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  1. Rocco68

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/11/23 in tutte le aree

  1. Buongiorno posto i miei due esemplari 1801, quello sfigatello mosso, un 1801 notevole con taglio perfetto, e un 1800 A P non male x il tipo....saluti. p.s. alcune foto son ripetute ma da cel mi sono incasinato cercando tra gli allegati...buona domenica!
    6 punti
  2. volevo condividere con voi questo bel mezzo ducato di Carlo II, che per qualità entra di diritto nelle più belle della mia piccola collezione.
    5 punti
  3. Buongiorno condivido una delle mie oselle preferite, doge Nicoló Sagredo anno 1675 con la splendida rappresentazione di parte dello zodiaco. Questa Osella viene coniata poco dopo la fine ingloriosa della guerra per Candia con il Senato che aspira ad un pronto riscatto. AEQVA TEMPERAT ARTE, governa con giusta misura. Saluti Doge92
    3 punti
  4. Grazie Alberto @Litra68, con la tua discussione hai dato importanza ad un nominale che quasi tutti snobbano. Oggi condivido un pezzo della mia mini raccolta particolare e unico . 1803 con doppia battitura.
    3 punti
  5. Ruggero Soffiato. https://www.calameo.com/read/001096522bb60b6ee317f
    3 punti
  6. È, come ti stato detto e ripetuto, una riproduzione. Il bordo ed i FERT sono sicuramente un segnale di falsità, ma anche il peso - troppo calante rispetto ai 25,0 g. ufficiali - ed i dettagli in certi punti poco incisi al confronto dei capelli e dei baffi. In ultimo le stesse lettere delle legende appaiono diverse (soprattutto le "I"). Aggiungo per confronto un esemplare autentico e un "Briciola numismatica" apparsa sul Gazzettino di Quelli del Cordusio #8 del luglio 2021:
    2 punti
  7. Ciao, ho letto tutta la discussione ed hai perfettamente ragione per quanto riguarda la prima parte di questo tuo intervento e cioè che la moneta è stata regolarmente registrata, catalogata e quindi regolarmente messa in vendita. Per quel che concerne invece l'autenticità, sarà molto probabilmente autentica, ed è così per chi ne è divenuto possessore tramite l'acquisto. Ci sarà sicuramente, anche tra gli esperti di tale monetazione, chi qualche dubbio se lo sarà posto . Non vedo quale sia il problema se anche qualcuno che ha seguito la discussione si ponga o rimanga con questo dubbio. Cerchiamo di rispettare le opinioni di tutti (che tali rimangono visto che il mercato ha accettato già la moneta, percui) soprattutto quando si tratta di monete particolari 🙂 ANTONIO
    2 punti
  8. Che dire, sei una colonna portante della sezione e del forum in generale, un complimento fatto da te ha un valore speciale, grazie ancora . Lo studio delle riconiazioni o ribattiture é uno degli aspetti della numismatica che possono fornire più informazioni. Ci indicano movimenti di valuta, legami socio-politico-economici, aiutano nelle datazioni. Se una moneta può essere vista metaforicamente come la foto di un periodo, di un’area geografica, di un ethnos ecc, una ribattitura corrisponde secondo me a diversi fotogrammi che ci mostrano dal passato la Storia in movimento.
    2 punti
  9. Ma quale abuso!? È un piacere. Ti rispondo subito sul fatto che le cifre sembrano non corrispondere. Gli istituti statistici governativi dei singoli paesi (Italia e Francia comprese) spesso pubblicano liste di coefficienti per stabilire la corrispondenza tra il potere d'acquisto delle valute che si sono succedute nel corso della storia. In tali liste vedrai che un franco equivaleva a circa 5 euro di oggi. Queste sono liste però essenzialmente liste imperfette, liste che cercano di dare un'idea del potere d'acquisto del Franco di 150 anni fa. Tengono conto di tanti parametri matematici, misurabili, esatti, ma non possono tenere conto di ogni variabile: l'ottimizzazione dei processi di produzione, il calo o l'accrescimento della domanda, la propensione verso il danaro. A noi oggi il danaro sembra cosa acquisita. Una volta tuttavia non lo era. Alcune fasce di popolazione rurale, come anche alcuni lavoratori a bassa specializzazione, non esaurivano tutta la loro domanda di beni e servizi col danaro. Esisteva il baratto, per esempio. E comunque esprimevano anche un paniere di bisogni che non corrisponde al paniere di oggi. Un lavoratore non specializzato oggi probabilmente possiede un cellulare, soddisfacendo un bisogno che il guardiano del telegrafo non esprimeva. Non devi quindi scandalizzarti, ragionando in termini diacronici, se lo stipendio di un guardiano di allora non corrisponde allo stipendio di un guardiano non specializzato di oggi. Faccio un altro esempio entrando nel tema del vitto e alloggio. Fare 50 km in carrozza non equivale a fare 50 km di oggi con l'auto. Spesso ci si serviva di camere e pensioni dove pernottare per spezzare magari in due un viaggio di 100 km. Ti posso confermare che a fine ottocento in una zona rurale quale poteva essere una valle alpina i prezzi di un pernotto solo letto potevano corrispondere a circa 1 lira (in argento), che grossomodo corrispondeva a 1 franco. Oggi neanche la pensione più spartana proporrebbe un posto letto a 5 euro. Il costo del pernottamento si è notevolmente apprezzato nel corso dei decenni perché non stiamo più parlando di un servizio essenziale quale era una volta. Le liste che comparano i poteri d'acquisto, pur se utili, non tengono conto di ciò che ho cercato di esprimere qui.
    2 punti
  10. Che sei infallibile 😀!
    2 punti
  11. Giusta " curiosità".....la stessa che ho io su particolari rarità che mi spinge sempre a chiedere sul forum le conoscenze in merito degli altri collezionisti o appassionati. Purtroppo anche i gradi di Rarità che vengono indicati nei cataloghi ( a volte "generosi" in eccesso.....) non sono altro che l'insieme delle notizie di apparizioni sul mercato, ma non possono censire le collezioni dormienti... Un esempio eclatante è il Giulio di Ancona della S.V.1549-50; moneta mancante in tutte le collezioni, mai apparsa in 1 secolo, nessuno conosceva l'esistenza di esemplari noti in collezioni private......e poi negli ultimi 5 anni ne sono apparse 3. Poi ci sono i casi inequivocabili come la Doppia S.V. 1823 Roma dove è documentato che dopo una decina di pezzi coniati si ruppe il conio e la produzione passò tutta a Bologna...
    2 punti
  12. Ecco un horror serio. Banconota lavata, smacchiata, stirata, condita 😬 nonostante tutto sappiate che l’ho anche pagata! 5 euri. Si tratta di un biglietto abbastanza raro 🥺
    2 punti
  13. @caravelle82, @nikita_ e a tutti gli amanti degli Orrori di ogni epoca: Che ve ne pare di questo ? Due teste....È abbastanza orribile per i vostri gusti ? 🤣
    2 punti
  14. Buonasera, la ringrazio per i complimenti e ci ha fatto altrettanto piacere conoscerla. In effetti bel convegno, piccolo ma ottimamente organizzato. Un grazie a Giampaolo che ha fatto gli onori di casa da parte del circolo di Terni.
    2 punti
  15. Ciao, tutte le monete che ho acquistato fino ad ora (circa un centinaio tra denari, antoniniani e sesterzi molte delle quali ho condiviso con voi) ti assicuro che mi hanno sempre portato gioia e reso felice. Le acquisto perché mi piacciono e mi comunicano qualcosa, tutte... E non mi sono mai pentito e mai lo farò di nessun acquisto da me fatto 🙂. Basta sapersi accontentare perché di migliori delle nostre ce ne sono sempre ed il rischio è che si rimanga eternamente insoddisfatti. Le mie sono tutte monete comuni, da pochi euro di valore economico ma dal grandissimo valore storico. Non cerco le rarità ne la conservazione alta anzi, mi piacciono le monete che hanno circolato e che hanno svolto la funzione percui sono state create ed ovviamente la loro autenticità che sta alla base di tutto. Per me vale senza alcun ombra di dubbio il vecchio adagio "chi si contenta gode". Alle prossime 😉 ANTONIO
    2 punti
  16. Buongiorno Come ben sappiamo, il famoso scienziato e inventore Nikola Tesla, è stato più volte raffigurato sulle banconote, prima jugoslave e poi serbe. In questa discussione vorrei presentare in ordine temporale, le banconote emesse con la sua effigie. La prima, 500 dinari 1970, con la statua di Tesla situata presso Niagara Falls, New York. Dietro di lui, un sua invenzione , presumo un motore elettrico.
    1 punto
  17. Eh! Devo dire che da un po' sentivo la nostalgia "dell'archivista/bibliotecario/logico/ tuttologo" del forum. Buonasera 🙂
    1 punto
  18. A quanto detto aggiungo che il soldo era il pezzo da 5 centesimi mentre il Luigi d'oro il pezzo da 20 Franchi. Questi pezzi ereditavano i nomi di monete equivalenti prima dell'introduzione del sistema metrico decimale.
    1 punto
  19. DE GREGE EPICURI Credo finalmente di averla trovata, e c'è anche la piccola M in un quadrante (e rosette più o meno leggibili negli altri). E' aragonese, di Federico il Semplice, denaro con busto frontale (che qui non si vede, è illeggibile), Spahr var., W-FSC/6-20. C'è nel nostro catalgo.
    1 punto
  20. Le banconote di difficile reperibilità si prendono anche così
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  21. Anch'io mi sono chiesto se la moneta fosse autentica solo per essere rassicurato in tal senso:è una bella moneta e mi auguro sia autentica. Ho letto che è stata venduta da una casa d'aste inglese e si presume che la moneta sia stata visionata da esperti che l'hanno ritenuta autentica,quindi non vi dovrebbero essere dubbi in tal senso. odjob Per quel che concerne possesso,ritrovamenti,esportazione ed importazione di monete bisognerebbe conoscere il parere di Riccardo Sideri che ha scritto interessanti "articoli" negli Appunti Numismatici del Circolo Numismatico Romano Laziale,ma non so se legga questa discussione e se ne ha voglia di farci sapere cosa ne pensa per quel che concerne soprattutto la legislazione estera in materia e più precisamente quella inglese
    1 punto
  22. https://storianumismatica.wordpress.com/2019/04/10/il-regno-di-sicilia-capovolto-o-cancellato-punizione-imposta-dal-re/#more-989 Questo è uno studio molto interessante, già postato in questa discussione, lo ripropongo.
    1 punto
  23. Bellissima (BB) il mio grado per questa moneta
    1 punto
  24. di ON once perla T e O DIO NON C'E', PER L'ATEO Buona serata, Stilicho
    1 punto
  25. Un esempio a dimostrazione dell’ultima frase del post precedente è dato dal simbolo del grammo che in passato è stato anche “gr”, scrittura ancora oggi usata da qualche numismatico per indicare il peso (in effetti la massa) delle sue monete. Infatti “gr” è il simbolo del “grano”, unità di misura di massa del sistema inglese avoirdupois così detta perché corrispondente alla massa media di un chicco di grano, pari a 1/7000 di libbra e a circa 64,8 mg; è stato italianizz. in grano. La scrittura “10 gr” indica quindi “648 mg”, vale a dire 0,648 g invece dei 10 g che il numismatico intendeva. Si è parlato del commerciante di Vicenza che è incorso in pene pecuniarie amministrative per aver indicato in fattura il peso della merce abbreviando grammi in “gr.” invece di usare la corretta abbreviazione di grammo “g” (minuscolo e senza il punto). Esiste infatti una precisa normativa (D.P.R. 12 agosto 1982, n. 802 e successive modifiche e integrazioni) che, recependo le disposizioni dell’Unione Europea in materia, specifica quali siano le unità di misura legali, nonché i relativi simboli da utilizzare per esprimere grandezze. Pur non mettendo in dubbio la buona fede del commerciante nel caso specifico, bisogna anche mettersi dalla parte del consumatore che in teoria potrebbe effettuare un pagamento per 10 gr d’oro (dieci grammi secondo lui) e vedersene poi recapitare ‘legalmente’ 0,648 g. apollonia
    1 punto
  26. Ciao @Andy, Raccontaci dell’analisi XRF. Che cosa è, e come è stata condotta. E poi anche i test che farai, se possibile. Intanto, sposto nella sezione più appropriata. Grazie, Domenico
    1 punto
  27. Buona Domenica, Di recente è passato in asta Nomos 27 al lotto 1006 un nomos tarantino di notevole interesse numismatico. Esemplare proveniente dalla collezione Eidswick, ex collezione Schonwalter, ex Triton V/1025, ex Christie’s 02-05-1989 lotto 604, ex Kricheldorf XV/1897, in precedenza nelle collezioni Vlasto (numero 119) e Benson, asta Sotheby’s Wilkinson & Hodge del 03-02-1909 lotto 20 (non raffigurato sulle tavole). La moneta ha il pregio di essere stata ribattuta su un didrammo akragantino di cui restano ancora buone tracce visibili, rappresentando quindi un rilevante strumento per la datazione sia di parte delle emissioni tardoarcaiche di Akragas che di Taranto. Catalogata al numero 45d del corpus sulle emissioni di Taranto di Wolfgang Fischer-Bossert viene datata tra il 490 ed il 480 a.C. . Essa fu già attenzionata in passato da Ulla Westermark nel 1979 negli “Essays in Honor of Margaret Thompson”: Overstrikes of Taras on Didrachms of Akragas. Purtroppo non dispongo di questo articolo e mi farebbe piacere poterlo consultare, per verificare se fosse stata fatta una precisa ipotesi di attribuzione dei conii utilizzati per battere il sottotipo siceliota. Devo ringraziare nuovamente @dracma per avermi reso noto che anche Salvatore Garraffo nel 1984 aveva pubblicato questo esemplare nel suo studio “Le riconiazioni in Magna Grecia e Sicilia”, dove il sottotipo veniva attribuito per tipologia di riferimento all’esemplare 2026 della collezione McClean, catalogato al numero 160.10 (O67-R107) di The Coinage of Akragas. Detto quanto sopra, alla pubblicazione dell’asta 27 di Nomos mi sono sentito convinto che le tracce del sottotipo akragantino fossero sufficienti per identificare con esattezza i conii da cui fu battuto. Innanzitutto sono partito dall’analizzare gradualmente, per passi, la moneta tarantina. 1) Al rovescio troviamo i residui dell’aquila (al dritto nel didrammo akragantino) che é inequivocabilmente rivolta a sinistra. Restano tracce dell’etnico tra la base del collo e zampe dell’ippocampo. La prima cosa che ho notato è che delle due lettere parzialmente superstiti una aveva tutte le caratteristiche per essere identificata con la parte inferiore di una K retrograda, l’altra di conseguenza doveva essere la rimanenza dell’asta verticale di una R anch’essa retrograda. Quanti e quali conii di martello riportavano un’aquila a sinistra con legenda retrograda nel campo in alto mi sono chiesto. Pochi del periodo I delle emissioni di Akragas stando al corpus (O 1-94), per fortuna: O 35-36-37 del gruppo I, O 65-68 del gruppo III. Valutando al meglio possibile e per foto il profilo del rapace e le tracce dell’etnico ho potuto escludere tutte le possibilità tranne una, il conio di dritto O68. Il dritto di un esemplare CNG 111/53 catalogabile Westermark 164 (O68-R111). https://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=380875 2) Al netto di nuovi possibili accoppiamenti di conio e della comparsa di conii non noti al corpus, ho iniziato ad osservare il dritto del nomos di Taranto dove in precedenza si trovava il granchio del rovescio del sottotipo. Sono visibili diversi particolari del lato destro del crostaceo: parte dell’occhio, della chela, del profilo del carapace nonché tre zampe laterali. Troppi elementi (nonostante le deformazioni causate della riconiazione) per avere dubbi nell’identificare uno dei quattro conii di martello che sono noti per aver lavorato col conio O68. Si tratta del rovescio R113. Il particolare a confronto proviene dalla moneta ex CNG eSale409/37, ex UBS 45/113, Westermark 167 (O68-R113): https://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=347095 Di conseguenza, cautamente con un 90% di possibilità di aver colto nel segno, catalogherei senza troppi indugi il sottotipo del nomos Tarantino riconiato come Westermark 167 (O68-R113). E trovandosi esso nella fase iniziale del gruppo III del periodo I della monetazione di akragas andrebbe datato intorno al 488-485 a.C. o pochissimo dopo. Nè consegue che il limite superiore della datazione del nomos tarantino andrebbe ribassata di alcuni anni. A questo punto attendo i graditi pareri di chi vorrà condividere il proprio punto di vista su questa riconiazione e sulle mie analisi.
    1 punto
  28. Come già accennato, è un po' malmessa. Andrebbe vista attentamente in mano. Di sicuro c'è stata una ribattitura al R/ che ha provocato qualche disallineamento in legenda e nel campo.
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  29. Non avevo collegato: certamente l'Ucraina è uno di quei Paesi in cui l'utero in affitto è legale... proprio come piace a certe persone (commento da cristiano non rivolto a nessuno del Forum, meglio specificare se no subiscono il linciaggio!)
    1 punto
  30. Polemarco ha citato un caso in cui degli italiani si sono avvalsi di una maternità surrogata e c’erano ravvisate ipotesi di reato , nonostante i fatti si fossero svolti all’estero sito una diversa legislazione ….ma dubito che si possa fare un parallelo con il tremisse in oggetto , qualora lo acquistasse un italiano con quella provenienza…. Anzi, sarebbe definitivamente fuori della portata di qualunque pretesa legale da parte dello stato italiano.
    1 punto
  31. Zecca di Ancona, perdonami ma al momento non posso essere più preciso non avendo testi a disposizione
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  32. Bronzo di Elagabalo (Prusa ad Olympum, Bitinia) che raffigura al rovescio l'imperatore(?) in piedi, di fronte, in abito militare, testa a sinistra, con lancia e patera sopra un altare illuminato e ornato; a sinistra, cinghiale che salta sotto un albero; sopra, aquila in volo (British Museum, London (UK)). Province Bithynia-Pontus City Prusa ad Olympum Region Bithynia Reign Elagabalus Obverse inscription Μ ΑΥΡ ΑΝΤΩΝΙΝΟϹ ΑΥΓΟΥϹΤΟϹ Obverse design laureate bust of Elagabalus, r., wearing cuirass decorated with Gorgoneion, seen from front Reverse inscription ΠΡΟΥⳞΑΕΩΝ Reverse design the Emperor(?) standing facing in military dress, head l., holding spear and patera over lighted and garlanded altar; to l., boar leaping, r., under a tree; above, eagle flying, r. apollonia
    1 punto
  33. Infatti te lo stavo scrivendo,con un piccolo microscopio dai cinesi,si noterebbero i puntino verde acqua anche lí. Mi sono accorto di non aver pace da quanto ho questo strumento. Quello che sembra innocente ad occhio nudo, finisce per esser un covo di cancro con l' ausilio dello strumento. Aiuta eccome. A me infatti, la "famiglia" aumenta. Per fortuna monetine/medagliette da poco conto (a livello di valore), tranne per un 100 mon🇯🇵(grazie proprio al micro).
    1 punto
  34. Buonasera. Riporto quanto mi è stato riferito dall'UFN del Vaticano: La prossima emissione è stata fissata per il 20/06/2023. Da quella data fino al 04/07/2023 la vendita è riservata a gli operatori commerciali. Verranno emesse i seguenti articoli: - moneta 2 Euro 2023 – V Centenario morte Perugino (FDC) - moneta 2 Euro 2023 – V Centenario morte Perugino (FS) - moneta 25 Euro AG colorata (FS) Perugino - moneta bimetallica 5 Euro 2023 (FS) - moneta aurea Euro 10 - 2023 - moneta aurea Euro 100 - 2023 - coincard 2023 – 1 Euro
    1 punto
  35. Hai perfettamente ragione, grazie. Il massimo sarebbe leggere un buon libro toccando e esaminando monete, perché no... Anche sorseggiando un buon whisky e fumare un buon sigaro🙂
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  36. Buonasera a tutti. Tutta la discussione era partita dagli euro falsi e dai falsari. Il ragionamento che dovrebbe essere alla portata di tutti è abbastanza semplice: abolendo il contante anche i falsari dovrebbero "andare a lavorare" come noi tutti o almeno dovrebbero faticare per imparare a falsificare e smerciare qualcosa d'altro. C'è qualcuno che è contrario a questa cosa? C'è qualcuno che crede che vivere fuori dalle regole sia "figo" o, se preferite, una sorta di welfare mascherato? Proseguendo il ragionamento si è affermato che l'abolizione del contante sarebbe un colpo quasi letale anche per la nostra disciplina. A mio avviso, ciò non corrisponde a verità in quanto la Numismatica comprende il collezionismo ma anche lo studio e costituisce un valido compendio alla Storia e all'Arte; lo studioso dell'Antica Roma prima o poi si troverà a leggere qualcosa delle monete che vi circolavano, idem lo studio del Rinascimento e via dicendo. Se poi vogliamo parlare di contemporaneità non mi si venga a parlare degli obbrobri prodotti da IPZS per spennare i Clienti (quelli si che fanno scottare e allontanare dalla numismatica i neofiti...) Si è poi affermato che l'abolizione del contante metterebbe in difficoltà vecchi. Quanta carità pelosa trasuda da queste parole, vere come la banconota da tre euro. A prescindere da tutto, peraltro, il mondo non può essere a misura degli ottantenni: questi devono essere aiutati ma il mondo deve andare avanti. Quando poi si è parlato dei benefici effetti dell'abolizione del contante sulla evasione fiscale e sulla malavita (ad esempio lo spaccio al dettaglio di stupefacenti) il cielo si aperto e si è cominciato a inveire, a parlare di "grossi evasori" contrapposti ai "piccoli evasori", al solito GomBlotto, all'indottrinamento politico e via dicendo Io in tutto ciò io però non ho ancora capito una cosa: ma chi ha tutta questa voglia di contante, di cosa caspita ha paura? Quale interesse deve difendere? Un saluto alle persone educate e anche a quelle maleducate...😁
    1 punto
  37. La prima moneta potrebbe anche valere tantissimo, se fosse autentica!!
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  38. Si certo, ma non lo sapevo prima.🙂
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  39. Vi comunico che si è riunita la commissione giudicante del Quinto Premio Traina per valutare le cinque tesi di laurea presentate. La commissione, formata dagli Accademici Luciano Giannoni, Bernardino Mirra, Beniamino Russo e Giovan Battista Vigna, e da Michele Asolati, docente di Numismatica presso l’Università di Padova; Cristina Crisafulli, conservatrice del Gabinetto Numismatico del museo Correr di Venezia; Paola Giovetti, direttrice del Museo Civico Archeologico di Bologna ha così deliberato: Il primo premio, consistente in due sterline d’oro, è stato assegnato al dottor Alessandro Minola per la tesi dal titolo “Argento e moneta nel Levante di V e IV a.C.”; Il secondo premio, una sterlina d’oro, al dottor Francesco Pagliani per la tesi “Monete e castelli. Circolazione monetale nelle terre dei Guidi e degli Ubaldini tra metà secolo XII e metà secolo XIV”.
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  40. Riporto su questa discussione aggiungendo le foto dei miei carlini. Carlino di Ferdinando I d'Aragona MIR 72/2 Sigla A, peso 3,50 grammi
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  41. Il 4 febbraio 2003, la Jugoslavia cessava ufficialmente di esistere e al suo posto nasceva la Unione Statale di Serbia e Montenegro, su base confederata. Tuttavia le banconote della Confederazione, avevano soltanto la denominazione di Banca Nazionale Serba e il nostro Tesla, rimane nel taglio da 100 dinari.
    1 punto
  42. Io passo tanto tempo libero coi miei figli tra francobolli e monete. E li incentivo nella collezione numismatica. Il mio più piccolo (12 anni) ha iniziato una collezione di monete (ovviamente io ci metto i soldi, ma cerco di far scegliere e contrattare lui). Gli ho fatto fare una ricerca sul re, gli farò fare una ricerca sulla monetazione sotto quel re; poi gli farò preparare una scheda per ogni moneta con foto. Poi andremo a stampare il libricino a colori della collezione. Sceglieremo un bel monetiere che la contenga. Penso che sia un bel modo di impiegare il tempo in famiglia. Mio nonno fece così con me, anche se era più difficile reperire materiale negli anni 80. per gli eventi di figli di amici (cresime, comunioni, etc) regalo sempre una bella monetina. Un giorno potranno essere lo spunto di una nuova passione. Condivido quanto sopra perché pensò che tutti gli appassionati debbano fare qualcosa per tramandare e diffondere questa passione. Noi siamo i primi ambasciatori dei nostri hobby.
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  43. Arrivata oggi !! Bella moneta, non sublime come quella del 2022, ma comunque bella. Una bella serie, gioia per gli occhi. Se la ripetono ne prenderò ancora un paio e poi basta altrimenti diventa un tic e non più una goduria. C'è chi dice a ragione che sono dei francoblli su argento. Si sono riproduzione su argento di opere d'arte, ma signori miei che bei francobolli !! Siamo all'università del francobollo.
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  44. L'egregio @caravelle82 si riferisce ad uno dei miei interventi meno dannosi (o se preferite, meglio riusciti) di contrasto al "cancro del bronzo". La moneta è un 10 Centesimi 1919 di V.E.III considerata rara (R) che presentava, come dice la "perizia" del 2016, pesanti ossidazioni. In pratica, l'esemplare che pur presentava ancora dei bei rilievi, era butterato da aree più o meno puntiformi di materiale che tendeva a "sfarinarsi" sotto la punta di uno stuzzicadenti. Visto che la moneta era data per persa (ed avendo già in collezione un esemplare in buona conservazione), ho pensato di tentare - se non un recupero - almeno di fermare la degenerazione del metallo. Dopo aver rimosso il più possibile il materiale degradato con uno spazzolino da denti morbido, ho provveduto ad un bagno in olio minerale con passaggio in microonde. Un breve risciacquo con acqua e sapone neutro e, dopo una breve asciugatura, un'ultima immersione in acetone puro per sgrassare. Una breve sciacquatura in acqua ed una leggera asciugatura, mi hanno restituito una moneta, purtroppo butterata (ma era stato messo in conto: il bronzo attaccato dal cancro è perduto), ma sino ad ora il processo di degenerazione sembra fermato. Questa era la "perizia" al momento della chiusura della moneta affetta da "cancrena": E questa è la moneta dopo quasi 7 anni dal trattamento: Per confronto, l'esemplare in buona conservazione inserito in collezione:
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  45. Buongiorno a tutti! Apro questa discussione per chiedere un consiglio: da circa sei mesi sono responsabile di una piccola biblioteca comunale lombarda, e tra le varie mansioni mi occupo anche dell’acquisto di nuovi esemplari (cartacei, audiovisivi, eccetera) da inserire in catalogo. Ho voluto potenziare alcune raccolte, soprattutto in ambito storico-filosofico, e ho deciso di acquistare anche alcuni volumi dedicati alla numismatica, argomento ahimè pochissimo presente nel sistema bibliotecario di cui faccio parte. Essendo un appassionato di numismatica romana ho iniziato con opere come “Monete romane” di Savio, “La moneta in Grecia e a Roma” di Cantilena, “Archeologia della moneta” di Barello. Vorrei espandere il tutto cercando di abbracciare la materia in toto, senza però entrare troppo nello specifico e dando un taglio più divulgativo e “popolare” a questa raccolta. Mi rivolgo quindi agli utenti del forum, soprattutto agli esperti di numismatica greca, medievale, moderna e contemporanea: avete qualche suggerimento da potermi dare? Vi ringrazio!
    1 punto
  46. No, non posso tacere di fronte a cose del genere. Dunque queste norme dicono che i nomi delle misure, abbreviati, sono seguiti da punto. Quindi, se “gr” è l’abbreviazione di “grammo”, la scrittura “gr.” è corretta Solo che in https://it.wikipedia.org/wiki/Gr Unità di misura gr – simbolo del grano (altra unità di misura della massa) gr – abbreviazione impropria comunemente usata per indicare il grammo (il simbolo corretto è g) gr. – sta per GRECO [gr(eco)] Stando sempre alla norma, “mm” seguito da punto dovrebbe essere l’abbreviazione di “millimetro”. Tutti d’accordo che la riduzione grafica di “millimetro” sia “mm”? Qualcuno l’ha mai trovata negli elenchi delle abbreviazioni usate nella nostra lingua? apollonia
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  47. Come ti ha detto Francesco, a rimanere in carica nominalmente, anche dopo la sua morte (1750), è sempre Vincenzo Maria Mazzara, marchese della Torre. Secondo quanto sostiene il Prota, Domenico Maria continuò in qualità di amministratore a tenere la zecca in quanto la concessione di appalto e di proprietà della zecca riferita al padre non era ancora decaduta, visto che Vincenzo Maria aveva rivestito la carica per soli 3 anni. L'equivoco nasce se consideri il doppio monogramma (VM MM) riferito al primo e le due lettere (M. M.) come sigla del secondo. In realtà Domenico Maria continuò ad avvalersi dei monogrammi del padre. La sigla M. M. (Marchese Mazzara) è presente già, prima del 1750, sui nominali in oro, sulle piastre DE SOCIO PRINCEPS del 1747-49 (o almeno parte di esse). e sulle mezze piastre di ogni tipo. Si potrebbe sostenere anzi che il doppio monogramma VM MM rappresenta un'eccezione, visto che prima del 1750 compare solo sul nominale da 120 grana della FIRMATA SECURITAS e su qualche piastra DE SOCIO. Dopo questa data, ossia dopo la morte del suo titolare, il doppio monogramma comincia a comparire anche sulle nuove piastre con il busto e lo stemma. Sui nominali di rame degli anni '50 compariranno invece soltanto le due M. Ma Domenico Maria non ebbe alcuna sigla propria, al contrario di quanto sostiene il Prota che gli attribuisce la doppia M. La scelta tra i due tipi di "firma" credo fosse dettata esclusivamente da questioni estetiche inerenti la gestione dello spazio libero sui campi (significativa la presenza della sigla semplificata sui piccoli nominali in oro, i tagli inferiori in argento e le emissioni in rame):
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  48. Ciao Pietro la disposizione esatta è VM MM, che significa Vincenzo Maria Marchese di Mazzara, maestro di zecca dal 1747 al 1750. Dal 1750 al 1758 vi fu il figlio Domenico Maria Marchese di Mazzara che non ricoprì la carica di maestro di zecca ma soltanto erede dei diritti del padre morto nel 1750 prima dello scadere del contratto e per suddetto motivo troviamo il nome VM MM ancora sulle monete post 1750.
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