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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/25/23 in tutte le aree

  1. salve a tutti, mi sono appassionato di banconote della corea del nord due anni fa,quando in un asta volevo cercare dei fogli di banconote interi e trovai dei fogli di banconote da 5000 won del 2006 da 24 che mi fecero aprire gli occhi su questa realtà misteriosa...eh si perchè la corea del nord è un paese di cui tanti sanno molto poco e che i media tendono a criticare...interessato dalla questione iniziai a guardare video su video e stampai il mio primo pick della corea del nord da tenere come mancolista(cosa che poi capii sbagliata in seguito ma ci arriveremo) con un obiettivo: collezionare tutte le banconote e simili di questa nazione così misteriosa,comprese relative varianti ed errori.A due anni da quel giorno la mia collezione è andata molto avanti e piano piano sono riuscito ad ottenerle quasi tutte comprese le rarità.h si perchè nonostante siano banconote molto economiche ce ne sono alcune che sono molto molto rare con alcune serie che a mio parere meriterebbero l'R4 o R5. A questo punto chi legge questa discussione potrebbe essere un pò scettico nel finanziare l'economia nordcoreana e per questo è importante precisare che la maggior parte dei soldi vanno al popolo nordcoreano che esporta le banconote illegalmente attraverso il confine con la cina e che è assolutamente vietato per legge esportare qualunque tipo di valuta dai confini nordcoreani inoltre è importante precisare che non tutte le banconote sono intese per la circolazione ma ci sono molte banconote cosiddette commemorative o per occasioni speciali oppure per usi speciali detto questo comincerei a spiegare le varie serie la collezione delle banconote nordcoreane può avere due inizi temporali: il 1945 o il 1947 le banconote del 1945,abbastanza costose per gli standard della corea del nord,sono state stampate da goznak,ovvero coloro che oggi stampano i rubli russi e sono state usate durante il periodo precedente alla nascita dello stato nordcoreano,è dunque ragionevole pensare che queste siano state riportate fuori dai confini coreani da soldati dell'armata rossa russa e che siano arrivati così ai giorni nostri.A conferma di questo,le banconote di questa serie,a differenza delle successive, si trovano molto più comunemente in russia.Queste banconote sono molto semplici e nascono in tagli di 1,5,10 e 100 won,di queste il 100 won si trova con filigrana e senza.La filigrana è pattern che si estende per tutta la banconota a forma di quadrati(questa cosa sarà ricorrenti anche nelle serie successive).Al momento io possiedo solo una 100 won con filigrana purtroppo e le sanzioni con la russia hanno reso ancora più difficile per me ottenere questo tipo di banconote.Vi allego intanto la foto di questa e potete vederle tutte qui : http://www.banknote.ws/COLLECTION/countries/ASI/KON/KON.htm questo link sarà importante anche successivamente quando parleremo delle varie varianti.In tutte le serie di cui parlerò darò un indice di rarità ed un fair value(ovvero valore giusto) perchè tanti compreso il pick tendono a esagerare i prezzi per questa serie rarità 7,5/10 fair value circolate come quella che vedete in foto della mia collezione queste banconote si aggirano sui 100 euro ma un esemplare unc arriva a costare 1000 euro
    7 punti
  2. Sabato prossimo si terranno le celebrazioni per il secolo dalla nascita di Don Lorenzo Milani (1923-1967), chiamato anche il "Priore di Barbiana" per il suo progetto educativo attuato sull'Appennino Tosco-Emiliano. Ebbene, in pochi sapranno che don Lorenzo era nipote di un grande numismatico: Luigi Adriano Milani (1853-1914). Laureatosi in filologia greca, nel 1877 ebbe l'importante incarico di catalogare il cospicuo ripostiglio della Venera, che comprendeva circa 50.000 antoniniani, ritrovamento avvenuto nel 1876 in provincia di Verona. In due anni riuscì a portare a termine l'immane impresa. Nel 1878 viene chiamato da L. Pigorini a Firenze e gli viene affidato l'inventario e la schedatura del Medagliere granducale. Fu poi chiamato in Etruria per organizzare i risultati dei ritrovamenti etruschi e dando vita al Museo topografico dell'Etruria, divenuto poi Museo centrale della civiltà etrusca, di cui Milani fu direttore; il museo viene inaugurato nel 1897 dal re Umberto I. Al ruolo di organizzatore affiancò anche quello di docente. Ancora oggi sono ricordate due sue opere ritenute fondamentali: Museo topografico dell'Etruria, Roma 1898 e Il Regio museo archeologico di Firenze, Firenze 1912.
    6 punti
  3. Salve. Condivido un tarì 1715 di Carlo VI con IM nel braccio. Gr. 4,33. Un caro saluto a tutti.
    6 punti
  4. Buongiorno. Oggi per dimenticare di non essere venuto a Verona mi sono fatto un regalino. Ducato di Pietro Lando in conservazione spl+/fdc. Peso gr. 3,48. Un grazie al mio spacciatore di monete di fiducia. Ex nac 108.
    4 punti
  5. In effetti questi rari denari si presentano quasi tutti con tondelli irregolari tranne qualche rara eccezione (ad esempio quello appartenente alla Collezione Reale). La forma particolare, escludendo i casi in cui il tondello si sia frazionato per le vicissitudini del tempo, porterebbe a supporre un metodo alternativo alla produzione dei tondelli simile a quello usato per i cosiddetti sesterzi di barra di epoca romana. Cioè i tondelli venivano tagliati da una lamina "quadrangolare". Un sistema sicuramente più veloce ma con un risultato poco gradevole agli occhi ma magari all'epoca accettato senza problemi non considerando l'estetica ma la sola funzione della moneta. Non va dimenticato poi che proprio sotto Giovanna I furono istituiti i quaternus in cui si rendicontavano le attività di zecca responsabilizzando i zecchieri che andavano a garantire quindi quanto coniato. L'ipotesi potrebbe essere che il mastro, facilitando il lavoro in zecca, faceva battere tondelli dalla forma quadrangolare andandone però a garantirne la bontà... ipotesi. Tornando al tondello della moneta in oggetto ho provato a sottolineare graficamente la differenza tra il tondello attuale e quello che sarebbe dovuto essere. Mi sono permesso poi di evidenziare in giallo quello sembra una lesione sul tondello. Se così fosse la moneta è da maneggiare con cura.
    4 punti
  6. Salve a tutti e buonasera. Vorrei condividere con voi questa moneta che apparteneva a mio nonno. È stata coniata 200 anni prima che nascessi io e nel 1798 è nato Leopardi!! Bella data. Che ne pensate della moneta? Vi piace? È un bel pezzo o se ne vedono tante così? Non intendo la rarità ma proprio se soggettivamente vi piace. Per me ha innanzitutto il valore di essere la più antica che ho ahahah. Vi volevo chiedere poi la P che cosa significa? La zecca di Palermo? Sul catalogo online in Ferdinando IV 1759-1798 pare sia stata coniata dalla zecca di Napoli però. Secondo voi una moneta del genere da quando è stata coniata non è mai stata ‘’lavata’’? Nemmeno 100 anni fa? È proprio come quando fu tolta dalla circolazione e conservata da qualche ignoto? Buonasera.
    3 punti
  7. Condivido volentieri questo recente ingresso in collezione. Può darsi che si tratti di un inedito. Il tipo è quello con busto/cornucopia e doppia legenda nominativa, la data 1622 è presente solo al diritto. Il presente esemplare è un'evoluzione del tipo Magliocca 96 (R/4) in quanto presenta oltre alle iniziali di Michele Cavo (la C è quasi nascosta sotto all'ultimo 2 della data) anche la sigla C del Maestro di Prova Costantino di Costanzo. Credo sia un esemplare di grande interesse, di solito il rame del '22 presenta come sigla di M.d.P. la P di Filippo Pacifico, come in alcuni grani e pubbliche. Prov.: Rimoldi Numismatica
    3 punti
  8. Grazie, è un pezzo che ho ricorso 6 mesi. La foto poi è effettivamente non disponibile online, ho fatto un fermoimmagine preso dal tour virtuale del museo, consiglio di vederlo a questo link, ogni cosa che si vede se cliccato sopra, mostra dettagli e possibilità di ingrandimento. http://www.meravigliedivenezia.it/it/venezia-media/VR/tesoro07/index.html Saluti Doge92
    3 punti
  9. Condivido. Scusa se sono stato un po’ ruvido fuori luogo 🙏
    3 punti
  10. Cari Savoiardi e non condivido volentieri 🤣🤣🤣 una delle ultime acquisizioni in collezione, lotto 1202 asta Nomisma 67. Difficile il cammino di sostituire gli scudi del regno di Sardegna con esemplari di questo calibro, difficile…ma non impossibile 😉🤗 La patina con riflessi indaco al diritto è introvabile e sicuramente farebbe sbarellare gli amici d’Oltreoceano 🎉😁
    3 punti
  11. Buongiorno ragazzi, vorrei condividere questa moneta che ho preso un po' di tempo fa. Purtroppo dalla foto rende poco, ma ha dei rilievi molto più belli. Siccome non conosco bene la monetazione, qualcuno mi può aiutare magari con cenno storici o qualche info in più riguardanti questa moneta? Grazie mille in anticipo
    2 punti
  12. 2 punti
  13. Anche questa tipologia di FTR e' estremamente interessante. Ogni elemento di questa scena ha un suo significato e può mostrare diverse variazioni sul tema che rendono coinvolgente la collezione di queste monete. Se può interessare, vi allego questo link che trovo esplicativo: Hut Coin Analysis (forumancientcoins.com) Tornando alla tua moneta, mi pare che in esergo ci sia BSIS, seguito da un marchio di officina e quindi dalla lettera M. I marchi di officina per Siscia sono indicati nel link che ho allegato (potrebbe trattarsi del 2^?). Magari, quando avrai la moneta in mano, potrai notare qualche elemento in più. Ciao da Stilicho
    2 punti
  14. taglio: 2 euro cc paese: finlandia anno: 2021 A tiratura: 800.000 condizioni: bb+ città: trieste note: NEWS!!!!!!
    2 punti
  15. questo è tutto,spero di avervi fatto conoscere un mondo nuovo e ringrazio tutti coloro che mi hanno suggerito e motivato ad aprire questa discussione e spero di potervi aiutare nella composizione di questa raccolta.Se avete dubbi o domande io sono qui e ovviamente se avete critiche o correzioni queste sono sempre ben accette.Inoltre ci sono ancora un sacco di "oddities" ma queste sarebbero extra e non mi va di andare fuori tema. saluti
    2 punti
  16. Quello che volevo sottintendere al post #221 è che la mancanza di sponsor è significativamente grave. Evidentemente, non vi sono ancora aspettative di ritorno economico e/o d'immagine da tali manifestazioni. Qualcuno ci crede a questo settore? Vien da pensare che ciascuno si limiti a gestire il proprio orticello. Le grandi Case d'Aste d'altronde hanno mission diverse. Il classico operatore di settore (che magari ha anche un proprio sito Internet) si limita a pagare il canone per l'occupazione dello stand e basta, mostrando quanto propone in vendita e contrattando sui prezzi; magari prende appuntamenti per ritiri di lotti già venduti/aggiudicati. Non esistono momenti di dialogo su aspetti del settore: relazioni, presentazioni di libri, di riviste, momenti di coinvolgimento su specifici esemplari, discussioni sull'andamento del mercato, eventi, dibattiti, etc. etc. E' tutto rimesso alla pura logica del "mercato". Si espone...si attende che qualcuno passi...quattro chiacchiere...un pò di tira e molla sul prezzo...qualche riflessione sullo stato di conservazioni...affare fatto...affare non fatto...ha quel pezzo?...no, si.... Per non parlare poi di coloro (non operatori) che vanno al "mercato" con il precipuo scopo di vendere, per se o per conto terzi, esemplari vari....Ti interessano una cinquantina di monete antiche?...le ho qui nel sacchetto...fammele vedere....ecco, vedi come son belle alcune son pure periziate...disposto anche a fare lo sconto a seconda di quante me ne compri...ma da dove vengono?...hai qualche documento?...prese da vari negozi, aste...di mio nonno...ritrovate dietro ad una vecchia credenza... Ma il "mercato" serve anche a coloro che, pur essendo operatori del settore, preferiscono semmai non usare lo stand ma fare gli affari lungo i corridoi che dividono le fila degli stand. Tutto lecito s'intende. Bisogna campare. Non lamentiamoci. Meglio questo che nulla. Sperando sempre che la prossima asta sia migliore dell'ultima e peggiore della successiva. Avanti tutta!!
    2 punti
  17. Buonasera,si conoscono alcuni esemplari del grano NEAPOLIS REX che presentano oltre alle sigle di Michele Cavo anche quella di Costantino di Costanzo, quindi è possibile che esistano altri nominali che presentano questa sigla oltre a quella del mastro di zecca, però nel caso del tuo tornese è in una posizione anomala, come è anomala la parte posteriore della testa del Re... È un pezzo che merita sicuramente un'approfondimento...
    2 punti
  18. Un vistoso esemplare di denario, forse da Antiochia all' Oronte, al nome di Marco Antonio, con al diritto sua testa ed al rovescio tiara armena . Sarà dopodomani in vendita LeuNum. 13 al n. 216 .
    2 punti
  19. Io conservo ancora come reliquie le mie trowel Battiferro e WHS. Non scaverò mai più maposso reinvasare i gladioli pensando di esser Indiana Jones (*) il titolo è stato scelto per la sola assonanza di Stefano Valentini* -> https://www.archaeoreporter.com/2023/04/16/lorigine-e-la-storia-della-trowel-strumento-icona-dellarcheologo-altro-che-cazzuola/?fbclid=IwAR1243ZxgnQ0hMU2KOM_9mTPBb6i1KNuS6IhIvmw--DO6nuxsgH9xNuH-Ik Trowelologia potrebbe essere un buon neologismo (non uno scioglilingua) per indicare la scienza che studia la trowel, l’arnese dell’archeologo per antonomasia. Scherzi a parte, tutti gli archeologi che si rispettino ne hanno una. Ci sono siti web in cui se ne descrivono nei minimi dettagli le caratteristiche, talvolta corredate persino da “consigli per l’acquisto e istruzioni per l’uso”. Ma forse in pochi si sono chiesti quale sia la storia di questo strumento e come e perché sia stato utilizzato dagli archeologi. (Nota agli utenti: contatore visualizzazioni articolo non funzionante correttamente, è quasi bloccato Stiamo lavorando per ripristinarlo) Trowel è una parola inglese dal sound piacevole, tradotta con l’italiano “cazzuola”, che, viceversa, anche per certe assonanze, suona un po’ peggio. In realtà a ben vedere non sono proprio dei sinonimi, perché trowel e cazzuola sono due attrezzi diversi. In Italia, se voi andate in una qualsiasi ferramenta, anche la più fornita e chiedete una cazzuola, vi daranno uno strumento, che al di là delle varianti, presenta una caratteristica costruttiva ben precisa: l’imposta del manico, cioè quella parte dell’arnese che fa da raccordo tra il piatto e l’impugnatura è saldato al piatto. La trowel invece, al di là della forma e delle dimensioni, è realizzata con un unico pezzo di metallo forgiato e questa caratteristica incide in maniera fondamentale sulla sua resistenza all’uso, rendendola particolarmente adatta per gli scavi archeologici. Ma anche la forma è diversa. Le cazzuole hanno un piatto generalmente triangolare, mentre le trowel hanno un piatto a forma di rombo (o diamante, foglia, goccia d’acqua), fatta eccezione per le cosiddette margin trowels, con piatto di forma rettangolare, utilizzate per rifilare le sezioni dei sondaggi. Appunti di “trowelologia” Confronto tra esemplare originale di WHS utilizzata nei cantieri edili, prodotto prima del 1951 ed esemplare originale di Marshalltown utilizzata nei cantieri edili, prodotto intorno al 1950 (archivio CAMNES). Sono queste due caratteristiche specifiche della trowel che ne hanno determinato il “successo” in archeologia. Ma come e quando le trowels hanno iniziato ad essere utilizzate in archeologia? La trowel più diffusa è senza dubbio la mitica WHS pointing trowel, di produzione inglese. Vi siete mai chiesti cosa significhino queste tre lettere? La storia viene da molto lontano. Il marchio WHS nasce nel 1793 e le lettere sono le iniziali di William Hunt&Sons produttori di utensili in acciaio a Rowley Regis, nel Worcestershire. Questa trowel forgiata viene realizzata per la prima volta in Inghilterra, probabilmente alla fine del ‘700, per essere impiegata nei lavori edili, in particolare nella costruzione di edifici in mattoni. Non a caso, essendo in origine pensata per i muratori, ha un’inclinazione dell’impugnatura rispetto al piatto (cioè non sono allineati) per evitare che la malta scivoli verso la punta della cazzuola, durante la messa in opera dei mattoni. Proprio in Inghilterra e in quel periodo, perché quella è l’età aurea degli edifici in mattoni costruiti negli stabilimenti industriali e nei quartieri dei lavoratori. E ancora oggi, in Inghilterra, i muratori utilizzano la trowel per rompere i mattoni e metterli in opera costruendo muri. Il termine pointing (con il quale ci si riferisce a questo specifico tipo di trowel) ha proprio a che fare con la tecnica di messa in opera dei mattoni (sull’Oxford dictionary leggiamo: “Pointing: the action of filling the joints of brickwork or masonry with mortar”). Quindi questi arnesi nascono con una vocazione tecnica, artigianale potremmo dire, molto specifica. C’è perfino un aneddoto a riguardo. Nel settore edile, in Inghilterra, le iniziali WHS sono state riadattate per la frase “Work Hard or Starve!” (trad. it: Lavora duro o muori di fame!) che un po’ vale anche per gli archeologi… Tornando alla storia del marchio, nel 1951 la William Hunt & Sons (WHS) si fuse con la Nash Tyzack, formando il gruppo Brades Nash Tyzack Industries, che venne poi acquistato nel 1962 dal gruppo Spear&Jackson, che vantava una tradizione antichissima nella produzione d’acciaio, essendo stato fondato nel 1760 a Sheffield, la città dell’acciaio per eccellenza. Nel 1985 Spear&Jackson è stata assorbita dal gruppo Neill Tools, con sede sempre a Sheffield, che detiene tuttora, nella produzione delle trowels, i marchi WHS, Spear & Jackson e Tyzack. Questo spiega il perché si trovino in commercio trowels con diversi loghi, o loghi compositi; ad esempio WHS-Tyzack (Tyzack è stato aggiunto nel 2006 al logo WHS), oppure solo Tyzack (il logo con le tre gambe era quello della Joseph Tyzack&Son di Sheffiled che si fuse con la WHS negli anni ’50). Ma quando è stata introdotta la WHS negli scavi archeologici? Non possiamo saperlo con certezza, ma di sicuro nel 1946, Atkinson (noto per aver scavato Stonehenge) nel suo manuale Field Archaeology raccomanda l’uso della trowel WHS (R. J. C. Atkinson, Field Archaeology, Methuen&Co. Ltd. London, 1946). Se andiamo a vedere quanto scrive Atkinson a pagina 47, dove viene descritta la trowel, lui raccomanda quella da 5 pollici (che equivalgono a 12,7 cm) e non quella standard da 4 pollici (circa 10 cm), che si è nel tempo affermata tra gli archeologi. Nel testo si legge che la lama deve essere piatta (springy, quindi non esageratamente dura, ma leggermente elastica) e più o meno parallela al manico; il codolo deve essere forgiato con la lama; la punta deve essere leggermente arrotondata per non danneggiare i reperti. Atkinson dà persino delle istruzioni sull’uso, dicendo che può essere usata in quattro modi. E cosa dire della trowel Marshalltown? La Marshalltown Company è in pratica l’equivalente americano dell’inglese Neill Tools, proprietaria del marchio WHS; una potenza nella produzione e fabbricazione di attrezzature per l’edilizia e settori affini. La sede centrale si trova in Iowa, dove fu fondata nel 1890. Nella sua produzione non poteva mancare la pointed trowel, verosimilmente mutuata dal modello inglese originale, la WHS. La sua diffusione tra gli archeologi, inizialmente americani, ma poi di tutto il mondo, si deve ad un iconico articolo di Kent Flannery (“The Golden Marshalltown: A Parable for the Archeology of the 1980s”, in American Anthropologist New Series, Vol. 84, No. 2 (Jun., 1982), pp. 265-278). In questo articolo, l’autore descrive un episodio personale. Si trova in volo con alcuni suoi colleghi di ritorno da un convegno, e ci racconta che il vecchio professore in sua compagnia gli mostra una trowel Marshalltown: “La sua mano palpò per un momento nelle profondità della sua borsa da viaggio segnata dalla battaglia, e improvvisamente tirò fuori una trowel. Una trowel che non avevo mai visto. Una cazzuola che si trasformò in una fiamma gialla ai raggi del sole al tramonto mentre la teneva contro il finestrino del 747”. E il vecchio professore dice: “Questa è stata la mia prima trowel Marshalltown. Sai com’è la prima Marshalltown di un archeologo? Come il primo guanto Wilson (da baseball, ndr.) di una major league. Ho scavato a Pecos con questa cazzuola, sotto Kidder. E nelle rovine azteche con Morris. E a Kincaid con Fay-Cooper Cole. E al Lindenmeier con Frank Roberts. Figliolo, questa cazzuola è stata a Snaketown, ad Angel Mound, e al Dalles of the Columbia con Luther Cressman” (trad. it di pagina 268, ndr.) Proprio dopo la pubblicazione di questo articolo la Marshalltown ha iniziato davvero a fare concorrenza alla WHS. E questa concorrenza dura tutt’oggi. Nonostante la produzione di queste due cazzuole presenti ormai diverse varianti, in origine, la differenza fondamentale stava nello spessore del piatto. Come tutti sanno per esperienza, il piatto della WHS è di solito più spesso e rigido di quello della Marshalltown. Nel 2005 -e questo è un altro aneddoto che ci restituisce l’attenzione che certi archeologi, giustamente, ripongono sui loro arnesi da lavoro- i produttori della WHS misero sul mercato una versione dal design più leggero. Bene, questa “innovazione” incontrò una resistenza tale da parte degli archeologi inglesi, che la British Archeological Jobs Resource riportò casi di rottura del piatto, mentre Oxford Archaeology suggerì addirittura il passaggio alla Marshalltown di fabbricazione americana. Come conseguenza l’azienda tornò sui propri passi, lasciando in produzione solo il modello standard con lama più spessa. Ma la storia non finisce qui, perché oltre alla WHS e alla Marshalltown, più recentemente, abbiamo assistito anche alla diffusione tra gli archeologi italiani di una trowel di produzione nazionale. E dovremmo esserne orgogliosi, considerata la qualità del prodotto (lo dico per esperienza!). Si tratta del modello prodotto dalla Battiferro (il nome è tutto un programma…) di Maniago (Pordenone), azienda che dal 1957 produce utensili per l’edilizia, e che dalla fine degli anni ’90 ha avviato anche una produzione di trowel per archeologi. C’è una storia davvero intrigante parallela a questa produzione della Battiferro di Maniago. L’azienda francese Strati Concept, La boutique de l’archéologue nel 1998 ha progettato, sviluppato e realizzato una particolare trowel forgiata, frutto di una serie di studi ergonomici, la Pi2, che potremmo considerare come la prima trowel pensata e realizzata “esclusivamente” per gli archeologi (almeno da quanto si può apprende da alcune info reperibili on-line). Questo test pilota, nel 2012, è divenuto un prodotto commerciale, grazie alla collaborazione tra Strati e la Battiferro di Maniago. Purtroppo però questo modello non è più in commercio, la Strati Concept non fornisce più le normali cazzuole dal 1° gennaio 2016. QUI DIRETTAMENTE UNO DEI VIDEO SULLE TROWEL DAL CANALE DI CAMNES: Ma non tutto è perduto! Se la produzione industriale non vi accontenta, potete sempre rivolgervi, come ho fatto io, che sono amante dell’artigianato, alla fonderia olandese Sneeboer. Questa piccola azienda olandese è famosa in tutto il mondo, da oltre 100 anni, per la produzione di utensili ed attrezzi (costosissimi…) per il giardinaggio. Hanno in catalogo un unico modello di trowel, forgiata in un solo pezzo per battitura e rifinita a mano. Proprio perché si tratta di pezzi unici, con tutte le imperfezioni e il fascino della produzione artigianale (oltre al costo e ai tempi di consegna, non inferiori ai due mesi!) potete persino richiedere delle modifiche personali. Io, ad esempio, basandomi sul progetto della Strati Concept, ho chiesto che l’impugnatura fosse allineata con la lama, dunque con un angolo a 90° tra piatto ed innesto del manico. In questo modo si può ottenere la massima precisione nei movimenti e la massima sensibilità durante lo scavo. È una questione ergonomica, e come tutti sapete l’ergonomia è la regola con cui, nell’uso di un oggetto di design -e la trowel non fa eccezione- un essere umano ottiene il migliore utilizzo possibile, con il minimo sforzo. *CAMNES, Firenze
    2 punti
  20. In realtà oltre al culturale e allo storico esiste un terzo elemento che la numismatica contempla, quello artistico. Ed è chiaro che l'alta conservazione lo valorizza, al di là degli aspetti strettamente economici o di mercato. Personalmente apprezzo maggiormente una raccolta tipologica con anni comuni ma alta conservazione, rispetto ad una collezione completa in scarsa conservazione ... ma mi rendo conto che è un mio modo di sentire e che non viene condiviso dalla maggior parte dei collezionisti. Catalano ("Quelli della notte") avrebbe detto: è molto meglio una collezione completa di monete magnifiche, piuttosto che una raccolta lacunosa di ruzziche. ... d'altra parte in questo mondo c'è spazio per tutti!
    2 punti
  21. Cavedoni Firenze l, le monete slabbate su aste Italiane che si vedono sono tutte sua.. Un caro saluto
    2 punti
  22. Fantozzi! Batti lei? Che fa ragioniere, mi da’ del tu? Ma no, è congiuntivo! 🤣🤣👍
    2 punti
  23. intanto per chi è interessato ho creato la discussione di cui stavamo parlando riguardante le banconote della corea del nord a questo link
    2 punti
  24. vi racconto la mia esperienza al veronafil. Una cosa importante da capire è il background del collezionista perchè ognuno ha il suo ma una fiera così,che dovrebbe essere la più importante d'italia,dovrebbe accontentare tutti.Io sono un giovane collezionista(ho 19 anni) e vengo da 230 km da verona con un interesse particolare per le banconote della corea del nord.Sono partito il sabato sfruttando una bellissima promozione di trenitalia che mi permetteva di andare a verona con 16.20€ a biglietto e voglio precisare che la promozione c'è solo il sabato.Sono arrivato a verona molto presto sabato mattina e dunque sono riuscito a visitare quei pochi banchi che offrivano ciò che cercavo (cosa comprensibile visto che è un collezionismo di nicchia).Ho notato molto calo di espositori anche dall'estero rispetto all'edizione precedente a cui ho partecipato.Sono stato a volte trattato non con troppa gentilezza e a volte con un pò di freddezza,però sono sempre stato molto educato nel chiedere e questo mi fa riflettere sul fatto che molti commercianti "schifino" i più giovani consci che non porteranno molto incasso.Alla fine ho trovato cosa cercavo per un totale di 200€ in uno dei pochi banchi che mi hanno trattato bene e mi hanno anche fatto 25 euro di sconto(ps.grazie mille di tutto).A quel punto si era fatto intorno alle 13.30/14.00 e notavo che sempre più commercianti stavano già smontando per andare via nonostante,ufficialmente,mancasse un giorno e mezzo alla fine della fiera.Leggendo i commenti sul forum ho capito che per alcuni selezionati la fiera sarebbe stata aperta anche il giovedì...quindi sono andato via da verona con molti dubbi ma vi farò un riassunto 1)come si fa ad attirare le nuove generazioni al collezionismo se questo è il trattamento? 2)perchè molti negozi si ostinano a non avere una buona presenza online?è il 2023 e la presenza online è necessaria perchè è assurdo che uno debba fare centinaia di chilometri per arricchire di poco la sua collezione 3)gli espositori,che pagano sempre di più per essere ad un veronafil sempre più vuoto,perchè lo fanno?ma soprattutto 4)perchè di 3 giorni di fiera ufficiali(4 se consideriamo quelli non ufficiali) gli espositori stanno un giorno nemmeno in fiera?.Cioè ragazzi è irrispettoso per chi si fa tutta quella strada per venire a vedervi e io capisco che soprattutto gli stranieri devono tornare anche a casa loro ma nonostante tutto questo è il vostro lavoro e mi sembra un sinonimo di poca professionalità e rispetto 5)come fa l'organizzazione del veronafil a tollerare il fatto che un gruppo selezionato di persone possa entrare un giorno prima del pubblico.Questa cosa è al confine con la discriminazione a mio parere spero che questo messaggio vi faccia aprire gli occhi.Non so se verrò più al veronafil dopo questa esperienza ma a tanti non interesserà perchè...tanto non porti una montagna di soldi quindi sei inutile Saluti
    2 punti
  25. Buongiorno, mi aggiungo al post per condividere il mio esemplare ed una immagine di come si presentano dal vivo le reliquie, possono essere viste nel Tesoro di San Marco. Saluti Doge92
    2 punti
  26. Io non vendo online. Io non vendo in asta. Anch'io apprezzo il contatto umano. Non vendo scarpe, nè lavatrici. Le monete vanno viste in mano, libere non slabbate, e una bella chiacchierata sulla loro circolazione, sulla conservazione e, perchè no, sul loro valore economico è un piacere al quale non riesco e non voglio rinunciare. Il mercato va in un'altra direzione? Pazienza io vado per la mia strada. Arka Diligite iustitiam
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  27. Un sesterzio molto bello, dalla patina davvero affascinante e particolare per le sue tonalità e dalle effigi nitide. Sono stato incuriosito dal rovescio e quindi sono andato un po' a leggere. Il tutto nasce dal mito greco di Demetra (Cerere nella versione latina), dea della fecondità e della fertilità (qui rappresentata con due spighe di grano nella mano destra). Demetra aveva sposato Zeus da cui aveva avuto una figlia, Persefone (Proserpina). Tuttavia, Persefone era stata promessa in sposa ad Ade, il signore degli inferi, che la rapì. Demetra comincò a cercarla disperatamente giorno e notte (ecco la torcia, la fiaccola che tiene in mano) e non trovandola, decise di lasciare l'Olimpo (per protesta, diremmo noi). La terra, quindi si inaridì e cominciò a non produrre più le sue messi; Zeus, vista la gravità della situazione, concesse (in accordo con Ade) che Persefone potesse tornare sulla terra per sei mesi all'anno, tra la primavera e l'autunno. Demetra fu soddisfatta, tornò sull'Olimpo e la terra riprese a rifiorire ciclicamente. Perchè Cerere sulle monete di Adriano? Potrebbe forse essere un richiamo alla sua passione ed ammirazione per la cultura greca di cui era un profondo conoscitore (così come dei suoi luoghi particolari). Non e' escluso, quindi, che gli fossero ben noti i misteri eleusini, celebrati nel tempio proprio di Cerere/Demetra ad Eleusi. Oppure, si tratta semplicemente un richiamo al fatto che sotto il suo regno veniva garantita a tutti prosperità e abbondanza (non so sinceramente se prese provvedimenti specifici in merito all'approvvigionamento granario). O, infine, un richiamo al suo predecessore Traiano, che anche lui aveva fatto coniare monete con Cerere, talora effigiata anche con il modio ai suoi piedi. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. Ciao da Stilicho
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  28. Buonasera a tutti, la sera dopo una giornata di lavoro la mia mente come quella di tanti non trova sosta e non pone limiti alla fantasia. Allora mi è venuta l'idea di impostare una discussione leggera, una sorta di contenitore di monete Borboniche che abbiano un filo comune, un doppio orecchio. Ho spulciato sul Web e sul nostro Forum ma non ho trovato una discussione specifica ad hoc. Per onestà e completezza linko quella che ho trovato che ha più attinenza con quello che mi accingo a fare soprattuto con il vostro aiuto. Una discussione da far crescere insieme ognuno apportando del suo. Questa è una discussione di Ascolto visto il titolo. Ognuno posti il suo doppio orecchio... Inizio con il mio. Una mezza piastra di Ferdinando II millesimo 1859 ( sarei tentato di dire 9 su 7). Un apprezzabile e visibile Doppio padiglione auricolare... Segni di rimozione di appiccagnolo, segni di strappi e graffi di conio al rovescio, ma resta per me comunque una moneta pienamente godibile e collezionabile. Aspetto le vostre. Saluti Alberto
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  29. Cercando di ordinare le tante piccole e modeste monete che mettevo da parte nei primi anni di interesse numismatico, mi sono imbattuto in una 10 lire di fine anni '50 malmessa. Stavo per buttarla ma poi, come un lampo, mi è tornato alla mente un episodio di tantissimi anni fa. In quegli anni ero un ragazzino e con la piccola paghetta settimanale che ricevevo compravo i miei fumetti preferiti: Il grande Blek e Capitan Miki: Ricordo che una volta con una parte della paghetta comprai un'altra cosa, forse un dolciume o altro e quindi per acquistare i miei fumetti mi mancavano 10 lire e fui molto triste. Ecco, non ho buttato più la monetina malmessa. Ho voluto condividere questo ricordo con voi.....
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  31. Allego una breve biografia di Filippo Rega rintraccianta nel web. Rega Filippo.pdf
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  32. FDC Luxor con una bella chicca...una busta fuori dal comune...diciamo Fuoriclasse 😉
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  33. P - ro (lettera greca)...direi "pro teste tra pelate teste" che diventa "proteste trapelate testé", con l'accento finale sennò non ha senso, ma potrei sbagliarmi
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  34. Bellissimo commento,io penso che la sua grande cultura lo abbia portato a provare ammirazione per l'arte e cultura greca
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  35. SPL+ da Cavaliere
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  36. La casa d'aste parla da sola. Per la tipologia ed il prezzo di realizzo più diritti è stato pagato forse il doppio o il triplo del suo valore, de gustibus
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  37. Ciao Antonio, a mio parere questa moneta è stata pesantemente bulinata sia al dritto che al rovescio. La legenda, sia al dritto che al rovescio, è stata praticamente rifatta e sono stati ritoccati anche i fondi, sono stati lisciati. Al dritto il volto dell’imperatore è stato pesantemente ritoccato. Personalmente le monete che hanno subito tutti questi interventi di rifacimento, non le trovo interessanti, le monete antiche, a mio modesto parere, sono affascinanti quando presentano anche tutti i segni del tempo.
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  38. Sicuramente e cercherò di impararlo, tu conosci poco il rispetto per gli altri, cosa che ti consiglio vivamente di imparare . Come vedi, nella a vita , tutti non smettiamo mai di imparare. ANTONIO
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  39. La moneta di originale ha il tondello. Il resto è specificato nella descrizione non c'è bisogno di spiegazioni.
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  40. ......sei un vulcano che doveva solo esplodere e lasciar esplodere. Continua cosí,piano piano ed aggoungi sempre "una goccia" al giorno 😁 Giá stiamo conoscendo nuove cose interessanti☺️👏
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  41. Gran bella moneta. Aggiungo per condivisione la mia:
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  42. Bravo @Doge92, complimenti anche per la foto!
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  43. va bene mi avete convinto! Io potrei aprire la discussione "la mia collezione delle banconote della corea del nord" e postare i miei esemplari,magari potrebbero essere di aiuto a chi si vuole interessare a questo tipo di collezione.Per le banconote dell'area vietnam/cambogia/laos non ne so praticamente nulla...non è il mio campo per adesso però non nego la loro assoluta bellezza e si davvero scusateci per l'off topic,ogni tanto può succedere di perdere un pò la strada😅
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  44. In realtà ti vegliava dall'alto dello spazio aereo con la slitta trainata dalle renne volanti intercettate regolarmente dal NORAD (Comando di Difesa Aerospaziale del Nord America), che riporta il tracciamento della rotta ogni dicembre su apposito sito: https://www.noradsanta.org/en
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  45. Conosco le "hairlines" e posso fornire esempi specifici. Sulla sinistra c'è un'immagine del prodotto. Sulla destra c'è una foto che ho scattato con il flash del mio telefono. Con il mio metodo, è facile vedere le "hairlines". Ma pochi apprezzano le monete in questo modo.
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  46. https://www.veronafil.it/it/veronafil/prossime-manifestazioni/
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  47. Per caso, è possibile trovare un elenco degli stand che saranno presenti al Veronafil?
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  48. Hai ragione... ADDENDUM Molto noto è stato il legame sentimentale intercorso tra l'imperatore e un giovane greco originario della Bitinia di nome Antinoo, tanto da essere celebrato nel corso del tempo come una delle più famose rappresentazioni di "coppie omosessuali" dell'intera storia LGBT; non vi è in ogni caso una prova inequivocabile che tra i due sussistesse un rapporto del tipo erastès-eromenos, così come era nella tradizione erotico-pedagogica della pederastia greca: si sa comunque che il giovinetto si trovò strettamente a contatto con Adriano per almeno cinque anni e che lo seguì in tutti i suoi viaggi fino a quando, appena diciannovenne misteriosamente cadde nel Nilo e morì. Travolto dal dolore, in onore del defunto Antinoo, Adriano fondò la città egiziana di Antinopoli, nella quale fece edificare un tempio dedicato al culto di Antinoo divinizzato, assimilato al dio egizio Osiride e successivamente anche a Ermes e a Dioniso, nonché come patrono delle colture. Per il resto della vita Adriano commissionò centinaia (se non migliaia) di statue di Antinoo, oltre che farlo ritrarre in busti, monete, gioielli e altri oggetti di artigianato: tutta la passione e la profondità dell'amore di Adriano furono mostrate in queste opere, che sono tra gli esempi più alti dell'arte adrianea e rinvenute ovunque in tutto l'Oriente ellenizzato dell'Impero romano, raffiguranti un giovane uomo dal fascino malinconico, caratterizzato da un volto tondo con guance piene prive di qualsiasi peluria, labbra sensuali, e folta capigliatura a grosse ciocche mosse che ricoprono le orecchie. Uno dei più famosi fra questi oggetti è la cosiddetta gemma Marlborough, una sardonica splendidamente incisa e bagnata nell'oro nella parte posteriore, che si riteneva perduta e che fu poi riscoperta in un'asta pubblica londinese nel 1952. Il grande collezionista Giorgio Sangiorgi la riportò a Roma, dove è tuttora conservata. Antinoo proveniva da Claudiopoli (Bitinia) e Adriano con tutta probabilità lo incontrò durante il soggiorno in Asia minore avvenuto nel biennio 123/24. Per l'ambiente contemporaneo non era tanto l'inclinazione omoerotica dell'imperatore nei confronti degli adolescenti a essere irritante - tali rapporti erano sempre stati evidenti anche nel predecessore Traiano - quanto l'insolita apoteosi assegnatagli post-mortem, del tutto simile al culto imperiale e appartenente di diritto solamente alla famiglia reale, nonché l'allontanamento definitivo dalla moglie e la profonda malinconia che caratterizza i suoi ultimi anni di regno, accresciuta anche dalla perdita di lì a breve dell'amata sorella Paulina (la quale non ebbe peraltro mai gli onori che furono attribuiti ad Antinoo in quanto pare considerasse l'abbandono sentimentale del fratello sconveniente ed eccessivo). Immediatamente cominciarono inoltre anche a circolare voci su quelle che in realtà avrebbero dovuto essere state le effettive circostante dell'incidente occorso ad Antinoo; oltre alla morte naturale cadendo nel fiume per poi annegare subito dopo, sorsero anche interpretazioni alternative per cui si sarebbe suicidato perché rischiava di non rimanere ancora per molto nelle grazie dell'imperatore ma si ipotizzò anche l'omicidio da parte della moglie di Adriano o la morte sacrificale a carattere magico-rituale nell'intento di donare la piena salute ad Adriano che in quel periodo era tornata a essere alquanto cagionevole. Il modello della deificazione postuma dei propri cari - la quale iniziò a verificarsi durante l'ellenismo tra i vari sovrani del Vicino Oriente - fu Alessandro Magno, che attribuì egli stesso onori e culto da eroe all'amatissimo compagno Efestione dopo la sua sopravvenuta dipartita. Ma la portata della venerazione nei confronti di Antinoo fu tale da includere anche il catasterismo: Adriano affermò cioè di aver veduto brillare in cielo la stella dell'amato e lo volle pertanto tramutare in una costellazione col suo nome, quella di Antinoo. La fede nella divinità del giovane uomo morto, risorto e assunto in cielo apparve in varie forme e ottenne ampia diffusione, non solo nella parte più orientale dell'impero, ma anche in Grecia e Asia minore fino a giungere in Italia; avendo un seguito tra le masse popolari che si ricollegavano a lui nella loro stessa speranza in una futura vita eterna, il suo volto iniziò ad apparire anche in lampade, vasi di bronzo e altri oggetti dell'esistenza più quotidiana. Solamente di Augusto e dello stesso Adriano ci sono state tramandate un numero di immagini superiore a quelle che imprimono le fattezze di Antinoo. Ave! Quintus
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  49. E' possibile che sia un denaro dei Margravi Bavaresi di Brandeburgo: (da http://www.muenzen-ritter.de/shop/altdeutschland/b/brandenburg-markgrafschaft/41134-brandenburg-markgrafschaft-bayerische-markgrafen-denar-1323-1373-ss.html ) Per info: http://it.wikipedia.org/wiki/Sovrani_di_Brandeburgo
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