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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/26/23 in tutte le aree
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Buongiorno a tutti, Alberto partecipo volentieri con le mie... Un saluto. Raffaele.5 punti
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Buonasera a tutti, la sera dopo una giornata di lavoro la mia mente come quella di tanti non trova sosta e non pone limiti alla fantasia. Allora mi è venuta l'idea di impostare una discussione leggera, una sorta di contenitore di monete Borboniche che abbiano un filo comune, un doppio orecchio. Ho spulciato sul Web e sul nostro Forum ma non ho trovato una discussione specifica ad hoc. Per onestà e completezza linko quella che ho trovato che ha più attinenza con quello che mi accingo a fare soprattuto con il vostro aiuto. Una discussione da far crescere insieme ognuno apportando del suo. Questa è una discussione di Ascolto visto il titolo. Ognuno posti il suo doppio orecchio... Inizio con il mio. Una mezza piastra di Ferdinando II millesimo 1859 ( sarei tentato di dire 9 su 7). Un apprezzabile e visibile Doppio padiglione auricolare... Segni di rimozione di appiccagnolo, segni di strappi e graffi di conio al rovescio, ma resta per me comunque una moneta pienamente godibile e collezionabile. Aspetto le vostre. Saluti Alberto4 punti
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Buongiorno, segnalo l'uscita del seguente saggio storico distribuito dall'editore Aiep (https://www.aiepeditore.com/prodotto/falsa-moneta/) in vendita oltre che in libreria nei vari marketplace o piattaforme di vendita libri online (mondadori, felrinelli, ibs ecc ecc). Falsa Moneta è la storia di due falsari sammarinesi che, muovendosi nella Valmarecchia di fine ’800, tra San Marino, San Leo e Rimini, mettono in atto una serie di tecniche collaudate per fabbricare e diffondere monete e banconote false. L’autore, attraverso una documentata ricerca bibliografica ed archivistica negli archivi sammarinesi, romagnoli e marchigiani, ricostruisce tutti i passaggi della vicenda a partire dall’arresto di Freducci, complice delle prime falsificazioni. La narrazione si concentra poi sui personaggi di Taddei e Filippucci, i veri protagonisti del manoscritto e della relativa storia falsaria. Il Taddei, cognato di Filippucci, si presenta come un personaggio complesso, capace di condurre una vita turbolenta e in aperto contrasto all’ordine costituito, spesa a coniare false monete, nella fabbrica di Montebello di Torriana e non solo. Nella sua attività criminale coinvolgerà lo stesso Filippucci, il quale si troverà a fare i conti con la giustizia a partire dai 16 anni di età, reprimendo le proprie vene talentuose e artistiche che riprenderà soltanto dopo aver espiato ben due condanne penali. Un artista che, nonostante la vita umile condotta, lascerà memoria di sé, oltre che negli archivi criminali, anche in affreschi, disegni e pregevoli lavori d’intarsio, tanto da valergli riconoscimenti internazionali, quali una menzione d’onore all’Expo di Parigi 1900. Falsa moneta, tuttavia, non è solo la narrazione criminale di ingegnosi falsari, di perizie, e di vicende e interrogatori giudiziari, dispute sentimentali risolte ad armi da fuoco, evasioni e periodi di esilio. Al contrario, il manoscritto è inserito all’interno della cornice sammarinese di metà ’800 e si presenta anche come uno spaccato del contesto sociale, storico e penale di San Marino e dell’Italia del XIX secolo. I continui rimandi ai processi, alla società e alla giurisdizione del tempo, rendono la ricostruzione di Falsa moneta non solo un testo narrativo affascinante da leggere, ma anche un saggio, unico nel suo genere, interessante sotto il profilo soprattutto culturale, giuridico e sociale. Un’appendice conclusiva più tecnica, basata sulle perizie e i verbali dell’epoca, ricostruisce in ogni aspetto i procedimenti di coniazione di moneta e argentatura\doratura a corrente elettrica mediante l’utilizzo di un’ ingegnosa e rudimentale pila voltaica, trasformando cosi l’officina dei falsari, anche in un laboratorio di sperimentazione chimica e scientifica. Per quel che riguarda invece la contraffazione di cartamoneta della Banca Nazionale nel regno d’Italia, il Filippucci utilizzerà un metodo innovativo e fino allora sconosciuto ai periti dell’epoca. Antonio Massimino capo della stamperia dell’officina governativa carte e valori di Roma rimase ammirato da questa tecnica di contraffazione eseguita a penna che racchiudeva in se le doti del suo esecutore, pittore, incisore e disegnatore meccanico. Nell'appendice fotografica sono inseriti diversi documenti dell'epoca, tra i quali, la falsa cartamoneta da 100 lire della banca nazionale nel regno d'Italia disegnata dal Filippucci, gli appunti per la corretta esecuzione del procedimento di argentatura a corrente elettrica e il disegno originale della macchina torchio utilizzata per la coniazione delle lire e delle mezze lire di Vittorio Emanuele II.4 punti
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Bravo Alberto. Hai trovato un altro bellissimo argomento. Io pubblico una piastra 120 grana del 1855, una del 1856 ed una terza del 1841. Ma, su quest'ultima, ho dei dubbi che possa trattarsi veramente di un doppio orecchio, comunque, la pubblico ugualmente. Posto anche un 10 Tornesi del 1857. Ti saluto caramente.4 punti
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Capisco la tua frustrazione, tuttavia i libri possono essere entrambe le cose, specialmente nell'ambito numismatico sostanzialmente il libro inerente a tale materia nasce già intrinsecamente raro, prodotto nella stragrande maggioranza dei casi in un numero di copie decisamente minore rispetto alla gran parte delle monete esistenti, questo solo fatto già lo rende un oggetto potenzialmente interessante dal punto di vista collezionistico, se poi alla intrinseca rarità si aggiungono in alcuni esemplari la rilevanza scientifica e il pregio formale dell'edizione con carta e illustrazioni di alta qualità e rilegatura solida e di pregio allora è quasi inevitabile che con il tempo, a volte anche in breve tempo, tali libri diventino oggetti ricercati e anche piuttosto costosi... Però tutto questo non deve necessariamente inficiarne la consultazione a scopo di studio, nei tempi attuali la rivoluzione digitale sta creando un accesso facile, immediato e gratuito a milioni di testi sia antichi che recentissimi, tantissimi anche in ambito numismatico, per quelli non digitalizzati esistono pur sempre le biblioteche che permettono la consultazione in loco o il prestito interbibliotecario, in caso di singoli saggi all'interno del libro si può richiedere anche la copia digitalizzata in pdf, purtroppo è anche vero che non sempre il sistema bibliotecario è sollecito ad accontentare le diverse esigenze degli studiosi...4 punti
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Buonasera Alberto, questo è il mio "doppio orecchio",per meglio ascoltare le voci del popolo...4 punti
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I apologise for the intrusion and my lack of Italian. I was made aware of this board and thought it worth sharing the following coin, which is the same coin as above but BEFORE the engraver had an opportunity to make his enhancements. This should provide you with all the information on which areas of the coin have undergone new engraving. Regards, Martin (maridvnvm)3 punti
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Buona sera, il disallineamento deriva semplicemente dal fatto che dopo la rivolta del vespro Napoli e Sicilia ebbero storie monetarie in larga parte separate. Si trattava di due regni diversi ognuno con una diversa politica monetaria ed interessi diversi. Farò un breve sunto. nel 1278 Carlo D'angiò introduce il carlino del valore di mezzo tarì d'oro e del peso di circa 3.3 g. Poichè il Tarì era diviso in 20 grani, se ne ebbe che il Carlino si divideva in 10 grani (Grana a Napoli). Con la rivolta dei Vespri il Carlino viene "copiato" in Sicilia, quantomeno dal punto di vista ponderometrico. In Sicilia prende il nome di Pierreale. Si divide anche qui in 10 grani. Intorno al 1300 Carlo II D'angiò riforma il carlino Napoletano, per mantenere intatto il rapporto tra moneta d'argento e moneta d'oro a 15 a 1 (l'oro si stava sopravvalutando sull'argento). Il carlino viene coniato con un piede di circa 4 g e prende il nome di gigliato (diviso sempre in 10 grani). Il pierreale rimane inalterato (sempre 3.3 g). I piedi monetari rimangono grossomodo stabili fino a metà del 1400. All'inizio del regno di Giovanni d'Aragona il Pierreale deve essere svalutato per tutta una serie di problematiche economiche interne alla Sicilia. Il nuovo Pierreale (che oramai chiamano carlino anche in Sicilia) pesa 2.6 g. A Napoli il carlino da 10 grana (che ora prende il nome di coronato) pesa sempre 4 g. Ferdinando II D'Aragona effettua una nuova svalutazione della moneta Siciliana ed introduce il tarì (o Aquila) da 3.6 grammi e del valore di 2 vecchi pierreali. In quest'epoca per la prima volta il Tarì pesa quanto il carlino Napoletano (3.6 grammi). Non è una coincidenza, Ferdinando il cattolico aveva appena riunificato i due regni. Ovviamente il tarì Siciliano eredita la suddivisione in 20 grani. Tuttavia una seconda svalutazione fatta sempre da Ferdinando II in Sicilia ai primi del '500 porta il tarì ad un peso intorno ai 3 g. Il tarì Siciliano pesa ora meno del Carlino Napoletano. Il tarì Siciliano in epoca vicereale pesa sempre leggermente meno del carlino Napoletano. Sotto Carlo V il tarì Siciliano pesa 2.9 g, sotto i 3 Filippi 2.6 g. Il carlino Napoletano si Stabilizza per larghissima parte del '600 intorno ai 3.1 g. Ed ecco che sotto Carlo II di Napoli stavolta è il carlino napoletano a dover essere svalutato per motivi fiscali ed economici vari (di cui non è opportuno parlare in questa sede). Con due svalutazioni successive, se non ricordo male, il peso del Carlino si riduce fino a 2.2 g, peso che manterrà fino al 1859. Il tarì Siciliano rimane stabile a 2.6 grammi. E' ora lui a pesare più del cugino Napoletano. Sarà Carlo di Borbone a stabilire l'eguaglianza tra le due monete, per ovvi motivi pratici di circolazione monetaria tra i due regni, svalutando nuovamente il tarì Siciliano fino ad un peso di 2.2 g. Peso che le due monete manterranno fino alla fine dei loro giorni.3 punti
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Ciao @Releo, hai postato delle ottime monete, complimenti. Per quanto riguarda la Piastra del '41 concordo con @gennydbmoney. Penso non sia una "doppio orecchio". Mi sono permesso di ingrandire il particolare e per confronto posto una mia 41. Probabilmente il ricciolo che circonda il padiglione auricolare nella parte superiore, può confondere. Saluti3 punti
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Saluti a tutti. Innanzitutto complimenti Alberto @Litra68 per la bella discussione che hai postato. L'argomento è molto interessante e poco dibattuto e spero sia l'occasione per condividere le monete che presentano tale anomalia. Se la risposta sarà positiva, potremo censire i millesimi che presentano il "Doppio Orecchio" e cercare di avanzare qualche ipotesi. Per adesso condivido il mio 10 Tornesi 1856. Ciao Beppe3 punti
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Buongiorno a tutti i partecipanti a questa interessante discussione. Vorrei portare il mio contributo, con un ricordo che ho del tempo in cui andavo alle elementari; parliamo dei primissimi anni 70 (ho fatto la prima elementare nell' anno scolastico 1970-71), quando si faceva il dettato e la Maestra (maiuscolo perché era La signora Maestra) correggeva il compito con la matita bicolore (metà rossa e metà blu). Un errore grave (rosso) era proprio questo: qual é senza apostrofo. La grafia corretta era qual'é, poiché si trattava di elisione per evitare lo iato con la "e" del verbo essere. Non esisteva "qual" ma solo "quale". Allo stesso modo di "questo" e non "quest" e si scrive "quest'anno" non "quest anno". Così era. Saluti a tutti3 punti
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Le scritture arabe non le conosco, individuo solo i numeri, e qui cerchiata in rosso c'e' una data: 918 ٩١٨ equivalente al 1512, significa Selim I dell'Impero ottomano, e dato il peso un akce. Niente a che vedere con le sicule.3 punti
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Qui c'è un breve video dell'autore del libro: https://www.sanmarinortv.sm/news/cultura-c6/il-business-delle-monete-false-a-fine-800-la-storia-di-due-falsari-sammarinesi-nel-libro-di-andrea-lividini-a2405912 punti
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Eh cosa ci vuoi fare, gli anni passano, i bimbi crescono, le mamme imbiancano e le zucche dei lamonetiani rimangono sempre quelle. 😁 Si scrive slAAAb, no scusa slAAAAb.2 punti
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Ciao, non ho notizie di altri esemplari oltre a quanto hai citato, e nemmeno foto in archivio di esemplari "privati", che non sono passati per le aste. Difficile darne una stima di rarità, che sia R3 o maggiore, dato che non sempre le case d'asta considerano la monetazione in rame del periodo (o la relegano a lotti multipli senza foto !), e quindi è possibile che la maggior parte degli esemplari si muova su canali meno "storicizzati", per questo mezzo baiocco sembrano mancare anche questi passaggi, di certo è una rarità considerevole 😉 Ciao, RCAMIL.2 punti
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Si trovano molti esempi di "qual’è" scritto con l’apostrofo in testi pubblicati per esempio a inizio Novecento, ma oggi l’unica forma ammessa è qual è, mai con l’apostrofo. Su questo non ci piove. apollonia2 punti
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Sabato prossimo si terranno le celebrazioni per il secolo dalla nascita di Don Lorenzo Milani (1923-1967), chiamato anche il "Priore di Barbiana" per il suo progetto educativo attuato sull'Appennino Tosco-Emiliano. Ebbene, in pochi sapranno che don Lorenzo era nipote di un grande numismatico: Luigi Adriano Milani (1853-1914). Laureatosi in filologia greca, nel 1877 ebbe l'importante incarico di catalogare il cospicuo ripostiglio della Venera, che comprendeva circa 50.000 antoniniani, ritrovamento avvenuto nel 1876 in provincia di Verona. In due anni riuscì a portare a termine l'immane impresa. Nel 1878 viene chiamato da L. Pigorini a Firenze e gli viene affidato l'inventario e la schedatura del Medagliere granducale. Fu poi chiamato in Etruria per organizzare i risultati dei ritrovamenti etruschi e dando vita al Museo topografico dell'Etruria, divenuto poi Museo centrale della civiltà etrusca, di cui Milani fu direttore; il museo viene inaugurato nel 1897 dal re Umberto I. Al ruolo di organizzatore affiancò anche quello di docente. Ancora oggi sono ricordate due sue opere ritenute fondamentali: Museo topografico dell'Etruria, Roma 1898 e Il Regio museo archeologico di Firenze, Firenze 1912.1 punto
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Buonasera a tutti , come anticipato in altra discussione, ho intrapreso altra tipologica della Serie Fel temp reparatio , vi presento la mia prima del Tipo Legionario che allontana il prigioniero dalla Capanna. So che anche per questo tipo sono conosciuti più rovesci e sarà sicuramente stimolante provare ad aggiungere altri esemplari in collezione Litra68. Posto le foto che la presentavano in Asta perché la moneta ci sta mettendo tempo ad arrivare su suolo Italico. Poi vi mostrerò foto fatte da me. La descrizione della Casa D'Aste. Constans (337-350). Æ (21,7mm, 3.45g). Siscia, AD 348-350. Diademed and draped bust l., holding globe. R/ Soldier advancing r., looking l., leading a boy by the hand away from a hut beneath a tree, and holding a spear; in ex., BSISRM. RIC 212. Come al solito riporto a corredo un poco di Storia e note , Fonte Wikipedia. Flavio Giulio Costante, meglio conosciuto come Costante I (in latino: Flavius Iulius Constans; 320 – Oppidum Helena, 18 gennaio 350), è stato un imperatore romano dal 337 fino alla sua morte. Nato nel 320,Costante era il quarto figlio maschio dell'imperatore Costantino I, il terzo avuto dalla sua seconda moglie Fausta:come tale era nipote degli imperatori Costanzo I e Massimiano Erculio. Fu educato a corte a Costantinopoli, dove studiò latino sotto Emilio Magno Arborio, zio materno del poeta Decimo Magno Ausonio. Fu designato alla successione insieme ai fratelli maggiori, Costantino II e Costanzo II, e a Dalmazio e Annibaliano, figli del fratellastro di Costantino I. Il padre lo nominò cesare il 25 dicembre 333, probabilmente a Costantinopoli, e gli assegnò la giurisdizione su Italia, Illirico e Africa. Nel 335 Costante fu inviato dal padre in Italia e, probabilmente l'anno successivo, si fidanzò con Olimpia, figlia del prefetto del pretorio Ablabio. Nel 337, alla morte di Costantino, l'esercito massacrò i possibili pretendenti al trono al di fuori – e probabilmente col consenso – dei figli di Costantino: nella purga dinastica morirono i cugini di Costante, Dalmazio e Annibaliano, e tutto il ramo della famiglia discendente dal matrimonio di Costanzo Cloro con Teodora, ovvero i fratellastri di Costantino I, Dalmazio, Nepoziano e Giulio Costanzo, e sopravvissero alla strage solo i figli di quest'ultimo, Gallo e Giuliano. Tra gli altri fu messo a morte anche Ablabio, e il fidanzamento tra Costante e Olimpia fu rotto. Mi fermo qui per non annoiare, magari se vi fa piacere potreste integrare. Saluti Alberto1 punto
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Ciao a tutti, premettendo che nn voglio venderla mi è capitata una 2€ con evidente errore di conio. Mi piacerebbe però conoscerne il valore. Allego foto. Grazie.1 punto
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Mi fa piacere che molti eminenti apostrofologi ma anche altri soggetti stiano dissertando in materia. SIGNORI, A NOI L'ACCADEMIA DELLA CRUSCA CE FA 'NA PIPPA!1 punto
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Segnalo anche una breve recensione del saggio apparsa sul Resto del Carlino di domenica 21 Maggio.1 punto
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tutto giusto, ma nelle discussioni di ampio spettro ti assicuro che diventa difficoltoso... magari quando pubblichi ritrovamenti che coprono 3 o 4 secoli1 punto
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RARO annullo di partenza frazionario con doppie lunette di Cabernardi frazione di Sassoferrato (Ancona) del 22.10.1924. su 50c violetto Michetti volto a Sx emissione del 1908 . Annullo di arrivo al retro di Senigallia non nitido. Sul fronte della busta si nota la cifra 1000, che sarà sicuramente stato il prezzo (1000 lire) di vendita della busta. 1000 lire ben spese.1 punto
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Cartolina partita da Tripoli di Berberia il 18.3.1912 in piena occupazione italiana della Libia, l'occupazione terminerà con il trattato di Losanna del 18 ottobre del 1912. Su questa cartolina è stato usato un 5c. Leoni del Regno D'Italia senza alcuna soprastampa per la colonia Libia, infatti le soprastampe inizieranno quasi alla fine del 1912. Bello e non comune l'annullo di Tripoli 'Sezioni Riunite' del 18.3.1912 e altrettanto raro il timbro 'Ospedale di Guerra' n.27 della Croce Rossa Italiana. Un pezzo di Storia.1 punto
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Praticamente da dietro la vedi cosi, .. È come dovrebbe essere .. peccato non siamo di fronte a varianti di filigrana, il tuo esemplare appartiene all'emissione del 1904 purtroppo quello di meno valore ( è quotato sulle 4 sterline inglesi). Se avesse avuto una filigrana capovolta avremmo avuto un'esemplare del valore di 150 sterline GBP Se fosse stato dell'emissione successiva anche senza varianti il valore era di 20 GBP. Ti do quotazioni in GBP in quanto i miei libri su questi francobolli sono inglesi.1 punto
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è molto diffusa perché c'è una variabilità enorme nelle leghe e qualsiasi altro termine usato in modo tecnico diventa fuorviante nell'ampio spettro delle percentuali nelle leghe chiamandoli in modo "non tecnico" bronzi, fai subito riferimento alla monetazione non in oro e non in argento e copri l'intero periodo imperiale ....1 punto
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Buongiorno e Grazie Domenico per dati forniti. Complimenti ancora per il Tornese, ha un flan molto bello.1 punto
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Cicli e ricicli storici, io però compro azioni di "qual'è", mi sembra abbiano un buon potenziale. Servus Njk1 punto
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Con questo software puoi ingrandire fino a 600 volte utilizzando l'intelligenza artificiale.1 punto
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Il fatto è che sono tutti commercianti e non venditori.Li chiamano "convegni" ma,in realtà sono mercatini a cui gli si vuole attribuire una "lussuosa"location rispetto a quella di una piazza urbana. In passato ci sono state delle sporadiche iniziative culturali inserite in questi "mercatini"poi è tutto scemato.E' per questo che affermo che c'è un intento prettamente commerciale e non di vendita in questi mercatini.Una visione miope e si naviga a vista,senza tener presente l'aspetto culturale,come scrivi,con presentazione di libri,premiazione di concorsi a tema numismatico,discussioni su diverse tematiche ,conferenze e,perchè no,anche aste come si faceva qualche anno fa a Riccione a fine agosto dove Sintoni organizzava la sua asta numismatica.Questi commercianti non ci credono nemmeno loro in questi"mercatini" Ritornando ai giovani ed al loro approccio alla Numismatica:bisogna vedere come approcciano, ma,soprattutto hanno bisogno di guide perchè vedo che alcune volte accade che questi giovani inesperti acquistano u internet monete non autentiche,poi,vanno per farsele periziare e rimangono delusi di quanto il Perito gli dice e si disaffezionano alla Numismatica.Parliamoci chiaro,ebay(perchè è qui che molti iniziano ad acquistare,come ho fatto io) è un ottimo strumento per acquistare e vendere monete,e deve essere visto come una semplice"bacheca"di annunci di vendita.Del resto non mi risulta che vi sia gente che si sia arricchita vendendo su ebay.Su ebay si trovano utenti che pongono in asta le proprie eccedenze numismatiche ;ci possono essere utenti poco esperti di quella particolare monetazione e vendono quella moneta che,per ignoranza,e nemmeno per un preciso intento truffaldino, risulta poi essere non autentica,inoltre nelle aste delle case d'aste capitano dei falsi e questo ci sta poichè ,magari,anche ai più esperti,non essendo esperti in tutti i campi della Numismatica può capitare qualche svista.Bisogna,quindi,dire ai giovani od anche ai meno giovani ma che si apprestano ,come i giovani,ad "effettuare i primi passi"nel mondo della Numismatica, che bisogna prima leggere di Numismatica e poi passare agli acquisti di monete,avendo un preciso intento collezionistico. Ad ogni modo a me sembra che a Milano,con i giovani, si stia facendo un buon lavoro con"Quelli del Cordusio"con pubblicazioni ,convegni, e piccoli scambi commerciali. Pochi giorni fa si è tenuto a Napoli un convegno dei Numismatici Italiani Professionisti per festeggiare i 30 anni di associazione :pochi NIP hanno partecipato,senza dubbio pochi ma buoni, ma pur sempre pochi(erano una decina).E' stata presentata una pubblicazione in cui sono stati pubblicati vari lavori di alcuni NIP e,per la maggior parte,vi erano gli associati che dovevano presentare i lavori presenti nella pubblicazione. Voglio arrivare a dire che per l'importante evento del raggiungimento dei 30 anni della NIP ci si aspetterebbe una massiccia presenza di NIP non fosse altro per fornire una bella immagine della Numismatica Ad ogni modo ci sarebbe molto da scrivere a riguardo della Numismatica,dei giovani,dei neofiti, di chi possiede un po'di esperienza in più ecc.ma soprattutto c'è molto da fare odjob1 punto
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Un vistoso esemplare di denario, forse da Antiochia all' Oronte, al nome di Marco Antonio, con al diritto sua testa ed al rovescio tiara armena . Sarà dopodomani in vendita LeuNum. 13 al n. 216 .1 punto
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In realtà oltre al culturale e allo storico esiste un terzo elemento che la numismatica contempla, quello artistico. Ed è chiaro che l'alta conservazione lo valorizza, al di là degli aspetti strettamente economici o di mercato. Personalmente apprezzo maggiormente una raccolta tipologica con anni comuni ma alta conservazione, rispetto ad una collezione completa in scarsa conservazione ... ma mi rendo conto che è un mio modo di sentire e che non viene condiviso dalla maggior parte dei collezionisti. Catalano ("Quelli della notte") avrebbe detto: è molto meglio una collezione completa di monete magnifiche, piuttosto che una raccolta lacunosa di ruzziche. ... d'altra parte in questo mondo c'è spazio per tutti!1 punto
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Trovato ... il testo di cui parlavo è stato pubblicato nel 1954 ... "Illustrated Catalog of Chinese Coins, Gold, Silver, Nickel and Aluminum (1954)". Autore: Eduard Kann1 punto
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......sei un vulcano che doveva solo esplodere e lasciar esplodere. Continua cosí,piano piano ed aggoungi sempre "una goccia" al giorno 😁 Giá stiamo conoscendo nuove cose interessanti☺️👏1 punto
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Pur non collezionando banconote, trovo la discussione molto interessante proprio per l'ermetismo e peculiarità che caratterizzano questa nazione e penso che anche per il forum sia tutto valore aggiunto. 👍1 punto
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Ciao @fofo, chi sarebbe questo “precursore numismatico”? Per quanto riguarda poi “i contenitori per collezionisti creati per gli slaab”, che c’è di male? Esistono quelli per le penne, per le capsule, per i slab delle figurine….. dietro questi “nuovi” contenitori c’è anche un giro d’affari, persone che si impegnano, che lavorano….1 punto
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"Slab o non slab... Questo è il dilemma!" Parafrasando Shakespeare credo che, come già è stato detto, chi non lo ama non passerà dalla parte di chi invece lo apprezza, e viceversa. Personalmente non me ne occupo/preoccupo. Sarà che colleziono principalmente monete moderne per le quali spesso già l'SPL è conservazione notevole, per me MS66 o 67 è questione di lana caprina. Se una moneta mi piace e ritengo che il prezzo sia congruo con la sua rarità e/o conservazione: bene, la compro! Ha lo slab? Nessun problema: quando mi arriva la tolgo dal sarcofago di plexiglass senza alcun pentimento o tentennamento. Per me lo slab che ci sia o non ci sia non conta nulla! Continuerò a guardare la moneta per quello che è e non la scatoletta. Io la vedo semplicemente così! Buona collezione a tutti con e senza slab! Michele1 punto
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C è un precursore numismatico che ha portato questo trend e che sta intasando le varie aste Italiane con le sue monete slabbate.. Credo che conosciate il tipo.. Ad oggi poi vedo certi contenitori per collezionisti creati per gli slaab, credo proprio che non ci siamo!1 punto
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il più grosso centro europeo di ricerca su queste monete è Varsavia Alexander Bursche, che ho avuto il piacere di conoscere, ha pubblicato molte cose e tra i suoi scritti troverai anche un sito di un gruppo di lavoro pilotato proprio da lui che si occupa di queste monete - IMAGMA saluti Alain1 punto
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Tutti gli aurei di Tripolis, falsi o autentici, hanno lo stesso conio di diritto. Vuol dire che c’è stato un’impronta realizzata partendo da un esemplare genuino. L’unico aureo ritenuto genuino da Estiot che condivide il conio di rovescio di questa moneta e di altri aurei falsi, compreso il falso aureo di Aureliano n°9 della tavola di Estiot, è quello della CNG. Il commento sul falso aureo del FAC è sbagliato, l’originale non è quello dell’Hermitage che presenta un rovescio diverso. Tecnica di « die transfer », pressofusione, a prescindere dalla tecnica, i falsi provengono dall’aureo della CNG o da un aureo simile coniato con gli stessi coni. I due elementi diversi sui falsi finora conosciuti (il punto all’esergo e il TR P della legenda al posto del TB P) sono forse dovuti ad una perdita di rilievi nella presa di impronta, e possono benissimo non esistere su un’altro falso. A proposito, non mi sembra chiaro su l’esemplare falso di FAC (post #6) che sia TR P e non TB P. Comunque, secondo me, non bastano per convincere che questa moneta inclassificabile, dall’aspetto non molto convincente (colore del metallo, campi lisci, nessun segno di coniazione, dettagli mancanti sui rilievi tuttavia ben conservati) possa essere genuina.1 punto
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Buonasera a tutti... Alberto ti posto alcuni dei miei umili 6 tornesi, alcuni sono tra le prime monete del regno di Napoli che ho acquistato all'inizio della mia passione per le monete napoletane,ma non ho mai completato la serie,tantomeno migliorata,anzi,nel corso degli anni alcuni esemplari li ho ceduti,scambiati o donati... Il 6 tornesi non è una moneta che esalta per la sua bellezza o unicità, è una moneta semplice,per alcuni anche brutta,ma non si può non averla in collezione...1 punto
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razzoli male anche per le greche, ultime NAC 133 e 134 monete greche in slab : https://www.numisbids.com/n.php?search=ngc&p=sale&sid=6186&s=b https://www.numisbids.com/n.php?p=sale&sid=61871 punto
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Un sesterzio molto bello, dalla patina davvero affascinante e particolare per le sue tonalità e dalle effigi nitide. Sono stato incuriosito dal rovescio e quindi sono andato un po' a leggere. Il tutto nasce dal mito greco di Demetra (Cerere nella versione latina), dea della fecondità e della fertilità (qui rappresentata con due spighe di grano nella mano destra). Demetra aveva sposato Zeus da cui aveva avuto una figlia, Persefone (Proserpina). Tuttavia, Persefone era stata promessa in sposa ad Ade, il signore degli inferi, che la rapì. Demetra comincò a cercarla disperatamente giorno e notte (ecco la torcia, la fiaccola che tiene in mano) e non trovandola, decise di lasciare l'Olimpo (per protesta, diremmo noi). La terra, quindi si inaridì e cominciò a non produrre più le sue messi; Zeus, vista la gravità della situazione, concesse (in accordo con Ade) che Persefone potesse tornare sulla terra per sei mesi all'anno, tra la primavera e l'autunno. Demetra fu soddisfatta, tornò sull'Olimpo e la terra riprese a rifiorire ciclicamente. Perchè Cerere sulle monete di Adriano? Potrebbe forse essere un richiamo alla sua passione ed ammirazione per la cultura greca di cui era un profondo conoscitore (così come dei suoi luoghi particolari). Non e' escluso, quindi, che gli fossero ben noti i misteri eleusini, celebrati nel tempio proprio di Cerere/Demetra ad Eleusi. Oppure, si tratta semplicemente un richiamo al fatto che sotto il suo regno veniva garantita a tutti prosperità e abbondanza (non so sinceramente se prese provvedimenti specifici in merito all'approvvigionamento granario). O, infine, un richiamo al suo predecessore Traiano, che anche lui aveva fatto coniare monete con Cerere, talora effigiata anche con il modio ai suoi piedi. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. Ciao da Stilicho1 punto
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