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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/10/22 in tutte le aree
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Ferdinando IV Piastra .1816. Riferimenti: D'Incerti 24/f e Pagani 69/c , la riportano entrambi Comune. Il mio esemplare dal peso di 27,52 grammi. Motto nel taglio : dritto. Proviene da un Listino "Novembre 2001" della Numismatica Morello di Latina, su cui era giudicata SPL7 punti
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Quando studiavo la produzione della zecca di Aquileia e la sua circolazione, ho visto che le monete di questa zecca si espandevano verso il Noricum e la Pannonia. E poi immagino che il 10 aurei sia stato donato a una persona importante e dubito che fosse il capo della guarnigione di Aquileia. Arka Diligite iustitiam3 punti
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Secondo me, i problemi posti da tale studio sono due, ben diversi: Fornisce qualche indizio scientifico sulla possibilità che questi medaglioni di Sponsiano siano antichi? Qualora si rivelino autentici, basterebbe per fare di questo Sponsiano un personaggio storico? Per la prima domanda, bisogna considerare l’insieme delle monete del gruppo, perché: Sono tutte fuse e condividono caratteristiche di stile, di metrologia, di tipologie molto inusuali, che si tratti di monete imperiali o di imitazioni « barbariche » o di falsi moderni. Due o tre di queste tipologie si ritrovano assieme in diversi musei, (Glasgow, Vienna, Gotha, Parigi, Sibiù in Romania) forse in seguito alla disperzione di questo gruppo iniziale « trovato » in Transilvania, fra cui Heraeus, numismatico e direttore delle collezioni imperiali, avrebbe acquistato dal ministro delle finanze Von Palm un esemplare di ogni tipo, 8 monete in tutto, conosciute da una nota manoscritta l’anno stesso del presunto ricovero(1713). @Caio Ottavio: Non so dove hai visto che nella fattispecie si sono accaniti gli studiosi più moderni? Dopo la condanna di Cohen, Mattingly, più prudente, descrive le monete « strange barbarous coins » e parla ancora di un « unsolved mistery », ma poi i numismatici moderni hanno praticamente chiuso il caso. Ecco la risposta all’utente di Cointalk del dottore Klaus Vondrovec, conservatore del Münzkabinett di Vienna : « in effetti, due monete (di Sponsiano) fanno parte della nostra collezione. Purtroppo non ho immagini, nonostante il fatto che esistono da più secoli, queste monete sono decisamente falsi moderni ». (Cited from: https://www.cointalk.com/threads/the-legend-of-sponsianus.364019/) Questa condanna riguarda le 10 monete (dai tipi 2 a 5) del gruppo iniziale, relegati nel reparto dei falsi del Museum di Vienna. Richard Abdy (B.M), Jérôme Mairat (Ashmolean museum), Mary Beard (storica, Cambridge) hanno emesso più o meno lo stesso parere. Affermazione seguita da quasi tutti i numismatici senza troppa fatica, ma che si rivela, trattandosi di Cohen, basata sulla mera osservazione di un calco e un esemplare d’argento ormai sparito. Sorprendentemente, a contraddire la sentenza innappellabile della non autenticità di queste monete è … lo stesso Cohen, che elenca il Filippo come « fabrique barbare », descrivendo tra l’altro il dritto con testa elmata di Filippo, quando si tratta ovviamente di una testa di Roma copiata dai dritti di denari repubblicani. Un altro esemplare del tipo 4 dell’articolo è stato messo all’aste nel 2013 da Kunker, senza che sia fatto il legame con il « ripostiglio » trovato in Transilvania. Anche per lui, un pedigree risalente all’asta Otto Helbing 1926. https://www.acsearch.info/search.html?id=1520268 Valeva comunque la pena di riaprire la discussione, e per andare avanti, proporre un’analisi scientifica delle monete disponibili. Se Paul Pearson, geologo di formazione, non è un numismatico, la sua analisi fatta con tecnologie moderne di archeometria che ragionevolmente si suppone da lui controllate, non può essere trascurata. Nessuna prova decisiva, ma un fascio di indizi (tracce d’usura non meccanica, incrostazioni di terra nelle zone compatibili con un interramento a lungo ) che fa che non si può più affermare come Cohen e i seguenti che si tratta di grossolani falsi moderni. Ulteriori ricerche sarebbero utilissimi, ad esempio le misure di elementi traccie (palladio e platinio) che consentono di precisare l’origine geografica dell’oro. Un’altra tecnica (ma costosa e invasiva) permette di datare l’ultima fusione subita dall’oro analizzato: https://journals.openedition.org/archeosciences/2017?fbclid=IwAR0kt4GNJUzZpOx54GGYryeHvDpHFEbV5v9Z8yunRrTeiC7nvQSz1S8npbs Più fattibile, si potrebbe ribaltare il ragionamento: Esaminare false monete per cercare se la tecnica di incrostazioni artificiali è già stata usata altrove dai falsari del XVIII sec. In ogni modo, tutto indica una fabbricazione in modalità degradata (monete tutte (?)fuse, con una sola impronta conosciuta per ognuno dei tipi dritto e rovescio, oro poco raffinato, disegni rozzi ispirati a denari repubblicani o antoniniani, legende errate, pesi incompatibili con una circolazione officiale) L’ipotesi emessa (la parte più discutibile dell’articolo) è che queste monete fossero destinate al pagamento dei soldati di alto rango, sotto il regno di Gallieno. Assediato da invasioni barbariche, e senza comunicazioni con il resto dell’impero, un dux chiamato Sponsianus si sarebbe attribuito l’imperium. IMP(erator) ma nessun AVG(ustus) sulla moneta, a meno di cercarlo un po’ nascosto sul rovescio (C A/VG, Caius Augurinus interpretato come Caesar Augustus). Sappiamo che la Dacia romana è nuovamente minacciata da ogni parte sotto Gallieno, che iniziò un primo ritiro, con un distaccamento di truppe e di popolazioni al sud del Danubio. Non si sa esattamente quante legioni o vexillationes rimangono ancora stazionate, ma Eutropio e l’autore della Storia Augusta attribuiscono ad Aureliano l’abbandono definitivo della Dacia attorno al 271/272. Pearson ipotizza nel frattempo una forma di secessionismo forzato, e per mancanza di scalptores (la monetazione di bronzo della zecca Dacica smette dopo 257) l’impiego di artigiani gioiellieri che lavoravano l’oro fuso estratto delle miniere daciche. Una costruzione che secondo me rientra più nell’ambito della fantastoria e che potrebbe screditare anche la parte scientifica dello studio presso gli esperti numismatici o storici. Sarebbe spiacevole. Affermare la storicità di uno Sponsiano imperatore andrebbe ben oltre il contesto di questo studio, e il suo titolo - Authenticating coins of the « Roman emperor » Sponsian - è fuorviante, anche se ci sono le virgolette. Se un altro esemplare fosse rimesso in luce, e in contesto diverso, sarebbe tutt’altra cosa. Testis unus testis nullus. Innanzitutto un usurpatore qualsiasi si sforza di seguire (con più o meno successo) le caratteristiche della monetazione ufficiale. Per il Filippo e il Gordiano, se il modulo è inusuale, la tipologia è coerente (PRINCIPI IVVENTVTIS e MARTEM PROPVGNATOREM), perché per Sponsiano scegliere un rovescio repubblicano? Inoltre, in un ambito romano, il fatto di non trovare un artigiano capace di ritrascrivere legende in latino coretto pare molto strano. E se tutte le monete fossero autentiche tranne gli Sponsiani? È poco probabile, ma non si può trascurare la differenza del tenore di rame, molto più alto per lo Sponsiano del Hunterian Museum che per le tre monete di Filippo e di Gordiano analizzate. Allora imitazioni barbariche dalla datazione incerta, forse posteriori al tempo di Gallieno? SPONSIANI sarebbe una scelta fantasiosa o una stringa di lettere producendo casualmente un raro nome romano. Speriamo che il dibattito si prolunghi tra esperti e ricercatori di buona fede. Sarebbe un eccellente risultato da porre all’attivo dello studio di Pearson, che non si merita né il disprezzo né la frenesia mediatica che ha scatenato.3 punti
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Un esemplare dei piuttosto rari talleri battuti in Carmagnola al nome di Margherita di Foix reggente per Michel Antonio di Saluzzo, con al diritto il notevole ritratto del busto velato . Sarà il 2 Febbraio in vendita Kunker 380 al n. 294 .2 punti
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Buongiorno. Non vedendo grandi discussioni in materia lancio appello per sapere se in questo gruppo vi siano appassionati interessati alle tessere romane in piombo per instaurare un "tavolo di confronto e discussione", per condividere opinioni e ragionamenti La materia è complessa e spesso negletta dal mondo numismatico, molto poco studiata e ci sono poche pubblicazioni. Ma non di meno affascinante, anche se, di certo le tessere non hanno la bellezza estetica delle monete. R.S.V.P.2 punti
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Buonasera a tutti 5 soldi per Carlo Emanuele III con una piccola particolarita. Mancanza di metalli nel tondello. Il metal era utilizzato al massimo! Questo difetto e spesso presente sulle monete di rame francesi2 punti
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Confermo. I tre argenti e le due monete da 25 Euro sono bellissimi. Sono contento di avere acquistato le 5 monete da 25 Euro sin qui emesse, davvero speciali.2 punti
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Ciao, io l’ho preso in biblioteca intonso e l’ho fotocopiato a colori.2 punti
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Ad ogni modo pure le monete in rame di grandi dimensioni sono molto attraenti, anche con centinaia di anni sulle spalle, e naturalmente comunemente usate, non c'e' bisogno di svenarsi. Il mio 5 Kopeks di Caterina IIa la Grande 52 grammi di peso e 41 mm. di diametro2 punti
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Concordo in pieno con @nikita_, anche se non posso negare che mi sono fatto ammaliare dalla bella Oncia Libertad del Messico 1996 e dal dollaro Liberty 1986, ma si possono trovare bellissime monete a prezzi contenuti con un'ottima conservazione che ti possono dare tanta soddisfazione come ad esempio 1 Balboa del 1947 del Panama argento .900, peso 26,7 e modulo 38,1 mm ed iniziare una bella collezione tematica:2 punti
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Tu perché propendi per la non autenticità? Solo perché non ne hai mai visti o visti pochissimi, o sulla base di quali evidenze?2 punti
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Alcune considerazioni su questo medaglione. La zecca di Aquileia venne attivata nel 294. E' quindi possibile che questa emissione rappresentasse una commemorazione dell'apertura. Logica la scelta di Giove per il rovescio, perchè Diocleziano aveva come divinità protettrice proprio Giove e il suo appellativo era Iovio. In occidente invece era imperatore Massimiano Erculeo, perchè era legato a Ercole. Lo stile è coerente con i primi aurei di Aquileia. Tra l'altro il rovescio del primo aureo emesso ha la Concordia seduta a sinistra, esattamente come il Giove del medaglione. Il piede destro ripiegato verso il trono e il braccio destro steso in avanti completano la similitudine. Infine da notare ai piedi di Giove l'aquila, che era l'animale sacro al dio, ma anche una rappresentazione della città di Aquileia, come nella seconda emissione dell'aureo di questa zecca. Arka Diligite iustitiam2 punti
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Pubblico il Bando della quinta edizione del Premio Mario Traina organizzato da Accademia Italiana di Studi Numismatici : ACCADEMIA ITALIANA DI STUDI NUMISMATICI (AISN) costituita a Roma il 23 novembre 1996 “Premio Traina” - Quinta edizione riservato a tesi di laurea di argomento numismatico discusse negli anni solari 2020, 21, 22 1. L’Accademia Italiana di Studi Numismatici (AISN), allo scopo d’incentivare la cultura numismatica e diffondere questo genere di studi, indice il Quinto Premio Traina, riservato a tesi numismatiche (triennale o specialistica) discusse in un istituto universitario italiano nel corso degli anni solari 2020, 2021 e 2022. 2. Sono esclusi dal concorso i membri dell’Accademia Italiana di Studi Numismatici e le tesi il cui relatore o correlatore faccia parte dell’Accademia Italiana di Studi Numismatici oppure sia un membro della Commissione Giudicatrice. 3. La tesi di laurea (si prescinde dal numero delle pagine) dovrà trattare un argomento attinente all’ambito numismatico, tratto dal mondo classico, tardoantico, medievale, moderno, contemporaneo. 4. La tesi (presentata da una relazione accompagnatoria del docente-tutor) dovrà essere inviata in formato digitale al seguente indirizzo email: [email protected] entro e non oltre il 28 febbraio 2023; per l’invio del testo della tesi, in PDF, si possono utilizzare i programmi disponibili online per il trasferimento di files molto pesanti, come ad esempio Wetransfer o similari. 5. I concorrenti dovranno inviare agli stessi indirizzi email di cui sopra, anche una domanda di partecipazione al concorso ”Quinto Premio Traina” specificando le proprie generalità con recapito domiciliare esatto, compresi numeri telefonici, indirizzo email, anno di laurea e titolo della tesi. Inoltre, si richiede che il relatore della tesi invii, dal proprio indirizzo email istituzionale o eventualmente da altro indirizzo email proprio, una lettera di presentazione del concorrente e della tesi stessa al seguente indirizzo [email protected]; è indispensabile che, nella email che accompagna la lettera di presentazione, il relatore riporti una dichiarazione in cui è espresso il voto di laurea ottenuto dal concorrente. La documentazione dovrà pervenire completa entro e non oltre il 28 febbraio 2023. 6. La Commissione Giudicatrice sarà composta da tre membri esterni all’Accademia Italiana di Numismatica (Michele Asolati, Professore di Numismatica presso l’Università di Padova, Cristina Crisafulli, Conservatrice del Gabinetto Numismatico del Museo Correr di Venezia, Paola Giovetti, responsabile del Museo Civico Archeologico di Bologna) e da quattro membri del Consiglio Direttivo dell’Accademia (Bernardino Mirra, Beniamino Russo, Luciano Giannoni e Giovanni Battista Vigna). Il giudizio della Commissione è insindacabile e inappellabile. 7. I primi due classificati saranno premiati con due (2) sterline d’oro, il primo, e una (1) sterlina d’oro, il secondo. 8. Ai concorrenti che ne facciano richiesta, verrà inviata la menzione di partecipazione al concorso. La premiazione avverrà in data e con modalità da determinare. Il presidente dell’Accademia Italiana di Studi Numismatici Michele Chimienti1 punto
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Buongiorno, segnalo questo strepitoso medaglione da 10 aurei coniato ad Aquileia, spero venga acquisito da un museo italiano magari proprio quello archeologico aquileiese.... sognare non costa niente😀 Stima 500.000 dollari Diocletian. AD 284-305. AV Medallion of Ten Aurei (38mm, 53.65 g, 12h). Aquileia mint. Struck AD 294. IMP C G VAL DIOCLETIANVS P F AVG, bare head right / IOVI CONSER VATORI, Jupiter, naked to the waist, with himation over knees, seated left on ornate throne, holding thunderbolt in right hand and vertical scepter in left; to left, eagle standing left, head right, holding wreath in beak; AQ in exergue. Cf. Gnecchi I 5, pl. 4, 12 (Alexandria mint); cf. RIC VI 1 (Alexandria mint); cf. Lukanc p. 125, 2 (Alexandria mint); cf. Cohen 264 (Alexandria mint). Lustrous with just a hint of minor staining, slight die shift on reverse. In NGC encapsulation 5872664-001, graded Ch AU★, Strike: 5/5, Surface: 5/5, Fine Style. Of the highest rarity, the only denio offered at public auction since 1922.1 punto
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Un medaglione monumentale che sarebbe bello vedere conservato nel museo di Aquileia...1 punto
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È' un Tallero da 40 grossi il suo peso è di circa 37,5 gr. Siamo agli inizi del 15001 punto
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Ciao @Alessand90, questo è quello che vedo io nel rovescio della tua moneta....1 punto
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Ciao Alain Anche dalla prima foto di poteva capire che era un 3, con la sua forma allungata... Non è facile però, a volte, solo da una fotografia, in questa seconda invece è veramente chiaro!! Data che mi manca ancora...1 punto
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Se ricordate l'esperto di turno di cacawiki qualche anno fa ha garantito come veri falsi d'epoca un lotto di copie moderne (foto) appositamente stropicciate, patacche che ben conosciamo..... sin d'allora non sono andato più a vedere le loro vendite, nemmeno per curiosità.1 punto
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Savoca Numismatik GmbH & Co. KG > Online Auction 151 | Black Auction date: 18 December 2022 Lot number: 54 Price realized: This lot is for sale in an upcoming auction Lot description: Phrygia. Kibyra circa 166-84 BC. Drachm AR 17 mm, 2,88 g Helmeted male head right / KIBYPATΩN, warrior, holding spear, on horse rearing right, monogram to upper left; anchor below. extremely fine cf. HGC 7, 706. Starting price: 1 EUR1 punto
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Esaurito da tempo: https://shop.francopanini.it/lead-tokens-tessere-di-piombo.html . Non ce l'hanno al book shop del museo. E' reperibile presso la biblioteca del museo e con prestito interbibliotecario. Parliamone... @modulo_largo Ci eravamo già incrociati sul tema anche prima:1 punto
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Ciao @Vel Saties, contribuisco con questo testo recentemente acquisito. d1 punto
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La moneta è dubbia per noi che la vediamo in foto, per un tecnico del settore con moneta in mano non penso assolutamente possano rimanere dubbi, come dice ImmensaF falla vedere a prescindere, che tu decida di tenerla ( se autentica) o meno ..1 punto
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Secondo me hanno motivo di godere maggiore rispetto da parte di studiosi e collezionisti , ma sarà sempre un ramo secondario rispetto alla numismatica, non tanto per questioni di natura estetica, ma perché sono oggetti più difficili da inquadrare nel tempo e nello spazio, nonché nelle motivazioni per cui sono nate.. Detto questo , le tessere affascinano anche me, ne abbiamo parlato l altra sera riguardo quelle tessere plumbee raffiguranti con ogni probabilità Antinoo..1 punto
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Non può essere una sovrabattitura come i 20 centesimi esagono, se vedi le impronte fantasma nel tuo caso sono in incuso e "passano" sotto le impronte in rilievo. E' senza alcun dubbio una collsione dei coni1 punto
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Visto il tipo di moneta io la porterei a periziare: se fosse autentica saresti più tranquillo ogni volta che la guardi e la prendi in mano, se fosse falsa la potrai restituire alla casa d’aste e chiudere un capitolo spiacevole1 punto
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Effettivamente sono belle monete e senza spendere capitali si possono avere questi pezzi in collezione senza essere pignoli sulla conservazione : - 5 franchi Hercules 1874 25g, 37mm argento .900 - 5 franchi Ceres 1849, 25g, 37mm, argento .9001 punto
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Emerge, in indagini attorno al 1996 dal terreno di riporto per i sottofondi della nuova ( 1491 ) cattedrale di Torino, una parte di lapide con tratti di diverse scritte . Tra queste, una che si ritiene possa risalire all' epoca longobarda del VII sec. ,viene interpretata come una dedica sepolcrale di una persona probabilmente importante di nome Marcubadus , al proprio duca di nome Aubald . Di questo ipotizzato duca, nulla emerge dalle fonti note, e , nel caso, la lapide sarebbe l' unico documento che cita un duca altrimenti ignoto .1 punto
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I timbri sono in gomma, e come al solito utilizzati su banconote comunissime che valgono pochissimo, non avranno mai il coraggio di apporli su delle banconote rare il loro valore all'origine era già minuscolo, l'hanno annullato del tutto.1 punto
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Si, probabilmente è lei viste le corrispondenze, però io comunque per confermare la tua ottima tesi vorrei comunque avere foto migliori.1 punto
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Ciao Alessandro Vedo che dalla sez Napoli ,sta moneta è passata qui,in quanto vi sono dei dubbi . Bene,a questo punto,come richiesto anche da altri,sono obligatorie e necessariamente opportune,delle foto migliori,sia dritto che rovescio,luce naturale,messe a fuoco e con solo la moneta inquadrata. Finchè non riusciamo in questo,non riusciremo neanche all' identificazione. Saluti1 punto
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Vuol dire che si fa fatica a capire cosa vuol sapere; qualche parola in più non guasta. Se entra in un negozio di numismatica cosa fà, fa vedere una foto e continua a tenere la bocca chiusa o chiede qualcosa.1 punto
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Ciao Se sono fdc,che motivo ci sta di pulirle? Saranno circolati.... Se parliamo di circolati per gli euro,un risciacquo anche sotto il rubinetto per pochissimo va pure bene,piú sapone neutro. Ovviamente massaggiando coi polpastrelli. Il termine rendere " belle brillanti" in numismatica equivale a bestemmiare😅,in quanto se rendessimo " blillante" una moneta,significherebbe che ci siamo "impegnati" a distruggerne la bellezza e la storia( parlando di patine). Quindi non rendere mai brillante nessuna moneta. Se anche dovesse trattarsi di un fdc che si è patinato un pò,lascialo stare,perchè gli euro "soffrono" molto la pulizia imprudente,anche e solo con le impronte digitali. Saluti Poi per caritá,i metodi di pulizia esistono,ma ponderati,fatti con coscienza ed esperienza e cambiano da monetazione a monetazione,sia per il metodo ,sia per la complessitá,che per la "forza di intervento".1 punto
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Rimanendo sempre in Abruzzo, ho aggiunto in collezione questo quattrino di Giovanna II, Con rarità R2 dal catalogo Giuliani/Fabrizi, n. 126a. Presenta la legenda Regina Ivhanna al diritto, con il giglio nel II quarto della croce patente Saluti Eliodoro1 punto
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Sotto l'ex cinema Astra è stata rinvenuta nel 2004 una grande struttura complessa e articolata con pavimenti musivi, affreschi dai magnifici colori su muri perimetrali più alti di un metro, sistemi per il riscaldamento e persino resti di mobilio. Chi costruì il cinema, nella metà del Novecento, si accorse perfettamente dei resti romani sotto l’edificio. Anzi, li utilizzò in parte come “base” su cui costruire. Questa è stata un’inaspettata fortuna, perchè la soletta ha coperto l’area senza abbattere le preesistenze. Nel 2004 la proprietà pensava di trasformare il cinema in un multisala andando in profondità. Ma il progetto è stato scartato quando, all’accertamento archeologico è emerso che sotto appena un metro dalle poltrone in cui per decenni i veronesi si erano seduti, c’era una costruzione romana: una splendida struttura che ha vissuto lungo tre fasi dell’età Augustea, Flavia e fino al III secolo d.C, subendo diverse ristrutturazioni. All'inizio (ma fino ancora al 2021) essendo a ridosso di Porta Borsari, quindi fuori dalle mura urbiche, all'incrocio delle viae Postumia e Claudia Augusta si pensava si trattasse di una mansio urbana "di lusso" per chi si recava in città, con stanze ampie (sono ben venti i locali) con riscaldamento a pavimento autonomo attivato dal prefurnio, ma ad oggi, in realtà, la destinazione d'uso resta un enigma irrisolto. "Un cinema degli anni ’30 chiuso da anni, un progetto di multisala abbandonato per l’emergere di tracce archeologiche tra il 2004 e il 2005, un cambio di proprietà, la ripresa degli scavi nel 2021, oggi conclusi. Sono gli elementi di uno dei più eclatanti ritrovamenti degli ultimi decenni a Verona. È emerso un grande complesso di età romana la cui datazione a conclusione dello scavo si ipotizza oggi collocarsi tra il I e il III secolo d.C., " Preziosi anche gli affreschi rosso pompeiano e grigio antracite post primo secolo d.C. con decori floreali stilizzati e i mosaici della seconda metà del II d.C. "Il complesso si caratterizza inoltre per la presenza di sistemi di riscaldamento, con «praefurnia» in tre diversi vani e con sistemi di diffusione dell’aria calda sia a pavimento che a parete, con strutture ben visibili e modificate nel tempo attraverso stratificazioni successive modulate tra la prima età imperiale (I secolo), la prima metà del II secolo e quella dei Severi (fine II e inizio III secolo).". L’incendio che distrusse il sito fu probabilmente appiccato di volontà perché non c’era nulla all’interno delle stanze. O forse l’immobile era inutilizzato all’epoca. Tra le ipotesi anche che il fuoco sia stato appiccato per impedire che il sito potesse essere utilizzato come luogo di assedio per la città o per creare uno spazio di rispetto attorno alle mura, un campo visivo per non favorire gli assedianti. https://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/conclusi-gli-scavi-sotto-il-cinema-di-verona/140957.html1 punto
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Prima ancora della prova fondamentale e definitiva del DNA che rapporta nuclei di longobardi di prima generazione alla Pannonia distinguendoli dai Longobardi d'Italia (quindi nati e cresciuti qui) vi sono anche gli indizi culturali che saltano subito agli occhi degli archeologi (Parlo anche per esperienza diretta avendo scavato in necropoli longobarde). Questi permettono, al netto degli inevitabili attardamenti, di individuare a quale momento dell'arco temporale della storia longobarda in Italia posizionare una / una serie di deposizioni. Gli indizi culturali sono certamente dati dai corredi nei quali si rinvengono doni funebri di diverso tipo. La collocazione topografica di tali rinvenimenti ci permette anche di individuare le direttrici del flusso migratorio. Il discorso è estremamente complesso e variegato quindi mi siano permesse abbondanti semplificazioni. In prima fase i guerrieri erano seppelliti con le armi individuali che connotavano il rango dell’uomo libero quando la popolazione longobarda era ancora stanziata nelle aree pannoniche (Ungheria) prima della migrazione in Italia nel 568-569, quindi con spathe , coltelli, fibbie da cintura in bronzo, cuspidi di lancia, punte di freccia ed umboni. Tali manufatti trovano riscontri molto precisi sia nei contesti funerari ungheresi che nelle numerose necropoli di primo periodo ad esempio di Friuli, Veneto, Lombardia e Piemonte. Del costume tradizionale delle donne longobarde, relativo quindi alla prima fase di immigrazione, fa parte, per es, la fibula a "S". Vi è un particolare rituale nomadico di origine euro-asiatica, caratterizzato invece dalla inumazione nella medesima tomba del cavallo e del cavaliere (in Italia è attestato nella necropoli di Campochiaro nel Molise), che nacque nelle aree europee centrali tra III e V secolo e si diffuse successivamente nei territori estesi ad est del Reno fra le popolazioni germaniche che comprendevano Franchi orientali, Alemanni, Longobardi e Turingi. Alla tradizione longobarda extra-italica fanno riferimento anche le ceramiche che accompagnano indifferentemente sia le deposizioni maschili che femminili. Generalmente si tratta di bicchieri e di bottiglie, realizzati al tornio lento e decorati con la tecnica «a stralucido» e «a stampiglia» con motivi geometrici semplici o compositi. [scusate la tardiva risposta ma ero in ospedale]1 punto
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@Giov60 Bè, avendo scritto un libro sulla zecca di Aquileia romana, qualche moneta di Aquileia l'ho vista... A guardare la foto non vedo incongruità. Tuttavia un pezzo da 53 g è una moneta assolutamente straordinaria. Mi piacerebbe poterlo vedere in mano. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Personalmente invece sì, perché: 1- c'è stato il furto di un bene pubblico e culturale 2- forse ci sarà stata anche la sua distruzione 3- il bene non è stato protetto a sufficienza Se poi di queste monete ne esistono moltissime o pochissime, è una questione secondaria e relativa, che nulla toglie alla gravità della situazione.1 punto
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E San Gennaro... Ehm 15 grani @Litra68 Mi rendo conto adesso di aver sbagliato l'ordine, va beh1 punto
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Ogni promessa è debito.... Pubbliche miste tra Coni rozzi, falsi e originali Grani...1 punto
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