Classifica
Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/10/23 in tutte le aree
-
Buongiorno a tutti, ho appena acquistato un raro esemplare di biglietto delle Regie Finanze riconosciuto falso all'epoca. Si tratta dello stesso esemplare illustrato sul Mutti e a mia conoscenza è l'unico falso esistente di questa monetazione. Ma la mia conoscenza è scarsa e per questo vorrei un parere da qualche esperto. Scrivo questo posto per chiedervi se qualcuno conosce personalmente Alberto Trivero e può passarmi in privato il suo contatto. So che scriveva su questo forum con il nick Antvwala ma sono anni che non si connette. Grazie mille4 punti
-
Comunque, se vuoi la card d'ingresso libero a questo museo (quella di numys ottenuta più di un'anno fa) Dovresti cambiare l'avatar con uno figurativo.3 punti
-
Salve. Condivido una piastra 12 carlini 1799. Repubblica Napoletana. Variante: " NAPOLITAN ". Spero sia tutto in regola e non ci siano dubbi sull'autenticità. Un caro saluto a tutti.3 punti
-
Ormai sto raggiungendo quell'età in cui tutto mi scivola addosso quindi figuriamoci se me la prendo per una cosa del genere. Anzi come scritto è stato uno spunto ulteriore per approfondire nuove ricerche. E poi l'importante è che sia tornata a casa! 😇 Grazie mille! Grazie Elio, il 26 avremo modo di parlarne.3 punti
-
Secondo me esistono con e senza virgola, ma possibilmente nel dopo guerra la stampa non era priva di imperfezioni e non se ne curavano, del resto è un piccolo dettaglio. Tra i miei vaglia cambiari, in buona sostanza quelli che sono stati presi a modello, trovo la stessa "anomalia". Assenza della virgola nell'assegno verde >> Sarebbe interessante trovare anche un esemplare senza la prima virgola, comunque non lo ritengo un vero errore di stampa, ma senza alcun riferimento sul fatto che possono coesistere sia con la virgola o meno, rimane solo una mia ipotesi. La gazzetta ufficiale nel decreto ministeriale di emissione si limita a riportare: A sinistra, in angolo, è stampata la lettera maiuscola « N » alla quale segue il numero progressivo.2 punti
-
Ciao Massimo ed anche @Fiore151 È per questo che io gentilmente ho segnalato al venditore che è una riproduzione ed è per questo che ne stiamo parlando nella medesima discussione,alla luce del sole. Cosí se sta qualcuno che vuole leggere.....legge. Piú di questo.... Non si può segnalare. Non con le modalitá della piattaforma. O meglio,non vi sono le giuste opzioni per segnalare QUESTO CASO specifico. Ecco Quella nota aggiuntiva che ha messo DOPO il venditore nella 9 foto,dovrebbe FARNE PARTE del titolo. A noi lamonetiani appassionati "purtroppo" piace la CHIAREZZA.2 punti
-
Non mi sembra di ricordare molte monete con archi di trionfo raffigurati nei rovesci , alcuni esempi di Claudio , Augusto e Traiano . Quello di Claudio era ubicato in Via Lata , attuale Via del Corso , scomparso Quelli di Augusto erano nel Foro , scomparsi Quello di Traiano era ubicato all' ingresso del suo Foro2 punti
-
Da wikipedia: "Alegorìa del café y el banano" del pittore italiano Aleardo Villa, 1897 Tra parentesi, l'allegoria mi pare piccante: l'uomo che regge il casco di banane al centro del dipinto guarda compiaciuto il gruppo di donne e così facendo le banane e quella posa "fallica" diventano un'allegoria sessuale (mia impressione..)2 punti
-
Confermo, si vedono anche A e D di FRA DAN... Venivano tosati così per somigliare ai nuovi soldini di Andrea Dandolo, lucrando sulla differenza di metallo nobile. Arka Diligite iustitiam2 punti
-
2 punti
-
Mi autocito per postare quanto promesso tempo fa. Faccio una breve premessa. Quando si fa una pubblicazione si può star pur certi che appena si va in stampa viene fuori una moneta inedita. Una sorta di legge di Murphy che colpisce gli autori... E secondo voi io potevo essere immune a tale "legge"? Dopo pochi mesi dalla pubblicazione de "Lo duca de Sora" in cui catalogo le sue monete, ecco apparire sul mercato numismatico un cavallo inedito battuto a nome di Pietro Giovanni Paolo Cantelmo. Ovviamente in questi casi non vi è nessuna colpa da parte dell'autore essendo la moneta mai stata censita... però che sfortuna! Una moneta sostanzialmente rimasta invariata (salvo piccole varianti) dai tempi in cui fu correttamente classificata dal Lazari nel 1856 che ne sciolse la legenda, ha atteso di apparire a qualche mese di distanza dalla mia pubblicazione! Ovviamente ho subito scritto una addenda allo studio precedente pubblicandola per continuità editoriale nel quaderno di studi "Appunti Numismatici 2023" edito dal Circolo Numismatico Romano-Laziale in cui presento la nuova variante inedita e ipotizzo i motivi della sua particolare coniazione. Fatta questa doverosa premessa, finalmente la moneta: Come si può osservare la moneta si presenta come il classico cavallo con i gigli dell'arme di Francia racchiusi in uno scudo gotico coronato ma, a rendere inedita la moneta, è la presenza al R/ di cerchietti posizionati in numero di 4 negli spazi tra le braccia della croce ancorata. Qualcuno magari malignamente sorriderà per quanto avvenuto, io invece sorrido perché questa nuova variante ha permesso di ravvivare la ricerca che sembrava ormai destinata a finire. Ennesima dimostrazione che la parola fine in Numismatica non esiste. E la ricerca continua...2 punti
-
Salute una tematica per una collezione numismatica potrebbe essere quella di collezionare monete con raffigurazioni di archi di trionfo e studiarne la loro storia. Arco di Settimio Severo Questo è un articolo, a riguardo, pubblicato su "Il Giornale della Numismatica"(rivista che si trova online a cui ci si può iscrivere per ricevere le copie gratuitamente online) https://www.ilgiornaledellanumismatica.it/teche-gdn-quegli-archi-moneta-un-vero-trionfo/ Poi c'è anche questo articolo da engramma.it http://www.engramma.it/eOS/index.php?id_articolo=1703 Se volete aggiungervi con qualche vostra considerazione o con qualche vostro contributo avrei piacere che lo faceste. ....da continuare....... odjob1 punto
-
Ciao a tutti, questa sera vi parlo di una moneta che qui sul forum non è mai stata presentata. Come da titolo, si tratta del testone di Paolo V per Ferrara. Paolo V (1605-1621), Ferrara, Testone. Munt 211, CNI 112, MIR 1605/1. D/: Busto a destra con camauro e mozzetta. . PAVLVS . V . BURGH . PONT. MAX +. In basso nel giro in fuori: ++1619+ R/: Il Santo con elmo non piumato, in armatura a cavallo galoppante a destra, in atto di trafiggere con la lancia nelle fauci il drago in piedi a destra, retrospicente. . S . GEORGIVS . FER - RARIAE . PROTECT All'esergo, due armette ovali: a sinistra quella del cardinal legato Giacomo Serra, sormontata da cappello; a destra, quella della città di Ferrara, sormontata da corona. Nel mezzo +. T/: liscio. Peso 9.56 g Al rovescio, è protagonista San Giorgio, patrono di Ferrara. È rappresentato secondo i caratteri tipici della sua iconografia, in armatura a cavallo, intento ad uccidere il drago. La leggenda narra che Giorgio fosse un nobile cavaliere errante, originario della Cappadocia (nell’attuale Turchia), di fede cristiana. Apostolo su un bianco cavallo, giunse un giorno nel regno di Silene, in Cirenaica, che era funestato dalla presenza di un terribile drago, la cui forza distruttrice poteva essere contenuta solo da sacrifici umani. Fu proprio il “soldato di Cristo” a salvare dalle fauci del mostro la figlia del re, e come ricompensa non volle né onori né denari, ma che tutto il popolo si convertisse ricevendo il battesimo. La rappresentazione di san Giorgio che combatte con il drago è in assoluto una delle più diffuse nell’arte cristiana, in epoca medievale ma ancora nei tempi moderni, in Occidente come in Oriente (dove il cavaliere è annoverato fra i megalomartyroi, cioè i santi per eccellenza della tradizione ortodossa). Numerosissime sono le varie rappresentazioni di San Giorgio e il drago nella storia dell'arte. Ve ne allego due, celeberrime, quella di Paolo Uccello e di Raffaello. Nella provincia di Ferrara il culto è particolarmente diffuso poiché spesso, nella credenza popolare dell'Alto Medioevo, il Po e altri corsi minori venivano considerati la tana di un drago, che san Giorgio avrebbe ucciso salvando gli abitanti. In realtà il drago è stato identificato come metafora della pericolosità delle piene del fiume, che rischiavano di distruggere Ferrara e gli altri centri della zona. A Ferrara le due chiese principali gli sono dedicate. Sempre a Ferrara, gli è dedicato il palio, nel quale il premio è appunto il drappo del "santo Zorzo" (san Giorgio nel locale dialetto). Sempre al rovescio della moneta è presente lo stemma della città di Ferrara, che è costituito da uno scudo perale diviso orizzontalmente a metà, con la parte superiore di color nero e la parte inferiore di color argento. Lo scudo è timbrato da una corona ducale, ricordo del periodo ducale della città. Da un punto di vista numismatico, si tratta di una moneta ritenuta rara, che compare abbastanza di frequente sul mercato. Dei due anni di coniazione (1619 e 1620), il 1619 è sicuramente più raro, in base ai passaggi che ho registrato sul mercato, nonostante il MIR assegni R al 1619 e RR al 1620. Nella grande maggioranza dei casi però la conservazione non va mai oltre il BB ed in genere si tratta di un conio che presenta spesso debolezze, salti e ribattiture. Questo esemplare, sicuramente superiore alla media, appare scevro dai difetti maggiori e si presenta ben impresso e corredato da una gradevole patina. Il significato dei segni "croce", "rosetta" e "stella" che compaiono nei testoni (e nei giuli) è di difficile interpretazione. Non si tratta di segni di zecca in quanto si accompagnano spesso alle iniziali F.R degli zecchieri Franchini e Rivaroli; è più probabile che siano segni di differenziazione delle varie emissioni. Michele1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
Ehh ganzo anche così Avete fatto la vostra…una serata a decidere L avatar🤣🤣1 punto
-
1 punto
-
I caratteri della scritta roma coincidono con questa tipologia di conio1 punto
-
Ciao, oggi condivido un denario dell'imperatore Adriano (117-138 d. C) con la personificazione della dea Provvidenza sul rovescio coniato a Roma nel 119-125 d. C. (almeno spero 🙂). La Provvidenza (Providentia) rappresentava per i romani la capacità di prevedere gli eventi futuri e quindi aveva un significato molto diverso da quello religioso di oggi dove è intesa come intervento di Dio nel governare ed indirizzare secondo il suo volere, a volte irrazionale ed inspiegabile per noi, tutti gli accadimenti della vita ( La Divina Provvidenza, appunto). È rappresenta stante, con scettro a sinistra ed indicante con il braccio destro un globo ai suoi piedi (l'Orbis Terrarum, che lascia intuire come forse i romani avessero già il concetto della forma sferica della Terra) su cui sembra vigilare. Da esame diretto il denario risulta coniato, abbastanza centrato ed ha circolato ottemperando alla sua funzione di moneta. Grazie ed alle prossime ANTONIO 18,50 mm 3,30 g RIC 133c Per archiviare questo imperatore devo solo trovare un sesterzio 🙂1 punto
-
DE GREGE EPICURI Complimenti davvero. Quello che preferisco è l'ADVENTUS, e credo anche che sia il più raro.1 punto
-
DE GREGE EPICURI C'è anche il sesterzio di Nerone (RIC 143), ma non so quale trionfo celebrasse.1 punto
-
Le sigle sono MC , dalle immagini non mi dà una buona impressione , anzi non mi piace proprio1 punto
-
TROVATO A VINDELEV UNO DEI TESORI D’ORO PIÙ GRANDI, PIÙ RICCHI E PIÙ BELLI DELLA STORIA DANESE Alcuni degli oggetti hanno motivi runici e iscrizioni che potrebbero alludere alla mitologia norrena Ole Ginnerup Schytz aveva appena acquistato un metal detector e stava vagando per i campi quando si è imbattuto nell’oro, secondo il Vejle Museum dove sarà esposto il tesoro. La scoperta è stata fatta circa sei mesi fa, ma fino ad ora è stata tenuta segreta. Il tesoro, che pesa poco meno di un chilogrammo, comprende un medaglione delle dimensioni di un piattino e circa 22 oggetti d’oro. La scoperta di un’enorme quantità di oro indica che il sito era una postazione importante nella tarda età del ferro. “Sebbene il toponimo Vindelev possa essere associato al tempo della migrazione, non c’era nulla che suggerisse che un signore della guerra o un uomo di alto rango vivesse qui molto prima che il regno danese emergesse nei secoli successivi“, ha affermato Mads Ravn, direttore della ricerca per Vejlemuseernes. Mads Ravn ha proseguito nella sua dichiarazione: “Nei primi anni del 500 quest’uomo ha scelto di sotterrare il tesoro, forse per salvarlo da una guerra, forse vittima di poteri superiori”. Il tesoro di Vindelev è costituito da medaglioni delle dimensioni di un piattino e monete romane trasformate in gioielli. Una pesante moneta d’oro dell’imperatore romano Costantino il Grande (285-337 d.C.) Alcuni degli oggetti hanno motivi runici e iscrizioni che potrebbero alludere alla mitologia norrena. Uno dei reperti più importanti è un bratteato con una serie di rune e una testa maschile. È visto di fronte a un cavallo, sotto vediamo la testa e un uccello che comunica con l’uomo. Tra il muso e gli arti anteriori del cavallo c’è un’iscrizione runica, che recita ‘houaʀ’ secondo le prime interpretazioni significa “Supremo”, “L’Alto”. È possibile che “l’alto” si riferisca a un sovrano, forse anche al capo che ha seppellito il tesoro, ma secondo la successiva mitologia norrena, questo termine è associato alla divinità Odino, hanno detto gli archeologi. Particolare ingrandito del bratteato a nostro avviso più significativo, si evidenziano il cavallo e le rune. Tra il muso e gli arti anteriori del cavallo c’è un’iscrizione runica, che recita ‘houaʀ’ secondo le prime interpretazioni significa “ Il Supremo”, “L’Alto” Un bratteato (dal latino bractea, sottile pezzo di metallo) è una moneta piatta, sottile, battuta su una singola faccia in oro o argento Secondo studi preliminari, la ricchezza potrebbe essere stata posta come sacrificio agli dei durante un periodo particolarmente tumultuoso. Alcuni credono che in questo periodo si trovino le fondamenta della società dell’era vichinga e di un regno danese unificato. Sono stati trovati più di 40 kg di oro relativi all’età del ferro. Ma le dimensioni, la quantità e i dettagli tecnici degli oggetti del tesoro ora ritrovati a Vindelev sono del tutto unici. Il tesoro sarà in mostra al Museo di Vejle in Danimarca da febbraio 2022. Fonte: Vejle Muserne https://www.larazzodeltempo.it/2021/vindelev/1 punto
-
Altro dettaglio che potrebbe essere interessante, queste sviste le ho riscontrate solo sui numeri di serie bassi. Il numero di serie piu alto che presenta questo errore è proprio il mio che inizia con “3”.1 punto
-
Purtroppo @antvwaIa non si connette al forum dal 2018 (anche se potrebbe leggere senza loggarsi), ho comunque inviato un MP a @Clar622 al quale faccio i complimenti per l'acquisto petronius1 punto
-
1 punto
-
Si è vero scusate ho sbagliato(il periodo) con il 1797.............chiedo venia.🙏🏼1 punto
-
ciao potrebbe essere Desana Delfino Tizzone un liard come da link ciao https://www.cgbfr.it/italie-ligurie-comte-de-desana-delfino-tizzone-liard-au-dauphin-1584-deciane-desana-ttb,bry_251920,a.html1 punto
-
1 punto
-
Dovresti prima registrarti sul catalogo.1 punto
-
Ho cancellato il tuo inserimento fatto come "anonimo" e l'ho ricaricato io con il tuo nickname. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CLXIIG/61 punto
-
Nessun fraintendimento, tranquillo. Visto che sul catalogo l'immagine non c'è, potresti inserirla tu. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CLXIIG/61 punto
-
Io prima di classificarla, ho verificato CNI, Serafini e Muntoni. Ho verificato anche nella collezione delle monete del Comune di Gubbio. Poi, posso anche aver sbagliato!1 punto
-
Va beh che se si può mettere in vendita una comune moneta da 1 euro a 20000 euro, su e-Bay, vuol proprio dire che si può fare di tutto e non c'è un minimo di filtro e di tutela dell'acquirente... personalmente dico solo "per fortuna che c'è questo forum che dà una mano a chi ne capisce poco", ma sfortunatamente non tutti lo conoscono e frequentano, soprattutto prima di effettuare un acquisto. A meno che non sia qualcuno consapevole che è un falso (ma a 80 euro dubito!) o che non siano rilanci ad arte del venditore stesso, mi dispiace per chi la comprerà, quella moneta... anche se è proprio il caso di parlare di "incauto acquisto", in questo caso.1 punto
-
Sbaglierò clamorosamente ma dallo stile e dalla scritta ROMA a me pare una copia.1 punto
-
Arco Aziaco - augusto. Perduto parrebbe raffigurato solo su un denario Le fonti riportano un arco in onore di Ottaviano eretto nel Foro dopo la battaglia di Azio del 31 a.c. e la conquista dell'Egitto nel 30 a.c., per le quali venne attibuito un trionfo ad Ottaviano l'anno successivo al suo rientro in patria, cioè nel 29 a.c. Questo arco è conosciuto come “aziaco” proprio in onore della vittoria dei Romani nella battaglia di Azio. Una lunga iscrizione di ben m. 2,67 su questo arco venne ritrovata nel 1546, con dedica ad Augusto e la data del 29. Dell’arco rimane una rappresentazione monetale, che riporta l’arco di trionfo con la scritta IMP CAESAR. Inoltre nella moneta appaiono il volto di profilo di Augusto e Apollo alle redini del suo carro solare. Dell’arco aziaco di Augusto rimane anche un capitello dorico. Tutto quello che rimane dell'arco dovrebbe essere il capitellone qua sotto. Il resto deve essere stato demolito, reimpiegato o soggetto a processo di calcinazione https://www.romanoimpero.com/search?q=aziaco Vicino l’arco aziaco sono state rinvenute le fondamenta di quello partico. Le fonti antiche affermano che l’arco partico venne eretto nel 19 a. C., precisamente dopo la riconsegna delle insegne dell’esercito romano, guidato da Crasso, sconfitto a Carre nel 53 a. C. dai Parti. I Romani non potevano lasciare che il nemico si fregiasse delle loro insegne, perciò la riconquista di una di esse era vista come il riscatto dell’onore perduto. L’arco era a tre fornici e decorato da statue e iscrizioni. Sul fornice centrale vi era posta una quadriga imperiale in bronzo dorato, mentre ai lati erano posizionate le statue dei Parti, uno dei quali colto nell’atto di consegnare l’insegna all’imperatore. Ad oggi sono rimasti i resti dei pilastri che dovevano sorreggere i fornici e i resti dei pannelli di marmo che rivestivano l’arco: questi ultimi sono conservati nella Sala della Lupa, nell’Appartamento dei Conservatori (Musei Capitolini), all’interno del Palazzo dei Conservatori.1 punto
-
Affermazione molto chiara e supportata dai fatti (altro che le solite chiacchiere...). Adesso vediamo se seguirà altro silenzio, che a questo punto equivarrebbe a una "confessione", oppure se talune componenti della SNI avranno l'orgoglio e la voglia di ridare impulso alla Società, al di la delle consuete attività pur lodevoli ma, per così dire, "autoreferenziali".1 punto
-
1 punto
-
Placchetta in argento del SAN CARLONE DI ARONA - misura mm. 71x127 - la statua altezza senza piedestallo metri 23,401 punto
-
Buonasera a tutti, ripropongo il Magliocca 37/1 R5 Filippo III, sigle GI GF sotto il busto e perlinato intorno al Tosone nel rovescio.1 punto
-
Per me si tratta del Muntoni 2521 punto
-
Ricevuto ora l’utilissimo e molto bello, come sempre, aggiornamento di Bibliografia Numismatica Italiana per il periodo 2015 - 2022, complimenti all’autore Bernardino Mirra per questa ulteriore opera. Lo consiglio a tutti quelli che vogliono iniziare un lavoro più o meno importante di numismatica per consultare le fonti già pubblicate, da qui si deve partire !1 punto
-
1 punto
-
Nel seguire questa digressione sulle emissioni anonime, mi sono imbattuto in un libro che ho solo sfogliato ma potrebbe essere interessante. Vi propongo pertanto il link che permette di scaricare il testo qualsiasi formato Delle monete in senso pratico e morale1 punto
-
Ottima idea! ho svolto pure io un qualcosa di simile presso la Biblioteca del mio Comune anni fa, durante il mio anno di Servizio civile volontario. Raccontai tutto qui:1 punto
-
Come sono cambiati i tempi... Negli anni '80 avevo preso la convegno di Modena un quinario di Alletto bello così e con una bellissima patina verde chiaro per 100.000 lire. Arka Diligite iustitiam1 punto
-
1 punto
-
Un'altra bella monetina, per vari motivi accostabile a quella sopra presentata, è un giulio dell'anno successivo, 1691. Cambia l'anno e cambia anche il pontefice, questa volta Innocenzo XII. Non è mia, ma ho tratto le foto dal mio archivio: ex Numismatica Picena 11 del 2022 (base € 800, realizzo € 2500 + diritti). Il rovescio può sembrare lo stesso ma la figura di S. Paolo è stata reincisa: il volto è radiato e non col nimbo, e viso, capelli barba e mantello sono differenziabili, variati gli arbusti di sfondo.1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+02:00
Lamoneta.it
La più grande comunità online di numismatica e monete. Studiosi, collezionisti e semplici appassionati si scambiano informazioni e consigli sul fantastico mondo della numismatica.
Il network
Hai bisogno di aiuto?
