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  1. El Chupacabra

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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/05/23 in tutte le aree

  1. Nuova pubblicazione per la monetazione milanese.
    6 punti
  2. Una nuova immersione nell'album "dei rottami" ed ecco spuntare un raro 3 Centesimi 1852 del II tipo. Ha visto sicuramente giorni migliori, ma qui fa la sua bella figura:
    3 punti
  3. No,non sono assolutamente d'accordo. Quando si parla dì monete rare,apparse sul mercato all'improvviso e che non provengano da ritrovamenti ufficiali documentati non si può affermare ché non ci sia ragione dì dubitare dell'autenticita' della moneta/monete. E chi o che cosa lo impedisce. Me lo può spiegare? E non mi dica perché sono accettate dal mercato o perché lo dicono alcuni esperti... ANTONIO
    2 punti
  4. Presso il museo Glauco Lombardi a Parma https://www.museoglaucolombardi.it/la-storia-in-miniatura/ Mostra a ingresso libero. Inaugurazione sabato 29 aprile 2023, ore 11.00 La nuova mostra del Museo Glauco Lombardi, realizzata in collaborazione con il Museo Medagliere dell’Europa Napoleonica di Arezzo, avvicinerà la storia di Napoleone Bonaparte attraverso un inaspettato strumento di narrazione, quello delle medaglie scatola, curiose sintesi illustrate in formato tascabile, che ebbero il loro momento di massima diffusione nel XIX secolo. Questi esemplari sono composti da una medaglia suddivisa in due parti, una che funge da coperchio, l’altra da contenitore (da cui il nome medaglie scatola) entro la quale xilografie o gouaches, affiancate da testi illustrativi, raffigurano le imprese belliche e gli episodi più salienti della vita di Napoleone. Le diverse produzioni (tedesca, francese inglese) mettono in evidenza la perizia tecnica dei disegnatori e degli incisori di ciascuna produzione, le caratteristiche distintive di ognuna e punti di vista a volte diametralmente opposti. Gli episodi narrati “in scatola” troveranno un parallelo in quarantotto incisioni facenti parte della raccolta Campagnes des français sous le Consulat et l’Empire e tratte dai dipinti originali di Carl Vernet, edite a Parigi nel 1820 dalla tipografia Firmin Didot, e saranno accompagnate da medaglie e altri oggetti di grande interesse già presenti nelle collezioni Lombardi, memorabilia che celebrano il matrimonio di Napoleone e di Maria Luigia d’Austria e la nascita del loro figlio, erede della dinastia napoleonica. La mostra sarà visitabile, sempre a ingresso libero, fino a domenica 3 settembre 2023; durante i mesi di apertura saranno organizzate periodiche visite guidate e una conferenza che permetterà di conoscere meglio la storia di queste affascinanti creazioni. Ci sono anche visite guidate: https://www.museoglaucolombardi.it/visite-guidate-alla-mostra-la-storia-in-miniatura-2/
    2 punti
  5. Un successo insperato. In un asta ceca è passata questa bellissima moneta, ma ad un prezzo esorbitante (per la tipologia): 715€ circa. Ma la vita mi ha dato una nuova possibilità: ho trovato presso un'asta ungherese la "sorella" più bella e completa, ma ad un prezzo irrisorio 50€. Il fattore "C" non è mai stato molto presente, ma oggi sì, per questa moneta.
    2 punti
  6. Buongiorno a tutti, nel ringraziarvi per le opinioni date, e nel ribadire che il vostro impegno nel rispondere sempre in maniera così esaustiva mi onora, vorrei fare un paio di considerazioni riguardo a quanto è stato fino ad ora detto: - E' risaputo che dalle fotografie non è facile fare una valutazione di autenticità ... a meno che i difetti siano così evidenti da non ammettere repliche. - Ognuno da la propria opinione in base alla sua esperienza personale e alle sue competenze ... ma, a mio modesto parere, e soprattutto in questa sede, ogni opinione deve poter essere data a cuor leggero, senza timore di incorrere nelle ire divine o nelle ire di quelli che hanno opinioni contrastanti rispetto alla nostra (parliamo di monete, non di vite umane... anche se, fin dalla notte dei tempi, più di qualcuno da maggior valore alle prime 😞) - In fondo, chi chiede una valutazione, sa benissimo che, facendolo in questa sede, può correre il rischio che si possa incorrere in errori, a prescindere dalla competenza dell'interlocutore (come correttamente più volte evidenziato da tutti voi, le perizie possono essere fallaci). - Sono rimasto realmente basito leggendo l'esempio delle "100 Lire oro di Carlo Alberto talmente perfette (praticamente FDC) che aveva superato l'esame di due periti..." . Immediatamente mi sono posto qualche domanda: possibile che, come correttamente evidenziato da Arcimago, a nessuno dei due "periti" sia venuto in mente di pesare le monete e, eventualmente, di far fare un'analisi XRF per determinarne il titolo ? possibile che io, falsario talmente bravo da realizzare una matrice così perfetta da ingannare ben 2 periti, sono così imbecille da usare oro da catenine (750/1000) al posto di usare quello di qualche marengo (900/1000) ? Ne concludo, da non perito, da non esperto, da essere umano non dotato di superpoteri, ma semplicemente da uno che cerca di fare un'analisi realistica dei dati a propria disposizione, che tutte le parti chiamate in causa dovessero essere state rapite dagli alieni e lobotomizzate per arrivare a tanto. Ora, a parte le battute, e portando il massimo rispetto per tutti coloro che, con gli anni di studi e l'esperienza, hanno portato la numismatica ai livelli odierni, c'è da tener conto che, come stimato da vari "guru" del settore, quasi due oggetti su dieci (qualcuno dice che la percentuale arriva al 30 % e oltre), di quelli presenti nei musei mondiali, sono falsi (N.B. non riproduzioni fatte "ad hoc" per non esporre gli originali, ma veri e propri falsi scambiati dagli esperti, per opere autentiche). Molti falsi sono esposti da decenni, quando le tecniche di rilevazione (XRF, datazione radiometrica, spettrometria di massa, voltammetria delle microparticelle ecc.) non esistevano e i sistemi di verifica erano realmente inefficaci e basati solo su giudizi quasi totalmente privi di basi scientifiche a sostegno dell'autenticità o meno (a meno che l'oggetto non provenisse da scavi ... è evidente). Credo che essere "esperti" non significhi necessariamente essere infallibili ma semplicemente avere delle competenze/capacità/intuizioni di gran lunga superiori agli altri... come correttamente detto da Gabriella Acerboni, solo Dio è infallibile (anche se pensando che ha creato l'uomo ... qualche dubbio potrebbe venire). Scherzo ... logicamente. La mia deduzione è che, al pari della tecnologia per rilevarle, anche la tecnologia per falsificare un'opera si sia evoluta, rendendo gli esperti "old style", soprattutto con oggetti falsi prodotti di recente, a grosso rischio di prendere cantonate clamorose se non si avvalgono dei supporti tecnologici oggi a loro disposizione. Personalmente la mia conclusione, è che le mie false 5 Lire Carlo Alberto verranno "obliterate" e le mie dubbie 5 Lire VE II verranno tenute nel raccoglitore dei "pezzi incerti" ... senza versarci sopra nemmeno una lacrimuccia. 😂 Vi ringrazio ancora una volta perchè ogni vostro intervento mi arricchisce e mi fa vedere la moneta sempre da una prospettiva nuova e diversa. Spero, un giorno, di riuscire a vedere, sulla monetazione italiana, tutte quelle cose che voi riuscite a distinguere e che a me appaiono ancora nebbiose e confuse. Andrea - -
    2 punti
  7. Salve chiedo ai più esperti maggiori informazioni sulla cartolina viaggiata qui in foto. Ringrazio in anticipo
    2 punti
  8. Nessuna stizza, ci mancherebbe... quando si giudica, ogni opinione ha la sua dignità purché non sia fatta al solo scopo di contraddire per il gusto di farlo (e non è questo il caso) o dileggiarne un'altra. Le foto sono quel che sono e, se la certezza assoluta non si raggiunge con moneta in mano, figuriamoci guardando delle foto. Al di là dei FERT che appaiono poco incisi mentre le rosette sembrano molto profonde (e se confrontiamo le prime foto con le seconde, nel primo caso abbiamo rosette mal definite e su piani diversi - la centralità non è d'obbligo, ma la complanarità sì -) , non mi sembra congrua la firma e vi è una certa discrepanza fra l'usura dei bordi e la nitidezza di baffi e barba che appare molto diversa nelle due foto del D/ più recenti (sembrano due monete diverse). Mi lascia perplesso anche l'eventuale abrasione ai bordi per cancellare colpi o tracce di montatura. Intanto i colpi al contorno si vedono ancora e non mi sembra di vedere segni di hairlines che un'abrasione meccanica sempre lascia. Insomma, fosse anche una moneta autentica, sarebbe più da "Museo degli orrori" del buon @caravelle82 che da collezione...
    2 punti
  9. Salve chiedo maggiori informazioni sulla cartolina in foto. Ringrazio in anticipo
    2 punti
  10. Buon giorno Arcimago. Sono una "numismatica di antica data" ed ho ripreso la passione per le monete, grazie al forum, solo abbastanza recentemente. Non conosco personalmente (e purtroppo) gli esperti attuali, ma le posso garantire che in passato non ho mai visto usare una bilancia o un calibro (forse erano riposti in qualche armadio) quando una moneta veniva esaminata da coloro che ai mie tempi erano enumerati nella cerchia degli esperti. Sto parlando di personaggi che ho conosciuto personalmente come i signori Nascia, Tevere, Bobba, Gino Manfredini, per citarne alcuni , non escludendo chiaramente capacità e professionalità di una lunga schiera di stimati e seri professionisti che però non ho avuto modo di vedere all'opera. Tutta questa filippica per sostenere che gli esperti hanno un tale bagaglio di conoscenze numismatiche che quasi capiscono la moneta solo nel toccarla ed osservarla senza lente. Comunque dalla mia esperienza emerge che non si tratta di sicumera o di superficialità bensì di vera ed impressionante competenza(quando si tratta di esperti). Cordiali saluti. Gabriella
    2 punti
  11. la risposta non è per forza scontata e certezze non ce ne sono... ma ti dico cosa ne penso a un certo punto nel V secolo oriente e occidente prendono strade un po' diverse sulla misura e peso delle monete.... quindi non per forza l'occidente va "letto" sull'oriente, soprattutto quando arrivano gli Ostrogoti... OCCIDENTE il bronzo diventa sempre più sporadico.... dopo Maggioriano abbiamo quasi solamente gli AE4 con monogramma di Ricimero e quelli di Antemio, che pur non rarissimi, non possono essere paragonati alle emissioni orientali come portata.... se pensiamo a Marciano e Leone, loro coniarono quantità impressionanti di AE4 Odoacre reintroduce l'AE4 e non sappiamo con quale valore e Teodorico ne conia un buon numero... ma sempre non paragonabile alle emissioni di Anastasio ad esempio ORIENTE con Anastasio quasi certamente l'AE4 slitta al valore di 1 nummo alla seconda riforma...(arriviamo poi al nummo con la A...). ma non per forza seguito dall'Occidente se è abbastanza probabile che gli AE4 da Teodato in poi valessero 1 nummo...forse.... ho il lecito dubbio che quello di Atalarico potesse essere un tentativo di rivalutazione a 2,5. la cosa è però davvero incerta, con Atalarico abbiamo un Pentanummo ... quindi il suo AE4 potrebbe valere 2,5 oppure essere 1 nummo di peso molto elevato (ho qualche dubbio) quello di Teodorico avrebbe potuto essere invece una unità di base... ma sono tutte congetture e prive di basi solide perchè purtroppo abbiamo carenza di fonti, e perché gli ostrogoti reinseriescono un sistema con il bronzo dopo un periodo lungo nel quale non solo c'era apparentemente un nominale unico, ma coniato quantomeno sporadicamente... Credo che legare la valutazione a un puro calcolo della media dei pesi possa essere fuorviante, così come mi paiono ingiustificate le valutazioni di Valore di Arslan che considera pezzi del valore di 3 o di 15 .... Ma in un argomento già scivoloso, questo lo è forse ancora di più
    2 punti
  12. Buongiorno, osservando con più attenzione l'immagine del dritto mi sembra di scorgere quello che sembra essere il secondo 7 della data,quindi potrebbe essere un grano del 1677 come l'esemplare che allego...
    2 punti
  13. Dal titolo è il catalogo del 1957... del resto, per quanto sfuocata sia l'immagine del D/, si legge proprio 1953 come dice lo stesso venditore nella descrizione dell'oggetto, ma tu forse non hai letto... Delle 10 Lire del 1957 esiste un solo esemplare salvato dalla fusione e ce l'ho io:
    2 punti
  14. Ciao @pedro_88 Un bel antoniniano con argentatura quasi integra. MIR 1222, seconda officina di Mediolanum. https://www.acsearch.info/search.html?id=7836538
    2 punti
  15. Ciao a tutti, ricercando un po' di informazioni aggiuntive su di una banconota tedesca (purtroppo le italiane non sono così a buon mercato), mi sono imbatttuto nella tesi di laurea di uno studente dell'università di Merseburg. Dopo questa grafica in cui cataloga la percentuale delle immagini di persone sulle banconote - Figura intera / dal ginocchio - Busto - Testa - Profilo - mezzo profilo - frontale - numero persone "Gentleman, you had my curiosity, now you have my attention" ("Signore, aveva la mia curiosità, ora ha la mia attenzione".) Copyright Tarantino L'orignale lo trovate qui: "Winke winke" a @wstefano https://www.dropbox.com/s/b1glcl9w76sqf9u/LabryYann_Deutsche Banknoten von 1871 bis 1999_IT.pdf?dl=0 per gli altri ho preparato una traduzione automatica qui (un po' incasinata, purtroppo): https://www.dropbox.com/s/b1glcl9w76sqf9u/banconote tedesche 1871 - 1999_IT.pdf?dl=0 che tanto ultimamente sul forum si fa più copia&incolla che altro. Questa era una tesi per un Master of Arts, belli anche i video (sul primo spegnete solo l'audio, vi conviene ) Palazzo della Repubblica (Banknote Stories: DDR 1975) https://www.youtube.com/watch?v=U4lHPo84urM&list=PLSY1pFhtGnT3hy4xP81lUA2sDtkow4Xql&index=3&ab_channel=5o'clockcreativity Merian in Suriname (Banknote Stories: Deutschland 1991) https://www.youtube.com/watch?v=ZAjcMK_6AUw&list=PLSY1pFhtGnT3hy4xP81lUA2sDtkow4Xql&index=4&ab_channel=5o'clockcreativity Per oggi è tutto, che preparo il materiale che sto raccogliendo, ma questa è un'altra storia. Servus Njk
    2 punti
  16. Buongiorno Halloween, per prima cosa usiamo il "tu" .... così facilitiamo la comunicazione. Premetto che le foto che hai postato hanno avuto la mia istantanea attenzione ma... mi servirebbe, prima di poter dare una opinione che stia in piedi: - il peso - una fotografia con il pezzo quasi orizzontale... in modo che si vedano gli ideogrammi con un pochino di angolazione - la conferma che gli ideogrammi sono in incusso (scavati) e non in rilievo (non vorrei essere io che ci vedo male). - nel caso siano in incusso riusciresti a fare un positivo usando della plastilina, gomma pane o altro ? Già così ti posso dire che, se autentico, si tratta di un pezzo cinese antecedente al 1657. (la tipologia di queste monete va dal 621 al 1657 ... solo mille anni) Gli ideogrammi posti a sud, est e ovest (寧通寶) significano Ning Thong Bao Thong Bao (通寶) significa 1 contante (ovvero una moneta circolante) L'ideogramma Ning (寧) per essere contestualizzato dovrei associarlo all'ideogramma posto a nord (ma ho qualche difficoltà a identificarlo ... per questo mi servirebbe vederlo in rilievo). Le monete cinesi non venivano coniate ma prodotte per fusione, cosa che è continuata invariata fino alla fine del XIX secolo... quindi non può essere un negativo "da coniazione". La fusione avveniva in appositi stampi in argilla nei quali venivano impresse, con un'unica moneta, chiamata "moneta-madre" tutte le monete che si volevano fabbricare. Logicamente per poter fare un'operazione del genere, dovevano essere utilizzati due stampi diversi, uno per il dritto e uno per il rovescio. L'estrazione avveniva per frantumazione dello stampo in argilla... che quindi era monouso. In seguito furono usati stampi in bronzo... che avevano un ciclo di vita ben maggiore (presumo usando leghe a basso contenuto di stagno, al fine di aumentare la temperatura di fusione e quindi mantenere un delta termico maggiore tra le temperature di fusione tra lo stampo e il bronzo che veniva versato all'interno... ma è solo una mia ipotesi). Del momento in cui si rese necessario aumentare la capacità produttiva si passò poi dagli stampi tradizionali (che permettevano la produzione di poche monete per volta) agli stampi chiamati "ad albero", dove un canale centrale consentiva al metallo fuso di fluire nelle cavità.
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  17. Salve chiedo ai più esperti maggiori informazioni in merito alla cartolina in foto, rientrante in una raccolta a tema “guerra” e se ha un interesse collezionistico. Ringrazio in anticipo
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  18. -> https://www.nationalgeographic.it/la-capsula-del-tempo-di-uno-tsunami-di-3600-anni-fa-getta-luce-su-uno-dei-piu-grandi-disastri-dell-umanita?utm_source=pocket-newtab-bff La “capsula del tempo” di uno tsunami di 3.600 anni fa getta luce su uno dei più grandi disastri dell’umanità L’eruzione vulcanica di Santorini fece tremare il Mediterraneo e cambiò la sua storia. Cruciali e agghiaccianti informazioni forniscono ulteriori dettagli sul cataclisma che scosse l’età del Bronzo. da Kristin Romey pubblicato 27-06-2023 Raffigurazione di un’eruzione sull’isola vulcanica di Thera (l’attuale isola di Santorini) nel mar Egeo, nel XIX secolo. Gli archeologi impegnati in scavi a più di 160 chilometri di distanza hanno rinvenuto evidenze riguardanti l’eruzione di Thera avvenuta durante l’età del Bronzo e il conseguente tsunami che potrebbe aver ucciso decine di migliaia di persone. ILLUSTRAZIONE DI INCISIONE A COLORI tramite UNIVERSAL HISTORY ARCHIVE/UIG/BRIDGEMAN IMAGES Una straordinaria “capsula del tempo” risalente a uno dei più grandi disastri vulcanici nella storia dell’umanità è stata portata alla luce sulla costa della Turchia, fornendo una convincente prova di quel cataclisma e persino i resti fisici di una tra le decine di migliaia di persone che probabilmente morirono nell’evento. In un articolo pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, un team internazionale di ricercatori ha presentato delle prove di un devastante tsunami avvenuto in seguito all’eruzione di Thera (l’attuale Santorini), isola vulcanica nel mar Egeo, circa 3.600 anni fa. Turchia, 2015 - Beverly Goodman-Tchernov, membro del team di ricerca e National Geographic Explorer, esamina uno strato di cenere presso il sito di Çeşme-Bağlararası risalente all’età del Bronzo. FOTOGRAFIA DI Vasıf Şahoğlu, ANKARA UNIVERSITY Si stima che l’eruzione “super-colossale” di Thera, classificata di livello 7 (su nell’indice di esplosività vulcanica, sia stata una delle eruzioni più distruttive nella storia dell’umanità, tanto da essere paragonata da alcuni ricercatori alla detonazione di milioni di bombe atomiche come quella di Hiroshima. Molti studiosi credono che la traumatica memoria collettiva di questo evento dell’età del Bronzo, avvenuto intorno al 1600 a.C., potrebbe essere ritrovata nell’allegoria della città sommersa di Atlantide di Platone, composta più di mille anni più tardi e che l’impatto dell’evento potrebbe anche essere riflesso nelle dieci piaghe d’Egitto descritte nella Bibbia. Akrotiri, città minoica completamente sommersa dalla cenere di Thera, è oggi una famosa attrazione turistica spesso comparata a Pompei. Un affresco del palazzo minoico di Cnosso, a Creta. La civiltà minoica rappresentava una potenza nella cultura marittima del Mediterraneo dell’età del Bronzo, ma l’eruzione di Thera distrusse le sue rotte e infrastrutture commerciali. FOTOGRAFIA DI Prismatic Pictures / Bridgeman Images Sebbene non esistano racconti diretti dell’eruzione e del conseguente tsunami, i ricercatori moderni hanno tentato di definire la portata e l’impatto che ebbe sulla vita nel Mediterraneo del tempo, in particolare per la civiltà minoica, ricca potenza marittima della vicina isola di Creta che vide il suo declino all’incirca nello stesso periodo, nel XV secolo a.C Portare alla luce uno tsunami L'articolo descrive la ricerca condotta presso il sito archeologico di Çeşme-Bağlararası, situato nella famosa località turistica di Çeşme sulla costa egea della Turchia, a più di 160 chilometri a nord-est di Santorini. Le ricerche archeologiche presso Çeşme-Bağlararası, che si trova in un quartiere residenziale a soli due isolati dal moderno litorale, iniziarono nel 2002 dopo il ritrovamento di antiche ceramiche rinvenute durante la costruzione di un edificio. Dal 2009 l’archeologo Vasıf Şahoğlu dell’Università di Ankara in Turchia ha diretto le operazioni di scavo di quello che sembra essere stato un fiorente insediamento costiero occupato quasi ininterrottamente dal XIII secolo a.C. alla metà del terzo millennio. Ma a differenza degli edifici e delle strade ben conservati scoperti in precedenza, l’area alla quale si è dedicato Şahoğlu si è rivelata molto più caotica: mura di fortificazione crollate, strati di cenere e un coacervo di ceramiche, ossa e conchiglie marine. Şahoğlu si è consultato con colleghi specializzati in vari ambiti che potevano aiutarlo a dare un senso a quel caos, tra i quali Beverly Goodman-Tchernov, professoressa di geoscienze marine presso l’Università di Haifa in Israele e National Geographic Explorer, con particolare esperienza nell’identificazione di tsunami nei reperti archeologici e geologici. Le tracce di antichi tsunami possono essere difficili da identificare: resti di edifici crollati e di incendi potrebbero anche essere le conseguenze di terremoti, inondazioni o tempeste. In ogni caso questo tipo di prove possono svanire velocemente con il passare del tempo, in particolare in ambienti molto aridi come la costa egea. Anche se alcune tracce dell’impatto dell’eruzione di Thera possono essere riscontrate anche molto lontano - come nelle calotte glaciali della Groenlandia e nei pini dai coni setolosi in California - finora sono stati identificati soltanto sei siti fisici con evidenze dello tsunami provocato dall’eruzione di Thera che si è propagato con violenza attraverso il mar Egeo. Nessuno di questi, però, presenta la complessità che contraddistingue Çeşme-Bağlararası. “Gli tsunami sono fenomeni prevalentemente erosivi, non eventi deposizionali: ecco perché tutta questa euforia quando ne troviamo prova!”, dichiara in una e-mail Floyd McCoy, professore di geologia e oceanografia presso il Windward College dell’Università delle Hawaii. McCoy, National Geographic Explorer che ha studiato l’eruzione e lo tsunami di Thera, ma che non ha preso parte al progetto, definisce questa ricerca come “un importante contributo non solo per lo studio sui depositi dello tsunami, ma anche per il loro significato e la loro interpretazione, soprattutto in relazione all’eruzione di Thera”. I ricercatori hanno lavorato alla creazione di “liste di controllo” sempre più dettagliate per il processo di studio di antichi tsunami, che includono anche le firme biologiche e chimiche della vita marina portata dalle inondazioni sulla terraferma e i particolari modelli di deposito di sedimenti e rocce. Presso Çeşme-Bağlararası, ad esempio, incastrati nelle pareti degli edifici crollati, sono stati trovati strati di molluschi portati dalle acque dell’oceano. “È raro che mi senta davvero sicura dell’interpretazione di uno tsunami, specialmente in ambienti aridi, perché generalmente non si ha molto materiale a disposizione su cui lavorare”, afferma Jessica Pilarczyk, docente assistente in Scienze della terra e titolare di una cattedra di ricerca sui rischi naturali presso la Simon Fraser University in Canada, che non ha partecipato alla ricerca sul sito di Çeşme-Bağlararası. “Ma in questo caso sembra che il team sia stato in grado di rilevare ed elaborare prove davvero eccezionali”. Jan Driessen, archeologo presso l’Università Cattolica di Lovanio, in Belgio, e capo del gruppo di ricerca Talos, che si occupa dell’impatto dell’eruzione di Santorini, scrive via e-mail che questi reperti potrebbero costituire un caso di studio di riferimento per archeologi e altri scienziati per capire meglio la devastazione che si è abbattuta su vari luoghi affacciati sul mar Egeo e situati più vicino al vulcano (Driessen non è tra gli autori dello studio in questione). Un disastro senza vittime? Uno degli aspetti più sconcertanti dell’eruzione di Thera è la mancanza di vittime: si stima che siano morte più di 35.000 persone nello tsunami generatosi dall’eruzione del Krakatoa, e una simile stima è stata ipotizzata per quello avvenuto nel mar Egeo durante l’età del Bronzo. Tuttavia, soltanto un individuo è stato identificato come possibile vittima di Thera: un uomo trovato sepolto sotto le macerie nell’arcipelago di Santorini durante operazioni di scavo condotte alla fine del XIX secolo (i ricercatori autori dell’articolo hanno ipotizzato che si trattasse della vittima di un terremoto e hanno esaminato lo studio originale per verificare le circostanze e la datazione della morte dell’uomo). Le teorie in merito alla mancanza di vittime sono varie: precedenti eruzioni più contenute potrebbero aver portato le persone ad abbandonare la zona prima che si verificasse il cataclisma; le vittime potrebbero essere state incenerite dai gas bollenti; oppure potrebbero essere morte prevalentemente in mare o essere state sepolte in fosse comuni ancora da trovare. “Come può uno dei peggiori disastri naturali della storia non aver lasciato vittime?”, si chiede Şahoğlu. Goodman-Tchernov ipotizza che, così come i ricercatori potrebbero non aver riconosciuto tracce di tsunami in passato, allo stesso modo potrebbero aver già rinvenuto possibili vittime del disastro di Thera, senza collegare i due eventi. “È molto probabile che siano già state scoperte [altre] vittime e che non siano state attribuite all’evento perché associate a effetti secondari e collaterali in atto nel contesto dell’eruzione”. A Çeşme-Bağlararası, tuttavia, i ricercatori affermano di aver trovato la prima vittima del cataclisma: i resti dello scheletro di un giovane uomo in salute con segni di trauma da corpo contundente, trovato prono nelle macerie dei depositi dello tsunami. Nelle vicinanze, in una zona di ingresso crollata, sono stati rinvenuti anche i resti di un cane. La datazione diretta dello scheletro umano e di quello del cane è stata fatta nei mesi successi. Ondate di terrore I ricercatori hanno determinato che quattro ondate di tsunami colpirono Çeşme-Bağlararası nel giro di qualche giorno o settimana. Questo è un fatto particolare interessante per McCoy, che osserva che l’eruzione di Thera fu caratterizzata da quattro fasi. I ricercatori si sono a lungo interrogati su quale sia stata la fase dell’eruzione che ha innescato quello che pensavano fosse un unico evento di tsunami. “Questo è un importante interrogativo”, scrive McCoy in una e-mail, “ma i risultati della ricerca indicano che è possibile che due, tre o tutte e quattro quelle fasi avrebbero effettivamente potuto generare uno tsunami perché sembra che il numero di singole ondate verificatesi sia lo stesso”. Sembra che i sopravvissuti abbiano sfruttato gli intervalli tra le diverse ondate, quando le acque si ritiravano, per scavare e cercare le vittime sotto i detriti. Evidenze di uno di questi tentativi di scavo sono state trovate proprio sopra al corpo del giovane uomo, che non è stato trovato perché chi scavava si è fermato poche decine di centimetri troppo presto. Le prove dei tentativi di recuperare le vittime dello tsunami fa pensare alla volontà di dare una degna sepoltura ai corpi, probabilmente in fosse comuni, per contrastare lo sviluppo di malattie. “Questo tipo di comportamento aiuterebbe a spiegare la generale assenza di vittime umane nei siti distrutti del mar Egeo”, osserva Driessen. Datazione dell’evento Le datazioni al radiocarbonio dei depositi dello tsunami hanno alimentato un dibattito: l’eruzione di Thera viene tradizionalmente fatta risalire a un periodo conosciuto come Tardo Minoico IA, corrispondente alla XVIII dinastia egizia del 1500 a.C., ma le datazioni al radiocarbonio di elementi di legno rinvenuti negli strati di cenere ad Akrotiri rimandano alla seconda metà del 1600 a.C.: una discrepanza di più di un secolo. Questo ha creato difficoltà per i ricercatori che hanno provato a correlare cronologicamente le varie culture che esistevano nell’area mediterranea a quel tempo e di individuarne le interazioni prima e dopo il disastro. Secondo i ricercatori, l’eruzione non sarebbe potuta avvenire in un periodo precedente alla prima datazione ottenuta dall’analisi dei materiali portati dallo tsunami: la datazione al radiocarbonio di un chicco d’orzo rinvenuto vicino ai resti del giovane uomo corrisponde al 1612 a.C. Alcuni consulenti esterni hanno sollevato interrogativi specifici in merito alla metodologia applicata e sembrano essere concordi sul fatto che, pur essendo sempre utile ottenere nuovi dati, il problema della cronologia degli eventi non verrà risolto da quanto scoperto a Çeşme-Bağlararası. Molti interrogativi rimangono senza risposta nel dibattito scientifico sulla tempistica dell’eruzione di Thera e della devastazione provocata nel mondo mediterraneo durante l’età del Bronzo, ma i ricercatori sperano che questo studio spinga gli archeologi impegnati nella regione ad analizzare approfonditamente i risultati delle loro opere di scavo, alla ricerca di evidenze apparentemente elusive di uno dei più devastanti disastri naturali della storia. Intanto, Şahoğlu spera che questo straordinario sito archeologico, al centro di una famosa località turistica, possa diventare un giorno un’attrazione turistica in sé. Ci auspichiamo che la ricerca stimoli una maggiore consapevolezza nella collettività e anche una maggiore prontezza di reazione nel caso di un evento catastrofico, afferma Pilarczyk, che studia non solo i disastri naturali del passato, ma anche il rischio di quelli potenziali del futuro. “Quando si prendono in esame eventi come gli tsunami, dato che sono molto pochi e si verificano a distanza di molto tempo, a volte passano secoli tra un evento e l’altro. Di conseguenza le conoscenze non vengono tramandate costantemente negli anni e quindi le persone danno per scontato di essere al sicuro”.
    1 punto
  19. Condivido con voi questo articolo trovato su "archeologia nella Lombardia orientale". moneta Ariperto I.pdf
    1 punto
  20. Nell'altra discussione era stato suggerito di spostarla nella sezione Grecia. L'utente ha probabilmente pensato che doveva scrivere di nuovo nell'altra sezione e lo ha fatto. Ora ho unito le due discussioni.
    1 punto
  21. ... e comunque non intaccherebbe l'autenticità della moneta...
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  22. L’ultima volta che abbiamo venduto una moneta di questa tipologia è stato quasi 10 anni fa, quindi nella migliore delle ipotesi le abbiamo vendute. Detto questo, allo stato attuale delle cose questa tipologia per me rimane autentica e la teoria di Bani rimane tale fino a quando non ci siano evidenze scientifiche che provino il contrario. D’altronde anche le monete di questa tipologia provengono da un ritrovamento “ufficioso” e Vecchi nel suo libro cita tre diversi luoghi di ritrovamento. Ripeto il mio intervento non era rivolto a provare l’autenticità di questa tipologia, ma a stigmatizzare un metodo che ritengo sbagliato. Per me se una tipologia non proviene da un report di uno scavo ufficiale non è una ragione per metterne in dubbio l’autenticità, perché potrebbe venire benissimo da un ritrovamento “ufficioso”. Poi ovviamente le monete false esistono, le fantasie ottocentesche esistono, ma il metodo per condannarle come tali non è l’assenza di report in scavi ufficiali. Spero di essermi spiegato abbastanza chiaramente.
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  23. Provo a risponderti, osservando che dopo l'unificazione italiana, post 1861, la monete in Lire degli Stati Sardi hanno continuato ad avere valore legale e quindi a circolare per tutta l'Italia, al contrario delle monete Duosiciliane, le quali, non avendo caratteristica decimale ed avendo pure un contenuto di fino superiore, furono dichiarate fuori corso, convertibili in Lire e incamerate dal nuovo Stato italiano. Aggiungo anche che fu presente un fattore politico, si voleva cancellare l'antica sovranità del Re Borbone, tenuto conto del triste fenomeno del brigantaggio che, tra l'altro, aveva connotati di revanscismo borbonico. Le popolazioni meridionali, per ricordo del passato Regno, non convertirono le monete più importanti, per esempio le piastre da 120 grana, che avevano un bel profilo del Re ed erano (se non ricordo male) usate , tra l'altro, come "dote" di matrimonio. Per questo molte monete sono giunte fino ai nostri tempi in buono stato di conservazione. Questa argomentazione é suffragata da questo documento: Decreto del dittatore per l'Italia meridionale continentale 24 settembre 1860, n. 71, prescrivente che la lira italiana d'argento e i suoi multipli e spezzati abbiano corso legale nelle provincie meridionali. Tariffa delle monete: 1 lira =grana 23.53; 2 lire = grana 47.06; 5 lire = ducati 1.17.65 1/2 lira = grana 11.76: 1/4 lira = grana 5.88; ducato= L. 4.2409 saluti
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  24. Provo a contribuire per l'identificazione: direi che sia RIC IV Caracalla 238A: Online Coins of the Roman Empire: RIC IV Caracalla 238A (numismatics.org) ANTONINVS PIVS AVG GERM e testa laureata rivolta a destra al diritto, P M TR P XVII COS IIII P P, Apollo seduto con ramo nella mano destra e sinistra appoggiata su lira a sua volta appoggiata su tripode al rovescio. Per l'autenticità (ma anche per l'identificazione, al limite ) lascio parlare qualcuno che ne capisca più di me; a me non fa una cattiva impressione, però effettivamente quella macchia sul gomito di Apollo è un po' strana. Ma al tatto dà un'impressione di rilievo, o è veramente solo una macchia di colore diverso?
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  25. Troppo buono... chi ha riconosciuto la moneta sei stato tu (tra parentesi... impressionante la storia della moneta che hai raccontato, 👏), io ho solo armeggiato qualche minuto con un programma di grafica, semplicemente velocizzando l'identificazione dell'ideogramma, che avresti comunque prima o poi riconosciuto. E tra parentesi l'avevo anche riprodotto male, facendo un unico segno largo dove ce ne sono due distinti... Su una cosa però sono d'accordo: il lavoro di squadra paga sempre
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  26. Grande @Fiore151 !!! Lavoro fantastico. Grazie a te abbiamo la soluzione. 👏👏 Per prima cosa ... che la vergogna ricada su di me. La moneta non è cinese ma Vietnamita (scritta in caratteri cinesi) Dritto: 延寧通寶 Dien Ning Thong Bao. Rovescio: semplice. Dien-Ninh Thong-Bao (in vietnamita) e Yan-Ning Tong-Bao (in cinese), 1454-1459 d.C. Dovrebbe essere in bronzo con un diametro compreso tra 22 e 24 mm. Peso: dai 2,5 ai 4 gr. Prodotta sotto l'imperatore Le Nhan Tong tra il 1454 e il 1459 d.C. (The Historical Cash Coins of Viet Nam del Dr. R. Allan Barker). Moneta di bronzo (forse rame) emessa dal suddetto re durante il suo secondo periodo di regno "nien-hao" che va dal 1453 al 1460, (termine in uso nella Cina imperiale, a datare dal 163 a. C., per designare il periodo di regno di un sovrano; a tale periodo veniva attribuita una denominazione ufficialmente promulgata dall'imperatore che valeva a contrassegnare la scansione cronologica degli eventi storici del Paese. Fino al 1368, avvento della dinastia Ming, il nien-hao inizialmente scelto da un imperatore era suscettibile di mutare più volte durante il periodo in cui questi regnava. Successivamente divenne unico per l'intera durata di regno di un sovrano e finì con l'esser usato, in Europa, benché impropriamente, quale sinonimo di imperatore.) Per il momento, in attesa di testi alternativi, per la storia dell'imperatore Le Nhan Tong , posso solo far riferimento a Wikipedia https://en.wikipedia.org/wiki/Lê_Nhân_Tông Posto due foto di monete simili
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  27. Originali sono in argento
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  28. La tipologia dell'oggetto, richiama i tetradrammi di Antioco I di Siria, questi in argento con peso circa 17 g e diametro attorno ai 28 mm .
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  29. Secondo me ci stiamo dedicando fin troppo tempo a codeste baggianate. Semmai sarebbe più utile cercare di fare capire a coloro che hanno o poco nerbo mentale o poche conoscenze, che basta aprire dei libri e studiare (anche senza laurea, perché finché si è vivi si deve sempre imparare). Solo così certi personaggi saranno messi all'angolo. Poi si potrà dibattere e discutere ma le basi ci devono essere, altrimenti è come parlare di dadaismo ad un indios che non ha mai visto un museo o internet... PS: il riferimento agli Indios non ha finalità dispregiative, ma è un esempio per indicare dei soggetti che non hanno avuto grandi contatti con la nostra società (anche se ormai anche loro li abbiamo più o meno fagocitati).
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  30. Confrontando anche la foto di taglio, l'ideogramma a nord potrebbe essere una cosa di questo genere?
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  31. Iniziamo dal francobollo. 5c.verde per la colonia Eritrea emissione dell'agosto 1914 della serie Pittorica. Il francobollo su busta/cartolina viaggiato è quotato 55/60 euro. Annullo di Adi Caieh (Eritrea) doppio cerchio grande con lunette vuote del 15.2.17 molto bello e nitido, raro anche per la nitidezza. L'affrancatura è in perfetta tariffa per una cartolina con non più di cinque parole di convenevoli. Il Capitano Ettore Giannuzzi a cui è indirizzata in ''zona di guerra'' è uno famoso: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Ettore_Giannuzzi Molto molto bella, un vero pezzo di Storia postale.
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  32. Buongiorno titire, ti ringrazio molto per la fiducia 😄 non abbiamo la certezza, ma forse siamo arrivati alla soluzione più ragionevole! In effetti in questo denaro si vede chiaramente quello che intendevo io per la moneta oggetto della discussione 😉 Nei bolognini grossi le "I" sono inclinate meno, o quasi nulla. Sono d'accordo! Ho guardato sul bollettino di numismatica n. 4 relativo alla zecca di Bologna e potrebbe trattarsi di questo che allego, tenuto conto della descrizione del CNI che hai allegato nel primo post e la tabella di concordanza: Escluderei tre dei quattro esemplari classificati come CNI 1: in un caso per nessun segno evidente (numero 4 bollettino), in un altro per l'usura proprio nella zona delle due "I" (numero 5 bollettino) e nel terzo (numero 2 bollettino) perché non si nota molto la "punta" - o meglio il cuneo - tra la N e la O. Resta quindi l'esemplare n. 3 che allego di seguito: Come si può notare, sembra esserci anche in questo caso un segno di unione, ma non so se sia dovuto alla foto o all'usura generale della moneta. Se fosse un segno di unione, per gli argomenti già esposti, a mio avviso si tratterebbe sempre di un'altra forma per indicare la V di Enricvs. Riccardo
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  33. Ciao Andy, questa è la foto dell'ideogramma a nord, buona giornata.
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  34. Purtroppo monete e serie comunissime dal valore di pochi euro. Non ci sono più i nonni di una volta...
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  35. Buon giorno El Chupacabra. La tradizione cristiana dice che di infallibile ci sia stato un essere solo, cosa valida per chi ci crede, per fortuna gli esseri umani non lo sono, si immagini altrimenti che monotonia! Scherzi a parte condivido il suo punto di vista soprattutto per quanto concerne il fatto che le fotografie possano essere fuorvianti. Personalmente, però, osservando tutti i FERT, dello scudo di Vittorio Emanuele secondo mi sono convinta che non si tratti di una moneta falsa. Credo che quasi certamente sia stata abrasa sui bordi per cancellare forse dei colpi o la traccia di una montatura , anche se il risultato ottenuto non mi sembra esemplare. Sperando di non stizzirla con questa mia affermazione, fatta per il solo gusto del dialogo e dell'esposizione dei punti di vista, le porgo con grande stima i più cordiali saluti. Buona giornata. Gabriella
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  36. Io rinvierei delle email (uguali e in contemporanea) a tutti gli attori: LAC, PayPal (se hai pagato con loro), e serzio postale/ corriere dando loro tempo 2 giorni per informarti e poi saresti passato 1- pubblicizzare il fatto in tutte le piattaforme dove operano 2- azione legale 3- nonché avvertire le varie camere di commercio Fai più rumore possibile!
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  37. Ciao a tutti volevo condividere con voi questo interessante falso d'epoca relativo ad una Parpaiola del I tipo di Carlo Emanuele I. La data è di fantasia (1577 / 1571 / 1551 / 1557 ??) , non vedo sigle, la legenda è correta ( D.G DVX SABAVDIE / CAROLVS EMANUEL), i caratteri sono grossolani, la "stella" al dritto sotto lo scudo (sembra più una X ) di Chambery ne imita la zecca. Se altri Utenti avessero delle osservazioni da aggiungere sarebbero molto gradite , grazie.
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  38. Ragionamento ineccepibile. Se si vogliono sparare "balle" credibili bisognare essere istruiti e conoscere seriamente la materia. Cioè si dovrebbe essere capaci di creare un castello di bugie che però devono resistere ad obiezioni (o al meno in parte) più o meno sensate. Oltre a ciò , è necessario anche avere un buon profilo e un linguaggio adeguato, capace di convincere.
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  39. Questo Pyter è diventato famoso per le idiozie che dice, ma qui parliamo di casi estremi di soggetti con evidenti problemi mentali oppure di troll "seriali". Il complottismo e il farneticare veramente pericolosi sono quelli ben studiati nella forma e nella sostanza, a volte anche da chi la laurea - o comunque una cultura - ce l'ha.
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  40. E non solo quella 😊 Anche la 1848 reimpressa appartenuta al Pin e riportata nel suo bel lavoro sulle Piastre di Ferdinando II.
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  41. c'è poi un livello di "fiduciarietà" limite, che a mio avviso non è prettamente legato alla quantità di metallo, ma a regole che potremmo definire di "finanza comportamentale"... o meta-economiche.... faccio un piccolo esempio che chiarisce il mio punto di vista.... Anastasio con la prima riforma introduce un Follis del peso di circa 9 grammi con la seconda riforma ne raddoppia il peso a 18 grammi e così appare il pentanummo e l'AE4 "slitta" in fondo alla lista dei multipli diventando l'unità base probabilmente il follis da 9 grammi non ebbe l'impatto sperato perché era troppo piccolo.... non solo e squisitamente per un motivo di stretta fiduciarietà metallica (in parte forse anche quello), perché in effetti si era visto anche di peggio, ma perché l'impressione nell'utilizzatore era di avere in mano una moneta di poco valore ... e peraltro questo tende a generare una strisciante piccola inflazione.... se la moneta "che ti aspetti abbia una certa dimensione" diventa troppo piccola, non piace... ricordate cosa pensava la gente delle 100 e 50 lire "piccole" quando furono introdotte al posto delle "normali"? certo qua non era una questione di fiduciarietà, perché nessuno le avrebbe valutate "a peso" o "a fino"....ma quelle monetine avevano un "non so che" che alla gente non andava giù...
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  42. L’articolo di Ramskold (Constantine's Vicennalia and the Death of Crispus, link allegato sopra da @Illyricum65) ipotizza che la coniazione di questi bronzi dinastici è innescata dalla sosta di Costantino nelle città imperiali sul percorso che lo porta da Nicomedia a Roma nell’anno dei Vicennalia (luglio 325/luglio 326). La tipologia comincia probabilmente ad Antiochia subito dopo la sconfitta di Licinio alla fine del 324 o all’inizio del 325, che è come riportato da Illyricum l’unica zecca che ha emesso queste serie anche per le augustae Fausta e Elena. Poi s’incontrano, a volte associate con delle coniazioni d’oro o d’argento, nelle diverse tappe del periplo segnate su questa pianta: Un raro bronzo dinastico di Ticinum, RIC 0, che senza sorpresa s’inserisce nell’emissione P T del anno 326: Una delle conclusioni di questo studio è che Crispo era ancora vivo all’arrivo di Costantino e della sua corte a Roma il 18 luglio 326, che segna l’inizio della prima emissione romana di questi bronzi dinastici, con l’insolito esergo SMRA. Un’emissione rarissima coniata dalla sola officina « A », indipendente delle altre officine P,S,T,Q già esistenti, emissione probabilmente presto interrotta dall’assassinio di Crispo che si situerebbe pertanto fine luglio/agosto 326. Questo evento drammatico spiegherebbe anche la sorprendente assenza di coniazione d’oro a Roma, sebbene la sosta di Costantino nell’Urbs, da giugno a settembre 326, fosse stata il punto culminante delle festività dei vicennalia. Il Santo Graal per ogni collezionista di Crispo, sarebbe l’ultima moneta coniata a suo nome: Crispo è già sparito al momento dell’emissione più comune SMRP, che coinvolge le quattro officine P, S, T, Q (prima foto dei post #1 e #2 di Illyricum, con « rosette-diadem » per Costantino e la corona al rovescio al posto della stella per i Cesari). Secondo Ramskold, questa emissione SMRP sarebbe posteriore di circa 2 o 3 anni alla precedente, eseguita probabilmente anche lei in presenza di Costantino a Roma, forse all’occasione del funerale di Elena attorno al 329 d.C. Non può in ogni modo essere anteriore alla metà del 327 per il tipo di diadema, un ottimo marcatore temporale per la monetazione costantiniana. Insomma, se vedete un Crispo con esergo SMRP-Q, è sicuramente un falso. Se è un Crispo SMRA, può essere falso anche lui ma per carità, fatemi sapere! 😂
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  43. Mi sembrava che raff82 fosse stato abbastanza eloquente nel suo intervento...
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  44. Ciao e bravo @Nikko, bellissimo esemplare e l’autenticazione di Lars Ramskold non lascia nessun dubbio circa la sua genuità. Mi sarebbe piaciuto vedere le foto prima della pulitura profonda. Comunque il risultato è molto gradevole, (anche se mancano alcune frangette sotto la stoffa del vessillo, sto cercando il pelo nell’uovo 😅) e il ritratto è davvero favoloso. Il conio di dritto se non sbaglio, sarebbe il conio 3 del elenco di Ramskold, lo stesso dell’esemplare di Vienna? Per il rovescio, non l’ho trovato. Sai se si tratta di un conio conosciuto? Per chi non ha il tempo di leggere l’articolo fiume di Ramskold sull’argomento, forse è utile ricordare le sue sorprendenti conclusioni, riassunte nella didascalia della prossima vendita Leu: - Il labarum non sarebbe al tempo della coniazione di queste monete un segno esplicitamente cristiano come lo diventerà in seguito. Occorrerebbe allontanarsi dalla tesi dell’« epifania » della visione del Ponte Milvio, ricostruzione iniziata da Eusebio e poi diventata la versione comunemente accettata. « Rather, the legends and the types are so ambiguous that they could be interpreted as Christian symbols by those who truly wished it, but they mainly referred to Constantine’s status as a victorious emperor. » - Il numero elevato di conii per questa tipologia raffrontato al numero scarso di esemplari rinvenuti (per il RIC 19 si contano in tutto una quarantina di esemplari, coniati da 27 conii di dritto e 28 di rovescio) significa che le SPES PVBLIC sono state emesse al pari delle 3 tipologie contemporanee del 327 e 328 d.C (GLORIA ROMANORVM, GLORIA EXERCITVS e LIBERTAS PVBLICA). Quindi non era una tipologia eccezionale ma la sua odierna scarsità sarebbe dovuta ad un ritiro massiccio dal numerario circolante durante la seconda emissione SPES PVBLIC del 327/328 (quella con il busto non più laureato ma con diadema, il rarissimo RIC 26). Ma ritirato per quale motivo, e perché soltanto dopo più di un’anno, quale tipo di messaggio non era più accettabile agli occhi di Costantino, Ramskold non ha trovato nessuna risposta soddisfacente, e questo mistero aggiunge ancora al fascino di questa moneta. Un esemplare RIC 26 della prossima asta Leu e un’eccezionale imitazione con piccolo modulo, peso 1,2g: Una precisazione, se si vuole rintracciare la primissima rappresentazione del labaro (326/327) bisogna cercarla lontano da Costantinopoli, nella zecca di Siscia, con questo « binio » RIC 207 conservato a Belgrado e databile del 326/327 d.C. Gli autori del RIC VII che probabilmente non disponevano di una foto abbastanza nitida hanno trascurato il labaro, interpretandolo come un semplice vessillo. Si tratta invece di una raffigurazione più classica del labaro, che verrà usata dai successori di Costantino.
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  45. Che meraviglia! Grazie per la condivisione. Peccato solo che non siano tavole a colori.
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  46. C. Perassi, M. Rongo (a cura di), Giuseppe Girola (1940-2022). Scritti di Numismatica. Edizione disponibile anche in formato digitale gratuito: https://eut.units.it/it/catalogo/giuseppe-girola-1940-2022-scritti-di-numismatica/5589
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