punto
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Appuntamento per Quelli del Cordusio sabato dalle 11 alle 12 allo stand di Numismatica Grimoldi F 263 con qualche Catalogo nuovo dell’Ambrosiana e per chi non l’avesse ancora ricevuto col cartaceo del n.9 del Gazzettino di Quelli del Cordusio !1 punto
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Mi chiedo: perché una moneta in corso legale dovrebbe valere 3000 volte il suo valore facciale? Sono coniate in milioni e milioni di esemplari, e sono coniate per essere spese al loro valore facciale. Circolano quotidianamente, nelle mani di milioni di persone che le trattano per quello che sono. Non hanno nulla di particolare, salvo rarissimi casi facilissimamente identificabili... gli errori di conio "veri", che danno un minimo di plusvalore (e solo per determinati collezionisti), e sicuramente non ottenuto moltiplicando il facciale per 3000, sono facilmente identificabili senza lenti di ingrandimento o voli di fantasia. Perché deve venire il dubbio????? Perché da piccolo o da giovane non mi è mai venuto il dubbio che le cento lire che stavo per spendere valessero milioni????? In effetti la risposta la so: perché quando io ero piccolo Internet non c'era, e di conseguenza non c'erano quei personaggi che creano questi falsi miti... Non diamo retta... non ragioniam di lor, ma guarda e passa...1 punto
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Ciao Domenico A me sembra proprio la stessa, pur con tutti i limiti di giudizio su una foto inserita nel catalogo d'asta del 1933! Bel pedigree .... non resta (se possibile) trovare una motivazione che giustifichi questa unicità, sempre che sia unico! Certo è che sembra mancare nei testi più specifici ed importanti. saluti luciano1 punto
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La scorsa notte il sito Academia.edu mi ha proposto in lettura un interessante articolo di Shawn Caza intitolato: Redating Nepotian’s Usurpation and the Coinage of Magnentius Articolo in inglese, piuttosto interessante anche per il sottoscritto che non è specialista del periodo, si legge in un'oretta scarsa e, purtroppo, a causa delle dimensioni non mi è possibile allegarlo neppure zippato. Potete trovarlo qui: https://www.academia.edu/41214464/Redating_Nepotians_Usurpation_and_the_Coinage_of_Magnentius TRADUCO DAL SOMMARIO DELL'ARTICOLO:1 punto
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Buonasera a tutti Devo ammettere che da principio,non mi è mai sembrato un altro punto quello sopra. Sotto vi è,bello e definito,circolare e visibile,sopra vediamo una forma irregolare non definita,tipo come uno schizzo,ovvero un esubero( o esuberi/bava di conio,come la vogliamo chiamar). Saluti👋1 punto
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Buonasera a tutti, @Releo, senza entrare nel merito dei doppi punti orizzontali e verticali, la mia personale opinione è che quello che si vede in questo esemplare non è un doppio punto. Analizzando il diritto nella sua interezza noto dei piccoli esuberi di metallo sparsi, e quello che sembrerebbe il doppio punto in alto , tra l'altro addossato alla N , per me è un esubero di metallo. Un doppio punto me lo sarei aspettato di forma più tondeggiante e più nitida e allineato come si presentano nel tuo Tari. Mi sono permesso di ritagliare e ruotare la tua moneta in modo che ci sia maggiore visibilità. Saluti Alberto1 punto
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è dura da capire se una moneta è meglio valutarla dai rilievi o nella sua globalità, personalmente reputo una moneta bella quando la sua visione di insieme risulta piacevole all'occhio e questa secondo me, pur avendo i rilievi in generale a posto, non da un impatto piacevole, magari è colpa della foto e dal vivo è più bella, ma il dritto non mi piace proprio, mentre il rovescio appena meglio, direi BB nel complesso per i rilievi belli.1 punto
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Nomos AG > Auction 25 Auction date: 20 November 2022 Lot number: 14 Price realized: This lot is for sale in an upcoming auction Lot description: CALABRIA. Tarentum. Circa 272-240 BC. Didrachm or nomos (Silver, 21 mm, 6.51 g, 12 h), struck under the magistrate Nikylos. [ΝΙ]ΚΥΛΟΣ The Dioscouri, wearing peaked helmets and cloaks, on horses galloping to right. Rev. ΤΑΡΑΣ Phalanthos, nude, riding side-saddle on dolphin to left, holding kantharos in his right hand and trident in his left; to right, ΑΡ. Evans VIII O, 1. HN III, 1046. SNG Paris 2052. Vlasto 935-7. A truly spectacular example: bright, sharply struck from fresh dies and well-centered. Good extremely fine. From the Morcote Collection, formed before 2005. The Dioscouri's galloping horses are quite reminiscent of the late 5th century horses pulling the quadrigas on Sicilian tetradrachms! As scenes go, this is one of the liveliest ever to appear on the coinage of Tarentum. Estimate: 3500 CHF1 punto
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Anche io direi verso SPL1 punto
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Ciao @nikita_ la tua considerazione è valida e condivisibile. Lo stesso dubbio l'ho avuto io. Ma il tuo suggerimento ( trovare un numero di esemplari in alta conservazione - dallo SPL in sù - ) oppure un gruppo di monete della stessa conservazione, si scontra con delle obiettive difficoltà. Innanzitutto questa tipologia di moneta circolò moltissimo ( non penso che i Regnanti fossero così felici, però veniva accettata dal popolo e loro avanzano le spese per una nuova coniazione ), pertanto la grande maggioranza è molto usurata. Sicuramente è una moneta che ha un bellissimo ritratto, ma molto grezza nella coniazione ( numerosi i buchi o mancanze del conio) e quindi come valutare, in termini di peso e conservazione, queste mancanze, qualora la moneta sia anche in ottima conservazione? Se si fa una ricerca nei vari Archivi delle Case d'Asta si nota che innanzitutto il peso non è quasi mai riportato, in secondo luogo le monete in SPL o superiore si possono contare sulle dita di una mano e non ultimo la conservazione è molto personale ( uno SPL con una mancanza di conio è sempre uno SPL?) . Quanti di noi "lamonetiani" possono affermare di avere una di queste in alta conservazione? Penso molto pochi ed il sottoscritto, pur avendone un certo numero, non è tra i fortunati. Forse potremmo considerare i cosiddetti " restrike o riconi" che dir si voglia. Monete che furono coniate a Parigi ( o Bruxelles ) con i coni originali, praticamente intonse. Peso: 24,55 g Ma la lega di rame era la stessa delle monete originali? Infine ritengo che l'usura sia una componente che incida marginalmente sul peso. Negli Scudi di Vitt. Em II° - Regno d'Italia che possiedo, il più usurato pesa 24,18 ( MB- ) il migliore 25,03 ( qFDC ). Quindi meno di 1 grammo ( epoca diversa, però la Lega d'argento è più malleabile e soggetta all'usura di quella di rame ). Scusatemi la lunghezza, Buona Serata a tutti1 punto
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Pensavo si potesse ancora esprimere un'opinione personale, ma vedo che andare "controcorrente " a quanto riportato sui Cataloghi e ai loro Curatori attira "offese gratuite" che personalmente non penso di meritare. 🤣1 punto
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Buonasera, Aggiungo un nuovo capitolo a questa breve rassegna di monete le cui vicende storiche recenti si ammantano di nebbie. Come temporanei mantelli esse si sollevano davanti allo sguardo che non arretra, se gli incerti raggi la ricerca affonda nel bianco opaco dell’oblio. Tendo a dimenticare che non di sole monete vive un numismatico e lo studio delle provenienze serve da stimolo a rammentare che ci sono persone dietro l’oggetto fisico. Siano essi antichi tiranni o capi democratici, uomini di scienza o cinici mercanti, collezionisti umili o facoltosi, eredi di grandi tradizioni o nomi altrimenti sconosciuti, che importa? Mi chiedo, sempre: chi erano costoro? Il più delle volte è difficile se non impossibile dare un volto ed un nome a tali individui, ma succede che l’eccezione si ripesenti, che la moneta in sé ci porti a ripercorrere le vite di chi la frequentò, prima di separarsene. Oggi un didrammo di Akragas mi dá modo di accennare ad un padre ed un figlio, commercianti numismatici, provenienti da una lunga e fiorente tradizione familiare nel settore. La moneta appartiene al terzo gruppo del periodo I della monetazione di Akragas (488/485-480/478 a.C.). Essa proviene quindi da una fase di riorganizzazione della zecca connotata da un signicativo incremento della produzione (ben rappresentato da un maggiore numero di combinazioni di conii rispetto al gruppo precedente, 84 contro 65), da un miglioramento nella qualità artistica delle incisioni e da un un maggior equilibrio in riferimento ai pesi teorici. Non solo questi particolari, ma anche la datazione di ritrovamenti come il Gela Hoard del 1956 portano, appunto, a posizionare cronologicamente questa fase produttiva nella prima metà del periodo della “tirannide illuminata” (488-472 a.C.) dell’emmenide Terone. Quando Akragas raggiunse l’apice del suo potere, sottomettendo Himera (483/482) ed infliggendo una rovinosa sconfitta alle forze cartaginesi nei pressi di quella polis (480), grazie all’alleanza con la Siracusa del genero Gelone e ad altre forze dei sicelioti giunte in aiuto. La moneta, venduta nella recente asta Künker 376 al lotto 4293, é classificabile come Westermark 167, più precisamente sono giunto alla conclusione che si tratti dell’esemplare 167.8, cosa non notata da Künker: ex asta Felix Yoel Schlessinger 13 lotto 220, del 1935 a Berlino (doppi del museo dell’Hermitage di San Pietroburgo), ex asta Waldemar Wruck 20 lotto 22, del 1970 a Berlino ed ex Schweizerischer Bankverein 38 lotto 44, del 1995 a Zurigo. Anche se purtroppo non ho potuto verificare le ultime due provenienze sarebbe un gradito apporto se qualcuno possedesse i relativi cataloghi e volesse condividerne immagini e note di catalogo. Alcuni elementi della descrizione tratta da The Coinage of Akragas mi hanno fatto inizialmente dubitare: il peso noto di 8.00 grammi contro gli 8.09 dichiarati da Künker e la menzione di una leggera doppia battitura del rovescio col granchio. Se il peso può essere giustificato da una lieve imprecisione della bilancia usata nel 1935 (il peso allora dichiarato era appunto 8 grammi), più difficilmente si può spiegare la doppia battitura che non pare per nulla evidente, ancorché leggera. La motivazione può essere, paragonando l’immagine del calco in gesso della moneta nel catalogo di Schlessinger con la foto di Künker, che fossero dei depositi di ossido/patina a dare una tale impressione, e che gli stessi siano stati successivamente rimossi/alterati con una pulizia/restauro professionale per migliorare l’aspetto. Le aree interessate sarebbero in questo caso quelle sottostanti gli arti di sinistra del granchio, anche se il dritto parrebbe essere stato ugualmente oggetto di una qualche pulizia (vedi dorso del rapace e la zona tra la N dell’etnico ed il bordo). In alternativa potrei ovviamente pensare ad un qualche genere di difetto/artefatto visivo generato in fase di produzione del calco in gesso. A convincermi definitivamente della effettiva corrispondenza dell’esemplare in questione con il Westermark 167.8 sono alcuni difetti superficiali (perfettamente corrispondenti) presenti sotto e nel campo a sinistra delle zampe dell’aquila al dritto, nonché la rientranza presente al bordo del tondello da ore sette ad ore dieci sempre del dritto. Vedi foto. Ma, non mi sono dimenticato, chi erano il padre ed il figlio di cui facevo cenno in apertura? Sono Felix Yoel Schlessinger (1879-1944) e Max Mordechai Schlessinger/Mark Salton (1914-2005), entrambe di religione e cultura ebraica, il primo tragicamente assassinato insieme alla moglie Hedwig dai nazisti nel campo di sterminio di Auschwitz ed il secondo rocambolescamente salvatosi dal medesimo destino (come la futura moglie Lottie) per poi emigrare negli Stati Uniti d’America e cambiare nome in Mark Salton. Provengono da quella che fu una delle più grandi “dinastie” di numismatici commercianti tedeschi, dalla famiglia Hamburger a quella Schlessinger. Potrei scrivere molto su di loro, ma siccome quanto potrei riassumere proviene da una brochure (termine che temo suoni troppo restrittivo al lettore italiano, sono 116 pagine con la copertina) ad opera di Ursula Kampmann dal titolo “Origins of the German Coin Trade: the Hamburger and Schlessinger families”, vi rimando a questa stupenda lettura densa di dati e profondi significati, per scoprire chi erano queste persone, come funzionava il mercato numismatico tedesco nella prima metà del ‘900 e per ricordare, come cita il testo: “Coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo”. In eterno aggiungo io.. La brochure ed una versione podcast sono disponibili sul sito di Künker, ma li allego in link, per comodità, di seguito insieme ad una conferenza online sul medesimo argomento pubblicata dalla American Numismatic Society, tutto rigorosamente in inglese, purtroppo per chi non lo legge o comprende: https://www.kuenker.de/data/kataloge/Kuenker_Broschuere_Salton-Collection_en.pdf Prima delle immagini del didrammo un’ultima considerazione personale, un po’ “romantica” se volete. A me pare davvero un felice segno del destino che proprio mentre Künker (in collaborazione con Stack’s Bowers Galleries) sta offrendo al mercato la collezione di Mark Salton/Max Schlessinger e della moglie Lottie, una delle monete che Padre e Figlio avevano posto in vendita 87 anni orsono faccia capolino, non notata, nella medesima serie di vendite. Come a dirci che i legami umani superano, coraggiosamente, i limiti dello spazio e del tempo, che ciò che è stato separato una volta tornerà ad unirsi ancora. Ciò che gli esseri umani dimenticano, le monete continuano, silenziosamente, a portarlo con loro.. ed a raccontarcelo se le ascoltiamo attentamente. https://www.kuenker.de/en/auktionen/stueck/3344301 punto
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Buongiorno a tutti. La mia Napoletana di oggi è questo rarissimo Tarì del 1794 con in legenda SICLIAR anziché SICILIAR, ad oggi ne conosco, oltre al mio esemplare solo altri due.1 punto
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Stasera per "Una Napoletana al giorno" vi faccio vedere il mio più bel 10 Tornesi di Ferdinando II. Solamente con le varianti di conio dritto e rovescio e gli abbinamenti degli stessi se ne riempirebbe un vassoio di 10 Tornesi 1840.1 punto
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Ciao Caro Alberto, voglio omaggiare la tua giovane discussione con il pezzo più prestigioso della mia raccolta : La Piastra del 1805 HSIP La prima volta che conobbi e vidi questa moneta con l'errore di inversione di lettere fu nello studio sugli errori nella monetazione Napoletana del Dott Ruotolo, su Cronaca Numismatica. Rimasi folgorato dalla bellezza e particolarità della moneta.... Già le piastre 1805 capelli lisci erano per me molto belle.... Ne possedevo già una con una patina di vecchia collezione. Quando ricevetti il primo catalogo d'asta della ditta Sintoni... Il N°1... Era in vendita una HSIP !!! Da poco avevo deciso di separarmi dalle mie medaglie Borboniche ( amara e sofferta decisione) e avendo anche la possibilità economica, decisi di mandare l'offerta per la Piastra... Era il secondo esemplare conosciuto e in una conservazione Splendida, non volevo perdere un'occasione simile.... Chissà quando sarebbe riapparsa un'altra HSIP. La Piastra per mia fortuna non ricevette offerte e la mia fu l'unica. Il prezzo d'acquisto lo sto dimenticando ? Per la cronaca.... Un altro solo esemplare è apparso in vendita all'asta... Con realizzo molto superiore al prezzo che ho speso per la mia. ? Tre soli esemplari. Un caro saluto, Rocco.1 punto
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