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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/21/22 in tutte le aree
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Eccomi rientrato. Comincio postando quella che mi è costata di più, 25 lire della Banca Romana del 1883: Al fronte: Romolo e Remo allattati dalla lupa al centro; profilo di Italia turrita a sinistra dentro cerchio e stemma dei Savoia sopra, profilo della dea Roma a destra dentro cerchio e stemma della Città di Roma sopra. Al retro: profilo di Italia turrita al centro. Vorrei proprio incontrare quel genio che ha avuto la pensata di forare questa banconota! Magari ne aveva fatto una collanina... mah...7 punti
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Ragazzi perdonatemi, ma questa foto è davvero bellissima. Siamo stati colti in un momento di spensieratezza e i nostri sguardi non nascondo la nostra felicità di quel momento. 5 amici che da ormai un anno si vedono online ogni giovedì che per una volta hanno l’onore e il privilegio di vedersi dal vivo e raccontare della propria passione senza problemi di connessioni o quel brutto muro divisore rappresentato dal monitor di un computer. Alla prossima amici. @Orodicarta @wstefano @PriamoB @prtgzn6 punti
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Eccomi qua. Finalmente trovo un attimo per fare quello che mi piace. Tutto il giorno ho dovuto fare questa cosa che qua chiamano Arbeit… 🙄 Rullo di tamburi, vi comunico che la 10000 marinare e il 25 lire per cui avete sbavato usandole pure come tovaglioli mi sono serviti per acquistare le meraviglie da esibire orgoglioso nella foto qua sotto. Corro a metterle nel raccoglitore! 😎5 punti
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Proseguo con questo assegnato da 3 bajocchi della prima Repubblica Romana del 1798-99: Al fronte: aquila romana con denominazione al centro; sigillo con fascio consolare sormontato da berretto frigio e scritta "Repubblica Romana" a sinistra; sigillo con allegoria della Libertà e scritta "Fede Publica" a destra. La stampa appare un po' confusa, conseguenza probabilmente dell'usura della matrice di stampa, cosa che forse colloca temporalmente la sua creazione verso la fine dell'esperienza repubblicana (primavera 1799). Il sospetto che sia un falso contrasta col basso valore nominale del pezzo...5 punti
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Si vede che è un ristorantino da collezionisti dal tovagliolo che @PriamoB sventola con tanta disinvoltura e in attesa di una bella pizza o di una bella bistecca per servirsene successivamente e poterlo guardare in controluce con grande soddisfazione🤣4 punti
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Ciao, l'imperatore è sicuramente Commodo. Per quanto riguarda la tipologia sul rovescio mi sembra di intravedere la raffigurazione di Herculi Romano. Penso da quello che si riesce ad intravedere sulla legenda del dritto sia questo, nell'attesa di altri interventi 🙂 ANTONIO3 punti
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Tutte le banconote che vedi sul tavolo sono state gentilmente donate da Stefano a tutti i partecipanti al pranzo.... chiaramente tutti fior di stampa o serie sostitutive3 punti
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Salve, non conoscendo la monetazione Toscana sarei curioso di sapere se questa è la moneta tipo o una contraffazione. Vedendo il cartellino del vecchio collezionista sembrerebbe di leggere Messera da un lato... Grazie x i vostri pareri2 punti
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Buonasera a tutti gli amici del forum. Quest’oggi ho intenzione di trattare una tematica un po’ “spinosa”, che avevo in mente di toccare già diverso tempo. Ho visto, inoltre, che sul forum non se n’è mai discusso e, dunque, mi sembra opportuno che finalmente qualcuno ne parli. Come da titolo, mi piacerebbe spiegare perché, a mio modesto avviso, è scorretto annoverare Maria Luigia tra i napoleonidi. Premetto che la mia non è un’imposizione ed ognuno è libero di rimanere della propria idea. So, inoltre, che, dal punto di vista numismatico, la monetazione di Maria Luigia è, per consuetudine, annoverata da svariati anni tra quelle dei napoleonidi e, dunque, sarà una battaglia durissima convincervi del contrario. Quantomeno, però, mi piacerebbe aprire un confronto con voi su questo tema. Per iniziare, vorrei cercare di definire meglio cosa intendiamo per “napoleonide”. Sulla Treccani, è descritto genericamente come “appartenente alla famiglia di Napoleone o discendente da lui per via diretta o indiretta”. Su Wikipedia, invece, è presente una definizione più circoscritta (almeno per quel che riguarda il nostro specifico contesto): “Con napoleonidi in numismatica sono indicate monete coniate da Napoleone I e dagli altri stati che erano più o meno strettamente legati al Primo impero francese”. Abbiamo adesso una buona base da cui poter partire. Chiaramente, tra i napoleonidi possiamo citare i fratelli Giuseppe, Luigi e Girolamo, la sorella Elisa ed il valoroso Murat, marito di Carolina. Si tratta in tutti i casi di parenti diretti o acquisiti a cui Napoleone ha assegnato una porzione di territorio da amministrare e concesso di poter battere moneta, sottostando sempre alle direttive provenienti da Parigi. Maria Luigia, invece, rientra effettivamente nella categoria dei napoleonidi o si tratta di un’intrusa? Per avere una risposta a questa domanda dovrete attendere il prossimo “episodio”, nel quale affronteremo la storia di questo enigmatico personaggio e capiremo in cosa si differenzia rispetto agli altri napoleonidi sopracitati.2 punti
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Secondo me non ha alcun segno di circolazione, i segnetti sono sicuramente di contatto (e il nickel praticamente puro è morbidissimo) Secondo me è chiusa FDC con segnetti da contatto al D/2 punti
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Christoph Boehringer ha raccontato la storia della vendita della moneta in un articolo. http://www.numisbel.be/2016_15.pdf2 punti
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Dalle foto la moneta sembrerebbe autentica. La conservazione non raggiunge, a mio avviso, il BB (la moneta è piuttosto usurata) e perciò una valutazione economica può aggirarsi sui 120 € max. Sono monete che è bene acquistare se non si vuole spendere tanto ed allo scopo di avere un esemplare in collezione che non appartenga alla collezione "principale" (ovvero è una moneta che non si prende se si fa collezione del Regno d'Italia ed in particolare di V.E.III) pena il doverla sostituire appena possibile. Ovviamente il mio è un consiglio personale. Aggiungo, come sempre quando possibile, una moneta per confronto e condivisione:2 punti
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Ottimo! Mi piace. Penso che sia molto fruibile anche da parte dei giovani. Aggiungo. Penso che questa tipologia di classificazione abbia tutti i requisiti per essere presa in debita considerazione e portata avanti.1 punto
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Bellissimo video e complimenti a @tempolibero per tutto quello che fa e anche per aver divulgato il nostro Gazzettino anche al Memorial Correale !1 punto
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Ciao @lorluke, Innanzitutto, è stato un piacere conoscerti al Veronafil. Discussione interessante. Ci sono dei riferimenti anche storici dal punto di vista numismatico dai quali si possa dedurre quanto da te scritto al #1, ovvero che “la monetazione di Maria Luigia è, per consuetudine, annoverata da svariati anni tra quelle dei napoleonidi”? In altri termini, è possibile che non sia stata mai fornita una definizione di moneta napoleonide verosimilmente accettata dal mondo degli esperti di Napoleone in senso lato, magari anche all’estero e non necessariamente in Italia? Grazie e complimenti. Domenico1 punto
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Hai ragione,però mi sembra un pò piú su del normale? Boh,sará l' immagine,sará normale😉 Sopra quel segno sembra ci fosse una stellina😅😅😅( il mio cervello me la fa fantasticar😁).1 punto
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Buona sera. A me sembra una moneta non circolata con "tantini" segni di contatto. Per quanto riguarda le "screpolature", se riferite alle bave dovute alla lavorazione di rigatura, dal mio punto di vista sono ulteriore testimonianza del non circolato, quindi migliorative. Penso classificata zona fdc ma se punta alla perfezione forse c'è di meglio. Resta poi una questione di prezzo che più ci si avvicina alla perfezione più è chiaramente destinato a crescere. Cordialità Gabriella1 punto
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i segnetti sono probabilmente da contatto, e non indice di circolazione della moneta. Il motivo per cui sono stato leggermente più basso del FDC è evidenziato in foto. La corona sopra lo scudo appare confusa e poco nitida. Ma, come precisavo, può dipendere dalla foto..dalla plastica...1 punto
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Eh ma attento che con il post napoleoniche le si lega comunque a Napoleone1 punto
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Valorosi combattenti (V A lo rosicò; M B attenti!) buona serata1 punto
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Potnia, la dea degli animali ritrovata al Brotton esposta per la prima volta al museo Il gruppo Crt offre la teca per la decorazione romana, trovata nel 1965 a Vicenza in via Brotton, che sarà esposta per la prima volta al pubblico. Il gruppo di volontari diventa mecenate e restituisce alla città un pezzetto della sua storia. È il Crt, il Gruppo archeologico di Vicenza, ad acquistare la teca in vetro che consentirà per la prima volta dopo quasi 50 anni di mostrare ai vicentini un reperto romano che non hanno mai visto. Potnia, la terracotta romana della dea degli animali La prima esposizione di “Potnia Theron“, la dea degli animali, terracotta che probabilmente decorava un edificio sacro, avverrà il 27 novembre nella due giorni di convegno che il Crt ha organizzato in città. “Dialoghi intorno alla donna tra passato e presente” è il tema del forum che si aprirà sabato 26 al teatro Astra dove per tutto il giorno «studiosi e docenti di università e musei discuteranno della condizione femminile nell’antichità e nella società contemporanea» come spiega la presidente Elena Marzola, archeologa. Il programma del forum Il giorno dopo, la domenica, dalle 10 alle 12, al Museo naturalistico archeologico di S.Corona, si inaugura l’allestimento della lastra fittile nella sala del mosaico. Al progetto ha collaborato il Soroptimist Club di Vicenza, che ricorda così una socia e presidente illustre, Maria Teresa Canivet, archeologa vicentina, famosa per aver scoperto a Cesarea marittima in Israele la pietra col nome di Ponzio Pilato. Proprio Canivet esaminò i reperti rinvenuti nel 1965 nell’area esterna a Porta S.Croce tra via del Brotton e via Alfieri e Gioberti e ne ricavò un saggio con le sue ipotesi su questa figura. Domenica si rievocherà questo scritto ma anche la storia di quello scavo singolare, perchè a ritrovare quel reperto rotto in cinque pezzi e poi ricomposto fu un ragazzino, Andrea Testa, poi divenuto artigiano orafo, che ha mantenuto per sempre la passione dell’archeologia. Il ritrovamento del reperto 57 anni fa Testa ha firmato quattro capitoli del libro divulgativo “Vicenza romana“ a cura di Franco Mattiello, uscito nel 2021. In uno di questi, ripercorre cosa accade mezzo secolo quando non lontano dal Bacchiglione si stava tracciando una nuova strada - via Giacosa - e affiorarono frammenti di vasi, canalette d’acqua, tubi probabilmente dell’acquedotto romano che arrivava in Lobia. Tra i tanti frammenti raccolti in quel cantiere dove i ragazzi giocavano, Testa raccolse anche due esemplari di quella che poi venne identificata come Potnia Theròn: una alata anche se senza testa, in terracotta rossa; l’altra meno conservata, senza testa, un busto con monconi di ali. Altri bambini nel 1966 trovarono una statuina maschile di metallo. Va detto che più tardi Testa consegnò regolarmente i reperti alla Soprintendenza archeologica. Al di fuori delle mura i resti di un tempio dedicato a Brotonte Gli scritti di Gian Battista Velo alla fine del Settecento e ritrovamenti di monete, statuine, coppi avevano ipotizzato che in quell’area fuori delle mura scaligere, a Santa Croce, ci fossero i resti di un tempio dedicato a Brotonte - dio tonante - come richiamava il toponimo Brotton. Così lo storico Maccà, poi il Da Schio e l’archeologo dilettante De Bon. I ritrovamenti di 50 anni fa confermarono queste tesi o comunque la presenza di recinti sacri, forse legati al culto dell’acqua. La dea con l’abito trasparente, la gonna mossa, i due leoni su cui si posano le mani richiama il culto di una grande antica madre dotata di forza, una Artemide dei boschi che familiarizza con le bestie selvatiche, un culto nordico e retico, ma anche mediterraneo ed egizio. La signora dei leoni L’archeologa Canivet nel suo saggio datò i reperti della zona all’età del bronzo e il tempio tra il primo secolo a.C e i primi decenni del primo secolo d.C. Il panneggio della veste ad altri studiosi suggerisce una datazione tardiva, al III secolo d.C. La signora dei leoni era una decorazione, un fregio lungo il perimetro dell’edificio, forse sul tetto, coperta di colore, come altri esempi rinvenuti in provincia di Chieti. Un mistero, quello di come si sono sovrapposte le divinità sui culti locali, che ancora oggi non smette di appassionare gli archeologi. https://www.ilgiornaledivicenza.it/argomenti/cultura/reperto-archeologico-potnia-la-dea-degli-animali-ritrovata-a-vicenza-esposta-al-museo-1.9742122?refresh_ce1 punto
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Analisi puntuale e dettagliata, come sempre @Archestrato per questo esemplare che effettivamente non manca di qualche particolarità . Una buona serata1 punto
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Più che un doppio salto della N, credo che sotto la N ci sia un'altra lettera, che però non riesco a identificare. Un errore dell'incisore del conio corretto successivamente. Rifare tutto il conio avrebbe avuto un costo troppo elevato. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Ah, si può ordinare? Allora a me piacerebbe che qualche Lamonetiano del Piemonte portasse a novembre 2023 un bel tartufo bianco. In quel caso non mancherei a pranzo... Ringrazio in anticipo. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Va bene @mty1805. Adesso credo di aver capito ciò che volevi dire.1 punto
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@lorluke No, mi hai frainteso. A causa del software di traduzione, le mie parole spesso non vengono capite con precisione. (Se è in inglese, vedrò il problema.) Prima di tutto voglio dire che sono d'accordo con te su Maria Luigia. Il fatto che le sue monete non provenissero dagli ordini di Napoleone è ovvio. Ma quello che ho detto dopo potrebbe averti frainteso, cioè pensavo che quello che ho detto dopo avesse lo scopo di confutare. Ma questo non è il mio stile, i due paragrafi esprimono due cose diverse. Sto davvero esprimendo interesse per un argomento più ampio. Perché mi sembra che i fatti di cui sopra siano molto chiari. Questa è una differenza essenziale.1 punto
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Sì, anch’io ho il “Les Monnaies Napoléoniennes” e so bene che sono riportate praticamente tutte le monete coniate in Europa dal 1795 al 1815, fatta eccezione per Inghilterra, Austria, Prussia, Russia e loro alleati. Secondo me, da un punto di vista prettamente storico, Maria Luigia non è una napoleonide e credo di averne spiegato ampiamente le ragioni. Se poi si continuerà a classificarla come tale, non posso farci niente… Lo scopo della discussione non è attuare una piccola rivoluzione copernicana in ambito numismatico ma chiarire la mia posizione su questo tema (peraltro mai trattato sul forum, almeno da quel che mi risulta). Ciò che mi auguro è che quante più persone possibili, leggendo quanto scritto, provino a ragionare di testa propria, scrollandosi dalle spalle decenni di consuetudini consolidate. Poi si può essere d’accordo o meno con le mie conclusioni ma l’importante è sempre ragionare da un punto di vista storico e non rifacendosi alle tradizioni tramandate numismaticamente di generazione in generazione.1 punto
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Qui trovi tutto: https://eurocollezione.altervista.org/_Prezzi_Emissione_Vaticano.htm1 punto
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Credo che la frase dirimente sia : "Si tratta in tutti i casi di parenti diretti o acquisiti a cui Napoleone ha assegnato una porzione di territorio da amministrare e concesso di poter battere moneta, sottostando sempre alle direttive provenienti da Parigi. " Se così fosse, e non vedo perchè non dovrebbe essere, la monetazione di Maria Luigia non sarebbe da considerare Napoleonica, in quanto il Ducato di Parma Piacenza e Guastalla non fu assegnato a Maria Luigia da Napoleone, ma dal Congresso di Vienna, nonostante l'opposizione anche della stessa Francia. Napoleone, inizialmente, avrebbe voluto assegnarle la Toscana, così riportano le fonti storiche. E le "direttive", durante il possesso del Ducato da parte di Maria Luigia, non provenivano da Parigi ma da Vienna. in conclusione concordo con Iorluke, anche se temo che si continuerà lo stesso a considerare la monetazione di Maria Luigia "napoleonica".1 punto
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Buonasera @VALTERI, Innanzitutto grazie per la considerazione. Non possiedo il testo sulla monetazione di Metaponto di Sydney Philip Noe purtroppo, ma la parte I (1927) e II (1931) sono consultabili online ai link seguenti: https://babel.hathitrust.org/cgi/pt?id=inu.30000092058902&view=1up&seq=5 https://babel.hathitrust.org/cgi/pt?id=inu.30000104994359&view=1up&seq=7 Qui la terza parte di Ann Johnston del 1990: http://numismatics.org/digitallibrary/ark:/53695/nnan4380 In attesa delle osservazioni di chi meglio di me conosce le serie metapontine incuse, esprimo alcune considerazioni. In generale è una moneta davvero particolare, che racchiude in se elementi oggettivi che il Noe (ormai quasi un secolo fa) assegnava a due classi di monete distinte tra loro. 1 - Le due piccole foglie (brattee) visibili alla base della spiga al dritto del pezzo Leu appartengono solamente alla classe I (1-36), quella più antica delle serie incuse. Le successive non presentano questo particolare. 2 - Il diametro dichiarato da Leu, se confermato essere 26 millimetri, corrisponde a quello di esemplari di modulo ridotto, che non compaiono prima della fine delle classe IV (che copre i numeri 85-99) e che comunque diventa “standard” solo nelle classi da V a VII, vale a dire poco prima del passaggio alle emissioni a tondello stretto e spesso (classe IX). Noto inoltre alcuni aspetti curiosi oltre i singolari 6 punti al rovescio. Ad esempio al dritto sembrerebbe essere visibile una parte di resta non collegabile a nessun chicco della spiga (in basso a sinistra). E non mi sembrerebbe probabile che il lieve scivolamento di coniazione visibile in diversi particolari abbia creato uno scostamento così pronunciato solo in quell’area, forse è un difetto causato dalla pesante pulizia di cui parla il catalogo di vendita (?). E quella traccia curvilinea nel campo a sinistra, sempre al dritto? Difetto, frattura, o che sia il resto di un simbolo (delfino?)? Tracce di un qualche sottotipo da ribattitura? La pulizia eccessiva non aiuta, anzi fa porre interrogativi ulteriori, come le tracce di “limatura” tra ore sette ed ore otto al bordo del dritto. Venendo al dunque, dei sei globetti in rilievo al rovescio mi pare Noe non li menzioni. Leggendo però la sezione del testo sulle tecniche produttive e sulle alterazioni dei conii non ho potuto fare a meno di pensare se essi non avessero un qualche fine pratico. Sembrerebbe di intuire una qualche sagoma intorno ad essi, ma non mi sentirei di azzardare ipotesi, rischierei di cadere nella pareidolia e potrei essere ingannato dalla pulizia delle superfici. @dracma che ne dici?1 punto
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Ho fatto una ricerca qui nel forum ma mi pare che questo interessante numero del BDN dedicato ad un ritrovamento "esotico" nel foro romano sia stato saltato mancando un topic apposito o il post ad esso dedicato. Se il post è duplicato chiudete e cancellate pure con le mie scuse THE FORUM HOARD OF ANGLO-SAXON COINS IL RIPOSTIGLIO DELL'ATRIUM VESTAE NEL FORO ROMANO di Rory Naismith e Francesca Tinti Consulta il volume in pdf: https://www.numismaticadellostato.it/pns-pdf/BdN/pdf/BOLLNUM-55-56.pdf#page=1&pagemode=bookmarks Scarica il volume in pdf: https://www.numismaticadellostato.it/FSIA6_Numismatica-1.0/downloadBollettini?uuid=7E20180405111907762157000000241C&idBollettino=1131 punto
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Dovevo essere proprio sconvolto alla vista di quest'ultime monete da ciotola.... il post si è moltiplicato per 3 !!1 punto
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Ho conosciuto il Prof. Rizzolli che gentilmente si è poi seduto al mio fianco chiedendomi quali tipologie di monete seguissi. E’ una persona veramente cordiale, simpatica e soprattutto aperta ai giovani. Per me è stato un momento particolarmente ricco ascoltare le sue parole. Grazie, Domenico1 punto
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https://www.ilcastellodiarechi.it/museo/monete-34-denari-della-zecca-di-rouen_372.xhtml Questi denari circolavano in tutta Europa... a quanto pare.1 punto
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Dovrebbe essere un sesterzio per la DIVA FAUSTINA. Al Diritto si legge chiaramente (F)AV STINA, al Rovescio AVGV S SC potrebbe essere un esemplare di: RIC III Antoninus Pius 1127 D) DIVA FAV STINA: Busto di Faustina I, drappeggiato, a destra, capelli riccamente ondulati e arrotolati in fasce sulla testa e raccolti sulla nuca e in una spira rotonda in cima alla testa. R) AVGV STA SC: Pietas, velata, drappeggiata, in piedi a sinistra, alza la mano destra sopra l'altare acceso a sinistra (nell'atto di far cadere qualcosa sull'altare) e tiene una scatola nella mano sinistra.1 punto
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Buongiorno @Zamodany. Purtroppo, le foto che ha mostrato sono insufficienti per stabilire con assoluta certezza l'autenticità o meno dell'esemplare. Consideri che le 100 lire di Vittorio Emanuele II sono tra le monete più falsificate del Regno d'Italia. Tra l'altro, a differenza di molte altre monete, di questa specifica tipologia esistono falsi particolarmente insidiosi, fatti in oro, con un peso molto vicino all'originale ed una cura per i dettagli nettamente superiore rispetto alla media delle classiche patacche da mercatino. Riporto di seguito un esempio di riproduzione venduta da una casa d'aste. https://www.pandolfini.it/it/asta-0302/riproduzione-delle-100-lire-1872-di-vittorio-e.asp Per questo motivo, personalmente, le consiglierei di rivolgersi ad un perito numismatico. Qui di seguito le lascio il link del sito Internet dei periti NIP (Numismatici Italiani Professionisti), che sapranno valutare più facilmente, moneta alla mano, l'autenticità del pezzo. https://numismaticinip.it/Elenco-Professionisti-Nip1 punto
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Buonasera @miglio81 grazie tante per avermi avvisato 🙂1 punto
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Ho visto il tuo post e ne ho inserito uno anch'io, Colleghi in chimica e in numismatica, anche se con "carriere" diverse: monete di Bergamo e lavoro nell'industria.1 punto
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Bagattino emesso dalla zecca d Reggio Emilia a nome di Ercole II d'Este; se hai voglia di leggere qualcosa... https://www.academia.edu/17125017/Zecca_di_Reggio_Emilia_il_bagattino_dimenticato_Una_coppia_di_coni_quasi_inedita_per_Ercole_II_dEste ciao Mario1 punto
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Ciao, a mio parere potrebbe essere E.S. Enrico Saroldi, grande medaglista dell'inizio novecento.1 punto
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Ritornando un attimo al discorso delle 23, mi chiedevo, sulla base di quanto riportato nello studio di Pietro @Rex Neap, Nuove Considerazioni sulla moneta di Napoli negli anni 1616-1623, come e se sia possibile attribuire una pvbblica del 23 all'arsenale piuttosto che alla zecca principale di Napoli, sulla base del peso calante, in virtù di parte delle vicende che portarono alla chiusura dell'arsenale, mi riferisco alla supplica di Donato Turbolo in merito alle disattese disposizioni in zecca? Scusatemi se faccio considerazioni un po' contorte. Saluti Alberto1 punto
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Di nuovo Buonasera a tutti, come ho più volte detto in questa discussione, sono molto attratto dalle Pvbbliche di Filippo IV e mi piace oltre allo studio della bibliografia che ne parla, condurre studi in maniera autonoma e fantasiosa, devo dire che spesso rompo le scatole in privato a chi ne capisce più di me @gennydbmoneypuò tranquillamente confermare?. Quello che più mi attrae è la ghirlanda di Alloro. A Proposito dell'alloro.. '' Per i romani l'alloro era un simbolo di successo e nobiltà poiché simboleggiava gloria, potenza e il predominio in tutti i campi. Per questo venivano intrecciati i suoi rami per farne corone con cui si incoronavano gli imperatori'' Voi osservandola sulla moneta come ve la siete immaginata dal vivo? Io ci ho pensato spesso e stasera che sono in vena creativa, dopo aver cenato con un bel trancio di porchetta, ho realizzato un bel quadretto, un po' diverso da quello postato in altra discussione. Vi mostro il risultato, un misto Numismatico/Botanico. Saluti Alberto1 punto
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Buonasera grazie della gentile risposta ma non sembra essere l'armetta 32 anche se somiglia molto, purtroppo la foto non aiuta nei dettagli. allego altre immagini forse più simili, faccio riferimento alla terza moneta partendo da sinistra Diversi segni di zecca tra cui: Balzana, Mino degli Agazzari e Alessandro Bonagiunti/Vannoccio Biringucci (cerchio cerchiato con monogramma AV sormontato da croce ricrociata: non censito nel MIR). Varietà con croci fogliate e patenti. .1 punto
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