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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/08/23 in tutte le aree
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Il 10 Tornesi 1846 viene descritto dai principali Manuali/cataloghi attualmente in commercio, in due tipologie: A) Tipo 2 – Effigie giovanile con barba, testa “Normale” (simile al 30 Ducati di 2°-3° Tipo) B) Tipo 3 - Effigie giovanile con barba, testa “Grande” (simile al 30 Ducati di 4° Tipo ) Cominciamo a parlare di: A) Tipo 2 – Effigie giovanile con barba, testa “Normale” Moneta della più grande rarità (R5 -solo il Gigante 2021 lo descrive R4 senza indicazione di valore ) Magliocca: n. 679: R5 ( con sola indicazione MB: 2500 ) Nomisma 2022: n.1121: R5 ( con sola indicazione BB: 2000 ) Gli Autori Storici, descrivono il millesimo 1846 ( ma non distinguono le 2 varietà): CNI: Vol XX, n. 188- Cag. Pag. 153 -n. 19 (Neumann 18151 ) - D'Incerti: pag. 149 n. 307 A questo punto è doveroso citare l'eccellente studio di Francesco di Rauso @francesco77: http://www.ilportaledelsud.org/10tornesi1846.htm nel quale è riportata l'immagine di questa rarissima moneta. La stessa è riportata dal Magliocca ( pag. 413 n. 679 ). Sarebbe interessante sapere dagli Autori @Rex Neap e @francesco77 in quale collezione e/o Museo è presente questa moneta. Qualche tempo fa ho acquisito da un amico un 10 Tornesi 1846 “ testa normale”. La moneta è già passata sul Forum ( purtroppo non ho trovato la discussione ). Le specifiche sono queste; Peso; 27,50 g - Diam: 38 mm. Quindi, peso calante, ma a questo proposito devo sottolineare che, in un mio modesto studio su un campione di un centinaio di 10 Tornesi “originali”, il peso varia tra i 26,90 ed i 33,50 g. Posto le foto: Chiederei gentilmente agli amici del Forum se la moneta in questione possa essere “originale” oppure un “falso d'epoca”, scusandomi per il fatto che la bassa conservazione non può certo aiutare. Ringrazio chi avrà la gentilezza di esprimersi in proposito, Buona Serata, Beppe7 punti
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Ciao a tutti, interessante quesito Beppe. Posto il mio in conservazione bassa. Per quanto riguarda il tuo è un bel falso d'epoca. Questo è il mio falso3 punti
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Buongiorno e buone fatte feste... 😅 Mi faceva piacere condividere con voi questo tarì di Filippo II 😜 bruttino, ma va beh3 punti
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Mi ricordavo bene che il mio era in 5 volumi … 🙃 scusate l’intromissione non voluta del Riccio - in quella posizione solo per fare pendant con la legatura - il mio criterio preferito ❤️ di collocazione delle opere 😆3 punti
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Buon pomeriggio ancora...riporto su la discussione con il mio unico 12 tarì, monetazione di cui non seguo le varianti, ma che in collezione sta benissimo vista anche la buona conservazione del tondello. Eccovi le foto e buona continuazione amici. 12 TARì 17963 punti
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Scoperto un mausoleo gallo-romano in Francia Frammenti di quello che potrebbe essere un mausoleo gallo-romano sono stati scoperti dagli archeologi a Chemin des Buis, in Francia I resti di un antico monumento funerario gallo-romano – forse un mausoleo – sono stati scoperti dagli archeologi francesi a Chemin des Buis, a sud-est dell’antica città di Néris-les-Bains (o, in latino, Aquae Nerii), in Francia. L’annuncio è stato dato dall’Istituto nazionale di ricerca archeologica preventiva (Inrap). Durante un primo scavo, il team dell’Inrap ha trovato un frammento di cornicione a modiglione e l’angolo di un piccolo edificio. Il frammento sarebbe stato una lesena innestata decorata con foglie intrecciate sulla sommità di un capitello corinzio decorato con una statuetta. A sinistra del pilastro si trova un busto maschile con un elmo. Sono state identificate anche alcune piccole ceramiche risalenti al I e al II secolo d.C.. Durante gli scavi successivi, sono stati portati alla luce una serie di edifici gallo-romani delimitati da una strada e da tratti di tubature. Gli edifici sarebbero stati costruiti con cura in tegole legate con malta di calce. La sezione nordoccidentale di quest’area contiene una grande fossa. Qui, all’interno della fossa, è stata rinvenuta una serie di ventuno blocchi di arenaria scolpiti e raggruppati insieme. Le pietre decorative a bassorilievo sono un reperto inedito nella regione dell’Alvernia. Un frammento di fregio, alto mezzo metro e largo due, raffigura un tritone con tentacoli che terminano in foglie di palma; ha i capelli lunghi, la barba e le braccia aperte verso l’esterno. Alla sua destra, la parte anteriore di un cavallo sembra galoppare verso di lui. Le raffigurazioni di mostri marini erano un motivo comune nei mausolei del I e II secolo d.C., poiché simboleggiavano il viaggio nell’aldilà. Un elemento architettonico di forma conica con squame, spezzato in due, sembra far parte di una guglia tipica dei mausolei dell’epoca. Poco si sa di questo settore di Néris-les-Bains. Questo scavo, oltre a due effettuati in lotti vicini nel 2010, dimostra che l’altopiano sudorientale era densamente occupato durante l’apogeo dell’Impero romano. Questi reperti possono essere confrontati con altre strutture conosciute nella regione, come Aulnat nel sito di Grande-Borne e a Mont-Dore, che sono state identificate come mausolei. Ulteriori studi saranno condotti per confermare se i frammenti scoperti avrebbero fatto parte di un mausoleo. https://www.meteoweb.eu/2023/01/mausoleo-gallo-romano-francia/1001187663/?amp=1 .2 punti
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Una proposta, un bronzo di Siracusa, epoca romana, se riesci a cogliere qualche lettera della legenda. https://www.acsearch.info/search.html?id=1068582 punti
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Buongiorno. Ecco una delle mie due caravelle… ho cercato di compararla con una fdc presa da internet.La mia penso abbia circolato parecchio…. Secondo me il D/ molto usurato, volto, orecchio , capelli e corpo della figura molto usurati con annessi rilievi appiattiti…dettagli del vestito e cappello abbastanza consumati anche se qualcosa ancora si vede😏…, stemmi delle città nel giro idem… R/ secondo me migliore.. visibili gli stemmi sulle navi, abbastanza visibili dettagli principali…corpo delle navi e onde un po’ appiattite… personalmente gli darei un MB- voi che ne pensate??? Vi ringrazio. Buona giornata Saluti2 punti
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sembrerebbe un quattrino di Bologna. tipo questo https://en.numista.com/catalogue/pieces81473.html2 punti
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Ciao Antonio. Interessante la tua opinione, provo ad interloquire alle tue osservazioni (legittime ). Come ho scritto sopra, l'effetto del perlinato e l'etnico, l'ho esposto ( dal mio punto di vista ). ""È perfettamente conservata, il metallo è praticamente integro"" non credo che sia perfettamente integro, se osservi in HD, sul campo e nei bordi del Dritto, da ore 7 ad ore 10, evidenti tracce di corrosioni. ""sembra aver circolato quasi niente visto la quasi totale assenza di consunzione o di altri segni di circolazione"" Anche qui, importante la osservazione attenta delle foto. Sempre dal mio punto di vista.......evidenzio alcuni punti di consunzione, sicuramente questa moneta non avrà circolato tanto, ma qualcosa c'é. La testa del Sileno. Perché mai deve essere identica ai frazionali (litre) ?? Stiamo parlando del nominale più importante......Tetradramma. L'incisore (un grande anonimo Artista ), ha espresso una testa del Sileno, come mai nessuno ha inciso, grazie anche al diametro del conio del Tetradramma E per questo, deve destare dubbi.2 punti
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Salve. Pubblico le foto di due monete che, in questa sezione, sono delle clandestine. Infatti, non sono belle nell'aspetto, per come si presentano, ma sono belle per quello che avrebbero da raccontare, per la vita vissuta e per questo mi affascinano. Si tratta di una piastra 1816 e di una piastra 1816 reimpressa. Saluti a tutti.2 punti
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E' un'opera abbastanza rara. Lo stesso Mario Traina mi raccontò che poco dopo la fine della stampa, nella tipografia dove stampava l'editore Giannantoni, si sviluppò un incendio e andarono in fumo molte copie. Credo che in tutto ce ne siano in giro meno di un centinaio. Vero che è un'opera datata ma per le ossidionali resta ancora il testo di riferimento.2 punti
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Per creare un po' di interesse ho dovuto piangere...😥 Ma bene così. ☺️ Arka Diligite iustitiam2 punti
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Ciao, è un bronzetto del tardo impero romano,non ho le conoscenze per risalire all'imperatore,però dallo stile sembra un'imitazione barbarica... Vediamo cosa dicono gli esperti...2 punti
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No. E poi fanno fede le regole d’asta . Vendita e spedizione sono relative a dove l’asta è battuta. io, al di là delle aste, non faccio più acquisti in uk perché ogni volta è un disastro. Ed il plico prima viene fermato in dogana per verifiche, e poi manda fatture e documentazione, e poi paga fees doganali e spese varie… ma anche no…2 punti
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Ciao @Ledzeppelin81, stupenda ! Oltre ad avere pochi difetti di coniazione (tipiche di queste reimpresse) è impreziosita da una magnifica patina . Reimpressa su un 12 Carlini di Gioacchino Murat...confermi? Un caro saluto,2 punti
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La “Hall of feasting”, letteralmente sala dei banchetti, o dei festeggiamenti è molto probabile infatti che le due cose spesso coincidessero. Al centro della Hall è presente un grande focolare, usato per riscaldare l’ambiente. Le sale da banchetto erano il centro politico religioso delle comunità. Il loro nome originario era sal/salr, una parola destinata a diventare di uso comune visto che anche nella nostra lingua e in quella spagnola si dice “sala” oppure in tedesco Saal. Tale parola ha dato origine anche al nome di diverse città come ad esempio “Uppsala”2 punti
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Ciao @Auriate Propendo per lo stile ad un IV tipo.. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CE1/9 Il segno di zecca al rovescio non si vede, ma esistono anche senza la sigla, questo mi pare il caso, infatti si possono notare i globetti alle punte ed agli angoli del quadrilobo...2 punti
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Nel giudizio di una classe della scuola secondaria il professore d’italiano scrive che Maria Bianchi è “un’alunna diligente” e Mario Bianchi “un alunno diligente”, in rispetto delle regole della nostra lingua riguardo all’uso dell’apostrofo con gli articoli indeterminativi. “Un” si apostrofa solo davanti ai nomi femminili che iniziano per vocale e gli alunni sanno bene quanto può costare a chi non segue la regola un errore ortografico del genere in un tema d’italiano. Nella didattica laboratoriale il professore di matematica e scienze insegna come utilizzare gli strumenti, registrare i dati sperimentali ed elaborare i risultati. In una esercitazione in cui gli alunni devono pesare una dozzina di esemplari di una moneta e poi utilizzare i risultati per un calcolo statistico, il docente spiega prima di tutto che la bilancia da laboratorio (precisa al centesimo di grammo) è lo strumento che serve a misurare la massa delle monete, cioè la quantità di materia (lega metallica) che le costituisce, e non il peso, che rappresenta la forza che agisce sulle monete e dipende dall’accelerazione di gravità. La differenza tra massa e peso è rispecchiata dalle rispettive unità di misura: il grammo (simbolo g nel sistema CGS) che equivale a un millesimo di chilogrammo (simbolo kg), l’unità base di misura della massa del Sistema internazionale di unità di misura (SI), e il newton (simbolo N), l’unità di misura SI della forza. La massa di una moneta che si determina in una pesata va espressa in grammi con due cifre decimali, per es. 10,35 g con il simbolo posposto al valore numerico, sempre minuscolo e non seguito dal punto a meno che non sia al termine di una frase. La stessa massa espressa in chilogrammi è 0,01035 kg, dove k (sempre minuscolo) è il prefisso multiplo decimale kilo che moltiplica per 1000 l’unità di misura. Da qui si deduce che nella Numismatica, per esempio con riferimento al sistema ponderale delle antiche monete persiane, si dovranno usare notazioni come 1 TALENTO = 36,96 kg, 1 DARICO (moneta d’oro) = 8,41 g, 1 SICLO (moneta d’argento) = 5,60 g. E così per gli altri sistemi ponderali e in altre, analoghe espressioni della massa. Non dovrebbero esserci problemi nel recepire questa regola da parte di chi vuol spiegare e diffondere la Numismatica definendola come LA SCIENZA che studia la MONETA sotto tutti gli aspetti (economico, giuridico, sociale, artistico, ecc.). Eppure!... Un esempio per tutti sono i simboli per esprimere la massa che ho visto in alcune pagine sui sistemi ponderali usate a scopo didattico: “gr.”, “Gr”, “Gr.” e “gr” per il grammo e “kg”, “KG”, “Kg” e “Kg.” per il chilogrammo. A volte ve ne sono di diversi per definire la stessa unità persino nella stessa pagina, tutti sistematicamente prima del valore numerico. Sembra proprio che l’introduzione del LINGUAGGIO SCIENTIFICO nella NUMISMATICA ricrei il clima della TORRE DI BABELE, nome che deriva probabilmente dalla radice del nome Babele, in ebraico “balal” – letteralmente confondere, creare scompiglio. apollonia2 punti
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Buona sera. E' difficile dare un parere ben ponderato vista la qualità delle fotografie, ma da quello che vedo la moneta mi sembra in buone condizioni di lustro e di rilievi non mi sembra di vedere usura e non mi sembra abbia subito interventi di pulizia. E' vero che si tratta di una moneta molto comune e che si possa trovare facilmente in FDC pieno ma non credo che per questo la conservazione dell'esemplare in questione vada penalizzata; a me sembra che in questo caso si possa andare oltre lo spl . Cordialità Gabriella1 punto
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Dalla provincia di Jiangsu 1,5 tonnellate di monete in bronzo delle dinastie Tang e Song per uno dei tesori numismatici più consistenti del mondo a cura della redazione | In Cina, si sa, tutto è enorme: le città, i complessi industriali, le distese a coltivazioni agricole. La popolazione veleggia ampiamente sopra gli 1,4 miliardi di abitanti e il PIL si avvia a sfiorare i 18.000 miliardi di dollari. Anche per quanto riguarda le testimonianze del passato, tuttavia, il paese asiatico ci ha riservato dei primati: come non ricordare, ad esempio, l’esercito di oltre 8000 fra soldati, carri e cavalli di terracotta collocato nel mausoleo del primo imperatore Qin, che si trova nei pressi del capoluogo dello Shaanxi, la città di Xi’an? Oppure la Grande muraglia, con i suoi quasi 22.200 chilometri di lunghezza? Un recente ritrovamento numismatico, a quanto pare, è destinato ad assegnare alla Cina un nuovo primato anche in questo campo. Un antico tesoro di monete contenente la bellezza di 1,5 tonnellate di monete delle dinastie Tang (618-907) e Song (960-1279) è stato infatti scoperto nella provincia di Jiangsu, nella Cina orientale. Le monete erano legate tra loro con robuste corde di paglia e disposte in pile ordinate sfruttando il caratteristico foro quadrato di queste particolari emissioni. Il mirabolante tesoro monetale è tornato alla luce nel villaggio di Shuangdun, nella zona di Jianhu situata nei pressi città di Yancheng. La fossa dove era stato collocato il tesoro era quadrata, con lato di circa 1,6 metri e profonda mezzo metro. Le monete di bronzo si sono presentate agli archeologi ordinatamente stratificate in “rotolini”, indizio questo di un loro deliberato occultamento a scopo di riserva. Nell’antica Cina, infatti, tesori di vario genere venivano spesso sepolti nel terreno in modo da preservare preziose porcellane, monete, strumenti di metallo e altri oggetti di valore. Ben settanta pozzi sono stati trovati nella zona attorno al tesoro di monete, che si colloca vicino a quello che secoli fa fu il fronte di battaglia delle truppe Song e Jin. La maggior parte delle 1,5 tonnellate di monete nel tesoro sono degli wen (cash) ascrivibili alla dinastia Song. Tali monete in bronzo furono in Cina la valuta più comune fino a quando una grave carenza di rame costrinse la dinastia Song meridionale (1127-1279) a emettere monete di qualità inferiore e di valore inferiore. Il ferro, però, era difficile da coniare e si arrugginiva rapidamente una volta in circolazione. A causa della mancanza di monete in bronzo, il governo fu costretto a dimezzare i salari dei militari nel 1161, sostituendo la moneta metallica con quella cartacea poi citata anche da Marco Polo nel Milione. Nel 1170, lo stato iniziò a richiedere che la metà di tutte le tasse fosse pagata con moneta cartacea. Certo, 1,5 tonnellate di monete non sono poche, ma ritrovamenti monetali di “peso” paragonabile non sono così rari in Cina: circa 3500 chili di monete antiche sono stati scoperti infatti tempo fa in un sito Mongolia Interna. La maggior parte di queste monete era prevalente durante la dinastia Han (202 a.C. – 220 d.C.). Gli archeologi, nel sito presso l’antica città di Huoluochaideng, hanno anche rinvenuto oltre cento stampi di colata da quello che era con tutta probabilità un laboratorio per la produzione di monete. Si ritiene che i resti della zecca e i relativi stampi risalgano al periodo dell’imperatore Wudi (156-87 a.C.) della dinastia Han occidentale e alla dinastia Xin (45 a.C. – 23 d.C.) fondata dall’imperatore Wang Mang.1 punto
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In realtà risulta censito anche un esemplare privo del monogramma VE (alle volte con tre pallini, altre senza, cfr. Battista e D’Andrea). Ma il peso e il diametro sono ben lontani dall’originale. Le mezze lune poi non mi piacciono proprio… Saluti1 punto
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Non mi intendo di cavalli ma dovrebbe essere la prima riprodotta con simbolo in esergo denominato"R bifrontale"... https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FIAR/51 punto
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DE GREGE EPICURI A volte, l'amante e l'amato finiscono per assomigliarsi. Come i cani coi padroni.1 punto
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Ciao @Gian barlino L’esergo è incompleto sulla tua foto, ma dovrebbe essere la zecca di Ticinum, concordo con @Vel Saties per Galerio, RIC VI Ticinum 46b. https://www.acsearch.info/search.html?id=7782581 punto
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Se leggo bene MAXIMIANVS NOB CAES potrebbe essere la testa di Galerio. Tipo queste Aspettiamo il rovescio1 punto
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@magdi Questo è l’articolo “Una moneta inedita della Zecca di Ascoli” di Vittorio Kuckiewicz pubblicato sul Bollettino del Circolo Filatelico e Numismatico Fermano, luglio 19811 punto
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Se sei sicuro che non ci sono lettere prima MAXIMIANVS, è Galerio Cesare. Altrimenti sarà difficile di evidenziare una lettera che distingue la legenda IMP MAXIMIANVS (PF )AVG, per la nona officina e per Massimiano, RIC 82 o 85b, dalla legenda MAXIMIANVS NOB C, RIC 89b.1 punto
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La comunicazione visiva caro Antonio è indispensabile. Con la foto che allego, un confronto tra una litra d'Argento e il Tetradramma di Brussel. La disponibilità del tondello e indispensabile per l'Artista, di esprimersi. Qui visivamente, non trovo elementi che possano far dubitare, che sia la stessa mano dell'incisore. Con 10 mm. di diametro e con 25 di diametro il Sileno a le stesse caratteristiche, adeguate al diametro.1 punto
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Riguardandolo, la testa al diritto sembra più quella di Vittorino Al rovescio, poi, bisogna considerare quell'oggetto che sembra un'ancora al rovescio a sx della figura stante. Escluderei la SALUS AVG in quanto la testa è palesemente rivolta a sx; escluderei AEQVITAS e LAETITIA perché la figura non è velata Proporrei un RIC V VICTORINVS 61 Data 269 - 271 Nominale Antoniniano Zecca DELLA GALLIA MERIDIONALE (IMITAZIONE?) Dritto IMP C VICTORINVS P F AVG: Bust of Victorinus, radiate, draped, right, or bust of Victorinus, radiate, draped, cuirassed, right, or bust of Victorinus, radiate, cuirassed, right Rovescio PROVID AVG or PROVIDENTIA AVG: Providentia, draped, standing left, holding baton in right hand and sceptre in left hand; at foot, globe1 punto
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Il mio pensiero. Credo si tratti di Galerio Cesare. Al dritto la legenda potrebbe essere MAXIMIANVS NOB C o NOB CAES ma io propenderei per la prima, vista la lunghezza della legenda residua (praticamente illeggibile). Il rovescio e' VOT/XX/ , zecca di Roma , officina theta (che in teoria e' l'ottava lettera dell'alfabeto greco). Ipotizzo quindi la RIC VI 89b: Online Coins of the Roman Empire: RIC VI Rome 89b (numismatics.org) @EmilianoPaolozzi, a moneta in mano, riesci a scorgere qualcosa in più della legenda di dritto? Buona domenica da Stilicho1 punto
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Periodo Antoniniano probo..prova a vedere se trovi qualcosa di simile in questo link https://www.numismaticavaresina.it/monete-antiche/romane-imperiali/probo-276-282-d-c/c3/s18/t308.html1 punto
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C'est la vie... Ma per questo hanno una fobia anche pour l'Angleterre, Allemagne, Autriche-Hongrie, ... diciamo che sono un popolo molto prevenuto o Bonaparte (forse perché hanno la coda di paglia ? Mah! Chissà! )1 punto
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Discussione ed intervento doppio Si potrebbero unire @CdC ? Grazie.1 punto
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Archeologia, prestigiosa scoperta in Danimarca: una sala vichinga del X secolo Scoperto i resti di una vasta sala vichinga nello Jutland settentrionale, in Danimarca: la struttura risale probabilmente al regno di Harald I Gli archeologi che scavano nel villaggio di Hune, nello Jutland settentrionale, in Danimarca, hanno scoperto i resti di una vasta sala vichinga, definita “il più grande ritrovamento dell’epoca vichinga di questa natura” in oltre un decennio. Con una lunghezza di 39 metri e una larghezza di circa 10 metri, con 10-12 pali di quercia che sostenevano il tetto, l’edificio è stato considerato prestigioso per le sue dimensioni. Probabilmente risale al regno di Harald I, o Harald Blåtand Gormsen, che governò la Danimarca dal 958 al 986 d.C. durante il tardo periodo vichingo. Il disegno dell’edificio è indicativo dell’epoca, in quanto ricorda le strutture dei castelli ad anello come Fyrkat, vicino a Hobro, e Aggersborg, vicino ad Aggersund. Attribuite ad Harald I, queste fortezze circolari erano progettate per ospitare sedici strette costruzioni in legno che variavano di dimensione in base all’importanza dei residenti. Sebbene sia stato scavato solo in parte, il ritrovamento è stato abbastanza notevole. “Non abbiamo mai visto nulla di simile prima d’ora qui nello Jutland settentrionale“, ha dichiarato in un comunicato Thomas Rune Knudsen, l’archeologo del Museo storico dello Jutland settentrionale che ha guidato lo scavo. L’archeologo ha aggiunto che la sala potrebbe aver fatto parte di un appezzamento più grande o di una fattoria. “Abbiamo avuto l’opportunità di scavare solo una parte della sala, ma probabilmente ci sono diverse case nascoste sotto il pacciame a est. Un edificio di questa natura raramente sta in piedi da solo”, ha affermato. Il team ha anche collegato provvisoriamente la struttura, “una casa leggermente più grande della media” secondo Knudsen, a un nobile o leader locale, un certo Runulv den Rådsnilde. Un indizio fondamentale è l’esistenza di una pietra runica, non lontana dal sito di scavo, su cui sono incise le parole: “Hove, Thorkild, Thorbjørn posero la pietra del loro padre Runulv den Rådnilde”. Il monumento, di cui è stata accertata la provenienza dalla zona, risale al 970-1020 d.C.. “È difficile provare che la sala vichinga ritrovata appartenesse alla famiglia di Runulv den Rådsnilde, ma è certamente una possibilità“, ha aggiunto Knudsen. “Se non altro, la pietra runica e la sala rappresentano la stessa classe sociale ed entrambe appartengono all’élite della società”. Essendo un edificio di proprietà di un personaggio di spicco, la sala potrebbe essere servita a scopi quotidiani, oltre a funzionare come sede di grandi riunioni politiche e di gilde vichinghe. Gli archeologi riprenderanno gli scavi nei prossimi mesi con l’intenzione di datare al carbonio la sala per individuare con maggiore precisione le origini della struttura. I risultati della ricerca sono attesi per la fine del 2023. https://www.meteoweb.eu/2023/01/scoperta-danimarca-sala-vichinga/1001187606/?amp=1 Remains of the viking hall excavated by archaeologists from the Historical Museum of Northern Jutland. Photo: Nordjyske Museer. Archaeologists from the Historical Museum of Northern Jutland at the village of Hune. Photo: Nordjyske Museer. The rune stone bearing the name of Runulv den Rådsnilde. Photo: Nordjyske Museer. https://news.artnet.com/art-world/largest-viking-hall-excavated-hune-northern-jutland-denmark-2238738/amp-page1 punto
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Ciao, è un giulio che si trova facilmente. Il tuo dovrebbe essere Munt 12a. Il MIR lo classifica C. Michele1 punto
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Letto ora gli ultimi post, complimenti a tutti e tre, un piacere vedere pezzi come i vostri.1 punto
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DE GREGE EPICURI Gli ultimi conti dettagliati che io ricordo sono quelli di Diocleziano "De maximis praetiis"; ma a parte il fatto che il decreto fallì competamente, sono dell'inizio del IV secolo.1 punto
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Prima di tutto: buon anno! posto la mia ultima piastra: FerdinandAs 1859. Inserisco anche microfoto del dettaglio. Bellissima patina oro/bruna molto tenue, un piacere dal vivo. Una buona serata a tutti1 punto
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Ho concluso l'Austria nella mia collezione "Pre euro". Ho aperto la busta appena tornato dalle vacanze. La 500 era in un'altra spedizione. (la 1000 scellini la avevo comprata ancora prima) 100 scellini... 500 scellini...1 punto
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Questo è passato sulla baia in questi giorni...1 punto
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Ciao, il quattrino per Ravenna che ci presenti è una variante nota. Munt. 759 D/ Stemma sagomato con punta a destra e ramo di pino soltanto a destra. Anepigrafe. R/ Figura di S. Apollinare Michele1 punto
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La moneta in bronzo (rif. MAA18) coniata in grande quantità raffigura Core/Tanit al dritto e cavallo con dietro palma al rovescio, questa emissione considerata di produzione siciliana tenuto conto della diffusione dei ritrovamenti, la varietà di stili e di pesi è oggi associata a più stabilimenti di produzione, siti in territori diversi quali Nord Africa, Sicilia e qualche studioso azzarda anche in Sardegna in periodo successivo. La serie è datata tra la prima metà del IV sec. e l’ inizio del II sec. è battuta su tondello tronco-conico. Interessante l’utilizzo di globetti in vario numero che vengono apposti in posizioni diverse del flan sia del dritto che del rovescio sulle sue varianti sul cui significato si sono diverse teorie. La moneta estremamente comune a livello di macro tipo direi che sembra buona. Su un campione di circa 400 monete reperiti i dati in rete e presi dal mio dbase: P medio 2,72 diam medio 16,22 inclinazione assi: → (22%) ↓ (28%) ← (27%) ↑ (24%) di seguito la distribuzione dei pesi del medesimo campione.1 punto
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Scusatemi per l’assenza, in quest’ultimo periodo il tempo dei giorni è stato divorato da impegni e da alcuni “ostacoli” di quotidiana routine ed altri straordinari. Provando a riprendere in mano il sasso cecherò di esplicitare il mio post 26. Prima di tutto : guardando le immagini della moneta mi pare di vedere un esemplare autentico. E non mi sono posto minimamente la questione dell’autenticità fino a quando dal post 21 si sono aggiunti elementi che non conoscevo. Il mondo della Numismatica Siciliana dei secoli passati (nel limite delle mie conoscenze) era composto di uomini che amavano la cultura, la storia e l’arte. Uomini di estrazione sociale mediamente elevata che si confrontavano tra loro comunicandosi e condividendo nuove scoperte, facendosi vanto di pezzi rarissimi od unici che avevano potuto acquisire alle proprie raccolte. Raccolte che spesso diventavano veri e propri musei privati, aperti a studiosi e viaggiatori del Grand Tour. Raccolte che confluivano in altre raccolte e che venivano pubblicate anche in opere date alle stampe. Insomma vi era un intreccio ed interscambio di dati davvero notevole per un epoca priva di telefoni, internet ecc. che ben rappresenta la voglia di “dire”, “far sapere”, ma anche “farsi notare”, “primeggiare”. E “chi scavava” (tombarolo o contadino che fosse) si da dava un gran da fare a consegnare il materiale rinvenuto a questo o quell’aristocratico, latifondista, canonico, abate, accademico per ottenerne un congruo profitto. Il terribile “sottobosco” novecentesco era, allora, una radura assolata ed aperta insomma. Eppure una moneta unica che non ha pari o quasi, forse l’esemplare più maestoso delle acclamatissime serie greche siciliane del V secolo a.C. , passa inosservata e sconosciuta attraverso chissà quali passaggi finché .. non finisce all’estero. Mi sembra opportuno dirlo: non è certo impossibile, alquanto inverosimile forse, ma certamente É strano. Sono considerazioni personali, ma se credo di vedere opacità non posso fare a meno di lasciare che emerga qualche punto interrogativo nella mente. La cosa che mi risulta più difficilmente comprensibile è che pur conoscendo Salinas il tetradrammo (come sembrerebbe suggerire Boehringer) esso sia rimasto per anni nel più completo anonimato Circa le raffigurazioni. Sono rimato colpito da come tutto, nello scritto di Head, sembra allinearsi perfettamente con elementi riferibili all’area etnea (ad eccezione della pelle forse leonina), come lo scarabeo, Zeus Aitnaios, il pino, descritti da autori antichi ben noti come Aristofane, Pindaro, Diodoro, Strabone. Sono rimasto colpito perché mi sono trovato a chiedermi, quante volte tali simboli con tali fattezze siano comparsi altrove sulle emissioni pur scarse di Aitna. O di Siracusa. Se non altro per cercare di immaginare il significato che si voleva comunicare da parte dell’autorità emittente, che era di sicuro assoggettata all’autorità di Ierone di Siracusa. Perché questo è il valore massimo, culturalmente, che io vedo in una moneta.. il messaggio che voleva trasmettere l’autorità che la emetteva. Cosa ci dice la moneta dei suoi creatori. E se la dracma di Aitna ex NAC 124/49 mostra un dritto che richiama palesemente le origini geloe prima, siracusane poi, del tiranno Dinomenide, ancora una volta mi chiedo perché le autorità ieroniane avrebbero glorificato su coni tanto magnifici (quelli del tetradrammo di Bruxelles) elementi che ricordavano un ambiente che Aitna condivideva completamente con la recentemente “svuotata” Katane, ripopolata con cittadini siracusani e del Peloponneso che forse neanche ne conoscevano i culti. Che fosse un tributo per “ingraziarsi” le forze superiori di quella natura che nell’Etna ha un formidabile quanto temibile rappresentante? Come dicevo al post 26, ci sono tante evidenze, alcune certezze e delle stranezze. Le stranezze mi auguro possano essere chiarite in futuro. Spero di avere chiarito il mio pensiero nonostante abbia scritto con uno stile prossimo allo stream of consciousness.1 punto
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