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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/12/23 in tutte le aree

  1. Questo era il lato facile, pensa l'altro.
    5 punti
  2. La Manzoni con la filigrana capovolta mi mancava! Davvero curiosa, non la venderei, ma se proprio devi, visto il collezionismo di nicchia di queste varianti, puoi rivolgerti a un professionista, anche mettendola in conto vendita online sul suo sito internet.
    4 punti
  3. Amazon ci ha davvero rovinato, viziandoci con pretese fin quasi al ridicolo. Sinceramente preferisco quando mi spediscono in tempistiche lontane da quelle più ovvie, magari diminuisce pure la probabilità che qualche malintenzionato tenti di intercettare il plico.
    4 punti
  4. Cari Lamonetiani, ho riordinato le immagini delle 2 Lire "Quadrighe" e oggi voglio condividerle con voi. Che ne dite? Spero vi piacciano come piacciono a me...
    4 punti
  5. Così normale che se compro da case d’asta estere che sentono meno la problematica della serrata d’agosto faccio io questa richiesta espressamente, ovvero pago subito e gli chiedo spedizione a settembre. Il motivo lo sintetizza ottimamente @Tinia Numismatica nel suo post.
    4 punti
  6. L'ultimo acquisto mi permette di scrivere qualcosa su uno dei misteri (tanti) della monetazione sabauda. La moneta, come da titolo, è un Cavallotto del primo tipo di Carlo Emanuele I. La data è il 1587 come tutti quelli di quel tipo, anacronistiche sono le date 1586, antecedente all'ordinanza della loro produzione e il 1588 che, come l'esemplare pubblicato dal Cudazzo, è un falso d'epoca. Quello di cui mi interessa parlare è invece il segno di zecca, l'ultimo che mi mancava in collezione e molto discusso, le lettere VA in nesso. Parliamo dell'anno 1587 e delle zecche attive in quell'anno al di qua delle Alpi. La maggior parte delle pubblicazioni numismatiche che trattano la monetazione sabauda affermano che le zecche "al di qua dei monti", cioè Aosta, Asti, Torino, Vercelli e Nizza furono appaltate agli zecchieri Roglia, Robbio e Cesare Valgrandi. Sono affermazioni imprecise, il Promis scrive chiaramente che il 31 Dicembre 1586 l'appalto di queste zecche fu dato a Giovanni Tommaso Roglia e Giovanni Tommaso Robbio tutti e due di Chieri per tre anni, ma il Duca non approvò questo contratto ed affidò le zecche a Cesare Valgrandi che gli fece una offerta migliore, 13000 scudi annui al posto degli 11000 degli altri due offerenti. Quindi l'unico appaltatore delle cinque zecche aperte in quell'anno fu solamente il Valgrandi. Non ci aiuta il fatto che non siano ad oggi rintracciati rendiconti di battitura di quell'anno di queste zecche, quindi si parla solo per ipotesi senza poter far riferimento a numeri precisi. Ora voglio parlare di questo segno di zecca. Le sigle VA in nesso ad oggi sono state rintracciate solamente su quattro tipologie monetali, non escludo che in futuro possano uscire fuori nuovi esemplari di tipologie diverse, con le monete sabaude non sarebbe una eccezione, e sono la lira, la mezza lira, il cavallotto del I tipo ed il mezzo grosso di Piemonte. In queste monete solo il cavallotto ed il mezzo grosso sono datate, ma è da ipotizzare che anche la lira e la sua mezza siano state prodotte in quell'anno proprio per l'identico segno di zecca. In nessuna altra moneta di altre zecche viene inserito il nome dello zecchiere, come ho già scritto era solamente il Valgradi quindi non necessitava, era sott'inteso... perché in questo caso si? E qui la mia, penso più che valida, ipotesi: Nell'ordinanza era scritto che le monete dovevano essere battute con l'iniziale della zecca "Colla permissione di battere secondo l'ordine al contratto annesso in Torino, Aosta, Vercelli, Asti e Nizza, col contrassegno per ciascuna zecca dell'iniziale del nome della città" citando Promis. Fin qui nessun problema per Torino, Vercelli e Nizza, ma Asti ed Aosta? Ora da uno studio dell'Orlandoni risulta che molti cavallotti con la A sono stati rinvenuti in Valle di Aosta e quindi è probabile che questa sigla corrisponda proprio ad Aosta, quindi perché siglare con VA altre monete di Aosta come affermano quasi tutti? La mia ipotesi è che queste monete siano state prodotte ad Asti, probabilmente in maniera meno copiosa visto il numero esiguo di esemplari, e utilizzata la sigla VA proprio per differenziarle da quelle Valdostane. Non esistono per ora documenti che comprovino la cosa, ma neppure nulla che lo escluda! Vorrei sentire dei pareri su queste mie considerazioni, anche se oramai si mettono solo più i "mi piace" o i "grazie", anche perché magari qualcuno è a conoscenza di qualche particolare o qualche notizia che mi sfugge, o potrebbe aiutarmi nel capire se sono nella giusta direzione oppure no. Altra considerazione, anzi è solamente un appunto... Ai fianchi della sigla di zecca sono presenti due punti o bisanti, a parte Torino che presenta dei trifogli o più raramente bisanti e questa sigla VA che ha dei triangoli o raramente bisanti, ... il perché di queste differenze rimarrà un mistero.
    3 punti
  7. Spostare l’asta perché sennò le spedizioni slittano , per fare un favore agli offerenti, a dopo i periodi” pericolosi” mi parrebbe un tantino più complicato, logisticamente, che farsi pagare, così da compensare i conferenti,( del resto devi o no pagarla la moneta? Quindi cosa ti cambia agli effetti pratici?) e poi spedire in un momento più adatto Ragazzi, a voi vi ha rovinato Amazon…. mai viste di queste problematiche in passato… facevo l’offerta, pagavi e aspettavi i tempi biblici delle poste.. e poi arrivava… quando non c’erano incidenti di percorso… mai sentite tante lamentele sui tempi di arrivo… ma rilassatevi, è un hobby, mica un lavoro… capirei quelli per cui lo è, ma per quelli per cui non lo è , prendete fiato, gente!
    3 punti
  8. Non ci trovo nulla di anomalo, anzi mi sembra un concetto molto normale. Non ho mai acquistato da loro, ma mi sembra che sia la normalità pagare subito, nessuno fa pagare dopo. Essendo agosto, mi sembra anche normale interrompere per ferie e ripartire dopo con le spedizioni. Credo abbiamo proprio un’opinione diversa al riguardo! saluti
    3 punti
  9. Ci può stare il discorso se l'acquirente ha il diritto di pagare anch'egli dopo le ferie, ma leggo dal regolamento dell'asta in oggetto che "L’Acquirente è tenuto a pagare a ArtRite l’Ammontare totale dovuto immediatamente dopo la conclusione dell’asta. [...] intendendosi il termine per l’adempimento ivi previsto convenzionalmente pattuito in cinque (5) giorni, [...] In caso di ritardo nel pagamento dell’Ammontare totale dovuto per un periodo superiore a cinque (5) giorni lavorativi dalla data dell’asta Art-Rite depositerà il lotto presso di sé o altrove a rischio e onere dell’Acquirente. Sempre in caso di ritardo nel pagamento per un periodo superiore a quello sopra indicato, l’Acquirente dovrà pagare a Art-Rite interessi moratori in misura pari al tasso Euribor a 3 mesi maggiorato di uno spread del 2%, [...]". Insomma, tu devi pagare subito, o ti bastonano. Poi loro, con calma, fatte le ferie, spediscono.
    3 punti
  10. Se ti può consolare io al contrario ho fatto degli acquisti presso altra casa d’aste e ho espressamente richiesto che le monete mi vengano spedite a settembre, e faccio lo stesso a ridosso di ogni festività.. io trovo invece normale il comportamento della casa d’aste e non mi sento di biasimarla.. e se spedissero e andassero in ferie, come farebbero a tentare di risolvere eventuali problemi di spedizione (che peraltro in concomitanza di agosto in Italia rallentano sempre)..? Immagino siano case d’asta piccole e le ferie debbano farle anche loro! Mi spiace solo che tu non abbia letto prima il loro avviso almeno avresti scelto con più consapevolezza se offrire o meno. Ad ogni modo hai scoperto che le monete sono al sicuro in banca e ti saranno spedire presto!
    3 punti
  11. Premetto che sono un eretico. do un’opinione non opinione visto che si può vedere caso per caso detto ciò agli studiosi bastano davvero dati , disegni, foto, scansioni etc etc. Gli oggetti de facto servono ai superspecialisti. Ma bisogna avere a disposizione tali informazioni che, per esempio le casa d’aste forniscono per le loro attività ma non sempre ,eufemismo, le organizzazioni che custodiscono e studiano (o dovrebbero farlo) il materiale. Io ho disegnato urne cinerarie in vetro per delle pubblicazioni già disegnate e fotografare da altri. Di fatto avere l’oggetto in mano poteva servire per davvero ad uno studioso di vetri antichi. altra cosa da dire che tutto quello che viene da lasciti e collezioni private non si possono alienare. Per un po’ ho lavorato in una biblioteca che una volta ha ricevuto una meravigliosa donazione di volumi riviste fotografie e….fumetti pornografici d’epoca. Molto schifosi. Si dice che siano stati distrutti, per fortuna. Ma è un caso strano. Il resto è vincolato per lascito. Anfore… un mio cavallo di battaglia…. Centinaia di migliaia ritrovate, esposte veramente poche. Vista una per tipologia le altre a che servono? vogliamo muserà lizzare gli interi cariche delle onerarie? Va bene! Vogliamo esporre un intero drenaggio o tutti i pezzi che ancora stanno sotto al testaccio? Ma quando mai… tieni bolli, titula picta, graffiti ed impronte e poi? Perché non alienare tutte le produzioni a matrice tutte identiche? quindi vogliamo muserà lizzare interi hoards? Va benissimo. vicarello vorrei fosse esposto interamente, così come Como. non apprezzerei l’esposizione (anche se andai a vederla temporibus illis) sulla collezione di monete della zecca di Ticinum di Franco Rolla, perché sono certo che risulterebbe noiosa per il pubblico. Ho scritto da cellulare in fila in aeroporto quindi rileggerò, correggerò refusi e specificherò più avanti
    2 punti
  12. non si deprima, a volte questi incidenti hanno una loro positività. La scoperta del falso innesta una specie di spirito di rivalsa, la voglia di iniziare un percorso con monete magari di metallo non così nobile ma autentiche, vere, con sopra tanta storia. E allora da una delusione nasce un collezionista. magari inizia con le scodelle dei mercatini e poi passa a comprare dai commercianti e poi in asta....basta trasformare una delusione in un'opportunità, in un nuovo inizio...
    2 punti
  13. Così presentati, da Cesarea ed al nome di Domiziano, 2 interessanti bronzi, il 1^ AE 28, il 2^ AE 19, con al diritto teste dell' imperatore ed al rovescio, il 1^ una palma, il 2^ un trofeo di armi . Classificati, nell' ordine, AJC 36 , 9 e AJC 36 , 5 . Saranno il 5 Settembre in vendita Goldberg 136 ai nn. 187 e 188 .
    2 punti
  14. Io credo @Desiré Fulchino che nella vita sia molto importante la chiarezza, di conseguenza se la casa d'aste già da prima del 27/07 (giorno dell'asta a cui ha partecipato) aveva reso noto che i suoi uffici avrebbero comunque spedito a partire dal 28/08, credo non si possano muovere molte critiche alla casa d'aste..., perchè lei era a conoscenza della situazione, di conseguenza se non le stava bene la cosa poteva benissimo non partecipare all'asta.
    2 punti
  15. A integrazione della risposta negativa data in precedenza. Personalmente, se ne avessi il potere, toglierei l’uso della parola a chiunque usasse un’espressione del genere, ma io sono vecchio e tutte le leggi sono fatte da vecchi e da uomini: i giovani vogliono le eccezioni, i vecchi le regole. Si dice anche che non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare. Sul sito dell’Accademia della Crusca, il linguista Vittorio Coletti ha risposto al quesito di molti lettori, che hanno chiesto se è lecito costruire il verbo *sedere *con l’oggetto diretto di persona: «Siedi il bambino, siedilo lì». La sua replica legittima anche l’uso transitivo (diffuso al Sud) di salire, uscire ed entrare, ma solo in un ambito colloquiale. Quindi non a scuola, partendo dalle elementari. A giustificazione della sua risposta, scrive il linguista: «In questo significato l’uso transitivo di sedere è registrato in qualche dizionario, ad esempio nell’autorevole GRADIT, ma non compare nello Zingarelli 2019». «Si tratta di una costruzione nata, probabilmente, dall’assorbimento nel verbo semplice del composto causativo fare + sedere, una procedura sintetica che riguarda da tempo anche altri verbi di moto come salire e scendere ma anche uscire e persino, al sud, entrare, che in molti italiani regionali (non solo meridionali) ammettono, specie all’imperativo, il complemento oggetto (sali/scendi il bambino dalla nonna, esci il cane). Sedere con l’oggetto diretto di persona si legge ormai nei manuali sulla cura dei bambini o nelle istruzioni su come mettere un bambino sul seggiolino dell’automobile. Dunque, è una costruzione abbastanza diffusa e neppure solo recente. Google books riporta un “siedilo sopra una poltrona damascata” in un testo edito a Cremona nel 1865 (N.F., Memorie storiche della Colonna Mantovana nella guerra d’indipendenza 1848-49)». apollonia
    2 punti
  16. la seconda che hai detto... 😉 https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-MOFIII/7 Mario
    2 punti
  17. Certamente si, se avete articoli, riflessioni, approfondimenti numismatici potete inviarli alla nostra mail : [email protected] Grazie e buona serata !
    2 punti
  18. Sinceramente anch'io sono d'accordo con te. Mi sembra che sia poco rispettoso verso il cliente fare l'asta, farsi pagare, chiudere baracca e burattini e andarsene in ferie... e poi al ritorno dopo un mese spedire. Ad ArtRite direi che se vuoi fare l'asta in piena estate approfittando della scarsa concorrenza e della crisi d'astinenza di noi numismatici (cosa che può pure aver senso) fai le ferie a settembre, se no fai le aste a maggio/giugno come tutti.
    2 punti
  19. 1975 Lilly... Quattro buchi nella pelle Lilly... carta di giornale Lilly... nuda e senza scarpe Lilly... bianca, e non in ospedale Lilly... senza capelli Lilly... senza denti per mangiare Lilly... una montagna di rifiuti Lilly... nessun latte ti potrà salvare... Lilly... Studiavamo insieme Lilly... viaggiavamo insieme Lilly... Quale treno ora? Quale libro ora? Quale amore ora ti si potrà ridare? Lilly... la mia stanza è gelata Lilly... dove sei andata? Lilly... I tuoi poeti maledetti, Lilly... le tue collane Lilly... li dovevano arrestare Lilly... ti dovevano guarire Lilly... quattro arance la domenica mattina Lilly... dopo due anni Lilly... non mi riconoscevi Lilly... eravamo due bambini Lilly... io non ero il tuo dottore Lilly... non riuscivi a fare l'amore... Lilly.... Lilly siringa, polizia Quale treno ora? Quale libro ora? Quale amore ora, ti si potrà ridare? Lilly.... Lilly amore, Lilly.... amore mio..
    2 punti
  20. Il giorgino modenese era una moneta dal valore di 5 soldi e con questo valore nominale venne emesso a Modena dal 1598 al 1719. Nel corso degli anni, ed in particolare fra il 1716 e il 1722 il valore dell'argento aumentò in modo significativo generando la tesaurizzazione delle monete di buona lega. Per tale motivo Rinaldo I d'Este duca di Modena, con due ordini, uno nel 1717 per le muraiole, uno nel 1722 per i giorgini, comandò che le muraiole e i giorgini in circolazione fossero consegnate alla zecca ducale al loro valore nominale per essere contromarcate. In seguito a questi ordini furono ritirate e contromarcate anche le muraiole e i giorgini dei precedenti duchi estensi (Francesco I e Alfonso IV) in circolazione da almeno 70 anni (anche per questo motivo molte monete contromarcate appaiono usurate e poco leggibili). Dopo la marcatura con giglio ed aquilette estensi le monete in questione furono reimmesse in circolazione ma con valore nominale aumentato: le muraiole da 2 soldi a 3,33 soldi; i giorgini da 5 soldi a 6,66 soldi. In pratica il duca di Modena comprava muraiole e giorgini al loro valore nominale e dopo aver loro inferto una martellata li reimmetteva in circolazione con un incremento di valore dal 33% (giorgini) al 66,5% (muraiole). Un'operazione speculativa di non poco conto... che ebbe il suo epilogo con l'ordine del 18 luglio 1726 con cui si ordinava che muraiole e giorgini contromarcati tornassero ad essere scambiati per il loro vecchio controvalore ovvero 2 soldi le muraiole, 5 soldi i giorgini... In pratica il duca, dopo aver guadagnato dal 30% al 60% con l'operazione di marcatura, riportava tutto allo stato originale. Con buona pace del volgo che di colpo si trovava svalutata di almeno un terzo la propria magra riserva di contante... Mario
    2 punti
  21. Salve amici. Nonostante mi sia da qualche tempo allontanato (spero solo temporaneamente) dal mondo del collezionismo, continuo a seguire il forum anche se in modo saltuario. Voglio postare in questa interessante discussione uno degli ultimi esemplare acquistati... Una Cingranella datata 1851 con questa, credo, interessante ribattuta. Saluti
    2 punti
  22. Così è considerato un esemplare di didrammo ( 380-340 a.C. / 7,43 g ) da Napoli con al diritto testa diademata di ninfa ed al rovescio toro androcefalo coronato da Nike, con etnico in esergo : il nome OLYMPI tra le zampe ne vale la rarità . La classificazione riferita è SNG ANS 325 / Sambon 450 . Sarà il 5 Settembre in vendita Goldberg 136 al n. 137 .
    1 punto
  23. ci sono tracce di lustro e anche i rilievi sono buoni.. ma, al di la della conservazione, è tutto il resto che non mi convince e non mi piace... discorso patina.. molto disomogenea.. sicuramente pulita con tracce di sporco/patina non andate via in alcuni punti... alcuni graffi di cui non si sa la natura... poi al rovescio quei puntini nei campi cosa sono? corrosione? patina?... anche intorno le lettere di RUPIA la situazione non è chiara.. questo è il mio punto di vista
    1 punto
  24. La scritta dovrebbe essere 158 AUKCE CNS (ceska numismaticka spolecnost) BRNO (158a asta cns Brno) e quella una moneta gettone omaggio di quell' asta tipo questo:
    1 punto
  25. Diciamo che questa è proprio una "raccolta di viaggio" più che una vera collezione, e quindi non ha certo pretese di gran nobiltà. Però è divertente anche questo aspetto della numismatica.
    1 punto
  26. Balzàno Bàlzano Forse, sulle "a" ci andava l'accento acuto? Ma come si mette con le tastiere? Ciao. Stilicho
    1 punto
  27. Non avrei la minima idea di quanto poter chiedere.. In ogni caso vi ringrazio tantissimo perché in poche ore ho scoperto tante cose!
    1 punto
  28. Ciao @El Chupacabra. Complimenti! Tutte molto belle, anche quelle più rare Saluti
    1 punto
  29. La discussione sarà pure "terrificante", ma le leggi della chimica e della fisica che governano il fenomeno delle patine sono ben note. In particolare, non c'è nulla di strano o di particolarmente "pregiato" in una patina iridescente: se si forma uno strato superficiale con le giuste caratteristiche l'iridescenza appare. In altre parole, io eviterei di pagare un prezzo più elevato per una moneta venduta con "magnifica patina iridescente", come talvolta capita di leggere nei cataloghi d'asta. Personalmente a me le patine non piacciono particolarmente (iridescenti o meno) soprattutto quando sono troppo marcate. Trovo assurdo che qualcuno manipoli chimicamente una moneta per coprirla con una patina artificiale, ma se proprio intende farlo, allora meglio procedere sapendo cosa sta facendo invece di fare tentativi da "piccolo chimico". Ribadisco, una moneta manipolata chimicamente - sia per creare una patina che per rimuoverla - è comunque una moneta danneggiata a livello microscopico superficiale e quindi è una moneta rovinata.
    1 punto
  30. Tu continui, proditoriamente, a scambiare il” vendiamo i multipli non necessari” col “ vendiamo i capolavori” tout court Mi dai da pensare che tu sia un archeologo o similia , e che cerchi di tirare l’acqua al tuo mulino,ma nonostante la tua faziosità, il paragone che hai appena fatto non ha alcun senso: non vi sono( tolte poche eccezioni) serialita nell’arte pittorica,e se ci fossero , la prima cosa sarebbe, ancora, dividere i gruppi e consentire a più musei di esporli a beneficio del pubblico. SE, e dico SE, poi tu avessi copie in eccedenza al numero di musei da coprire, una volta schedate, non vedo cosa impedisca che tu le venda e ne tragga un utile quanto mai necessario, vista la cronica mancanza di fondi lamentata dall’istituzione culturale italiana( e taccio dellimmobilismo colpevole e della vagabondaggine di quegli addetti che non sono riusciti ( non hanno voluto) a schedare quasi nulla del patrimonio culturale già presente e che, anzi: si battono contro i privati che li sostituiscono operativamente e economicamente( con risultati solitamente migliori dei loro) nelle schedature e pubblicazioni citate. Quindi il tuo discorso, lungi dall’essere logico ed etico, come vorresti farlo passare, nonché protezionistico del patrimonio culturale, non è altro che una difesa corporativistica di una casta che dovrebbe cedere le armi a chi ha voglia di fare ( anche tra le sue stesse fila) e ritirarsi nell’ombra. Definitivamente se possibile.
    1 punto
  31. 1 punto
  32. ciao Miza, ho letto talmente tante cose tutte insieme riguardo gli 1 cent che questa o non me la ricordavo o non l'ho letta, grazie per avermela fatta scoprire, i siti americani sono pieni di informazioni, ma troppa roba, troppa per uno alle prime armi come me.... saluti
    1 punto
  33. N egli genero' astri S C E NEGLIGE' NERO A STRISCE Buona giornata. Stilicho
    1 punto
  34. Che sia stato un bel viaggio si è capito, pero se carichi qualche foto ci fai ancora più contenti.
    1 punto
  35. Buon giorno. Per parlare di buone o alte conservazioni (spl e oltre) sarebbero indispensabili fotografie che permettano di considerare anche il lustro, che qui non riesco a percepire. Visto però, il per me considerevole aspetto dei rilievi, il lustro qui dovrebbe esserci. Fermandomi comunque ai soli rilievi, la conservazione spl dovrebbe esserci tutta. Per confronto, e se ha la moneta in mano, provi ad osservare l'esemplare nella prossima asta inasta 108 e-live lotto 1703. Cordialità Gabriella
    1 punto
  36. Questa è la mia a-dorata Cingranella datata 1846, acquistata tempo fa e appartenuta alla Collezione Mirabella (la foto è dell'asta)
    1 punto
  37. Tuttavia, devo dire che troverei molto più irrispettoso se una casa provvedesse a spedire tutte le monete e poi chiudere per le ferie subito dopo... in caso di disguidi o problemi con le poste/corriere cosa dovrei fare?
    1 punto
  38. Si continua voler vedere “ il tesoro”… anziché la moneta…. Ma è un concetto più spettacolarizzante che acculturante. Il “ tesoro” non è importante culturalmente…. Lo sono i dati estrapolabili, ma non l’oggetto in se. Una volta registrato e magari illustrato, meglio che le monete siano a disposizione di più pubblico possibile ,suddividendole tra varie istituzioni museali e, se ne avanza, anche nelle collezioni private , che poi andranno in asta , e come effetto collaterale si ridurrebbero alcuni comportamenti nocivi per il mercato … non mi pare poco
    1 punto
  39. Ciao, oggi condivido un denario dell'Augusta Giulia Mamea (222-235 d.C.) ,figura molto influente e vero Dominus durante il regno del figlio Alessandro Severo, con la personificazione sul rovescio della dea Vesta coniato a Roma nel 226/227 d.C. di tipologia molto comune. Vesta è raffigurata velata, stante con il Palladio sul palmo della mano destra ed uno scettro a sinistra. Di origine greca, fu molto corteggiata da Apollo e Poseidone ma lei chiese ed ottenne da Zeus di poter restare vergine rinunciando ad una vita normale. Divenne così la dea del focolare domestico, venerata in tutte le case private oltre che nel tempio a lei dedicato all'interno del quale il fuoco a lei sacro veniva perennemente alimentato dalle Vestali. Erano delle "sacerdotesse" che avevano come compito principale proprio quello dì non far spegnere mai il fuoco sacro del Tempio di Vesta, i resti del quale sono ancora visibili ai Fori Imperiali. Si narra che in origine venissero letteralmente sottratte alle loro famiglie da fanciulle, poi nel tempo vennero scelte con delle vere e proprie selezioni che erano vincolate da severi criteri estetici, giuridici e morali. La loro consacrazione era sancita dal Pontefice Massimo (la più alta carica della religione romana) ed il loro sacerdozio durava fino al compimento del trentesimo anno di età dopodiché potevano ritornare alle loro famiglie e riprendere una vita normale. Erano mantenute economicamente dallo Stato, godevano di molti privilegi ed erano rispettate ed omaggiate da tutti. Tuttavia far spegnere per incuria il sacro fuoco ed abbandonarsi ai piaceri sessuali portavano alla loro sicura condanna a morte, due cose quindi da evitare. Da esame diretto il denario risulta coniato (spero ai tempi di Mamea) , con metallo non troppo compromesso, abbastanza centrato ed ha circolato. Grazie ed alle prossime 🙂 ANTONIO 18,50 mm. 2,95 g. RIC 360 I resti del Tempio di Vesta visibili ai Fori Imperiali. Le Vestali intende a preparare i tizzoni ardenti coi quali alimentavano perennemente il sacro fuoco all'interno del Tempio di Vesta.
    1 punto
  40. Ciao @Paio70, vedo che il catalogo non ti è ancora arrivato! 🤣 Rosenberg-Grabowski 110 / World paper money P113, direi questa, la "b": con un 2 (quella cho ho io) o con un 3 in filigrana la banconota ha un piccolo plusvalore, con un "1" aumenta del 50% Comunque il 20% in più di poco fa sempre poco, ma meno poco delle altre! Servus, Njk
    1 punto
  41. Capisco e rispetto il vostro punto di vista ,siete commercianti e più monete ci sono in circolo e meglio è. Ma non si possono considerare degli aggregati unitari come scindibili semplicemente in virtù della loro scarsa variabilità,sarebbe una visione meramente utilitaristica ,come dire che una foresta rende poco sul breve termine,meglio abbattere tutto e vendere il legname ,dalle mie parti si dice : "mangia' al vide' ntla' pansa dla' vaca ". Ci sarebbero vari aspetti da tenere in considerazione,non ultimo quello spettacolare ,penso che l'uomo comune amerebbe di più ammirare un bel mucchietto di monete piuttosto che una campionatura per tipologia dello stesso ,aggiungendo che dalla visione del "mucchietto" può scaturire un interesse scientifico suscettibile di approfondimento. Ma vorrei sentire anche l'altra campana: @Vel Saties, gentilmente , da archeologo, tu che ne pensi?
    1 punto
  42. Buona sera. Rimanendo in tema con il titolo di questa discussione, posto ONE umile Centesimo USA, ma con una particolarità che ricercavo già da qualche tempo. Sicuramente @Massimiliano Tiburzi avrai già capito quale particolarità è presente... Saluti
    1 punto
  43. Iniettore per impianto a gas buona serata
    1 punto
  44. È un famoso tallero di Maria Teresa. Questa moneta ha esteso la fama dell'Imperatrice Maria Teresa, che regnò in Austria, Ungheria e Boemia dal 1740 al 1780. Nel 1753 l'Austria firmò un trattato con il Ducato di Baviera che regolamentava il contenuto di argento fino dei talleri. Le monete prodotte successivamente portano una X dopo la data e si definiscono talleri di convenzione. Dal 1780 in poi, anno di morte dell'Imperatrice, la moneta è stata sempre emessa con la stessa data del 1780 ed è stata coniata dalle seguenti zecche: Birmingham, Bombay, Londra, Parigi, Roma e Utrecht, oltre che dalla zecche Asburgiche di Bruxelles, Hall, Günzburg, Karlsburg, Kremnitz, Milano, Venezia, Praga e Vienna. Tra il 1751 e il 2000 sono stati coniati circa 389 milioni di pezzi. Dal 1946, la zecca di Vienna ne ha emessi più di 49 milioni e viene tuttora prodotta. All'inizio del Novecento è stata la moneta ufficiale dell'Etiopia e nello stesso periodo la banca dell'Abissinia emetteva in Talleri anche le banconote. È stata una delle prime monete usate negli Stati Uniti e ha probabilmente contribuito (accanto all'8 Reales spagnolo) alla scelta degli Stati Uniti di usare il dollaro come unità monetaria. Il tallero di Maria Teresa è stata anche la moneta di Muscat e Oman dove le monete venivano contraddistinte dalle originali attraverso contromarche con caratteri in arabo. La moneta è anche attualmente popolare in Africa e nel Medio Oriente. È una bella moneta d'argento con il ritratto dell'Imperatrice sul dritto e l'aquila bicefala Austro-Ungarica al rovescio. La moneta prodotta dalla zecca di Vienna ha un diametro di 39,5 mm uno spessore di 2,5 mm, pesa 28,0668 grammi di cui 23,3795 g d'argento fino, pari a un titolo di 833/1000. Differenze nelle dimensioni, titolo, peso e alcuni dettagli del conio si possono ritrovare nelle monete prodotte da altre zecche su concessione della zecca di Vienna, per permettere il riconoscimento della zecca produttrice.
    1 punto
  45. Secondo me le hanno già cucinate con le cime di rapa. Scusate… ma da buon barese non ho saputo resistere alla battuta…
    1 punto
  46. In periodi di festività è la norma che le case d'asta attendano la fine del periodo festivo per evitare problemi nelle spedizioni. Succede anche a Natale-Capodanno, Pasqua.
    1 punto
  47. 10 giorni dalla data del pagamento ritengo sia una cosa normale. Il tempo di verificare l'accredito, preparare la spedizione e provvedere all'invio, è un tempo che ci può stare. Se poi vai sul loro sito segnalano che sono chiusi dal 7 agosto e riaprono il 21 e la consegna dei lotti avverrà a partire dal 28 agosto.
    1 punto
  48. Il bordo è totalmente incoerente con quello degli esemplari originali, basta guardare la perlinatura. Non ci sono dubbi sul fatto che la moneta sia falsa, anche senza ulteriori fotografie, ma è comunque possibile che sia in oro, e in tal caso il valore sarebbe comunque intorno ai 1600 euro.
    1 punto
  49. Buon giorno. Senza dubbio occorrerebbero delle foto più nitide. Da quello che riesco a vedere però devo ammettere che il giudizio piuttosto lapidario di dux-sab sia esatto. Al di la di possibili immagini migliori mi sembra che la perlinatura sia troppo staccata dal bordo e che non abbia la caratteristica (per questa monetazione) forma di goccia allungata ma sia quasi a forma di sferette. La firma FERRARIS è troppo confusa e per ultimo il 7 della data che come si può ben vedere è diverso dall'originale è segno eclatante di una serie di falsi. Cordiali saluti. Gabriella
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