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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/24/23 in tutte le aree
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Acquisita moneta assai interessante - merita sicuramente un approfondimento. la terro’ per un certo tempo - poi forse potrei pensare ad una donazione ma solo se saro’ sicuro che la sua storia venga divulgata e valorizzata come si deve e che non sparisca in qualche oscuro deposito 😊👍6 punti
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Salve amici, mentre ero in viaggio all'estero ho passato in rassegna come è d'obbligo i negozi di numismatica locali, e ho recuperato alcuni pezzi interessanti. Questo è uno: qualità certo non eccelsa (@Scudo1901, non guardare! ), anche se devo dire che le mie foto come sempre indegne lo imbruttiscono parecchio. In ogni caso mi pare che sia piuttosto arduo da trovare (ho fatto molta meno fatica a mettere in collezione 1821, 1822 e 1825 Genova, che in teoria sarebbero più rari), e poi la soddisfazione di riportare a casa un monetone che giaceva da chissà quanti anni in album polverosi non ha prezzo!5 punti
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Cari amici del forum, condivido quest'esemplare a mio avviso gradevole e in buona conservazione. I vostri pareri sono graditi. Saluti e buona estate a tutti3 punti
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Bello leggere i post precedenti, perché credo che tutti i veri appassionati di greche e di numismatica in generale si possano riconoscere nella ricerca di pedigree, magari in orari notturni improbabili per non essere disturbati da altre attività familiari, nel tentativo di riunire nuovamente moneta e la sua storia pregressa… certe volte penso che le monete ci guardino dal plateau deridendoci perché non troviamo un pedigree ovvio! Questo è un altro caso di pedigree dimenticato e poi ritrovato (senza grandi sforzi in realtà). Un bel didramma arcaico di Akragas, in asta Naumann 130 lotto 40, semplicemente catalogato come appartenente al gruppo I del periodo I della serie catalogata da Westermark. Moneta arcaica particolarmente completa e ben coniata per il tipo, con l’etnico più in voga in quel periodo, al genitivo. In realtà, con un minimo di ricerca in più è possibile riconoscere l’esemplare Westermark 16.3, fotografato nelle tavole del Westermark e proveniente (vado a memoria e non ho i sacri testi con me) da aste Cahn del 1930, Rosenberg del 1932 e da un listino MuM AG degli anni ‘60… Effettivamente si riconosce meglio la foto Cahn rispetto a quella nelle tavole di Westermark…3 punti
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È un buon ritrovamento in garage. È riportato il decreto 27.10.1953 a firme Menichella Boggione, Non comune, con tiratura 15000k, condizione MB, potrebbe valere un centinaio di euro. Il pezzo mancante sulla parte superiore è le scritte la rendono molto poco appetibile per il mercato Numismatico. Quindi oltre al prezzo cristalizzato da catalogo, dobbiamo tener conto di questi difetti.2 punti
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Ieri giretto ad un mercatino domenicale non ho trovato granchè, giornata tutta Monaco Ho comprato per me solo un 20 franchi 1947 di Monaco, ancora bellino ma molto sporco su un lato quindi è ancora in fase di pulizia, ma per 50 cent provo a rimediarlo Questo bel franco 1943 invece me lo ha regalato la mia ragazza:2 punti
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Salve amici, so che ci sono già diverse altre discussioni su questo argomento ma volevo aggiungere anche "my two cents", anzi, visto il contesto, "i miei due testoni" alle sagge parole di @ZuoloNomisma, @DARECTASAPERE e @rcamil. Per una coincidenza davvero bizzarra li ho messi in collezione lo stesso giorno, nonostante la provenienza assolutamente diversissima, sia per quel che riguarda il canale d'acquisto che per la provenienza geografica. La qualità, come di consueto, non è il punto forte dei pezzi della mia collezione; io, come saprà chi mi conosce, sono un appassionato di rarità, e mi dà una certa soddisfazione aver tappato questi due buchi che penso possiamo tutti ritenere mediamente impegnativi, soprattutto per il Muntoni 4 (anche se il MIR, a dire il vero, lo considera solo R2 a fronte dell'R3 del Muntoni 5, rarità che a mio avviso andrebbero invertite). Bene, eccoli qua: Muntoni 4 e Muntoni 52 punti
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Complimenti a Gallienus per questi pezzi rari. Personalmente concordo con lui,riguardo alla rarità del Muntoni 5.E' sicuramente meno raro del Muntoni 4,anche se,nel MIR gli viene attribuito un generoso R3.Premetto che questo è solo un mio parere personale. Concordo, ancora, con l'ottimo Daniele riguardo alla rarità dei due giulii del 1700,di cui, uno ,introvabile.2 punti
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Complimenti Gallienus per le tue due acquisizioni, le rarità nelle sedi vacanti anno un valore particolare,poiché essendo le stesse per la maggior parte di breve durata le monete non hanno mai gandi tirature,saluti Aldo.2 punti
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Ciao Gallienus, complimenti per questa tua "doppietta" di Testoni di Sede Vacante, non è facile metterli in collezione.....immagino poi la soddisfazione nello stesso giorno ! Sono d'accordo con Michele per quanto riguarda le Rarità.....il "PARACLITUS" in alta conservazione è veramente Rarissimo....... Quello che è veramente un R4 di questa S.V. a mio avviso è il Giulio, coniato in due "versioni" come i Testoni. Daniele2 punti
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@Gallienus il 1823 Torino è una moneta veramente molto rara e non compare spesso. Un tempo i cataloghi la davano R ma nelle ultime edizioni del Gigante è passata giustamente a R3 Nel mio caso è stata l'ultima della serie a entrare in collezione (dopo il 1831 Torino e il 1824 Genova, queste le due più rare della serie) e anche nel mio caso proveniva dall'estero (asta Heritage in Texas), la postai qui https://www.lamoneta.it/topic/205866-5-lire-1823-torino-carlo-felice-top-pop-p/ Se l'hai presa bene è stato un bel colpo, conservazione dignitosissima per questo millesimo, che ad ogni asta aumenta le quotazioni2 punti
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La notte si era fatta fresca ieri e godevo, sotto il cielo stellato, di un beato sollievo dal caldo. Parva ne pereant … Così riflettendo, profondamente assorto, mi perdevo tra i tanti significati che si potevano attribuire al motto che riporta il simbolo della American Numismatic Society. Dicevo a me stesso quanto fosse piccola ogni moneta rispetto alla conoscenza che la segue, quanto ancor più minuscolo l’umano che si danna a perseguire un solo granello di quel sapere. Inizia quindi la mia piccola ricerca sulla storia recente di un tondello. Non lo sapevo, ma mi apprestavo ad incontrarla ancora, ed ancora inaspettatamente. E se non volevo affidarmi al destino, no non potevo proprio fare a meno di seguirne il filo. Così mi ero ritrovato alla tavola VI della vendita tenuta da Glendining congiuntamente alla compagnia di Herbert Allen Seaby il 15-07-1929 a Londra. La moneta che stavo cercando non corrispondeva, poco male. Una piccola perdita di tempo pensavo, mentre lasciavo vagare lo sguardo tra le altre immagini. Poi il vuoto, come se la notte mi avesse inghiottito in silenzio. Sgranavo gli occhi, non c’era un solo pensiero dietro dì essi. Alla fine, tornato lucido, dissi tra me e me : anche qui, sei ancora tu! Ma già la accoglievo con un grande sorriso. Nonostante la luce giocasse sul suo volto non era affatto cambiata, era sempre la stessa. Beh, al di là del racconto della mia emozione di ieri notte, questa mattina mi fa piacere condividere con il forum la mia piccola scoperta sulla storia collezionistica della moneta di apertura. Al lotto 191 della vendita Glendining-Seaby di novantaquattro anni fa c’era proprio il tetradrammo geloo in questione, che a questo punto si rivela essere l’esemplare numero dieci del catalogo di The Coinage of Gela di G. K. Jenkins per l’accoppiamento di conii 468. Comprensibile dall’immagine del calco del 1931 (la seconda) che Jenkins non avesse potuto individuare nè l’esemplare nè gli esatti conii usati. É tremendamente più leggibile quella del 1929 dopotutto (la prima). Dal 1929, al 1931, al 2017. Se qualcuno avesse notizie e approfondimenti sui conferenti dell’asta Glendining-Seaby del 1929 sarebbe un gradito apporto di “condimento” numismatico. @numa numa?2 punti
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Stavolta mi sono discostato un poco dalle mie predilette monete piccoline, ma un pezzo "importante", un massimale d' argento, era da parecchio che volevo inserirlo in collezione. Visto le mie modeste finanze non ho cercato un esemplare perfetto, ma una moneta per me ancora gradevole che, ovviamente, aveva un prezzo minore rispetto ai prezzi che il mercato odierno ci ha abituato nelle belle conservazioni. Il Ducatone è una moneta che Carlo Emanuele I cominciò a coniare nel 1587 con quella bellissima moneta che conosciamo come "Centauro", ma poi con l'ordinanza dell'Agosto 1589 si cominciano a coniare i ducatoni con il busto del Duca al diritto e lo stemma inquartato fra il motto FE RT al rovescio. Questa tipologia è stata prodotta per vari decenni, in cui vediamo il Duca invecchiare nel diritto, sino ad arrivare ad un'altra icona sabauda, il Ducatone del Compasso del 1627. Il Ducatone è stata una moneta che ha avuto in quel periodo molto successo, un grosso modulo d'argento coniato in tante zecche e che si può trovare con bellissime rappresentazioni se ci spostiamo dagli stati sabaudi. Ovviamente il piccolo staterello sabaudo, sempre in guerra, non può competere con la bellezza dei ducatoni di Stati ben più ricchi e potenti, ma i busti del duca hanno una bellezza particolare che seguono il tempo che passa e le mode che cambiano e, con le dimensioni veramente importanti di questa tipologia, si possono godere in modo più facile che sulle piccoline a cui sono più abituato! La moneta che voglio farvi vedere è datata 1590 per la zecca di Torino, la più facile da reperire, e spero che la apprezziate come la apprezzo io anche con i suoi difetti.2 punti
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Per curiosità: alla fine si è tentato con la pulizia? Come è venuta?2 punti
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Uscito il programma numismatico 2023 (le monete verranno emesse nel quarto trimestre 2023): 1) 2 monete in cupronichel valore facciale 1,25€ con tiratura di 3.000 pezzi 2) 2€ commemorativo 30 anni dall'adesione all'ONU con tiratura di 70.000 pezzi (FDC) 3) 2€ commemorativo solstizio d'estate (falò patrimonio immateriale UNESCO) con tiratura di 70.000 pezzi (FDC) 4) Divisionale 2023 con tiratura di 10.500 pezzi (FDC) 5) Nessuna novità ancora sui rotolini destinati alla circolazione1 punto
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Ciao a tutti amici, finalmente ho trovato il carlino del 1834: bruttino, lo ammetto, però pagato al prezzo di una pizza e una birra in un negozietto all'estero. Erano anni che lo cercavo senza vederne mai neanche l'ombra, non so se per scarogna mia o perché è veramente raro. Scusate per le foto che son più brutte della moneta1 punto
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Buongiorno, In visione un piacevole follis per Galerio con la fides militum della zecca di Ticinum coniato nel 305, 10,35 g RIC VI, Ticinum, 55b Sono sempre molto graditi commenti e approfondimenti di natura storico numismatico.1 punto
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Se ho ben compreso, le foto sono state fatte alla moneta coperta da plastica. Questo attenua alcuni particolari e, sebbene la moneta abbia una apprezzabile conservazione, forse potrebbe essere ancora migliore con foto fatte dal vivo e con luce del giorno. Condivido un esemplare in buona conservazione per confronto:1 punto
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DE GREGE EPICURI 1) Non saprei. Forse perchè era un semidio? O semplicemente perchè gli dei olimpici erano a mal partito? 2) Encelado.1 punto
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DE GREGE EPICURI Effettivamente ad ore 2 e 3 del rovescio sembra affiorare del metallo più scuro, ma bisognerebbe averla in mano per vedere se è un suberato. A favore di questa ipotesi c'è anche il fatto che in varie parti della moneta pare che uno strato di Ag si stia sollevando, come se stesse per staccarsi.1 punto
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scegli: determinativo o indeterminativo? non ancora... 😇 ma poco ci manca...1 punto
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Ho sentito un fisco nell'orecchio... per caso il demone delle banconote sarei moi? Anche se è comune è pur sempre una gran bella banconota, e non gli manca nulla: vissuta quanto basta, costo modestissimo, ultracentenaria, il che quest'ultimo dato potrebbe essere un tema se non ti vuoi fermare solo alla Germania e continuare con l'estero, in buona sostanza solo banconote che hanno superato il secolo di vita se non hai già in mente qualcos'altro, in questa stessa conservazione ne esistono veramente molte ad un costo irrisorio. Del resto, anche se è pur sempre una questione di gusti, in linea di massima le iconografie affascinanti si trovano proprio sui biglietti più datati. Hai fatto benissimo a prenderla e non vedo l'ora di vedere la prossima!1 punto
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Avevo contro un americano - non mollava - alla fine - spronato dai tuoi commenti sul pezzo hi lanciato la bici oltre il traguardo come ieri il belga Meeus all’arrivo del Tour … pero’ adesso le devi dedicare almeno un articolo…☺️ PS a proposito hai divorziato poi? 😉🤘1 punto
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sembra sia un difetto di alloggiamento del tondello nella virola, cosa abbastanza comune come errore1 punto
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Ciao a tutti, non pensavo che l'avrei fatto ma ... ho acquistato le mie prime provinciali. Essendo un evento epocale vorrei condividerne un paio con voi. CAPPADOCIA. Caesarea. Nerone.(54-68). Hemidracma. Obv : NERO CLAVD DIVI CLAVD F CAESAR AVG GERMANI - Testa laureata a dx Rev : ARME - NIAC - La Vittoria avanza a destra, tenendo in mano una ghirlanda e una fronda di palma RPC I 3644; Sydenham 81. Peso: 1.56 gr Diametro : 14 mm Seleucis and Pieria. Antioch. Caracalla AD 198-217. Billon-Tetradrachm 25 mm, 13,44 g1 punto
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Poi ho visto un fascio di banconote a 1€ l'una e sono stato rapito dal demone delle banconote!😄 Normalmente colleziono solo monete ma questo 100 marchi 1908 tedesco mi è davvero piaciuto moltissimo. @nikita_ alla fine sono finito anch'io per un attimo sulla strada della cartamoneta!😄 La trovo davvero bellissima!1 punto
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Ciao, da quando si riesce a vedere dalle foto il mio parere è che il denario è coniato percui dovrebbe essere autentico. Siccome anche io devo acquistare un esemplare ho visionato decine di monete il cui peso risulta basso e di poco superiore ai 2 g.,quindi nessuna discriminante che faccia pensare male da questo punto di vista. Piccolo dubbio sul fatto che potrebbe essere suberato, viste le piccole crepe ed il sollevamento del metallo in alcuni punti. Attendiamo a tal proposito altri interventi. ANTONIO1 punto
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Altra nota "numismatica": le monete 15, 16 e 18 dovrebbero essere denarii repubblicani in argento (a titolo di esempio l'identificazione della 18: Coinage of the Roman Republic Online: RRC 378/1 (numismatics.org)); la particolarità è che sono "serrati" (in latino "serratus", cioè "segato"), ovvero presentano sui bordi delle dentellature che sono i primi tentativi di quella che in tempi molto successivi diventerà la zigrinatura del bordo (o comunque la sua incisione con lettere o simboli). L'idea era ovviamente di prevenire la limatura di materiale prezioso dai bordi, evidenziando con la profondità della dentellatura l'eventuale assenza di materiale dal bordo a causa appunto di limatura.1 punto
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Buongiorno, Ecco dopo un po' di tempo un denaro per Genova con la N gotica nel 2° quarto databile 1280-1329 Baldassarri gruppo VI sottogruppo C...per la tipologia è piacevole.1 punto
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Grazie comunque @numa numa e @skubydu. Diciamo che già l’avere individuato la moneta come una di quelle censite da Jenkins é stato un buon punto di arrivo. Per ulteriori approfondimenti gli unici indizi che possiedo e quindi le tracce che potrei seguire sono due al momento. La prima è relativa al fatto che un certo numero di esemplari di monetazione dei sicelioti presenti nella vendita Glendining-Seaby del 15-07-1929 provengano dall’asta Sambon-Canessa del 27-06-1927 (ex collezione Pasquale del Pezzo duca di Caianello), quindi potrei cercare nelle vendite di queste due case. L’alternativa sarebbe lanciarsi in una ricerca ad ampio spettro seguendo il vaghissimo (!) input che contiene il frontespizio del catalogo Glendining-Seaby del 1929: i collezionisti che avevano conferito monete greche e romane per la vendita provenivano da Inghilterra, Francia, Germania, Italia ed America. Praticamente tutto il mondo/mercato numismatico dell’epoca 😅1 punto
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Anche il 21 è sicuramente suberato, dato che vi affiora il rame. Anche il 24 è fortemente sottopeso, ma potrebbe essere un tetradrammo di Alessandria per Antonino Pio: https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coins/4/155781 punto
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Complimenti per i ritrovamenti esteri! Tutte decisamente molto interessanti1 punto
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In questo periodo i denari ufficiali erano in buon argento. Questo tuo esemplare è invece costituito da un'anima in rame ricoperta da una sottile lamina d'argento, che è parzialmente saltata sia al dritto che al rovescio lasciando vedere il rame sottostante. Dato il diverso peso specifico del rame rispetto all'argento il peso della tua moneta è inoltre sensibilmente inferiore a quello di un denario ufficiale che si aggirava sui 3,2 grammi.1 punto
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Ciao Vedrai che riesci così. Fanne tre di foto,taglio,dritto e rovescio....nitide. Al centro attacca forte o debolmente? Sono dettagli importanti. Non vorrei fosse veramente un artefatto Senza foto ne dati specifici alle richieste non potremo mai direnper certo di cosa si tratta. Saluti1 punto
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Ciao a tutti, vi carico le foto singolarmente con misure, peso e numerazione per rendervi più semplice l’identificazione1 punto
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Buongiorno, vi presento la nuova opera sulla monetazione di Taranto, edita dalla Edizioni D’Andrea: The coins of Tarentum from 281 BC to 209 BC Il terzo dei quattro volumi dell'opera previsti che di fatto chiude l'intera produzione di Taranto. Il volume è in stampa e sarà disponibile tra la fine di Agosto e l'inizio di Settembre 2023. Il quarto libro dell'opera, compirà un’analisi delle coniazioni dal punto di vista tipologico, epigrafico e figurativo, con una proposta di tassonomia relativa all’evoluzione delle diverse forme dell’etnico. Il volume è stata scritto da Alberto D’Andrea, Marco Miglioli, Giuseppe Tafuri ed Enrico Vonghia.1 punto
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Ma sono l'unico luddista qui che teme il peso delle insidie legate all'IA più di quanto apprezzi i miglioramenti che sicuramente apporta questa nuova tecnologia? Caro @ART, ti prego, vienimi in soccorso a spiegare a questi poveri folli chi è la famiglia cinematografica dei Connor. 😎 Mi rendo conto che parlo più da contemporaneo di Gioacchino da Fiore che non da contemporaneo (quale sono) di Zuckerberg, però la cosa mi preoccupa, sia in ambito collezionistico che in altri ambiti.1 punto
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Ciao, premetto che le manomissioni invasive delle monete ai fini estetici (e mi riferisco a reincisioni delle figure, delle legende, ripatinamenti ecc...) personalmente non le tollero perché distruggono la vita e la storia che la moneta ci comunica attraverso la visione del suo stato di conservazione. Lavori di restauro e preservazione del metallo attaccato da malattie, quelli ovviamente si. In questo caso a me sembra sia stato solo fatto un bel lavoro di pulizia per nulla invasivo ed il sesterzio ha mantenuto praticamente l'aspetto originario. Parere personale opinabile. 🙂 ANTONIO1 punto
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Per me le monete sono come bellissime ragazze, come fai a goderne pienamente se non puoi nemmeno sfiorarle? È uno spreco di energie lasciarle impacchettate, è come ricevere un regalo senza poter aprire la scatola. Assurdo!1 punto
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In un recente studio sulla composizione delle red spots di monete d’oro del regno Austro-Ungarico con l’impiego di varie tecniche strumentali è stata dimostrata la presenza del ferro. Un nuovo rossetto tra i cosmetici delle monete d’oro. apollonia1 punto
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Da un lato ti do pienamente ragione, dall'altro questa frase mi lascia da pensare. Quante volte leggendo un libro scientifico o storico tutti noi siamo carenti di nozioni in quel determinato ambito? Abbiamo quindi bisogno di fidarci ed affidarci all'autore per un principio di "autorità" che va ad attribuirsi quasi automaticamente ai vari studiosi. Eppure quante monete classificate anticamente da determinati studiosi col tempo si sono rivelate degli errori? Quanti storici hanno formulato delle ipotesi errate seppur ben contestualizzate dalle informazioni in loro possesso? Però non sempre chi legge ha in prima persona le capacità di capire l'errore e non deve averle, altrimenti solo chi è esperto di scienza potrebbe leggere articoli scientifici e solo esperti numismatici potrebbero leggere testi numismatici. Non è e non dev'essere così. L'errore capita ed anzi il risultato di queste richieste è quasi stupefacente secondo me. Certo questo perché l'ambito richiesto è forse uno dei più importanti e rinomati... sfiderei a fare una richiesta simile sul periodo medievale o moderno con zecche non di importanza internazionale, non credo che le AI riuscirebbero a fare un discorso decente/coerente.1 punto
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E non solo quella 😊 Anche la 1848 reimpressa appartenuta al Pin e riportata nel suo bel lavoro sulle Piastre di Ferdinando II.1 punto
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E' stato appena pubblicato, per questo credo sia passato ancora inosservato, un importantissimo parere da parte dell'Ufficio Legislativo del MIC in merito all'interpretazione dell'art. 72 del Codice dei Beni Culturali che riguarda la detenzione e il commercio delle monete antiche e moderne da collezione. In allegato sotto il parere pubblicato ieri. Tre capisaldi colpiscono per la loro menzione esplicita che contrasta con quanto espresso sinora dal ministero: La famosa prova ‘diabolica’ (provare la provenienza di una moneta ante-1909) non puo’ essere richiesta al collezionista/commerciante andando nientemeno contro l'art 42 della Costituzione rendendosi impossibile il diritto di difesa (da parte del collezionista o commerciante) viene riconosciuto alle monete il carattere di 'serialità' (salvo il carattere di particolare rarità o pregio di alcuni particolari esemplari) e quindi la presenza già acquisita per la stragrande maggioranza delle monete presso le collezione dei musei (altro elemento mai citato in precedenza che contrasta anzi con le ultime circolari ministeriali) Infine viene riconosciuto il contributo del collezionismo storico come elemento fondamentale per il Patrimonio Culturale del Paese e quindi la necessità che il collezionismo vada favorito e non demonizzato (devo dire che qui riuscivo a stento a trattenere le lacrime 😄) E' una dipartita storica. Vedremo ora come la nomenclatura si adatterà a tali nuovi dettami. Nel frattempo ....gaudeamus igitur 😊 https://www.beniculturali.it/comunicato/248641 punto
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Buonasera, Aggiungo un nuovo capitolo a questa breve rassegna di monete le cui vicende storiche recenti si ammantano di nebbie. Come temporanei mantelli esse si sollevano davanti allo sguardo che non arretra, se gli incerti raggi la ricerca affonda nel bianco opaco dell’oblio. Tendo a dimenticare che non di sole monete vive un numismatico e lo studio delle provenienze serve da stimolo a rammentare che ci sono persone dietro l’oggetto fisico. Siano essi antichi tiranni o capi democratici, uomini di scienza o cinici mercanti, collezionisti umili o facoltosi, eredi di grandi tradizioni o nomi altrimenti sconosciuti, che importa? Mi chiedo, sempre: chi erano costoro? Il più delle volte è difficile se non impossibile dare un volto ed un nome a tali individui, ma succede che l’eccezione si ripesenti, che la moneta in sé ci porti a ripercorrere le vite di chi la frequentò, prima di separarsene. Oggi un didrammo di Akragas mi dá modo di accennare ad un padre ed un figlio, commercianti numismatici, provenienti da una lunga e fiorente tradizione familiare nel settore. La moneta appartiene al terzo gruppo del periodo I della monetazione di Akragas (488/485-480/478 a.C.). Essa proviene quindi da una fase di riorganizzazione della zecca connotata da un signicativo incremento della produzione (ben rappresentato da un maggiore numero di combinazioni di conii rispetto al gruppo precedente, 84 contro 65), da un miglioramento nella qualità artistica delle incisioni e da un un maggior equilibrio in riferimento ai pesi teorici. Non solo questi particolari, ma anche la datazione di ritrovamenti come il Gela Hoard del 1956 portano, appunto, a posizionare cronologicamente questa fase produttiva nella prima metà del periodo della “tirannide illuminata” (488-472 a.C.) dell’emmenide Terone. Quando Akragas raggiunse l’apice del suo potere, sottomettendo Himera (483/482) ed infliggendo una rovinosa sconfitta alle forze cartaginesi nei pressi di quella polis (480), grazie all’alleanza con la Siracusa del genero Gelone e ad altre forze dei sicelioti giunte in aiuto. La moneta, venduta nella recente asta Künker 376 al lotto 4293, é classificabile come Westermark 167, più precisamente sono giunto alla conclusione che si tratti dell’esemplare 167.8, cosa non notata da Künker: ex asta Felix Yoel Schlessinger 13 lotto 220, del 1935 a Berlino (doppi del museo dell’Hermitage di San Pietroburgo), ex asta Waldemar Wruck 20 lotto 22, del 1970 a Berlino ed ex Schweizerischer Bankverein 38 lotto 44, del 1995 a Zurigo. Anche se purtroppo non ho potuto verificare le ultime due provenienze sarebbe un gradito apporto se qualcuno possedesse i relativi cataloghi e volesse condividerne immagini e note di catalogo. Alcuni elementi della descrizione tratta da The Coinage of Akragas mi hanno fatto inizialmente dubitare: il peso noto di 8.00 grammi contro gli 8.09 dichiarati da Künker e la menzione di una leggera doppia battitura del rovescio col granchio. Se il peso può essere giustificato da una lieve imprecisione della bilancia usata nel 1935 (il peso allora dichiarato era appunto 8 grammi), più difficilmente si può spiegare la doppia battitura che non pare per nulla evidente, ancorché leggera. La motivazione può essere, paragonando l’immagine del calco in gesso della moneta nel catalogo di Schlessinger con la foto di Künker, che fossero dei depositi di ossido/patina a dare una tale impressione, e che gli stessi siano stati successivamente rimossi/alterati con una pulizia/restauro professionale per migliorare l’aspetto. Le aree interessate sarebbero in questo caso quelle sottostanti gli arti di sinistra del granchio, anche se il dritto parrebbe essere stato ugualmente oggetto di una qualche pulizia (vedi dorso del rapace e la zona tra la N dell’etnico ed il bordo). In alternativa potrei ovviamente pensare ad un qualche genere di difetto/artefatto visivo generato in fase di produzione del calco in gesso. A convincermi definitivamente della effettiva corrispondenza dell’esemplare in questione con il Westermark 167.8 sono alcuni difetti superficiali (perfettamente corrispondenti) presenti sotto e nel campo a sinistra delle zampe dell’aquila al dritto, nonché la rientranza presente al bordo del tondello da ore sette ad ore dieci sempre del dritto. Vedi foto. Ma, non mi sono dimenticato, chi erano il padre ed il figlio di cui facevo cenno in apertura? Sono Felix Yoel Schlessinger (1879-1944) e Max Mordechai Schlessinger/Mark Salton (1914-2005), entrambe di religione e cultura ebraica, il primo tragicamente assassinato insieme alla moglie Hedwig dai nazisti nel campo di sterminio di Auschwitz ed il secondo rocambolescamente salvatosi dal medesimo destino (come la futura moglie Lottie) per poi emigrare negli Stati Uniti d’America e cambiare nome in Mark Salton. Provengono da quella che fu una delle più grandi “dinastie” di numismatici commercianti tedeschi, dalla famiglia Hamburger a quella Schlessinger. Potrei scrivere molto su di loro, ma siccome quanto potrei riassumere proviene da una brochure (termine che temo suoni troppo restrittivo al lettore italiano, sono 116 pagine con la copertina) ad opera di Ursula Kampmann dal titolo “Origins of the German Coin Trade: the Hamburger and Schlessinger families”, vi rimando a questa stupenda lettura densa di dati e profondi significati, per scoprire chi erano queste persone, come funzionava il mercato numismatico tedesco nella prima metà del ‘900 e per ricordare, come cita il testo: “Coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo”. In eterno aggiungo io.. La brochure ed una versione podcast sono disponibili sul sito di Künker, ma li allego in link, per comodità, di seguito insieme ad una conferenza online sul medesimo argomento pubblicata dalla American Numismatic Society, tutto rigorosamente in inglese, purtroppo per chi non lo legge o comprende: https://www.kuenker.de/data/kataloge/Kuenker_Broschuere_Salton-Collection_en.pdf Prima delle immagini del didrammo un’ultima considerazione personale, un po’ “romantica” se volete. A me pare davvero un felice segno del destino che proprio mentre Künker (in collaborazione con Stack’s Bowers Galleries) sta offrendo al mercato la collezione di Mark Salton/Max Schlessinger e della moglie Lottie, una delle monete che Padre e Figlio avevano posto in vendita 87 anni orsono faccia capolino, non notata, nella medesima serie di vendite. Come a dirci che i legami umani superano, coraggiosamente, i limiti dello spazio e del tempo, che ciò che è stato separato una volta tornerà ad unirsi ancora. Ciò che gli esseri umani dimenticano, le monete continuano, silenziosamente, a portarlo con loro.. ed a raccontarcelo se le ascoltiamo attentamente. https://www.kuenker.de/en/auktionen/stueck/3344301 punto
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