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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/05/23 in tutte le aree

  1. Ciao, oggi condivido un mio denario acquistato più di un anno fa dell'imperatore Traiano (98-117 d.C.) recante sul rovescio la personificazione del dio Ercole, stante, nella classica rappresentazione con pelle di leone e clava coniato a Roma nel 101-102 d.C. (spero 🙂). Traiano nato ad Italica nella provincia spagnola ( fu il primo provinciale a diventare imperatore), figlio adottivo di Nerva, apparteneva ad una nobile famiglia senatoriale e dopo aver preso la carriera militare divenne un ottimo comandante e stratega, molto apprezzato dalle sue legioni. Il vecchio Nerva, senatore e politico di professione, senza figli lo adottò designandolo come suo erede accattivandosi così le simpatie dell'esercito cosa sempre molto importante. Alla sua morte per cause naturali, Traiano ( che inauguro' la lunga stagione degli imperatori adottivi) prese il suo.posto dimostrandosi molto capace e facendo vivere al popolo romano un lungo periodo di benessere ( a tal proposito gli fu dato l'appellativo dì Optimus Princeps). Gradirei per questa mia moneta un vostro parere (perché di quello si parla, fatelo in tutta tranquillità, la moneta è mia e tale resterà quindi intervenite e dite la vostra, per me sarà un piacere 🙂) in generale ed in particolare su quello che la stessa vi comunica, cosa sempre non facile tramite foto,per quanto riguarda l'autenticità. Grazie ed alla prossima ANTONIO 18 mm. 2,78 g. RIC 49
    4 punti
  2. Non è numismatica? Coniamo un nome idoneo?! PREMESSONA (non ho il dono della sintesi) Ciao a tutti, da neofita ed ancora ignorante delle tematiche della numismatica ho spesso letto, imparando in questo forum, che collezionare monete non è sempre numismatica, almeno secondo il parere di collezionisti esperti e non necessariamente molto esperti. Ho appreso che sia luogo comune che le monete attuali, specifico, con materiali, tecniche nuove di produzione, soggetti inusuali, con risultati che si distanziano spesso dall'immagine più tradizionale della moneta, sebbene fabbricate da zecche ufficiali con tanto di valore e valuta (a differenza delle medaglie) si differenziano molto da quelle numismatiche. In particolare non sono idonee per la circolazione per vari motivi, talvolta legati proprio ai costi di produzione che sono praticamente sempre superiori al *valori del facciale (*spesso anomali pure questi), ma anche le forme o i materiali utilizzati probabilmente sono incompatibili per durare con adeguata integrità alle intemperie della circolazione e comunque ad oggi sono fatti appositamente per essere collezionati, più appropriatamente come "oggettini d'arte" (che piacciano o no, ci sono sempre artisti che ci lavorano per crearli, gli stessi che ne fanno altre belle e brutte, dunque meritano questo attributo). Leggo in questo forum che molti non sono affatto compiaciuti delle novità, troppo differenti da quello che hanno collezionato fino ad oggi ed in effetti, sebbene le differenze, vengono spesso confuse la disciplina, storica, per qualcuno anche semplicemente più seria col medesimo nome NUMISMATICA che dovrebbe includere non solo la parte scientifica, ma anche quella storica. C'è un'evidente carenza storica nei più recenti "tondelli" bugigattoli colorati, deformati, fluorescenti e profumati, (ho letto diverse menzioni) limitata alla sola creazione, senza circolazione o storia da raccontare sulle collezioni. A molti non va bene. fine premessona Apro questa discussione per raccogliere e proporre un nome appropriato al collezionismo di queste non monete, appunto, da collezione e, non circolanti, dunque, prodotte da zecche ufficiali, con tanto di valuta, ma non spendibili (salvo qualche caso) o riconosciute a livello internazionale. Secondo voi quale termine distintivo potrebbe essere idoneo, utile ed efficace popolarmente da rendere immediata la differenza anche ai meno esperti? La radice NOMISMA (moneta) può essere ancora contemplata? Ben venga qualunque spunto e contributo, soprattutto da chi può fregarsi di esperienza sia nella numismatica che nelle lingue in genere, ma credo che si possano accreditare, anche scherzosamente, fin troppi nomi. Qualche idea?
    3 punti
  3. Guarda, te lo dico in amicizia perchè vedo che non sei entrato nel mood del blog. 1 le foto sono obbligatorie dal momento che fai richiesta di un riscontro su di un pezzo in mano tua, qui nessuno fa valutazioni o richieste di nessun genere sulla fiducia. 2 le foto valgono per tutti quelli che sono presenti nel blog se ti interessa avere opinioni 3 presta attenzione a quello che ti si dice e fanne tesoro, io stesso che frequento il blog da qualche anno sono un pivello e cerco di apprendere da quelli che ne sanno più di me. 4 la pigrizia mal si sposa con la numismatica che è ricerca e aggiornamento continuo. 5 le foto le puoi ridurre dal pc o dal telefono, imparerai come ho fatto io che sono terzomondista tecnologico. 6 compra i cataloghi che ti vengono suggeriti, visto che ne hai fatto richiesta, on line non trovi niente se non il Gigante ed il sito di Andrea, ma avere in mano il catalogo è decisamente più istruttivo e si trova molto di più scritto chiaramente, a volte si mistifica. tutto questo per dirti che se non segui le linee guida del blog che sono espresse nella netiquette a lungo andare nessuno ti risponderà più. Saluti.
    3 punti
  4. Vedi di documenti antichi ce ne sono decine di migliaia sparsi per gli archivi di tutta Europa. Molti hanno subito controlli o analisi per verificarne soprattutto lo stato di conservazione (pochi allo scopo di accertarne l'autenticità - le analisi comunque sono le stesse) - La ricerca è una costruzione continua che progredisce sulle informazioni e sulle deduzioni di chi ci ha preceduto ampliandole, evolvendole e a volte correggendole naturalmente. Un documento che ha una storia dietro di sé non necessariamente deve passare tutte le prove che servono per autenticarsi altrimenti non progredirebbe piu' nulla. E' come se per verificare che le piramidi sono antiche dovessi sottoporre ogni blocco ad un'analisi del materiale di cui è formato... Interessandomi di monete medioevali leggo molti studi di numismatici che si sono occupati di quel periodo e faccio affidamento su quanto scrivono ma non mi verrebbe in mente di controllare ogni singolo documento su cui basano il loro studio e le loro deduzioni - diversamente mi arenerei alla prima questione. Su queste basi si sono formate legioni di studiosi, si sono sviluppate le scienze storiche nelle sue innumerevoli specializzazioni. Sono stati scritti milioni di volumi. Sono stati istituiti migliaia di insegnamenti universitari. Se trovi difficile accettare che tutto questo sia stato fatto su un rapporto fiduciario - oltre che naturalmente su solide basi scientifiche per moltissimi casi - beh concordo pienamente con te che i 2€ da collezionare costituiscono un'alternativa meno problematica, sicura, e con minori rischi ...😉
    3 punti
  5. tra gli ultimi arrivi. Tallero di Pisa 1605 (Di Giulio, Della monetazione medicea (1984) Nr. 40 Ac; Ciabatti, Studio e catalogo delle monete di Fernando Medici, Nr. 41)
    2 punti
  6. Ciao, a breve il programma ufficiale. Possiamo già dire che si partira’ alle 9,30 con gli autori che presenteranno gli articoli del nuovo Gazzettino, a seguire workshop ai tavoli delle monete, poi importante intervento e una moneta donata ai giovani che terminerà l’evento alle 13 circa. A seguire per chi vorrà pranzo conviviale.
    2 punti
  7. Utilizzerei 'moneta' anzichè 'nomisma' ottenendo così un semplice e casalingo monetosmatica.
    2 punti
  8. Simpatica discussione che mi auguro vivamente rimanga di carattere leggero, senza aprire polemiche. Io propongo il termine Numismologia. Mi hai dato l'idea con l'astrologia e trovo che suoni abbastanza bene. Il collezionista diverrebbe così "numismologo"
    2 punti
  9. La Numisaltra, corrente della Diversonomia - di cui io sono un fedele adepto! E ci possono stare dentro anche altre monete, tipo alcuni ori del regno o le monete pseudo-errori, cioè contraffatte ad hoc. Gli argenti post 1980 della repubblica anche? Servus, Njk
    2 punti
  10. Interessante discussione, anche se mescola temi molto diversi tra loro. Per quanto riguarda la politica adottata dalla Zecca italiana (analoga a quella di numerosi altri Paesi) si tratta - a mio avviso - di una vera e propria deriva di natura esclusivamente commerciale. Si coniano oggetti che ormai sono più simili a medaglie con il solo scopo di fare cassa. Aldilà di qualche effimera speculazione, dubito che queste "simil-monete" avranno mai un qualche reale interesse numismatico. Confesso però che io non amo in generale le emissioni nate per soddisfare esclusivamente l'interesse di un numero più o meno ristretto di collezionisti. Se anche avessi i soldi necessari (che comunque non ho) non li userei certamente per acquistare alcune emissioni in tiratura super limitata fatte durante il regno di VEII per soddisfare l'interesse del Re numismatico e del suo entourage (che invece appassionano tanti validi numismatici). Figuratevi se mi interessano gli Euro di fantasia prodotti a getto continuo dalla Zecca italiana. Ciò premesso, credo che la vistosa carenza di nuove generazioni tra le file dei numismatici sia un problema che va ben aldilà della bulimia da conio della Zecca italiana. Quando ero giovane (parliamo di più di mezzo secolo fa) raccogliere monete o francobolli era un passatempo molto comune tra i ragazzini, ma non c'era molto altro da fare, a parte leggere Topolino o andare all'oratorio a giocare al pallone. Oggi la progressiva scomparsa nell'uso del denaro fisico gioca certamente un ruolo significativo nel calo delle vocazioni numismatiche tra i più giovani, ma il vero problema - secondo me - è legato all'esistenza di numerose altre alternative che un tempo semplicemente non esistevano. Credo anch'io che comunque la numismatica non si ridurrà ad una mera disciplina accademica. Calerà progressivamente la platea degli appassionati laici (inteso come non accademici) e questo - per un'ovvia legge di mercato - provocherà probabilmente anche un calo delle quotazioni, soprattutto per le monete più comuni ed in uno stato di conservazione non particolarmente elevato. Per i pochissimi pezzi molto rari e conservati in modo eccezionale è tutto un altro discorso. Così va il mondo ed è inutile rimpiangere "il bel tempo che fu" anche perché - in realtà - quel tempo esiste solo nella nostra immaginazione.
    2 punti
  11. Angelo Finetti, Numismatica e tecnologia. Credo il miglior testo in assoluto. Arka Diligite iustitiam
    2 punti
  12. Concordo. Sui segnetti, volevo solo sottolineare che tutti noi, me compreso, spesso colloquialmente diciamo "da produzione", quando in realtà la certezza che lo siano non la abbiamo: probabilmente lo sono visto il resto della moneta. Il nodo centrale, su cui pare siamo tutti d'accordo é che una moneta può essere gradata FDC anche in presenza di alcuni segnetti, dipende da com'é la moneta, e da come sono i segnetti. Quindi la moneta in topic può essere tranquillamente FDC (sul grading americano non mi esprimo, perchè capire quando é 65 o 66 a me non é dato comprendere a fondo). Volevo poi dire che per come siamo messi oggi con il grading in Italia, dire FDC+ o SPL-, vale esattamente come tutto il resto. Non c'é un protocollo unificato, ed ognuno fa un po' come meglio crede: quindi anche li, tutti sono sullo stesso piano! Ciao!
    2 punti
  13. Complimenti per il prezioso acquisto. Affiancare alle monete libri rari completa appieno la collezione numismatica e lo studio della stessa. Ignoro il costo di questa pubblicazione ma credo che anche il prezzo pagato sia ottimo.
    2 punti
  14. Ciao a tutti, da poco ho aggiunto in collezione questo pezzo, che vi presento. Alessandro VII (1655-1667), Testone - Ferrara (Munt 74, CNI 6, MIR 1881/1). Peso 8.94 g D/: stemma inquartato a targa quasi rettangolare con intagli esterni, sormontato da chiavi decussate con cordone e fiocco e da tiara. * ALEXANDER * VII * PONT : M : 1655 In alto IS _ IS (in monogramma). R/: il santo con elmo piumato, in armatura a cavallo galoppante a destra, in atto di trafiggere con la lancia nelle fauci il drago in piedi a destra, retrospicente. S : GEORGIVS * FERRARIAE * PRO Es.: due armette ovali: a sinistra quella del cardinale legato Giambattista Spada, sormontata da cappello cardinalizio; a destra quella della città di Ferrara in cartella accartocciata e sormontata da corona. Nel mezzo IS (in monogramma). Si tratta di un testone rarissimo. Dalle mie ricerche e in base agli esemplari che ho registrato, sono pochissimi i passaggi di questa moneta sul mercato. Esistono anche le varianti Munt 75 e 76, che si distinguono solo per minime differenze di punteggiatura nella legenda e nelle armette. Del Munt 74, questo è personalmente il quarto esemplare che registro. Tutti gli esemplari sono in bassa conservazione e già il BB è per questa tipologia una conservazione di rilievo. Questo mio esemplare è uno dei meglio conservati. Le lettere IS in monogramma si riferiscono al segno di zecca di Giacomo Spagnoli, zecchiere. Michele
    2 punti
  15. Dove si svolgerà Milano Numismatica ? In pieno centro dietro il Duomo all’Hotel De La Ville, alla Sala Duomo di cui riporto l’immagine. Via U. Hoepli 6, Mm1 fermata Duomo
    2 punti
  16. Un notevole esemplare di tetradrammo da Katana ( c. 450 a.C. / 17,42 g ) con al diritto quadriga condotta al passo ed al rovescio bella testa laureata di Apollo, contornata dall' etnico . Classificato SNG ANS 1241 var. , sarà il 26 Settembre in vendita Morton&Eden 124 al n. 85 .
    1 punto
  17. Dall' Etruria, un esemplare da 10 assi attribuito a Populonia ( c. 300-250 a.C. / 4,18 g ) con al diritto bella testa laureata forse di Apollo ( ? ) e rovescio liscio . Classificato SNG ANS 26, sarà il 26 Settembre in vendita Morton&Eden 124 al n. 6 .
    1 punto
  18. Buonasera, Ancora una storia, ancora una famiglia. “Una personalità affascinante, il cui nome sarà certamente ricordato fintanto che ci saranno studenti di numismatica greca. Come Sir John Evans ed Il Dr. Imhoof Blumer, possedeva ‘due facce dell’anima’. Per molti era il tipico uomo d’affari onesto e di successo. Per noi era il collezionista erudito e perspicace, per il quale le monete greche non erano solo cose belle ma anche veri e propri documenti storici. Non c’è bisogno che menzioni la sua meravigliosa collezione, dalla quale egli traeva un così genuino compiacimento, poiché la Sylloge ora la rende accessibile a tutti. Ma devo quanto meno condividere il mio profondo rammarico poiché non potrà più contribuire con ulteriori studi dettagliati ad arricchire la Cronaca (Numismatic Chronicle), come quello sui tipi monetali di Selinunte, dove grazie alla sua intima conoscenza della topografia della Sicilia ha così efficacemente affrontato l’argomento. L’accuratezza con cui tutti gli elementi di rilievo sono stati presi in considerazione era tipica del Nostro. …” Con queste parole l’archeologo e numismatico scozzese Sir George MacDonald, allora presidente della Royal Numismatic Society, scriveva il necrologio del Dr Albert Hugh Lloyd (1864-1936). Nel 1946, al termine del caos portato dalla seconda guerra mondiale, la vedova Jessie Lloyd donó la collezione di monete greche al British Museum come lascito in memoria del marito e della figlia Muriel Eleanor Haydon Lloyd (1893-1939), quest’ultima infatti aveva espresso la volontà di donarla alla nazione. La collezione era del resto il frutto di una collaborazione tutta familiare tra padre e figlia sviluppatasi tra gli anni venti e trenta. Il padre da un lato otteneva ottimi profitti dai suoi affari nell’industria del cotone a Manchester (che investiva in acquisti numismatici) e pubblicó diversi articoli sulla Numismatic Chronicle, la figlia dall’altro studió materie classiche a Cambridge (dove la famiglia si trasferì dal 1913) e svolgeva le necessarie ricerche. Si tratta di un insieme di oltre 1700 esemplari principalmente costituito da monete provenienti da zecche greche e puniche di Sicilia e Magna Grecia di cui fu pubblicata una Sylloge nel 1933 e che costituisce ancora oggi una componente altamente significativa del monetiere londinese per queste aree. Una serie assai ampia di monete con diversi esempi rari ed in elevata conservazione che è stata costruita tra il 1920 ed il 1933 con acquisizioni sia da aste che da privati, come una parte della collezione dell’archeologo Arthur John Evans e del Marchese Roberto Venturi Ginori. Alcuni esemplari della collezione provengono da tesoretti e furono acquistati da Lloyd durante i suoi viaggi in Sicilia e nel sud Italia, tra questi alcune monete del Cefalù hoard del 1925 (IGCH2154). A questo punto va detto che i doppi della collezione Lloyd furono venduti in aste pubbliche e privatamente già negli anni venti, probabilmente per finanziare l’acquisizione di esemplari di rilievo (?). In particolare va ricordata l’asta tenuta a Monaco dalla casa Otto Helbing Nachfolger giovedì otto novembre 1928 (Monete greche da proprietà privata straniera - in particolare Magna Grecia e Sicilia). Mi è sembrato doveroso, per chi non ne avesse notizie, iniziare questo nuovo post condividendo quante più informazioni possibili sul collezionista, prima di introdurre la moneta che nel mare magnum delle aste odierne mi faceva cenni inequivocabili pur di poterci restituire un pezzetto della sua vita passata, trascorsa nella buona, direi ottima, compagnia di persone che si amavano e che amavano le monete come documenti della Storia remota, di genti lontane nello spazio e nel tempo. Già, perché nessuna moneta sa essere più generosa di quella che per disattenzione, scarsa attitudine o poco amore viene trascurata e spostata da est a ovest insieme a compagne di viaggio che non sanno più chi sono, che dimenticano senza speranza alcuna la loro storia recente. Proprio lei che si sporgeva curiosa dal suo giaciglio un secolo fa per osservare quel meticoloso custode e sua figlia al lavoro, mentre cercavano un varco tra le nebbie della terra antica dei nostri antenati, proprio lei che ha visto tante compagne andare a sedersi tra gli scranni più alti di una grande famiglia pubblica (evitiamo opportunamente commenti sulle ultime vicende della famiglia pubblica…grazie). Per quanto posso constatare già il dodici ottobre 1988 Numismatic Fine Arts nell’asta XXI al lotto 98 non aveva sentito il richiamo della moneta, tantomeno il suo precedente possessore, il numismatico George C. Brauer, viene da pensare. Così come chi l’aveva inserita nell’ inventario del FAC successivamente. Di certo non CNG, il che mi fa strano in quanto sulla provenienza devo ammettere che in genere sanno ascoltare molto attentamente le monete. Proprio Classical Numismatic Group aveva posto recentemente in vendita l’esemplare, nell'asta online 544 del sedici agosto al lotto 33. Chissà il gran caldo, chissà la concomitanza con l’asta 124. Ma forse è solo perché la moneta non versa in condizioni eccelse e la mania delle alte conservazioni sta stravolgendo l’aspetto culturale della numismatica. Sta di fatto che nessuno, in apparenza, sembrerebbe essersi accorto che la moneta in questione provenisse dall’asta Helbing del 1928 di cui parlavo poco sopra, il lotto era il 3547, e che in conclusione proviene proprio dai doppi della collezione di Albert Hugh Lloyd. Si tratta del didrammo geloo catalogato da Jenkins al numero tre tra i dieci esemplari a lui noti a fine anni sessanta per l’accoppiamento di conii 100 (O30-R55). Nel catalogo di The Coinage of Gela non viene curiosamente riportato il peso che però era inserito nella descrizione della vendita del 1928. La moneta essendo stata battuta al termine delle emissioni di didrammi tardoarcaici della zecca geloa è stata testimone della fine dell’epoca della tirannide Dinomenide a Gela, solo pochi anni prima che questa terminasse definitivamente a Siracusa. È quindi databile indicativamente al 470 a.C. Che dire, una vita interessante 2500 anni fa, una vita interessante cento anni fa. Una Storia che meritava di essere ascoltata ed anche condivisa. https://auctions.cngcoins.com/lots/view/4-AQ44M0/sicily-gela-circa-49085-48075-bc-ar-didrachm-21mm-837-g-4h-near-vf
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  19. Fra cultori della medesima passione è buona norma darsi del tu, quindi ti prego di farlo. Quanto al supporto, io utilizzo lo stativo Ianus di La Manna (vedi foto sotto), putroppo credo non sia più in commercio. So che il produttore scrive o scriveva qui sul forum col nickname "centurioneamico", ma so che è stato già contattato in passato senza dare risposta.
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  20. Ho aperto una discussione che potrebbe essere una nuova forma di spunto a appianare certi conflitti qualora andasse davvero in porto .. Ben venga un vostro contributo: Non è numismatica? Coniamo un nome idoneo?! 😉
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  21. oppure - meglio - in una biblioteca ben fornita: prova quella della Società Numismatica Italiana a Milano oppure quella di qualche museo specializzato: Museo Nazionale Romano a Roma che ha una biblioteca ben fornita o quella del Museo Archeologico a Bologna.
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  22. Se è esaurito devi cercarlo nelle aste che propongono libri. Arka Diligite iustitiam
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  23. Certo falla chiudere in bustina....visto ex giudizio qFDC vale la pena spenderci 25€ e poi per evitare spese di asta la vendi in privato a qualche collezionista...ci fai molto di piu. Saluti
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  24. Da quello che leggo l'ipotesi di un'attribuzione del ducale alla zecca di Napoli sulla base del "repentino spostamento (di Ruggero) a Napoli" mi pare francamente un po' forzata, almeno non tale da giustificare toni di tale certezza, può costituire una delle possibilità, è sicuramente probabile che il ducale sia stato coniato in una zecca continentale, ma forse sono più plausibili Bari o Salerno che Napoli, di certo i riferimenti addotti nel testo mi paiono piuttosto deboli e lasciano adito a molti dubbi, ci vogliono prove molto più solide per attribuire con certezza una moneta alla sua zecca di emissione...
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  25. Buongiorno, non so se è la sezione giusta, ma vorrei un aiuto per identificare questo peso monetale, in questo momento non sono in grado di fornire il peso. Le dimensioni sono 1,4x1,4x0,7. Grazie
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  26. Ciao, secondo Varesi numismatica (asta nr 60) potrebbe essere Amalasunta a nome di Giustiniano, secondo altri Vitige.
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  27. Ad Arka che scrive: P.S. non ho idee sui lanci. Il dubbio m’è venuto quando in un commento sulle recenti gare di atletica ho sentito dire “lancio del peso”, che mi suonava come una stonatura rispetto agli insegnamenti del Prof. di Educazione fisica ai tempi del liceo. Da qui l’idea del test con la frase: “I record sono di 76,80 m nel lancio del disco, di 23,56 m nel lancio del peso, di 86,74 m nel lancio del martello e di 98,48 m nel lancio del giavellotto.”, nella quale il termine corretto è “getto del peso”. Il termine "getto" definisce un gesto tecnico caratterizzato dal passaggio da un atteggiamento breve dell'arto di lancio ad uno lungo, come avviene appunto nella proiezione del peso. Il “lancio” prevede invece il mantenimento dell'arto in posizione lunga, ovvero senza flessione del gomito, come avviene nel lancio del disco, del martello e del giavellotto. Quindi “lancio del peso” è un termine improprio dovuto al fatto di considerare all’interno delle discipline dei lanci il giusto termine “getto del peso”. Spiegando il motivo che induce all’errore, si evita (o si dovrebbe evitare) che l’errore si ripeta. apollonia
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  28. scusa Valteri, va avanti a postarle nella discussione che hai aperto sulla collezione in asta da Morton, altrimenti ci perdiamo 🙂 skuby
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  29. La lettone veramente stupenda e difficile da reperire in circolazione, complimenti 🙂
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  30. Buonasera, la mia prima sensazione è che sia una moneta egiziana tipo questa: Egypt, Ptolemy III 246-222 BC, Bronze AE21 - 6.12g, 21mm (obolo ?) Diademed bust of Ptolemy right. Draped bust of Libya right, double cornucopiae below chin. Sv 866 (Ptol. II)
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  31. Puoi inserire l'immagine: aggiunta una nuova riga sulla scheda: https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G6/1
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  32. Una curiosità, se così si può chiamare perchè non ne avevo mai viste, trovata ieri al mercatino per 50 centesimi, un costo irrisorio anche se non ne sono direttamente interessato, magari la regalo a qualcuno. Si tratta di una 'Agenda del Filatelista del 1955' da 290 pagine stampata nel dicembre del 1954. Non fu utilizzata, anche se i segni del tempo dimostrano i suoi quasi 70 anni, è pure una rubrica con pagine per le mancoliste, il tariffario postale Italia+estero in vigore all'epoca, monete in corso, cambi ecc. ecc. All'interno sono raffigurate le emissioni del 1954 di Italia - San Marino - Vaticano - Trieste zona A, tutto rigorosamente in bianco e nero, le ultime pagine sono piene di indirizzi di negozi italiani ed esteri. un estrapolato:
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  33. Non mi ripeto sarebbe sciocco, stesso valore dell'altra stesse caratteristiche filateliche dell'altra.
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  34. Cartolina con annullo di partenza cerchio grande da San Daniele del friuli del 17.??.1905 per Venezia. Affrancata con 2c in perfetta tariffa con non più di cinque parole di convenevoli (*notare che la tariffa cambiò a 5c il 1 settembre 1905, quindi il nostro annullo non nitido deve assere per forza antecedente a quella data.) Affrancata con aquilino Aquila Sabauda da 2c rosso bruno dell'emissione Vittorio Emanuele III detta floreale. Il valore dell'affrancatura è di qualche euro, aumentato dall'annullo e dalla bella cartolina a piacere del proprietario considerando l'età dell'oggetto.
    1 punto
  35. E chi lo decide se un segno é dato da "produzione", o da contatto successivo ? Il perito veggente ? E poi c'é segnetto e segnetto... Quello che si può (anzi si deve) ignorare, e quello che no. Dipende. Comunque, giudicare l'acciaio in fotografia... Io passo volentieri! E' molto che manco dal forum, ma noto con piacere che adesso oltre ai vari SPL++ ed SPL-, siamo arrivati anche ai FDC+ e ++... C'é sempre da tenersi aggiornati Un saluto a tutti!!!
    1 punto
  36. Ciao @Daniele7676, come ha giustamente suggerito @davide.cazzani si tratta di un bagattino con la Madonna e il Bambino con sigle del massaro L T. Ti linko un piccolo approfondimento che ho prodotto a luglio relativo a questa tipologia monetale. Troverai anche un elenco con le varie sigle dei massari. qualora possibile supportato dalle foto degli esemplari. La lista è in continuo aggiornamento. https://ricerche-numismatiche.blogspot.com/2023/07/il-bagattino-veneziano-i-massari-alla.html
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  37. Ecco una "cosa originale", di cui trova la trascrizione alle pp. 75-81 di https://www.academia.edu/45009682/I_fiorini_di_conio_fiorentino_battuti_a_Napoli_tra_XIII_e_XV_secolo_Roma_Aracne_2021 Si tratta di una provvisione che documenta la coniazione di fiorini di Firenze nella zecca di Napoli (ASFi, Registro di Provvisioni di Consigli, 55, 14 giugno 1367-12 maggio 1368). Le cito questo documento perché contiene una notizia che, letta insieme agli statuti di Firenze che autorizzavano la produzione di fiorini in zecche istituzionali purché non si mutasse forma e intrinseco rispetto a quelli coniati a Firenze, rappresenta una pietra miliare per la numismatica medievale. Naturalmente se non si fida della trascrizione, può eseguirla nuovamente.
    1 punto
  38. Le consegno al numismatico che le spedisce alla NGC. Fa tutto lui io pago il servizio.
    1 punto
  39. La serie della mezza doppia a nome di Carlo Emanuele III continua con il millesimo 1762 (ex Lotto 1183 Asta 68 Nomisma Spa, 2-3/9/2023). Con l’occasione: Un caro saluto, Domenico
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  40. Per me non si può e non si deve lasciare nessuno: altrimenti perché arrestare e condannare i vertici mafiosi...lasciamo stare anche loro, accontentiamoci dei piccoli spacciatori e della piccola manovalanza...Non credo che sia veramente la tua opinione! Se si vuole fare pulizia lo si deve fare bene, altrimenti continuiamo a credere a qualche sciocca bugia e si tira avanti a campare... Quei bambini morti meritano giustizia anche se i responsabili parlano francese!
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  41. Ciao, come al solito la si butta in politica, ed anche di basso livello. Le omissioni, i tre quarti di verità, le menzogne, le morti inspiegabili di militari e funzionari che potevano sapere, la sparizione dei tracciati radar ITALIANI, sono tutte cose volute o imposte all'Italia ed accettate supinamente. La verità si poteva trovare subito ma è stato fatto di tutto per non trovarla ed ainoi da italiani (assoggettati e accondiscendenti con chi più potente gli ha imposto di farlo !!!) . Lasciamo stare la Francia, quasi sicuramente autore della strage, e preoccupiamoci di quegli ' italioti' che all'epoca sono stati conniventi con gli insabbiatori stranieri, per me gli unici colpevoli della mancata verità. Il caso Reggeni docet, gli interessi politici ed economici sopra tutto.....e quindi di cosa vogliamo parlare....per me un unico aggettivo....Vergogna!!!! ANTONIO
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  42. Ero un ragazzino all'epoca ma nei miei ricordi sono rimaste ben impresse le immagini del TG che mostravano parti dell'aereo ed alcune delle povere vittime che galleggiavano nel mare... Seguendo poi le inchieste giornalistiche, in particolare quella del compianto Purgatori, la verità sostanzialmente si è sempre saputa ed alcuni tentativi di depistaggio sono stati veramente ridicoli (tipo il mig sulla Sila). Quello che mi ha preoccupato invece sono state le morti sospette avvenute successivamente di chi sapeva o poteva sapere. Morti sospette indicate nella sentenza del giudice Priore e non frutto di teorie complottistiche. Ormai sono passati 40 anni dall'evento e credo che i parenti delle 81 vittime (anzi i loro discendenti) meritino che la verità, quella VERA, venga ufficializzata. Si possa finalmente sapere chi ha lanciato quel maledetto missile e che magari giungano le inutili e tardive scuse da parte di tutte le parti coinvolte.
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  43. Grazie per la tua risposta @Pxacaesar e per aver condiviso i tuoi bellissimi denari, hai centrato proprio il motivo per cui ho scelto di prendere quel particolare denario (nipote a parte 😅), fino ad ora nelle mie ricerche finalizzate all'acquisto (ma non solo) di monete delle Giulie dei Severi, mi ero sempre imbattutto in ritratti di età più matura, quando ho visto questo faccino fresco con quella pettinatura scompigliata di stile quasi moderno, non ho saputo resistere. Sono perfettamene daccordo con te su quello che dici in merito alla monetazione delle auguste, mi hanno sempre colpito la bellezza e il realismo dei ritratti e la varietà di acconciature presenti e vorrei approfondire la questione aggiungendo altri denari del genere, la prima volta che mi sono reso conto di questa varietà è stato guardando la monetazione di Plautilla (personaggio che mi sta particolarmente simpatico anche se non ha avuto una vita molto felice 😔), non è una delle Giulie dei Severi ma è sempre una delle donne che hanno gravitato attorno a loro, a questo proposito infatti mi piacerebbe anche prima o poi aggiungere una moneta di Orbiana. Piano piano, una moneta alla volta 😉
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  44. Cari Lamonetiani, dopo il breve excursus in Repubblica Italiana con le 10 Lire 1946-1950, eccomi di ritorno nel Regno d'Italia. Oggi vi sottopongo (in due parti) la serie del Centesimo prora (1908-1918), un modulo molto piccolo che, tuttavia a me piace al pari dei grandi moduli come gli Scudi. Ed ecco la seconda parte. Più avanti nella discussione (se avrò attratto la vostra attenzione) vi sottoporrò una di queste monetine "misteriosa" con cui discutere.
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  45. io non ci vedo niente di strano nella moneta della discussione.
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  46. Una notte, stanco dopo una lunga giornata trascorsa tra lavoro ed impegni vari, vagolavo su internet guardando le monete in vendita, a ruota libera, senza una meta precisa, saltando un po’ qua ed un po’ là, dove mi portavano i meandri (a volte imprevedibili e casuali) della rete, attendendo invano un sonno che tardava ad arrivare. Ed ecco che mi sono imbattuto in questa moneta: Era in vendita come asse di Settimio Severo, ma osservandola (seppure di notte e con la palpebra un po’ calante) qualcosa non quadrava. La foto (per la verità piuttosto scura) non consentiva una analisi più approfondita. La legenda di dritto era illeggibile, ma l’aspetto dei capelli (di un riccio più uniforme), la barba (con punte verso il basso e più regolare) ed il collo (più allungato) non facevano pensare a Settimio Severo, quanto piuttosto a Macrino. Il rovescio rappresentava chiaramente Giove ed aveva un pezzo di legenda che poteva consentirne la classificazione. Visto il prezzo molto basso (pur consapevole della conservazione certo non delle migliori), la mancanza nella mia piccola collezione di monete di Macrino, la “leggibilità” complessiva della moneta e il valore comunque storico (aspetto per me molto importante), ho deciso di acquistarla. Dopo poco, la moneta è arrivata e ho potuto studiarmela con calma. Queste che seguono sono le foto che ho fatto io. Non sono bravo a fotografare (pochi e scarsi mezzi, poca tecnica, scarsa propensione alla fotografia), ma queste immagini sono più simili a quello che ho trovato in mano. Si trattava proprio di un asse di Macrino, coniato a Roma nel 218 d.C., il RIC IV II 154, del peso di 8,70 g, con diametro massimo 25,16 mm. D/ IMP CAES M OPEL SEV MACRINVS AVG (busto Macrino, laureato, forse drappeggiato corazzato, a destra) R/ PONTIF MAX TR P II COS II PP / S C (Giove nudo, eccetto che per la clamide sul braccio sinistro, stante a sinistra, con un fulmine nella mano destra ed uno scettro nella mano sinistra; S C nei campi) La sensazione che provi quando hai trovato una moneta non riconosciuta è particolare. Ti dà una certa piccola soddisfazione per essere riuscito ad individuarla, a maggior ragione se si tratta di una moneta meno comune e se venduta ad un prezzo, di conseguenza, più basso. Piccole soddisfazioni, ma mi accontento, mi va bene così. Ciò che conta è che mi piaccia. La moneta in mano, in effetti, è gradevole, con una lieve e delicata tonalità rossiccia sul nero di fondo. La conservazione non è delle migliori, lo ammetto; vi’ è in particolare una corrosione sul petto di Giove che ha perso così la sua possente muscolatura; tuttavia, le effigi si apprezzano bene, è centrata, ben attribuibile. L’arrivo a casa di Macrino mi ha spinto a rivedere oltre alla figura storica di questo imperatore (su cui sorvolo qui), anche la sua produzione monetaria di cui, onestamente, non sapevo quasi nulla. Vi riporto quindi ciò che ho appreso leggendo testi ed articoli, con tutti i limiti di un appassionato. Quindi mi concederete errori ed inesattezze che vi pregherei però di correggere (tanto non siamo a scuola) a beneficio di tutti. Qui parlerò della monetazione che potremmo definire “ufficiale” o “imperiale”, ma Macrino coniò anche molte ed interessanti monete provinciali. Anzi, lo studio di tale monetazione è sicuramente interessante soprattutto perché Macrino trascorse il suo breve regno nelle province orientali che fecero a gara per procacciarsi i favori del sovrano (anche con la propaganda monetaria). Macrino coniò monete in tutti i metalli, operando però alcune significative modifiche al sistema impostato dal suo predecessore Caracalla. Con un chiaro intento propagandistico, coniò un aureo di peso superiore a quello di Caracalla, riportandolo a 1/45 di libbra (come ai tempi della riforma di Nerone del 64 d.C.) contro gli 1/50 attuali (ovvero 7,30 grammi contro i 6,50 circa). L’obiettivo era probabilmente quello di incrementare rapidamente la produzione di aurei pesanti e di ritirare quelli più leggeri di Caracalla. Tuttavia, non ne ebbe il tempo materiale e ciò determinò, al contrario, la tesaurizzazione proprio delle sue monete a vantaggio dell’aureo di Caracalla per la nota legge di Gresham. Tutto ciò ebbe delle inevitabili ripercussioni sui rapporti di cambio con le altre monete, in un sistema monetario che non si era ancora assestato dopo le recentissime modifiche. Se Caracalla aveva introdotto una nuova moneta d’argento, ovvero l’antoniniano, destinato nel suo pensiero a sostituire il denario (che sarebbe rimasto come unità di conto e con valore forse uguale alla metà) facendone la vera novità della sua riforma, con Macrino assistiamo ad una netta riduzione della emissione di antoniniani. Macrino, invece, coniò un grande numero di denarii di cui ci restano ancora oggi vari esemplari (anche in buono stato di conservazione) che rappresentano il nucleo più corposo delle sue emissioni. Probabilmente, anche questo rientra nel desiderio di un ritorno al passato. Quanto ai bronzi, essi furono prodotti in quantità limitata. Dopo una vera e propria sovrabbondanza di monete bronzee sotto gli Antonini e un buon numero di esemplari coniati nel primo anno di Settimio Severo la produzione enea diminuì drasticamente fino al regno di Alessandro Severo. Quindi, sotto Macrino, ci sarebbero già state monete bronzee in eccesso in circolazione, cosa che avrebbe di conseguenza ridotto la necessità di coniarne di nuove. Questa e’ una possibile spiegazione (certamente non l’unica) al fatto che i bronzi di Macrino siano meno comuni. Mi farebbe piacere sentire altri pareri ed altre ipotesi. Tutte le monete di Macrino portano la stessa legenda di dritto, ovvero IMP C (CAES sui bronzi) M OPEL SEV MACRINVS AVG. Molto importante e’ il termine SEV, Severus, nome adottivo con il quale cercò di legarsi alla dinastia dei Severi. Sebbene Macrino non risiedette mai a Roma, tutte le sue monete furono lì coniate. Non vi sono evidenze che supportino una zecca secondaria ad est, tipo Antiochia (come sosteneva Mattingly). Di Macrino esistono fondamentalmente due ritratti, uno più “giovanile”, coi capelli e la barba corta ed uno più “senile” (se così si può dire, visto il brevissimo periodo di regno di poco superiore all’anno solare) con il volto più segnato e capelli e barba più lunghi che compare, secondi Curtis Clay, sulle monete coniate dopo il settembre del 217 (e quindi più tardivo). Eccoli: L’imperatore (come tale) non era mai stato a Roma (anche se vie era stato quando era sconosciuto ai più) e immaginiamo che all’inizio ci fossero molte incertezze sul suo reale aspetto; pertanto, sulle monete, il ritratto sarà stato dapprima più generico (per così dire) e con lineamenti più standardizzati (tra l’altro, simile anche a quello di Caracalla, cosa secondo me non casuale). E’ probabile che poi le monete successive abbiamo un ritratto più verosimile, magari anche grazie a immagini (con simulacri?) o a descrizioni che potevano essere giunte a Roma. Pare davvero strano un invecchiamento in un periodo così limitato di tempo quale fu la durata del suo regno. Dicevamo di simulacri. Possiamo fare ipotesi, Si poteva trattare di piccole statue di terracotta o in legno con l’effigie di Macrino? Oppure si trattava di vere e proprie immagini, tipo dipinti? Interessante quanto il RIC IV volume II dice a proposito di Massimino il Trace: “After ravaging wide tracts of German territory, Maximinus retired to Sirmio ith the approach of winter. A.D. 235-236 while dispatches were sent to Rome, and pictures there ordered to be display, celebrating victories which. If not as great as he claime, may yet have been considerable”. Siamo pochi anni dopo rispetto a Macrino e Massimino condivide un po’ con lui la stessa storia in merito alla sua effigie. Qui si parla, per l’appunto, di “pictures”….immagini, in qualunque forma fossero. Il quadro e’ però un po’ più complesso di quanto già sembri, in quanto esistono ritratti di Macrino con “medium beard”, coniati pre brevissimo tempo nell’agosto del 217. Il fatto poi che si trovino ritratti con barba corta in emissioni posteriori a quelle con barba lunga, potrebbe anche dipendere che non tutti i conii fossero stati rapidamente rimossi dopo l’introduzione del nuovo ritratto a barba lunga. Per questo, per collocare temporalmente le emissioni di Macrino, non ci si basa solo sulla lunghezza della barba, ma anche sulla spezzatura della legenda di dritto (più tardiva quella con lo spazio tra SEV e MACRINVS) e sulla titolatura del rovescio (anche se qui ci sono eccezioni sul COS II, piuttosto complesse, in cui mi sono perso e con cui non voglio annoiarvi). Quanto ai rovesci, vi troviamo rappresentate le classiche personificazioni, in particolare Fides, Securitas, Providentia, Salus, Aequitas, Annona che riflettono l’intenzione di placare ogni timore del popolo, ma soprattutto dei militari, in merito alla sua ascesa al trono, con particolare riferimento alla promessa di un periodo di prosperità e benessere, sotto la legittimazione degli dèi (di Giove, in particolare) che prevedono e provvedono allo stato per mezzo dell’imperatore. Ecco alcuni esemplari: Ed ecco un esemplare della mia moneta: Un richiamo diretto agli eventi correnti del suo regno sono le VICTORIA PARTHICA e VICT PART, a ricordare una vittoria che in realtà non avvenne mai in quanto fu più che altro una accordo sfavorevole per i romani con conseguenze inevitabili che contribuirono poi alla caduta dello stesso Macrino, che comunque non assunse il titolo di Parthicus: Qui non vi e’ la legenda, ma si vede l’imperatore in quadriga coronato dalla Vittoria con una chiara allusione agli eventi citati: Un'altra moneta collegata a fatti attuali e’ quella con la Liberalitas, che ha riferimento ai donativi fatti da Macrino il 24 aprile del 218 pochi giorni dopo la proclamazione ad augusto di Elagabalo, nel disperato sforzo di trovare consensi. In quella occasione vi fu anche la nomina ad augusto del figlio Diadumeniano: Chiudo con questo commento sul regno di Macrino che troviamo sul RIC IV: Comunque sia……belle monete! Fonti: - RIC IV - Le monete di Macrino e Diadumeniano (Panomara Numismatico) - Cointalk (con interventi di Curtis Clay e Dough Smith) - Wildwinds (immagini) - OCRE (immagini) Ciao. Stilicho
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  47. ho fatto l'impronta nella ceralacca ,si vede l'albero ma le lettere sono molto confuse . Grazie a tutti
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