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  1. El Chupacabra

    El Chupacabra

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/25/23 in tutte le aree

  1. Cari amici dopo una pausa forzata riprendo le mie modeste condivisioni di grandi moduli italiani in argento. Stasera andiamo a Parma, regnante Maria Luigia d’Austria, figlia dell’imperatore Francesco I, nel 1810 sposa Napoleone Bonaparte e nel 1814 il Trattato di Fontainebleau le attribuisce il Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla. Le sue monete a partire dal 1819 furono coniate a Milano, incluse quelle del 1815, che vennero battute in quell’anno (1819). Mori’ nel 1847. I pezzi da 5 lire, come i marenghi e i doppi marenghi d’oro, sono sempre state molto apprezzate dai collezionisti. Degli scudi si conoscono 4 millesimi: il 1815, il più reperibile, il 1832 che vi presento stasera, più raro, il 1832 ribattuto sul 1815, molto raro, e per finire una delle monete più rare di tutto l’Ottocento italiano, il mitico 1821 conosciuto in tre esemplari, che l’imperatrice fece coniare per commemorare la morte del marito. L’esemplare qui fotografato, da poco in collezione, vanta una perizia Nip di FDC e presenta una discreta patina omogenea su fondi lucenti e rilievi intonsi. Ne sono abbastanza fiero perché così non è proprio semplice da reperire sul mercato. Buon weekend a tutti
    7 punti
  2. Cari forumisti, spero di farvi cosa gradita, oggi condivido con voi questo gioiellino in alta conservazione. È moneta comune (a differenza della sorella coniata a Roma), ma non è facile trovarla in queste condizioni:
    5 punti
  3. Non è aiutato, è spatinato … i segni intorno alle lettere non sono ripassi ma l’effetto della ripresa del conio
    4 punti
  4. Buonasera, di seguito vi riporto due documentari, anche se datati, molto interessanti sul processo di stampa delle valuta cartacea degli Stati Uniti con relative interviste e commenti in lingua originale. E' sempre affascinante veder all'opera artigiani altamente qualificati nelle varie fasi produttive del processo di stampa delle banconote che poi faranno parte del tessuto sociale ed economico del Paese: Buona visione numys
    3 punti
  5. Salve, continuo esposizione delle monete raccolte da mio nonno.. che cosa ne pensate della moneta in foto? Questa non era depositata in vassoio rosso, non ha la stessa patina delle foto postate settimane passate. Io direi un BB. Ringrazio in anticipo. Peso 27,47 g
    3 punti
  6. Sarebbe divertente se venisse dall'Italia. Uno "scontro" Italia Grecia, due paesi oscurantisti come pochi, magari con l'aggiunta alla Turchia, sarebbe "fantastico". Comunque, sarebbe persino più "divertente" se uscisse fuori un incisore dei nostri giorni, cosa che non mi sento affatto di escludere (così come la possibile provenienza da uno dei paesi da te citati). Gli americani si sono tolti il problema, restituendo pure all'Italia il tetra di Gela, ma dubito che abbiano prove certe sulla provenienza.
    3 punti
  7. Assolutamente d'accordo con quanti prima di me hanno affermato di apprezzare le monete con pedigree. Anche io le cerco e se posso le aggiungo in collezione, disposto per tale motivo a fare anche una battuta in più per aggiudicarmele. In collezione ho testoni che sono stati prima di DeFalco, Cappelli, Grigori, ANPB, Calcagni, Muntoni, Magnaguti e Santamaria. Sapere che ora queste stesse monete sono parte della mia raccolta, mi dà la consapevolezza di essere custode temporaneo di pezzi che illustri collezionisti hanno ritenuto degni e meritevoli delle loro raccolte. Michele
    3 punti
  8. A cotal osar del tristo, l'occhio mio rorido faceasi di bragia lo villan discipulo guatando!
    3 punti
  9. Sulle pendici del monte Ermada è visitabile una grotta carsica frequentata dal neolitico ed adattata in età romana (dal II al V sec. d.C.) a luogo di culto del dio Mithra. All’interno della grotta sono stati rinvenuti due rilievi in calcare che rappresentano la figura di un giovane che sacrifica un toro in onore del dio Sole, assieme ad un gran numero di monete e lucerne lasciate dai fedeli come offerte votive. Alcuni offerenti erano nominati in iscrizioni qui individuate di cui, come i rilievi, sono esposti i calchi. E’ rilevante la collocazione del luogo di culto in vicinanza delle risorgive del fiume Timavo, dove in epoca romana si veneravano il corso d’acqua divinizzato, Diomede e Saturno, in relazione ai quali si ipotizza anche la presenza di un tempio presso l’attuale chiesa di San Giovanni in Tuba. La grotta si trova in una piccola dolina dalle pareti scoscese, 50 metri a monte della superstrada, all’altezza del cimitero di Duino e di San Giovanni al Timavo. La grotta del Dio Mitra è piuttosto nascosta ma di facile accesso. Dista circa due chilometri dalle fonti del Timavo, in direzione di Duino. Si percorre la statale 14, sino al bivio che porta al centro di Duino. Poco dopo l’incrocio, sulla sinistra, si incontra una stradina che porta alla caserma della Forestale. Raggiunta la caserma si imbocca un largo tratturo sulla sinistra. Si prosegue e, prima di raggiungere il sottopassaggio dell’autostrada, si imbocca il sentierino che scende verso il basso. La grotta del Mitreo è proprio lì. La grotta venne scoperta nel 1963 da alcuni speleologi della Commissione Grotte; allora la grotta era ingombra di pietrame di grosse dimensioni che in qualche punto giungeva a toccare la volta. Ecco una descrizione che risale all’epoca delle prime esplorazioni ed è redatta da Mario Galli: “Il primo ingresso è un ampio portale alto circa 1 metro e largo oltre 7 mestri, diviso in due da un cumulo di grosse pietre. La seconda apertura è costituita da un foro strettissimo che si apre sull’orlo meridionale della dolina e che immette nella cavità di un pozzetto di 2,5 metri. La cavernetta, accessibile in qualche tratto con difficoltà a causa delle sue piccole dimensioni, è probabilmente il residuo di una cavità di proporzioni ben maggiori che ha subìto un colossale riempimento di detriti; essa rappresenta la parte superiore di una galleria anticamente percorsa dalle acque, la cui parete ha ceduto in corrispondenza di qualche fratturazione, dando luogo all’attuale imbocco, ampliandosi con il succedersi dei fenomeni di crollo. Il suolo infatti è costituito da un grande cumulo di terra e pietra che in più punti raggiunge la volta, lievemente digradante verso la parete orientale, dove lascia, sotto volta, una fessura impenetrabile. Poche tozze concrezioni, in parte semisepolte, ornano la parte meridionale della cavità, dove più scomodo è l’accesso in quanto per alcuni metri la cavernetta è alta appena 30-50 cm. La parte più spaziosa della cavità è quella settentrionale. Proseguendo oltre il cumulo di massi che divide in due l’entrata, si giunge in un vano di dimensioni più ridotte del precedente e che è la sua continuazione. Successivamente, superando un basso passaggio si giunge alla base del pozzetto mensionato”. In considerazione del fatto che la grotta era ubicata in un’area già nota per la presenza di vestigia romane, e che quindi poteva rappresentare un interessante sito archeologico, venne iniziato lo sgombro del materiale detritico che riempiva quasi completamente la cavità. Durante i lavori di disostruzione, la Commissione Grotte portò alla luce alcuni reperti attribuibili all’epoca romana e quindi i lavori vennero immediatamente sospesi; successivamente vennero ripresi dalla Sezione Scavi e Studi di Preistoria Carsica “R. Battaglia” della Commissione Grotte, limitatamente ad una zona di 5m x 2m situata sotto la parete sinistra (entrando), nella quale si erano trovati i reperti attribuibili all’epoca romana. I signori Stradi, Andreolotti e Giombassi della Commissione Grotte eseguirono alcuni scavi d’assaggio. Lo scavo venne approfondito nel suolo sottostante il detrito e furono rinvenuti numerosi resti archeologici tardoromani, tra i quali un pilastrino con un’iscrizione incompleta, vari frammenti di bassorielievo, resti di vasellame, numerose lucernette e 98 monete, in parte non classificabili per lo stato di deterioramento, ed una pietra cubica di 50cm di lato, che rappresenta con tutta probabilità l’ara sulla quale avevano luogo i sacrifici. Constatata l’importanza dei ritrovamenti i lavori vennero sospesi e ne fu data relazione alla locale Soprintendenza ai Monumenti, Gallerie ed Antichità che riprese gli scavi senza però trovare reperti significativi; si rinvennero ancora alcuni piccoli frammenti della stele votiva ed altre monete, non diverse da quelle già raccolte. Tutto il materiale archeologico fu portato nel Museo di Aquileia. Gli oggetti messi in luce hanno permesso di stabilire che la cavità ospitava un tempietto ipogeo dedicato al Dio Mithra, il cui culto si era diffuso nell’impero tra la metà del III e la fine dei IV secolo e le monete raccolte, tranne una più antica, si riferiscono appunto a tale periodo. Al centro della grotta si trovano due banconi paralleli e tra di essi un blocco di calcare, squadrato, su cui veniva spezzato il pane durante le cerimonie religiose. Sulla parete di fondo trova spazio il calco di una lapide sostenuto da delle colonnine: raffigura il dio Mitra mentre uccide il toro primigenio. Così recita la dedica: “All’invitto dio Mitra Aulo Tullio Paumniano offre per la sua salute e per quella dei suoi fratelli”. Nella grotta, inoltre, sono state trovate moltissime offerte: circa 400 monete, la più antica delle quali fu coniata da Antonino Pio, 160 lucerne e un gran numero di vasetti, tutti databili tra il I e il V secolo d.C. Al di sotto dello strato romano si estende un deposito preistorico intaccato con il livellamento del suolo all’epoca dell’adattamento a luogo di culto; i residui del cocciopesto che costituiva la pavimentazione inglobano infatti qualche resto ceramico dell’età dei castellieri. Con l’avvento del cristianesimo e la proibizione dei culti pagani il tempio venne abbandonato e forse anche devastato e sulle rovine andarono a depositarsi, in quindici secoli, detriti e terreno organico. Nel corso della prima guerra mondiale tutte le cavità della zona subirono adattamenti di vario genere, ma fortunatamente la caverna venne a trovarsi, sia pur per pochi metri, al di là della linea difensiva austriaca che correva lungo la vicina ferrovia, sfuggendo in tal modo alla devastazione a cui andarono incontro altre grotte di interesse preistorico, come la Grotta Fioravante (411/939VG) e la Grotta di Visogliano (80/414VG). Negli anni 1971 e 1972, l’Istituto di Antichità Alto Adriatico effettuò nella parte meridionale della cavità un altro scavo, questa volta nell’intento di acquisire cognizioni sul deposito preistorico, la cui esistenza era stata accertata nel corso delle precedenti indagini. La successione stratigrafica ed i reperti risultarono analoghi a quelli messi in luce in altre grotte del Carso triestino e non furono rinvenuti quei livelli paleolitici che la particolare situazione della cavità aveva fatto ritenere probabili; la trincea ora si esaurisce in uno strato di crostoni stalagmitici ed argilla sterile alla profondità di crica 3m. Gli scavi praticati nella cavità hanno mutato radicalmente l’aspetto della medesima. Ne è risultato un ambiente più spazioso, ma con il materiale di scarto sono stati ostruiti molti passaggi laterali sotto parete, nei quali era possibile avanzare per un buon tratto in varie direzioni; la volta soprastante l’imbocco, giudicata pericolante, è stata fatta crollare con le mine, ottenendo così anche una maggiore illuminazione dell’antro. Attorno all’ingresso è stato eretto un recinto munito di un cancello per evitare gli scavi abusivi e le chiavi sono custodite dalla Soprintendenza. Da “Speleaeus” di Franco Gherlizza ed Enrico Halupca: “Nel 1976 la Soprintendenza Archeologica di Trieste iniziava una consistente e sistematica campagna di ricerche, dapprima per liberare la cavità di tutte le macerie, successivamente per investigare i sottostanti livelli preistorici, ricchi di manufatti che andavano dall’età del ferro sino al neolitico. Scavi successivi, per lo più volti ad intaccare gli strati sottostanti, dettero alla luce resti appartenenti all’età del ferro, rappresentato da resti della cultura dei castellieri, Lubiana, Vucedol e ceramiche a Besenstrich. Al neolitico invece si associano dei vasi a fondo cavo, decorati con incisioni, pochi frammenti di ceramica impressa e due frammenti di vaso a bocca quadrata. Un ulteriore scavo, condotto sino all’antico pavimento stalagmitico, ha reso soltanto un radio ed un’ulna di Rhinoceros. Successivamente la cavità è stata sistemata ricostruendo il tempietto con i calchi delle lapidi, delle arette e dei due banconi laterali. Oggi questo risulta l’unico Mitreo in cavità esistente in Italia e quindi costituisce una rarità che andrebbe vieppiù valorizzata”. https://www.archeocartafvg.it/portfolio-articoli/duino-aurisina-ts-la-grotta-del-dio-mithra/
    2 punti
  10. Confrontane la forma con la mia Figurati Raff, è sempre un piacere leggere più interventi
    2 punti
  11. DE GREGE EPICURI Volevo mostrarvi questa interessante medaglia alpina, che si riferisce alla Prima Guerra mondiale, ed è dedicata alla 79esima batteria da montagna. Pesa 8,26 g e misura 27 mm. Al diritto: aquila sora due cannoni incrociati; sopra: "Campagna di guerra 1915-16-17-18". Sotto: NULLA VIA INVIA, 79esima batteria da montagna. Al rovescio: un gruppo di alpini con un cannone, sotto un dirupo; un alpino osserva col cannocchiale.
    2 punti
  12. Ciao @bisante, Ciao @caravelle82 in questo tipo di gettoni, inserire un francobollo ci stava in quanto era per sua natura un valido, comprensivo sostituto della moneta a corso legale. Se un percettore non gradiva questo tipo di sostituzione della moneta, per altro comunemente smerciabile nei negozi, poteva rompere l'involucro e apporre il francobollo su una lettera o cartolina : l'uso della Posta era il più comune veicolo di contatto con gli altri ed è il motivo per cui questi gettoni venivano comunemente accettati. Inserirvi invece questo tipo di marche aveva un impatto diverso, negativo : non è detto che chi lo percepiva conoscesse o avesse necessità di queste marche : magari poteva provare a smerciarle, senza però la certezza che venissero accettate, anche perché il loro controvalore era diverso da quello dei francobolli. Poi, se un privato aveva una rimanenza di marche di vario tipo e non sapeva che farne, poteva anche provarci ad utilizzarle così come tanti esercizi commerciali facevano con i francobolli ma, a mio avviso, si tratta di una piccola furberia e infatti non erano certo comuni, personalmente non credo di averne mai visti. Se poi per giunta una o più di queste marche erano state obliterati, allora possiamo parlare di un piccolo tentativo di truffa, Buona giornata.
    2 punti
  13. È solo il taglio della foto che ha incluso parte dello sfondo più scuro. Mi scuso per l'imprecisione grafica, ma ero abbagliato dalla conservazione di questa moneta che dev'essere finita subito in tasca ad un collezionista 150 anni fa (e lì rimasta). Di solito questi Scudi, solo per la loro dimensione nella circolazione, sono ricoperti di graffi e graffietti per non parlare dei bordi tormentati da colpi spesso provocati da lanci su pietra per verificarne il suono dell'argento, mentre in questa moneta i bordi del contorno sono ancora taglienti: Mi sono accorto che se dico "in buona conservazione", i pignoli del forum tacciono. Quando scrivevo "FDC" o "in alta conservazione", apriti cielo, c'era la corsa a trovare veri o presunti difetti. Stavolta, è vero, mi sono nuovamente sbilanciato e vedo che i "motori" si si stanno scaldando...
    2 punti
  14. Questa moneta è particolare, si possono trovare esemplari col bordo molto rovinato e con debolezze importanti sul bordo, ma il dettaglio presente solo sulle monete in alta conservazione è la croce sul petto dell'aquila al R/. Solo in esemplari perfetti è perfetta, e immediatamente inizia a sparire. Il secondo dettaglio più alto sono gli ornamenti orizzontali sulla corona, questi sono i secondi a sparire, dopo la croce. Detto ciò, cercando nell'archivio di Sixbid al link che ho messo sopra, è facile vedere che 1819 con la croce visibile, anche solo un po', ne sono passati ben pochi. Io ne ho contati 3 a fronte di un centinaio di pezzi passati. In questa conservazione non si vede spesso Quella più simile alla mia (sulla base della foto online) è quella passata da NAC, il top che ho visto dallo storico è invece quella passata da Bolaffi Questo un esemplare classificato SPL , non è visibile la croce, i capelli e rilievi anche al D/ mostrano evidente consunzione Io nel mio cartellino ho scritto SPL/FDC, ma visto come vengono classificati i pezzi in asta, sono stato di manica stretta Adesso per chiudere il giro di questo tipo me ne manca una 😛 Il 1821 purtroppo è irraggiungibile
    2 punti
  15. E' sempre gratificante (e rassicurante) acquistare una moneta con pedigree: Il valore aggiunto c'è, eccome!, ma nella banalita' del vivere tanti non riescono a vederlo.
    2 punti
  16. 2 punti
  17. Per entrare un minimo nello specifico, gli argomenti da risolvere sono essenzialmente due: Per l’addestramento nel riconoscimento del tipo di moneta servirebbero fotografie che ne ritraggono ciascuna di esse in diverse posizioni, non solo ruotate lungo l’asse, ma anche inclinate a diverse angolazioni, sotto diverse illuminazioni, e in tutti i possibili stati di conservazione. I cataloghi in questo non aiutano perché permetterebbero solo di ruotare le foto delle monete lungo l’asse e sono comunque riportate nel massimo grado di conservazione Il secondo punto è ancora più importante. Per avere una confidenza nella stima del grado di conservazione bisognerebbe innanzitutto avere uno standard ufficiale che assegna ad ognuna delle monete fotografate nei diversi stati di conservazione un punteggio univoco. Dal momento che non è raro che una stessa moneta sia battuta ad un’asta come BB+, ad un’altra come BB, ad un’altra come SPL-, la forte soggettività in questo campo non aiuta. Inoltre può capitare che sia dato a due monete lo stesso stato di conservazione perché una ha i rilievi molto leggibili ma una brutta tacca sul bordo e l’altra ha il bordo perfetto ma rilievi meno leggibili e così via. Comunque anche io sogno una app così 😊
    2 punti
  18. Confermo il calice e la datazione 1295-1335 corrispontente a Enrico. Anche l'aquila corrisponde. Riferimento: Rizzolli M 155. Arka Diligite iustitiam
    2 punti
  19. Volevo solo aggiungere che la grotta da alcuni anni è recintata e la visita è consentita il sabato (ore 10-12) preferibilmente su prenotazione al Gruppo Speleologico Flondar che ne ha la gestione. Nel 2023 verrà anche distribuito un libretto informativo gratuito. Info: 3396908950 Web: www.flondar.it Saluti Illyricum 😉
    1 punto
  20. A quanto pare il collezionismo è una malattia abbastanza diffusa e contagiosa ma fortunatamente dona tanta soddisfazione, conoscenza, passione, serenità ma soprattutto crea tante nuove relazioni e tanti nuovi amici. Ora voglio postare due quartine del Regno serie imperiale ordinaria da 15c. e 35c. Italia Turrita utilizzata su una Fede di Credito del 1941 del Banco di Napoli: Amo tantissimo quando questi mondi si incrociano e si uniscono .... documenti con una storia diversa ed unica.
    1 punto
  21. 🤣 ....e mi stavo preoccupando! Mi dicevo tra me e me " e mo lo dice dai,mo lo dice" ....ma non lo dicevi🤣
    1 punto
  22. Ciao @Ptr79 complimenti per le piastre che stai postando. T mostro lo scalino della variante. Mentre scrivevo ci siamo accavallati Rocco.
    1 punto
  23. Sono le sigle del Mastro di Zecca Antonio Planelli. Chiedo scusa se non ho precisato. In un vassoio a riposare sul velluto
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  24. Davvero bello questo 5 lire, ma ancora più bello che tu sia tornato a condividere qui sul forum le tue monete!
    1 punto
  25. Ciao per me no assolutamente. Piú o meno può starci per me qMB/MB+
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  26. Il valore facciale è il valore scritto sulla moneta. In questo caso 2 euro. Le monete le puoi acquistare (dove abiti?) nei mercatini di antiquariato, spesso ci sono bancarelle con i 2 euro, oppure in un negozio di numismatica. Cerca il più vicino a te su Google. Oppure anche online. In ogni caso, attenzione al prezzo. Studia, informati, chiedi, sbaglia (meno possibile) e crescerai I 2 euro, così come tutte le monete euro, comprale solo ed esclusivamente in fior di conio. Quelle non in fdc non valgono nulla, butti via i soldi e nessuno te le ricomprerebbe mai. Oltre ad essere normalmente pure bruttine. Piuttosto raccogli quelle che ti capitano come resto. Ma non comprarle Inizia a studiare consultando questo sito: https://eurocollezione.altervista.org/
    1 punto
  27. Vedo che anche nella tua del 1856 c'è una ribattuta (la "F" di FERDINANDVS). In quell'anno, fra gli aiutanti v'era un deciso tremore nelle mani: anche le mie tre del '56 hanno tutte un particolare più volte impresso. - "8" (e anche il "6") della data ribattuto: - "Leone" e torretta nello stemma del Portogallo ribattuti (il "leone", a dir il vero, è più impresso "mitragliato" che ribattuto): - "Giglio" e torretta ribattuti:
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  28. Quella che hai postato non è male (AU58), ma ha consunzione al R/, nei punti "critici". Non è debolezza di conio, è proprio usura da circolazione, v. il confronto con la mia Questa, della prossima Nomisma, ha il bordo debole, ma è in altissima conservazione, giudicata qFDC
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  29. È sempre la solita testa di Venere al dritto (imitativa del denario Neavius Balbus) e un frigo al rovescio. È una variazione di queste
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  30. Buongiorno a tutti, ben venga ogni nuovo studio sulle varianti Napoletane purché non crei "confusione" fra i collezionisti. Mi ritrovo monete con numerose "stranezze" e credetemi è difficile poterle interpretare ... Un esempio :
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  31. questo era il vecchio post, la collezione era di monete gadget con La Stampa per la storia della lira, giusto @Saturno?
    1 punto
  32. Vero che lo sarebbe! Poi avendo più mezzi di lui se fossimo assieme adesso saremmo veramente pericolosi..
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  33. Non è detto, dipende da come si dispongono le varie parti divise dalla frattura all'interno del conio, in questo caso il frammento più piccolo si è evidentemente "sfilato" dal conio creando un gradino positivo sullo stesso, che poi ha creato questa zona più incassata sulla moneta.
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  34. Bene, significa che in 24 ore hai triplicato il numero di conii che conoscevi al dritto... sarebbe stato sufficiente scrivere un "grazie"! Ti auguro una buona giornata.
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  35. Ciao @Ptr79, tuo Nonno sarà orgoglioso di te. Gran belle monete ! E con patine che a me piacciono molto.
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  36. @motoreavapore cosa non ti è chiaro? Hai mai sentito parlare di rifusioni, ritiri dalla circolazione, dispersioni?
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  37. bella moneta e stupenda conservazione, complimenti 👍😊
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  38. Io ho avuto il 20 lire 1902 in FDC senza ancoretta, poi venduta quando ho alienato la mia precedente collezione di aurei, ma non ho mai avuto quella con l’ancoretta. Non conoscevo questo aneddoto relativo al Re Numismatico, veramente curioso, soprattutto considerata la passione maniacale di Vittorio Emanuele per tutte le varianti, e questa è ben evidente. Devo dire che i due pezzi corrono sul mercato numismatico in modo vigoroso e più o meno appaiati, poi i prezzi spuntati in asta dipendono molto da un decimale in più o in meno sulla conservazione slabbata, ed evidentemente il pensiero che il 1902 senza ancoretta abbia origini diverse da quelle che tutti assumono, ovvero che non sia coeva, è alquanto peregrino secondo il mercato, che continua ad apprezzarla come l’altra, che di norma è un filo più valutata per via dell’oro eritreo in cui è coniata, e che sollecita l’immaginario dei raccoglitori per il maggior significato storico e iconico.
    1 punto
  39. Complimenti per l'acquisto che di questa moneta, veramente molto bella. I rilievi sono ottimi. La freschezza del metallo invece appare un pochino più moscia, ma potrei sbagliarmi. Io avrei dato SPL+ ai rilievi, ma poco sotto lo SPL per la freschezza, quindi complessivamente uno SPL. Piccola curiosità.. il catalogo del forum, per il R, presenta questa legenda: DVX SAB • IANVAE ET MONTISF • PRINC • PED • & • Tuttavia, vista la presenza dell'unica "&", non sarebbe più corretto dire che la legenda è: PRINC PED & DUX SAB IANVAE ET MONTISF ? 😁 Saluti
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  40. Complimenti, moneta veramente notevole. Il dritto ha un doppio bordo oppure è un effetto del taglio della foto? Saluti
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  41. Comune ma in alta conservazione.
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  42. Questo è il mio! 😛 Spatinato ma bellissimo! Ave! Quintus P.S. La prossima volta resisto e sto zitto. Altrimenti rovino il gioco. 😞 Scusatemi.
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  43. DE GREGE EPICURI Una prima domanda che farei: ma i confini della Lombardia nel XV e XVI secolo si possono sovrapporre a quelli attuali? Io credo di no. Ad esempio, Novara in quei secoli era attratta dall'area milanese, e considerata praticamente "lombarda" (nonostante l'effimero dominio dei Farnese). E l'attuale Canton Ticino, con le coniazioni dei Trivulzio? Poi ci sono le zecche lacustri (Musso..), queste indubbiamente lombarde.
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  44. Una 'ruzzica' resta una 'ruzzica' anche se provenisse dalla Collezione Reale. Il pedigree serve a fornire ulteriori garanzie rispetto ad autenticità e conservazione. Se una moneta origina da una collezione importante, ciò significa che l'illustre collezionista l'ha trovata "degna" di essere "posta nella sua collezione", e questo rassicura anche me sulle caratteristiche complessive di quel determinato esemplare.
    1 punto
  45. A me è capitato di porre in vendita tramite casa d'asta 2 monete ex collezione Spahr con cartellino manoscritto dello stesso Spahr (il più illustre collezionista di monete siciliane medievali e moderne). Ho fatto presente il tutto alla casa d'aste, fornito i cartellini, fornito la provenienza (erano acquistate attraverso Navile Numismatics), ecc. ecc. La casa d'aste ha omesso il tutto e credo buttato il cartellino. Ovviamente le monete sono state svendute. E io sono diventato una iena con la casa d'aste che non mi vedrà mai più come conferente. Nel caso in particolare la casa d'aste non ha fatto non solo i miei interessi, ma nemmeno i propri....
    1 punto
  46. Darò un consiglio "fuori dal coro" o irrazionale, ma io consiglierei di comprare prima... quello che piace! Quali sono le monete che ti hanno attirato particolarmente verso questo collezionismo e/o che ritieni per te lo rappresentino? Sono sempre entusiasta quando arriva un amico del Forum che ci chiede come iniziare questa fantastica passione... Quindi, io mi lascerei guidare da questa sorta di "attrazione"; certo, tra le monete che mi attirano inizierei ad acquistare prima quella dal costo minore
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  47. Bravissimo @rada, ora ho capito bene che tipo di collezione intendi portare avanti e concordo in toto con te. P.S. anch'io ritengo il 5 franchi di Lucca e Piombino una moneta superlativa, piena di fascino.
    1 punto
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