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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/04/23 in tutte le aree
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Per quanto ci riguarda abbiamo fatto, stiamo facendo e faremo per gli appassionati ancora e per i giovani…il futuro numero 10 del Gazzettino di Quelli del Cordusio, sarà’ un numero Speciale con tanti giovani che hanno scritto e che sarà’ al momento opportuno sempre donato a chi ci segue. Rimane poi sempre anche il recente Catalogo numero 2 delle monete presenti e visibili a tutti in Ambrosiana, anch’esso dono per la comunità culturale da parte di Quelli del Cordusio.7 punti
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Io passo tanto tempo libero coi miei figli tra francobolli e monete. E li incentivo nella collezione numismatica. Il mio più piccolo (12 anni) ha iniziato una collezione di monete (ovviamente io ci metto i soldi, ma cerco di far scegliere e contrattare lui). Gli ho fatto fare una ricerca sul re, gli farò fare una ricerca sulla monetazione sotto quel re; poi gli farò preparare una scheda per ogni moneta con foto. Poi andremo a stampare il libricino a colori della collezione. Sceglieremo un bel monetiere che la contenga. Penso che sia un bel modo di impiegare il tempo in famiglia. Mio nonno fece così con me, anche se era più difficile reperire materiale negli anni 80. per gli eventi di figli di amici (cresime, comunioni, etc) regalo sempre una bella monetina. Un giorno potranno essere lo spunto di una nuova passione. Condivido quanto sopra perché pensò che tutti gli appassionati debbano fare qualcosa per tramandare e diffondere questa passione. Noi siamo i primi ambasciatori dei nostri hobby.5 punti
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Buona Serata, posto le due Piastre "Doppio Orecchio" che ho in collezione. Saluti a tutti, Beppe5 punti
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“LA SCOMPARSA DEI COLLEZIONISTI. Uno degli aspetti più significativi e più malinconici della crisi che sta attraversando in Italia la numismatica, è senza dubbio quello della diminuzione numerica dei collezionisti di monete. Nè si dica che il numero dei collezionisti possa anche non aver rapporto con lo sviluppo degli studi, e non aver riflessi anche nelle attività ufficiali in questo campo; sarebbe superfluo, crediamo, dimostrare che l'interessamento dei collezionisti privati aumenta la conoscenza del materiale, promuove le ricerche e le scoperte piccole e grandi su questa materia, sprona anche lo Stato a custodire, a sorvegliare i suoi tesori numismatici, senza tener presente che, quasi sempre, da un collezionista scaturisce uno studioso. La storia della nostra scienza è ricca di casi in cui collezioni di privati hanno offerto la base per opere scientifiche di primissimo ordine e perfino cataloghi di commercianti sono assurti all'onore di libri di testo indispensabili per gli studi. La diminuzione dei collezionisti è, dunque, un indice di regresso ed anche un ammonimento per il futuro: se si continuasse di questo passo, la nuova generazione non avrebbe che un numero insignificante di collezionisti di monete, e poiché il gusto della collezione si sviluppa quasi sempre dalla imitazione, non saremmo troppo pessimisti nel dire che, più tardi, essi scomparirebbero del tutto. Le ragioni di questa crisi sono varie e complesso, di ordine generale e di ordine particolare. In quelle generali metteremo la vivacità, il nervosismo del mondo moderno, le preoccupazioni per le esigenze aumentate della vita, lo sport, il cinematografo, e tutto quello che può distogliere apparentemente dal raccoglimento, necessario ai nostri studi. Diciamo apparentemente perchè non siamo (tutt'altro!) lontani dal comprendere il respiro vibrante del mondo moderno, e non crediamo che non si possa essere, nello stesso tempo, automobilista o sciatore e collezionista di monete. In quelle particolari metteremo la neghittosita’ della « numismatica ufficiale», la disorganizzazione delle nostre società, periodici, attività numismatiche in generale, che tutto hanno fatto, o meglio non fatto, per non incoraggiare i principianti, per non promuovere nuovi adepti….” da: Rassegna numismatica. Maggio, 1930.4 punti
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Su, lo faccia lo sforzo. Legga quelle poche pagine del Noe, si citano esemplari su cui si poneva il dubbio che non sono quelli da me condivisi. Non serve battere i coperchi come fossimo al mercato ortofrutticolo. È un atteggiamento che offende la memoria degli studiosi del passato che vedo non si degna di attenzionare. Posi la clava, grazie.4 punti
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4 punti
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Il Gruppo ha fatto tanto e continua a fare tanto, le belle scene con i giovani che ricevono le monete nelle loro mani non può che far sperare in un futuro di numismatici sempre più appassionati e prodighi verso questa scienza. Speriamo che questi nuovi e probabili futuri numismatici siano anche sostenuti economicamente dalle loro famiglie per iniziare possibilmente un viaggio di cultura, passione e studio, così da formare il nuovo volto della numismatica italiana.3 punti
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Lovely coins with the first coin being of patricularly good quality. My CONCORDIA FELIX comes from the next issue where Plautilla has her hair untied.. I generally collect eastern issues when they exist. Obv:- PLAVTILLA AVGVSTAE, Draped bust right Rev:- CONCORDIAE, Concordia seated left, holding patera and double conrnucopiae Minted in Laodicea-ad-Mare. 1st Issue. A.D. 202 Reference:- RIC 370. RSC 7. 3.47g. 19.70mm. 0 degrees3 punti
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Premesso che le ragioni della vicinanza al collezionismo da parte giovanile o è insita o è difficile da creare in un mondo così tecnologico, dove i ragazzi nella quasi totalità pensano, direi anche giustamente, al divertimento, quello che frena un ragazzo è sicuramente il lato economico. Infatti se non si ha un genitore che ti aiuta nel poter acquistare qualche moneta o qualche volume, il giovane non avrà la possibilità di essere affascinato da questo mondo, se in lui poi la passione invece è viva è insita, allora in un futuro con condizioni economiche più stabili potrebbe diventare un collezionista o studioso. La parte economica in gioventù deve avere dei sostegni, se manca questo il giovane sarà sempre più lontano dalla numismatica. Ricordo con piacere l’iniziativa di Quelli del Cordusio, “una moneta per i giovani” e prima ancora “un libro per i giovani”, ottima iniziativa per avvicinare le nuove leve al mondo numismatico, o le iniziative della NIP per con convegni e la pubblicazione di un volume a fumetti per i ragazzi, la speranza è che queste iniziative siano riprese e ampliate, anche se oggi i problemi principali sono solo i guadagni e le diatribe Tra collezionisti, commercianti e accademici.3 punti
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Buongiorno e buona domenica a tutta la Sezione. Ciao @Rocco68 ricordi benissimo, abbiamo due monete identiche, frutto dello stesso conio con addirittura gli stessi fantasmini al rovescio. Cosa saranno? Come è possibile che ambedue le monete hanno le stesse "tracce" allo stesso posto? Io comunque ne ho comprata un'altra "normale" così da poterle tenere vicino e osservarle meglio. La nuova 1799 è ancora in viaggio, appena arriva sarà un piacere postarla.3 punti
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Ciao a tutti, oggi condivido con voi un mio denario di Plautilla: provenienza Numismatica Tintinna. Ex vecchia collezione Inglese. Descrizione del venditore. Impero Romano. Plautilla, moglie di Caracalla (deceduta nel 212 d.C.). Denario. D/ PLAVTILLAE AVGVSTAE. Busto drappeggiato a destra. R/ PROPAGO IMPERI. Caracalla e Plautilla, stanti uno di fronte all'altra, si stringono la mano. RIC 362. gr. 3.45 19.00mm. R. AG. SPL.2 punti
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Scoperti misteriosi disegni rupestri in Svezia: forse prime immagini dei vichinghi Team di archeologi svedesi ha trovato circa 40 incisioni di 2.700 anni fa su una parete rocciosa: rappresentano uomini, navi e animali Grandi navi che sembrano evocare la forma tipica delle imbarcazioni vichinghe con la prua allungata e scolpita. Ciurme di uomini al comando e figure stilizzate di animali spettrali. L'ipotesi che sta prendendo piede in queste ore è che possano essere alcune tra le più antiche raffigurazioni del popolo dei vichinghi svedesi. I disegni appaiono tracciati in bianco. Una coreografia di immagini che animano una imponente parete di roccia molto ripida. Quasi fossero murales rupestri eseguiti in modo acrobatico. Mistero nel mistero, dunque. E' la scoperta che sta calamitando l'attenzione del mondo scientifico, avvenuta in una regione della Svezia occidentale, non lontano dal sito di Bohuslän, area molto noto agli archeologi perché aveva già restituito anni fa altre incisioni rupestri (come quelle dell’età del bronzo di Tanum), riconosciuto come patrimonio culturale universale dall’UNESCO. Ora, il tesoro svedese si amplia. I ricercatori hanno riportato alla luce circa 40 "petroglifi", ossia disegni su pietra, raffiguranti navi, persone e figure di animali, risalenti a circa 2700 anni fa. La scoperta è avvenuta per puro caso, come spesso accade in archeologia, dove il fiuto e l'istinto degli esperti si accompagnano ad una buona dose di fortuna. Già perché il team di archeologi svedesi stava perlustrando l'area quando si sono trovati di fronte ad una immensa parete di roccia completamente ricoperta di strati secolari di muschio compatto. Come riporta LiveScience, solo per puro caso hanno un particolare: una linea biancastra. «Sembrava fatta dall'uomo». Troppo precisa e definita per essere naturale. E' bastato rimuovere (a fatica) la superficie muschiosa per rivelando i petroglifi sottostanti. La sorpresa è stata tanta. Ma il mistero che aleggia su questi disegni si infittisce. L'ENIGMA DELLA PARETE A STRAPIOMBO Come sono stati realizzati i disegni? Qui sono entrati in gioco anche i geologi. La parete di granito appare molto ripida. Ma soprattutto, nell'VIII secolo a.C. (ai tempi dell'esecuzione) faceva parte di un'isola. Come ha spiegato Martin Östholm, project manager della Fondazione Bohuslän: «Le maestranze avrebbero dovuto realizzare le incisioni stando in piedi su una barca o su una piattaforma costruita sul ghiaccio». Le persone addette all'opera potrebbero aver sbattuto pietre dure contro la parete rocciosa di granito facendo emergere lo strato bianco sottostante: in questo modo i disegni rupestri apparivano altamente visibili dalle navi di passaggio. Per incutere timore? Per contrassegnare una proprietà? Sono solo alcune ipotesi. Se le inisioni rupestri sono state realizzate in un periodo di tempo relativamente breve, potrebbero raccontare una storia. I disegni raffigurano navi, persone e figure di animali, comprese creature a quattro zampe che potrebbero essere cavalli. Il più grande mostra una nave lunga 4 metri. https://www.ilmessaggero.it/mondo/vichinghi_scoperta_disegni_roccia_mistero_svezia-7442639.html2 punti
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fra sedili, gente FRASE DILIGENTE Buona serata. Stilicho2 punti
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Buonasera,dalle immagini postate non riesco a capire se il rovescio è anepigrafo o meno,in tal caso sarebbe un 3 cavalli coniato a Napoli durante il regno di Filippo III di Spagna ,ecco un'esempio... Se invece riporta la legenda:IN.HOC.SIGNO.VINCES✠ potrebbe sempre essere un 3 cavalli di Filippo IlI di Spagna di questo tipo... Oppure potrebbe essere sempre un 3 cavalli ma coniato durante il regno di suo padre Filippo II di Spagna,ecco un esempio...2 punti
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Ciao @sdy82, quello che ho riportato è lo stralcio di un editoriale a firma LA RASSEGNA NUMISMATICA (fascicolo n. 5 maggio 1930) - cfr. foto. Grazie, Domenico2 punti
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Per le banconote un mini colpetto di fortuna Una lira del 1914 (emissione1917) che possiedo ma per un euro si prende sempre. E questa mini banconota (cm. 6 x cm. 4) da 10 pfennig del 1948, appartiene alla prima emissione della BANK DEUTSCHER LÄNDER del 1948, questa banca sarà sostituita nel 1957 dalla DEUTSCHE BUNDESBANK. Come ben sappiamo la BANK DEUTSCHER LÄNDER era presente anche sulla prima emissione di moneta spicciola della Germania post bellica. (in foto I° e II° tipo)2 punti
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Qualche acquisto fatto questa mattina al mercatino, spesi solo 4 euro e debbo dire che sono molto contento Rovistati una ciotola ad un euro al pezzo ed un fascio di banconote sempre ad un euro al pezzo. Trovato questo bel 10 soldi di Vittorio Amedeo III del 1794 in ag.290, anche se in scarsa conservazione i rilievi ci sono quasi tutti. Questo gettone da 10 Goethe commemorativo tedesco in acciaio degli anni '80 per un mio amico che li colleziona. Token - Johann Wolfgang von Goethe - Federal Republic of Germany – Numista2 punti
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@Litra68, frequenti nei sei Tornesi sono anche le doppie battiture. Immagine del taglio.2 punti
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Effettivamente in alcuni esemplari d mezzo scudo sembra ci sia veramente un profilo a sostituire il taglio della spalla del Re,ma non credo che il duca di Ossuna abbia osato tanto...2 punti
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Le foto non le rendono giustizia.. per me è piu che SPL sia al D sia al R.. grazie a tutti dei commenti2 punti
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Buonasera, É una moneta ed un’emissione che offre diversi spunti. Noe parla di imitazioni di altri conii (pagine 51-56) per diversi esemplari suberati o sospettati tali con alcune interessanti riflessioni sull’ufficiltá o meno di questa produzione, inoltre il rovescio dell’esemplare di apertura sembra avere subito una reincisione con l’aggiunta della foglia larga sopra quella della spiga, si veda Noe 546 per il conio di martello di partenza (anche se nell’immagine che posto, nella posizione occupata da tale foglia, sembrerebbe potersi intuire il “fantasma” di qualcosa molto simile ad essa forse). L’esemplare ex Artemide mi da l’impressione di aver subito qualche “ritocco” nella capigliatura al dritto e nelle reste al rovescio. E poi, quell’area liscia ed uniforme lungo il bordo tra ore tre ed ore cinque al dritto che origine potrebbe avere avuto? Un colpo o effetto dovuto alla foto? Concordo che l’esemplare se autentico valga la pena di essere acquisito nella collezione di chi si interessa delle emissioni metapontine o di chi voglia studiarle. La numismatica come scienza (anche accompagnata dal collezionismo) é tremendamente più stimolante dell’edonismo che spesso accompagna il possesso dell’oggetto d’arte. L’esemplare Noe 546, al British Museum dal 1847, acquistato da Maximilian John Borrell. Peso 7.451 grammi. Stesso rovescio della moneta in discussione prima della reincisione. Catalogato come falso antico. L’esemplare suberato Noe 545, conservato a Parigi presso la Bibliotheque Nationale de France, fonds general 1179. Peso 6.00 grammi e battuto dallo stesso conio di incudine della moneta ex Artemide. Noe descrive il rovescio della moneta come assai simile a quello del 546, mi chiedo se non si possa ritenere che sia proprio lo stesso conio invece, almeno così potrebbe sembrare a giudicare dal piccolo tratto (frattura di conio?) che si allunga verso sinistra dalla seconda omicron dell’etnico. Sarebbe una corrispondenza di conii con l’esemplare ex Artemide, per quanto parziale essendo apparentemente antecedente la reincisione con l’aggiunta della foglia (la moneta di Parigi purtroppo è difficile da leggere visto lo stato in cui versa). Possibile? Che ne pensate?2 punti
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Guardate che devo salvaguardare il mio investimento e con tutti i dubbi che sollevate certamente non mi rendete la vita facile. Allora voglio dormire tranquillo e vincere facile...genio e sregolatezza, fantasia e creatività...mi darà grande soddisfazioni...investimento assicurato: CLICCA-->GENIO E SREGOLATEZZA2 punti
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Assolutamente vero. Sono onorato di aver generato una interessante discussione, seria, proficua; di aver coinvolto esperti e appassionati. Soprattutto di aver appreso conoscenze e metodi di studio che servono anche alla crescita personale e non solo a quella intellettuale. Vi ringrazio tutti, è veramente un piacere interagire con tutti voi. Grazie grazie grazie.2 punti
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Buongiorno, mi permetto invece di supporre che l’utente @Gordonacci viceversa possa apprezzare la ricerca svolta, l'impegno profuso e quanto emerso dal post #16 in poi, essendo fino a quel momento una discussione “working in progress” senza una netta e chiara decisione. Rammento che fino al post #15 la situazione era tutt’altro che chiara con indicazioni di vario tipo ma nulla alla fine di probante: caratteri impastati, rilievi sfumati, peso calante ma nessun dato certo e incontrovertibile. Sensazioni personali e poco più. La casualità è stata che proprio recentemente si era discusso tra noi Curatori sull’altro esemplare, quello presentato al post #16 per l’appunto. E @grigioviola se n’è ricordato. Se si osserva la comparazione tra l’esemplare Gordonacci e quello presentato, il ritratto è identico, le legenda pure come dettagli, il rovescio stessa iconografia seppure con dettagli meno marcati. I tondelli sembrano presentare diverse forme al diritto, stesse caratteristiche tra i rovesci. Il secondo esemplare sembra più espanso a ore 0. Come si può spiegare? Secondo il metodo galileiano si formula un'ipotesi; quella formulabile è che si tratti di prodotti fusi confezionati in antico utilizzando valve in argilla(anche multiple) di copie della stessa moneta. Si tratta di una produzione che parte trova utilizzo pressochè durante tutto l’Impero e anche nel periodo tetrachico (vedasi ad es. A SET OF COIN MOULDS IN WINNIPEG, Robert Weir). Utilizzando un sistema simile si poteva avere una serie di esemplari identici nei diritto e rovescio ma su tondelli diversi e dai rilievi sfumati. Altra caratteristica la presenza di dati fisici ridotti, motivati dal ritiro dell’argilla durante l’essicazione e quindi dalla ritrazione del metallo stesso in fase di raffreddamento. Il bordo veniva prima tagliato e quindi limato (più o meno bene). Quindi la soluzione è quella di trovare un altro esemplare con caratteristiche di clone ovvero con ritratti legende, iconografia e tondello identico (chiaro esempio di clonazione moderna). Cosa fatta, al post #20, chiamandolo infatti “the smoking gun” (la pistola fumante, termine anglosassone). Le differenze tra i primi due sono dovute probabilmente ad angolo di incidenza della foto/luce. Le crepe sono un altro dato che indica fusione e shock termico e sono presenti anche sul III esemplare seppure meno evidenti e rafforza l’idea di essere in presenza di una produzione moderna. Chiaramente dopo il post #20 di 3 ore fa il quadro è finalmente chiaro ma solo dopo quel post: solo in seguito a questo si può parlare di “falso banale” (che tale non era se non si era giunti ad una conclusione certa prima – e può suonare anche un po’ ingenerosamente nei confronti dell’utente, ndr). Successivamente si può passare all’utente una informazione (ahimè avversa) certa e documentata non una indicazione parziale e frammentaria. Inoltre lo stesso utente ha avuto modo, qualora non ne fosse al corrente, di venire a conoscenza della presenza di copie fuse antiche (dette anche limesfalsa) e quindi ha avuto un upgrade culturale numismatico. Preso singolarmente un esemplare di peso ridotto non è sempre falso moderno tout court: si provi a tal maneggiare un sesterzio limesfalsa di produzione Carnuntum, spesso con rilievi anche di buona qualità ma di diametro e peso ridotto. Ed è un manufatto antico, non una “sola” moderna. Con una sua Storia ed un “perché” di essere. Lo vogliamo buttare via perché pesa di meno e lo tacciamo di fraudolenza “moderna”? Prima di esprimere una "sentenza" bisogna esser certi di quanto si afferma, esplorando le varie possibilità. Buona giornata Illyricum2 punti
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Buongiorno, Aggiungo un altro 10 tornesi 1856,in asta alla prossima Nomisma. Un saluto a tutti. Raffaele.2 punti
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Ciao. mi viene in mente che in ambiente romano, anche se in epoca più tarda rispetto al tuo asse che dovrebbe essere di serie sestantale, il monogramma in nesso AT o TA è presente anche in un denario del 74 a.C. C. POSTVMI AT o TA D/ Busto di Diana a d. con arco e faretra sulle spalle; c. p. R/ Cane in corsa a d.; sotto, asta; in esergo, su due righe C.POSTVMI / TA; c. p. RRC 394, 1a; BMCRR I, 3238-3241 (C. Postumius Tatius?, 77 a.C.); Bab. 9 (64 a.C.) Ma torniamo alla tua suggestione Io escluderei che l'asse sestantale e l'aes signatum da te mostrati siano connessi. Dal punto di vista epigrafico le monete riportare dal Garrucci non presentano un nesso ma una "A" latina sormontata da linee parallele al di sopra del suo vertice. La cosa è molto chiara anche dalle riproduzioni fotografiche presenti nel Turlow-Vecchi (Thurlow & Vecchi: Italian Cast Coinage; Italian Aes Rude, Signatum and Aes Grave of Sicily, by Bradbury Thurlow and Italian Aes Rude, Signatum and the Aes Grave of Sicily by Italo Vecchi, two works published as one, 1979 che dovrebbero riferirsi allo scavo di Tarquinia dei fratelli Marzi del 1876) che pure mostrano, a differenza del Garrucci, esemplari frammentari con al massimo due stanghette (AES9 e 10 plate 9). Anche dalle immagini fotografiche si vede chiaramente che lettera e stanghette non sono in nesso E sono proprio quelle righe sormontanti la A che fanno pensare ad una sorta di numerale. La "A" come valore è già attestata in ambito etrusco per es. a Populonia che ha coniato dopo ca. il 200 a.C. delle monete da 10/trentesimi con D) Testa di Sethlans a d., con pileo ornato di corona d'alloro; tra X e A. Bordo di punti. R) Martello e pinze su entrambi i lati di 4 pallini; sotto, PVPLVNA (scritto da dx a sx in alfabeto etrusco). Bordo di punti. che presentano, appunto, la lettera A come numerale. Scrive il Vecchi che "In seguito al crollo del sestantele come standard e della sua bella serie centesimale etrusca, Populonia seguì Roma e produsse trienti unciali in bronzo dall'incisione di scarsa qualità con uno standard di peso basato su un a partire da circa 27 g. In linea con la politica di decimalizzazione di Populonia, ai tradizionali trienti con 4 pallini è stato aggiunto un segno di valore da 10 unità sul dritto. La X a sinistra e la A a destra di Sethlans sembrano essere un tentativo locale di decimalizzare trientes unciali, molti dei quali sono riconiati su Menvra/gufo sextantes di tipo 12 di peso inferiore alla media. Sestanti di tipo 12 simili ma di peso maggiore sono stati ritariffati ad 11 unità nella serie successiva". Vecchi Italo 1993, The coinage of the Rasna: a study in Etruscan numismatics. Part IV in "Schweizerische numismatische Rundschau = Revue suisse de numismatique = Rivista svizzera di numismatica" PDF ripubblicato da e-periodica.ch il 28.04.2023 a qs indirizzo : https://www.google.com/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&cad=rja&uact=8&ved=2ahUKEwiooODQ2Zj_AhUfQ_EDHcYEAhYQFnoECAgQAQ&url=https%3A%2F%2Fwww.e-periodica.ch%2Fcntmng%3Fpid%3Dsnr-003%3A1993%3A72%3A%3A276&usg=AOvVaw3yb1Ipcw1TWUjlOnuUpzDc Quindi non mi sento di avvalorare la tua ipotesi2 punti
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La collina del Castello di Udine non è naturale ed è stata realizzata più di 3 mila anni fa: è il tumulo più grande d’Europa La leggenda narra che fu costruita dai guerrieri di Attila per fargli vedere l’incendio di Aquileia 07 Aprile 2022 alle 13:253 minuti di lettura UDINE. Stanno portando a inaspettate conclusioni le indagini archeologiche sul colle del Castello di Udine, eseguite nell’ambito della progettazione commissionata dal Comune per la realizzazione di due ascensori per l’accesso al piazzale sommitale del colle: è stato accertato che si tratta di una collina totalmente artificiale, realizzata in epoca pre-romana, probabilmente tra 3500 e 3000 anni fa, durante l'età del Bronzo. Il centro di Udine in un Modello digitale del terreno (DTM) ottenuto da altimetria laser aviotrasportata (Lidar). In questa elaborazione sono stati eliminati gli edifici e la vegetazione, rendendo evidente la morfologia del terreno. Si nota come il colle su cui si trova il castello sia un elemento anomalo in quanto si erge isolato in mezzo alla pianura. Gli fa riscontro l’ampia depressione in cui si trova Piazza I Maggio, da cui probabilmente sono state cavate buona parte delle ghiaie con cui è stata fatta la collina. [Immagine Dipartimento di Geoscienze Padova] La realizzazione di un sondaggio stratigrafico era stata avviata lo scorso anno quando, a seguito di indagini geofisiche preliminari eseguite dal dottor Sandro Veronese su prescrizione della Soprintendenza, si erano individuate strutture medievali e rinascimentali. Hanno fatto seguito nei mesi scorsi varie analisi archeologiche e geotecniche, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, e indagini geognostiche, tuttora in corso, volte ad analizzare in dettaglio gli aspetti stratigrafici, paleoambientali e cronologici. Tali indagini sono coordinate da Alessandro Fontana, professore di geomorfologia del Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova, in collaborazione con i Musei di Udine, nell’ambito del progetto “Archeologia Urbana a Udine”, voluto dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Udine. Il colle non è naturale Le ricerche finora realizzate hanno documentato che gli strati e le argille che costituiscono il colle non sono disposti secondo una sequenza naturale, ma sono stati invece accumulati artificialmente e che il materiale di riporto proviene in larga parte dalla zona che ora corrisponde a Piazza I Maggio. Le nuove informazioni, unite alla re-interpretazione dei dati precedenti, dimostrano che il colle di Udine è quello che in linguaggio archeologico viene chiamato “mound”, ossia un rilievo costruito dall’uomo. Già nelle fasi iniziali il tumulo raggiungeva probabilmente quasi 30 m di altezza e aveva un volume superiore a 400.000 m3, presentando dimensioni comparabili a quelle odierne. Foto dello scavo archeologico sulla cima del colle di Udine (dicembre 2021). L’alternanza di ghiaie e terra di colore arancio in primo piano corrisponde al riporto di epoca protostorica, su cui poggiano le mura medievali e rinascimentali. Sullo sfondo la sottostante Piazza I Maggio La scoperta dunque è straordinaria, in quanto il colle artificiale di Udine costituisce un unicum, senza confronti in Italia ed è probabilmente il più grande di tutta Europa. Questa rivelazione rappresenta un significativo e inaspettato avanzamento riguardo le nostre conoscenze delle capacità progettuali e realizzative delle comunità protostoriche e apre significative prospettive nella ricerca sia in ambito nazionale che europeo. Interessante è stato inoltre poter rilevare che la tecnica adottata per la realizzazione del tumulo è la medesima impiegata durante l’età del Bronzo e del Ferro nel resto della pianura friulana per edificare gli argini difensivi (aggeri) che proteggevano i villaggi fortificati chiamati “castellieri”. Tra il 1400 e il 950 a.C. Udine infatti era sede del più grande di questi castellieri friulani, con un’estensione massima di quasi 20 ettari, e all’epoca era quindi il centro di riferimento principale. Al momento rimane incerta la funzione di questa collina di enormi dimensioni, visibile da buona parte della pianura: indubbia è la sua monumentalità, a probabile celebrazione della grandezza della comunità protostorica locale. Le ricerche in corso stanno cercando di raccogliere informazioni utili a capire se potesse avere altre finalità oltre a quelle già individuate. La leggenda popolare e i soldati di Attila Quanto emerso sembra anche ricollegarsi alla leggenda popolare, secondo cui la collina era stata realizzata dai soldati di Attila nella metà del V sec. d.C. affinché egli potesse vedere l’incendio di Aquileia da loro conquistata. Nella tradizione popolare è rimasto quindi il ricordo ancestrale di un’opera artificiale antica, ma il passare dei secoli ne ha alterato la memoria. Questa scoperta scientifica rappresenta il frutto della solida collaborazione che nel corso degli ultimi anni si è instaurata fra la Soprintendenza ABAP FVG e il Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova, tramite la quale i geologi dell’università affiancano gli archeologi che si trovano a operare negli scavi di emergenza diretti dalla Soprintendenza. Attualmente, con un proprio finanziamento, la Soprintendenza sta proseguendo le ricerche tramite alcuni nuovi carotaggi profondi, che permetteranno di valutare definitivamente la vera entità del mound protostorico e che forniranno ulteriori dati per precisarne le eventuali differenti fasi costruttive e le attività che potevano venire effettuate sul colle in epoca antica. Si tratta di informazioni necessarie per svolgere al meglio la funzione di tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico della città di Udine da parte della Soprintendenza. Foto dello scavo archeologico sulla parte sommitale del colle (dicembre 2021). Gli archeologi stanno lavorando sul riporto artificiale di ghiaie e argille costruito in epoca protostorica. Le mura sono di età medievale e rinascimentale. Sullo sfondo il castello di Udine; Piena soddisfazione per i risultati della ricerca è stata espressa da Pietro Fontanini, Sindaco del Comune di Udine, impegnato in prima linea nella valorizzazione della città: “La collaborazione e il sostegno economico finora garantito alle ricerche archeologiche in città sono il segno tangibile dell’impegno della mia amministrazione nella ricostruzione della storia urbana sin dalla sua origine. Con questo intento abbiamo fin da subito coinvolto i nostri musei, chiedendo loro di coordinare, di concerto con la Soprintendenza e con la collaborazione di numerosi enti e istituti di ricerca, una ricostruzione storica e scientifica degli esiti di trent’anni di scavi archeologici, spesso ancora del tutto inediti, commissionando ricerche di dettaglio e analisi tecnico-scientifiche. Il fine ultimo – ricorda il Sindaco Pietro Fontanini – è quello di offrire per la prima volta un quadro aggiornato della nostra storia”. “Questa importante scoperta dimostra quanto l’instaurarsi di collaborazioni fra enti di ricerca e istituzioni possa portare a risultati proficui per il territorio e la comunità. – afferma la Soprintendente Simonetta Bonomi – Attendiamo ora con impazienza i risultati delle indagini in corso, fiduciosi che porteranno incisivi elementi di comprensione per lo studio della città di Udine e della sua importanza fin dalla protostoria sul territorio”. https://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2022/04/07/news/la_collina_del_castello_di_udine_non_e_naturale_ed_e_stata_realizzata_piu_di_3_mila_anni_fa_e_il_tumulo_piu_grande_deuropa-3172514/1 punto
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Quindi non credo a soluzioni facili, almeno non credo siano possibili e realistiche quelle calate dall'alto, dove bazzicano persone interessate a che non cambi nulla... l'unica cosa possibile è operare dal basso, ciascuno di noi che contribuisce con ciò che sa e può, cambiare le cose iniziando dalle semplici situazioni e attività del quotidiano, viviamo in un contesto pieno zeppo di violenza ad ogni livello, bisogna partire da li, dalla formazione, educazione e istruzione, da alcuni valori a cui dare priorità a scapito di altri oscuri e corrotti, spesso predominanti nel concreto della vita, ma con l'esempio e non solo con le parole, e nel suo piccolo persino una passione apparentemente insignificante nei grandi numeri come la numismatica può dare il suo contributo, un ragazzo affascinato dalla storia e dagli oggetti antichi come le monete è un ragazzo che avrà un'arma interiore in più contro la forza corruttiva della violenza, ma è un processo che richiede una grande forza d'animo e molto tempo, generazioni, e che si scontra ogni giorno con le strutture del sistema in cui siamo immersi...tuttavia come dicevano gli antichi: "gutta cavat lapidem"1 punto
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L'unico deterrente possibile, almeno per i criminali capaci di ragionare, per gli squilibrati non esiste deterrenza possibile, è la certezza della pena, più è difficile godersi i frutti di un reato più diminuisce il vantaggio di un'attività criminale... tuttavia per quanto possa essere sconsolante ammetterlo il crimine è parte del sistema in cui viviamo e non solo in Italia, perciò viene al massimo arginato non risolto, una buona parte del capitalismo mondiale si fonda ormai su diversi tipi di attività illecite che vanno a finanziare quelle lecite, dagli scippatori, spacciatori, ladri ai ricettatori, "lavandai", soldati e boss di organizzazioni fino agli intrallazzatori, affaristi, imprenditori e politici vi è una commistione tale che poi va influire anche sugli equilibri di potere rendendo impossibile prendere determinate decisioni, si parla addirittura in alcune occasioni di una necessaria "convivenza" con certe organizzazioni... e la soluzione non è neanche quella usata dagli stati autoritari, con le loro giustizie brutali e draconiane, in quel caso al potere ci sono proprio sistemi molto simili alle organizzazioni mafiose che usano i poteri giudiziari in primo luogo per reprimere le opposizioni...1 punto
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Bravissimo. Piú fatti e meno bla bla,perchè il buono vuole essere protetto e salvaguardato in quanto tale,il cattivo invece,a casa mia, deve star in galera, ma non per far la comparsa,ma per restarci a lungo termine.1 punto
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Grazie ancora @Tinia Numismatica per l’intervento anche se -porta pazienza- non capisco francamente il tuo intervento alla onestà. Qui nessuno ha messo in dubbio l’onestà personale e professionale di nessuno! Questa discussione è nata per evidenziare la Veronafil di maggio 2023, con tutti i suoi consequenziali pro e contro, non ultimi -purtroppo- gli avvenimenti di cui abbiamo avuto recenti notizie. Vedi: https://www.lamoneta.it/topic/215225-timeo-veronae/#comment-2373937 Auspichiamo tutti (immagino tu compreso che come Operatore sei anche presente alla Veronafil) che vi sia una sorta di “rinascita” della manifestazione suffragata magari anche da un cambiamento di tendenza del “collezionista” verso il “Collezionista”. Modestamente, penso che anche Voi Operatori potreste contribuire a far sì che un cambiamento venga quanto meno abbozzato. La visione “il ciuco si attacca dove vuole il padrone” (del tutto lecita e legittima) è -a parer mio- una visione che qualcuno potrebbe definirla miope, che può lasciare il tempo che trova, che si limita ad assecondare interessi primari certamente ragionevoli e comprensibili. Anche Voi potete contribuire a “creare” i nuovi Collezionisti di oggi, magari unendo sinergicamente le Vostre forze per un obiettivo comune. Un caro saluto, Domenico1 punto
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Thank you for sharing. I do not generally focus on these later issues but have gathered several over the years. Here are a couple of the IMP VIIII issue. Obv:– L SEPT SEV PERT AVG IMP VIIII, laureate head right Rev:– P M TR P V COS II P P, Sol standing left, raising right hand, holding whip in left Laodicea-ad-mare mint. A.D. 198 Reference:– BMCRE 463. RIC 492. RSC 433 Obv:– L SEPT SEV PERT AVG IMP VIIII, Laureate head right Rev:– PROFECTIO AVG, Septimius Severus in military dress on horseback right, holding spear Minted in Laodicea-ad-Mare, A.D. 197 References:– RIC 494 (Scarce), RSC 580 Shortly after this comes a small issue which appears to only occur from a single obverse die. O am able to share all three known reverse types:- Obv:– L SEP SEVERVS PER AVG PIV IMP XI PAR P M, laureate head right Rev:– SALVTI AVGG, Salus seated left feeding snake coiled around altar Eastern mint. A.D. 198 Reference:– BMCRE page 281 Note, citing RD page 102. RIC 497b corr. Holed. Obv:– L SEP SEVERVS PER AVG PIV IMP XI PAR P M, laureate head right Rev:– AR AD TR P VI / COS II P P, Two captives seated back to back at the foot of a trophy Eastern mint. A.D. 198 Reference:– BMCRE page 280 Sword, citing RD page 105. RIC 494b corr. Slightly double struck on the reverse. Obv:– L SEP SEVERVS PER AVG PIV IMP XI PAR P M, laureate head right Rev:– AR AD [T]R P VI COS II P P, Victory walking left, holding wreath in right hand, palm in left Eastern mint. A.D. 198 Reference:– BMCRE page 280 *, citing RD page 105. RIC 494a corr. It is also worth watching out for scarce examples of either the cuirassed or draped and cuirassed busts. These are quite unusual in the series. Obv:– L SEPT SEV AVG IMP XI PART MAX, Laureate, draped and cuirassed bust right, seen from behind Rev:– AEQVITA-TI AVGG, Aequitas standing left, holding scales and cornucopia Minted in Laodicea ad Mare. A.D. 201 Reference(s) – RIC IV -; BMCRE -; RSC 22a Same dies as Arnold lot 5 and Barry Murphy SEV-169. 2.51 gms, 18.73 mm. 0 degrees1 punto
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Sono francese e lo sai. Si può già intuire dal mio italiano approssimativo, mi dispiace. Non è il luogo adatto per parlare di politica, e non era il motivo del mio intervento. Reagivo solo a giudizi sommari che vanno ben oltre i soliti stereotipi, e non avrei mai pensato trovarli su un forum di numismatica. Forse era meglio lasciar stare. Adesso devo andare, ho un cinghiale sul fuoco e qualche sberla da dare ad alcuni legionari romani.1 punto
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Ha ragione @417sonia, l’ho trovata nel lavoro di Giuseppina Majer nella RIN 1927 Le medaglie di benemerenza del Senato veneziano.1 punto
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Aggiungo foto di un esemplare appena entrato in collezione. Qui la mazzetta è quasi più visibile degli altri dettagli della moneta. @fabry61@fabry61 leggo US GRIMANO, quindi deduco sia un esemplare molto simile al tuo.1 punto
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Dimentico che forse oggi va più di moda il “Venghino Signori, Venghino!”….magari su Facebook…… Come sosteneva Filippo Tommaso Marinetti, il quale già agli inizi del Novecento aveva compreso bene il potenziale legato al mezzo pubblicitario: «La massima originalità, la massima sintesi, il massimo dinamismo, la massima simultaneità e la massima portata mondiale. Ecco che cos’è la pubblicità».1 punto
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No non lo ho trattato, lo considero affine alle oselle che sto ancora studiando1 punto
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Io onestamente confesso che del tempo l'ho perso con questa moneta. Ben prima di vedere l'esemplare proposto da @Gordonacci perché... Bè è una moneta "ben fatta" e vi spiego perché! Non ho mai nutrito molti dubbi sul fatto che fosse fusa, tant'è che parlando con @Illyricum65 e @Stilicho l'ho proprio presentata come tale, spostando però il fulcro della discussione sulla sua età. Forse non lo sa @Gordonacci, ma voi di certo sì: uno dei miei grandi interessi di studio sono le imitazioni coeve e le produzioni fraudolente antiche e quindi mi chiedevo - complice un venditore fidato, una patina credibile e una certa rozzezza di fondo del pezzo - se non si poteva trattare di una fusione antica e non moderna. Ora, a fronte di tre esemplari identici, di un bordo troppo regolare e di tre tondelli dalla forma sovrapponibile... L'ago della bilancia pende per la produzione moderna. Ma... Mi ricapitasse un esemplare di aspetto analogo, ci spenderei sopra il medesimo tempo e non passerei oltre senza cercare di capirlo in maniera critica! Ho in collezione un Salonino Augusto con rovescio di Postumo sulla cui "antichità" nessuno nutre dubbi mentre ben tre nomi di peso e caratura che hanno maneggiato e visto la moneta non hanno saputo dire con certezza matematica se si tratta di esemplare coniato o fuso, perché a volte quel che sembra in foto, in mano si rivela tutt'altro!1 punto
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La questione relativa alle monete suberate è complessa e più volte è stata affrontata anche sul forum. Ciò che tuttavia vorrei sottolineare è che la revisione dell'opera di Noe da parte della Johnston, pur costituendo una base documentaria imprescindibile per gli studi sulla zecca di Metaponto, risale a quasi quarant'anni fa (1984) ed è pertanto altamente probabile che nuovi accoppiamenti di conii siano progressivamente emersi in collezioni più recenti e , soprattutto, nei cataloghi di vendita, come ho avuto più volte modo di verificare per gli incusi. Il fatto stesso che una moneta suberata risulti battuta da due conii noti ma non documentati in abbinamento, più che insinuare sospetti sull'autenticità - certamente leciti - invita forse a riflettere sulla possibilità che si tratti di una produzione comunque realizzata in epoca antica per scopi contingenti che purtroppo ci sfuggono.1 punto
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DE GREGE EPICURI I follis della tetrarchia contenevano, inizialmente, il 5% di Ag. al massimo; la percentuale decrebbe rapidamente. Era comunque severamente vietato fondere i follis per ricavarne il poco Ag contenuto.1 punto
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Con questo soldino (cosa unica) invece abbiamo il caso inverso. Per creare il soldino è stato usato il Rovescio di un tornesello: Si può notare come la legenda VENETIA4 sia ravvicinata e non distanziata come nei normali soldini di Andrea Contarini dando prova certa dell'utilizzo del Rovescio di un conio di tornesello per creare questo inedito soldino. In questo caso sono d'accordo con @Arka sulla casualità. In pratica rompendosi il conio di martello del soldino si è pensato bene di ricorrere in emergenza al conio del tornesello, cosa non plausibile come affermato da @417sonia vista la continuità dell'utilizzo sui torneselli della legenda S.MARCVS.VENETI.1 punto
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Buonasera, ciao @magicoin mi piace il fatto che tu sia costantemente impegnato nella ricerca di nuove varianti... continua così! Comunque, tempo fa salvai l'immagine di questa moneta per confrontarla con delle altre Piastre 1835 legenda interrotta, proprio perché mi incuriosì la forma della testa... Alla fine, l'effige di questa 1835 è risultata essere uno dei numerosi ritratti giovanili di Ferdinando II - in questo caso - con ciuffo, naso e punta del collo leggermente diversi dal tipo base - e seppur si tratti di un conio raro - a mio avviso resta una curiosità, perché non rappresenta qualcosa di così rilevante da poterlo definire una "variante degna di nota". Riguardo la fronte ed il ciuffo, potrebbe trattarsi di un conio sporco/otturato o più semplicemente, di una leggera debolezza di conio. A proposito di ciuffi sulla fronte, ricordo che in un'altra occasione ti allegai anche un'immagine con i diversi tipi di ciuffi (in avanti, all'insù, all'indietro e con ricciolo tondo). In altre discussioni invece, abbiamo anche trattato più nel dettaglio il tema delle diverse effigi sulle piastre con volto giovanile, soprattutto tra il 1833 ed il 1836, quando evidentemente, vi è stata una più che massiccia coniazione di Piastre e di conseguenza, vi fu un'elevata produzione artigianale dei conii. Allego una Piastra 1835 che presenta lo stesso identico conio della tua, ma in uno stato di conservazione leggermente più leggibile. Allego anche un'immagine GIF comparativa con un'altra 1835 del modello base. Spero di esserti stato utile, Lorenzo1 punto
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Non ho mai scritto su queste discussioni "veronafil" che puntualmente si riterano ad ogni fine manifestazione, però posso dire qualcosa anche se non sono citato tra gli operatori "persi". Non credo di sbagliare se dico che mio padre (o mio nonno addirittura) fossero presenti dalla prima edizione, la mia memoria arriva fino a un certo punto ma ricordo con certezza di essere stato dietro allo stand da bambino (e sono del 79), di sicuro dal 2002/2003 le ho fatte tutte io, fino a circa 5/6 anni fa quando ho deciso di smettere, dopo aver mandato una bella lettera al presidente della scaligera, una raccomandata con ricevuta di ritorno vecchia scuola, non una mail (se cerco in negozio forse la trovo ancora). Il succo della lettera in soldoni, perdonate la rudezza, era che non potevano continuare a "fare i belli con il fondoschiena degli altri" perchè un po' alla volta il giocattolo si sarebbe rotto e, purtroppo, avevo ragione. Forse non era uno dei migliori banchi il mio? non lo so e non sta a me dirlo, ma quanti eurini erano esposti sul mio banco lo so di sicuro, e il mio più quello degli altri "persi" citati sopra facevano di Veronafil un gran convegno. Rischiare in prima persona di farsi rapinare e di conseguenza rovinare la vita e vedere l'associazione locale organizzatrice comprarsi ogni anno un appartamento in centro non è stato più accettabile per me e non riesco proprio a capire come i miei colleghi possano continuare a fare la roulette russa 2 volte all'anno. Mi risposero comunque, non ricordo precisamente le parole, ma il contenuto era sull'indignato/catastrofista, prolisso, ma soprattutto privo di qualunque apertura/considerazione/rispetto per chi (noi operatori) hanno reso il loro Veronafil quello che è (era), e che non sarà mai più, e voglio sottolineare, giustamente. Ricordo nello stesso periodo anche il ben più noto e blasonato Bolaffi aveva mandato una lettera alla scaligera dai toni pesanti, e mi sembra che anche loro non siano più venuti alla manifestazione (pensiamo soprattutto al peso che ha nella filatelia Bolaffi...). Soluzioni? Non ne ho. Speranze? Si, forse i tempi sono maturi per organizzare 1 convegno serio all'anno fatto da noi operatori. Quando e se succederà spero che tutti i collezionisti e appassionati che lamentano puntualmente il decadimento di Veronafil, "battano un colpo". Andrea Paolucci - Padova1 punto
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In effetti, per quanto riguarda l'aes signatum, per Haeberlin e McCabe la A barrata è il monogramma di TA[chna], ossia Tarquinia; i frammenti sono stati infatti rinvenuti a Corneto, non lontano. Per Garrucci e Willers significa invece III A, tres asses, mentre per Comparette non è altro che una semplificazione stilistica del ramo secco Interessante. non sapevo di questi trienti "decimalizzati"1 punto
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Ecco la mia, è della zecca di Aquileia. In questa tipologia (RIC 113) il cavaliere disarcionato sembra cadere da cavallo di lato, una posizione differente dal solito. Diametro: 25 mm Peso: 5.49 g1 punto
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