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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/11/23 in tutte le aree
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Ciao a tutti condivido con voi un mio sesterzio di Marco Aurelio, patina verde proveniente da Asta CNG. Sesterzio Marco Aurelio 161-180 d.C. Zecca di Roma 180 d.C. - 23,10 gr. 30 mm. Riporto la descrizione dell'asta: Marcus Aurelius. AD 161-180. Æ Sestertius (30mm, 23.10 g, 12h). Rome mint. Struck AD 180. Laureate head right / Virtus seated right, holding inverted spear and parazonium. RIC III 1249; MIR 18, 468-6/30; Banti 504.4 punti
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Pio IX (1846-1878), Giovanni Mastai Ferretti. Medaglia annuale A. XII. D/ PIVS IX. PONTIFEX MAXIMVS AN. XII. Busto a destra con berrettino, mozzetta e stola; sotto, P. G. F. R/ PROVIDENTIA P.M. FERREA VIA ROMAM PROVINCII JVNGI CVRAVIT. Locomotiva con sopra un angelo seduto che regge un caduceo e indica la via ferrata; in basso, in esergo, AN . MDCCCLVI, sotto, P GIROMETTI AU. 52.70 g. 43.50 mm. Opus: P. Girometti. 39 esemplari coniati in oro. La prima linea ferroviaria italiana fu la Napoli-Portici, aperta nel 1839; a questa seguirono la Milano-Monza (1840), la Padova-Venezia, la Livorno-Pisa ed altre, per cui lo Stato Pontificio risultava, all'inizio della seconda metà del XIX secolo , buon ultimo nel campo dei trasporti ferroviari. A differenza di Papa Gregorio XVI, che aborriva le strade ferrate, Pio IX, già nell' Agosto 1846 aveva nominato una commissione incaricata di studiare e proporre progetti per la costruzione di linee ferroviarie nello Stato ecclesiastico. Questa medaglia celebra l'apertura del brevissimo tronco Roma-Frascati inaugurato il 6 Luglio 1856. Fu un avvenimento straordinario; le vetture e la vaporiera erano decorate con festoni e bandiere; cardinali e varie personalità presero parte a questo primo viaggio. Lo storico avvenimento fu festeggiato con un sontuoso banchetto a Villa Torlonia, e il segretario di Stato decorò dell'Ordine Piano, a nome del Pontefice, l'ing. York con i colleghi Harbing e De Vitry, esponenti della società concessionaria.3 punti
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Sperando di fare cosa gradita soprattutto tra gli amici appassionati lombardi: Nella scorsa estate il Museo Archeologico Nazionale della Lomellina a Vigevano aveva presentato un’anteprima della raccolta archeologica formata da Antonio Strada (1904-68), acquisita di recente dal MiC e da esso assegnata al museo vigevanese, che si apre nella più antica delle Scuderie del Castello. Fonte: https://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/il-gusto-di-strada-per-le-antichit-patrie-/141465.html Coppa biansata in vetro soffiato in stampo, decorata a baccellature e girali vegetali: al centro la firma dell’autore Aristeas, secondo quarto del I secolo d.C. Fotografia Luciano Caldera e Luigi Monopoli, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese Da oggi 10 febbraio fino al 4 dicembre, la mostra «La Collezione Strada», curata da Emanuela Daffra, Rosanina Invernizzi, Elisa Grassi, Stefania Bossi, esibisce per intero, nel museo stesso, i 260 pezzi (tutti restaurati) che la compongono, fra i quali, come ha spiegato Emanuela Daffra, direttore regionale Musei Lombardia, saranno scelti gli elementi più significativi per inserirli nel percorso museale. La collezione riunisce reperti che vanno dalla preistoria al Rinascimento, ma i nuclei più ricchi datano all’età della romanizzazione della Lomellina, tra il II e il I secolo a.C., e alla prima età imperiale, tra il I e il II secolo d.C. Trovati in prevalenza nel corso di lavori agricoli e riuniti da più generazioni degli Strada nel loro Castello di Scaldasole ma giunti anche da collezioni (come la Steffanini di Mortara o la Volpi-Nigra di Lomello) acquisite da Antonio Strada, i reperti facevano parte di corredi funerari in cui figuravano ceramiche d’uso, terrecotte figurate, ornamenti, utensili, e soprattutto vetri. Tra questi s’impone per la sua eccezionale qualità una coppa di vetro verde chiaro (già in collezione Steffanini) del I secolo d.C., di origine mediorientale, decorata con girali d’acanto e tralci di vite, certo appartenuta a una famiglia locale molto facoltosa, che è firmata dal suo artefice, Aristeas, di cui si conoscono altri quattro soli pezzi, tutti mutili però. Fra tante meraviglie, non mancavano, come spesso accade, dei pezzi di dubbia datazione, ma un altro pregio di questi reperti è il racconto che ci tramandano del gusto per le «antichità patrie», così diffuso in Italia dopo l’Unità, nei decenni tra Otto e Novecento. Olpe costolata in vetro soffiato, I secolo d.C. Fotografia Luciano Caldera e Luigi Monopoli, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese Balsamario biansato in vetro blu con anse bianche, prima metà del I secolo d.C. Fotografia Luciano Caldera e Luigi Monopoli, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese https://www.informatorevigevanese.it/eventi/2023/02/09/event/la-collezione-strada-260-reperti-in-mostra-al-museo-archeologico-nazionale-della-lomellina-di-vigevano-555558/ "Il gioiello della raccolta" (fonte: Museo Archeologico Nazionale della Lomellina - Direzione regionale Musei Lombardia) L’oggetto più noto è l’eccezionale coppa biansata in vetro soffiato in stampo, decorata a rilievo, che reca la firma di Aristeas, databile al secondo quarto del I secolo d. C. La coppa, in vetro verde chiaro, con decorazioni a girali d’acanto e tralci di vite, fu rinvenuta ad Albonese alla fine dell’Ottocento ed entrò a far parte della collezione Steffanini, successivamente acquisita da Antonio Strada. L’eccezionalità di questo reperto non risiede però soltanto nell’alta qualità esecutiva e nella raffinatezza della decorazione, ma si deve soprattutto al fatto che si tratta dell’unico esemplare firmato da Aristeas giunto a noi integro. Di questo artigiano del vetro sono conosciuti infatti solo altri cinque manufatti, tutti pervenutici in condizioni frammentarie. La coppa, insieme ad altri esemplari firmati dal più noto Ennione, è stata esposta recentemente in due prestigiose occasioni al Metropolitan Museum di New York e al Corning Museum of Glass, acquistando fama internazionale tra gli studiosi. La coppa apparteneva ad una produzione di vasellame pregiato e destinato alle élites, opera di artigiani probabilmente mediorientali, di cui sono stati ritrovati alcuni esemplari in territorio pavese e piemontese: la loro presenza testimonia l’esistenza di vivaci scambi commerciali nell’area nel corso della prima età imperiale. Altre rarità, sempre tra gli oggetti in vetro, sono la pisside in vetro blu e un’anforetta porpora con decorazione piumata in bianco, mentre altri manufatti trovano riscontro nella ricca documentazione vitrea del territorio lomellino.3 punti
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Ciao a tutti, oggi vi posto un sesterzio di Erennio Etrusco di barra, patina azzurra intonsa, provenienza Tinia Numismatica. Erennio Etrusco 250- 251d.C. D/ Q HER ETR MES DECIVS NOB C - R/ PRINCIPI IVVENTVTIS S C 18,50 gr. 31mm. RIC171a.3 punti
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Ciao,sembra effettivamente un globetto/punto e non il solito esubero di metallo, sarebbe interessante vedere delle foto fatte da diversa angolazione... Per quanto riguarda la "segnatura"delle monete i punti/globetti non erano gli unici segni usati,ad esempio anche le aquilette rovesciate su alcune piastre di Ferdinando II appartengono,a mio parere,a segnature volutamente realizzate in zecca, quindi diciamo che probabilmente ogni evento poteva essere segnato in determinati modi,altri segni erano probabilmente apposti per riconoscere un conio o proteggerlo dai falsari... Ritornando al discorso del "conio"la questione è molto semplice,la moneta veniva realizzata da un conio che a sua volta veniva realizzato dal personale di zecca,in base a ciò che si va ad analizzare la paternità può appartenere solo ed esclusivamente o al personale di zecca se il segno o la variante è chiara, nitida e palese (vedi aquilette rovesciate) o al conio se non ci sono presupposti certi per attribuirla al personale della zecca,da qui non si scappa... Poi è ovvio che gli altri siano principalmente scettici quando viene mostrata una nuova variante presunta o meno, perché nella maggioranza dei casi,vuoi o non vuoi,la variante è scaturita proprio da un difetto del conio... Se dovessimo classificare con variante ogni piccola diversità allora tutte le monete rientrerebbero in questa categoria... È sinceramente sono contento che non sia così visto che ultimamente vengono spacciate come varianti anche le micro differenze,e in alcuni casi le vede solo chi ha la moneta in mano...3 punti
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Scoperte nell’antica città di Cales Un’antica scultura che ritrae due uomini alle prese con un bue è stato ritrovato e fotografato nel portale di un’abitazione a Calvi Risorta. Si tratta di parte di laterizi dell’antica città di Cales, la Pompei sommersa della provincia di Caserta.La scultura c’è da sempre perché dal Medio Evo gli abitanti del posto hanno usato materiale di epoca romana per costruire le abitazioni. La scultura in via N.Zitiello, una strada non percorribile con le auto tra via delle Acace e via Rinchiusa. Si tratta di un quartiere storico denominato Giudea che assieme ai Martini erano il nucleo storico dell’antica frazione Petrulo di Calvi Risorta. La ri-scoperta in seguito ad alcuni lavori di ammodernamento della rete elettrica. Cales: fu la più importante città dell’antico popolo degli Ausoni sulla antica via Latina, l’attuale Casilina, vicino alle montagne sannitiche, pochi chilometri a nord di Capua e poco a sud di Teanum Sidicinum (Teano). Conquistata dai romani fu abbandonata dagli abitanti ai tempi dei saraceni. La zona archeologica si trova a valle di fiumiciattoli a carattere torrentizio. Gran parte delle risorse archeologiche sono presenti nel sottosuolo. Probabilmente la città dopo essere stata abbandonata ha subito delle inondazioni. La città non è stata mai scavata se non oltraggiata da tombaroli. Recentemente il giornalista sportivo Silver Mele ha dedicato un libro all’antica città titolandolo per l’appunto “Il grande oltraggio”. https://www.napolipost.com/scoperte-nellantica-citta-di-cales/3 punti
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Buon giorno a tutti, Il Circolo Numismatico Romano-Laziale è lieto di annunciare che il 28 aprile 2023, nella Sala della Protomoteca in Campidoglio, si terrà la Giornata di Studi: La Moneta a Roma: dai Barbari all’Era Moderna L’evento è organizzato dal Circolo Numismatico Romano-Laziale, promosso dalla Presidenza dell’Assemblea Capitolina e patrocinato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma Programma Moderatore: Riccardo Sideri Ore 10:00 - Saluto della Presidente dell’Assemblea Capitolina: Svetlana Celli Ore 10:15 - Riccardo Sideri: Saluti e apertura del Moderatore Ore 10:30 - Bernardino Mirra: La Moneta a Roma, 25 secoli di Storia Ore 11:00 - Fabio Scatolini: Invicta Roma: le emissioni dalla caduta dell’Impero Romano alla fine del periodo bizantino Ore 11:45 - Giorgio Fusconi: Le prime emissioni pontificie: gli Antiquiores Ore 12:30 - Eventuali domande del pubblico Ore 13:00 – Pausa pranzo Ore 15:00 - Gianluca Mandatori: Da Provins al Campidoglio: fortuna, evoluzione e diffusione del denaro provisino Ore 15:45 - Bernardino Mirra: Gli Hamerani, una dinastia di incisori Ore 16:30 - Davide Fabrizi: Presentazione del volume “Lo Duca de Sora” Ore 17:15 - Eventuali domande del pubblico Per qualsiasi informazione contattare: [email protected]2 punti
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Ciao, oggi condivido un antoniniano di Gordiano lll (238-244 d. C) coniato a Roma nel 241-243 d. C., che chiude la mia raccolta di monete che riguardano questo imperatore . È il primo (spero di una lunga serie 🙂) e non poteva essere altrimenti vista la quantità e qualità delle tante monete rinvenute ed arrivate fino a noi. Si tratta come sempre di una moneta molto comune recante sul rovescio la personificazione della Letizia (Laetitia) in questo caso raffigurata stante con ancora e corona. Rappresentava per i romani la "gioia" di vivere in senso lato ma anche quella elargita loro dagli Augusti (il primo a farla rappresentare sulle monete sembra fu Marco Aurelio) attraverso giochi e feste per il popolo. Da esame diretto risulta coniato, ben centrato ed ha circolato abbastanza svolgendo la sua funzione. Grazie ed alle prossime ANTONIO 23 mm 4,10 g RIC 86 Posto foto delle mie monete, un sesterzio, due antoniniani il primo coniato a Roma ed il secondo ad Antiochia e tre denari coniati a Roma 🙂2 punti
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Ciao @favaldar la norma è che dopo HIER - HIERVS e HIERVSAL deve esserci il punto d'abbreviazione. Da una rapida ricerca penso di confermarlo, in quanto non ho trovato nessuna moneta senza punto. Anche il D'Incerti non la descrive. Quindi Complimenti per la variante! Buona Serata, Beppe2 punti
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Questo, più che il colore della patina , sembra il colore dellincrostazione lasciata dal terreno di giacitura2 punti
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Buona sera al Forumo e scusate l'intromisione; uno studioso di numismatica le monete non le vende; il costo è conseguente alle disponibilità per lo studio intrapreso e rimane un tesoro di cultura per quelli della famiglia che, "considerata la loro semenza, fatti non sono a viver come bruti ma per seguir virtude e conoscenza" ( un pochino di Dante mi ci stava beneI) si troveranno una base per progredire nella ricerca e nelle conoscenze storiche di cui la moneta è una fedele alleata. Grazie per avermi consentto di esprimermi in merito e buona serata da nonno cesare2 punti
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Delle cose non dissimili che ho visto qualche tempo fa sono anche le coppe di Ennione al museo di Adria Che emozione vedere la firma : εɴɴɩωɴ εποιHcεɴ = Ennion Epoiesen = Ennione fece Le coppe firmate dal maestro vetraio Ennione Le due coppe blu di Adria sono firmate da Ennione. Un vero artista dell’arte vetraria vissuto nel I secolo d.C. che usava firmare le sue opere. Per questo utilizzava la lingua greca in quanto nella parte orientale dell’impero la lingua latina non era frequentemente utilizzata. Era noto in tutto il Mediterraneo toccato dalle rotte commerciali per i suoi vetri colorati. Ennion o Ennione, era, nativo della fenicia città di Sidone (oggi in Libano). Le sue opere furono trovate un po’ dovunque: in Italia (in particolare ad Adria), Cipro, Panticapeo (Crimea). Nella sua officina probabilmente inventò la tecnica della soffiatura a stampo chiuso. Questa tecnica, introdotta in Italia settentrionale dallo stesso Ennione, consentiva di ottenere superfici decorate a rilievo e forme dai profili articolati. Nei primi anni del ‘900 una preziosa scoperta Tra gli oggetti esposti, tutti di grande pregio, spiccano due coppe di un blu cobalto trasparente del maestro vetraio Ennione, ritrovate a nord di Adria. Vengono ritrovati i più bei vetri esposti al Museo Archeologico di Adria. Siamo nei primi anni del ‘900 in una località detta Cuora. In un terreno di proprietà della signora Paolina Zatti Sartori, affittato ai signori Patrignani (o Patergnani) detti Mazzin, si scoprirono nove tombe romane a cremazione. La tomba più importante conteneva un’olla di vetro soffiato con le ceneri, sei coppe tra cui le due esposte al Museo, due meravigliose scodelle a filigrana, cinque coppe a nastri multicolori. Gli oggetti furono venduti. Per conto del museo di Este il Governo acquistò circa 26 pezzi. Questi, oggi, si possono ammirare al museo di Adria. Altri finirono al Museo vetrario di Murano. Alcuni partirono per l’America.2 punti
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Non e' possibile fare un paragone con monete moderne, da escludere a tutti gli effetti, sappi che per le monete romane ad esempio si guardano tanti aspetti, fra cui centratura, qualita' del tondello, stile, patina, coniazione2 punti
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Oggi vi presento la mia collezione di monete imperiali romane con tematica una moneta per imperatore o cesare. Non ho la pretesa di collezionare tutti gli imperatori, per cui ho escluso quelli effimeri o che non hanno lasciato traccia del loro regno, gli usurpatori, le auguste, quei personaggi che effettivamente non hanno ricoperto tale carica (Nigriniano, Elio Cesare, Romolo), e quelli di cui purtroppo non si trovano monete (Maggiorano, Antemio, Romolo Augustolo). Devo ringraziare mio padre per avermi dato l'idea e avermi regalato il nucleo della collezione a inizi anni duemila. Ho cercato di seguire, quando possibile, i seguenti criteri: ● Nome dell'imperatore leggibile e leggenda in latino. ● Conservazione media con patina antica. ● Monete in argento o simili: denari, silique, tetradrammi... ● Prezzo che non superi i 135 € ● Ritratto realistico Possibile sviluppi: nel 2022 ho completato la dinastia dei Severi e quella dei Valeriani arrivando a coprire 56 degli 88 imperatori che mi sono prefissato collezionare. Nel 2023 mi piacerebbe completare la dinastia Antonina e quella dei Costantinidi incorporando denari e silique.1 punto
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Segnalo l'uscita del n. 391 di Panorama Numismatico. Questo è l'indice: Gianni Graziosi, Immagini femminili sulla cartamoneta, I parte – p. Roberto Diegi, La monetazione di tipo greco in Sicilia, 4, Leontini e le sue monete – p. 11 Alberto Castellotti, Un imperatore a “marcia indietro”– p. 17 Vladimiro Pirani, Zecca di Ancona: i bolognini – p. 21 Giuseppe Carucci, Gli emisferi di Magdeburgo – p. 41 Alberto Mosca e Artur Zub, Il tricolore ai piedi del leone – p. 45 Giuseppe Carucci, I soldi del calcio – p. 51 Notizie dal mondo numismatico – p. 55 Mostre e Convegni – p. 62 Aste in agenda – p. 631 punto
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Salve. Premetto che la piastra 120 grana 1795, che condivido con voi, l'ho acquistata in un'asta senza che i due punti in verticale dopo "SICILIAR" venissero rilevati nella didascalia, quindi ad un prezzo normalissimo. Mi sono "azzardato" ad acquistarla, pur avendo in collezione altre 1795, proprio perché la particolarità ha attirato la mia attenzione. E qui dobbiamo tornare al discorso già altre volte affrontato: o crediamo al fatto che le monete venissero "segnate" ai fini del riconoscimento e dell'attribuzione delle stesse oppure neghiamo ciò ed allora dobbiamo necessariamente andare a riconsiderare e declassificare buona parte delle varianti presenti nella monetazione napoletana. Se, però, crediamo alle " segnature operate volutamente ", allora, secondo me, il metodo più veloce, più efficace, più semplice e più sicuro non può non essere individuato proprio nell'utilizzo di punti posizionati e variamente disposti al dritto o al rovescio delle monete. Con questa piastra del 1795, "segnata" da due punti in verticale dopo "SICILIAR", ne porto una ulteriore testimonianza. E' vero, i due punti in verticale non si trovano disposti come più frequentemente ci capita di osservare, ma questo non fa che avvalorare la mia tesi. Oltretutto, sono chiari, evidenti ed esattamente in verticale! A meno che non facciamo entrare in campo il solito conio, sempre più capace di compiere, autonomamente, dei capolavori di tempistica e perfezione, sempre più capace di grande precisione...! Mi sembra ( ma non ne sono affatto certo) sia la prima volta che vengono rilevati due punti in verticale dopo "SICILIAR" in una piastra 120 grana del 1795 o di altro millesimo. Quanto sopra esposto è quello di cui sono fermamente convinto. Chiaramente, il mio ragionamento non troverà tutti d'accordo, anzi, tanti saranno giustificatamente perplessi o dissenzienti. Ma non è per questo che le monete napoletane affascinano? Un caro saluto a tutti.1 punto
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Buongiorno amici, ho iniziato da poco l'avventura nel rame di Carlo di Borbone per la Sicilia....monete difficili da trovare in buona conservazione e spesso rare se non rarissime penso ai 5 grani e ai 3 grani...qui non abbiamo una rarità assoluta ma una moneta Rara (non son d'accordo con il gigante che la giudica NC) e in ottima conservazione...esistono due varianti per questo millesimo al rovescio in cartella possiamo trovare sia DIVS sia DVIS...esiste anche il millesimo 1738. Eccovi la moneta, graditi i pareri Un caro saluto. Cristiano. Dritto: I . CAR . D . G .SIC . REX . H sotto F N Rovescio: VT/ COMMO/ DIVS e sotto la data 17371 punto
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Se, dopo aver cercato nelle aste gli esiti della stessa moneta in uguale conservazione la si offre a un commerciante si deve tenere presente che lui deve rivenderla e ci deve ovviamente guadagnare. Nelle aste la moneta partirà da base più bassa e potrebbe non trovare offerenti oppure trovarne uno solo che la comprerà alla base oppure due che se la disputano e allora si potrebbe persino fare l'affare. E' solo questione di fortuna.1 punto
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Ciao, a me personalmente sembrano solo salti di patina, generalmente quando sono mineralizzate color verde oliva, sotto lo strato più superficiale hanno una tonalità più chiara. Se fossero focolai di cancro del bronzo attivi, sarebbero di color azzurrognolo.1 punto
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Buonasera,credo sia lei... https://www.wildwinds.com/coins/sear5/s0983.html#clovia31 punto
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Buonasera a tutti , Aggiungo in Collezione un altro millesimo mancante per i Tornesi di Filippo II: 1588, con sigle . GR . sotto il busto.1 punto
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Sono difetti "lievi" che non interessano ne in Numismatica ne al Collezionista.1 punto
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M-a-m-m-a m-i-a che PATINA!!! 😍 Erennio Etrusco poi è più raro a trovarsi di quel che si pensa!1 punto
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Grazie mille per il chiarimento. Si mio figlio è molto appassionato e abbiamo una collezione di famiglia. Buona giornata!1 punto
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Un esemplare " von grossen Seltenheit " di statere a doppio rilievo da Metaponto, con al diritto spiga ed al rovescio chicchi . Sarà il 16 Marzo in vendita Kunker 382 al n. 22 . Unisco dalla rete, altro esemplare passato a suo tempo in CNG Triton I al n. 85 .1 punto
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questa è una terza tazza di Ennion trovata, come le due precedenti, nel sepolcreto in frazione Cuora di Cavarzere (VE) e oggi al Corning museum of Glass1 punto
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Caro QuintoSertorio, non vorrei smorzare il tuo entusiasmo, ma ho contato la presenza di circa 1/3 dei 20 Baj 1835-V con quel conio (esemplare proveniente dalla asta e-12 e poi e-15 di Nomisma). Eppoi si tratta di una variante minore di scarso interesse (potrebbe essere utile per censire i conii). Coniata a Bologna con un conio proveniente da Roma con B su R; tuttavia l'elemento caratterizzante del conio è l'allineamento delle iniziali dell'incisore, che nell'altro conio (o conii) utilizzato sono a scalino.1 punto
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ancora complimenti, certamente queste conservazioni oggi hanno altri prezzi.1 punto
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Grazie🙏🏻, colleziono ormai da quasi 30 anni, ma da diverso tempo sono fermo con gli acquisti, perché nelle aste i prezzi di realizzo sono a mio avviso eccessivi per monete su cui il più delle volte chi c'ha messo le mani sopra ha fatto danni. Non colleziono solo monete antiche ma anche monete moderne, la mia filosofia fino a quando i prezzi di realizzo delle monete mi hanno permesso di poterlo fare e' sempre stato di acquistare ciò che mi piace e mi trasmette emozioni, ma sempre in maniera molto selettiva e paziente negli acquisti, avvenuti rigorosamente solo da NIP o in Aste Internazionali.1 punto
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Per Diabolik immagino sia più appetibile il trittico in Ag, piuttosto che le monete sfuse in cupronichel: lo vedremo il 1/31 punto
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Comunque va detto che su 23 emissioni messe in vendita questa settimana solo 3 risultano esaurite (5 euro aeronautica, 5 euro Bergamo-Brescia, 5 euro tutela ambiente). Vero che queste erano le tre con le tirature più basse. Ma non mi pare che nemmeno un Diabolik abbia avuto sto grande successo. Idem il 5 euro animali in via di estinzione o i 5 euro enogastronomici. Ormai l'interesse per questi ultimi è notevolmente calato... Per non parlare dei 2 euro proof che sono ancora lì1 punto
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Ciao @babelonesiccome l'unico che ha espresso qualche dubbio sulla moneta del post sono stato io francamente questa dell'argento cristallizzato da probabile incendio, e quindi dell'eventuale danno subito dal metallo non lo avevo proprio considerato. Forse quelle che sembrano bolle da fusione sia in negativo che in positivo che si vedono sulla superficie sono dovute proprio a questo. Siamo qui per apprendere e sopratutto per confrontarci. È così che si cresce. Tutti i miei interventi sono sempre motivati con spiegazioni, dettate da quello che mi comunica visivamente la moneta. Sono solo pareri ovviamente e lo specifico sempre, espressi per di più da foto. Le Perizie le fanno dal vivo I Periti Numismatici, percui 🙂. ANTONIO1 punto
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Spero che qualche orefice legga questo post: non si fanno monili con le monete antiche! Non sono oggetti da manipolare coi vostri saldatori! sono delicate!1 punto
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Se può essere utile: http://www.cifinuma.it/pdf/noi_con_la_lente_sett-ott2001.pdf1 punto
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Buongiorno, non sono un numismatico bensì un filatelico. Ieri ho acquistato una lettera del 1851 che in realtà si tratta di una fattura. Non è nulla di raro però all'interno il mittente impresse con un tipario ad umido ESCLUSO I DA 6 CARANTANI, ovvero non accettava questa moneta come pagamento. I motivi dovrebbero essere due: 1) la quantità di falsi in circolazione 2) il fatto di essere una moneta cosiddetta "erosa", ovvero conteneva una quantità di fino inferiore a quanto stabilito dalla Sovrana Risoluzione del 1823. Sempre se non mi sbaglio ... A suo tempo avevo scritto un articolo circa il motivo della circolazione dei bollini da lettera con valuta in Kreuzer nel Lombardo-Veneto dove circolava la lira austriaca centesimale e quindi i francobolli hanno il valore facciale in centesimi. Da qui non riesco ma a memoria ricordo di essere riuscito a risalire alla quantità di fino presente in quella moneta rispetto a quanto previsto nel 1823. Francesco1 punto
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DE GREGE EPICURI Ho imparato un mucchio di cose che non sapevo. Ad esempio, la riforma non è proprio tutta di Carlo Magno, perchè fu in parte già impostata dal padre Pipino il Breve, morto nel 768. Poi, c'è tutto il problema del rapporto con l'oro, che prevaleva nei commerci del Mediterraneo, grazie alla monetazione aurea sia bizantina che araba. E sicuramente queste due civiltà (per gli arabi è un po' difficile parlare di un "impero" unitario) erano superiori, per molti aspetti, a quella dei Franchi e dell'Occidente latino. Pur avendo coniato molto e in moltissime zecche, le monete di Carlo Magno e dei successori sono oggi relativamente rare o molto rare. Fuse per coniazioni successive? Disperse in altro modo, e deteriorate per il sottile spessore e il basso peso? Un po' tutti questi motivi. Il ritrovamento di Ilanz (presso Coira) resta ancora oggi il più interessante, almeno per la prima fase.1 punto
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Ciao, oggi condivido un denario acquistato alcuni mesi fa di Adriano (117-138 d. C) , secondo imperatore adottivo che successe a Traiano, con la personificazione della Fortuna sul rovescio coniato a Roma nel 133 d. C circa. La Fortuna rappresentava colei a cui i romani si rivolgevano a che tutte le attività giornaliere, e quindi della vita in senso lato, andassero sempre nel migliore dei modi. Su questa moneta è rappresentata stante, con la classica cornucopia in braccio a sinistra e con un timone a destra. Ho preso questo denario perché consono a quelli che sono i miei canoni di scelta delle monete. Da esame diretto è coniato (spero nel 133 d. C), con buon metallo( I denari di questo periodo contenevano ancora una percentuale di argento dell'80/90%) e nonostante il tondello ridotto ha un ottimo peso. Ben centrato, con un buon ritratto dell'imperatore e con evidenti segni di consunzione che dimostrano che ha svolto la sua funzione di moneta. Grazie ed alle prossime 🙂 ANTONIO 17 mm 3,67 g RIC 2441 punto
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Grazie Raffaele... penso che tu sia uno dei pochi ad individuare delle differenze. Queste sono due mie piastre, scansionate e sovrapposte... a sinistra una '33 "punta del collo standard" e a destra, una '35 "punta del collo fine"... a mio avviso, le differenze sono così esplicite che, qualsiasi mia altra parola a riguardo credo che sia superflua... @odjob tu tra queste due effigi noti delle differenze?1 punto
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Salve a tutti, vorrei sottoporvi questo ultimo mio acquisto per avere conferme sulla classificazione e per avere delucidazioni in merito alla rappresentazione presente sul rovescio. Sesterzio Caracalla: Peso 23.10 g Diametro Max 31.56 mm Dritto: M AVREL ANTONINVS PIVS AVG BRIT : Testa laureata rivolta verso Dx Rovescio: CONCORDIAE AVGG : Caracalla e Geta si stringono la mano incoronati rispettivamente da Apollo ed Ercole. la moneta dovrebbe essere RIC 508 ma non so capire se si tratti del a, b o c; inoltre vorrei avere chiarimenti sulla raffigurazione del rovescio: cercando su internet tutti concordano sulla presenza di Ercole come divinità che incorona Geta, mentre per quanto riguarda quella che incorona Caracalla ho trovato su Wilndwinds sia Apollo che LIber. vorrei avere da voi delucidazioni in merito e se qualcuno potesse anche indicarmi qualche testo su cui trovare qualche spiegazione aggiuntiva inerente questa raffigurazione. grazie1 punto
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Penso di aver trovato di cosa si tratta.. Una riproduzione di un sigillo di Aimone Allego il link http://www.rotarysusavalsusa.it/archivio-storico/sigillo-dargento.html1 punto
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