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  1. pippo78

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/24/23 in tutte le aree

  1. Come sempre le monete ci passano sotto gli occhi giornalmente e spesso le guardiamo in maniera distratta. Beato colui che riesce ad andare oltre i propri occhi ascoltando il proprio istinto. Vi presento il mio ultimo acquisto, che risulterebbe essere un normalissimo soldino di Lorenzo Celsi. Se non chè.... Cari amici come si può ben notare l'iconografia, nonostante alcune lettere tremolanti ed un insieme non propriamente da moneta splendida è abbastanza in linea con quelle che sono le emissioni del doge Celsi. Ed allora quale è la caratteristica che rende unica questa moneta in stato direi di QBB? Semplice, la legenda. Al D/ si legge LAVRE.CE LSI.DVX Il doge inginocchiato a s. con il vessillo Al R/ .S.MARCVS.VENETI. Leone rampante a s. con il vessillo, in campo a s. iniziale del massaro A attribuibile ad Andrea Foscarini. Per chiarire a tutti noi frequentatori del forum, non esiste ne nei Ducati d'oro, ne nei soldini, ne nei torneselli la legenda LAVRE. Tutte le monete apparse fino ad oggi riportano LAVR. Inutile aggiungere che tale legenda non è presente nel C.N.I., nel Papadopoli, nel Montenegro e in acsearch. I cari amici contattati del nostro gruppo esprimono condecisione l'opinione che tale moneta non sia un falso e devo anche aggiungere che il Lambros nel suo "Monete coniate a Chiarenza imitanti le monete veneziane" parla dei soldini falsi del Celsi, ma nessuna con legenda LAVRE. E' mio parere che questa moneta sia coniata nella zecca di Venezia, pertanto buona,fino ad oggi sconosciuta e che sia un inedito. Quanto dobbiamo ancora scoprire.. Ma il bello è proprio questo.😉
    3 punti
  2. Praticando il metaldetecting per ricerche militari solo una volta li ho chiamati per aver trovato una moneta romana.....svogliati,scaxxati,nervosi,trattato peggio di un tombarolo ( ovviamente il miei vaffa erano d'obbligo ) e gli ho semplicemente spiegato che per legge sono tenuto a chiamarli anche per monete vecchie di 50 anni e che qst era il loro lavoro e avrebbero solo dovuto ringraziarmi che avendo questa passione si possono ampliare le vetrine dei musei ( anche se son certo che sarà finito in qualche scantinato a far polvere ) .....la loro risposta : "eh ma è roba romana come facciamo a sapere di cosa si tratta?" la mia risposta educata ma x presa in giro " signori, esistono i periti numismatici anche per questo ".....la loro risposta " eh allora se la legge dice che ci deve chiamare per monete vwecchie anche di 50 anni vuol dire che ci deve chiamare anche per le lire"....." certo nessun problema .....richiamati e fatti venire in mezzo al bosco tra sali e scendi di doline almeno 5 volte per monete da 10 lire degli anni 60 " si si è vero son bastarello.... ma come mi han detto i carabinieri : la prossima volta che trovi una romana tientela in unalbum per monete almeno con te faà più bella figura che con gente che dovrebbe come minimo ringraziarti per un hobby che porta alla luce la storia....
    3 punti
  3. Ho notato una singolare identità di conio su tre dei sei sesterzi di Nerone con Ceres e Annona Ric 496, pari alla metà di quelli passati in asta e presenti su Acsearch. Ne metto l'immagine per studiare, io per primo, la cosa. Il primo è ex Kuenker 376 lotto 4928. Il secondo ex Cng TritonVII lotto 865 (Ex Schweizerische Kreditanstalt 4 (3 December 1985), lot 463). Il terzo ex Vico 151 lotto 366 I diritti mi sembrano identici. I rovesci del Kuenker e del Vico appaiono identici, il CNG è differente. I tondelli sembrano tutti diversi. I pesi sono rispettivamente 24,80 - 26,98 e 27,30 Qualcosa nel ritratto fa pensare a una medaglia Ottocentesca. Singolare la grande perfezione nei ritratti, i capelli si possono contare uno a uno; ritratti un po' piatti, come coniati a pressa, è pur vero che raramente ho visto Nerone con chiare evidenze di coniazione. Ma non vedo altro di troppo anomalo...
    2 punti
  4. Cari amici dopo una pausa forzata riprendo le mie modeste condivisioni di grandi moduli italiani in argento. Stasera andiamo a Parma, regnante Maria Luigia d’Austria, figlia dell’imperatore Francesco I, nel 1810 sposa Napoleone Bonaparte e nel 1814 il Trattato di Fontainebleau le attribuisce il Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla. Le sue monete a partire dal 1819 furono coniate a Milano, incluse quelle del 1815, che vennero battute in quell’anno (1819). Mori’ nel 1847. I pezzi da 5 lire, come i marenghi e i doppi marenghi d’oro, sono sempre state molto apprezzate dai collezionisti. Degli scudi si conoscono 4 millesimi: il 1815, il più reperibile, il 1832 che vi presento stasera, più raro, il 1832 ribattuto sul 1815, molto raro, e per finire una delle monete più rare di tutto l’Ottocento italiano, il mitico 1821 conosciuto in tre esemplari, che l’imperatrice fece coniare per commemorare la morte del marito. L’esemplare qui fotografato, da poco in collezione, vanta una perizia Nip di FDC e presenta una discreta patina omogenea su fondi lucenti e rilievi intonsi. Ne sono abbastanza fiero perché così non è proprio semplice da reperire sul mercato. Buon weekend a tutti
    2 punti
  5. DE GREGE EPICURI Volevo mostrarvi questa interessante medaglia alpina, che si riferisce alla Prima Guerra mondiale, ed è dedicata alla 79esima batteria da montagna. Pesa 8,26 g e misura 27 mm. Al diritto: aquila sora due cannoni incrociati; sopra: "Campagna di guerra 1915-16-17-18". Sotto: NULLA VIA INVIA, 79esima batteria da montagna. Al rovescio: un gruppo di alpini con un cannone, sotto un dirupo; un alpino osserva col cannocchiale.
    2 punti
  6. Salve, in effetti codesta moneta fa tanto lustro che lo uso anche di notte come torcia quando, a causa di cistiti, sono costretto ad alzarmi spesso dal letto per urinare. (ovviamente sto scherzando)
    2 punti
  7. Salve a tutti, @Releo @giuseppe ballauri grazie per le vostre parole. Leggendo i vostri ultimi interventi, posso comprendere la posizione di entrambi. In generale, quando si parla dell'argomento varianti, l'errore che tutti tendiamo a fare più di frequente è quello di mettere tutte le varianti sullo stesso piano, probabilmente perché ad oggi, manca uno studio specifico sul "grado d'importanza" delle stesse, uno studio che stabilisca in modo concreto, ciò che è più importante da ciò che lo è meno e che ci aiuti a comprenderne anche il perché. Per questo, secondo me servirebbe creare una vera e propria scala di valutazione - così come si sono strutturate delle scale per il grado di conservazione e per il grado di rarità. Bisognerebbe quindi, studiare caso per caso, ogni singola variante e scartare tutte quelle varianti che non reputeremmo "degne di nota", per poi classificare con criterio tutte le altre. Propongo di discutere e stilare insieme una sorta di classifica con un codice alfa-numerico (es. da V1 a V5) che definisca l'importanza di tutte le varianti conosciute, indipendentemente dal grado di rarità delle stesse. Solo per fare un esempio, provo ad elencare le principali varianti con quella che potrebbe essere un'ipotetica classificazione: V1 - Varianti della punteggiatura in legenda, come i "doppi punti" (es. VTR../ HIER..) ed altre varianti degne di nota, anche riguardanti il contorno (es. 1835, PROVIDENTIOAPTIMI PRINCIPIS) o con l'asse invertito (es. 1834, rovescio invertito). V2 - Ribattitura di una lettera della legenda su un'altra lettera (es. 1834 "RES" X su S, etc.). Ribattitura dell'ultimo numero del millesimo su un altro numero (es. 1848, 8 su 7, etc.). V3 - Lettere segnate in legenda (es. FERDINANDAS / ATR), numeri speculari, modifiche sul conio (orecchio sdoppiato), evidenti modifiche strutturali dell'araldica (es. 1834, 10-11-13 torrette / 1838, sotto-corona rigato / 1834,'56,'57,'58,'59 aquile capovolte). V4 - Modifiche strutturali in legenda (es. 1834, GRTIA / REGN / GRAITA / 1835, REGN I in incuso / 1856 TVR). Varianti "effige diversa" (es. 1840 collo diverso / 1831,'34,'36 collo lineare). V5 - Re-impresse 1832 / 1847 / 1848 NOTE: Propongo di scartare dalla classificazione tutte quelle varianti che vedono l'alternanza di numeri e lettere di diverse forme e dimensioni, come ad esempio: piccolo-grande, grassetto-normale e più in generale, qualsiasi disallineamento di lettere e numeri. Scartare tutte le ribattiture di una lettera sulla stessa lettera (es. I su I) e le ribattiture di un numero sul medesimo numero (es. 1856 - 8 ribattuto). Scartare tutte le altre ribattiture che riguardano il nominale e qualsiasi elemento all'interno dello stemma, come le ribattiture di torrette, gigli, leone, aquile etc. (a parte le aquile capovolte ribattute su quelle standard, perché queste avrebbero un'importanza storico/araldica). Cosa ne pensate? Potrebbe essere un'idea utile per cominciare a ragionarci su? Un saluto, Lorenzo
    2 punti
  8. Sono due cose diverse, Enrico Polani non è doge e quello è il suo sigillo bizantino, in virtù del titolo che aveva presso quella corte.
    2 punti
  9. Buongiorno a tutta la Sezione. Viste le foto di tutti i 10 tornesi del 1837, gentilmente postate nella discussione, credo che abbiano creato in zecca due conii differenti per il rovescio (vedi il 7 del millesimo più basso o in linea) e un conio solamente per il dritto perché in prossimità della prima N di FERDINANDUS si evince sempre una lesione di conio, più o meno evidente in tutti gli esemplari. Concordo anche io @giuseppe ballauri che il grado di rarità R3 espresso sul catalogo Magliocca sia effettivamente corretto visto l'esiguo numero di pezzi apparsi sul mercato.
    2 punti
  10. 1 punto
  11. Che dire, stupenda come tutte le monete che hai condiviso!! Complimenti dell’acquisto e grazie per averlo condiviso 👍
    1 punto
  12. C'è un modo molto semplice: basta guardare la lunghezza del naso di chi mette annunci con queste idiozie, di solito misurata in kilometri. Su ebay & c. tutto può essere molto raro e sopratutto molto costoso, anche i calcinacci della vecchia casa abbandonata lì vicino 😀
    1 punto
  13. Questo è il mio! 😛 Spatinato ma bellissimo! Ave! Quintus P.S. La prossima volta resisto e sto zitto. Altrimenti rovino il gioco. 😞 Scusatemi.
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  14. Salve a tutti vorrei sapere che ne pensate di codesta moneta da 100 lire 1957? Grazie dei pareri e scusate le foto alquanto amatoriali...
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  15. Questa la classificazione del vecchio volume II del RIC, ovvero 541 b: Cosa ne pensate? Sarebbe interessante trovare qualche immagine....per ora non ne ho trovate.
    1 punto
  16. Guardando il dritto io leggo, da ore 10, PARTH F DIV... Il busto mi pare corazzato. Il rovescio termina con COS. Non leggo altro. Ipotizzo, quindi, questo dupondio: Online Coins of the Roman Empire: RIC II, Part 3 (second edition) Hadrian 77 (numismatics.org) Tuttavia, l'esempio di OCRE non mi pare esatto perchè il busto e' laureato e non radiato. Ciao da Stilicho
    1 punto
  17. A mio parere, bisogna tener conto anche del tipo di usura. Mi spiego, su monete per cui è difficile - se non impossibile - aver conoscenza di conservazioni migliori di SPL (o addirittura di BB), un ruolo fondamentale lo gioca quanto un'usura sia uniforme. A parità di BB (questo sarebbe abbastanza facile da parametrare per una A.I.), la distribuzione dei "difetti" dipende molto dal senso estetico dell'occhio umano (e questo è molto più difficile da individuare con un algoritmo) che fa preferire un esemplare al posto di un altro. A volte mi è capitato di preferire una moneta di un quarto di punto (o di mezzo) peggiore come conservazione rispetto ad un'altra poiché l'usura si presentava meglio distribuita (più uniforme) e questo con monete con conservazione diversa, nemmeno paragonabile fra di loro. Questo influenza, evidentemente, il giudizio: quindi, se lo scopo è di avere una valutazione quanto più accurata per poter scegliere tra un pezzo ed un altro, temo che la sintesi sarà assai difficile; se invece, lo scopo è di avere un parametro oggettivo per una catalogazione precisa, ma superficiale, non dovrebbe essere impossibile trovare una sintesi introducendo il maggior numero di dati (centinaia o migliaia, sempre se possibile ovviamente, di monete e di particolari delle stesse). Per conto mio, al momento, ritengo che, trovato il perito di cui riconosco un'affinità di gusti (e di giudizio, nei limiti di un dilettante par mio col parere di un professionista), sia ancora la scelta preferibile per quel quid in più che presenta la mente umana (avete mai provato ad ascoltare un lettore musicale di un PC? Per quanto possa essere professionale, la lettura di uno spartito sarà sì perfetta nell'esecuzione ritmica, ma non potrà mai avere l'interpretazione di un esecutore umano).
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  18. Ciao @pippo78 Molto bella anche questa moneta, complimenti. In mano avrà sicuramente un lustro notevole saluti
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  19. Ciao postoffice come promesso ieri ti invio francobolli regno Sardegna e primi Regno Italia nb.del regno d’Italia ne ho moltissimi. spero essere sezione giusta perché non sono tanto tecnologico... H
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  20. Dipende, ci sono collezionisti che apprezzano altri a cui non interessa niente. Personalmente se riesco a mettere in collezione una moneta con un pedigree importante la prendo e sono disposto anche a pagarla un po' di più. Non andando fuori prezzo però un qualcosa in più sì.
    1 punto
  21. Caro @gallo83, cosa vuoi che ti diciamo? Semplicemente splendida! Complimenti Amico mio. Michele.
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  22. Ciao! Fabrizio, immagino che il colore "ramato" della moneta sia dovuto alla qualità della illuminazione, perché non sembra nemmeno d'argento. In ogni caso "Occhio di lince non si smentisce". Bravo e complimenti, quindi un conio difforme che chissà quante volte è stato usato? Chissà anche se il nostro esperto di soldini @aratro ne ha mai incontrato un'altro uguale. saluti luciano
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  23. 1 punto
  24. Mi ricordo che se ne era parlato qui:
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  25. Ottima moneta. Complimenti!!! Per me: Perito moderno: SPL+/q FDC Perito tosto: SPL + Con quel che vedo chiuso in giro....q FDC potrebbe starci.
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  26. Buonasera. Per me la conservazione è qSpl. Però non mi piacciono per niente le ossidazioni di colore verde. Probabilmente dovute ad una conservazione in bustine di plastica assolutamente inadatte
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  27. Come sappiamo vuol dire poco, ma il primo esemplare ha un pedigree centenario: Esemplare dalla collezione Arthur Löbbecke, asta Adolph Hess Nachf., Francoforte sul Meno 6 gennaio 1926, n° 955. Asta Lanz 26, Monaco 1983, n. Klaus Berthold. Asta Fritz Rudolf Künker 318, Osnabrück 2019, n° 1063. Con più di 28.000 pezzi accuratamente selezionati, Arthur Löbbecke (1850-1932) fu un ricco banchiere di Braunschweig, ha costruito una delle più importanti collezioni di monete greche di sempre. Acquistata dalla Monetaria di Berlino nel 1906, rappresenta ancora più di un quarto della collezione completa delle monete provinciali greche e romane.
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  28. Buona sera a tutti, riporto questa discussione in evidenza, con la speranza che qualche utente del Forum condivida Doppi Sestini. In attesa ripropongo con nuove foto l'ultimo esemplare condiviso.
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  29. Amici del forum, condivido con voi questa "variante" (errore) di 120 Grana del 1859: a parte i 7 quadratini nel centro dello stemma del Portogallo, fa spicco sul contorno la scritta "OPTIMI PROVIDENZIA PRINCIPIS" anziché Providentia Optimi Principis! Rottura di virola e riassemblata alla bell'è meglio? Virola nata male? Cosa può essere successo secondo voi?
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  30. Grazie Xenon97 interessante letta tutta .👏
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  31. SPL+ ci sta, qFDC è troppo generoso...
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  32. Buonasera, suvvia, dire che lo stato di conservazione sia solo SPL per questa moneta, è un insulto alla moneta medesima. Per quanto concerne le micro incavature, sarebbero opportune foto migliori e dettagliate per comprendere se dovute a conio sporco. Per ora, mia ipotesi. In attesa di conferma o di smentita.
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  33. Concordo al 101%. Tuttavia oggi ci sono collezionisti che si considerano d'eccellenza che guardano solo al valore venale, che mettono in oblio la storia, che mortificano il vissuto e che toglierebbero anche la barba a Enobarbo perché "lo invecchia". Non ragioniam di lor, ma guarda e passa...
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  34. Per entrare un minimo nello specifico, gli argomenti da risolvere sono essenzialmente due: Per l’addestramento nel riconoscimento del tipo di moneta servirebbero fotografie che ne ritraggono ciascuna di esse in diverse posizioni, non solo ruotate lungo l’asse, ma anche inclinate a diverse angolazioni, sotto diverse illuminazioni, e in tutti i possibili stati di conservazione. I cataloghi in questo non aiutano perché permetterebbero solo di ruotare le foto delle monete lungo l’asse e sono comunque riportate nel massimo grado di conservazione Il secondo punto è ancora più importante. Per avere una confidenza nella stima del grado di conservazione bisognerebbe innanzitutto avere uno standard ufficiale che assegna ad ognuna delle monete fotografate nei diversi stati di conservazione un punteggio univoco. Dal momento che non è raro che una stessa moneta sia battuta ad un’asta come BB+, ad un’altra come BB, ad un’altra come SPL-, la forte soggettività in questo campo non aiuta. Inoltre può capitare che sia dato a due monete lo stesso stato di conservazione perché una ha i rilievi molto leggibili ma una brutta tacca sul bordo e l’altra ha il bordo perfetto ma rilievi meno leggibili e così via. Comunque anche io sogno una app così 😊
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  35. Rido perché mi ricordi una mia interrogazione di filosofia di un professore che era ancora più puntiglioso di lei: quel giorno durante l'interrogazione, nel spiegare Kant , dissi tra le tante parole anche un "praticamente" che fu non particolarmente gradito dal suddetto docente che in modo sdegnato (per non dire inc.zzato) mi interruppe subito e mi mandò al mio banco con voto 4. Che bei tempi liceali. Per fortuna che scelsi un liceo scientifico e in quanto di matematica e fisica ero tra i primi della classe.
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  36. Ciao Andrea. A me pare una croce accantonata da quattro bisanti. Come nelle monete veneziane dell'epoca.
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  37. Veramente bello... io ho un paio di monete con "fulmine alato" (di Antonino Pio, credo) e li trovo bellissimi. Mi piacerebbe riuscire ad averne uno in ottima conservazione che faccia vedere tutti i particolari dei fulmini. Qualcuno conosce qualche documento che parli del significato del fulmine alato nella monetazione romana? Ave! Quintus
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  38. A me non pare molto corretto: i miei primi acquisti li ho fatti da quello che lui definisce traffichino; se si abolissero questi personaggi, a metà strada tra appassionati e commercianti, la numismatica ne perderebbe; che poi questi cosidetti furbetti sono quelli che frequentano mercatini e convegni. Ma come al solito in Italia si fa la caccia alle streghe tartassando i piccoli, si tassano i privati, i piccoli proprietari, la classe media; tutto ciò fanfarando di lotta all'evasione; poi, "loro", i veri furbastri, si mascherano dietro a società di comodo, a paradisi fiscali, a residenze all'estero.
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  39. Ho aggiunto in collezione una nuova moneta, come da titolo si tratta di un 5 soldi del 1697 di Vittorio Amedeo II. Fino ad oggi non ero ancora riuscito a trovare un esemplare che avesse un rapporto qualità/prezzo equo, o prezzi troppo onerosi per discrete qualità oppure veramente messi male come conservazione. Nonostante sia classificata con un grado di rarità R non se ne vedono molte in circolazione e veramente poche sono quelle degne di essere messe in collezione, vorrei conoscere se questa mia affermazione è condivisa dagli altri estimatori sabaudi, ma io ho notato che la tipologia seguente è molto più presente sul mercato rispetto a questa e si trova in migliore conservazione, sono stati coniati ovviamente più esemplari, per questo penso che non siano paragonabili come rarità. Mi sono dilungato anche troppo... Con un peso di 4,60 gr. Ecco la moneta!
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  40. Esatto, si riteneva sconveniente coniare monete nella zecca di Firenze con bontà inferiore dal consueto titolo di argento detto "popolino". Lo si fece comunque perché questo imponevano i valori di mercato del metallo, ma facendo finta che la moneta provenisse dalla zecca di Pisa, inattiva da oltre un secolo, dove si erano coniate monete con titolo inferiore in passato. Agire sul titolo del metallo, diminuendolo senza dare riscontri a chi avrebbe usato queste monete, avrebbe dato l'impressione di legalizzare un'azione fraudolenta. Proprio il titolo è un parametro impossibile da verificare senza fondere, o saggiare come dicevano loro, la moneta.. Nelle aste estere spesso ho visto i francesconi attribuiti erroneamente alla zecca di Pisa. Un saluto
    1 punto
  41. Trovata questa mattina nella cassetta della posta..... TAAF, Terre Adélie - Dumont d'Urville Spedito (Italia): 29/08/2022 Annullo: 26/11/2022 Ricevuto (Italia): 14/03/2023 Cielo di Terre Adélie, Aurora Australe (con strato di inchiostro metallizzato) Mario Zucchelli, ricercatore bolognese e presidente del consorzio per l'Antartide dell'ENEA e la base italo-francese Concordia Sul retro un timbro con le coordinate della base https://taaf.fr/espace-philatelie/
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  42. Piastra 1793, già rara come millesimo...se poi nel rovescio ha i tre gigli invertiti....la rarità aumenta . Ecco la mia Napoletana di oggi.
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  43. Le emissioni monetarie di Pandosia, sebbene di scarsa entità ed emesse in modo discontinuo, rappresentano una fonte documentaria di primaria importanza che amplia e valorizza la conoscenza di un sito su cui la tradizione letteraria appare alquanto lacunosa e, in alcuni casi, fortemente dibattuta (per un quadro generale v. Hansen-Nielsen 2004, 285, n. 64). Dubbia peraltro è la stessa localizzazione della città antica all’interno del territorio enotrio, che oscilla tra una tradizionale collocazione nell’alta valle del Crati, in località Timpone del Castello, presso Cosenza (v. da ultimi Mele 2017, 233-5 e Genovese 2012, 34 s. con bibl. prec.), ed una più recente ubicazione a ridosso di Cerenzia (Marino 2005; De Sensi 2004). E per quanto studi e ricerche più o meno recenti abbiano diffusamente indagato l’archeologia dell’Oinotria, la sua organizzazione polico-territoriale nel quadro più ampio del fenomeno coloniale in Magna Grecia, scarsa è stata l’attenzione rivolta nel dettaglio alle emissioni monetali di Pandosia, delle quali è stato offerto solo un quadro complessivo e peraltro suscettibile di approfondimenti e aggiornamenti fondati sulla raccolta della documentazione numismatica (Rutter, HN; Taliercio 2012, 1998; Bugno 2007; Parise 1982; Mangieri 1980). Localizzazione di Pandosia (da M. Bugno, Da Sibari a Thurii, Naples 1999) Base di partenza del presente contributo è stato pertanto il censimento degli esemplari che è stato possibile documentare attraverso lo spoglio di cataloghi di collezioni pubbliche, private e di vendite all’asta. La cortesia e la disponibilità di alcuni utenti, ai quali rivolgo un sentito ringraziamento, hanno inoltre fornito a vario titolo un importante contributo consentendo di ampliare e puntualizzare alcuni aspetti della ricerca. L’analisi condotta ha consentito di elaborare un preliminare catalogo di 25 esemplari in argento (15 stateri, 5 dracme, 5 trioboli) che in base ad elementi tipologici sono stati convenzionalmente ripartiti in tre gruppi di emissione (A-B-C). Per ognuna di esse vengono esaminati nelle relative sezioni aspetti concernenti la tipologia, la metrologia e l’epigrafia che unitamente ai dati interni alla sequenza hanno veicolato la formulazione di proposte di inquadramento cronologico. Dal computo degli esemplari sono stati esclusi: a) l’unità di bronzo con t. di Hera al D/ e altare al R/ attribuita da Poole a Pandosia (BMC 5) ma successivamente riferita a Paphos (https://www.britishmuseum.org/collection/object/C_1852-0222-90 seguito da Rutter, HN, 185). b) le monete nn. 6849-50 della collezione Santangelo (non viste) al Museo Archeologico di Napoli, che nel catalogo di Fiorelli presentano dettagli tipologici alquanto peculiari che richiederebbero una verifica autoptica. c) l’emissione con tipi corinzi contrassegnata simbolo della testa di Pan attribuita a Pandosia da Robinson (SNG Lockett 2297; Rutter, HN, 185). SNG Lockett, 2297
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  44. GRUPPO B La seconda emissione comprende un unico statere contrassegnato dai seguenti tipi: D/ Testa femminile a d. entro corona d’ulivo con capelli trattenuti da un nastro; nel campo in basso, da s. a d. . R/ Figura maschile nuda stante a s. con ramoscello nella s. e patera nella d. In basso a s., simbolo poco chiaro (pesce? pira?); a d., . BMC 1
    1 punto
  45. Nettunia era una città del Lazio nata nel novembre 1939 dall'unione di Anzio e Nettuno. Ancor prima del termine del conflitto, le due cittadine tornarono a separarsi (marzo 1945). Grazie alla storia postale possiamo ricostruire la storia ( se pur breve) di questo comune e possiamo affermare che lo sbarco non avvenne ne' a Nettuno ne' ad Anzio bensì a Nettunia.... Se qualcuno, anni fa, avesse staccato il francobollo da questa lettera ora cosa avremmo per le mani? Non staccate francobolli e non lavate monete, o per lo meno non fatelo a cuor leggero.. Grazie per avermi concesso questo spazio Buona collezione a tutti.
    1 punto
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