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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/13/23 in tutte le aree
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Il mio intervento è probabilmente inutile perchè le cose importanti sono già state dette: la tolleranza di peso (minima 0.075 g), il peso stesso (troppo basso, anche per una eventuale pessima conservazione), l'evidente falsità. Vorrei solo postare 2 foto relative al lettering, che con il bordo perlinato è un’importante chiave di lettura. E’ veramente mal fatto, per tutte le lettere. Si possono controllare ad esempio le T: nel falso la banda orizzontale è piatta e quella verticale in parziale rilievo e si sovrappone malamente alla prima. Al contrario gli esemplari autentici mostrano bande tridimensionali prismatiche!4 punti
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Le passioni (se sono veramente tali) non servono ad arricchirsi e la numismatica appartiene certamente a tale categoria. Affronto questo tema - scontato per molti lettori di questo sito - perché talvolta quando viene presentata la numismatica ai (pochi) giovani che oggi se ne interessano vengono passati - forse involontariamente - messaggi che tendono a confondere la passione per le monete con una qualche forma di investimento. Ad esempio, tempo fa mi è capitato di leggere in un catalogo una frase del tipo "inserite nelle vostre collezioni anche monete d'oro in modo da garantirvi contro le fluttuazioni del puro mercato numismatico" (cito a braccio, ma il senso era questo). Un invito di questo tipo mi sembra piuttosto fuorviante perché in pratica si suggerisce di tesaurizzare monete d'oro "di Borsa" che dal punto di vista numismatico dicono poco o nulla. Partendo da queste riflessioni, mi sono domandato cosa sia successo a chi - una ventina di anni fa - avesse deciso di acquistare un marengo umbertino. In particolare non mi riferisco al comunissimo millesimo 1882 che troviamo facilmente dai compro-oro, ma il ben più raro millesimo 1884, coniato in soli 9.775 esemplari. Si tratta di una moneta classificata R2 che - soprattutto se ben conservata - ha un valore di mercato decisamente superiore rispetto a quello intrinseco dell'oro. Sfruttando il bel sito online del Catalogo Gigante sono andato a vedere come è evoluto il prezzo di vendita di tale moneta dal 2005 fino ad oggi, considerando uno stato di conservazione qFDC. I valori sono riportati nel grafico seguente: Il prezzo di vendita (indicato dai punti blu) è quello di alcuni listini italiani e delle principali case d'asta (inclusivo dei diritti). Si nota una grande variabilità, normale perché la classificazione qFDC si presta ad un ampia gamma di interpretazioni e nel conto va messo anche il margine di aleatorietà legato alla vendita all'asta. La linea rossa è un fit lineare (senza alcuna pretesa) che l'indica l'andamento a lungo termine delle quotazioni. Si vede abbastanza bene che c'è stata una tendenza generale alla riduzione delle quotazioni: chi avesse acquistato nel 2005 si ritrova - dal punto di vista finanziario - con una evidente perdita, senza contare l'effetto dell'inflazione che si è accumulata negli anni. Si tratta di un solo esempio e lungi da me l'idea che da questo si possano estrarre regole generali, ma mi sembra comunque significativo. D'altra parte la crisi di giovani vocazioni numismatiche produrrà in futuro un forte calo della domanda, mentre le vendite realizzate dagli eredi dei vecchi numismatici faranno crescere l'offerta. Il mercato ha le sue regole spietate. Dal punto di vista puramente finanziario le cose sarebbero andate ben diversamente se - usando gli stessi soldi - nel 2005 qualcuno avesse acquistato un certo numero dei comunissimi marenghi del 1882 che allora si potevano comprare sotto la soglia dei 100 Euro. Oggi avrebbe più che triplicato il capitale, ma sarebbe stato un puro investimento senza alcun interesse numismatico. In conclusione, la numismatica è una passione che può essere anche particolarmente costosa e che non garantisce un ritorno dal punto di vista finanziario. Ognuno deciderà quanto spendere in base ai suoi desideri ed alle sue disponibilità, ma non facciamo passare - neppure in via indiretta - il messaggio che possa portare anche ad una qualche forma di ritorno economico.3 punti
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All'estero la filatelia e storia postale è più viva che mai. In Italia il settore regge, nelle aste importanti ci sono rilanci notevoli, ..ovviamente anche in filatelia esiste la 1° scelta, lusso ed extra lusso.. ma quella è filatelia di investimento, dove chi acquista a volte non ha mai aperto un catalogo .. ed ha scelto un francobollo invece di un un Rolex. Il collezionismo deve portare a gioirne lo studio deve portare Cultura.. e deve divertire. Se si colleziona con lo stress del guadagno conviene fare altro.3 punti
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Salve. Condivido questo importante e bel tornese del 1579. Solo stamane, rivisitando la discussione su : " Rarità ,inediti o curiosità dalle aste per il vicereame " sono venuto a conoscenza della sua provenienza dalla raccolta di Genny ( il che per me rappresenta un marchio di garanzia ). IL post 91, in cui Genny faceva riferimento alla sua moneta, mi era evidentemente sfuggito! La moneta in oggetto ha fin da subito attirato il mio interesse e sono felicissimo di essermela aggiudicata. Mi ero anche reso conto che si trattava dello stesso esemplare pubblicato dal Magliocca al n. 99 di pag. 135 (R5) nel suo volume sulla moneta napoletana 1503/1680. Ringrazio tutti per l'attenzione. Un caro saluto.2 punti
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Salve ragazzi, oggi vi mostro un bel doppio fiorino di Vittoria datato 1887. Ho notato che il ritratto della sovrana è uguale alla moneta di un crown mostrato in altra discussione, solo che al posto del San Giorgio ci sono gli stemma dei 4 regni uniti. Anche questa è molto affascinante.2 punti
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Le lettere nel campo sono comuni a tutte le zecche in questo periodo. Servivano per distinguere le emissioni. A Lugdunum per esempio hanno usato A-S e C-R, a Treviri T-F, A-S, F-T, a Arelate R-S, C-S, P, S-F, T-F, e così via... Arka Diligite iustitiam2 punti
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esatto Silvio, per quanto riguarda il tuo concetto mi trovi d' accordo ma in tantissimi punti le monete dei Savoia sono e per il momento ancora, dei veri misteri. Ciao2 punti
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Dicevo che secondo me la produzione di cartamoneta cambogiana dall'indipendenza (Accordi di Ginevra, luglio 1954) non è particolarmente interessante. Tutt'altro discorso per quella vietnamita, che serba ancora qualche (quasi)segreto. Eccone uno. I primi dong del Vietnam del Sud: quando una tilde fa la differenza In seguito ai già citati accordi di Ginevra che chiudevano la vicenda della 1a guerra d'Indocina, la vecchia provincia dell'Annam si trovava divisa in due lungo il 17esimo parallelo: a nord la Repubblica del Vietnam sotto il controllo del Viet Minh e a sud lo Stato del Vietnam retto formalmente dall'ex-imperatore di Indocina Bao Dai. L'1 gennaio 1955 la Banca Nazionale del Vietnam aprì una sede a Saigon ed assunse le funzioni di banca centrale anche per la Repubblica del Sud. Tra le prime serie emesse dalla Banca Nazionale del Vietnam per la circolazione nella Repubblica del sud ce n'è una che presenta una particolare variante sconosciuta ai più: è la serie del 1955 da 5 e 10 dong, stampata da Thomas De La Rue & Company. Al fronte, in posizione centrale, la denominazione da 5 dong presenta una fenice in volo e quella da 10 dong una carpa koi (si riconosce dai barbigli ai lati della bocca, che la distinguono dal pesce rosso o carassio). Secondo la simbologia vietnamita, sono animali propizi. La bellezza della fenice la rende simbolo di virtù, grazia e nobiltà; inoltre, si crede che appaia solo in tempi di prosperità, quindi rappresenta anche la pace. La carpa koi, animale molto longevo, è emblema di lunga vita, ma anche di coraggio e perseveranza. Sulla destra, entrambe le banconote presentano l'immancabile dragone, l'animale più propizio di tutti e simbolo del Vietnam, di potere, nobiltà e immortalità. @littleEvil, questo è x te che ami le astruse vicende mitologiche: secondo la leggenda, all'origine dei tempi, Lạc Long Quân, figlio di un drago, si unì in matrimonio alla figlia di una fata, Âu Cơ, e la loro unione generò 100 figli (50 maschi e 50 femmine); il loro primogenito divenne il capostipite della prima dinastia di regnanti Việt: per questo motivo, il dragone rappresenta la regalità e i vietnamiti si considerano i "discendenti del drago e della fata". Al retro, sono rappresentate scene di vita: un contadino che ara un campo di riso con il bufalo d'acqua sulla banconota da 5 dong e le tradizionali imbarcazioni dau o dhow dei pescatori su quella da 10 dong. Parlavo di un (quasi)segreto: esiste una variante poco nota, un errore di scrittura del titolo Thủ-quỹ Trung-ương ("il Tesoriere Centrale") in cui Thủ-quỹ appare senza tilde sulla y: "Thủ-quy". La 10 dong si legge peggio però credo si veda che manca la tilde... L'errore appare su alcuni primi esemplari ed è stato corretto nel corso della produzione. La progressione del numero di serie di queste due emissioni segue la logica del tipo A1, B1, ... Z1, A2 ecc. Per quanto riguarda la denominazione da 5 dong, appare su alcune banconote comprese tra le serie A1 e S5 mentre per la denominazione da 10 dong l'errore si riscontra su alcune banconote delle serie da A1 a P4. Non tutte le banconote comprese tra questi intervalli presenta l'errore ma solo alcune, mentre altre hanno la titolatura corretta con tilde. Se vi capita, buttateci un occhio... 😉2 punti
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Provo con un 5 franchi francese del tipo Hercules https://en.numista.com/catalogue/pieces1187.html2 punti
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DE GREGE EPICURI @fullonsCiao, alcune delle monete "grottesche" che hai postato (da NUMISCANAL) mi sembrano non ufficiali, in particolare l'ultima tetradramma di Caracalla, quella più a destra. Quanto al tema generale "una moneta per imperatore", capisco benissimo questo tipo di scelta, che è quella di gran lunga più diffusa, ma personalmente mi sono comportato in un altro modo, nel lungo periodo (ora concluso) in cui ho collezionato monete romane imperiali. Nel senso che ho sempre acquistato le monete che più mi interessavano e piacevano, anche se di quel regnante avevo già molti esemplari. Quello che privilegiavo erano i rovesci rari, o con particolare significato storico (es.scene con molti personaggi, o monumenti...) Di alcuni augusti o cesari (es. Diadumeniano) non ho mai avuto monete imperiali, ma solo provinciali. Ma questo dimostra solo la varietà del collezionismo e la libertà di ciascun collezionista!2 punti
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Buon pomeriggio a tutti Ho aperto questa discussione come invito agli appassionati della monetazione del Grande a inserire gli esemplari più interessanti dal punto di vista estetico e anche per rarità, sia posseduti sia visti in giro. E questo indipendentemente dal metallo, quindi dai distateri ai bronzi. Questo mio tetra proveniente dalla Tkalec di Zurigo dell'ottobre 2007 penso sia adeguato ad aprire la galleria, anche perché Martin Joseph Price ha scelto questa immagine come illustrazione del suo libro più famoso ‘The Coinage in the Name of Alexander the Great and Philip Arrhidaeus’. La zecca è di Tarso, in Cilicia, e il periodo c. 323-317 a. C. Leggiadra la Nike in volo a destra nel campo a sinistra. La catalogazione è Price 3042a in quanto, oltre al monogramma sotto il trono, è presente una sigma maiuscola in esergo. apollonia1 punto
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Proseguo con un'altra moneta da 100 lire, che probabilmente qualcuno di vecchia data si ricorderà che ho già postato, ma comunque vorrei sapere il vostro giudizio. Anche questa è stata poi slabbata e vi dirò come. Grazie a chi vorrà partecipare, le foto iniziali sono sempre le mie. Saluti Marfir1 punto
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Buonasera a tutti, dopo tanto tempo sono riuscito a migliorare in conservazione uno dei miei 9 Cavalli di Ferdinando IV. Li ho messi insieme esclusivamente per la foto, poi staranno separati in collezione, ognuno al suo posto. 9 Cavalli Ferdinando IV Magliocca 325b Saluti Alberto1 punto
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Grazie Antonio, quindi la battezzo come Asse di Adriano con Salus al rovescio, RIC 833 var o ha un'altra classificazione? Comunque adesso con l'indizio della Salus me la cerco con più calma Grazie a entrambi1 punto
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Ciao e bentornato 🙂. Si tratta di un asse di Adriano. Quello postato da @gioal corrisponde al RIC 833 con la personificazione dela Salus seduta sul rovescio e con ritratto dell'imperatore con testa laureata e busto nudo. Guardando meglio la tua moneta mi sembra che diversamente da quella postata, la testa non è laureata e quindi dovrebbe essere una variante (ce ne anche un'altra con testa laureata e busto corazzato). ANTONIO1 punto
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Mi permetto di evidenziare la trascrizione errata: avevo scritto PERINUMIA (riecheggiante - ma con significato diverso - exonumia...)1 punto
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No, amico @Maastricht, non ci siamo. La domanda te la faccio io: L'articolo citato da @ARES III l'hai letto? Hai ascoltato le parole di Trizio nel filmato che ho postato io? Se non l'hai fatto, fallo prima di domandare. Se l'hai fatto rileggilo ci sono dei punti sul ritrovamento che svelano il mistero dietro alla tua domanda Spoilero in parte la risposta, ma è un segreto quindi lo scrivo piano... le spade avevano anche delle parti non metalliche.1 punto
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Ma visto che proviene dall' Inghilterra direi tardo celtico insulare , tra il I sec a.C e il I d.C. La carenatura ormai sottile ma soprattutto la decorazione delle appliques di sospensione mi fanno propendere per tale datazione. Sicuramente non è altomedievale,magari sarà stata trovata in un contesto di VI VII sec. Non lo sappiamo ,non è specificato ma se anche fosse non sarebbe inusuale un riuso di bronzi di 500 anni più antichi. Se questo vi sembra sassone..1 punto
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Sì, ho controllato. Ma ho solo la mia copia. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Prova a contattare la casa d’Aste, il titolare è persona molto a modo se può accontentarti credo lo farà!1 punto
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Buongiorno, Mi è capitata questa moneta dell'imperatore Costanzo II come Cesare. Una Virtus Caess, zecca di Arles del 324-337. A me semplice appassionato e piccolo collezionista mi ha incuriosito il rovescio, che presenta la raffigurazione della cosiddetta porta del campo, o camp gate che dir si voglia. La curiosità sta proprio nella porticina, che non è diciamo così, statica, ma si notano perfettamente le ante che è come se si stessero aprendo. Inoltre sono presenti a fianco le lettere S e F. È una tipologia di rovescio particolare oppure sono io che ho fantasticato troppo? Grazie per i vostri commenti!1 punto
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Ciao Bruno è un vero piacere sentirti e sapere che condividi il mio pensiero. Purtroppo nonostante le "nuove luci sulla monetazione sabauda" rimangono grandi zone buie, ma sono uno dei motivi per cui questa millenaria monetazione mi affascina ancora! Chissà se gli altri "Valdostani" sono daccordo con le mie ipotesi...1 punto
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Fa piacere essere ricordato dai propri allievi nella presentazione a un convegno scientifico, specie se si tratta del XXIII SIMPOSIO ADRITELF in occasione del 50° Anniversario dell’Associazione, che si è tenuto a Trieste dall’11 al 13 settembre. Le mie allieve sono le Proff. Laura Catenacci e Milena Sorrenti. ADRITELF sta per Associazione Docenti e Ricercatori Italiani di Tecnologie e Legislazione Farmaceutiche e per celebrare l’importante traguardo del cinquantenario sarebbe stato il caso di coniare una medaglia. apollonia1 punto
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Queste frasi le troverete poi anche nella locandina ma posso anticiparle già qui : Consigliata prenotazione per l’evento a : [email protected] Obbligatoria l’adesione per il pranzo conviviale a : [email protected]1 punto
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No, mai sentiti (almeno per quel che mi riguarda). Ho dato una rapida lettura agli ultimi interventi in questa discussione e mi pare quasi che, in certi casi, si vogliano prendere troppo sul serio le panzane che girano sul Web. Sembra quasi che vi sia un morboso desiderio di distorcere gli eventi e mettere in costante dubbio la storiografia ufficiale, dando invece ampio risalto alle "ipotesi" peregrine scritte dal primo Pinco Panco su un social network. Ora, comprendo che l'intento della discussione sia goliardico ma cerchiamo di non esagerare. Come si suol dire, il gioco è bello quando dura poco.1 punto
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Io dico che se formassero la European Equipe,tu staresti incollato alla tv🤣😏1 punto
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Ma infatti lo dovremmo proprio scrivere un bel libro di storia complottara, per divertirci a verificare se poi ci credono davvero (e questo è facile da ipotizzare) ma soprattutto fino a che punto si può infinocchiarli e manovrarli. Forse non dovremmo più pensare a 'sti dementi come a un problema, bensì come a una risorsa da sfruttare per i nostri (*) fini, come già fanno gli estremisti politici. (*) in generale, chiunque siamo1 punto
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Non è contemporanea di oggi, ma contemporanea dell'epoca nella quale era coniata la moneta originale. Bisognerebbe sempre contestualizzare le cose. Quindi suberato, anche perché c'è pure scritto nella prima riga della descrizione.1 punto
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Allora quelli non sono veri amici se ti danno ragione solo per il vincolo di amicizia. Un amico vero ti dice le cose come stanno anche quando queste non siano a tuo favore. Gli utenti che ho citato hanno un integrità intellettuale che non permetterebbe mai loro di occultare la verità in virtù di un rapporto amicale. Sinceramente è un po' offensivo da parte tua: sia pensare che io chiamo altri utenti per darmi ragione, sia che altri intervengano dandomi ragione solo per amicizia. Se avrai modo di rileggere tutti gli interventi nessuno è ancillare. Credo che siamo abbastanza fuori tema, ma in modo inutile.1 punto
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Bronzo della Koinon di Macedonia, regno di Settimio Severo, che raffigura al dritto la testa elmata di Alessandro Magno con l’elmo ornato da un grifone e al rovescio Alessandro che indossa la clamide e pone le briglie a Bucefalo (Wildwinds). Coin type URI https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coins/6/384json ttl rdf xml Volume VI Number 384 (temporary) Province Macedonia Region Macedonia City Koinon of Macedonia Reign Severus Alexander Issue One neocoria - Type E helmeted head Obverse inscription ΑΛƐΞΑΝΔΡΟΥ Obverse design helmeted head of Alexander the Great, r.; griffin on helmet Reverse inscription ΚΟΙΝΟΝ ΜΑΚƐΔΟΝΩΝ ΝƐ Reverse design Alexander the Great standing, r., wearing chlamys, placing bridle on Bucephalus rearing apollonia1 punto
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DE GREGE EPICURI Per ora non ho trovato medaglie del santuario di S.Antonio da Padova in Gemona, anche se tale santuario è citato in molte storie e leggende friulane (una di Sauris, che ho letto recentemente). Però si trovano medaglie che su uno dei lati riportano S.Antonio, come questa, che sull'altro lato ha Santa Rosa da Lima ( scritta: S.ROSA VIRGO-LIMA).1 punto
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Stupenda conservazione! I micro segni da contatto sono condizione abituale, che non tolgono nulla alla bellezza della moneta, di freschezza assoluta. Permettono però di trattare rispetto alla quotazione piena di catalogo .......1 punto
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Se si è interessati alla storia postale militare i libri da avere in libreria sono: LA POSTA MILITARE ITALIANA 1939 / 1945 di Giuseppe Marchese per quanto riguarda la 2° guerra mondiale. Per la 1° guerra mondiale.... POSTE MILITARE ITALIANE della prima guerra mondiale (Fronte italiano e albanese di Luciano Buzzetti. I libri sono importanti, andrebbero acquistati prima di acquistare francobolli o buste. ... e vanno studiati come si studiano i cataloghi. Una libreria filatelica ben fornita è un'altra collezione, e sono sempre soldi spesi bene.1 punto
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Io direi che l'opera più utile per una collezione di papali è il MIR Pontificio, in 4 volumi, prezzo circa 120 euro cadauno. Puoi partire acquistando il volume più vicino alle monete di tuo interesse e poi aggiungere gli altri. In futuro, quando avrai maggiori esigenze di scientificità, potrai aggiungere il Muntoni. Può sembrare tanto spendere quasi mille euro di libri, ma per una collezione numismatica, per quanto possa sembrare strano, i libri sono più importanti delle monete.1 punto
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Ho notato che manca ancora una FTR di Giuliano II: Dal mio archivio fotografico un AE 3 per la zecca di Roma classificato RIC VIII, 306. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Mi sono basato sul testo del Ladich "monete dei re Ostrogoti in Italia"che cita anche autori propensi all'attribuzione per Amalasunta. Penso che il monogramma di Teodorico apparisse per legittimare e pregiare la reggenza di Vitige che non era di nobili ascendenze. Credo anche che i monogrammi seguano un'evoluzione ripercorribile cronologicamente. Ma credo anche che l'ultima parola spetti a @Poemenius..1 punto
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Perdonatemi @Adelchi66 e @daniele8. L’unico dato sicuro è il monogramma di Teodorico al rovescio mentre il diritto è malamente leggibile e non riesco a leggere la legenda e quindi l’attribuzione imperiale. Non è indicato il peso. Vedete qualcosa che non riesco a leggere? cosa vi fa propendere così con sicurezza per il periodo post atalariciano? Lo stile non mi pare così probante da poter propendere con coscienza scientifica per qualcuno in particolare, mi pare. Non considererei l’attribuzione di Varesi se non ipoteticamente indicativa. Al momento non ho sottomano i miei cataloghi cartacei ma da quanto ho a disposizione in digitale non sarei del tutto sicuro…1 punto
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Tra tutte le emissioni enee di Valentiniano III, la Porta di Campo è quella che si trova con maggiore frequenza nei listini d’asta e nelle collezioni private e, pertanto, sembra che le ripetute emissioni di questa tipologia siano state particolarmente abbondanti. Secondo il RIC questa iconografia è stata battuta come nummo (RIC 2123-2128), e come doppio nummo (RIC 2135, simile al RIC 2124, con sigla RM in esergo ma senza il numerale d’Officina😞 tuttavia vi sono pochissimi esemplari del RIC 2135 e non è possibile determinarne il peso medio e quindi confermare o smentire l’affermazione di Kent. J.P.C. Kent suddivide l’iconografia della Porta di Campo in due grandi gruppi, coniati da tutte le officine: - porta con torrette piramidali (RIC 2123-2125) - porta con due coppie di globetti in luogo delle torrette (RIC 2126-2128) In realtà, l’iconografia della Porta di Campo di Valentiniano III è molto variabile e se si prende quale discriminante l’aspetto delle torrette, allora appare opportuno distinguere tre gruppi, all’interno di ognuno dei quali la torre può avere un numero variabile di file di mattoni, con il profilo esterno a volte tracciato con una successione di punti anziché una linea: - porta con torrette piramidali (RIC 2123-2125) - porta con cupolette triangolari (RIC 2123-2125v) - porta con due coppie di globetti in luogo delle torrette (RIC 2126-2128) Nonostante la notevole variabilità del disegno della porta e diversamente da gran parte delle altre emissioni, in questa tipologia il volto di Valentiniano III non di rado appare con un aspetto giovanile, a prescindere dal disegno del rovescio. Tra i tre gruppi in cui ho suddiviso la tipologia della Porta di Campo, quello con le torrette rettangolari è di gran lunga prevalente e rappresenta quasi i ¾ del totale.1 punto
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Buonasera a tutti. Ferdinando IV Piastra .1816. Non avevo mai notato il punto di compasso.1 punto
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Ed è usato piu' spesso di quello che crediate... Di fatto ho avuto conferma che le maggiori case d'asta COME MINIMO fanno filtrare tutte le foto raw con appositi filtri per standardizzare le foto e dare una apparenza organica e omogenea dell'insieme delle monete che mettono in asta. Alcuni poi applicano filtri diversi sulle diverse tipologie di superfici (argenti, ori, bronzi) in modo da massimizzare contrasto e rilievo delle monete. Il primario inconveniente di questi filtri è quello di alterare la resa cromatica delle patine, che risultano a volte in foto molto lontane dalla resa dal vivo. Un piccolo esempio della stessa moneta fotografata con filtri differenti da due diverse case d'asta. Sopra foto Gadoury, sotto Nomos. Per gli argenti il cromatismo ha meno oscillazione ma i filtri giocano piu' su opacità e contrasto ed aumentando il giallo è un attimo "caricare" o meno una leggera patina.1 punto
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