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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/14/22 in tutte le aree
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Il mio pensiero. Alla luce di quanto detto fino ad ora credo anche io a questo punto che non si tratti della Concordia bensì della Salus. L'elemento che si stacca dall'altare della Concordia è più dritto e più centrale è rappresenta la fiamma. Quello della Salus di stacca dal bordo esterno dell'altare e sale verso l'alto con movimento sinuoso, come un serpente. Poi a lato pare di vedersi, se non erro, anche una piccola fiamma dritta. Credo che la casa d'aste abbia erroneamente attribuito la moneta alla Concordia anziché alla Salus traendoci in inganno. Tutti possono sbagliare, anche loro. Buona giornata da Stilicho4 punti
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Ciao a tutti, volendo spendere molto poco per la mia raccolta tipologica di napoletane non sono da meno. Questo 120 grana del 1834 tempo fa (seconda metà degli anni '90) mi è costato circa 5.000 lire in più dell'argento contenuto, 26.000 lire se non ricordo male, non potevo di certo lasciargliela. Per un pelino di conservazione in più me ne erano stati chiesti 50.000 lire non trattabili, era giusto un pelino in più, diciamo che aveva qualche ammaccatura in meno ai bordi, ma per il resto era quasi identica. ps: per me è stupenda anche così4 punti
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Due Napoletane con millesimo 1819... Due Napoletane con lettera mancante nella parola SICILIARVM... 10 Tornesi e 5 Tornesi. Per quanto riguarda il 10 Tornesi, ho riscontrato un vistoso peso calante del tondello e dalle ricerche fatte ...anche altri esemplari hanno la stessa "leggerezza" . Ad oggi non se ne conosce la motivazione...3 punti
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Buongiorno e buon inizio settimana, Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno partecipato alla discussione sulla moneta da me postata, ognuno di Voi ha dato un suo contributo e anche fra Voi esperti è sorto un divertente interesse per identificare al meglio la moneta, devo dire da parte mia che rimango pasito da quanta conoscenza avete sulla materia, per me che sono un filatelico è davvero esaltante annoverare tante notizie, grazie veramente, un cordiale saluto e alla prossima, F.P.3 punti
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Dalla foto non vedo particolari segni d'usura. peccato per il segnetto, perché sul volto è più fastidioso (si nota di più) che in altri posti. Comunque mi atterrei al q.FDC o poco meno, il segnetto sembrerebbe da contatto in zecca, non dovrebbe inficiare la conservazione, ma il valore economico. Partecipo con due esemplari in buona conservazione (uno con ed uno senza punto) per confronto:3 punti
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Buon giorno, come già descritto le due iconografie sommariamente sono simili. http://msersch.ancients.info/salus.htm http://msersch.ancients.info/concord.htm Nell'esemplare oggetto di studio non si legge (perlomeno dalla foto inviata) la legenda; forse a moneta in mano qualche traccia potrà risultare di aiuto. In caso negativo sarà ben difficile arrivara a una classificazione certa. Senza voler provocare allarmismo (e sempre sulla base delle foto inviate, di qualità non eccezionale) segnalerei, dal momento che mi pare non se ne sia detto nulla, la presenza di zone a cuprite (sopra la fronte di Traiano) che, sommate alla presenza di zone verdi chiare al diritto (base petto Traiano a ore 6 del diritto) e a rovescio (sempre a ore 6, associalte a "buchi"?) potrebbe far supporre che ci siano stati dei fenomeni di corrosione da cancro del bronzo, per cui da monitorare. Saluti Illyricum2 punti
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La scintilla che mi ha fatto decidere di aprire questa discussione è il primo nome della nave: Etelka. Questo è il nome della mia povera mamma, nonché della mia trisavola. Inoltre la storia di questa nave, o meglio i suoi primi anni, si lega a quelli della mia famiglia.2 punti
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da: Irenaus Eibl-Eibesfeldt "L'uomo a rischio" affascinante, e stimolante. Mi sono messo allora di buzzo buono per vedere cosa può succedere applicando questa tecnica alle fattezze rappresentate nelle monete, sia per curiosità meramente grafico-informatica, sia per vedere se vi fossero dei 'modelli di riferimento'. Ho scelto un insieme omogeneo di volti, sia da un punto di vista storico, sia da un punto di vista geografico (ed anche perchè erano quelli più numerosi nel mio monetiere). I volti elaborati quindi sono tutti di regnanti (principatanti, granducatanti) della Germania preimpero. Nella prima elaborazione si possono vedere i volti sovrapposti così come li ho fotografati. In seguito ho provveduto a ruotare le immagini, in modo da verticalizzare la linea ideale che collega fronte e mento, ho traslato tali immagini in modo da far coincidere tutte queste linee ideali ed infine, con un'altra traslazione, ho portato gli occhi tutti alla stessa altezza: ecco il secondo risultato. Interessante notare come la manipolazione delle immagini iniziali non abbia sostanzialmente modificato l'archetipo: lo temevo, e in questo caso si sarebbe dimostrato che non c'era alcun 'modello di riferimento'; invece il modello si è conservato, e quindi c'è. Per concludere: mi sono divertito, anche perchè ho dovuto scrivere qualche programmino per manipolare le immagini, e mi sono sentito pure importante (Eibl-Eibesfeldt definisce impressionante il lavoro del Daucher: allora ho fatto anch'io qualcosa di impressionante !) Ci sono dei 'modelli di riferimento'? La prima impressione che ne ricavo è che il governante gestaltico aveva tratti piuttosto giovanili, quasi infantili, da bambinone insomma. Erano poi realmente così?2 punti
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DE GREGE EPICURI Almeno 70 €, ma probabilmente di più.Dacci l'indirizzo di quel mercatino...2 punti
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Grazie Domenico! Sarà sicuramente un bel ritrovo e un’ottima occasione conviviale, numerosa come non mai a quanto sembra, per parlare di Numismatica e per dare un volto agli amici del Forum! 👍2 punti
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Cari amici, condivido con voi questo bel denario incuso, dovrebbe trattarsi del dritto del denario di Cesare Venere/Enea, che ve ne pare? Voi avente incusi in collezione?1 punto
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Buona sera a tutti. Di seguito posto la foto di un 10 Centesimi Prora 1911 Cinquantenario. La foto evidenzia i giochi di colori di una patina iintensa, ma che rende abbastanza difficile valutare la conservazione, che però a me sembra abbastanza alta. Chiedo al proposito pareri agli amici del forum.. Renzo1 punto
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Bagattino emesso dalla zecca d Reggio Emilia a nome di Ercole II d'Este; se hai voglia di leggere qualcosa... https://www.academia.edu/17125017/Zecca_di_Reggio_Emilia_il_bagattino_dimenticato_Una_coppia_di_coni_quasi_inedita_per_Ercole_II_dEste ciao Mario1 punto
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TAGLIO: 2 euro cc NAZIONE: GRECIA ANNO: 2020 B TIRATURA: 750.000 CONSERVAZIONE: SPL LOCALITÀ: Milano1 punto
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Altro Bellerofonte e altra chimera , con un poco di storia ,o mito) : Bellerofonte, nipote di Sisifo e figlio di Glauco,Re di Corinto, si rese responsabile della morte di un cittadino (secondo altre versioni si trattò di uno dei suoi fratelli). Venne quindi esiliato a Tirinto dove fu ben accolto dal re Preto e dalla regina Antea che innamoratasi di lui inutilmente tentò di sedurlo. Per vendicarsi di essere stata respinta accusò Bellerofonte di averla insidiata e il re le credette. Non potendo ucciderlo perché una legge vietava di uccidere i propri commensali, scrisse una missiva al suocero, Iobate, re di Lycia, chiedendo a lui di eseguire la condanna. Incaricò lo stesso Bellerofonte di consegnarla ma per la stessa legge anche Iobate che lo aveva accolto e ospitato non poteva ucciderlo e perciò lo spinse a sfidare la Chimera, un mostro dalla testa di leone, il corpo di capra e la coda di serpente, certo che nell’impresa avrebbe perso la vita. Bellerofonte, in sella a Pegaso, il cavallo alato che aveva rubato a Zeus con l’aiuto di Atena, uccise la Chimera gettandole in gola del piombo fuso. Dopo aver portato a termine altre vittoriose imprese ottenne in sposa una delle figlie di Iobate ereditando così il trono di Lycia. Ebbe come nipoti Sarpedonte e Glauco, eroi della guerra di Troia. Patara (Lycia) AE Provinciale (CNG Triton XI,496 mm 20 g.21,89)1 punto
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Le cosiddette “black spots” sulle monete d’argento si possono spiegare come prodotti di ossidazione all’aria di minuscoli granelli di rame esposti alla superficie. Un'ulteriore spiegazione potrebbe essere la presenza di un granello sul tondello o sull'apparecchiatura di coniazione, che viene incollato all'oggetto durante la coniazione della moneta. Un fenomeno analogo sotto forma di “red spots” si può verificare sulle monete d’oro. In ogni caso queste macchioline si considerano come nei che non deturpano ma danno un tocco di fascino alla moneta, proprio come al viso di una bella donna. apollonia1 punto
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Ciao, oggi condivido un denario di Gordiano lll (238/244 d. C), l'imperatore ragazzino che il popolo romano come segno di protezione e simpatia verso la sua persona chiamava "figliolo",coniato a Roma nel 240/241 d. C (almeno spero🙂) appartenente alla tipologia con la Pietà sul rovescio(RIC 129). La Pietà (Pietas) era una divinità molto importante per i romani e rappresentava la bontà d'animo che tutti avrebbero dovuto avere affinché il bene prevalesse nei rapporti tra le persone nello svolgimento della vita quotidiana. Per quanto riguarda la Pietà, dai racconti storici di vari narratori coevi, furono pochi gli imperatori che governarono ispirandosi e mettendo in pratica i suoi dettami, una considerazione questa personale. Sembra che il primo a rappresentarla sulla monetazione imperiale fu Tiberio che utilizzò il ritratto della madre Livia velata. Sulla mia moneta è stante, volta a destra, velata e con braccia larghe alzate rivolte verso il cielo. Proprio questa iconografia molto semplice è stato uno dei motivi che ha contribuito in maniera determinante per il suo acquisto. In un certo senso mi ricorda molto il nostro Gesù nell'atto di recitare il "Padre Nostro" ( anche un po' la statua del Cristo Redentore in Brasile) ed alcune raffigurazioni della Vergine Maria. Ogni intervento su quanto detto sarà ovviamente molto gradito. Il denario, ben centrato e con un buon modulo, da esame diretto risulta coniato e sembra aver circolato anche se non tanto visti i segni di consunzione visibili solo sui punti più sporgenti delle figure del dritto e rovescio. Il metallo risulta abbastanza integro. Grazie ed alle prossime ANTONIO MM 21,50 G 3,26 RIC 1291 punto
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Grazie a Mario sono andato su acsearch per la moneta di Valencia e ho potuto identificare questa altra monetina come essendo uno dinero di Felipe III, anche, per la zecca di Zaragoza.1 punto
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La didascalia @dracma " Obverse : Poseidon advancing right " potrebbe suggerire un qualche errore, magari nella fotografia .1 punto
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Ciao, Genny. Sarei un deficiente se affermassi che una moneta in bassa conservazione sia migliore, da preferire ad una in FDC. Sono semplicemente due cose completamente diverse. Ho detto che le monete “vissute “, con qualche acciacco e magari qualche segreto ancora da svelare mi danno più soddisfazione, me le sento più vicine rispetto a quelle perfette e luccicanti. Infatti, sono quelle che guardo in continuazione, che giro e rigiro fra le mani, che cerco di interpretare e di inserire mentalmente in un certo discorso, che vado a confrontare con le altre similari presenti nei vari testi del settore…Sono quelle che liberano la mia fantasia e stimolano la mia ricerca. Anche se poi, quando i tentativi non sortiscono risultati concreti, devo far ricorso ai vari Genny, Rocco…per capirci qualcosa di più. Ma non ho mai neanche pensato che una moneta in bassa conservazione sia migliore e più valida, più importante, specialmente da un punto di vista economico, di una moneta ad alta conservazione. Ho semplicemente affermato che mi lasciano più freddo, che le guardo con minore partecipazione e interesse, che mi danno molto meno stimoli. Tanto è vero, che nella mia collezione ci sono monete di tutte le fasce e sono orgoglioso di tutte, anche se guardo con maggiore simpatia a quelle che impegnano la mia attenzione, che spingono ad essere studiate ed interpretate. Contemporaneamente, confermo che non ho monete in FDC, che non le prendo proprio in considerazione, perché hanno prezzi molto alti, ingiustificati, spinti sempre più in avanti dalla molla speculativa. Se però c’è qualcuno che vuole regalarmele o offrirmele a prezzi stracciati, sono qua e le accetto ben volentieri, non è che le rifiuto. Ci mancherebbe altro! Sarei felice di metterle in collezione, felicissimo. E lo ringrazierei moltissimo. Saluti a tutti1 punto
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Ciao Fidati che anche a me sono entrate notizie utili "nello zainetto"😏 Specie perchè le romane non le raccolgo (ma sono stupende). Come dici tu,queste sono belle discussioni,dove si arriva al dunque sempre con intelligenza e pacatezza😉 Ottimi ovviamente tutte le osservazioni di tutti i partecipanti🔝✌️1 punto
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Ciao, si tratta di un asse che sul dritto ha l'immagine dell'imperatore Domiziano e sul rovescio la rappresentazione della Fides. Bellissima moneta. Posto foto di esemplare della stessa tipologia🙂. ANTONIO1 punto
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https://www.veronafil.it/immagini/fotodb.php?tipo=sezioni&idf=453 Per chi volesse leggere qualcosa. d1 punto
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seguito dal lotto successivo ... altro conio ...in quest'asta hanno voluto fare il colpo.. 14 - Sicily Syracuse, Æ drachm (32, 53 g), start 4. Jh. BC Av: Athena head with Corinthian helmet left. Rev: sea star between two dolphins. SNG ANS 454-469, extremley fine1 punto
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Ciao, posto foto di un sesterzio di Traiano con Concordia e di un mio denario con tale dea. Come in molte altre monete sempre di Traiano che ho visionato in passato per la tipologia della Concordia, il serpente attorcigliato all'altare non compare mai(come anche su altre monete di altri imperatori ed auguste). perché non fa parte dell'iconografia di tale dea, ma viene sempre associato alla Salus🙂 ANTONIO1 punto
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Sempre a Borodyanka, uno dei luoghi più colpiti in Ucraina, tra le macerie spuntano altre due opere dell'artista britannico. Una ginnasta che fa una verticale fra i detriti con tutta la sua grazia e vitalità: Infine una ragazza con body e chignon intenta in numero di ginnastica tra le macerie: Sul significato dell'opera ci sono varie teorie: un'immagine della resilienza del popolo ucraino, in equilibrio tra paura e speranza, o un'elogio della vita che continua, nonostante la distruzione. Comunque come sottolinea lo stesso Bansky: «La guerra non è finita e ci sono tantissimi bambini e bambine che ogni giorno si battono per la loro libertà. L'arte può guarire e spingere la società ad azioni significative. L'arte è potere»1 punto
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Ciao di nuovo a tutti, grazie a @El Chupacabra per aver condiviso con noi la tua disavventura. Non credo comunque che sia stato un fattore di spazio a rendere questo disegno differente, ma sia stata una cosa ponderata. Oggi, riguardando bene la monetina, ho anche notato che un altro particolare la differenzia dalle altre sue cuginette, ma non dalla sorella: sulle 10 lire la scritta "REPVBBLICA ITALIANA" è scritta su due righe nelle altre è circolare - @miza avevi fatto caso anche a questo? Se vogliamo riportare questa moneta all'interno dei parametri canonici delle altre, dovremmo proprio modificarla e non solo ritoccarla - come ha fatto @nikita_ e tu @numys, che ne dici? Prepariamo una serie speciale? Servus, Njk1 punto
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Un esemplare dei non comuni primi didrammi a doppio rilievo, di Taranto : al diritto Taras o Falanto sul delfino, al rovescio ruota a 4 raggi . Ritorna al mercato dopo meno di 1,5 anni e sarà il 4 Dicembre in vendita Num.Naumann 123 al n, 11 .1 punto
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Mi spiace, ma sono completamente all'oscuro sul motivo per cui abbiano messo la data al D/ anziché al R/ come nelle altre tipologie della Repubblica. Quindi, anche per me, vale l'ipotesi di un miglior posizionamento al D/ visto che il campo del R/ era già piuttosto "affollato". Aggiungo che a me è costato la perdita di un "eccezionale ritrovamento" su una Serie divisionale del 1970. Come ebbi già modo di dire in altra discussione, avevo aperto una divisionale che presentava segni di ossidazione e, quando per ultimo, ho aperto la taschina col 10 Lire, mi sono accorto che riportava l'anno 1971. Essendo la data dalla parte opposta rispetto alle altre monete, non mi ero accorto dell'errore fatto in zecca al momento del confezionamento. La spiegazione l'ho trovata da qualche parte (non ricordo dove): si dice che la produzione della divisionale del '70 abbia avuto un seguito l'anno seguente (1971) e questo spiegherebbe come un 10 Lire del 1971 sia finito dentro per caso o distrazione. Purtroppo la serie l'ho completamente aperta e quindi non mi è più possibile dimostrare la cosa. Invito, però, tutti i collezionisti della Repubblica a cercare fra le serie del 1970 se sia stato fatto un altro errore del genere.1 punto
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Un mio amico archeologo inglese mi ha invitato da lui (per bere fiumi di birra e, anche ma solo marginalmente e se riusciamo a rimanere sobri) a vedere al Lynn Museum di King's Lynn vicino a Norwich la mostra Hoards: Archaeological Treasure from West Norfolk che tratta di alcuni tesoretti monetali in questa regione particolarmente ricca di questi ritrovamenti: https://www.museums.norfolk.gov.uk/lynn-museum/whats-on/exhibitions/hoards-archaeological-treasure-from-west-norfolk . Tra questi un curioso tesoretto reso famoso (io non lo conoscevo) dal fatto che si tratta di monete d'oro di età del ferro (stateri ‘gallo-belgici’, realizzati nel I secolo aC, probabilmente nel nord della Francia) trovati all'interno di un osso di vacca da cui il nome di "tesoro della vacca". Ho cercato news in italiano ed ho trovato ciò: https://www.stilearte.it/in-mostra-il-tesoro-della-vacca-monete-doro-del-i-secolo-a-c-nascoste-nellosso-di-un-bovino/1 punto
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Medaglia devozionale, bronzo/ottone, con appendici globulari o piolini a ore 3,6,9. del XVII sec. (prima metà)., probabile produzione romana.- D/ Madonna con Gesù Bambino, ambedue aureolati, anepigrafe.- R/ Santo inginocchiato davanti al crocifisso, con aureola, nella mano dx sembra regga una pietra, e a dx sopra la pianta sembra esserci una testa leonina, se confermato, questi attributi sono di S. Girolamo padre e dottore della chiesa, anepigrafe. Ciao Borgho1 punto
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Buonasera a tutti. Riuscito a recuperare la piastra in acciaio necessaria al completamento dei vari componenti sequenziali: piastra acciaio, blocchetti di conio, battente temprato, la pressa è pronta a operare per le prime realizzazioni. Anche se sono ancora da perfezionare mi ritengo sodisfatto dei risultati, più in particolare, della “pratica” fatta nel conoscere le caratteristiche dei vari materiali utilizzati nonché le relative dinamiche di lavoro. Ottima la lavorabilità del piombo e sue leghe, dello stagno ed argento puro. Diverse battute in più erano necessarie per imprimere il rame e l’oro in lega (750/1000). Proprio per il numero delle battute necessarie ho inteso che l’ideale sarebbe utilizzare una pressa più potente dove sarebbero apprezzabili netti miglioramenti. Ecco di seguito postata la foto della pressa in posizione di lavoro, una prova realizzata in stagno ed una in rame con tondelli di diverso diametro. Colgo l’occasione per ringraziare chi del Forum mi ha seguito e dato suggerimenti in questa esperienza, nel contempo sono a disposizione per confronti in merito.1 punto
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Per la testa di Hera Lacinia il modello formale viene acutamente rintracciato nell’ Arethusa dei celebri tetradrammi di Siracusa, databili grosso modo nell’ultimo decennio del V secolo. NAC AG 120, 2020, 280 Si tratta di un dato di estremo interesse in quanto integra e consolida sul piano stilistico quella ricezione di elementi sicelioti che già la rappresentazione del Crathis (gruppo B) sembrava suggerire saldandosi nel contempo con il dato epigrafico. Nel corso di questa fase monetaria si verifica infatti il definitivo passaggio all’alfabeto ionico – che prende parziale avvio con le serie con legenda OIKIMTAM (ultimo quarto del V sec.) - come indica l’adozione di kappa al posto del koppa e la sostituzione di omega ad omicron. Meno confortanti i dati forniti dalle riconiazioni per l’incerta cronologia degli undertypes. Entrambe le serie con Hera appaiono interessate da reimpressioni su stateri di Corinto del IV periodo Ravel la cui cronologia appare controversa e incerto il limite inferiore che oscilla tra la cronologia “alta” proposta da Ravel (415-387) e ridimensionamento ad opera di Jenkins (350/40) e di Fischer-Bossert (360). I dati interni e i confronti stilistici sembrerebbero pertanto suggerire per l’emissione crotoniate con Hera Lacinia/Herakles una cronologia di certo posteriore alla fine del V secolo e non oltre il secondo decennio del successivo, in sostanziale concomitanza, sul piano storico, con gli anni di formazione e consolidamento della leadership crotoniate all’interno della lega italiota (393/2-380/79). Non appare casuale che l’ultima serie di Caulonia (gruppo J Noe) emessa poco prima della conquista dionigiana della città (389/8) si connoti per una legenda in forma eccezionalmente allungata () restituendo un ulteriore elemento di parallelismo con le emissioni crotoniati in esame. CNG 94, 2013, 55 Se dunque le monete di Crotone con Hera Lakinia/Herakles si spingono al massimo fino agli anni Ottanta del V secolo, ne consegue che a Pandosia la mutuazione del tipo dovette attuarsi in epoca grosso modo coincidente. Senza togliere validità alle stratte connessioni tra i due centri suggeriti dall’immagine di Hera, che a sua volta riflette evidenti influssi sicelioti, si osserva tuttavia una certa aderenza del tipo di Pan – pur nella diversità della soluzione stilistica - con lo schema del “cacciatore” Aegestes dei tetradrammi di Segesta (fine V sec.) sia per la presenza dei cani, sia per il dettaglio dell’erma itifallica sia per l’abbinamento, su una serie eccezionale, alla testa della ninfa Segesta di cui Leo Mildenberg (Kimon in the manner of Segesta, in Proceedings of the 8th INC-New York-Washington 1973, Paris-Bâsel 1976, 13 ss., pl. 11, 19) ipotizzava la derivazione dall’Arethusa siracusana. NAC 40, 2007, 236 Le fonti non recano traccia dell’adesione di Pandosia alla Lega italiota e, come ben noto, l’adozione (per scelta o mutuazione) del tipo di Hera Lacinia da parte di molti centri – ad es. quelli campani (Hyria, Fenserni) ma anche di Poseidonia - non si tradusse nell’adesione all’alleanza militare, alla quale presero parte, oltre a Crotone, anche Thurii, Caulonia, Metaponto, Heraklea e, successivamente, Rhegion, Velia, Hipponion e Medma (Parise 1998). Per quanto l’ipotesi di un coinvolgimento di Pandosia all’interno dell’alleanza militare abbia riscosso ampio consenso tra gli studiosi proprio sulla base del documento monetale, le modalità (e le motivazioni) di tale coinvolgimento restano sfuggenti. Non si esclude pertanto che il tipo possa essere stato scelto per ragioni che esulano dal contesto militare dell’alleanza italiota o non si esauriscono in esso, come si vedrà. La presenza dei divisionali (dracme e trioboli), emessi per la prima volta e in quantità maggiore rispetto allo statere, sembrerebbe piuttosto suggerire un ampliamento delle funzioni della moneta, testimoniata al pari dalla presenza di numerario di Pandosia (seppur esiguo) nei ripostigli, peraltro non limitati al Bruzio ma con una significativa estensione lungo il percorso istmico Taranto- Brindisi (Torchiarolo 1926).1 punto
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Per l’ultimo tratto di coniazione (gruppo C) è invece l’immagine di Hera Lacinia a fornire indicazioni cronologiche. Il tipo ripete infatti l’analoga rappresentazione su serie di Crotone (ripreso da altre città italiote) inquadrate, come già esposto, negli anni della lega italiota (inizi IV sec.), orizzonte al quale viene ricondotto dalla Taliercio anche il tipo di Pan per la sua caratterizzazione militare. Diversamente Rutter (HN, 2450-2), pur rilevando la derivazione del tipo pandosino di Hera Lacinia da quello crotoniate, data i nominali con Hera e Pan nel secondo quarto del IV secolo, in epoca quindi ben posteriore alla nascita e al consolidamento della Lega italiota e perfino al trasferimento della sua sede da Thurii ad Heraklea (374 a.C.). Nell’impossibilità di affrontare in dettaglio la problematica mi limito ad osservare che il tipo monetale di Hera Lacinia presenta a Crotone almeno due varianti diversificate al D/ per la decorazione del polos (serie 1: con palme e grifi; serie 2: con decoro vegetale) oltre che per la resa della capigliatura e per la presenza saltuaria della lettera B che costituisce, insieme alla forma allungata dell’etnico, l’anello di congiunzione con un ulteriore gruppo di emissione caratterizzato al D/ dall’aquila su ramo d’ulivo. Quest’ultimo elemento sembrerebbe suggerire l’anteriorità della serie 1, l’unica rispresa sia a Pandosia che negli altri centri. Peus 427, 2020, 82 Noble N. Pty Ltd 126, 2021, 2545 NAC AG 82, 2015, 30 NAC AG 52, 2009, 50 Stack’s, January 2022 NYINC Auction, 4083 RN 23, 2022, 311 punto
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Cronologia La prima emissione (gruppo A), come ben noto, viene inquadrata all’interno delle serie cd. d’impero o di alleanza di Crotone, in cui rientrano le monete con tripode/toro e legenda Cro-Sy e Sy-LaF, o tripode/tripode e leg. Cro-Te (Parise 1982, 106; Taliercio 2001; Mele 2007, 123). Va tuttavia osservato che mentre le serie Cro-Sy e Cro-Te adottano la tecnica incusa attraversando le fasi a tondello largo (Cro-Sy; Cro-Te), stretto (Cro-Te) e a doppio rilievo (Cro-Te: tripode/elmo) monete a legenda Cro-Pando e quelle con tripode, Sy/toro, LaF, si collocano in una fase in cui il doppio rilievo sembrerebbe un elemento ampiamente acquisito e sedimentato nella tecnica di battitura. Non si può pertanto escludere uno slittamento del gruppo A, posteriore certamente alla fase C di Sibari, almeno nella prima decade del V secolo – se non qualche anno dopo -, anche sulla bese di indizi epigrafici e in sostanziale parallelismo con gli ultimi incusi larghi di Crotone, affini per modulo (mm 26-25). Questi, infatti, sembrerebbero protrarsi ben oltre la data del 510 fissata da Kraay e almeno fino al 500 (Rutter), negli stessi anni in cui anche Taranto aderisce al nuovo corso monetario (gruppo 2 Fischer-Bossert: 500-490) dopo la breve esperienza incusa. Sulla base di queste osservazioni la problematica relativa alle emissioni d’impero andrebbe pertanto rivista in quanto esse non sembrerebbero costituite un fenomeno unitario e globale né omogeneo sul piano cronologico. Più problematico appare l’inquadramento del gruppo B, limitato ad un solo statere, e per il quale gli elementi di giudizio si riducono a confronti esterni sul piano stilistico ed epigrafico. Che si trattasse di questione complessa non era sfuggito a Head, che rilevava la mancata omogeneità tra la testa femminile, pienamente aderente ai canoni classicistici di V secolo, e i caratteri epigrafici di foggia marcatamente arcaica. B.V. Head, British Museum. Department of Coins and Medals. A Guide to the Select Greek and Roman Coins Exhibited in Electrotype, Oxford 1880, 30 In questa situazione di incertezza qualsiasi proposta cronologica deve pertanto considerarsi del tutto provvisoria in attesa di una documentazione più ampia che possa fornire nuovi elementi. Se infatti i citati confronti con con Terina (gruppo A Holloway-Jenkins) potrebbero suggerire una datazione intorno alla metà del V secolo, le consonanze stilistiche con le immagini monetali delle divinità fluviali in Magna Grecia e in Sicilia riconducono ad un orizzonte storico posteriore alla fondazione di Thurii. In quest’ultimo caso bisognerebbe considerare il contesto epigrafico (san, iota a tre tratti) come frutto di una prassi scrittoria volutamente arcaizzante, un dato che peraltro non apparirebbe isolato, come documentano le serie di Crotone dell’ultimo quarto del V secolo con legenda OIKIMTAM. Se dunque le peculiarità epigrafiche non sembrano restituire indicatori stricto sensu cronologici converrà non escludere la possibilità di uno slittamento temporale della moneta pandosina come le analogie con le ultime serie di tetradrammi di Selinunte con il dio Selinos libante potrebbero suggerire.1 punto
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Ecco, giusto per mantenerci aggiornati sull'argomento... Io leggo chiaramente PVBLI | ICA1 punto
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Buonasera, ravvivo la discussione con un paio di pubbliche... Questa ha una "simpatica" ribattitura sulla sigla1 punto
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Buonasera a tutti, @ggioggio, aspetto le altre tue Publiche, ma anche degli altri, diamoci sotto, è una bellissima tipologia e penso che tanti di voi ne hanno da far vedere. ? Posto mio 3° Esemplare, mi piace per la sua forma quasi ovale, infatti il diametro è mm 30 e 32. Ghirlanda interamente visibile, peccato per la frattura del tondello. Peso g. 10,5 Magliocca 43 Saluti Alberto1 punto
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Salve a tutti, meglio tardi che mai, ora mi sono ricordato che devo chiudere la discussione iniziata 4 anni fa ma non riuscivo a trovare l'esemplare postato. In una vendita di Artcoins Roma 3 era in vendita il lotto 561 a nome di Teodorico, 1/4 di siliqua, zecca di Ravenna, AR 0,6 g., 11,27 mm, catalogato Metlich 55, Ranieri 257, Mec 1, 121 (Roma), è apparso un esemplare proveniente dagli stessi coni del mio, posso dire chiusa la ricerca. Grazie per la pazienza dimostrata. Marcus Didius1 punto
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Io frequento Scienze Casearie.......faccio le ricotte :D1 punto
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io studio ingegneria .........ma cmq un numismatico può essere anche uno cn la terza media o la quinta elementare cm mio nonno........;)1 punto
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