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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/19/22 in tutte le aree

  1. Lotto 332 Asta NAC 136 di Milano del 15/12/2022, così descritto in catalogo e relativa foto: Venezia. Antonio Grimani, 1521-1522 Osella anno I (1521/22), AR 9,13 g. BENEDIC POPVLVM TVVM DNE Il Redentore, seduto in trono a s., benedice San Marco che consegna il vessillo al doge genuflesso; sopra la testa di S. Marco, S M e, all’esergo, ANT GRIM / DVX. Rv. IVSTITIA ET PAX OSCVLATAE – SVNT La Giustizia e la Pace si stringono la mano. Paolucci II 1. Rarissima e sicuramente uno dei migliori esemplari conosciuti. Bella patina di medagliere e migliore di BB Ex asta Ars et Nummus 4, 1964, 180. Con questo doge l’usanza di donare volatili, cacciati nei territori della laguna, alle più alte personalità della Repubblica, venne sostituita tramite l’emissione di monete-medaglie denominate appunto “oselle” (da oselo, in veneziano), dal valore iniziale di soldi trentadue e mezzo. Negli ultimi 20 anni questo è l’unico esemplare integro ad essere stato offerto in asta pubblica. Le altre monete apparse infatti presentavano o pesanti tracce di restauro o fori otturati. /d
    5 punti
  2. Per la serie “Non sentirsi soli”, dall’asta NAC 136 di Milano del 15/12/2022, il Lotto 359 così descritto in catalogo e relativa foto: Venezia. Alvise II Mocenigo, 1700-1709 Osella da 4 zecchini anno II (1701), AV 13,90 g. S M V ALOYS MOCENICO D S. Marco seduto in trono a s., benedicente, porge il vessillo al doge genuflesso; all’esergo, G T S (Giovanni Tomaso Soranzo, massaro). Rv. OCVLIS CVBAT APERTIS Leone sdraiato; all’esergo, ANN II. Paolucci II 352. Rarissima. Fondi lucenti ed esemplare in stato di conservazione eccezionale, q.Fdc
    4 punti
  3. Auguro a tutti gli amici del forum buone feste. Come ogni anno ho allestito un piccolo albero di Natale a tema numismatico dedicato a tutti gli amici virtuali. A presto! 🎄🎅🏻
    3 punti
  4. posto le mie Æ mm 18/13 - gr 0,6 D/ + K.DEI.GRA.REX.SICILIE Croce con globetti all’estremità. R/ + DVC.APVL’.PRIC.CAPVE In campo SICIL sopra un giglio sotto globetto Doppio Denaro AV - Æ mm 15/10 - gr 0,6 D/ + K.DEI.GRA.REX.SICILIE In campo croce gigliata. R/ + DVC.APVL’.PRIC.CAPVE In campo REX Æ mm 15 - gr 0,3 D/ + AROL.DEI.GRACIA In campo K e fiordaliso. R/ + REX.SICILIE Croce melitense con globetti all’estremità Æ mm 15/12 - gr 0,55 D/ + K.DEI.G. REX SICIL Croce patente entro ornato in quattro segmenti. R/ + DVCAT APV ET PR CAP Palmizio Æ mm 15 - gr 0,5 D/ + DEI.GRA.REX SICIL’ In campo KAR e sotto globetto e fiordaliso. R/ + DVC.APVL’PRIC.CAPE Croce patente con fiordalisi agli angoli volti verso il centro. Una buona giornata a tutti
    3 punti
  5. Il tesoro di Pietroasele (o tesoro di Petrossa), ritrovato nel 1837 a Pietroasele, Romania, risale al IV secolo ed è composto di ventidue oggetti gotici comprendenti alcuni manufatti in oro. È considerato uno dei migliori esempi di stile policromo di arte barbarica. Il tesoro originale, scoperto all'interno di un tumulo noto come Istriţa, nei pressi di Pietroasele, Romania, consisteva di 22 pezzi, compreso un grande assortimento di oggetti in oro, piatti e coppe oltre alla gioielleria, e due anelli completi di iscrizioni runiche. Quando fu scoperto, gli oggetti erano tenuti insieme da un'inidentificata massa scura, il che porta a credere che il tesoro sia stato ricoperto da qualche genere di materiale organico (ad esempio tessuti o pelle) prima di essere interrato. Il peso totale del tesoro era di circa 20 kg. Dieci oggetti, tra cui uno dei due anelli, furono rubati poco dopo il ritrovamento. Quando i restanti oggetti furono ritrovati, si scoprì che l'altro anello era stato tagliato in almeno quattro parti da un orafo di Bucarest, ed uno dei caratteri runici era irrimediabilmente rovinato. Fortunatamente sono sopravvissuti dei disegni dettagliati, un calco in gesso ed una fotografia fatta dall'Arundel Society di Londra, il che ha permesso di stabilire l'identità del carattere perduto con relativa sicurezza. Gli oggetti rimasti nella collezione mostrano un'altra qualità dell'artigianato, tanto che gli studiosi dubitano che gli oggetti abbiano origini locali. Isaac Taylor (1879), in uno dei suoi primi lavori parla della scoperta, ipotizzando che gli oggetti potrebbero rappresentare parte di un bottino recuperato dai Goti durante le scorribande in Mesia e Tracia (238 – 251). Un'altra delle prime teorie, probabilmente la prima proposta da Odobescu (1889) e ripresa da Giurascu (1976), identifica Atanarico, re pagano dei Tervingi, come probabile originario proprietario del tesoro, presumibilmente acquisito grazie al conflitto con l'imperatore romano Valente nel 369. Il catalogo Goldhelm (1994) suggerisce l'ipotesi che gli oggetti possano essere visti come un regalo fatto dai capi romani ai principi germanici alleati. Recenti studi mineralogici svolti sugli oggetti indicano almeno tre differenti origini geografiche per l'oro utilizzato: Urali meridionali, Nubia (Sudan) e Persia. L'ipotesi dell'origine Dacia per l'oro è stata esclusa. Nonostante Cojocaru (1999) rifiuti la possibilità che monete romane siano state fuse e forgiate per dare vita a questi oggetti, Constantinescu (2003) giunge alla conclusione opposta. Una comparazione della composizione mineralogica, delle tecniche di fusione e forgia, ed analisi tipologiche indicano che l'oro venne usato per creare le iscrizioni runiche all'interno dell'anello, classificate come celto-germaniche, non è puro come quello usato solitamente dai greco-romani, né quello in lega usato per gli oggetti germanici. Questi risultati sembrano indicare che almeno parte del tesoro (tra cui l'anello) venne creato con oro estratto nel nord della Dacia, e potrebbe quindi rappresentare oggetti in possesso dei Goti prima della migrazione verso sud (vedi cultura di Wielbark, cultura di Černjachov). Dato che queste ipotesi possono sembrare dubbie per la tradizionale teoria dell'origine romano-mediterranea dell'anello, ulteriori ricerche sono necessarie prima di dichiarare con certezza da dove proviene il materiale usato per la costruzione Come per molti altri ritrovamenti dello stesso tipo, resta incerto il motivo per cui gli oggetti siano stati posti nel tumulo, nonostante siano state avanzate ipotesi plausibili. Taylor afferma che il tumulo in cui sono stati ritrovati gli oggetti era probabilmente la sede di un tempio pagano, e che secondo l'analisi delle iscrizioni rimaste (vedi Anello di Pietroasele) faceva parte di un'offerta votiva che farebbe pensare ad un paganesimo ancora attivo. Nonostante questa teoria sia stata ignorata per molto tempo, le recenti ricerche, soprattutto quelle di Looijenga (1997), hanno dimostrato che tutti gli oggetti rimasti hanno un "carattere decisamente cerimoniale". Particolarmente importante è la patera decorata con disegni di divinità probabilmente germaniche. L'ipotesi secondo cui gli oggetti sarebbero di proprietà di Atanarico suggerisce l'idea che l'oro fosse stato sepolto nel tentativo di nasconderlo agli Unni, che avevano sconfitto i Grutungi a nord del Mar Nero, iniziando a spostarsi nel 375 verso la Dacia abitata dai Tervingi. Resta comunque incerto il motivo per cui l'oro sia rimasto sepolto, dato che il trattato di Atanarico con Teodosio I (380) gli permise di assicurare al suo popolo la protezione dei Romani prima della sua morte, avvenuta nel 381. Altri ricercatori hanno suggerito che il tesoro fosse appartenuto ad un re ostrogoto che Rusu (1984) identifica con Gainas, generale gotico dell'esercito romano ucciso dagli Unni attorno al 400. Nonostante questo possa spiegare il motivo per cui il tesoro non sarebbe stato dissotterrato, non spiega perché un vistoso tumulo sia stato scelto per contenere un così ricco tesoro. Sono state ipotizzate numerose datazioni per la sepoltura del tesoro, spesso derivate da considerazioni riguardo all'origine degli oggetti stessi ed al tipo di sepoltura, nonostante l'iscrizione sia stata uno dei fattori più importanti (vedi Anello di Pietroasele). Taylor considera un intervallo tra il 210 ed il 250. Studi più recenti hanno portato gli studiosi a spostare leggermente in avanti la datazione. Coloro che sostengono l'ipotesi di Atanarico parlano della fine del IV secolo, data proposta anche da Constantinescu, mentre Tomescu data il tesoro all'inizio del V secolo. Dei ventidue pezzi, solo dodici sono sopravvissuti, conservati oggi presso il Museo nazionale di storia della Romania, a Bucarest: una grande fibula con testa d'aquila e tre più piccole, tutte tempestate di pietre semi-preziose; una patera, o piatto sacrificale, modellata con figure orfiche che circondano una dea tridimensionale seduta; una coppa a dodici lati, un anello con un'iscrizione runica gotica, un grande vassoio, due collane ed una brocca. I loro molteplici stili comprendono caratteristiche tipiche della dinastia Han cinese (fibbie per cinture), dell'Ellenismo (bocce in oro), motivi Sasanidi (cesti) e aspetti germanici (fibule). Questa varietà è tipica dell'aspetto cosmopolita della cultura di Černjachov, in una regione senza confini topografici definiti. Quando Alexandru Odobescu pubblicò il suo libro sul tesoro, affermò che questo magnifico lavoro sarebbe potuto appartenere solo ad Atanarico (morto nel 381), capo dei Tervingi, uno dei popoli Goti. I moderni archeologi non sono in grado di collegare il tesoro a questo nome altisonante. Il tesoro venne mandato in Russia nel dicembre 1916, quando l'esercito tedesco avanzò attraverso la Romania durante la prima guerra mondiale, e venne restituito solo nel 1956 Da : https://it.wikipedia.org/wiki/Tesoro_di_Pietroasele
    3 punti
  6. L'Acquedotto Augusteo è un'infrastruttura di epoca Romana tra le più imponenti del mondo antico, che si sviluppa per circa 100 km, dalle sorgenti del Serino fino alla Piscina Mirabilis a Miseno. - riportiamo qui quanto scrive il sito ufficiale dell'associazione VerginiSanità che gestisce il sito sotterraneo dell'acquedotto (www.verginisanita.it dove è possibile anche prenotare) - Nei locali sotterranei del Palazzo Peschici-Maresca, in via Arena Sanità, sono stati recentemente scoperti e identificati due tratti affiancati dell'antico acquedotto con una interessante successione di pilastri ed arcate in laterizi e tufo. Un’evidenza archeologica di eccezionale interesse per ubicazione, complessità e peculiarità costruttive. L'Associazione VerginiSanità, attraverso un gruppo di lavoro multidisciplinare, ha avviato una intensa attività di studio e ricerca con l’obiettivo di valorizzare e restituire alla fruibilità pubblica questi preziosi ritrovamenti, inseriti nel complesso patrimonio culturale dell'area Vergini-Sanità
    2 punti
  7. Condivido questo esemplare dedicandolo soprattutto agli amici della Serenissima fortemente legati al Leone. Giovanni II Corner (1709-1722) Osella in oro da 4 zecchini 1710. Saluti, Domenico
    2 punti
  8. Bell'albero! ma mi sembra un pò spoglio.... aggiungiamo qualche palla? Buone feste a tutti
    2 punti
  9. Ciao Brynner. Innanzitutto deve essere chiaro che se compri oggi e vendi domani hai buttato via generalmente (quasi) la metà del valore della moneta in sole commissioni. Fatte salve le considerazioni di Azaad, nonno Cesare, genny, devi partire da questo stato di fatto. Quindi, secondo me, nel breve o medio temine perdi quasi certamente. Nel lungo termine non si sa. Ipotizzare situazioni fra 10 o 20 anni sarebbe di poca utilità. Oltretutto nel lungo termine...siamo tutti morti. Però l'emozione di tenere in mano un tondello antico magari che hai cercato da tempo... questo (per chi ha la passione) è impagabile!
    2 punti
  10. Piastra 1841 con ancora tracce di argentatura.
    2 punti
  11. Bellissimo Nico, peccato manchi il 500 lire C.L.L.😂
    2 punti
  12. Vi ricordate ? Mi sono aggiudicato un altro denario, dello stesso tipo dell'altra volta. Qualche volta si riesce a recuperare.
    2 punti
  13. https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/33721/1/Collezionisti_numismatica_Venezia.pdf
    2 punti
  14. Direi che sarebbe bene riparlarne tra qualche secolo; nel frattempo se ti incuriosiscono questi strani todelli metallici puoi passare il tempo cercando di capire la loro storia....vedrai come il valore di conoscenze salirà a livello logaritmico... dai non infastidirti delle mie parole...prova, un caro salto da nonno cesare ed un invito ad andare avanti
    2 punti
  15. Carissimi amici del forum! Quest'oggi ho il piacere di mostrarvi l'ultima moneta acquistata in questo 2022. Come da titolo, si tratta del più piccolo nominale in argento del buon Gioacchino, ovvero la mezza lira. Era da diverso tempo che cercavo un esemplare che mi aggradasse pienamente. Premetto, per chi non lo sapesse, che si tratta di una moneta difficilissima da reperire in alta conservazione. Come se non bastasse, quelle rare volte che mi è capitato di trovarla, mostrava sempre dei difetti che mi frenavano dall'acquisto (ad esempio, una debolezza di conio proprio a livello della basetta, oppure i riccioli della capigliatura impressi male, ecc.). Finalmente, però, nel catalogo dell'ultima asta Bolaffi sono riuscito a scovare l'esemplare giusto: una moneta che, come potete vedere, non è scevra da difetti (qualche piccolo segnetto ce l'ha e, soprattutto, la perlinatura del bordo è evanescente in alcuni punti) ma che presenta un ritratto straordinario per la tipologia. Per quanto mi riguarda, è stato amore a prima vista e sono estremamente contento di essermela aggiudicata. Mi auguro vivamente che piaccia anche a voi!
    1 punto
  16. Salve a tutti Da una consultazione del sito del museo della zecca ho visto che sono visibili online le immagini dei due talleri esposti al museo e quindi con una certa sicurezza di zecca Roma. Questi talleri mi paiono in tutto e per tutto identici ai talleri di Roma del così detto secondo tipo di cui tanto si è discusso in passato. Ho notato però un particolare curioso: Entrambi questi talleri esposti nel museo della zecca presentano lo 0 della data leggermente tagliato nel lato sinistro e non perfettamente ovale. Vi invito a visionare da voi le immagini da questi link non potendole riportare in questo post: https://www.museozecca.ipzs.it/collezione/monete/dettaglio.html?monetaId=722&vetrinaId=14 https://www.museozecca.ipzs.it/collezione/monete/dettaglio.html?monetaId=721&vetrinaId=14 Una caratteristica abbastanza evidente che ho riscontrato puntualmente in tutti i talleri che nel forum negli anni erano stati classificati come Roma II tipo. ad esempio in questo postato da @libeccio in questa discussione e negli altri lì presenti: Tuttavia ho notato che in alcuni talleri di Roma I tipo (II conio) questa caratteristica è assente e lo 0 risulta piuttosto perfettamente ovale e quindi chiaramente differente da quello del II tipo romano e dei talleri esposti al museo della zecca. Come in questo postato da @El Chupacabra o questo attualmente in vendita sul noto sito: https://www.ebay.it/itm/COLONIA-ERITREA-VITT-EMAN-III-TALLERO-DI-CONVENZIONE-1780-1935-39-ROMA-SPL/123798010722?hash=item1cd2efbb62:g:UhYAAOSwqktc~oEE o questo postato dall'utente @Sam di recente per un'identificazione Ho letto nella discussione precedentemente citata sul Tallero del II tipo che probabilmente i talleri del II tipo sono stati coniati prima di quelli del I tipo (ipotesi rafforzata dal fatto che come si è detto nelle medesima discussione è probabile che i talleri esposti in zecca siano tra i primi esemplari ad essere stati coniati). Inoltre i talleri del I tipo presentano la legenda eccessivamente tagliata cosa che a mio avviso è compatibile con l'altissima tiratura dei talleri romani usciti dalla zecca dal 1935 al 1939 che era finalizzata più alla necessità che all'estetica a differenza magari delle prime coniazioni di rodaggio e alle differenti dimensioni del tondello. Ora ritengo questa caratteristica dello 0 tagliato interessante in quanto secondo me potrebbe essere un valido discrimine a questo punto per distinguere i talleri Vienna 1932/5 da quelli di Roma. Infatti mi viene spontaneo immaginare che se questa caratteristica è presente nei talleri del museo della zecca e in quelli di II tipo in generale (se questi sono effettivamente stati coniati per primi) essa fosse presente già nei conii viennesi mandati a Roma e che la modifica dello 0 da tagliato a perfettamente ovale sia successiva all'arrivo dei conii a Roma. Infatti ho riscontrato anche esemplari, a questo punto mi viene da pensare coniati in una fase intermedia tra quelli del II tipo e quelli con 0 ovale, che presentano un conio di I tipo (legenda tagliata e le altre caratteristiche ben note del I tipo) ma lo 0 ancora tagliato come negli esemplari del museo della zecca e del II tipo: Ad esempio questo postato da @quattrino: Ho inoltre trovato dei talleri viennesi o considerati tali che presentano questo fatidico 0 tagliato come quelli della zecca di Roma e del II tipo, a volte come questo dal noto sito con anche il punto nello stemma e quindi inevitabilmente viennesi: https://www.ebay.it/itm/Austria-Maria-Teresa-Tallero-Thaler-1780-Vienna-Wien-1890-1900-alta-conservaz/123886737116?hash=item1cd83996dc:g:jLwAAOSwse1dEpFp Tutto ciò mi induce a pensare che i conii arrivati da Vienna nel 1935 presentassero questo 0 tagliato e che i Roma secondo tipo siano effettivamente stati i primi ad essere coniati mentre successivamente sia avvenuta la sostituzione di questo dettaglio, avvenuto però nei talleri di conio di I tipo (quindi successivamente). Dunque in buona sostanza è vero che Vienna 1932/5 è uguale a Roma 1935/9 perché è lo stesso conio ma i conii romani presentano due tipologie di 0 differenti, tagliato e non tagliato, e quello esposto in zecca presenta lo zero tagliato come anche gli altri II tipo. Quindi Vienna 1932/5 sarebbe indistinguibile al massimo solo da Roma II tipo mentre il Roma I tipo, visto che è avvenuta una modifica di conio (come minimo nello 0) rispetto a Roma II tipo esposto al museo, non sarebbe confondibile con Vienna proprio per questo particolare. Quindi secondo questa ricostruzione i Roma I tipo sarebbero di due tipologie: uno con 0 tagliato ancora come i Roma II tipo e quelli del museo della zecca e l'altro con uno 0 diverso più ovaleggiante e probabilmente più recente e a questo punto sicuramente romano senza possibilità di confonderlo col gemello viennese anni 30. Inoltre se confermato con costanza nei talleri di II tipo potrebbe rivelarsi un dettaglio chiave per identificare un Roma II tipo/Vienna 1932/5 (cioè H71 e H58) e confermerebbe ulteriormente che Roma II tipo è precedente a Roma I tipo Che ne pensate di questa ricostruzione? Mi piacerebbe riaprire un po' il dibattito e sentire cosa ne pensate di questo particolare piccolo ma secondo me significativo.
    1 punto
  17. Apro questa discussione sulla Giustina Maggiore postando l’esemplare (Lotto 321) esitato in Asta NAC 136 di Milano del 15/12/2022 così descritto in catalogo con relativa foto: Venezia. Nicolò da Ponte, 1578-1585 Scudo da 8 lire o Giustina maggiore da 160 soldi, AR 36,24 g. NIC DE PONTE – DVX S M VENET S. Marco, seduto in trono a s., porge con la mano d. il vessillo sormontato da una croce al doge genuflesso; all’esergo, M A C (Marco Antonio Contarini, massaro nel 1578). Rv. Santa Giustina trafitta da pugnale, stante di fronte, regge un ramo di palma nella d. e un libro nella s.; dietro, leone di S. Marco accovacciato. All’esergo, 160. Paolucci 4. Rarissimo. Spl Ex aste NAC 30, 2005, 69 e Varesi 69, 2016, ANPB parte II, 1356. Lo scudo da 8 lire, detto anche Giustina maggiore, equivaleva al prezzo dello zecchino. La devozione a Santa Giustina è a ricordo della battaglia navale di Lepanto, vinta nel giorno dedicato a Santa Giustina protettrice di Padova. Aggiungo i riferimenti delle due aste di provenienza e quanto descritto dal Papadopoli. Saluti, Domenico
    1 punto
  18. Ciao, oggi condivido un sesterzio dell'imperatore Traiano Decio (249-251 d. C) recante sul rovescio la raffigurazione della Vittoria andante, quindi di tipologia comune. È chiaramente un rovescio celebrativo fatto coniare nel 249-250 d. C nell'anno della sua salita al potere che avvenne dopo aver sconfitto il suo predecessore Filippo l'Arabo nello scontro che si svolse nei pressi dell'attuale città di Verona. Un imperatore che non ha certo lasciato il segno visto anche il suo breve regno di circa 2 anni fino alla sua morte che avvenne, insieme al figlio Erennio Etrusco, ad Abritto nei pressi dell'attuale Bulgaria durante una campagna militare per arginare l'avanzata dei Goti. Scheda storica appena iniziata. Da esame diretto risulta coniato (spero ai tempi di Decio🙂) con evidenti segni di scivolamento del conio di martello visibile su alcune lettere del rovescio ed ha circolato secondo me non molto, svolgendo quindi la sua funzione. Nonostante sia chiaramente un sesterzio di barra ha una discreta centratura. Il colore è quello che si vede in foto con una patina verde scuro che non so se naturale o meno ( per le patine sono alla a dell'alfabeto) percui pareri a tal proposito saranno da me molto apprezzati. Qualche dubbio riguarda l'attribuzione del RIC. Dovrebbe essere il 126d (con busto drappeggiato e corazzato) e non il 108a (con busto solo drappeggiato). Concludo con una ultima considerazione del tutto personale. Avendo visto tanti ritratti diversi di Traiano Decio sulle sue monete (devo prendere anche un antoniniano) sottolineo la bravura del maestro incisore che ha eseguito il conio di incudine di questo sesterzio perché ha saputo minimizzare in maniera veramente eccellente i difetti somatici che l'imperatore evidentemente aveva🙂. Grazie ed alle prossime ANTONIO 30mm 20,34g RIC 126d
    1 punto
  19. Temo che non avrebbero mancato di utilizzare simboli più riferibili all'immaginario ideologico-propagandistico del periodo
    1 punto
  20. Il diametro è notevole, per cui propendo per un sesterzio; il peso sarebbe anche compatibile con l'asse; ci sono assi di Diadumeniano di oltre tredici grammi. Diadumenian AE As, 217-218 AD, Rome. 13.65 g. M OPEL DIADVMENIANVS CAES, bare-headed, draped bust right. PRINC IVVENTVTIS, SC in ex. Diadumenian in military dress, standing left, holding rod and sceptre; legionary eagle and standard behind him. RIC 216; Cohen 13
    1 punto
  21. mi sembra un po' difficile che in una repubblica si usasse la corona del regno
    1 punto
  22. Le foto sono minuscole, comunque propendo per il BB anche io, rosetta consumata, segnetti ed assenza di lustro. Ti posto la mia come confronto. Saluti Marfir
    1 punto
  23. R. S. I. potrebbero essere le iniziali di Repubblica Sociale Italiana e F di fascista. La corona potrebbe essere quella dei Savoia. Quindi un gettone del periodo 1943-1945. apollonia
    1 punto
  24. Sembrerebbe il semisse della serie Roma/Roma con clava, RRC 27/6. Si tratta quindi di una moneta con un grado di rarità ("rarissimo", abbreviato in R2) che si colloca al 4° posto su 8 (partendo da "comune" e arrivando a "unico esemplare"). http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RRB8/2 Detto questo, non saprei dirti se sia o no un buon investimento. Il prezzo è interessante, ma non è certo da "occasione" e per di più la moneta mi sembra fortemente spatinata (però non sono un tecnico, potrei sbagliarmi) e, se così fosse, il trattamento che avrebbe subito le toglierebbe valore. Peraltro, sui fusi - specialmente se spatinati - è ancora più difficile difficile stabilire l'autenticità
    1 punto
  25. A questo nome, un esemplare di denario con al diritto testa del re Anco Marzio ed al rovescio statua equestre su arcate di acquedotto con il nome a singole lettere sotto agli archi . Sarà il 17 Gennaio in vendita Heritage 3106 al n, 33169 .
    1 punto
  26. Un bel sesterzio, ha una effigie di dritto davvero molto gradevole. Quanto alla classificazione, credo che si tratti della 126d (busto laureato e corazzato-si vede uno degli pteruges in primo piano) in quanto la 108 ha una diversa legenda di dritto, ovvero: IMP CAES C MESS Q DECIO TRAI AVG con busto laureato e drappeggiato. Buona serata da Stilicho
    1 punto
  27. Se conosci i numeri arabi non ti dovrebbe venire molto difficoltoso, naturalmente ci sarebbe prima di individuare la zona dove si trova la data. Se non ti aiuta la lente d'ingrandimento digitalizza la moneta e successivamente usa un programma di grafica per schiarire. - come l'hai presentata: regolando la luminosità ed il contrasto si nota il ١١٥٢
    1 punto
  28. Il lustro è presente dallo SPL in su: se non appare, siamo al di sotto. Per condivisione e confronto, posto un esemplare in buona conservazione:
    1 punto
  29. Oi, quest'albero ogni anno diventa sempre più grande!!! 😍 Grazie caro, mi unisco agli auguri x tutti, poi noi ci vediamo giovedì e te li farò di persona
    1 punto
  30. Propenderei per Claudio, almeno che ricordi era lui che veniva ritratto con il collo lungo...
    1 punto
  31. esatto; é la patina del tempo che scorre e che rende gradevole la moneta
    1 punto
  32. Per varie vicissitudini mi sono innamorato delle monete circolanti nel Lombardo Veneto. Oggi vi presento il mio fiorino del 1859 coniato a Milano. Altri appassionati del periodo?
    1 punto
  33. Comunque, tornando alla "nostra" mezza lira, credo che possano essere interessanti anche i dati tecnici. Diametro: 18 mm Peso: 2,52 grammi (pare essere lievemente in sovrappeso 😅) Ho visto che sul nostro catalogo sono presenti solo 3 esemplari. Pensavo, quasi quasi, di aggiungere anche il mio. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-MUR/7
    1 punto
  34. Molto bella e con un’attraente patina. Se desideri puoi inserirla anche tu nel nostro catalogo online; è necessario registrarsi, e dopo l’autenticazione si accende alle funzionalità di inserimento
    1 punto
  35. 1 punto
  36. Buonasera, Posto un mio semisse simile per tipologia...anche se sulla prua il monogramma forse si intravede. Buona serata Antonio
    1 punto
  37. Grazie mille Michele! Sì, come detto è una moneta che, anche nei rari casi in cui si riesce a reperire in alta conservazione, è praticamente impossibile che non abbia qualche difetto. Personalmente, sono un amante dei ritratti e, infatti, in quasi tutte le monete napoleoniche (o napoleonidi, come nel nostro caso) valuto principalmente la conservazione del dritto che non del rovescio. Per quelli che sono i miei canoni estetici, quindi, preferisco di gran lunga una debolezza a livello del bordo, specie se non così deturpante, che non proprio a livello di capelli e/o basetta. D’altronde, come disse lo stesso Gioacchino al proprio plotone di esecuzione: “Risparmiate il mio volto, mirate al cuore, fuoco!”
    1 punto
  38. ... come da descrizione della CNG questo è un asse, non un sesterzio e ne ha tutte le caratteristiche. Pure quella della discussione è un asse, solo che per il diritto sembra abbiano usato un conio più ampio del solito, le caratteristiche del rovescio invece sono assolutamente congrue con un asse ( lettere incisione della figura, spazi riempiti, poco fondo etc ) Un cordiale saluto, Enrico
    1 punto
  39. Se non erro Tintinna è in Italia e quindi la moneta deve essere in Italia. Che poi il portale di vendita sia a San Marino non significa nulla.
    1 punto
  40. Ciao a tutti, ecco la mia 1825 senza punto dopo FRANCISCVS. Penso variante piuttosto rara. Ringrazio @LOBU per le altre Varianti che non conoscevo. Buona Serata.
    1 punto
  41. Allego due immagini prese dal web
    1 punto
  42. Segalo lo studio di Fabrizio Arpaia pubblicato su Appunti numismatici del 2017.
    1 punto
  43. Non sono altro che la croce tirolina impressa sull'altro lato, a causa della forza per imprimere il conio e lo spessore del tondello. Tale caratteristica è presente in diverse tipologie e non solo di Gorizia
    1 punto
  44. Nel primo link troverete anche un articolo in lingua italiana da scaricare.
    1 punto
  45. Chiedo a chi ha maggiore esperienza nel campo. Esiste uno standard di riferimento per stabilire il grado di rarità delle monete? Grosso modo quante monete di una stessa serie devono essere note per definire il grado R (rare) come nel caso di questo triobolo di Crotone con testa di Athena/Herakles oikistas?
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  46. Il tipo di acciaio con cui venivano prodotti i conii, poi temprati, era scadente. Il migliore al tempo era quello inglese, ma con il blocco continentale e più in generale del commercio con l’Inghilterra, l’approvvigionamento non era più possibile. Per cui non risultava infrequente la rottura dei conii quando erano improntati o con le prime battute (il metallo era poroso e cedeva). Ovviamente i tondelli non c’entravano: quella di questa prova è l’impronta di una rottura di conio!
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  47. Buongiorno cordialissimi...anche in questo caso, se pur con ennesimo ritardo, voglio lasciare il mio contributo sul tema Filippo II...un abbraccio.
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  48. Salute non poteva mancare in questa rassegna di monete dedicate al Banco Fugger questa eccelsa moneta: Quarto di Ducato:Leone X (Giovanni de'Medici), 1513-1521.Zecca di Roma AR 9,65 g. D/LEO·DECIMVS·PONTIF· MAXIMVS· Busto a sinistra, con piviale ornato. R/ PACEM·MEAM tridente (segno del Banco Fugger) – DO·VOBIS Gesù, stante a sinistra, benedice gli apostoli genuflessi; all'esergo, ROMA. Riferimento:Muntoni 18, Berman 636, MIR 622/1. La moneta è stata aggiudicata ad € 22000 + diritti d'asta(base d'asta € 12000)all'asta n°118 di NumismaticaArsClassica il pedigree è:Ex asta Santamaria 25 Gennaio 1954, Signorelli, 162 e NAC 90, 2016, 556 Ciò è quanto scrive il compilatore del catalogo: La denominazione che comunemente aveva questa moneta di testone o triplice giulio è stata recentemente corretta dal Muntoni che, dopo un attento studio sulla metrologia dell'epoca, l'ha rettificata in quarto di ducato. I conii vennero quasi sicuramente preparati da Pier Maria Serbaldi da Pescia in quanto, considerato che nella legenda del rovescio è incisa la marca dei Fugger, è documentato che durante il loro appalto Pier Maria ricopriva la carica di incisore ufficiale. Il Martinori, tuttavia, nei suoi Annali della zecca di Roma, proprio per il bello stile dell'incisione, reputava possibile attribuirla al Caradosso. La rappresentazione e la legenda del rovescio ricordano il perdono e il conseguente reintegro nelle cariche concesso da Leone X nel dicembre del 1513 ai cardinali che avevano preso parte al Concilio scismatico di Pisa del 1511. Salutoni odjob
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  49. Poter essere collezionista di monete classiche senza tremare quando bussano alla porta!!
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