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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/03/23 in tutte le aree
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Visto che le Sedi Vacanti piacciono, e che se ne parla frequentemente nel forum, voglio presentare una chicca per conservazione che si trova da ormai vari anni nella mia collezione: un testone S.V. 1691. In quella SV non fu coniata la piastra, ma in compenso ben 3 tipologie di testoni con la colomba in direzione destra (capo a sinistra), ascendente e discendente. L'esemplare qui presentato è del 1° tipo (MIR 2106/1) e proviene da asta Nomisma 2012 ed ex Collezione Dolivo, Munzen und Medaillen XXVII, 15-16 Novembre 1963, lotto 836 , FdC. Il Camerlengo era il Card. Paluzzi Altieri, il cui stemma è rappresentato al diritto; al rovescio armetta Corsini.10 punti
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Quando mi annoio faccio sempre un saltino su Ebay. Che meraviglia l’inventiva di noi italiani! 🤩 https://www.ebay.it/itm/3146225978205 punti
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Eh sì, infatti stamattina c'era la coda davanti all'entrata del Veronafil.5 punti
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Le tre " sorelle" della S.V. 1691 con il capo della colomba a Destra, al centro e a Sinistra: Il Rovescio è comune per i primi 2 tipi, nel terzo lo stemma del Paluzzi Altieri è più grande e sagomato diversamente....5 punti
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La questione relativa alle monete suberate è complessa e più volte è stata affrontata anche sul forum. Ciò che tuttavia vorrei sottolineare è che la revisione dell'opera di Noe da parte della Johnston, pur costituendo una base documentaria imprescindibile per gli studi sulla zecca di Metaponto, risale a quasi quarant'anni fa (1984) ed è pertanto altamente probabile che nuovi accoppiamenti di conii siano progressivamente emersi in collezioni più recenti e , soprattutto, nei cataloghi di vendita, come ho avuto più volte modo di verificare per gli incusi. Il fatto stesso che una moneta suberata risulti battuta da due conii noti ma non documentati in abbinamento, più che insinuare sospetti sull'autenticità - certamente leciti - invita forse a riflettere sulla possibilità che si tratti di una produzione comunque realizzata in epoca antica per scopi contingenti che purtroppo ci sfuggono.4 punti
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Buongiorno, mi permetto invece di supporre che l’utente @Gordonacci viceversa possa apprezzare la ricerca svolta, l'impegno profuso e quanto emerso dal post #16 in poi, essendo fino a quel momento una discussione “working in progress” senza una netta e chiara decisione. Rammento che fino al post #15 la situazione era tutt’altro che chiara con indicazioni di vario tipo ma nulla alla fine di probante: caratteri impastati, rilievi sfumati, peso calante ma nessun dato certo e incontrovertibile. Sensazioni personali e poco più. La casualità è stata che proprio recentemente si era discusso tra noi Curatori sull’altro esemplare, quello presentato al post #16 per l’appunto. E @grigioviola se n’è ricordato. Se si osserva la comparazione tra l’esemplare Gordonacci e quello presentato, il ritratto è identico, le legenda pure come dettagli, il rovescio stessa iconografia seppure con dettagli meno marcati. I tondelli sembrano presentare diverse forme al diritto, stesse caratteristiche tra i rovesci. Il secondo esemplare sembra più espanso a ore 0. Come si può spiegare? Secondo il metodo galileiano si formula un'ipotesi; quella formulabile è che si tratti di prodotti fusi confezionati in antico utilizzando valve in argilla(anche multiple) di copie della stessa moneta. Si tratta di una produzione che parte trova utilizzo pressochè durante tutto l’Impero e anche nel periodo tetrachico (vedasi ad es. A SET OF COIN MOULDS IN WINNIPEG, Robert Weir). Utilizzando un sistema simile si poteva avere una serie di esemplari identici nei diritto e rovescio ma su tondelli diversi e dai rilievi sfumati. Altra caratteristica la presenza di dati fisici ridotti, motivati dal ritiro dell’argilla durante l’essicazione e quindi dalla ritrazione del metallo stesso in fase di raffreddamento. Il bordo veniva prima tagliato e quindi limato (più o meno bene). Quindi la soluzione è quella di trovare un altro esemplare con caratteristiche di clone ovvero con ritratti legende, iconografia e tondello identico (chiaro esempio di clonazione moderna). Cosa fatta, al post #20, chiamandolo infatti “the smoking gun” (la pistola fumante, termine anglosassone). Le differenze tra i primi due sono dovute probabilmente ad angolo di incidenza della foto/luce. Le crepe sono un altro dato che indica fusione e shock termico e sono presenti anche sul III esemplare seppure meno evidenti e rafforza l’idea di essere in presenza di una produzione moderna. Chiaramente dopo il post #20 di 3 ore fa il quadro è finalmente chiaro ma solo dopo quel post: solo in seguito a questo si può parlare di “falso banale” (che tale non era se non si era giunti ad una conclusione certa prima – e può suonare anche un po’ ingenerosamente nei confronti dell’utente, ndr). Successivamente si può passare all’utente una informazione (ahimè avversa) certa e documentata non una indicazione parziale e frammentaria. Inoltre lo stesso utente ha avuto modo, qualora non ne fosse al corrente, di venire a conoscenza della presenza di copie fuse antiche (dette anche limesfalsa) e quindi ha avuto un upgrade culturale numismatico. Preso singolarmente un esemplare di peso ridotto non è sempre falso moderno tout court: si provi a tal maneggiare un sesterzio limesfalsa di produzione Carnuntum, spesso con rilievi anche di buona qualità ma di diametro e peso ridotto. Ed è un manufatto antico, non una “sola” moderna. Con una sua Storia ed un “perché” di essere. Lo vogliamo buttare via perché pesa di meno e lo tacciamo di fraudolenza “moderna”? Prima di esprimere una "sentenza" bisogna esser certi di quanto si afferma, esplorando le varie possibilità. Buona giornata Illyricum4 punti
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Buongiorno, vi segnalo il seguente esemplare (di cui attendo indicazione dei dati fisici, non indicati dal venditore): del quale avevamo discusso in privato io, @grigioviola e @Stilicho . Confrontatiamo la seconda coppia (più simile per incidenza ombre) con il nuovo esemplare (3). L'aspetto generale è molto simile, con alcune coincidenze Ritrattocon medesimi dettagli di una parte della legenda caratterizzante mentra il rovescio è pressochè un clone più diafano di quello dell'esemplare 2 (nel dettaglio medesimo LI RO e B identica -non assente- ma meno marcata). OCRE indica un peso medio sui 10 g x 27 mm. Curioso il fatto che il profilo non presenta tracce di bave o segni di limature ma mi pare un dettaglio che nell'insieme passa in secondo piano. Quindi se parliamo di una copia per fusione il discorso seguente è se trattasi di produzione antica (tipo limesfalsa) o moderna ma non rilevo dei segni che possano fornire indicazioni più o meno precise in uno o nell'altro senso. Un ultimo richiamo al fatto che SE la produzione è moderna indica (come già segnalato altre volte) che la scelta di riprodurre un esemplare abbastanza comune (quindi puntando sul numero e sul fatto che magari venga studiata con meno accuratezza) e non un esemplare più raro (che magari richiama più attenzione). Saluti Illyricum4 punti
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“LA SCOMPARSA DEI COLLEZIONISTI. Uno degli aspetti più significativi e più malinconici della crisi che sta attraversando in Italia la numismatica, è senza dubbio quello della diminuzione numerica dei collezionisti di monete. Nè si dica che il numero dei collezionisti possa anche non aver rapporto con lo sviluppo degli studi, e non aver riflessi anche nelle attività ufficiali in questo campo; sarebbe superfluo, crediamo, dimostrare che l'interessamento dei collezionisti privati aumenta la conoscenza del materiale, promuove le ricerche e le scoperte piccole e grandi su questa materia, sprona anche lo Stato a custodire, a sorvegliare i suoi tesori numismatici, senza tener presente che, quasi sempre, da un collezionista scaturisce uno studioso. La storia della nostra scienza è ricca di casi in cui collezioni di privati hanno offerto la base per opere scientifiche di primissimo ordine e perfino cataloghi di commercianti sono assurti all'onore di libri di testo indispensabili per gli studi. La diminuzione dei collezionisti è, dunque, un indice di regresso ed anche un ammonimento per il futuro: se si continuasse di questo passo, la nuova generazione non avrebbe che un numero insignificante di collezionisti di monete, e poiché il gusto della collezione si sviluppa quasi sempre dalla imitazione, non saremmo troppo pessimisti nel dire che, più tardi, essi scomparirebbero del tutto. Le ragioni di questa crisi sono varie e complesso, di ordine generale e di ordine particolare. In quelle generali metteremo la vivacità, il nervosismo del mondo moderno, le preoccupazioni per le esigenze aumentate della vita, lo sport, il cinematografo, e tutto quello che può distogliere apparentemente dal raccoglimento, necessario ai nostri studi. Diciamo apparentemente perchè non siamo (tutt'altro!) lontani dal comprendere il respiro vibrante del mondo moderno, e non crediamo che non si possa essere, nello stesso tempo, automobilista o sciatore e collezionista di monete. In quelle particolari metteremo la neghittosita’ della « numismatica ufficiale», la disorganizzazione delle nostre società, periodici, attività numismatiche in generale, che tutto hanno fatto, o meglio non fatto, per non incoraggiare i principianti, per non promuovere nuovi adepti….” da: Rassegna numismatica. Maggio, 1930.3 punti
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Salve a tutti, io quest’anno per la prima volta in vita sono stato a Veronafil, ho curiosato tra i banchetti e mi son guardato in giro. Fatto qualche domanda a commercianti vari. Quel che ho visto è (ma sia ben chiaro è il mio personale filtro di collezionista e appassionato): pochissime monete interessanti e prezzi molto alti. Il meglio i commercianti non penso lo abbiano portato in fiera. Alcune brutte facce in giro che osservavano i movimenti di clienti e commercianti. Come è possibile che ci sia certa gente in giro? Neanche tre ore e sono andato via. Tornerò a Verona? no. Rispetto al tipo di materiale che cerco, solo tempo perso.3 punti
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Scoperto un tesoro di 5.000 monete anglosassoni: il tesoro include un penny "unico" e potrebbe valere più di 1 milione di sterline estratto da: -> https://www.dailymail.co.uk/sciencetech/article-3300623/Hoard-5-000-Anglo-Saxon-coins-unearthed-Treasure-includes-unique-penny-worth-1million.html Un tesoro di monete d'argento è stato scoperto vicino a Lenborough, nel Buckinghamshire Alcuni risalgono al regno di Ethelred the Unready negli anni '90 e poco più di 4.000 furono coniati durante il regno del suo successore, Canute Uno era un furgone: una moneta dell'Agnus Dei raffigurante un agnello e una bandiera Hoard è stato dichiarato tesoro, ma non è stato ancora valutato ufficialmente Le 5.248 monete sono state trovate dall'appassionato di metal detector Paul Coleman il 21 dicembre dello scorso anno. Ha quasi deciso di non scavare il sito quando il suo metal detector ha emesso un segnale acustico, credendo di essersi imbattuto in un tombino nascosto. Tuttavia, la sua tenacia è stata premiata quando ha trovato i penny d'argento, che sono stati sepolti in due set, forse fino a 15 anni di distanza, in base alle date impresse su di essi. Ha detto a un'inchiesta sul tesoro a Beaconsfield: "Non avevo intenzione di andare [a caccia di tesori] ma sono stato convinto". “Abbiamo guardato le foto aeree e scelto un campo perché c'erano segni strani. Dopo un po' abbiamo deciso di lasciare il campo perché non c'era niente. “Quando il rilevatore ha iniziato a suonare, sembrava delle dimensioni di un tombino e questo è anche ciò che mi ha fatto quasi non scavare. Qualunque cosa di quelle dimensioni è normalmente un tombino o un secchio schiacciato.' Il signor Coleman, che ha 60 anni ed è in pensione, crede che sia stato il destino a spingerlo a vagare dove era sepolto il tesoro. Ha scelto un percorso diverso perché la scelta del suo rilevatore di Deus stava ricevendo interferenze da uno appartenente a un altro membro del club di rilevamento dei metalli Weekend Wanderers. Ha trovato per la prima volta 985 monete risalenti al regno di Ethelred the Unready negli anni '90 e altre 4.263 coniate durante il regno del suo successore, Canute. Le monete sono state portate al museo di Aylesbury prima di essere inviate al British Museum per ulteriori analisi. Brett Thorn, custode dell'archeologia presso il Buckinghamshire County Museum, ha detto all'inchiesta sul tesoro: "Normalmente i tesori sono piuttosto piccoli: da 10 a 20 monete, qualcosa del genere. 'Il più grande è arrivato nel 1840, contenente oltre 7.000 oggetti d'argento, e uno è stato registrato alla fine degli anni '90. Questo reperto è l'unico moderno paragonabile a quelli». Crede che le monete siano state sepolte sulla strada per una zecca a Buckingham a cinque miglia (8 km) di distanza per essere fuse e rifuse. Nuove monete venivano coniate ogni pochi anni, con i possessori di vecchie monete che dovevano pagare una tassa se provavano a usarle. In alternativa, il signor Thorn ha affermato che i soldi avrebbero potuto essere i risparmi di una sola famiglia nel corso di 20 anni. Nonostante la differenza di età tra alcune delle monete, ha detto all'inchiesta: "Non c'è dubbio che siano state depositate nello stesso momento". Ha detto che una delle monete - una moneta Agnus Dei contenente un agnello e una bandiera - è forse unica. «È una moneta coniata male. L'agnello dovrebbe avere sul rovescio una colomba della pace. Questo no; ha una croce corta. 'Qualcuno ha commesso un errore ma è ancora buon argento. Lo hanno ancora inviato. "Rende la moneta un raro errore tra un gruppo di monete uniche." Una delle monete rinvenute nel tesoro - una moneta Agnus Dei contenente un agnello e una bandiera - è forse unica. Brett Thorn, custode di archeologia presso il Buckinghamshire County Museum, ha dichiarato: "È una moneta coniata male. L'agnello dovrebbe avere sul rovescio una colomba della pace. Questo no; ha una croce corta. Tali monete furono emesse verso la fine del regno di Ethelred ed erano una supplica a Dio di proteggerle dai Vichinghi. Solo 30 monete Agnus Dei erano state scoperte e 25 di queste erano in Scandinavia. Ricordando il momento in cui il tesoro è stato portato nel museo, il signor Thorn ha detto: “È stato semplicemente fenomenale. Sono entrato lunedì mattina e c'era un'e-mail su un tesoro di 5.000 monete. Ho pensato che fosse un errore di battitura: non si ottengono mai accumuli di quella portata. Ho pensato che volesse dire 50; anche 500 sarebbero eccezionalmente eccitanti. “Era una quantità enorme e non riuscivo a credere in che condizioni fossero. Quelli che ho guardato inizialmente erano in condizioni eccellenti. 'La prima cosa che abbiamo fatto è stata telefonare al British Museum e li abbiamo portati a Londra quel giorno. 'Si era sparsa la voce in tutto il dipartimento che stava arrivando e quando siamo arrivati tutti dicevano "è quello il tesoro?" Erano entusiasti quanto noi. “Si tratta di una scoperta estremamente significativa, motivo per cui siamo stati davvero contenti che il British Museum abbia dichiarato di essere felice di farcelo avere. "È il posto più sensato per trovarlo: nel Buckinghamshire, dove è stato trovato." Il museo dovrà aumentare una percentuale del valore totale delle monete per metterle in mostra, con una valutazione ufficiale prevista per il nuovo anno. Il signor Thorn ha affermato che l'analisi delle monete ha mostrato che erano state coniate in 40 diverse località in tutto il paese.3 punti
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Complimenti ! Che bella conservazione @Giov60 Tra l'altro è proprio il tipo che mi manca ... 😆 Ciao, RCAMIL.3 punti
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Segnalo l'uscita del n. 395 di Panorama Numismatico. Questo è l'indice: Gianni Graziosi, Il mito dell’uomo selvatico – p. 3 Roberto Diegi, La monetazione di tipo greco in Sicilia, 8, Anche Messina coniò proprie monete – p. 9 Realino Santone, Monete aragonesi del Regno di Napoli, Legenda inedita su un cavallo aquilano – p. 12 Angelo Cutolo, Note sul 15 grana della Reale Repubblica Napoletana con la sigla GAC/S – p. 13 Riccardo Martina, Le medaglie in ghisa fuse a Follonica sotto il Granduca Leopoldo II di Lorena – p. 21 Giuseppe Carucci, Talleri commemorativi di Ludwig di Baviera, prima parte – p. 35 A cura della Redazione, Il valore di una moneta che non c’è – p. 45 Recensioni – p. 50 Notizie dal mondo numismatico – p. 51 Emissioni numismatiche – p. 61 Mostre e Convegni – p. 62 Aste in agenda – p. 632 punti
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CLAUDIO, ASSE, 41-50 d.C., S C Minerva galeata con lancia e scudo, Zecca di Roma, (RIC 100) / monete romane imperiali antiche (moneta romana imperiale antica della dinastia Giulio-Claudia - Impero Romano)2 punti
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Non fate commenti sull'abbigliamento da Indiana Jones del tipo. Sono già morto dal ridere...2 punti
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Buongiorno a tutti gli amici del Forum, condivido volentieri con voi il mio ultimo acquisto arrivato oggi, un sesterzio di Marco Aurelio patina verde intonsa, provenienza: Moruzzi Numismatica, Ex Praefectum Coins. Descrizione del Venditore: Impero Romano, MARCO AURELIO, (161-180 d.C.), SESTERZIO, emissione del 171-172 d.C., della zecca di Roma, con al dritto: M ANTONINVS AVG TR P XXVI, busto laureato con paludamento e corazza a destra, ed al rovescio: IMP VI COS III, S C, Roma galeata seduta sopra ad una corazza con lo scettro nella destra e il gomito sinistro poggiato sullo scudo, è in bronzo, del peso di grammi 18,45 e diametro di millimetri 34,2. L’ esemplare, con bella parina verde smalto, raro (R), con riferimenti bibliografici R.I.C., 1034/S; Cohen, 281var.; Cayon, 120, Ex Praefectum Coins.2 punti
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Sapendo che non avevo monete di questo imperatore, la mia compagna me l'ha regalato per il mio compleanno. Credo di essere proprio fortunato... e penso che questo sia forse il pezzo più bello che mi ha regalato in tutti questi anni... Mi dispiace solo per le foto oscene che non rendon giustizia alla bellezza della moneta, quest'estate cerco di capire come fare a imparare a fare foto decenti.2 punti
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Testone di conservazione eccezionale quello di Giovanni @Giov60, veramente meraviglioso! Complimenti! Posto i miei due esemplari in collezione: io e Roberto @rcamil siamo "speculari" Testa a sinistra (Munt 2): ex Kunker 281; testa al centro (Munt 4): ex NAC 81 (coll. DeFalco, esemplare illustrato sul MIR). Michele2 punti
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io l avrei tenuto ...per quella cifra. fosse stato non suberato e leggermente meglio conservato, avrebbe realizzato 10 volte tanto..2 punti
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Buongiorno a tutti. Una posizione alquanto "strana" per questo punto dopo il numerale IV Ancor più "strano" se la Piastra è una 1798 con 9 torrette, arco chiuso e punto sotto nello Stemma e sottocorona con rigature \\\\\\\ Cosa ne pensate...2 punti
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Ciao, permettetemi a questo punto di fare una piccola considerazione ma importante per me e penso per tanti altri, in primis per l'autore del post. Cerchiamo di essere chiari e di presentare le cose per quelle che sono altrimenti si rischia di generare dei dubbi che in realtà non esistono almeno per quanto concerne queste monete. Sono dei falsi moderni ed anche realizzati abbastanza banalmente e quindi riconoscibili. Sul l'esemplare singolo si poteva discutere ma dopo che sono stati trovati tutti gli altri francamente parlare di produzioni imitative coeve, falsi d'epoca realizzati per fusione in stampi e così via mi sempre alquanto inverosimile ed anche fuorviante. È vero che la prudenza è d'obbligo sempre ed un piccolo margine di dubbio a favore ed a sfavore dell'autenticità quindi ci sta, ma come spesso accade la realtà è molto più semplice di quel che sembra percui tutto lascia pensare a falsi moderni e non ad altro 🙂 ANTONIO2 punti
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non so il motivo.. anche perché non so se è possibile utilizzare gli stessi coni modificando solo la data questa è la mia.. i capelli sono completamente diversinella definizione2 punti
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Proporrei una tassa del 20% per ogni moneta intrappolata in slab a carico di chi la richiede per disincentivare questa moda speculativa. Scusate lo sfogo, ma alla fine sono una tassa per l'acquirente: acquistata la moneta posso toglierla dallo slab è vero, però ho dovuto pagarla di più. Ovviamente nessuno mi obbliga ad acquistarla in slab e infatti sempre evito, ma adesso mi slabbano anche quelle medioevali che non troverei altrove.2 punti
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Ciao difficile capire vista la conservazione, pare anche ribattuto, mi sembra di intravedere una A al dritto fuori posizione ( tra la C-E anzichè sotto), ipotizzerei un quarto del V tipo per Aosta. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CE1/82 punti
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Ne ho avuto una anch'io. Magari può essere utile per i censimenti. Ricordo che inviai la foto a Cronaca Numismatica all'epoca e fu inserita in uno speciale (Gli esperti rispondono) credo del 2000 in cui mi fu confermato che non era ancora nota come variante. Ora riposa tra le mani di un collezionista che sicuramente saprà apprezzarla più di me.2 punti
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Ciao @fricogna allego qualche scatto di una mia Piastra 1859 FERDINAND∀S. Come puoi notare, in questo caso, la lettera A capovolta è identica alle altre lettere A. Un saluto2 punti
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A parte che il cercatore in questione - se avesse operato in Italia - come mjnimo gli avrebbero affibbiato l’ergastolo - la sua moneta sarebbe stata comunque sequestrata percge non presente in tutti musei del regno.2 punti
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Buongiorno Valkyrja, per prima cosa benvenuta/o al forum. Per quanto riguarda l'anello, per poterlo datare con correttezza sarebbe necessario sapere il materiale con cui è fatto. Hai provato a fare una prova con una calamita ? Anche i romani usavano (a volte) il ferro per fare oggetti ornamentali (anelli, bracciali ecc.) ma con il passare del tempo sono stati sostituiti con quelli in bronzo, più facili da produrre ... anche se più costosi. Quelli in ferro erano monili molto poveri e molto semplici, dato che il ferro poco si prestava a lavorazioni di incisione a bulino o lavorazioni particolari. (della durezza del ferro ne parla anche Plinio il vecchio nella sua Naturalis historia - liber XXXVII ) Un punto a sfavore era il punto di fusione: - argento - 961,8° - ferro - 1538° - bronzo - da 880 a 1020° (dipende dalle percentuali dei due metalli, rame e stagno, che lo compongono) - oro - 1064° - elettro - circa 1000° Sono pochissime le popolazioni che, nei secoli successivi, hanno usato il ferro per creare ornamenti ... e non di frequente. In ogni caso i metalli preferiti sono sempre stati quelli che presentavano caratteristiche di lucentezza, capacità di resistenza all'ossidazione (oro, argento, bronzo, rame, elettro, ottone ecc), ma soprattutto, come già detto ... malleabilità e facilità di lavorazione. La letteratura in materia parla di anelli in ferro ritrovati nel nord Europa, opera di quei popoli di esploratori, commercianti e guerrieri scandinavi noti come vikinghi ... ma si fa riferimento a pochi esemplari. (sembra databili a partire dal 1300 in poi). Purtroppo il materiale che si può trovare è abbastanza scarno e di non facile reperibilità. Sempre in epoche post Impero Romano, altre popolazioni che (raramente) hanno usato il ferro a scopo di ornamento personale sono state quelle di origine celtica della Germania (ma anche in questo caso non ho trovato documentazione esaustiva). Per ultima faccio una considerazione sulla destinazione d'uso dell'anello: semplice ornamento o sigillo ? Solitamente i sigilli degli anelli riportavano lettere (magari le iniziali del casato), immagini di animali, scene con divinità, formule magiche o preghiere ecc. ma sinceramente non mi è mai capitato di vedere sigilli con disegni come quello tuo. In antichità gli anelli con sigillo, avevano spessissimo la particolarità di avere il sigillo vero e proprio inciso su pietra dura (solitamente corniola... più morbida e facile da lavorare). Quindi, in questo caso, la parte metallica fungeva più che altro da "supporto". Penso comunque che quello postato sia più un disegno decorativo. Guardando il lavoro, l'irregolarità delle linee, i margini dei solchi ecc., il disegno mi sembra decisamente inciso a mano. Ho notato che i tre circoli centrali sembrano essere stati fatti successivamente rispetto ai solchi in cui sono racchiusi, probabilmente usando un punzone e un maglio, anche dato il fatto che sono praticamente identici ... infatti si nota che la deformazione del metallo va a sovrapporsi al solco di Sx (vedi foto evidenziata). Oltre a questo ma ancora più particolare è quello che sembra un eccesso di metallo sferico all'interno di uno dei solchi ... ma forse è solo un'impressione data dalla foto. Chiedo scusa se non posso essere più preciso ma mi sono basato solo sui pochi riferimenti presenti nei testi a mia disposizione (molti testi ma poche informazioni). Un'analisi del metallo potrebbe rivelare molto.2 punti
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Ma spiegare alla moglie che il sesterzio non è un giocattolo e di conseguenza si rovina e perde (seriamente) di valore se trattato senza cura? La moglie non sarà una bambina, dovrebbe capirlo... a me pare una bestemmia chiudere una moneta antica in uno di quegli osceni plasticumi.2 punti
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Stand di 4 metri con armadio blindato circa 1200. Per noi il convegno di Verona parte da circa - € 2000 e non mi sembra poco. Se poi dovessimo anche pagarci le guardie all'interno dovremmo aggiungerci altri 100 euro direi. Ma poi andrebbero bene se le pagassero tutti ma poi partono i distinguo: io no, io forse, io si se si paga in base ai metri dello stand, ecc. Oltretutto il problema all'interno è ultimamente quello sentito, molto più grave all'esterno e nel tragitto per tornare. Agli organizzatori sono state fatte innumerevoli proposte, sia da parte di associazioni che di singoli commercianti ma i risultati sono stati miseri e infatti ad ogni edizione il numero degli espositori è sempre meno. Faccio un piccolo esempio per farvi capire "l'andazzo": giovedì mattina apertura alle 10 per l'allestimento, arriviamo alle 10.05 e c'erano almeno 70/80 macchine già presenti, all'entrata chiedono il pass auto e personale che vengono letti e nel frattempo mi accorgo di una persona, che conosco, che cercava come sempre di intrufolarsi senza pass e viene rimandata indietro. Noi entriamo alle 10.10 e c'erano almeno 25/30 espositori che avevano già allestito lo stand e dopo pochi minuti mi viene a salutare la persona che era stata mandata indietro perchè senza pass. Due semplici domande: se apre alle 10 come è possibile che alle 10.10 in tanti avessero già allestito? Se quella persona era senza pass alle 10.05 come ha fatto ad entrare alle 10.20? Penso che si capisca cosa non funziona e perchè queste cose all'estero non succedono, ma non si vuole porre rimedio. Ultima nota che trovo particolarmente odiosa: alcuni colleghi che usufruendo del pass invalidi del padre/madre/zia/ecc parcheggiano nell'area riservata ai disabili. Mi ha fatto veramente schifo anche perchè di disabili tra gli espositori ce ne sono ben pochi, ma l'organizzazione in questo caso non può effettivamente fare nulla.2 punti
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Ciao a tutti, oggi condivido con voi un mio denario di Plautilla: provenienza Numismatica Tintinna. Ex vecchia collezione Inglese. Descrizione del venditore. Impero Romano. Plautilla, moglie di Caracalla (deceduta nel 212 d.C.). Denario. D/ PLAVTILLAE AVGVSTAE. Busto drappeggiato a destra. R/ PROPAGO IMPERI. Caracalla e Plautilla, stanti uno di fronte all'altra, si stringono la mano. RIC 362. gr. 3.45 19.00mm. R. AG. SPL.1 punto
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Cari forumisti condivido volentieri 🫢🤣 il lotto 249 dell’ultima asta Varesi 81, ultimo entrato in collezione. Tallero da 80 soldi del Leone di Carlo I Cybo Malaspina signore di Massa di Lunigiana (1623-1662), MIR 319, 39 mm, 25,62 grammi, in buon BB. Sapete quanto rifugga dalle modeste conservazioni, ma qui si tratta di una moneta di straordinaria rarità presa poco sopra ad una base letteralmente ridicola. In un piccolo studio di qualche anno fa apparso su Cronaca Numismatica (“I talleri del leone di Carlo I Cybo Malaspina”, In Cronaca Numismatica n. 216), sono illustrati in tutto sette esemplari di tallero del leone di Carlo I Cybo Malaspina per la zecca di Massa di Lunigiana. Di questi esemplari: sei sono del tipo con valore espresso in numeri romani ed uno, l’unico conosciuto, con valore espresso i numeri arabi. Questo esemplare esitato dal buon Alberto, che sono riuscito non so ancora come a prendere, presenta il valore in numeri arabi! 😳 L’ho raffrontato subito con l’esemplare apparso su Cronaca Numismatica ed è assolutamente diverso (quello è anche leggermente meglio conservato). Ne ho dedotto quindi che si tratti del secondo esemplare conosciuto col valore 80 anziché LXXX. Ho avuto l’occasione nei giorni scorsi di incontrare quasi casualmente un profondo conoscitore milanese della monetazione, tra le altre, anche di questa piccola zecca, che io definisco tra quelle da amatori e gliel’ho portata. Mi ha sgranato letteralmente gli occhi, chiedendomi dove diavolo l’avessi trovata…confermando le mie deduzioni, è proprio il secondo esemplare noto. A volte l’emozione di avere in raccolta un R5, assoluto, mancante anche nella Collezione Reale, supera quella di un bel FDC. E detto da me è tutto dire ✌️😁 Buona serata1 punto
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Ah ah se uno legge l’incipit senza andare s vedere la data in basso avrebbe potuto tranquillamente pensare ad uno dei ricorrenti lamenti ( e’ finita la numismatica; stanno scomparendo i collezionisti; numismatica cenerentola del collezionismo () che fino a poco tempo fa riempivano con regolarità le discussioni del forum oggi - complice un mercato che e’ proprio impossibile definire in crisi - tali voci si sono fatte per fortuna piu rade interessante notare che 100 anni fa si lamentava il fatto che troppo poco venisse fatto per incoraggiare i giovani e nuovi collezionisti verso la numismatica - ecco almeno su questo punto credo non abbiamo assistito purtroppo a troppi cambiamenti ..☺️1 punto
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Anche io l’ho pensato. Purtroppo non si nota bene causa scarsa qualità della foto, ma c’è un piccolo sporco che si intravede vicino la tempia. Secondo me poteva essere più diffuso e qualcuno ha pensato bene di volerlo pulire causando un bel danno.. poverina..1 punto
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Sui suberati si è sempre ampiamente discusso... prodotti dalle zecche o da abili falsari del periodo? di sicuro sono esemplari coevi, quindi autentici. Personalmente lo acquisterei senza ripensamento... certo, dipende dal prezzo ....bello stile (certo al netto del saggio e dei segni del tempo) e peso elevato per essere un suberato quale nomos?1 punto
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Proprio questo e’ il tema in Italia siamo enormemente indietro rispetti si maggiori musei europei dove moltissimo materiale e’ gia’ pubblicato non pubblicare e’ un DELITTO per le monete e il Bene Pubblico. funzionari preferiscono utilizzare ( direi meglio sprecare) preziose risorse pubbliche per acquisti coattivi di materiale gia’ presente in almeno un es. in collez pubbliche piuttosto che fare il proprio dovere e digitalizzare le collezioni. la digitalizzazione e’ la MIGLIORE garanzia di sicurezza una moneta possa avere senza contare il lavoro che si darebbe a decine di giovani che potrebbero fare preziosissima esperienza e percepire anche uno stipendio1 punto
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Salve. Pubblico la mia piastra 120 grana 1798 con le stesse caratteristiche di quelle sopra riportate: 9 torri, punto dopo il numerale IV... Saluti.1 punto
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Comunque, se può essere utile, esiste una Piastra 1798 con le medesime caratteristiche ma, con una coppia di conii differenti, con al R/ la rigatura obliqua da sinistra a destra. In allegato, ex asta 16 nomisma lotto 265. Seppur caratteristica rara per il 1798, è solo una delle numerosissime combinazioni (numero di punti, di forme, di posizioni) che si possono riscontrare nella punteggiatura della legenda. Un saluto1 punto
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È ancora attivo sulla baia,puoi provare a contattarlo li... Mi dispiace per la sua salute,ho avuto modo di conoscerlo e parlarci ogni volta che partecipava al convegno di Bologna anni fa,persona gentile e disponibile... Gli auguro di riprendersi presto...1 punto
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L'aspetto è tipico di una fusione. Nei campi ci sono alcuni dettagli identici nei due esemplari che riconducono al medesimo stampo. Inoltre, la forma stessa del tondello: le due monete presentano un tondello di forma identica. Tutto fa pensare a una realizzazione per fusione. Rimane solo l'annosa questione: falso con stampo a conchiglia antico o produzione moderna? Come ha già rilevato @Illyricum65 lo scarso valore della moneta "originale" non esclude la realizzazione di falsi della medesima tipologia. Il venditore che ospita tutt'ora il secondo esemplare in vendita, lo ritengo affidabile, ma ciò non esclude una svista in buona fede e non è quindi elemento sufficiente per giudicare la moneta come antica. Di contro, non c'è nemmeno nulla che mi faccia ritenere con certezza che si tratti di una produzione moderna. Rimane il dubbio dell'età/autenticità, ma direi che c'è certezza riguardo il metodo di fabbricazione.1 punto
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@LOBU bellissima 59,complimenti. Se può essere utile ecco una 1840.1 punto
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Io ne ho una in una conservazione altrettanto bassa. Magari può servire per confronti. La trovai in una busta di 5 lire raccolte da mia madre (qualche centinaio di 5 lire...purtroppo questa era l’unica del 56).1 punto
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DE GREGE EPICURI I follis della tetrarchia contenevano, inizialmente, il 5% di Ag. al massimo; la percentuale decrebbe rapidamente. Era comunque severamente vietato fondere i follis per ricavarne il poco Ag contenuto.1 punto
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Abominio! Farneticazione! Sacrilegio! Niuno declassi codesta meraviglia a semplice medaglia! Vade retro satana: invoco per te l'esorcismo con martello benedetto...1 punto
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Buon pomeriggio vorrei condividere con voi le 25 regole del buon numismatico (trovate in rete) ;1 punto
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Principalmente conosco marenghi e sterline. Il loro prezzo viene stabilito aggiungendo una commissione al prezzo spot dell’oro.1 punto
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