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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/12/23 in tutte le aree
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Buona Giornata, alcune considerazioni sul millesimo 1847. Questa data è considerata, con il 1845 la più rara della serie ( R2 ). Taglio liscio. Il Nomisma riporta al n.1083 un esemplare ( unico?) con stelletta a 5 punte sotto il busto: è l'esemplare con busto adulto di cui si è parlato nei post precedenti? Questa tipologia ha sempre l'ultima cifra "7" ribattuta su un'altra cifra che i Manuali identificano con lo "0". Solo in un passaggio, l'Asta Nomisma 58 si azzarda a definire "7 ribattuto su 6 ( ? ) " A mio parere a ragione. Come si spiega che l'incisore abbia preso un punzone con lo "0" e l'abbia successivamente corretto con il "7" ? Oltretutto le date 1840 e 1850 non esistono e probabilmente non venne neanche costruito tale punzone. Molto più logico che sia stato usato il conio del 1846, successivamente corretto. E' quasi una regola ( che comporta anche delle eccezioni ) che le ribattiture della data siano fatte sul conio che presenta il millesimo precedente. Spero di non avervi annoiato e mi farebbe piacere sapere la vostra opinione. Saluti, Beppe3 punti
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Link diretto al sondaggio: https://survey.ecb.europa.eu/4867833 punti
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Si può scegliere fino al 31 agosto tra sette possibili temi, per la prima volta verranno cambiate le immagini sulle banconote: https://www.ecb.europa.eu/press/pr/date/2023/html/ecb.pr230710~77cf718c59.it.html2 punti
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Buon pomeriggio, oggi condivido un sesterzio di Pupieno, che ho vinto in una recente asta. Pupieno Massimo, al secolo Marco Clodio Pupieno Massimo, (nato nel 164 e morto nel 238, Roma), fu un coimperatore romano con Balbino per alcuni mesi del 238. Pupieno era un soldato, che all'età avanzata di 74 anni fu scelto dal Senato insieme a Balbino per resistere al barbaro Massimino. Si decise che Pupieno sarebbe sceso in campo contro Massimino, mentre Balbino sarebbe rimasto a Roma per mantenere l'ordine, compito nel quale fallì clamorosamente. Una rivolta dei pretoriani fu repressa solo quando fu versato molto sangue e una parte considerevole della città fu ridotta in cenere. Durante la sua marcia, Pupieno, avendo ricevuto la notizia che Massimino era stato assassinato dalle sue stesse truppe, tornò in trionfo a Roma. Poco dopo, quando entrambi gli imperatori stavano per lasciare la città per una spedizione - Pupieno contro i Persiani e Balbino contro i Goti - i pretoriani, che avevano sempre mal sopportato la nomina degli imperatori senatoriali e che avevano a cuore la memoria dell'imperatore-soldato Massimino, colsero l'occasione per vendicarsi. Quando la maggior parte del popolo era ai giochi capitolini, si introdussero nel palazzo, trascinarono Balbino e Pupieno per le strade e li misero a morte. La descrizione dell'asta elencava un Pupienus, RIC 23 b. Tuttavia il RIC 23 ha la seguente legenda: IMP CAES M CLOD PVPIENVS AVG, come in questo sesterzio. La mia moneta, invece, ha la seguente legenda: " IMP CAES PVPIEN MAXIMVS AVG". Quindi come classificarla?2 punti
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Buongiorno, è un tornese coniato a Napoli durante il regno di Filippo IV di Spagna,con busto a destra e sigle O/C è censito solo per il 1636,le sigle O/C sono le iniziali di Orazio Celentano,mastro di zecca da gennaio del 1635 al 5 ottobre del 1636... D/:PHILIPPVS IIII .D.G.R.S.(con varianti in legenda) busto del Re volto a destra,dietro le sigle O/C, davanti contrassegno del coniatore,sotto al busto troviamo la data 1636(che può anche seguire la legenda... R/: anepigrafo,corona di alloro,al centro tosone sospeso volto a sinistra ... Con il diametro ci siamo,il peso medio è 5,34 grammi... La moneta è catalogata al numero 108, pagina 239 de: "LA MONETA NAPOLETANA DEI RE DI SPAGNA NEL PERIODO 1503-1680" di Pietro Magliocca...2 punti
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@Fiore151 Grazie per 'esperto, ma sono solo un appassionato di monetazione cartaginese. Di fatto hai già detto tutto tu, non ci sono i dati ponderali per poter essere più precisi, ma, seppur molto consunta, direi dovrebbe trattarsi del tipo di cui si era già parlato qualche mese fa e di cui posto il link.2 punti
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Io non sono un'esperto di monete Puniche ... ma ho diversi testi molto utili. Questa tipologia di monete sono state prodotte in diverse zone del Mediterraneo. Per esempio, in Sardegna, Giuseppe Lulliri (esperto di monetazione Cartaginese coniata e anche circolata nel territorio sardo), con un grande e complesso lavoro di interpretazione dei pochi caratteri leggibili nelle monete, ha individuato in alcune monete il nome (gvda), e il titolo di re (rex), di cui fino a quel momento veniva completamente ignorata persino l’esistenza (sia del regno che delle monete). In modo analogo era ignorata, o addirittura negata, da alcuni numismatici sardi, la possibilità che in Sardegna, durante l’occupazione vandala, vi fosse stata una zecca attiva. Sarebbe interessante capire la provenienza della tua moneta Allego un'immagine in cui sono riportati alcuni esempi di tale monetazione.2 punti
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Salve Prova a guardare qui. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FIV/112 punti
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Un uomo ha portato alla luce un enorme tesoro di monete d’oro e d’argento dell’era della Guerra Civile nella sua fattoria del Kentucky. Un uomo del Kentucky ha scoperto il tesoro mentre scavava nel suo campo di grano: un deposito di oltre 700 monete risalenti alla guerra civile americana. Il tesoro comprende centinaia di monete d’oro statunitensi datate tra il 1840 e il 1863, oltre a una manciata di monete d’argento. In un breve video , l’uomo che ha scoperto il tesoro – la cui identità e posizione specifica non sono state rivelate al pubblico – dice: “Questa è la cosa più folle di sempre: sono tutte monete d’oro da $ 1, monete d’oro da $ 20, monete d’oro da $ 10 ,” mentre punta la sua macchina fotografica sui manufatti che cadono dalla terra. Secondo la Numismatic Guaranty Co. (NGC), che ha certificato l’autenticità delle monete, e GovMint , dove sono state vendute le monete, il 95% del tesoro è composto da dollari d’oro, insieme a 20 monete Liberty da $ 10 e otto monete Liberty da $ 20. La più rara è la moneta Liberty d’oro da 20 dollari da 1 oncia del 1863-P. Solo una di queste monete può valere una fortuna all’asta. Le monete Liberty da $ 20 nel tesoro sono ancora più rare perché non includono “In God We Trust”, che è stato aggiunto nel 1866 dopo la fine della Guerra Civile. Potenzialmente più importante, tuttavia, è ciò che il tesoro può dirci sulla storia dell’America durante un periodo estremamente tumultuoso. Si dice che molti ricchi Kentuckiani abbiano seppellito ingenti somme di denaro per evitare che venissero rubate dalla Confederazione. La maggior parte delle concentrazioni di manufatti storici trovati su terreni privati finiscono per essere venduti o raccolti senza una consultazione archeologica, secondo McNutt. ” I tesori contengono un’incredibile quantità di informazioni sulla persona che ha raccolto gli oggetti, offrendo agli archeologi una panoramica di una breve finestra temporale.” Ritrovamenti storici come questi su terreni privati negli Stati Uniti non sono sempre segnalati a un archeologo. Ma McNutt, che ha sviluppato stretti rapporti con i proprietari terrieri, ritiene che l’istruzione e la sensibilizzazione siano fondamentali per saperne di più su questi rari depositi di monete. “Dipende interamente dal proprietario terriero”, ha detto McNutt, ma non interagire con un archeologo significa ” un’istantanea del passato, persa per sempre”. https://www.scienzenotizie.it/2023/07/10/usa-uomo-trova-prezioso-tesoro-di-antiche-monete-doro-nel-suo-campo-di-grano-02710601 punto
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@Vel Satiesti hanno dichiarato guerra.... Se hai bisogno, ti posso inviare delle armi per aiutarti a difendere...1 punto
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Molto probabilmente l'oggetto che è stato traforato era nel verso giusto, per farla pressochè combaciare con l'ancora l'hai dovuto ruotare di circa 50 gradi secondo me bisognerebbe trovare qualche corrispondenza in questo verso ma per l'iconografia sui bottoni sono zero..... preferisco di gran lunga le cerniere!1 punto
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Condivido volentieri questo esemplare. Alvise IV Mocenigo 1763-78 Ducato Santa Giustina da 124 Soldi. Saluti, Domenico1 punto
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hai chiamato? ciao a tutti, ciao @Serenissima Rep Questa è una moneta all'uovo, purtroppo la discussione originale è stata rimossa da un utente stizzito, le foto le ho ancora: qui altri esperimenti più hardcore: Servus, Njk1 punto
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Interessante - coincide con il periodo in cui si è iniziato ad associare all'Italia Turrita lo Stellone a livello iconografico (a livello storico è da parecchio tempo prima). I primi esempi sono appunto del XVII secolo se non ricordo male.1 punto
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Enea è approdato a Castro. Lo documentano gli scavi L’archeologo accademico dei Lincei racconta come, partendo dai versi di Virgilio, sia arrivato a scoprire sulla costa salentina il Santuario di Atena, la cui statua colossale è stata da poco restaurata, e dove, come descritto nel libro III dell’Eneide, sarebbe sbarcato l’eroe il bronzetto di Atena con elmo frigio. A queste novità è dedicata la mostra «Athenaion. Tarantini, Messapi e altri nel santuario di Atena a Castro», aperta presso il MArTA, Museo Archeologico Nazionale di Taranto, fino al 15 ottobre Era l’ultima carta da giocare, per evitare la soppressione della sua Diocesi, e monsignor Francesco Antonio Del Duca, vescovo di Castro, nelle Puglie, aveva fatto estremo ricorso a Virgilio che, nel libro III dell’Eneide, descrive il primo approdo in Italia di Enea proprio in questo sito all’ingresso del Canale di Otranto, dove sorgeva il tempio di Minerva. In data 30 ottobre 1793 il presule aveva inviato una lunga missiva al re di Napoli, Ferdinando IV di Borbone, con un retorico commento al celebre testo latino, annunciando di aver finalmente identificato il tempio di Minerva, addirittura entro la grotta Zinzulusa che si apre sul mare a nord della cittadina, in uno scenario di straordinaria bellezza. Le stalattiti, secondo il monsignore, non erano altro che le colonne del tempio e sulle pareti della grotta si poteva leggere la presenza di figure e «in talune pietre vi si scorge scolpita la civetta». Si trattava di pura fantasia e la Diocesi fu accorpata alla sede otrantina, ma a rivendicare il prestigioso collegamento con i versi dell’Eneide, sino dal Cinquecento si era sviluppata una competizione tra le città salentine della costa adriatica: Brindisi, Otranto e infine Leuca dove sarebbe sbarcato san Pietro, anche lui in viaggio da Oriente, diretto, come Enea, sulle coste del Lazio. Sulla punta estrema della penisola salentina il principe degli Apostoli avrebbe trovato il tempio di Minerva e sulle sue rovine avrebbe poi fondato il Santuario di Santa Maria, de Finibus terrae appunto. Al mio arrivo all’Università del Salento anch’io era stato colpito dai versi di Virgilio, in particolare nell’uso del termine «humilis Italia», a indicare la bassa costa salentina che i migranti troiani scorgono all’alba, dopo aver attraversato il tratto di mare che divide la nostra penisola dai monti Acrocerauni, nell’attuale Albania. «Umile Italia» era anche l’espressione di Dante, nel canto I dell’Inferno, a indicare l’umiliazione della Patria che sarà salvata dal Veltro e poi Pasolini, nella poesia «Le ceneri di Gramsci», a riproporre la stessa immagine: «Ah, rondini, umilissima voce,//dell’umile Italia!», come metafora dell’innocenza di un popolo emarginato dalla Storia. Mi ero chiesto se il tempio di Minerva fosse soltanto un’invenzione poetica di Virgilio, ma l’antico nome di Castro era Castrum Minervae e pure il Poeta aveva descritto con grande precisione gli scogli turriti sui quali si infrangono le onde spumose del mare, il porto protetto dai venti orientali e infine il tempio sull’acropoli (arx) che dominava il porto: «Crebrescunt optatae aurae portusque patescit iam propior templumque adparet in arce Minervae» («Le brezze sperate rinforzano, ormai vicino si schiude un porto, e sulla rocca si profila il tempio di Minerva», traduzione di Vittorio Sermonti). La questione ha trovato infine la sua definitiva soluzione nel 2000, quando lo scavo delle trincee per la posa delle condutture fognarie permise di intercettare, nella zona sud-est della cerchia muraria di Castro, i blocchi delle fortificazioni ellenistiche. Grazie alla provvida acquisizione, da parte del Comune, dell’area indicata come fondo Capanne, fu possibile iniziare una serie di campagne di scavo nel corso delle quali si portò alla luce, già nel 2008, il bronzetto di Atena con elmo frigio, una scoperta fondamentale, che permette di collegare il contesto alla tradizione troiana. A quel primo importante indizio fece seguito nel 2015 la scoperta del busto in calcare, appartenente alla statua colossale della divinità, e delle balaustre del recinto sacro recanti i rilievi a girali abitati («peopled scrolls»). Le sculture, insieme ai materiali votivi, erano contenute entro una grande colmata, della potenza di più di 6 metri, creata nella prima metà del II secolo a.C., a riempimento dello spazio all’interno della nuova linea di fortificazione realizzata dai Romani, che ampliava il pianoro attraverso un sistema di terrazzamenti costruiti sul ripido pendio orientale dell’altura di Castro. Un passo di Livio (40, 19, 9-10) permette di inquadrare cronologicamente queste imponenti opere difensive delle coste salentine. Nel 181 a.C. il Senato di Roma, dopo aver ripristinato il governo provinciale della regione, decise di inviare in Puglia il pretore Lucio Duronio, al fine di provvedere alla difesa della costa adriatica, su richiesta di una delegazione di tarantini e brindisini che chiedevano protezione per i loro traffici in queste zone infestate dalla pirateria illirica. Di particolare importanza il ritrovamento delle sculture di IV secolo a.C. che ornavano il santuario, in particolare della statua di culto di Atena Iliaca, un’immagine colossale, alta 3,40 m, la più grande sinora rinvenuta in Magna Grecia. Tutte le sculture sono realizzate in pietra leccese, una calcarenite a grana molto fine proveniente dalle vicine cave, che gli scultori tarantini, ai quali fu affidato l’arredo del santuario, dovettero scoprire proprio nel cantiere di Castro, apprezzandone quella duttilità e facilità di lavorazione che, quasi duemila anni dopo, permise le stravaganti creazioni del Barocco leccese. E barocchi sono i rilievi della balaustra, lunga 8 metri e alta almeno 1,40 che circondava l’area sacra. In un percorso creativo che nel IV secolo a.C. collega Taranto alla Macedonia, passando proprio da luoghi come Castro, la scoperta della natura nell’arte ellenica porta a inventare questi girali floreali in cui si muovono figure umane e animali, in cui una forza plastica «…come una linfa, rende turgidi gli steli, gonfia le foglie carnose e increspa i margini dell’acanto in ondulazioni ravvicinate e sovrapposte» (T. Ismaelli). © Riproduzione riservatala colossale statua di Atena, della II metà del IV secolo a.C., nel Museo Archeologico di Castro dopo il restauro eseguito da Mario Catania grazie alla Fondazione Banca Popolare Pugliese. https://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/enea-approdato-a-castro-lo-documentano-gli-scavi/142773.html1 punto
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Normalmente è solo un problema di dimensione delle foto, c'è un massimo da rispettare. Chiamiamo in aiuto @caravelle82 per maggiori dettagli1 punto
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Per sentire il parere di un esperto, chiamerei in causa il mio conterraneo @Flavio_bo1 punto
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Dalla visione delle foto @Andy66, mi sembra che sia il 2 lire 1907 la migliore come conservazione, anche il Cappellone è una gran bella moneta con un bel lustro, peccato il segno sulla guancia e il colpetto (almeno così pare dalle foto). Comunque occorre sempre la visione dal vivo per essere più precisi. Buona giornata1 punto
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Se non si scherza un po’ almeno fra noi che ci conosciamo… 🤭1 punto
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Ho avuto informazioni sul prezzo se vi interessa. Dovrebbero essere 3 rate: 196 + 100 + 100 (un totale di 66 euro a moneta). La tiratura dovrebbe essere illimitata: potete ordinarne quante volete, ma una volta fatti gli abbonamenti non sarà possibile acquistarle singolarmente all'uscita: va deciso prima quindi. In pratica la tiratura sarà "tante monete quante richieste riceveremo". Le proposte di abbonamento dovrebbero arrivare a tutti entro la fine di agosto.1 punto
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Non ho dubbi. Tutti noi ci inchiniamo ogni giorno con estrema ed ossequiosa deferenza davanti alle straordinarie monete che volentieri condivide il più grande collezionista italiano di oggi, la cui raccolta probabilmente è seconda solo alla Collezione Reale. E ne siamo felici. Ma da lì a farsi venire il mal di cuore…semmai il mal di schiena.🤣🤣🤣.1 punto
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Si, ma questo è un problema per chi inizia a collezionare ora. Per chi, come me, ha fatto gli acquisti fino a prima dell'ultimo biennio, ora può vendere incassando anche il doppio di quanto speso fino a poco tempo fa.1 punto
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Non credo proprio. Non sto facendo il lecchino. È anche merito di Domenico se oggi le monete si sono supervalutate. A forza di rilanci se ne è acchiappate 13 anche all'ultima asta Nac, che sembrava fuori portata per la maggior parte di noi comuni mortali. Per questo credo che da solo abbia avuto un peso nel far alzare le quotazioni di quanto collezioniamo.1 punto
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Letteralmente un inno alla libertà in quei favolosi anni 60 dove tutto sembrava possibile, dove chiedevamo se il mondo fosse in vendita, dove la vita si spalancava davanti con mille promesse…ora dopo quasi sessant’anni ricordo con struggente nostalgia quegli anni così lontani da sembrare appartenere alla preistoria. Quanta vita è passata e come sono cambiati, spesso in peggio, il mondo, le persone, i sentimenti, i rapporti umani. Ciao Scott, che la terra ti sia lieve.1 punto
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Ciao @Zenzero, Frazione radiata interessantissima, sconosciuta dal RIC e dal «Not in Ric» on line. @gpittini ha ragione, occorrerebbe cambiare il titolo del post, perché si tratta di Galerio. Direi che lo stile del ritratto di questa frazione post riforma rimanda più alla zecca di Ticinum. Ma che sia Roma o Ticinum, la legenda MAXIMIANVS NOBIL CAES non esiste per Galerio, s’incontra sopratutto a Treveri. E nella zecca di Ticinum, il rovescio VOT XX di queste frazioni di follis è abbinato soltanto ai due augusti Diocleziano e Massimiano. Una nota in piè di pagina 285 del RIC VI indica tuttavia che esiste un ibrido di Ticinum per Galerio con la stessa legenda MAXIMIANVS NOBIL CAES, busto radiato, corazzato e drappeggiato, VOT XX, officina S (esemplare del Oxford Museum). Qui il busto è corazzato. Per sapere se si tratta di Roma o di Ticinum, la lettura della lettera dell’officina sotto il XX è indispensabile (lettere latine P,S,T a Ticinum, lettere greche, di A a θ, a Roma). Forse una P? Potresti fare altre fotografie del rovescio per favore, ma anche del dritto e se possible su sfondo bianco? Ti ringrazio in anticipo.1 punto
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Bella da far male al cuore... Puoi dirci da quale asta hai colto questa meraviglia? Me la son persa.1 punto
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Buona sera, solo come rettifica: dall'edizione del 2023, il Catalogo Gigante, per il Ducato del 1784, non riporta più la legenda al Dritto "HISPANIAR", correggendo un vecchio errore. La dicitura è solo "HISPANIARVM" per il millesime 1784 e "HISPANIAR" per il 1785.1 punto
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@ARES III si anche la mia impressione non è buona, rappresenta 1/4 di shekel coniato verosimilmente a Cartagonova (Murcia) durante l'occupazione dei Barca. Sono una serie di monete dove alcuni vedono l'immagine dei generali cartaginesi, ma verosimilmente l'immagine a sinistra potrebbe rappresentare Melqart. Su questa serie che da Villaronga è catalogata come III classe sono evidenti gli influssi delle monete di stile siculo ed é composta da monete che al rovescio raffigurano un elefante. Cronologicamente sono poste dopo le monete con prora perché compaiono principalmente in ritrovamenti nel sud est della Spagna, area conquistata in un periodo successivo. Nel dritto si ritiene sia appunto rappresentato un Melqart laureato con la mazza, appare barbuto o imberbe in relazione al valore della moneta, sul rovescio come detto è rappresentato un elefante con o senza guida, il bordo è perlinato. In queste monete alcuni studiosi come detto vedono raffigurati i generali Barcidi: nel volto barbuto vedono Amilcare, in quello imberbe più maturo Asdrubale e in quello imberbe più giovanile Annibale. In sintesi ritengo però che sia da escludere che i Barcidi facessero coniare le proprie immagini sulle monete al fine di poter dare inizio a una propria dinastia di tipo ellenistico in contrasto e in concorrenza con il proprio governo centrale. Per tornare al quarto di shekel non è in effetti una moneta rarissima e compare di frequente in asta soprattutto in quelle iberiche ha però una notevole richiesta e mercato e questo fa si che il prezzo lieviti molto. Chiaramente questo fa si che sia una moneta molto falsificata e ne esistono diverse copie fuse e alcune ancora con tracce di cera. Per esempio la Producciones Carvajal impresa famigliare di Siviglia dedicata alla riproduzione archeologica e numismatica ne riproduce diverse e le vende come tali. Ma ci sono altri falsari che ne fanno degli esemplari più pericolosi. Quella da te postata ha inoltre dei dati ponderali e di diametro abbastanza sotto media (p medio 1,75) e questo, oltre a quanto già evidenziato, non depone a suo favore. Di seguito l'immagine di un quarto con conio di dritto "simile" al tuo passato in Asta Heritage nel 2020, 1,70 gr, 12mm, asse ore 11 (altra caratteristica l'asse di conio è sempre verticale orientato a ore 12) Allego anche tre dichiarati falsi altro falso apparso su Ebay1 punto
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Ma io sono veramente felice di avere ricevuto così tante e dotte risposte. Il numismatico che l'aveva esaminata era Baranowsky di Roma ma non mi aveva fornito tutti questi dettagli. Dalle vostre informazioni c'è solo da imparare. Grazie 🙂1 punto
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Gli spunti sono volutamente tanti…si è’ voluto creare un contenitore numismatico/culturale in cui ognuno troverà uno o più ambiti in cui riconoscersi. Ne analizzo intanto uno, gli appassionati amano tenere in mano monete dal vivo …il famoso brivido parte in fondo da qui, le terremo in mano e in più le potremo commentare insieme a noti esperti della materia, l’idea del workshop ai tavoli nasce da questo presupposto e da questa esigenza molto sentita.1 punto
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Ciao @Oppiano secondo me è un 3 venuto male, quindi 1936, nel 1916 non era il DUCE.1 punto
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Buongiorno a tutti, completiamo il post con la versione in Argento che ho acquistato nel 2015. E' stata una delle mie prime medaglie, questa in particolare mi colpì per la patina. Saluti e buona domenica Silver1 punto
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Ciao a tutti, proseguo nella discussione con un ulteriore 1847, anche questo, similmente all'esemplare già postato, presenta qualche cosa sotto / intorno al "7". Mi domandavo se fosse già aperta una discussione simile sui tarì...1 punto
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Buona Serata, ritorno al millesimo 1846, ringraziando chi l'ha già postato. La Cingranella con tale data non presenta varianti degni di nota. Si possono rilevare soltanto alcune differenze di poco conto nella disposizione delle cifre ( 4 piccolo leggermente ruotato rispetto alle altre), ribattiture nella legenda, da considerare normali in una moneta di piccolo modulo ( naturalmente sarei felicissimo che qualche collezionista mi smentisse). E' considerata comune dai principali Manuali ( Magliocca, Gigante e Nomisma ). In base ai passaggi in Asta invece si nota che sono molto di meno rispetto ai millesimi 1836-38, pertanto, a mio parere, andrebbe considerata "R" o perlomeno NC. Posto la mia, scusandomi per la foto poco definita. Saluti, Beppe1 punto
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potrebbe essere il seguito di un film coi vampiri, ma non lo è Ciao a tutti, ogni tanto vado a riprendere le banconote tedesche di un lotto che ho preso qualche tempo fa e me le riguardo, spulciandone poi una che magari solo ad una seconda occhiata può essere interessante (anche perchè non sono messe bene). Per esempio questa 20 marchi 1915 (anche se sono uscite dal '17 in poi) con tiratura di 77.528.000 esemplari, 140x90 mm siamo in piena guerra mondiale, ma niente cannoni: a sinistra e a destra ornamenti con sigillo della banca, al centro in alto due uomini con cornucopie (abbondanza aurea) e medaglione con aquila imperiale coronata col valore. Vabbè... giriamola che poi viene il bello! Sul rovescio rappresentazioni figurative in due campi ottagonali verticali, delimitati da leggere modanature riempite di linee verdoline. Gli stessi bordi dividono anche il resto dell'area stampata e racchiudono campi più scuri con linee bluastre tra loro. Due anelli nella linea centrale. Aha! a sinistra un uomo, sullo sfondo un albero e il sole come impersonificazione del lavoro (tiriamoci su le maniche!) e del giorno, a destra una donna dormiente, sullo sfondo luna e stelle come incarnazione del riposo e della notte se qualcuno adesso si chiede il perchè di questa rappresentazione, ebbene, rimarrà deluso nel non ricevere una risposta. Bisognerebbe fare una seduta spiritica e chiedere an un certo Arthur Kampf e Hans Meyer, che se ho capito bene hanno collaborato nella creazione della banconota. Una cosa che posso immaginare è che - essendo stata prevista nel 1915 - la banconota volesse richiamare più alla "deutsche Tugend" (Virtù tedesca: Wörk, Wörk!) che non ad una guerra che si espanderà solo dopo. Qui la filigrana: uhm... dove son finiti i buchi e le pieghe??? Non ci sono 😁: per pochi spiccioli ho preso un esemplare FDS (9,5/10) che però ha fatto una brutta fine: è finito a tempo indeterminato nel raccoglitore - mentre l'altro biglietto è ancora fuori ed ogni tanto va a giocare all'aria fresca insieme alle altre banconote! Alla prossima. Servus, Njk1 punto
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Ciao a tutti, ricercando un po' di informazioni aggiuntive su di una banconota tedesca (purtroppo le italiane non sono così a buon mercato), mi sono imbatttuto nella tesi di laurea di uno studente dell'università di Merseburg. Dopo questa grafica in cui cataloga la percentuale delle immagini di persone sulle banconote - Figura intera / dal ginocchio - Busto - Testa - Profilo - mezzo profilo - frontale - numero persone "Gentleman, you had my curiosity, now you have my attention" ("Signore, aveva la mia curiosità, ora ha la mia attenzione".) Copyright Tarantino L'orignale lo trovate qui: "Winke winke" a @wstefano https://www.dropbox.com/s/b1glcl9w76sqf9u/LabryYann_Deutsche Banknoten von 1871 bis 1999_IT.pdf?dl=0 per gli altri ho preparato una traduzione automatica qui (un po' incasinata, purtroppo): https://www.dropbox.com/s/b1glcl9w76sqf9u/banconote tedesche 1871 - 1999_IT.pdf?dl=0 che tanto ultimamente sul forum si fa più copia&incolla che altro. Questa era una tesi per un Master of Arts, belli anche i video (sul primo spegnete solo l'audio, vi conviene ) Palazzo della Repubblica (Banknote Stories: DDR 1975) https://www.youtube.com/watch?v=U4lHPo84urM&list=PLSY1pFhtGnT3hy4xP81lUA2sDtkow4Xql&index=3&ab_channel=5o'clockcreativity Merian in Suriname (Banknote Stories: Deutschland 1991) https://www.youtube.com/watch?v=ZAjcMK_6AUw&list=PLSY1pFhtGnT3hy4xP81lUA2sDtkow4Xql&index=4&ab_channel=5o'clockcreativity Per oggi è tutto, che preparo il materiale che sto raccogliendo, ma questa è un'altra storia. Servus Njk1 punto
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Mi sono sempre concentrato sui denari, e su qualche bronzetto (specialmente della dinastia Giulia-Claudia), ma recentemente ho preso il mio primo sesterzio (un Gordiano III) e devo dire che una volta soppesato con la mano, beh... la sensazione d'appagamento è ben diversa da quella che ti dà un denario. Belle monete, hai fatto benissimo a portarle in collezione.1 punto
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È un fenomeno tutt’altro che sorprendente visto che ormai nei portafogli degli investitori istituzionali e nelle gestioni dei patrimoni privati le monete belle e rare entrano regolarmente, purché appunto inscatolate e, tranne casi di esemplari di grande rarità, purché almeno MS62 o superiori. È un fenomeno tutt’altro che positivo per tutti gli aspetti che caratterizzano la nostra comune passione, non ultimo condizionare verso l’alto i prezzi dei FDC. E’ un fenomeno contro il quale nessuno di noi può fare assolutamente nulla. La cultura americana di rendere tutto commerciale e basta ormai prevale, come cantava Eugenio Finardi in una sua famosa canzone degli anni 80 ? È un fenomeno che, a mio parere, continuerà e anzi si accentuerà ulteriormente. Non ci resta che munirci di tenaglie capaci ?1 punto
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In realtà non è una cosa così sorprendente, questa mania delle scatolette è solo una conseguenza di un collezionismo sempre più ossessionato dalle conservazioni certificate a scopo investimento e sempre meno legato alla numismatica come disciplina storica, come non è un caso che tale mania abbia preso piede negli USA, dove il collezionismo è concepito più come un qualcosa che riguarda affari e investimenti che una modalità per coltivare la passione per gli studi storici, modalità che rimane appannaggio di una limitata quantità di collezionisti, studiosi e appassionati... per quanto mi riguarda tutto ciò esula ampiamente dal modo e dall'ambito in cui concepisco la numismatica...1 punto
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Dico pure la mia sapendo che è un punto di vista fin troppo romantico. Per me le monete sono, in primis, oggetti archeologici che hanno non solo una storia scientifica ma una storia "umana", di vita. Qualcuno ha preparato un tondello, qualcun'altro l'ha scaldato, poi battuto (parlo delle antiche). Ma non solo. Le monete sono passate di mano in mano di gente comune, di soldati, di commercianti, di schiavi e prostitute. Anche quelle che quasi non hanno circolato sono state riposte da qualcuno in un contenitore poi nascosto per qualche motivo. Basterebbe solo questo per farci correre la fantasia a quali eventi abbiano indotto ad una tale azione. Per me, ex archeologo, che ne ha scavate tante (tutti scavi scientifici, ovviamente), un obbrobrio illeggibile ed incrostato trovato in una ciotolina posta a misero corredo di una fanciulla morta 2200 anni fa in età estremamente giovane con il bimbo che portava in grembo da un'emozione di molto superiore ad un aureo in vetrina. (si, sono conscio dei miei problemi) E poi... come è possibile leggere la moneta correttamente, studiarla, vederne tutti i particolari se non in mano con il lentino? E pesarla? e catalogarla (visto le catalogazioni che fanno certe case d'asta)? Penso che le monete siano da rispettare. Tutte. Ma questo non significa seppellirle in bare di plastica per farne dei meri investimenti impersonali e quasi intangibili. Tanto vale riempire un wallet di bitcoin.1 punto
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