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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/31/23 in tutte le aree
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Non ho mai scritto su queste discussioni "veronafil" che puntualmente si riterano ad ogni fine manifestazione, però posso dire qualcosa anche se non sono citato tra gli operatori "persi". Non credo di sbagliare se dico che mio padre (o mio nonno addirittura) fossero presenti dalla prima edizione, la mia memoria arriva fino a un certo punto ma ricordo con certezza di essere stato dietro allo stand da bambino (e sono del 79), di sicuro dal 2002/2003 le ho fatte tutte io, fino a circa 5/6 anni fa quando ho deciso di smettere, dopo aver mandato una bella lettera al presidente della scaligera, una raccomandata con ricevuta di ritorno vecchia scuola, non una mail (se cerco in negozio forse la trovo ancora). Il succo della lettera in soldoni, perdonate la rudezza, era che non potevano continuare a "fare i belli con il fondoschiena degli altri" perchè un po' alla volta il giocattolo si sarebbe rotto e, purtroppo, avevo ragione. Forse non era uno dei migliori banchi il mio? non lo so e non sta a me dirlo, ma quanti eurini erano esposti sul mio banco lo so di sicuro, e il mio più quello degli altri "persi" citati sopra facevano di Veronafil un gran convegno. Rischiare in prima persona di farsi rapinare e di conseguenza rovinare la vita e vedere l'associazione locale organizzatrice comprarsi ogni anno un appartamento in centro non è stato più accettabile per me e non riesco proprio a capire come i miei colleghi possano continuare a fare la roulette russa 2 volte all'anno. Mi risposero comunque, non ricordo precisamente le parole, ma il contenuto era sull'indignato/catastrofista, prolisso, ma soprattutto privo di qualunque apertura/considerazione/rispetto per chi (noi operatori) hanno reso il loro Veronafil quello che è (era), e che non sarà mai più, e voglio sottolineare, giustamente. Ricordo nello stesso periodo anche il ben più noto e blasonato Bolaffi aveva mandato una lettera alla scaligera dai toni pesanti, e mi sembra che anche loro non siano più venuti alla manifestazione (pensiamo soprattutto al peso che ha nella filatelia Bolaffi...). Soluzioni? Non ne ho. Speranze? Si, forse i tempi sono maturi per organizzare 1 convegno serio all'anno fatto da noi operatori. Quando e se succederà spero che tutti i collezionisti e appassionati che lamentano puntualmente il decadimento di Veronafil, "battano un colpo". Andrea Paolucci - Padova9 punti
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Mi permetto di aggiungere la pag. 24 dello studio che stranamente manca. La trovo particolarmente interessante perchè fa comprendere diverse cose importanti sulle varianti o comunque piccole differenze fra le varie monete (Segni di impressione). Tutti accorgimenti finalizzati a prevenire la falsificazione di monete.5 punti
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Buongiorno alla sezione, @Litra68 cerco di portare avanti il censimento, su ebay ho trovato tre piastre del 1790 Cesare Coppola con lo stesso difetto. A me sembra doppio orecchio, ma naturalmente correggetemi se sbaglio. Un saluto a tutti. Raffaele.4 punti
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Ma figurati! Vorrei soffermarmi un attimo sull'interpretazione di queste poche righe. Ci ho provato anche in passato ma mi sono creato dei nemici nel farlo e forse ora me ne farò degli altri 🙃. In pratica qui si afferma che i mastri di zecca in qualche modo "segnavano" le monete come metodo di antifalsificazione. Cosa tra l'altro in uso anche in altre zecche. A questo punto appare lecito supporre che le varie differenze che si riscontrano sulle monete, in continuo e costante aggiornamento, altro non sono che quei segni di impressione che venivano utilizzati per riconoscere la moneta come prodotta nella zecca partenopea ed anche da chi. Sicuramente non lo sarà per tutte ed alcune differenze saranno frutto di errore o di altre motivazioni ma si rimane comunque nel campo delle ipotesi che perdono credibilità di fronte a tale documento.3 punti
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Indipendentemente dalla questione dello sdoppiamento dell'orecchio, allego un interessante passaggio (di pag.23) dello studio del Cosentini, riguardo le varianti delle monete borboniche più in generale.3 punti
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Buon pomeriggio, riguardo all'argomento tecnico sulla produzione dei conii, mi permetto di ripostare una fotografia ed alcune pagine esplicative - postate da Di Rauso in una discussione di qualche anno fa. In questo caso, credo che un'immagine spieghi meglio di mille parole... Nella foto, potete notare due conii (Piastre e 10 Tornesi) e due punzoni riproduttori della testa in positivo - incisi col bulino su acciaio dall'incisore dei dritti Luigi Arnaud - utilizzati per la produzione dei conii. Aggiungo che, molto probabilmente, il punzone più piccolo potrebbe essere stato ottenuto attraverso l 'utilizzo del pantografo. Un saluto a tutti, Lorenzo3 punti
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Abominio! Farneticazione! Sacrilegio! Niuno declassi codesta meraviglia a semplice medaglia! Vade retro satana: invoco per te l'esorcismo con martello benedetto...3 punti
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Buondi' ragazzi. Oggi condivido questo bel falso d'epoca di una Piastra 1798 "arco continuo " nello Stemma. Argentatura molto spessa, e un peso sui 23 grammi. Treccia nel taglio appena abbozzata. Non è la prima '98 "arco continuo " che ho in Collezione , la prima ha perso completamente l'argentatura, in questa il falsario ha trovato il giusto fissaggio😊3 punti
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Cari forumisti condivido volentieri 🫢🤣 il lotto 249 dell’ultima asta Varesi 81, ultimo entrato in collezione. Tallero da 80 soldi del Leone di Carlo I Cybo Malaspina signore di Massa di Lunigiana (1623-1662), MIR 319, 39 mm, 25,62 grammi, in buon BB. Sapete quanto rifugga dalle modeste conservazioni, ma qui si tratta di una moneta di straordinaria rarità presa poco sopra ad una base letteralmente ridicola. In un piccolo studio di qualche anno fa apparso su Cronaca Numismatica (“I talleri del leone di Carlo I Cybo Malaspina”, In Cronaca Numismatica n. 216), sono illustrati in tutto sette esemplari di tallero del leone di Carlo I Cybo Malaspina per la zecca di Massa di Lunigiana. Di questi esemplari: sei sono del tipo con valore espresso in numeri romani ed uno, l’unico conosciuto, con valore espresso i numeri arabi. Questo esemplare esitato dal buon Alberto, che sono riuscito non so ancora come a prendere, presenta il valore in numeri arabi! 😳 L’ho raffrontato subito con l’esemplare apparso su Cronaca Numismatica ed è assolutamente diverso (quello è anche leggermente meglio conservato). Ne ho dedotto quindi che si tratti del secondo esemplare conosciuto col valore 80 anziché LXXX. Ho avuto l’occasione nei giorni scorsi di incontrare quasi casualmente un profondo conoscitore milanese della monetazione, tra le altre, anche di questa piccola zecca, che io definisco tra quelle da amatori e gliel’ho portata. Mi ha sgranato letteralmente gli occhi, chiedendomi dove diavolo l’avessi trovata…confermando le mie deduzioni, è proprio il secondo esemplare noto. A volte l’emozione di avere in raccolta un R5, assoluto, mancante anche nella Collezione Reale, supera quella di un bel FDC. E detto da me è tutto dire ✌️😁 Buona serata2 punti
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Buona sera oggi vi mostro il mio ultimo aquisto, un antoniniano di Traiano con la rappresentazione della Dacia. Ric 12b D. IMP.C.M.Q.TRAIANUS.DECIUS.AUG R. DACIA Diametro 23 mm con peso 3,84 grammi Moneta comune ma che comunque mi ha affascinato. Che ne dite? Rovescio2 punti
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In effetti il titolo avrebbe dovuto essere piu’ esaustivo e lungo , continuando cosi' : “…… che impressero nelle monete i simboli di Roma arcaica” , ma per vari motivi ho deciso di condensarlo in questa forma . Siamo nell' anno 489 , Teodorico re degli Ostrogoti scende in Italia attraversando probabilmente un valico delle Alpi giulie . Dal 476 l’ Impero romano occidentale amministrativamente e militarmente non esiste piu’ , Teodorico con sommo intelletto politico decide di non scendere subito fino a Roma per non sembrare un conquistatore dell’ antica capitale , preferisce porre la sua sede a Ravenna , indotto nella sua decisione anche dalla diversa visione del Cristianesimo del Papa Simmaco (498-514) , Arianesimo contro Cristianesimo Calcedoniano . Solo quattro anni dopo l' arrivo in Italia , nell’ anno 500 , Teodorico decide di entrare pacificamente in Roma preceduto nel frattempo da una buona fama di re illuminato , sembra che venisse anche chiamato il nuovo "Traiano" ; con queste premesse rimane facile immaginare il popolo acclamarlo come da antiche usanze nei confronti degli antichi Imperatori che rientravano a Roma . La scena dell’ ingresso di Teodorico in Roma dovrebbe essere stata come un ringraziamento per i lavori di restauro di tanti monumenti antichi dentro l’ Urbs e fuori Roma per il ripristino dell’ agricoltura e delle bonifiche nella campagna romana , fatti che avvennero anche in altre citta' italiane , ma cosa politicamente molto importante , Teodorico aveva lasciato al Senato romano la cura amministrativa e sociale dei Romani e degli Italici , conservando per i suoi Ostrogoti la cura delle faccende militari , detto cosi’ semplicemente sembrerebbe che Teodorico abbia creato in poco tempo uno Stato ideale , suddividendo i compiti dello Stato tra Romani e Ostrogoti , ma purtroppo non fu cosi’ a lungo termine . L’ ampliamento del discorso , seppur necessario per inquadrare il periodo storico delle monete , non rientra nello scopo del post quindi mi fermo qui tornando all’ argomento principale del titolo . Come scritto sembra che Teodorico entrasse in Roma non prima dell’ anno 500 e per questa occasione vennero emesse una serie di monete bronzee in vari moduli “commemorative” dell’ evento e con tema Roma antica , in particolare con allegorie delle origini dell’ Urbs . In base alle allegorie dei dritti e dei rovesci impressi nelle monete di bronzo , insieme alla legenda del dritto ormai solo un lontano ricordo , sembra piuttosto anacronistico che Teodorico conoscesse le origini mitiche di Roma risalenti a quasi 13 secoli prima : la Lupa che allatta Romolo e Remo , oppure il Fico Ruminale , l' albero di fico selvatico che era nei pressi del Tevere , presso il quale Romolo e Remo furono allattati dalla Lupa , qui si fermo’ la cesta dove i due gemelli erano stati abbandonati da un servo confidando nella benevolenza del padre Tevere . Sembrerebbe piu’ consono che i temi allegorici impressi nelle monete di bronzo fossero lasciati da Teodorico alla discrezione del Senato custode delle antiche tradizioni di Roma , nelle monete leggiamo infatti al dritto la legenda INVICTA ROMA con la testa elmata di Roma , ad imitazione degli antichi Denari repubblicani , mentre al rovescio troviamo la Lupa che allatta Romolo e Remo con il simbolo del numero romano dei Nummi corrispondenti e quando presente il numero della zecca in esergo ; in un’ altro modulo troviamo al dritto quanto scritto per il primo modulo , ma al rovescio il Fico Ruminale ai cui lati dell’ albero due Aquile , simboli imperiali , rivolte verso il Fico sembrano proteggerlo . Questi sconosciuti zecchieri del VI secolo furono gli ultimi (?) addetti alle officine che impressero nelle monete le allegorie mitiche dell’ antica Roma , miti che non vennero mai dimenticati .2 punti
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Visto che è una tipologia di cui si parla poco , posto una paio di tornesi2 punti
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La discussione è stata ripulita dai messaggi "francofobi", e da quelli che a essi facevano riferimento. Mi scuso con gli utenti i cui post sono stati, incolpevolmente, cancellati. Ammesso ci siano dei motivi per detestare un intero popolo (e chi scrive non lo crede), tali motivi non interessano questo forum, e nel caso in cui si dovesse tornare a parlarne saranno presi tutti gli opportuni provvedimenti, di sicuro non limitati al semplice oscuramento dei messaggi.2 punti
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Io pensavo 'antipodo palindromo inverso' Un saluto Valerio2 punti
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Buonasera a tutti. Stamattina è arrivato il 6 tornesi del 1802, condivido foto.2 punti
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Ciao, per quel che riguarda l'autenticità, non vedo particolari incoerenze o campanelli d'allarme, almeno a livello stilistico. Il metallo sembra sicuramente alterato, ma credo che sia più che altro una questione di conservazione e non di autenticità. Diciamo che magari non mi ci butterei a pesce, ma non mi farei problemi a considerare l'acquisto ... (anche se in collezione ho cappadoci messe peggio!). Venendo all'identificazione, la moneta dovrebbe essere la 22 di Simonetta 2007: l'autore registra 31 esemplari, quindi si tratta di un tipo relativamente comune. Se vuoi sapere qualcosa di più sulla moneta: Al diritto, ovviamente, c'è il ritratto del re con diadema, lo stile è quello comune di ispirazione ellenistica e in particolare seleucide Al rovescio, c'è la dea Atena, tra le scritte greche che possono essere tradotte così "Re Ariarate Eusebes (il Buono/Pio)", insieme ad alcuni marchi di controllo e un numerale in esergo. La dea regge una piccola Vittoria che tende una corona verso il nome del re. Il numerale greco in esergo (gamma-lambda = 33) indica solitamente l'anno di regno del re ... quasi tutta la monetazione di Ariarate IV si data al 33° anno ed è stata emessa per pagare l'indennità di guerra allo stato romano dopo la battaglia di Magnesia, in cui era stato sconfitto in quanto alleato del regno seleucide. Lo schieramento con i seleucidi era imposto da vincoli familiari e storici: il re stesso era figlio di una principessa seleucide, e il regno cappadoce vede riconosciuta la sua indipendenza prima come vassallo e poi come alleato dei seleucidi... dopo la battaglia, cambierà schieramento diventando alleato di Roma e di Pergamo. Lo schema compositivo delle monete rimane (quasi) sempre uguale per quasi due secoli, con i marchi di controllo che costituiscono le variabili più significative ... il loro significato esatto non è ancora stato capito fino in fondo, e l'individuazione della zecca è un problema scientifico irrisolto ... Probabilmente è Eusebia/Mazaca, la capitale del regno, ma per altri re (Ariarate VI, VIII, IX) sono state distinte più zecche attive sia contemporaneamente che in successione; queste sono state riconosciute attraverso studi numismatici e associazioni di conio, ma sulla loro effettiva identificazione con centri del regno sono possibili solo ipotesi. In generale, la monetazione cappadoce è molto ripetitiva e poco appagante a livello estetico, ma se considerata con approccio scientifico e attraverso lo studio della letteratura di riferimento emergono diverse problematiche interessanti che sono state oggetto di dibattiti molto accesi tra gli studiosi...2 punti
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taglio: 2 euro cc paese: estonia anno: 2020 A tiratura: 1.000.000 condizioni: bb+ città: trieste note: NEWS!!!!!2 punti
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Questo è la bozza non ancora ufficializzata, che dovrebbe essere dopo il 20 giugno2 punti
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Ciao @RobertoRomano , allora mi permetto di inserire in questa discussione anche il testone. Questo è l'esemplare della mia collezione. Peso: gr 9,16 qBB (foro abilmente otturato). Dalla mia analisi, ho rilevato solo 4 esemplari apparsi in vendita pubblica negli ultimi 100 anni circa: -Questo esemplare, ex Kunker 233. -Lo straordinario esemplare della NAC 81 (Coll. DeFalco), ex Bank Leu 36 (Coll. Cappelli). -Montenapoleaone 4 (Coll. Muntoni), ex Kunst und Munzen XXI. -Teutoburger 103. Se qualcuno ha notizia di altri esemplari, batta un colpo! Italo, ti garantisco che la monetazione papale ti darà grandi soddisfazioni! Complimenti per aver intrapreso questa scelta collezionistica e buona raccolta! Michele2 punti
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Buon pomeriggio vorrei condividere con voi le 25 regole del buon numismatico (trovate in rete) ;2 punti
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Hai perfettamente ragione. Oggi per la fretta ho fatto cilecca come per altro in altre numerose presentazioni di monete qui sul forum. Domani sarò di riposo e mi metterò sotto per realizzare un set fotografico degno di questo nome. Scusate ancora. Saluti Gordon1 punto
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Ciao Massimo, tu sai quanto io apprezzi la rarità nelle monete e questo tallero raro lo è al massimo grado. Queste a mio avviso sono le "chicche" che caratterizzano la collezione di un amatore che punta non solo alla qualità ma anche alla massima rappresentatività. Complimenti Michele1 punto
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Con un po' più di calma ho controllato anche questo, e confermo che si tratta di un annullo tra i più comuni, valore dell'insieme una decina di euro. Quel numero non esiste, si tratta con ogni probabilità di 3450, che identificava un ufficio di Bari, da dove la cartolina è partita. Effettivamente si può essere tratti in inganno, ma il libro di Marchese, da te citato, precisa che esistono diverse varianti di quel timbro (purtroppo non illustrate nel volume, in quello riprodotto lì il numero è chiaramente un 5). petronius1 punto
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Ok, falso allarme 😅 Sono riuscito a entrare solo dopo 15 minuti di coda, mi è salita l'ansia ma per fortuna la moneta sarà in vendita come previsto domani mattina. Scusate1 punto
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Ottima analisi Sdy82, il gettone in oggetto reca il disegno di una ghirlanda di fiori di tulipano e ha la firma del produttore "VAUGHTON BIRM" Sostanzialmente erano gettoni in ottone (peso e misure variabili ... anche se di poco), destinati ad attività tipo pub o mense, e venivano usati come fossero "buoni pasto" o biglietti di ingresso. Spesso venivano coniati, o incisi, nella parte anteriore (quella vuota) il nome dell'azienda che lo aveva fatto produrre. Molti esemplari sono catalogati e esposti al British Museum. Molti negozi di numismatica (anche on line) ne vendono ... ma non ho idea di quale possa essere la loro quotazione. Secondo i documenti ufficiali, questa azienda, inizialmente produttrice di chiavi e sigilli d'oro, fu fondata nel 1819 con il nome "Philip Vaughton", che era un orafo e gioielliere di Birmingham. Nel 1854/55, l'azienda si espanse e cambiò nome in Philip Vaugnton & Son e poi nel 1864 in Philip Vaughton & Sons. Dal 1880 l'azienda diventa famosa per la produzione di medaglie e dal 1890 circa anche distintivi, assegni e gettoni. Nel 1909 il nome è Vaughtons Limited. Dal 1896 al 1901 circa i gettoni ecc . recano la firma “VAUGHTON BIRM.”. Dal 1994 l'azienda non è più di proprietà familiare ... ma esiste ancora a Birmingham https://vaughtons.com/ (P.S. Non mi ricordo se posso mettere un link non commerciale)1 punto
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Sotto gli ostrogoti, dopo l'insediamento "stabile" di Teodorico erano attive Roma, Mediolanum e Ravenna e successivamente Ticinum Consiglio di leggere ARSLAN 2004 = E.A. ARSLAN, Dalla classicità al medioevo. La moneta degli Ostrogoti, in “Numismatica e Antichità Classiche. Quaderni Ticinesi”, XXXIII, 2004, pp. 429-462. ARSLAN 2011 = E.A. ARSLAN, La produzione della moneta nell’Italia ostrogota e longobarda, in Le zecche italiane fino all’Unità, a cura di L. Travaini, Roma 2011, pp. 367-413.1 punto
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Non so davvero come ringraziarvi per i pareri espressi e il grande impegno dimostrato ... Antonio anche per i confronti sempre costruttivi e Folleperifolles perché il suo contributo non si è solo limitato a "raccontarmi" la moneta (con tutti i dettagli che non conoscevo minimamente) a anche tutto il contesto storico che ha accompagnato la sua coniazione. Davvero tante grazie.🙂1 punto
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Ottimo. Anche le due lettere spiccano😉 Questo è molto bello come falso. Apprezzabilissimo1 punto
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Silvestro Valier 1694-1700. Mezzo ducatone da 62 soldi, AR 13,75 g. D/ S M V SILVE VALERIO DVX II Leone alato, a s., volto di fronte e con la zampa anteriore appoggiata sul libro aperto; a d., il doge genuflesso con vessillo. All'esergo, F T (Francesco Trevisan massaro). R/ MEMOR ERO TVI IVSTINA VIR S. Giustina stante, trafitta in seno da pugnale, con palma nella d. e libro nella s.; sullo sfondo, galere in navigazione e, all'esergo, 62. CNI 19. Paolucci 15. Estemamente raro. Buon BB Ex collezione Zoppola; acquistato nel 1904 per lire 801 punto
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Ciao Michele e grazie per aver postato anche il Testone. Molto bello nonostante la rarità. Un gran pezzo. Si, spero che questo nuovo filone collezionistico mi riservi belle sorprese. Grazie1 punto
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Sì, è ribattuto su un altro esemplare di mezzo ducatone. Sopra la testa del leone si intravvede l'aureola di Santa Giustina e sopra la spalla del doge ci sono le rocce che fanno da sfondo sul mare. Credo che individuare il nome del doge dell'emissione sottostante sia però impossibile. Arka Diligite iustitiam1 punto
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@Rocco68 Bellissimi questi tornesi! Il falso d’epoca poi è di un valore storico immenso!! Non che sia informato sui falsi d’epoca ma pensare di avere tra le mani la testimonianza del fatto che falsificavano questa moneta è notevole. Sa per caso di che materiale è questo falso d’epoca? Non penso rame altrimenti che senso aveva farlo, giusto? Eppure dal colore sembra rame come gli altri (dai quali sembra diverso ‘’solo’’ per la differenza di qualità del conio che è molto più preciso in quelli originali).1 punto
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Concordo Concordo, e poteva anche essere una rara VRBS ROMA BEATA https://www.nummus-bible-database.com/monnaie-11124.htm1 punto
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Moneta a mio avviso R3, più rara della sua Piastra (R2) e meno rara del Testone.... Se mettere in collezione una moneta bucata o no dipende dal collezionista......questo Giulio è apparso 3 o 4 volte in buona conservazione e altrettante volte in condizioni mediocri....negli ultimi 20 anni (vedi coin archivies). Praticamente assente dalle aste degli anni '90, riappare in "ALMA ROMA" Varesi 2000 in piacevole conservazione (queste sono le mie info, intendiamoci....) L'esemplare della coll. Muntoni era bucato (vedi Asta Montenapoleone 4 del 1984 esitato in un lotto multiplo e non fotografato...) L'esemplare della K&M XXI 1980 aveva un vistoso difetto nel campo....(esitato anni dopo ma non ricordo il listino...) e stiamo parlando di una collezione dove per la S.V. del 1655 era presente addirittura la Quadrupla q.Fdc..... Personalmente ritengo che hai fatto bene a prenderlo, l'ho avuto in collezione in pessime condizioni per molti anni....proprio perché non ne passavano altri !!!!! Poi finalmente è arrivato un esemplare discreto..... Daniele1 punto
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Buon pomeriggio a tutti, oggi 30 Maggio si festeggia San Ferdinando. Quindi è festa qui in sezione sia per i Borbonici che per gli Aragonesi. Rendo omaggio a Sua Maesta' Re Ferdinando IV Ferdinando I Ferdinando II Ferrante d'Aragona per il loro onomastico. Al momento ho solo Foto di monete di Ferdinando IV con me , per gli altri potreste farlo voi. 😀 Ma chi era San Ferdinando.... Fonte Web San Francesco Figlio di Alfonso IX re di León e Berenguela di Castiglia, fu governatore modello dai solidi principi cristiani. Nel1217, all'età di 18 anni, ereditò la Castiglia, la terra di sua madre e nel 1230 il León, quella di suo padre. In questo modo unificò i due regni. Re prudente, si circondò sempre di persone fidate, con cui si consultava per le questioni più problematiche e urgenti. Di Ferdinando erano note anche la profonda devozione alla Madonna e la grande umiltà. Si sposò in prime nozze con Beatrice di Svezia (1219) e poi con Maria de Ponthieu (1235). Dalle due unioni nacquero complessivamente tredici figli. Ma la storia ricorda Ferdinando anche per le guerre contro i saraceni che gli permisero di riconquistare i regni di Cordova, Siviglia, Jaén e Murcia. Nel 1221 il sovrano fondò la cattedrale di Burgos, si deve a lui anche l'ampliamento dell'università di Salamanca. Morì il 30 maggio 1252 e fu sepolto nella cattedrale di Santa Maria a Siviglia. È stato canonizzato da Papa Clemente X il 4 febbraio 1671.(Avvenire) Saluti Alberto1 punto
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Buonasera a tutti, finalmente dopo mesi di pazienza sono riuscito a comprare un quattrino della Repubblica di Pisa a nome di Federico II (1350-1370). Quattrino. D/ Aquila coronata su capitello volta a sinistra. R/ Grande P ornata; a sinistra, simbolo spada. Nel libro di Monica Baldassarri (zecca e monete del comune di Pisa) sono segnalate 4 varianti di questa moneta. Io credo che sia la seconda (A.XIV.3b.), volevo sapere se qualcuno potesse confermare la mia identificazione. Grazie a tutti1 punto
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Già me lo vedo sui cataloghi ormai, il "2 euro variante poliziotta con l'uccello"... 🙄1 punto
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Muschietti! Che ricordi! Da lui acquistai un piccolo vassoio di monete romane in cui c'erano denari e bronzi imperiali e un paio di repubblicane. Pochi pezzi, meno di una decina... ma stava "svendendo"... conservo ancora i cartoncini (tutti rigorosamente da carte/tasselli di riciclo) scritti a macchina da scrivere con il prezzo non in numeri ma in un codice cifrato in lettere basato sulla frase "come quando fuori piove". Quante chiacchierate ho fatto con lui assieme a mio padre... e scoprii pure che sua moglie era una nostra lontana parente da parte di madre. Io ammetto di essere un fruitore prevalente del canale "online" che per la tipologia della monetazione che seguo non trova eguali "fisici" in Italia. E' un mezzo che non demonizzo, né colgo gli aspetti positivi che sono molti e cerco di viverlo in maniera non asettica. Tramite questa passione, online, sono venuto in contatto e ho stretto relazioni numismatiche duratore con molti collezionisti e numismatici internazionali: Sam Moorhead, Roger Bland, Adrian Marsden, Jean Marc Doyen, il compianto Philippe Gysen, Fabien Pilon, Cedric Wolkow... oltre che diversi commercianti. E' vero, la moneta non la tocchi con mano... ma è un "mezzo" per relazionarsi con persone distanti fisicamente. Nei miei anni di ricerca e collezione ho accumulato un buon bagaglio di conoscenze grazie a questi scambi e periodicamente arrivano mail di informazioni, di richieste, di scambi di foto o di articoli. Come in tutte le cose bisogna cercare sempre di coglierne i lati e gli aspetti "belli".1 punto
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Io non vendo online. Io non vendo in asta. Anch'io apprezzo il contatto umano. Non vendo scarpe, nè lavatrici. Le monete vanno viste in mano, libere non slabbate, e una bella chiacchierata sulla loro circolazione, sulla conservazione e, perchè no, sul loro valore economico è un piacere al quale non riesco e non voglio rinunciare. Il mercato va in un'altra direzione? Pazienza io vado per la mia strada. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Ulteriore recente ingresso: Ludovico il Pio (814 - 840) - Denaro gr. 1,54 D/ HLVDOVVICVSIMP, Croc. R/ VENECIAS su due righe Paolucci 2 g. SPL RR1 punto
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Salve Volevo sapere se qualcuno può dare indicazioni su questa strana votiva 3 cm circa diametro1 punto
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Sempre del Circolo Numismatico delle Valli di Lanzo ma per i XX anni 1966-1986 della fondazione . tiratura di 20 esemplari1 punto
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Buona sera amici del forum, mi date una mano con l'identificazione di questo oggetto credo un gettone.. Grandezza pari ad un euro dei giorni nostri non posso essere più preciso in quanto ho solo questa foto.. Grazie mille!!1 punto
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