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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/30/23 in tutte le aree
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Buonasera a tutti, posto una delle mie monetine con soggetto femminile. Helena (Augusta, 324-328/30). Æ Follis (19mm, 3.47g, 6h). Siscia. Al rovescio la Securitas Notizie prese da Wikipedia Flavia Giulia Elena (in latino: Flavia Iulia Helena; Drepanum, 248 circa – Treviri, 329) è stata Augusta dell'Impero romano, moglie “morganatica” dell'imperatore Costanzo Cloro e madre dell'imperatore Costantino I. I cristiani la venerano come sant'Elena Imperatrice. La Leggenda Britannica Nel folklore del Regno Unito esiste una leggenda tarda, menzionata da Enrico di Huntingdon, ma resa famosa da Goffredo di Monmouth, secondo la quale Elena era la figlia del re della Britannia, Coel Hen di Camulodunum, il quale si sarebbe alleato con Costanzo Cloro per evitare ulteriori guerre tra i Britanni e i Romani. Goffredo aggiunge che Elena fu educata come una regina, in quanto non aveva fratelli che potessero ereditare il trono di Britannia. La fonte di Enrico e Goffredo potrebbe essere stato Sozomeno, il quale, però, non afferma che Elena fosse una britanna, sebbene affermi nella sua Storia ecclesiastica che suo figlio Costantino I si convertì al cristianesimo sull'isola.[23] Non vi sono altre prove di un legame tra Elena e la Gran Bretagna; la leggenda potrebbe essere nata da una confusione con un'altra sant'Elena della tradizione celtica e britanna, Elen Lwyddog, moglie di un usurpatore romano successivo, Magno Massimo. La leggenda che vuole Elena di origini e di natali britannici, ha offerto lo spunto per le vicende narrate da Marion Zimmer Bradley in collaborazione con Diana L. Paxson nel romanzo dal titolo La sacerdotessa di Avalon (2000), il quarto del Ciclo di Avalon. La stessa Elen figlia di re Cel, moglie di Costanzo Cloro e madre di Costantino è la protagonista del romanzo L'albero della vita di Louis de Wohl. Cosa possiamo aggiungere? Saluti Alberto4 punti
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1. Breve storia sull'assignat Verso la fine del 1789, alla vigilia della Rivoluzione Francese, le casse dello Stato erano quasi vuote. Per evitare il fallimento, il deputato dell’Assemblea Nazionale Talleyrand ideò il piano di confisca dei beni ecclesiastici, con lo scopo di metterli all’asta per salvare le finanze dello Stato. Il 2 novembre 1789 l'Assemblea Nazionale diede inizio al progetto. Il patrimonio confiscato totale ammontò a circa 2 - 3 miliardi di livre, e la vendita fu affidata a una cassa straordinaria creata il 19 dicembre: la Caisse de l’Extraordinaire. Tuttavia, la liquidazione di tutti i beni richiedeva del tempo, minimo un anno, e la bancarotta era sempre in agguato. Per risolvere questa problematica, l’Assemblea decretò che 400 milioni di livre sarebbero subito stati emessi in obbligazioni con interesse del 5%: nacque l’assignat. Durante la votazione del provvedimento alcuni deputati, tra cui lo stesso Talleyrand, erano assolutamente contrari all’idea. Secondo loro la grande debolezza dell'assegnato era che ci sarebbero stati più biglietti in circolazione rispetto al reale valore dei beni ecclesiastici, con conseguente pericolo che sarebbe stato impossibile coprirne il rimborso di tutti. Un altro punto era la facilità di falsificazione, con forte rischio di trovare in circolazione una quantità di assegnati nettamente superiore a quelli emessi. I primi assignat furono emessi agli inizi del 1790 dal valore di 1000 livre. Il 17 aprile 1790 l'assignat fu trasformato da biglietto di obbligazione in cartamoneta ufficiale dello Stato in modo da compensare la scarsità di monete, ma con l’interesse sceso al 3%. Il 27 agosto 1790 l'Assemblea Nazionale autorizzò un'altra emissione di 1.9 miliardi di assegnati, con tagli da 50, 60, 70, 80, 90, 100, 500 e 2000 livre, che avrebbero avuto corso legale entro la fine dell'anno. Nel settembre dello stesso anno il Ministro delle Finanze, Jacques Necker, si dimise in quanto contrario alla decisione di ufficializzare gli assegnati come cartamoneta statale e la nuova emissione di questi. Tra il 1790 e il 1793 gli assegnati persero il 60% del loro valore. In aggiunta, l'Inghilterra iniziò a produrre dei falsi assignat con lo scopo di accelerare ancora di più la crisi economica francese. Per distribuirli a tutta la fascia della popolazione, tra il 1792 e 1793 vennero stampati anche assignat dal valore di 10, 15, 25 e 50 sols. Durante il regime del Terrore, la mancata accettazione dell'assignat era punita con la pena di morte. All’inizio del 1796, gli assegnati ammontarono a circa 45 miliardi di livre e gli interessi ridotti a 0. La somma complessiva degli assegnati non avrebbe mai dovuto superare gli iniziali tre miliardi di livre. La terribile inflazione causata dall'assignat provocò un aumento del costo della vita, un seguitare del suo deprezzamento e la scomparsa quasi totale del contante metallico. Per sopperire alla mancanza di spiccioli e facilitare gli acquisti quotidiani, alcuni imprenditori privati misero in circolazione monete di rame e d’argento: nacquero le monnaie de confiance, ovvero le monete di fiducia. Questi gettoni - monete di fiducia non ebbero mai corso legale, ma circolarono abbondantemente dal 1791 al 1794. E qui che entrarono in gioco i fratelli Monneron... Ritratto di Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord. Durante il periodo napoleonico diventerà Principe del neocostituito ed effimero Principato di Benevento (1806 - 1814) e sarà uno dei principali protagonisti del Congresso di Vienna. Fu soprannominato "il Camaleonte" ed è considerato uno dei maggiori esponenti del Trasformismo. Assignat da 1000 Livre. Fu il primo assegnato e in ambito collezionistico ha un indice di rarità R5. In questo grafico viene rappresentata la svalutazione di 100 Livre in assignat. Nel 1796 l'assignat fu sostituito dalla Promessa di Mandato Territoriale, una nuova cartamoneta che tuttavia subirà un deprezzamento ancora più veloce rispetto all'assignat, tanto che sarà demonetizzato nel 1797. L'economia francese si stabilizzerà durante gli inizi del periodo napoleonico. 2. Storia della Banque Monneron Le monete fiduciarie più diffuse e famose furono quelle della Banca Monneron. Alla fine del XVIII, la famiglia Monneron fu una delle più importanti famiglie francesi sul piano politico, finanziario e commerciale. Il capofamiglia era Antoine Monneron, possessore di alcune saline, avvocato del Parlamento di Antibes e controllore generale della gabella, la tassa reale sul sale. Dalla moglie Barbe Arnault ebbe venti figli, ma otto morirono giovanissimi. Gran parte dei suoi figli vennero inviati nelle colonie francesi in cerca di fama e fortuna. Tra questi ci interessa la storia di 4: Charles Claude Ange Monneron, il primogenito, iniziò la sua carriera come mercante della Compagnie delle Indie Orientali Francese nel 1767. Nel 1769 fu promosso commissario generale dei porti e degli arsenali navali, e nel 1784 direttore degli stabilimenti francesi in India. Sarà eletto Deputato del Terzo Stato di Annonay agli Stati Generali del 1789; Jean Louis Monneron, come per il fratello maggiore, entrò a far parte della Compagnie delle Indie Orientali Francese come agente commerciale nel 1769. Negoziando nella città di Pondicherry, fece rapidamente fortuna. Anche lui sarà eletto Deputato nel 1789; Pierre Antoine Monneron fu capitano di navi e si distinse per le sue missioni presso il governatore delle Indie Olandesi. Come per i due fratelli, sarà eletto Deputato nel 1789; Joseph François Augustin Monneron fu uno dei pochi fratelli che rimase in Francia. Nel 1777 si stabilì a Parigi come commerciante e diventerà direttore di una fabbrica di tabacco. Verrà eletto Deputato per Parigi nel 1791. Grazie all'appoggio dei suoi 3 fratelli, Joseph François Augustin fondò una banca commerciale per importare metalli in Francia e rifornire il Dipartimento della Marina Francese di argento e rame: la Banque Monneron. Oltre alle operazioni commerciali, la banca si era specializzata anche nella produzione di medaglie rivoluzionarie che vendeva presso la sede principale situata a Place du Carrousel, nei pressi del Palazzo del Louvre a Parigi. Il medaglista era Augustin Dupre che negli anni successivi diventerà l’incisore di riferimento della storia monetale francese grazie al pezzo da 5 franchi che simboleggerà la Repubblica per quasi 200 anni: la moneta con Ercole. La mancanza di contante metallico, e il risultato deludente delle monete da 12 denari e 2 sols a corso legale, spinsero alcuni privati a sostituirsi allo Stato per fornire alla popolazione le monetine. La Banque Monneron iniziò a coniare monete di fiducia in rame nel settembre del 1791. Per velocizzare i tempi di produzione, i Monneron strinsero un patto con l’industriale inglese Matthew Boulton, socio dell’ingegnere James Watt, l'inventore della prima macchina a vapore. Grazie all'invenzione di Watt, le monete Monneron furono prodotte in gran numero nell'officina monetaria della Soho Mint di Boulton, nei pressi di Birmingham. In cambio di una commissione, i Monneron offrirono alla popolazione francese lo scambio delle loro monete di fiducia con assignat da 50 livre. Tuttavia, l’eccessiva fiducia che i fratelli ebbero verso l’assignat, e il suo rapido deprezzamento, fu una vera rovina per la Banque Monneron. Inoltre, la coniazione di milioni e milioni di monete in Inghilterra comportò una spesa di denaro in argento e oro enorme per l’acquisto del rame inglese e della lavorazione, con una perdita considerevole. La rovina era ormai vicina. Verso la fine di marzo del 1792, la Banque Monneron fu dichiarata fallita e Pierre, che ne fu il direttore, fuggì in Inghilterra. Il fratello minore Augustin, che deteneva la banca, rilevò l'attività, ma la comparsa di una legge nel 1792 che proibì la fabbricazione di monete private spense ogni speranza. Nel settembre dello stesso anno un decreto vietò la commercializzazione delle monete di fiducia rimaste in circolazione. Nonostante la legge, i gettoni di fiducia circolarono almeno fino al 1794. I fratelli Monneron, da sinistra a destra: Pierre Antoine, Charles Claude Ange e Jean Louis. Insieme all'altro fratello Augustin fonderanno la Banque Monneron. La Soho Mint nei pressi di Birmingham. Proprietà di Matthew Boulton, la zecca coniò i 2 penny "cartwheel" di Giorgio III, nonché numerosi penny di prova e coloniali. 3. I 5 sols “del Giuramento” Con oltre due milioni di esemplari coniati, le monete da 5 sols dette “del Giuramento” o “patto della Federazione” sono le protagoniste e le più famose delle monete Monneron. In bronzo, dal peso di 25 – 30 g e dal diametro di 38 – 40 mm, esistono 4 tipologie per differente rovescio, mentre al dritto condividono l’immagine allegorica, con i soldati che fanno voto davanti alla Libertà, del giuramento compiuto durante la Festa della Federazione del 14 luglio 1790, che commemorava la presa della Bastiglia. Attorno è presente la scritta VIVRE LIBRES OU MOURIR, e in esergo la data 14 JUILLET 1790. L’incisore di questa magnifica immagine, che ricorda un po’ lo stile neoclassico del Giuramento degli Orazi dipinto da Jacques Louis David, è di Augustin Dupre. L'adeguamento tipografico e quello dei torchi furono forniti invece da Jean Pierre Droz, dipendente della Soho Mint. Le 4 tipologie sono le seguenti: Il primo tipo è datato 1791 e presenta al rovescio la frase “MEDAILLE DE CONFIANCE DE CINQ - SOLS A ECHANGER CONTRE DES ASSIGNATES DE 50 L. ET AU DESSUS – L’AN III DE LA LIBERTÉ” mentre attorno “MONNERON FRERES NEGOCIANS A PARIS 1791”; sul contorno, in incuso, la scritta DEPARTEMENTS DE PARIS DE RHONE DE LOIRE DU GARD. I 5 sols del 1791 sono quelli più rari. Inoltre, al dritto, vicino all’altare, la data 14 JUILLET 1790 è scritta in numeri romani; Dal secondo tipo in poi sono datati 1792. Al rovescio presenta la frase “MEDAILLE DE CONFIANCE DE CINQ – SOLS REMBOURSABLE EN ASSIGNATES DE 50 L. ET AU DESSUS – L’AN III DE LA LIBERTÉ” mentre attorno “MONNERON FRERES NEGOCIANS A PARIS 1792”. La scritta finale cambia in base all’anno III o all’anno IV. I primi monneron del secondo tipo riportano l'indicazione 50L, mentre i successivi 50#. Al contorno, in incuso, i gettoni dell’anno III presentano la scritta “DIPARTEMENS OF PARIS RHONE E LOIRE DU GARD” mentre quelli dell’anno IV “DEPARTEMENS OF PARIS RHONE E LOIRE DU GARD”; Il terzo tipo presenta al rovescio la scritta “MEDAILLE QUI SE VEND 5 - SOLS A PARIS CHEZ MONNERON PATENTÉ L’AN IV DE LA LIBERTÉ” mentre attorno “REVOLUTION FRANÇAISE 1792”. Al contorno, in incuso, compare la frase “BON POUR LES 83 DEPARTAMENS AN IV”. I monneron del terzo tipo misurano 38 mm invece di 40 mm. Oltre al diametro inferiore, il peso è vicino ai 25 g; L’ultimo e quarto tipo porta la leggenda “MEDAILLE QUI SE VEND CINQ - SOLS A PARIS CHEZ MONNERON PATENTÉ” mentre attorno “REVOLUTION FRANÇAISE 1792”. Al contorno, in incuso, presenta la scritta “CONFIANCE AUGMENTE LA VALEUR”; Esistono anche 5 sols placcati in argento e oro, ma sono molto rari. Il dritto è lo stesso in tutti e 4 i tipi. Solo nel primo tipo è presente un piccolo cambiamento con la data scritta in numeri romani. 5 sols del primo tipo, i più rari da trovare. 5 sols del secondo tipo. Le monete con 50# e la scritta AN IV sono quelle più comuni. 5 sols del terzo tipo. A differenza degli altri 3 tipi, il terzo è l'unico che misura 38 mm e il peso sui 25 g. 5 sols del quarto tipo, più rari rispetto a quelli del secondo e terzo tipo. Un 5 sols del secondo tipo placcato in argento. 4. I 2 sols “Libertà” I gettoni da 2 sols del tipo “Libertà” furono le primissime monete coniate dalla Banque Monneron. In totale furono coniate oltre due milioni e seicentomila esemplari. Sempre in bronzo, il peso oscilla tra i 16 e 18 g mentre il diametro è di circa 32 mm. Al dritto viene raffigurata la Libertà seduta a sinistra, appoggiata alla Dichiarazione dei Diritti Umani, che tiene nella mano destra una picca sormontata dal berretto frigio, simbolo di libertà, e dietro un gallo, simbolo di vigilanza. In alto si nota un sole splendente con i raggi che illuminano la personificazione della Libertà. Attorno notiamo la scritta “LIBERTE SOUS LA LOI” mentre in esergo "L’AN III (o IV) DE LA LIBERTE”. A differenza dei 5 sols, l’incisore è un certo Ponton, ma sfortunatamente non esistono informazioni su di lui. Esistono due tipi di monete da 2 sols: Il primo tipo è datato 1791 e riporta al rovescio la frase “MEDAILLE DE CONFIANCE DE DEUX SOLS A ECHANGER CONTRE DES ASSIGNATES DE 50 L. ET AU DESSUS 1791” mentre attorno “MONNERON FRERES NEGOCIANS A PARIS”. Nel contorno, in incuso, è presente la scritta “BON POUR BORD. MARSEIL. LYON. ROUEN. NANT. ET STRASB.”. Il valore in assegnati può essere espresso in 50L, 50L. o 50#. Il secondo tipo è datato 1792 e riporta al rovescio la frase “MEDAILLE QUI SE VEND DEUX-SOLS A PARIS CHEZ MONNERON PATENTÉ” mentre nel giro “REVOLUTION FRANÇAISE 1792”. Nel contorno, in incuso, è presente la scritta “CONFIANCE AUGMENTE LA VALEUR”. Il dritto è lo stesso nelle due tipologie. Naturalmente cambia la frase in esergo in base all'anno III o anno IV. 2 sols del primo tipo. 2 sols del secondo tipo. 5. 1, 2 e 5 sols “Ercole” Finiamo la monetazione Monneron con le ultime monete del tipo Ercole, tutte coniate nel 1792 e meno comuni rispetto ai 5 sols del Giuramento e ai 2 sols Libertà descritti in precedenza. La moneta da 1 sol è molto rara ed è costituita in bronzo, peso di circa 7 g e diametro di circa 27 mm. Al dritto presenta l’immagine di Ercole mentre cerca di spezzare i raggi della libertà davanti al tempio della sapienza. L’incisione è del medaglista Augustin Dupre. Attorno è presente la scritta “LES FRANÇAIS UNIS SONT INVINCIBLES” mentre in esergo “L’AN IV DE LA LIBERTÉ”. Al rovescio notiamo la frase “MÉDAILLE QUI SE VEND UN – SOL A PARIS CHEZ MONNERON PATENTÉ” mentre attorno “REVOLUTION FRANÇAISE 1792”. Nel contorno, in incuso, è presente la frase “CONFIANCE AUGMENTE LA VALEUR”. La forte determinazione del popolo francese è rappresentata dal fascio dei raggi legati assieme che nemmeno Ercole riesce a rompere, immagine che ben rappresenta il motto inciso sul tondello. La stessa immagine e la stessa leggenda, ovviamente con diversa indicazione del valore, di peso e di diametro (bronzo, 11 - 14g e circa 32 mm) sono impresse sul pezzo da 5 sols, il più “comune” della serie Ercole. Invece la moneta da 2 sols (bronzo, 13 - 14 g e circa 32 mm), molto rara come quella da 1 sol, è differente: in questo caso Ercole è raffigurato mentre sta piegando lo scettro reale con attorno la scritta “LA SAGESSE GUIDE SA FORCE”. In esergo compare la scritta “LA FIN DU DESPOTISME”. È chiaro il riferimento della fine monarchica. Inoltre, compare una civetta a sinistra di Ercole. Esiste anche un tipo rarissimo da 2 sols, con stessa immagine al dritto, che non presenta indicazione di valore, mentre al rovescio è raffigurata una piramide con attorno “RESPUBLICA GALLICA ANNO”, mentre all’esergo “ÆRE PERENNIUS 1792”. In questo caso si potrebbe trattare di una prova o di una medaglia. 1 sol Ercole, molto rari. 5 sols Ercole. Della tipologia Ercole, i 5 sols sono quelli "più comuni" da trovare. 2 sols Ercole. Da notare lo scettro reale piegato e la corona rotta. Come per la moneta da 1 sol, anche quelle da 2 sols sono molto rare. I 2 sols con la piramide, forse una versione di prova o una medaglia. Con le monete Ercole concludiamo la discussione su queste magnifiche monete rivoluzionarie francesi. In realtà ci sarebbero altre monete di fiducia come quelle della Caisse de Bonne Foi, Lefevre – Lesage, Clémencon et Compagnie etc. Inoltre, esistono tante varianti dei Monnerons in base alla disposizione di punti, lettere, numeri, difetti del conio e altro ancora, ma ho preferito fermarmi solo sulla monetazione Monneron e sui punti importanti altrimenti il post sarebbe stato troppo lungo. Spero che questa discussione vi sia piaciuta! 😃 Alla prossima Xenon973 punti
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Ciao a tutti, Condivido con tutti voi l'ultima arrivata nella mia raccolta di Ferdinando II. Sarei felice di leggere i vostri commenti a riguardo di questa piastra. Un saluto Raffaele.3 punti
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Trovati “pizzini” d’oro e un “biberon” in una tomba calabrese del IV secolo a.C. Ora si lavora col microscopio Al Parco archeologico di Sibari reperti d’oro del IV secolo a. C. e i lavori di recupero saranno aperti al pubblico. Lo comunica la Direzione regionale Musei Calabria . “Mnemosyne. La memoria e la salvezza” è un progetto particolare ed unico che assegna alla Calabria un primato in Italia. “Al di fuori delle mura di Thurii, in Calabria, presso Sibari, colonia greca del V sec. a. C. si trovavano le città dei morti. – spiega la direzione regionale dei musei calabresi – Le necropoli furono rintracciate sul terreno sin dalle esplorazioni della fine dell’800. A quei tempi nelle località chiamata Favella della Corte si scavarono i “Timponi”, tumuli che coprivano sepolture monumentali riservate ai cittadini più illustri e ricchi di Thurii. Il “timpone grande” e il “timpone piccolo” hanno restituito alcune laminette d’oro iscritte conservate al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Le lamine sono fogli d’oro di pochi centimetri su cui sono riportate le istruzioni per il viaggio del defunto nell’aldilà. L’anima doveva intraprendere un preciso cammino, evitare certi sentieri e percorrerne altri per raggiungere la beatitudine”. Nell’area di Favella della Corte oltre ai “timponi” si trovano anche delle semplici tombe. Tombe a fossa, a cassa e “tombe a cappuccina” con coperture a doppio spiovente di tegole. “Nell’estate del 2022 – affermano gli studiosi della Direzione regionale Musei Calabria – è stata scoperta una nuova sepoltura, denominata Tomba 22.1. Conteneva una persona in posizione supina, gli elementi di corredo sono un piattino , guttus-poppatoio, due frammenti accartocciati di lamine d’oro iscritte con lettere maiuscole dell’alfabeto greco. Gli elementi del corredo in ceramica erano posizionati lungo il fianco destro del defunto, in prossimità del bacino. Le lamine vicino alla mano destra del defunto. La tomba per consentire uno studio più accurato è stata prelevata dall’area di scavo per intero ed è stata trasportata nel laboratorio del parco, per essere indagata scientificamente e restituirci così nuovi capitoli della storia dell’immortalità presso i Greci. Per la prima volta il lavoro di microscavo in laboratorio della sepoltura e l’immediato restauro di quanto si scopre avverrà davanti la pubblico”. Dal 30 marzo oltre ad una sezione espositiva con alcuni degli oggetti provenienti dalla Tomba 22.1 e di quelli rinvenuti a Favella della Corte negli anni ’90, c’è un angolo con un microscopio elettronico, uno scanner e altre attrezzature per procedere subito alle analisi di quel che viene scoperto. Un progetto pionieristico per la prima volta in Italia. “Mnemosyne. La memoria e la salvezza” si chiama il progetto del Parco Archeologico di Sibari che consente per la prima volta al pubblico di un Museo di assistere in diretta alla costruzione della storia, alla raccolta, all’interpretazione e all’analisi dei dati e potrà capire le dinamiche che fanno funzionare la ricerca, viverle. https://www.stilearte.it/trovati-pizzini-doro-e-un-biberon-in-una-tomba-calabrese-del-iv-secolo-a-c-ora-si-lavora-col-microscopio/3 punti
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Buongiorno a tutti, oggi condivido con voi un mio mezzo Ducato di Carlo V, 14,9 gr. "Magliocca 31"3 punti
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Tutto nasce dalla nuova monetazione instaurata da Carlo Emanuele III che divide le monete in argento mistura e rame in questo modo: Scudo da 6 lire Mezzo scudo da 3 lire Quarto di scudo da 1 lira e 10 soldi (la lira era 20 soldi) Ottavo di scudo da 15 soldi (tre quarti di lira) A questo punto si inserisce la moneta di cui parliamo, i 7,6 soldi sono la frazione (la metà) dell'ottavo di scudo, 7 soldi e mezzo (un soldo come già ti è stato detto sono 12 denari, quindi 7 soldi, 6 denari) Vengono eliminate le monete da 5 soldi mentre restano quelle da 2,6 (due soldi e mezzo) un terzo di un 7,6. Poi le monete da un soldo e i miei amati due denari in rame (ce ne volevano 6 per fare un soldo). Questo fino a Napoleone e al sistema decimale che ha cambiato e unificato il tutto. Spero di essere stato chiaro, se servono approfondimenti chiedi pure!3 punti
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Buongiorno a tutti, @LOBU queste le mie piastre di Ferdinando II 1831 1832 1833 - SIC ET IIIER senza punt. R scudo grande 1834 - 1834 - particolarità A di GRATIA 1834 - EET 1834 - 11 torrette 1834 - 13 torrette 1834 - torretta verticale 1834 - FERDINANDAS 1835 - 1° tipo 1835 - 2° tipo 1837 - 1838 - 120 a caratteri pesanti 1838 - sottocorona rigato 1839 - ex Collezione Pin 1840 - con busto 10 tornesi 1841 - 1844 - 1846 - 1847 - 1850 - 1851 - 1° tipo 1851 - 2° tipo 1852 - torretta evanesc. 1854 - 1854 - PROVIDENTIAOPTIMI 1854 - GRATIV non censita 1855 - 1856 - FERDINANDAS non censita 1856 - ATR non censita 1856 - aquile capovolte 1857 - 1857 - aquile capovolte 1858 - 1858 - aquile capovolte 1859 - 1 🦅 capovolta corretta 1859 - FERDINANDAS2 punti
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Non posso astenermi dal postare questa bella immagine che ho fotogtìrafato (con poca luce, stava nevischiando) durante una passeggiata in montagna questo weekend a Peio. Cammini su una stradina per arrivare ad una baita e ti imbatti in questo bell'affresco sulla parete esterna di una baita ben curata. Lo guardi distrattamente e pensi "Eppure... mi ricorda qualcosa..." Poi guardi meglio e... DING: "Guarda un po cosa vai a trovare: la Sterlina a Peio"2 punti
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Vittorio Amedeo III 1773-1796 Mezza Doppia Nuova, Torino, 1790, AU 4.49g. Ref : Cud.1094f (R4), Biaggi 845f, Fr.1121 Conservation : NGC MS 61. Trés Rare2 punti
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Stando a questi e altri indizi dev'essere andata andata più o meno così: - Nelle località urbane - almeno quelle con più di 40.000 - 50.000 abitanti circa - le 5, 10 e 20 hanno smesso di circolare fra il 1980 e il 1982 (il periodo mediamente più inflazionato in Italia dal 1950), salvo qualche eccezione. - Nei paesi e nelle campagne - in generale nelle zone a reddito medio più basso - le 5, 10 e 20 hanno continuato a circolare almeno fino al 1992 (il termine del periodo di mini-picco inflattivo dopo il crollo 1980 - 1986).2 punti
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Pautasso purtroppo non c'è più e non può continuare e nemmeno difendere il proprio lavoro. Ma resta il più grande studioso di questa monetazione e purtroppo lascia ad ognuno di noi la facolta di capire il suo lavoro. Arslan ha un'idea diversa che va rispettata ma è lontanissima dall'essere migliore delle altre, è più fruibile come ogni cosa che si trova in rete. Ma in linea generale siamo lontani dal capire tutte queste monete non solo questi due tipi del tuo amico. È una "matassa" ingarbugliata. C'è anche chi ha certezze come se vivesse nel 150ac. e per comperare il pane usa le dracme insubri. Ognuno è libero di credere quello che lo fa stare bene, però chi studia veramente queste dracme sa quanto poco ne sappiamo. Carripotti22 se avrai tempo, e voglia soprattutto, informati leggendo ogni autore, in questo modo ti renderai conto che le teorie sono molteplici, e spesso come credo tu saprai la verità è un po' di tutti, o meglio ognuno ha la sua parte di verità, però gli studi piu moderni invitano proprio a non dare troppa importanza a queste attribuzioni, proprio perché non sono certe, non perché chi le studia non le conosce ma perché sono forzature. Gorini ad esempio ma anche Lejeune si basano soprattutto sui territori criticando proprio questo modo di attribuire le emissioni,a loro dire, senza troppe certezze2 punti
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Questa moneta è in asta NOMISMA Auction 67 - Lot 94 Costantino (cesare, 306-309) Argenteo - Testa laureata a d. - R/ Porta di città (sic! ma non dovrebbe essere un campgate?) - RIC 154 AG (g 3,00) RR Splendido esemplare con delicata patina iridescente. Base d'asta 2.500,00€ Grading/Stato: SPL+/qFDC https://auctions.nomismaweb.com/it/lot/612069/costantino-cesare-306-309-argenteo-/1 punto
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Ho controllato sul RIC. Sono contemplate entrambe le cesure della legenda di dritto: Buona notte da Stilicho1 punto
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Ciao, è un 2 Jiao del 1962 della Repubblica popolare cinese, non più idonea per la circolazione sin dal 1999.1 punto
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Non ce ne sono molti in Russia. Bisanzio, Bukhara, Crimea. Ma il problema con l'uscita dal paese.1 punto
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19mm, 3.47g, 6h Potrebbe essere: Valore nominale: Follis Diametro: 19 mm circa Peso: 3,47 gr Metallo: Bronzo Dritto: FL HELENA - AVGVSTA (Flavia Helena Augusta), busto di Elena diademato e drappeggiato a destra, visto di tre quarti in avanti Rovescio: SECVRITAS - REIPVBLICE (Securitas Reipublice), la Securitas velata stante a sinistra, tiene con la mano destra un ramo abbassato e con la sinistra sostiene la veste, epsilon SIS crescente sovrapposto in esergo Zecca: Siscia Officina: 5a Emissione: Anno di coniazione: 328 Riferimento: RIC 218, Cohen 12 Rarità: C Note: Giusto? Comunque grazie della dritta su "il Ciclo di Avalon", provvederò quanto prima a procurarmi tutti i libri di Marion Zimmer Bradley. Ave! Quintus1 punto
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Cosi è stata classificata sul cartellino ma hai ragione non è 31, questo ha lo stemma piccolo mentre nel 31 è grande. Sembra un ibrido tra il 30 ed il 32/1 solo che ha il collo ancora più corto, anche rispetto al 30, tu come lo classificheresti??1 punto
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Ciao @Woland23 se leggevi quanto scritto sopra non era il caso di perplessinarsi. Sarebbe stato strano trovarle circolate Fun fact: tu questi biglietti li hai presi in America, da una città che si chiama Schwerin, la città "originale" https://it.m.wikipedia.org/wiki/Schwerin è nello stesso land di Marlow e le due distano 130 km l'una dall'altra 🍺😄 Servus Njk1 punto
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Ti consiglio di oscurare l'indirizzo, non è mai una buona cosa rendere pubblici i propri dati.1 punto
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Non mi trovi d'accordo. Per essere ufficiale è ufficiale anche una moneta proveniente dalla divisionale e dovrebbe anch'essa rientrare nella tiratura complessiva di quella moneta. Sarei tentato di suggerire ai falsari di falsificare il contenitore piuttosto che la moneta perché è più facile e più remunerativo.1 punto
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Sull'argomento segnalo il mio libro "Storia monetaria della rivoluzione francese". Sinossi e indice: https://numistoria.altervista.org/blog/?p=18943 Link Amazon: http://www.amazon.it/Storia-monetaria-della-rivoluzione-francese/dp/1511683775/?tag=gz-blog-21&ascsubtag=0-f-n-av_numistoria1 punto
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Lo era una volta in FDS, ma dai segni che ben si notano ora non più.1 punto
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Sì Raffaele... proprio per questo ho scritto che quest'ultima parte potrebbe essere fuorviante, perché troppo spesso, vengono proposte come "testa grande" delle comunissime piastre del 4° tipo. Errore in cui possono incorrere anche alcuni numismatici di lungo corso (di solito però non esperti delle piastre in oggetto) che, basandosi solo su questa nota (ignorando quindi la descrizione completa delle altre differenze del ritratto), possono confondere (in buona fede) i due diversi tipi. Allego un esempio di una comunissima piastra 1841 (del 4° tipo) che per via del ciuffo che termina a metà della D di DEI, viene spesso confusa o spacciata per "testa grande".1 punto
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Ciao Max, Ricordo la discussione ma non ricordo benissimo la tua piastra. È capitato anche a me di acquistare una brutta 1841 (fortunatamente pagata una miseria) da un noto numismatico romano con tanto di perizia testa grande ma che risultò essere una semplice 1841 normale, altro esempio di piastra normale venduta come testa grande è oggi presente in un negozio online di un altro noto numismatico, secondo me non tutti ancora oggi sanno distinguere la vera differenza, c'è ancora un po' di confusione generata secondo me dalla descrizione fatta nel Gigante di qualche anno fa e corretta nelle ultime edizioni. Tornando alla tua, effige intermedia? Perché no! Tutto può essere in questa bella monetizzazione del bombetta, con lui non ci si annoia mai. Un saluto a tutti e grazie per i commenti e per i like. Raffaele.1 punto
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Molto interessante e complimenti. A proposito dei Monneron Brothers: https://www.britishmuseum.org/collection/term/BIOG1123771 punto
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Un santo umile e misterioso. E’ San Defendente co-patrono di Cassolnovo che viene celebrato ogni anno all’inizio di luglio. In realtà i festeggiamenti sarebbero al 2 di gennaio, in concomitanza con San Defendente di Tebe, ma fin dal 1700 anno della traslazione delle reliquie da Roma a Cassolnovo a opera di Pietro Francesco Zaccaria Callerio, si festeggia San Defendente il primo fine settimana di luglio. Fu in seguito a un voto esaudito che Callerio decise di andare a Roma e prelevare il corpo di un cristiano perseguitato dalle catacombe. Il lungo viaggio terminò con l’arrivo dell’uomo di fede a Cassolnovo e la deposizione delle ossa del santo nell’urna che si trova nello scurolo della chiesa di San Giorgio, un tempo dedicata alla madonna della cintura, che campeggia ancora sul muro esterno della chiesa. Il santo, un cristiano perseguitato e finito nelle catacombe, è stato ribattezzato Defendente, defensor fidei, cioè difensore della fede, e probabilmente si trattava di un militare romano. Così viene infatti raffigurato nell’iconografia classica. Piace tanto ai cassolesi l’idea di un santo comunque “povero e umile” come un semplice soldato. …. https://lacortedileonardo.wordpress.com/2012/06/26/san-defendente-da-cassolnovo/1 punto
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Ti piace? Ti "comunica" sensazioni tenedolo in mano? Se chiudi gli occhi ti fa sognare di essere al fianco di Filippo alla testa delle sue legioni? Oppure nel Coloseeo a guardare i bestiarii o a festeggiare in qualche malfamata taverna? Se fa almeno un poco di quello che ti ho descritto l'hai pagata veramente poco, perché sono tutti "sogni impagabili" e che in molti non proveranno mai, sopratutto quelli che amano le monete solo per il loro valore in denaro corrente e non per quello storico... Ave! Quintus1 punto
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http://doi.org/10.5169/seals-175382 Se posso, ti consiglio, come servizio gratuito, DeepL: https://www.deepl.com/it/translator molto più efficace a mio avviso.1 punto
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taglio: 2 euro cc paese: grecia anno: 2018 B tiratura: 750.000 condizioni: bb+ città: trieste note: NEWS!!!1 punto
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Purtroppo dalla visione del Portale Telematico non sono in grado di vedere altro, oltre a quello che ha visto @palpi62 , e "notazione" può voler dire tutto e niente... forse qualche cosa inerente ai gradi successivi, ma non so.... In ogni caso sto cercando presso l'avvocato della parte di avere notizie in merito, quando dovessi averne ve lo farò sapere senza dubbio. Un cordiale saluto a tutti, Enrico P.S. questo mi ricorda che devo pubblicare una recente sentenza ( 2022 ) della corte di Cassazione Penale, positiva e riguardante il collezionismo di monete, sarebbe la quarta.... a breve provvedo.1 punto
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Io non ne prenderò nessuna poiché 20 euro e divisionali le ho già prese. La 5 euro Sant'Andrea l'ho presa con rilievi in oro insieme alla 5 euro San Pietro. Le altre non mi interessano. Sì, sono gli avanzi di magazzino. Sinceramente la politica di assegnazione vaticana non è di semplice lettura. Non è chiaro poiché abbiano assegnate alcune monete della serie e altre no, per poi averle in magazzino. Io ho preso, a suo tempo, le due monete con i rilievi in oro.1 punto
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Prova a fare screenshot e usare il traduttore di Google inserendo l'immagine, non sarà una traduzione perfetta ma sempre meglio di nulla 😉1 punto
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Quella mostrata al link è UNC, cioè non circolata, cioè FDC. Per la quale ci sta che da un venditore venga chiesto qualcosa più del suo valore facciale. Una moneta normalmente circolata come quella mostrata all'inizio di questo post vale due euro...1 punto
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Buongiorno a tutti, oggi condivido volentieri con voi un mio Carlino di Carlo V d'Asburgo (1516-1556), Monetazione 1° periodo 1516-1527 - 3,55gr. - Magliocca 51 (R4)1 punto
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Buona Giornata Al dritto ramo di palma tra globetti Al retro RX in monogramma, ma potrebbe essere anche G RX, al di sopra più che W la vedo come un fiore formato da globetti. In allegatrto degli stralci da "Studio sulle monete della zecca di Salerno di Cappelli Remo, Staderini Editore, Roma 1972" e da "Le monete della Zecca di Salerno di Bellizia Lucio, Libreria AR Editrice, Salerno 1992"1 punto
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E' il falso di cui si è già discusso. Si veda il motivo tripartito sotto la croce del rovescio. ... e in seguito questa discussione ...1 punto
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Purtroppo credo proprio sia falso anch'io...se non sbaglio in passato @AndreaPDne aveva segnalato uno analogo...1 punto
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Si certo sono vittima di Ebay🙂🙂 domanda come fanno a mettere online certi post , perché non vengono denunciati per truffa da Ebay ,d'Ufficio come si suol dire? Comunque grazie per il tempo dedicatomi.1 punto
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Condivido la moneta aggiudicata in asta spagnola J.Vico collezione Cores AE peso 15 grammi. E' una moneta estremamente rara al dritto Athena [?] al rovescio toro stante con lettera punica MEM sotto al ventre (tipica delle coniazioni dei rivoltosi) qualcuno la attribuisce all'iniziale del ribelle Mato, altri la collegano ai tetradrammi punico-siciliani dove compariva la stessa lettera. Dal 241 al 238 ebbe corso la cosiddetta rivolta libica ufficialmente perché Cartagine non voleva o non poteva pagare i propri soldati, che vide di fronte le truppe regolari della città e le milizie mercenarie dell'esercito cartaginese che si erano ribellate dopo la fine della prima guerra punica. La guerra, narrata da Polibio con dovizia di particolari, fu caratterizzata dalla straordinaria crudeltà dispiegata da entrambe le parti, dalle alterne vicende e dalla violenza dei combattimenti. Il conflitto, definito da Polibio "guerra inesorabile" o "guerra senza possibilità di tregua", inizialmente vide i notevoli successi dei mercenari capeggiati da due abili condottieri, l'italico Spendio e l'africano Mato. Dopo l'assunzione del comando di Amilcare Barca, i cartaginesi riuscirono ad avere infine la meglio e distrussero le milizie ribelli, procedendo ad una sanguinosa repressione finale: i capi mercenari furono tutti uccisi; dopo tre anni di conflitto Cartagine si assicurava la vittoria.1 punto
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Non mi dire... l'hai letto su Internet, magari su e-Bay... Se per "retro al contrario" intendi dire che il rovescio è ruotato di 180 gradi rispetto al diritto, ovvero che guardando il diritto "diritto" - perdona il bisticcio di parole - e ruotando la moneta sull'asse verticale il rovescio si trova "a testa in giù", ovvero ancora che l'allineamento delle due facce è del tipo "a moneta" ↑↓, ebbene, questo è quello che si osserva su tutti i miliardi (solo nel 1977, l'anno della tua, più di 80 milioni di monete prodotte, le hanno fatte dal 1951 al 2001, fai tu i conti) di monete da 10 lire coniati in Italia. Faccio molta (molta, molta) fatica a definire questo aspetto una rarità...1 punto
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Sì, il mio, tranne due. Sono un cattivo fotografo. Dai paesaggi italiani comprò Tivoli, Mantua, Casale Monferrato. Per capirne le dimensioni, 8 reais. Questi non sono i tempi più facili del mondo. Quindi abbiamo bisogno di un po' più di positività. Cibo per l'anima e per gli occhi.1 punto
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Buona Giornata. Mi piace continuare vecchie discussioni (è come rincontrare gli amici di gioventù) Su Panorama Numismatico n. 389 - Dicembre 2022 - Alberto Castellotti ha pubblicato l'articolo "Il torchio idraulico e le prime coniazioni meccaniche di monete". Da tale articolo estrapolo che a Genova è nel 1676 che si iniziano a coniare gli scudi al torchio. I Savoia iniziano ad usare il torchio, da loro chiamato mulinetto, verso il 1640. Nel Granducato di Toscana i Medici avviano le coniazioni al torchio col testone di Cosimo II (1609-1621), ma molto probabilmente, data la presenza del taglio inciso, ancora prima e precisamente nel 1592 coniarono sotto Ferdinando de Medici (dati riportati proprio nel taglio) una medaglia religiosa commemorante l'Annuncio a Maria, da un lato, e il Santo Volto del Salvatore, dall'altro.1 punto
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Come è che le sentenze che non si chiudono con una condanna per mancanza di documentazione ante 1909 o almeno una confisca perché l’imputato non può risolvere la probatio diabolica , non sono mai improvvide, mentre le stesse, se si concludono a sfavore dello stato sempre per mancanza di prove sufficienti ,che lo stato stesso non riesce a fornire , sono “ improvvide”..?! Ma quanti tipi di giustizia adoperiamo o vorremmo venissero adoperati dai talebani della kultura di stato?1 punto
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