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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/19/22 in tutte le aree
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Lotto 332 Asta NAC 136 di Milano del 15/12/2022, così descritto in catalogo e relativa foto: Venezia. Antonio Grimani, 1521-1522 Osella anno I (1521/22), AR 9,13 g. BENEDIC POPVLVM TVVM DNE Il Redentore, seduto in trono a s., benedice San Marco che consegna il vessillo al doge genuflesso; sopra la testa di S. Marco, S M e, all’esergo, ANT GRIM / DVX. Rv. IVSTITIA ET PAX OSCVLATAE – SVNT La Giustizia e la Pace si stringono la mano. Paolucci II 1. Rarissima e sicuramente uno dei migliori esemplari conosciuti. Bella patina di medagliere e migliore di BB Ex asta Ars et Nummus 4, 1964, 180. Con questo doge l’usanza di donare volatili, cacciati nei territori della laguna, alle più alte personalità della Repubblica, venne sostituita tramite l’emissione di monete-medaglie denominate appunto “oselle” (da oselo, in veneziano), dal valore iniziale di soldi trentadue e mezzo. Negli ultimi 20 anni questo è l’unico esemplare integro ad essere stato offerto in asta pubblica. Le altre monete apparse infatti presentavano o pesanti tracce di restauro o fori otturati. /d5 punti
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Per la serie “Non sentirsi soli”, dall’asta NAC 136 di Milano del 15/12/2022, il Lotto 359 così descritto in catalogo e relativa foto: Venezia. Alvise II Mocenigo, 1700-1709 Osella da 4 zecchini anno II (1701), AV 13,90 g. S M V ALOYS MOCENICO D S. Marco seduto in trono a s., benedicente, porge il vessillo al doge genuflesso; all’esergo, G T S (Giovanni Tomaso Soranzo, massaro). Rv. OCVLIS CVBAT APERTIS Leone sdraiato; all’esergo, ANN II. Paolucci II 352. Rarissima. Fondi lucenti ed esemplare in stato di conservazione eccezionale, q.Fdc4 punti
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Auguro a tutti gli amici del forum buone feste. Come ogni anno ho allestito un piccolo albero di Natale a tema numismatico dedicato a tutti gli amici virtuali. A presto! 🎄🎅🏻3 punti
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posto le mie Æ mm 18/13 - gr 0,6 D/ + K.DEI.GRA.REX.SICILIE Croce con globetti all’estremità. R/ + DVC.APVL’.PRIC.CAPVE In campo SICIL sopra un giglio sotto globetto Doppio Denaro AV - Æ mm 15/10 - gr 0,6 D/ + K.DEI.GRA.REX.SICILIE In campo croce gigliata. R/ + DVC.APVL’.PRIC.CAPVE In campo REX Æ mm 15 - gr 0,3 D/ + AROL.DEI.GRACIA In campo K e fiordaliso. R/ + REX.SICILIE Croce melitense con globetti all’estremità Æ mm 15/12 - gr 0,55 D/ + K.DEI.G. REX SICIL Croce patente entro ornato in quattro segmenti. R/ + DVCAT APV ET PR CAP Palmizio Æ mm 15 - gr 0,5 D/ + DEI.GRA.REX SICIL’ In campo KAR e sotto globetto e fiordaliso. R/ + DVC.APVL’PRIC.CAPE Croce patente con fiordalisi agli angoli volti verso il centro. Una buona giornata a tutti3 punti
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Il tesoro di Pietroasele (o tesoro di Petrossa), ritrovato nel 1837 a Pietroasele, Romania, risale al IV secolo ed è composto di ventidue oggetti gotici comprendenti alcuni manufatti in oro. È considerato uno dei migliori esempi di stile policromo di arte barbarica. Il tesoro originale, scoperto all'interno di un tumulo noto come Istriţa, nei pressi di Pietroasele, Romania, consisteva di 22 pezzi, compreso un grande assortimento di oggetti in oro, piatti e coppe oltre alla gioielleria, e due anelli completi di iscrizioni runiche. Quando fu scoperto, gli oggetti erano tenuti insieme da un'inidentificata massa scura, il che porta a credere che il tesoro sia stato ricoperto da qualche genere di materiale organico (ad esempio tessuti o pelle) prima di essere interrato. Il peso totale del tesoro era di circa 20 kg. Dieci oggetti, tra cui uno dei due anelli, furono rubati poco dopo il ritrovamento. Quando i restanti oggetti furono ritrovati, si scoprì che l'altro anello era stato tagliato in almeno quattro parti da un orafo di Bucarest, ed uno dei caratteri runici era irrimediabilmente rovinato. Fortunatamente sono sopravvissuti dei disegni dettagliati, un calco in gesso ed una fotografia fatta dall'Arundel Society di Londra, il che ha permesso di stabilire l'identità del carattere perduto con relativa sicurezza. Gli oggetti rimasti nella collezione mostrano un'altra qualità dell'artigianato, tanto che gli studiosi dubitano che gli oggetti abbiano origini locali. Isaac Taylor (1879), in uno dei suoi primi lavori parla della scoperta, ipotizzando che gli oggetti potrebbero rappresentare parte di un bottino recuperato dai Goti durante le scorribande in Mesia e Tracia (238 – 251). Un'altra delle prime teorie, probabilmente la prima proposta da Odobescu (1889) e ripresa da Giurascu (1976), identifica Atanarico, re pagano dei Tervingi, come probabile originario proprietario del tesoro, presumibilmente acquisito grazie al conflitto con l'imperatore romano Valente nel 369. Il catalogo Goldhelm (1994) suggerisce l'ipotesi che gli oggetti possano essere visti come un regalo fatto dai capi romani ai principi germanici alleati. Recenti studi mineralogici svolti sugli oggetti indicano almeno tre differenti origini geografiche per l'oro utilizzato: Urali meridionali, Nubia (Sudan) e Persia. L'ipotesi dell'origine Dacia per l'oro è stata esclusa. Nonostante Cojocaru (1999) rifiuti la possibilità che monete romane siano state fuse e forgiate per dare vita a questi oggetti, Constantinescu (2003) giunge alla conclusione opposta. Una comparazione della composizione mineralogica, delle tecniche di fusione e forgia, ed analisi tipologiche indicano che l'oro venne usato per creare le iscrizioni runiche all'interno dell'anello, classificate come celto-germaniche, non è puro come quello usato solitamente dai greco-romani, né quello in lega usato per gli oggetti germanici. Questi risultati sembrano indicare che almeno parte del tesoro (tra cui l'anello) venne creato con oro estratto nel nord della Dacia, e potrebbe quindi rappresentare oggetti in possesso dei Goti prima della migrazione verso sud (vedi cultura di Wielbark, cultura di Černjachov). Dato che queste ipotesi possono sembrare dubbie per la tradizionale teoria dell'origine romano-mediterranea dell'anello, ulteriori ricerche sono necessarie prima di dichiarare con certezza da dove proviene il materiale usato per la costruzione Come per molti altri ritrovamenti dello stesso tipo, resta incerto il motivo per cui gli oggetti siano stati posti nel tumulo, nonostante siano state avanzate ipotesi plausibili. Taylor afferma che il tumulo in cui sono stati ritrovati gli oggetti era probabilmente la sede di un tempio pagano, e che secondo l'analisi delle iscrizioni rimaste (vedi Anello di Pietroasele) faceva parte di un'offerta votiva che farebbe pensare ad un paganesimo ancora attivo. Nonostante questa teoria sia stata ignorata per molto tempo, le recenti ricerche, soprattutto quelle di Looijenga (1997), hanno dimostrato che tutti gli oggetti rimasti hanno un "carattere decisamente cerimoniale". Particolarmente importante è la patera decorata con disegni di divinità probabilmente germaniche. L'ipotesi secondo cui gli oggetti sarebbero di proprietà di Atanarico suggerisce l'idea che l'oro fosse stato sepolto nel tentativo di nasconderlo agli Unni, che avevano sconfitto i Grutungi a nord del Mar Nero, iniziando a spostarsi nel 375 verso la Dacia abitata dai Tervingi. Resta comunque incerto il motivo per cui l'oro sia rimasto sepolto, dato che il trattato di Atanarico con Teodosio I (380) gli permise di assicurare al suo popolo la protezione dei Romani prima della sua morte, avvenuta nel 381. Altri ricercatori hanno suggerito che il tesoro fosse appartenuto ad un re ostrogoto che Rusu (1984) identifica con Gainas, generale gotico dell'esercito romano ucciso dagli Unni attorno al 400. Nonostante questo possa spiegare il motivo per cui il tesoro non sarebbe stato dissotterrato, non spiega perché un vistoso tumulo sia stato scelto per contenere un così ricco tesoro. Sono state ipotizzate numerose datazioni per la sepoltura del tesoro, spesso derivate da considerazioni riguardo all'origine degli oggetti stessi ed al tipo di sepoltura, nonostante l'iscrizione sia stata uno dei fattori più importanti (vedi Anello di Pietroasele). Taylor considera un intervallo tra il 210 ed il 250. Studi più recenti hanno portato gli studiosi a spostare leggermente in avanti la datazione. Coloro che sostengono l'ipotesi di Atanarico parlano della fine del IV secolo, data proposta anche da Constantinescu, mentre Tomescu data il tesoro all'inizio del V secolo. Dei ventidue pezzi, solo dodici sono sopravvissuti, conservati oggi presso il Museo nazionale di storia della Romania, a Bucarest: una grande fibula con testa d'aquila e tre più piccole, tutte tempestate di pietre semi-preziose; una patera, o piatto sacrificale, modellata con figure orfiche che circondano una dea tridimensionale seduta; una coppa a dodici lati, un anello con un'iscrizione runica gotica, un grande vassoio, due collane ed una brocca. I loro molteplici stili comprendono caratteristiche tipiche della dinastia Han cinese (fibbie per cinture), dell'Ellenismo (bocce in oro), motivi Sasanidi (cesti) e aspetti germanici (fibule). Questa varietà è tipica dell'aspetto cosmopolita della cultura di Černjachov, in una regione senza confini topografici definiti. Quando Alexandru Odobescu pubblicò il suo libro sul tesoro, affermò che questo magnifico lavoro sarebbe potuto appartenere solo ad Atanarico (morto nel 381), capo dei Tervingi, uno dei popoli Goti. I moderni archeologi non sono in grado di collegare il tesoro a questo nome altisonante. Il tesoro venne mandato in Russia nel dicembre 1916, quando l'esercito tedesco avanzò attraverso la Romania durante la prima guerra mondiale, e venne restituito solo nel 1956 Da : https://it.wikipedia.org/wiki/Tesoro_di_Pietroasele3 punti
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L'Acquedotto Augusteo è un'infrastruttura di epoca Romana tra le più imponenti del mondo antico, che si sviluppa per circa 100 km, dalle sorgenti del Serino fino alla Piscina Mirabilis a Miseno. - riportiamo qui quanto scrive il sito ufficiale dell'associazione VerginiSanità che gestisce il sito sotterraneo dell'acquedotto (www.verginisanita.it dove è possibile anche prenotare) - Nei locali sotterranei del Palazzo Peschici-Maresca, in via Arena Sanità, sono stati recentemente scoperti e identificati due tratti affiancati dell'antico acquedotto con una interessante successione di pilastri ed arcate in laterizi e tufo. Un’evidenza archeologica di eccezionale interesse per ubicazione, complessità e peculiarità costruttive. L'Associazione VerginiSanità, attraverso un gruppo di lavoro multidisciplinare, ha avviato una intensa attività di studio e ricerca con l’obiettivo di valorizzare e restituire alla fruibilità pubblica questi preziosi ritrovamenti, inseriti nel complesso patrimonio culturale dell'area Vergini-Sanità2 punti
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Condivido questo esemplare dedicandolo soprattutto agli amici della Serenissima fortemente legati al Leone. Giovanni II Corner (1709-1722) Osella in oro da 4 zecchini 1710. Saluti, Domenico2 punti
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Bell'albero! ma mi sembra un pò spoglio.... aggiungiamo qualche palla? Buone feste a tutti2 punti
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Ciao Brynner. Innanzitutto deve essere chiaro che se compri oggi e vendi domani hai buttato via generalmente (quasi) la metà del valore della moneta in sole commissioni. Fatte salve le considerazioni di Azaad, nonno Cesare, genny, devi partire da questo stato di fatto. Quindi, secondo me, nel breve o medio temine perdi quasi certamente. Nel lungo termine non si sa. Ipotizzare situazioni fra 10 o 20 anni sarebbe di poca utilità. Oltretutto nel lungo termine...siamo tutti morti. Però l'emozione di tenere in mano un tondello antico magari che hai cercato da tempo... questo (per chi ha la passione) è impagabile!2 punti
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Vi ricordate ? Mi sono aggiudicato un altro denario, dello stesso tipo dell'altra volta. Qualche volta si riesce a recuperare.2 punti
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https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/33721/1/Collezionisti_numismatica_Venezia.pdf2 punti
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Direi che sarebbe bene riparlarne tra qualche secolo; nel frattempo se ti incuriosiscono questi strani todelli metallici puoi passare il tempo cercando di capire la loro storia....vedrai come il valore di conoscenze salirà a livello logaritmico... dai non infastidirti delle mie parole...prova, un caro salto da nonno cesare ed un invito ad andare avanti2 punti
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Ciao, oggi condivido un sesterzio dell'imperatore Traiano Decio (249-251 d. C) recante sul rovescio la raffigurazione della Vittoria andante, quindi di tipologia comune. È chiaramente un rovescio celebrativo fatto coniare nel 249-250 d. C nell'anno della sua salita al potere che avvenne dopo aver sconfitto il suo predecessore Filippo l'Arabo nello scontro che si svolse nei pressi dell'attuale città di Verona. Un imperatore che non ha certo lasciato il segno visto anche il suo breve regno di circa 2 anni fino alla sua morte che avvenne, insieme al figlio Erennio Etrusco, ad Abritto nei pressi dell'attuale Bulgaria durante una campagna militare per arginare l'avanzata dei Goti. Scheda storica appena iniziata. Da esame diretto risulta coniato (spero ai tempi di Decio🙂) con evidenti segni di scivolamento del conio di martello visibile su alcune lettere del rovescio ed ha circolato secondo me non molto, svolgendo quindi la sua funzione. Nonostante sia chiaramente un sesterzio di barra ha una discreta centratura. Il colore è quello che si vede in foto con una patina verde scuro che non so se naturale o meno ( per le patine sono alla a dell'alfabeto) percui pareri a tal proposito saranno da me molto apprezzati. Qualche dubbio riguarda l'attribuzione del RIC. Dovrebbe essere il 126d (con busto drappeggiato e corazzato) e non il 108a (con busto solo drappeggiato). Concludo con una ultima considerazione del tutto personale. Avendo visto tanti ritratti diversi di Traiano Decio sulle sue monete (devo prendere anche un antoniniano) sottolineo la bravura del maestro incisore che ha eseguito il conio di incudine di questo sesterzio perché ha saputo minimizzare in maniera veramente eccellente i difetti somatici che l'imperatore evidentemente aveva🙂. Grazie ed alle prossime ANTONIO 30mm 20,34g RIC 126d1 punto
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Temo che non avrebbero mancato di utilizzare simboli più riferibili all'immaginario ideologico-propagandistico del periodo1 punto
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Il diametro è notevole, per cui propendo per un sesterzio; il peso sarebbe anche compatibile con l'asse; ci sono assi di Diadumeniano di oltre tredici grammi. Diadumenian AE As, 217-218 AD, Rome. 13.65 g. M OPEL DIADVMENIANVS CAES, bare-headed, draped bust right. PRINC IVVENTVTIS, SC in ex. Diadumenian in military dress, standing left, holding rod and sceptre; legionary eagle and standard behind him. RIC 216; Cohen 131 punto
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Le foto sono minuscole, comunque propendo per il BB anche io, rosetta consumata, segnetti ed assenza di lustro. Ti posto la mia come confronto. Saluti Marfir1 punto
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Buonasera a tutti, a mio modesto parere si tratta di un sesterzio che, magari già battuto leggermente sotto peso, ora consunto qua e là è ridotto a 13gr.1 punto
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A questo nome, un esemplare di denario con al diritto testa del re Anco Marzio ed al rovescio statua equestre su arcate di acquedotto con il nome a singole lettere sotto agli archi . Sarà il 17 Gennaio in vendita Heritage 3106 al n, 33169 .1 punto
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Un bel sesterzio, ha una effigie di dritto davvero molto gradevole. Quanto alla classificazione, credo che si tratti della 126d (busto laureato e corazzato-si vede uno degli pteruges in primo piano) in quanto la 108 ha una diversa legenda di dritto, ovvero: IMP CAES C MESS Q DECIO TRAI AVG con busto laureato e drappeggiato. Buona serata da Stilicho1 punto
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Non trovo altra discussione se non questa sui falsi d'epoca, per condividere un esemplare di Cavallo per Carlo V dal peso di 0,46 grammi e dalle impronte alquanto "strane".1 punto
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L'ho notato anch'io, Nicolò se continui di questo passo il prossimo anno per fare l'albero ti ci vogliono due messaggi Auguroni a tutti1 punto
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Propenderei per Claudio, almeno che ricordi era lui che veniva ritratto con il collo lungo...1 punto
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Io mi butto.... medaglietta con numero della stanza ed il nome della ditta. online non ho trovato nulla . chissà se @sandokan fa qualche magia1 punto
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Per varie vicissitudini mi sono innamorato delle monete circolanti nel Lombardo Veneto. Oggi vi presento il mio fiorino del 1859 coniato a Milano. Altri appassionati del periodo?1 punto
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Comunque, tornando alla "nostra" mezza lira, credo che possano essere interessanti anche i dati tecnici. Diametro: 18 mm Peso: 2,52 grammi (pare essere lievemente in sovrappeso 😅) Ho visto che sul nostro catalogo sono presenti solo 3 esemplari. Pensavo, quasi quasi, di aggiungere anche il mio. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-MUR/71 punto
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Molto bella e con un’attraente patina. Se desideri puoi inserirla anche tu nel nostro catalogo online; è necessario registrarsi, e dopo l’autenticazione si accende alle funzionalità di inserimento1 punto
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Buongiorno per dare un parere ci sarebbe bisogno di foto di entrambi i lati; possibilmente foto belle grandi. saluti1 punto
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Buonasera, Posto un mio semisse simile per tipologia...anche se sulla prua il monogramma forse si intravede. Buona serata Antonio1 punto
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Salve a tutti! Oggi ho acquistato per una modica cifra al mercatino domenicale questo Rechenpfennig che daterei alla prima metà dell'Ottocento. Al dritto figura il profilo di Alessandro di Russia e la legenda è in tedesco. Al rovescio come potete vedere figura questo curioso galletto (che mi pare coronato) che mi fa pensare ad un riferimento alla Francia. La cosa curiosa è che sebbene non sia riuscito a trovare online nulla di simile questo per me è già il secondo gettone di questo tipo avendone acquistato uno identico allo stesso mercatino, presumibilmente dallo stesso venditore, ormai quattro anni fa. Da un confronto tra i due esemplari mi sembrano dello stesso conio e con addirittura le stesse fratture di conio al dritto. Mi chiedevo se qualcuno lo conosceva (magari il sempre ottimo @apollonia)o se fosse censito sul Mitchiner, testo che purtroppo non possiedo. Come sempre vi ringrazio in anticipo per qualsiasi risposta, commento, approfondimento o osservazione Eccoli qui entrambi:1 punto
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Ciao Meleto. Il gettone pubblicato dal Mitchiner è questo (mio esemplare) Gettone in ottone da 1,26 g e 14 mm di diametro con testa dell’imperatore con diadema e la scritta NAPOLEON EMPEREUR sul diritto e un gallo (Gallic cock per la precisione) ad ali aperte e coronato rivolto a sinistra sul rovescio. Il tuo gettone ha il rovescio simile, con il galletto, in verità, piuttosto smilzo, mentre il dritto raffigura l’imperatore Alessandro di Russia. apollonia1 punto
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Grazie mille Michele! Sì, come detto è una moneta che, anche nei rari casi in cui si riesce a reperire in alta conservazione, è praticamente impossibile che non abbia qualche difetto. Personalmente, sono un amante dei ritratti e, infatti, in quasi tutte le monete napoleoniche (o napoleonidi, come nel nostro caso) valuto principalmente la conservazione del dritto che non del rovescio. Per quelli che sono i miei canoni estetici, quindi, preferisco di gran lunga una debolezza a livello del bordo, specie se non così deturpante, che non proprio a livello di capelli e/o basetta. D’altronde, come disse lo stesso Gioacchino al proprio plotone di esecuzione: “Risparmiate il mio volto, mirate al cuore, fuoco!”1 punto
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Cosa potevo comprare con 1 testone nel 1700 ? Quanto pane potrei comprare oggi con 1 baiocco ? Credo che ognuno di noi almeno una volta avendo in mano una moneta da poco (o da tempo) entrata in collezione si sia fatto questa domanda, beh me la sono posta anche io parecchie volte e ora dopo vari giorni di ricerca e esseremi scervellato per trovare le formule matematiche giuste son riuscito a dare risposta a queste domande. Ho dato vita a un calcolatore che restituisca il potere di acquisto delle monete pontificie nei secoli passati e che converte gli euro in moneta papale. Vi invito a provarlo e a darmi le voste opinioni. Si basa su un foglio excel in cui è possibile scegliere tra le principali monete papali e scoprire cosa ci si poteva comprare un tempo oppure scoprire a quanti euro equivarrebbero oggi. Si ha la possibilità di scoprire a quanti baiocchi corrispondono 5€ o a quanti € corrisponde una piastra. Seguono una tabella con il costo di alcuni alimenti in baiocchi, una con i prezzi in lire e una con il costo in € (Nel caso aveste altri dati sui costi di questi alimenti, soprattutto per i periodi mancanti vi invito a segnalarmeli così da aggiungerli) (Vi consiglio di salvare il file su pc per una miglior fruibilità ma anche dal cellulare dovrebbe andare) Il valore delle monete papali ieri e oggi.xlsx1 punto
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La rarità di una moneta può essere stravolta anche da ritrovamenti improvvisi...1 punto
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... come da descrizione della CNG questo è un asse, non un sesterzio e ne ha tutte le caratteristiche. Pure quella della discussione è un asse, solo che per il diritto sembra abbiano usato un conio più ampio del solito, le caratteristiche del rovescio invece sono assolutamente congrue con un asse ( lettere incisione della figura, spazi riempiti, poco fondo etc ) Un cordiale saluto, Enrico1 punto
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Ciao, approfittando di un po' di tempo a disposizione oggi ho iniziato le schede di un nuovo denario di Faustina Minore da me acquistato e mi sono ricordato di questa bella discussione e del fatto che su alcune monete con uguale conio di incudine e martello che si possono visionare nei post fu annunciato un lavoro di approfondimento storico su questi esemplari. Lungi da me mettere fretta o pretendere che questo sia fatto per forza, ci tengo a precisarlo, ma sono sempre molto importanti ed indicativi per noi neofiti perciò mi sono permesso di ricordarlo. Grazie a quanti si stanno impegnando in questo lavoro di ricerca ed approfondimento ed ovviamente a riparlarne in un prossimo futuro 🙂 ANTONIO1 punto
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Segalo lo studio di Fabrizio Arpaia pubblicato su Appunti numismatici del 2017.1 punto
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Nel primo link troverete anche un articolo in lingua italiana da scaricare.1 punto
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Dal pregevole studio del dott Colucci, tratto dagli atti del secondo congresso nazionale di numismatica tenutesi a Bari nel novembre 20091 punto
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Buongiorno cordialissimi...anche in questo caso, se pur con ennesimo ritardo, voglio lasciare il mio contributo sul tema Filippo II...un abbraccio.1 punto
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Concordo viste anche le legislature degli altri paesi. Comunque tutti gli amici che hanno dato una risposta hanno evidenziato qualche limite e mi trovano d'accordo praticamente su tutto. Vorrei lanciare una proposta ai lamonetiani visto che ci sono discussioni molto interessanti specifiche e quotate……….. un testo sugli oboli e multipli?? Ci si potrebbe provare cosi da inserirlo tra i "nostri" cataloghi1 punto
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Riprendo questa interessante discussione facendo notare l'importanza di un tema che non è stato chiaramente citato nei precedenti interventi, a mio avviso credo che allo sviluppo e diffusione della numismatica servano corsi ed insegnanti anche oltre l'ambito strettamente universitario, nelle università la maggior parte dei corsi riguardano la numismatica classica con qualche incursione anche in ambito medievale, ignorando totalmente tutto il mondo delle monetazioni più moderne, anch'esso degno di studio ed approfondimento, questa grave mancanza lascia lo studio della numismatica medievale e moderna in una dimensione limbica dove diventa assai arduo per un semplice appassionato, non necessariamente interessato al collezionismo, apprendere ed imparare attraverso lo studio concreto dell'oggetto monetale...1 punto
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Salute non poteva mancare in questa rassegna di monete dedicate al Banco Fugger questa eccelsa moneta: Quarto di Ducato:Leone X (Giovanni de'Medici), 1513-1521.Zecca di Roma AR 9,65 g. D/LEO·DECIMVS·PONTIF· MAXIMVS· Busto a sinistra, con piviale ornato. R/ PACEM·MEAM tridente (segno del Banco Fugger) – DO·VOBIS Gesù, stante a sinistra, benedice gli apostoli genuflessi; all'esergo, ROMA. Riferimento:Muntoni 18, Berman 636, MIR 622/1. La moneta è stata aggiudicata ad € 22000 + diritti d'asta(base d'asta € 12000)all'asta n°118 di NumismaticaArsClassica il pedigree è:Ex asta Santamaria 25 Gennaio 1954, Signorelli, 162 e NAC 90, 2016, 556 Ciò è quanto scrive il compilatore del catalogo: La denominazione che comunemente aveva questa moneta di testone o triplice giulio è stata recentemente corretta dal Muntoni che, dopo un attento studio sulla metrologia dell'epoca, l'ha rettificata in quarto di ducato. I conii vennero quasi sicuramente preparati da Pier Maria Serbaldi da Pescia in quanto, considerato che nella legenda del rovescio è incisa la marca dei Fugger, è documentato che durante il loro appalto Pier Maria ricopriva la carica di incisore ufficiale. Il Martinori, tuttavia, nei suoi Annali della zecca di Roma, proprio per il bello stile dell'incisione, reputava possibile attribuirla al Caradosso. La rappresentazione e la legenda del rovescio ricordano il perdono e il conseguente reintegro nelle cariche concesso da Leone X nel dicembre del 1513 ai cardinali che avevano preso parte al Concilio scismatico di Pisa del 1511. Salutoni odjob1 punto
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Libero di dire, e senza timore, che colleziono monete. Il tempo... I figli, od altro familiare, amici... che ti chiedono con vivo interesse di raccontare quello che c'e' raffigurato sulla moneta e la sua storia, e non quanto vale....1 punto
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Poter essere collezionista di monete classiche senza tremare quando bussano alla porta!!1 punto
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