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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/21/23 in tutte le aree

  1. Oggi vi presento la serie dedicata alla Lira di re Umberto I. Purtroppo manca quella del 1883, ho avuto occasione di prenderla qualche anno fa, ma era in conservazione penosa. Ora, non disdegno le basse conservazioni - soprattutto quando riguardano pezzi estremamente rari - poiché anche un MB ha la sua dignità se presenta un'usura uniforme. La Lira disponibile non aveva nemmeno quest'ultima caratteristica e, quindi, l'ho lasciata. Forse un giorno colmerò la lacuna. Qui trovate il secondo conio della Lira del 1884 (l'Attardi non lo riporta, anzi assieme a quella del 1883 la definisce di 1° tipo, potete vedere più sotto la "Briciola" pubblicata sul Gazzettino che mostra le differenze fra i due tipi). Della Lira del 1899 "9 ravvicinati" potete notare la maggior usura: essendo una semplice curiosità, ho messo in collezione la prima che ho trovato; magari, un domani se capiterà, provvederò a migliorarne la conservazione. La "Briciola" del Gazzettino #5 del giugno 2019:
    6 punti
  2. Faccio i miei più sentiti complimenti a @nikita_ e @Meleto per aver risolto questo quiz davvero difficile. In effetti, si tratta di un batzen del principato di Neuchâtel del 1810 ma, guardando al solo rovescio, poteva essere qualunque nominale. Alexandre Berthier è certamente il meno conosciuto tra i napoleonidi. Ciononostante fu uno dei migliori generali francesi durante le guerre napoleoniche. In particolare, fu capo di Stato Maggiore, ovvero il grande organizzatore dietro le manovre delle armate francesi. In pratica, era colui che permetteva concretamente che gli ordini impartiti da Napoleone venissero applicati sul campo di battaglia. Considerando i sistemi di comunicazione dell'epoca, era fondamentale riuscire ad avere una logistica rapida ed efficace. Partecipò a quasi tutte le grandi campagne napoleoniche: Italia, Egitto, battaglia di Marengo (fu colui che permise l'attraversamento delle Alpi in poco tempo), Austerlitz, campagne militari in Prussia, Spagna e Russia. Fu, quindi, una figura indispensabile per Napoleone: oltre ad essere il Maresciallo più pagato dell'Impero, nel 1807 ottenne il titolo di principe di Neuchâtel, un piccolo cantone svizzero che, tuttavia, gli permise di coniare le proprie monete. Un privilegio che, come sapete, spettava a ben pochi della cerchia napoleonica, specialmente se non legati da vincoli familiari. https://it.wikipedia.org/wiki/Louis_Alexandre_Berthier
    4 punti
  3. E' un cantone svizzero, ma senza numista non ci sarei mai arrivato è vero che utilizzando bene il sito su può trovare quasi tutto, ma è una mezza sconfitta perchè purtroppo significa non conoscere a vista una determinata monetazione. 1 Kreutzer - Alexandre Berthier - Principality of Neuchâtel – Numista ps: ma può essere un'altro nominale
    3 punti
  4. Chiaramente Uomo Tigre sul ring con Antonio Inoki...
    3 punti
  5. Buon pomeriggio, allego alcune pagine che potrebbero essere utili... Tratte da: "Delle monete e dell'instituzione delle zecche d'Italia, dell'antico e presente sistema di esse: e del loro intrinseco valore, e rapporto con la presente moneta dalla decadenza dell'impero sino al secolo XVII" Gian Rinaldo Carli · 1757
    3 punti
  6. Va in un campo e trova moneta d’oro del I secolo a. C. La scoperta nei pressi del paese in cui furono ambientati film psico-horror Incredibilmente bella, con le sue decorazioni che stanno tra l’astratto e la figurazione. La moneta è stata trovata quest’estate in un campo agricolo di Benington, un villaggio e parrocchia civile nel distretto di East Hertfordshire , nell’Hertfordshire, in Inghilterra, a circa quattro miglia a est di Stevenage e 35 miglia a nord di Londra. Una zona ad alta vocazione agricola, sin dall’antichità, in cui oggi risiedono 900 persone. Questo luogo magico è noto per un cortometraggio horror psicologico del 2009 e per la serie web No Through Road di Steven Chamberlain: la storia di quattro adolescenti di diciassette anni in viaggio verso Stevenage che si ritrovano intrappolati in un loop temporale lungo due segnali stradali che indicano un incrocio tra Benington e Watton. Luogo con un’aura metafisica, bella e, a tratti inquietante, quello in cui la moneta è stata portata alla luce. L’oggetto prezioso è un quarto di statere importato dai Galli dell’età del ferro, forse dei Nervii, risalente al I secolo a.C. La tipologia della moneta è quella a “Linee incrociate con cavaliere”. Il dritto presenta segni di scalpello incrociati. Il rovescio riproduce l’immagine di un cavallo, di una lira e di un cavaliere. Essa pesa 1,89 grammi e ha un diametro di 12,9 millimetri. Il recto e il verso dell’antica moneta celtica @ Rights Holder: The Portable Antiquities Scheme CC License I Nervi, che produssero questa moneta, poi giunta in Inghilterra, costituivano la tribù più influente all’interno della regione della Gallia Belgica durante il I secolo a.C., zona che era situata vicino al fiume Schelda. Secondo le testimonianze di Tacito e Strabone, i Nervi avevano origini germaniche. Nei resoconti di Gaio Giulio Cesare nel suo De bello Gallico, i Nervi erano descritti come il gruppo più combattivo tra le tribù belgiche. Una prova di ciò risiedeva nella loro cultura, che aveva somiglianze con quella degli Spartani, evidenziando così il loro carattere guerriero. https://www.stilearte.it/va-in-un-campo-e-trova-moneta-doro-del-i-secolo-a-c-la-scoperta-nei-pressi-del-paese-in-cui-furono-ambientati-film-psico-horror/
    3 punti
  7. Complimenti!! Secondo me è un Batz (https://en.numista.com/catalogue/pieces24213.html) ma compimenti comunque davvero!! Ci stavo diventando matto!😄 Complimenti anche a @lorlukeper aver proposto il quiz più longevo in questa discussione!
    2 punti
  8. Mi è capitato di vendere qualche moneta sulla baia e, quindi, parlo per esperienza diretta. Non è possibile vendere una moneta e spedirne un'altra di valore e/o conservazione inferiore. Il sito tutela sempre il compratore, a volte anche in maniera eccessiva. Perciò non esiste che il venditore possa fare il furbetto, a meno che non voglia prendersi un bel feedback negativo. Ciò che arriva all'acquirente è sempre quello viene mostrato in foto. Altrimenti si apre una contestazione per "oggetto non conforme alla descrizione" e si ottiene in poche ore il rimborso. Più plausibile l'ipotesi dell'asta con riserva anche se, anche su questo punto, occorre aggiungere un elemento che forse non tutti sanno: ogni volta che si apre un'asta con prezzo di riserva, il sito prende subito una commissione. Se, invece, l'asta è "libera", il sito non applica una tariffa immediata alla creazione dell'inserzione ma solo se l'oggetto viene venduto. Quindi, sulla baia, non sempre è così conveniente creare aste con riserva (a differenza, magari, di altri siti di e-commerce).
    2 punti
  9. 2 punti
  10. L ho scritto allo sfinimento nel passato … ho perso la speranza.
    2 punti
  11. Ciao, eccola intera e con spiegazione. Benedikt von Nursia / Zachariassegen Benedikt von Nursia / Zachariassegen Medaille aus Bronzeblech VS: Der heilige Benedikt von Nursia mit Krummstab und Giftbecher. Umschrift, Umschrift, S[ANCTI] P[ATRIS] BENEDICTVS [Heiligen Vater Benediktus] Davor der Benediktusschild mit dem Benediktussegen Umschrift, C[RVX] S[ANCTI] P[ATRIS] B[ENEDICTI] [Kreuz des heiligen Vaters Benediktus] C[RVX] S[ACRA] S[IT] M[IHI] L[VX] N[ON] D[RACO] S[IT] M[IHI] D[VX] [Es sei das heilige Kreuz mein Licht, der Drache sei mein Führer nicht!] V[ADE] R[ETRO] S[ANTA] * N[VNQVAM] S[VADE] M[IHI] V[ANA] * S[VNT] M[ALE] Q[VAE] L[IBAS] * I[PSE] V[ENENA] B[IBAS] [Weiche Satan! Rate nimmer * Mir der Sünde falschen Schimmer * Du kredenzest bösen Wein * Trinke selbst das Gift hinein] Link RS: Der Zachariassegen Umschrift, + Z + DIA + BIZ + SAB + Z + HGF + BFRS XVII Jhd
    2 punti
  12. Ciao a tutti Nel periodo tra il 1814 e il 1860, credo che la difficoltà di questo fosse relativamente elevata. Essere ben protetto e in buone condizioni
    1 punto
  13. Vai tranquillo!!! dal loro sito, sotto Menu: CUCINA / BAGNO / in movimento / SALDI
    1 punto
  14. Dall'home del loro sito: e questi denar luccicanti della Macedonia in ottone del valore di qualche centesimo sono il loro tesssoro? Niente accessori per la casa? manco a visitare il sito allora
    1 punto
  15. Bene, appurato che non ho battuto la testa cadendo dalla sedia vi mostro cosa mi ha fatto sentire davvero male: Cliccando l’immagine: Ecco cosa avrei voluto non vedere mai… una delle nuove (apparentemente) case d’asta che si è affacciata sul mercato mettere in bella mostra sulla homepage del suo sito una ciofeca che oltre che nota da decenni è pure di orribile fattura. https://www.xn--rnesanscoins-4ib.de/ Agricoltori prestati alla numismatica?
    1 punto
  16. Aggiungo una peculiarità riscontrata sul contorno del II conio della Lira del 1884:
    1 punto
  17. È quello che stavo pensando, perché per la verità le monete di Carlo VI a discapito di un periodo di coniazione più vicino a quello in osservazione io non ne vedo un'ampia diffusione in base anche ai pezzi ivi presenti oggi sul mercato. Invece per le monete di Carlo II, ora che ci faccio caso, io personalmente le ho sempre viste sui banchetti o nei negozi delle nostre zone in gran numero e anche in modo parecchio usurato. Specialmente carlini, tarì e grani sono ancor oggi in vendita in modo massiccio. Ora che ricordo, sicuramente più di 20 anni fa, una persona voleva vendere ad un negozio una moneta molto usurata che aveva trovato in campagna e se la memoria non mi inganna era una moneta in rame o di Carlo II o di Filippo IV. Grazie a tutti dei vostri commenti.
    1 punto
  18. Quoto 100% e quella moneta è fdc originale e pure bella😉 Il resto hai detto tutto tu
    1 punto
  19. Almeno Carlo II, anzi prevalentemente. Il che significa che tutti i nominali del 1750 circolavano in minor percentuale rispetto al resto, quindi come "moneta preferita" ti suggerisco questa... 😛
    1 punto
  20. Te lo spiego io, allora: se nel contesto di una critica comportamentale ci aggiungi le parole suddette, stai attribuendo detto tipo di comportamento al soggetto a cui sono indirizzate le parole dette . Meno numismatica e più Crusca
    1 punto
  21. Sei tu che hai scritto” questo è il modus operandi che aveTE” … non l’ho scritto io… quindi non ti ho messo in bocca nessuna parola che tu prima non abbia abbondantemente scritto e sottoscritto. Le associazioni si curano da sempre di comunicarsi i falsi, l’ IBSCC cura il bollettino anti contraffazioni aperto alla consultazione… e le segnalazioni arrivano dalle associazioni dei vari paesi… quindi direi che facciamo quel che dobbiamo e possiamo nei limiti di legge…. Come dico sempre: io di figlioli ce n’ho uno …. Gli altri che abbiano un po’ di prudenza autonoma, senza aspettare che ci pensino gli altri
    1 punto
  22. Forse mi sono perso qualcosa ma gli archivi che ho presente sul web mi pare siano opera di volontari, che poi magari riprendono anche i falsi diffusi dalle varie associazioni. Detto questo non era mia intenzione puntare il dito contro nessuno, lo trovo innanzitutto inutile, trovo invece abbia più senso discutere pacatamente su come arginare maggiormente i falsi, si può sempre fare di più. Collezionisti e venditori li vedo sulla stessa barca, come dicevo prima se il mercato ne è invaso penso infatti ci rimettano tutti, possono pure allontanare nuovi eventuali collezionisti che amano le comodità e magari un archivio pubblico ufficiale che possono trovare online senza sbattersi troppo lo apprezzerebbero.
    1 punto
  23. Qualche mese or sono le dichiarazioni scientificamente corrette della dottoressa Martina Tauber, anatomopatologa dell’ospedale di Bolzano e responsabile della mummia, mal comprese e/o travisate da giornalisti poco preparato e/o attento e lanciate nel gioco del "telefono senza fili" della ripresa della notizia da una testata all'altra (senza verifica come quasi sempre accade), hanno portato all'invenzione tutta mediatica che il nostro buon uomo del Similaun fosse sardo. Forse era in vacanza in Alto Adige, mah (con una simile boutade giornalistica mi si potrà perdonare una battuta da cinepanettone). No! Ötzi non era sardo. Cosa ci dice veramente lo studio del suo cromosoma Y 6 Luglio 2023 - 11:16 di Juanne Pili Spieghiamo i legami genetici della mummia coi sardi Ci segnalano un articolo del Corriere Trentino che sulla mummia scoperta nel 1991 in Alto Adige soprannominata Ötzi titola con un virgolettato «Era sardo, con il colesterolo e 61 tatuaggi: è ingrassato negli ultimi anni». A rendere questa frase sconvolgente è il riferimento alla presunta origine sarda dell’uomo vissuto nel Neolitico. In realtà le cose stanno diversamente, ed è probabile che i titolisti abbiano frainteso le affermazioni degli esperti. Il professor Paolo Francalacci, esperto di Genetica di Popolazioni e Genetica Evoluzionistica dell’Università di Cagliari, che ha studiato il cromosoma Y di Ötzi, spiega a Open perché è scorretto sostenere che l’antico uomo ucciso nelle Alpi fosse sardo. Come è stata riportata la notizia L’articolo è un’intervista alla professoressa Martina Tauber, anatomopatologa dell’ospedale di Bolzano e responsabile della mummia. Questo potrebbe far pensare che tale attribuzione sia proprio dell’esperta, come riporta l’Unione Sarda nel rilanciare la notizia: «Era sardo e, nonostante il suo stile di vita salutare soffriva di colesterolo alto, artrite e arteriosclerosi», racconta l’anatomopatologa dell’ospedale di Bolzano Martina Tauber, come riporta il Corriere della Sera. Ecco il passaggio in cui potrebbero essere state fraintese le affermazioni di Tauber: Ötzi non era sardo, ma alcuni sardi hanno degli antenati in comune Cosa ci racconta invece il sottogruppo paterno e come si studia? «Come sapete il cromosoma Y si trasmette di padre in figlio come un cognome – spiega Francalacci -. Parliamo di aplotipo quando vogliamo indicare le mutazioni individuali del cromosoma Y. Con aplogruppo invece intendiamo una famiglia. L’aplogruppo a cui appartiene Ötzi è il G2a. Probabilmente la sua zona di diffusione era quella caucasica ch’è arrivata nel Neolitico risalendo il Danubio. La seconda strada era quella marittima». Come fa Ötzi a risultare imparentato coi sardi? «Quella di Ötzi è una linea ch’è arrivata fin da 8/9 mila anni fa dalle aree dell’Europa centrale – continua il Professore -, a quel punto quei popoli sono scesi verso la penisola italiana mediante un percorso molto simile a quello seguito dagli antenati degli Etruschi. Anche loro non si sono fermati in Toscana, ma hanno attraversato l’arcipelago Toscano, Corsica e Sardegna». Quindi la situazione è ribaltata. «Ötzi ha un aplotipo che appartiene all’aplogruppo G2a di origine caucasica che troviamo effettivamente anche in Sardegna – spiega Francalacci -, perché discendono da questi popoli provenienti dal Nord. Tra l’altro Ötzi è morto 5 mila anni fa, quindi la Sardegna non l’ha mai vista. Forse dei parenti comuni sono arrivati in Sardegna da quella stessa strada». Francalacci et al., 2013 | Nello schema vediamo come Ötzi non potesse essere sardo. Aveva invece degli antenati in comune coi gruppi che poi scesero lungo la Penisola italiana, fino a raggiungere Sardegna e Corsica. Quindi Ötzi non era sardo. Sono i sardi casomai ad avere antenati in comune con lui? «Attenzione – precisa il Professore -, questo non vale per tutti i Sardi. Il cromosoma Y ci racconta che una buona parte di loro discende da popolazioni provenienti dalla Penisola iberica in epoca Mesolitica. La popolazione proto-sarda discende ovviamente da diverse linee di popolamento. Si tratta di cose che ho analizzato con altri ricercatori in uno studio pubblicato su Science nel 2013». La smentita del Museo archeologico dell’Alto Adige «Grazie per l’accurata verifica dell’informazione. Confermiamo l’interpretazione del professor Paolo Francalacci. L’espressione che Ötzi fosse Sardo è stata purtroppo un fraintendimento giornalistico. La dottoressa Tauber si riferisce alla pubblicazione del genoma di Ötzi di A. Keller / A. Graefen et al, in “Nature Communications” (28.2.2012). In questa pubblicazione viene osservato che l’aplogruppo Y di Ötzi G2a4 si trova tuttora in tutta Europa. Nelle isole di Sardegna e Corsica si trova in un tasso più elevato (fino al 20%)». «L’aplogruppo dell’Uomo venuto dal ghiaccio è arrivato originariamente in Europa dal Medio Oriente dai primi agricoltori e allevatori di bestiame nel corso della cosiddetta “rivoluzione neolitica”. Ai tempi di Ötzi, nell’età del rame, questo aplogruppo era molto diffuso in Europa. È stato gradualmente perso nel corso dei millenni successivi a causa delle numerose migrazioni nella storia umana ed è sopravvissuto solo in regioni isolate come le regioni insulari del Mediterraneo». «Riassumendo in breve: fino al 20% di Sardi e Corsi condividono il bagaglio genetico di un antenato di Ötzi che è arrivato in Europa durante la rivoluzione neolitica, quindi circa 1000 anni o più prima di Ötzi. La deduzione che Ötzi fosse Sardo quindi non è corretta». -> https://www.open.online/2023/07/06/otzi-sardo-studio-cromosoma-fc/
    1 punto
  24. Nel medioevo i cambiavalute inchiodavano i falsi a una tavola appesa alle loro spalle. Ma erano autorizzati a farlo. Come le benche attuali se gli consegni una banconota falsa. Invece il commerciante non può farlo con una moneta di proprietà di terzi. Quindi l'unica cosa che può fare è restituire il falso al proprietario. Tutto qua. Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  25. Non c'è il mio indirizzo, ho accuratamente occultato i miei dati. Quello che si legge è l'indirizzo dell'ufficio postale.. che io sia di Villafranca di Verona è indicato anche nel mio profilo. Grazie comunque per la premura! 😉
    1 punto
  26. Da un vecchio album in un vecchio stipetto, 8 oggetti & dettagli dell' arte degli antichissimi Minoici, su 8 francobolli dei moderni Greci .
    1 punto
  27. 20 centesimi Emanuele III leggermente rigato 20 centesimi Emanuele III 1920 Insieme di 20 centesimi 1918/19/20,notare quello leggermente rigato 1919.
    1 punto
  28. @gpittini Un estratto è comunque scaricabile liberamente da Academia (99+) Jitals | Robert Tye - Academia.edu
    1 punto
  29. Iniziamo con la cosa più semplice: i tatuaggi oltre ad avere una funzione estetica sono anche un marchio di riconoscimento e di appartenenza. Ci sono numerose bande criminali che utilizzano dei tatuaggi per identificare i propri associati e riconoscere le altre gang (alleate o avversarie). Un PU o una guardia carceraria che avesse un tatuaggio potrebbe essere confuso come appartenente ad una determinata associazione criminale, con le conseguenze che ne deriverebbero (in primis la sua incolumità). Quindi non è proprio il caso di averne di tatuaggi se si vuole fare una certa professione! Dobbiamo distinguere 1- quando c'era l'impero romano (o anche la Repubblica) non c'era l'Italia politica e lo stesso concetto di Italia politica (mentre quella geografica era ben conosciuta già dai Greci), quindi temporalmente parlando siamo molto molto distanti (per non dire culturalmente, politicamente, socialmente,....) 2- l'ambiente militare (come quello carcerario odierno) era essenzialmente ambiente chiuso culturalmente parlando quindi distante dalla società. Esempi se ne possono fare molti, uno su tutti è rappresentato dalla estrema diffusione dei culti misterici ed orientali rispetto alla società civile romana (poi il fenomeno si è diffuso ma rimaneva sempre in ambiti circostanziati). Quindi dire che tra i legionari il tasso di individui tatuati era elevato non significa però che era un fenomeno altrettanto diffuso nella società civile romana. Inoltre tatuaggi e marchi erano anche pratiche riservate agli schiavi, quindi non credo che un normale cittadino libero se ne sarebbe fatto uno. Credo di aver ripetuto in ogni mio intervento che per me tutti sono liberi di fare tranquillamente quello che vogliono. Ma altrettanto sono io libero di critare una pratica pericolosa ed inutile (soprattutto vedendo certe mostruosità artistiche....). Sarei un po' più oggettivo in questo mare magnum di teorie. La questione di appropriazione culturale si deve intendere non semplicemente se si cucina un piatto di un altro Paese o si acquista un soprammobile esotico. Si parla di scimmiottamento quando ci si fa un tatuaggio "tribale" che per quel popolo ha un certo valore sociale o religioso, e per il quale si è dovuto affrontare cerimonie o riti di iniziazione. È come se per appagare il proprio gusto estetico altri popoli decidessero di vestirsi come il Papa o i cardinali o utilizzassero l'immagine del Crocefisso per decorare indumenti intimi. Non saremmo offesi e scandalizzati da queste cose ?
    1 punto
  30. Quattrino anonimo da 4 bagattini degli inizi del '600 con la Beata Vergine stante con il Bambino e sul rovescio il leone in soldo. Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  31. Con il termine del corso di validità della serie "Democratica", "Italia al Lavoro" e "Siracusana", si rese necessario una nuova serie ordinaria e si pensò a soggetti tratti da opere di Michelangelo Buonarroti, cui nel 1964 sarebbe ricorso il quarto centenario della sua scomparsa e che, sino ad allora, non era stato celebrato nei francobolli italiani salvo qualche riproduzione di sue opere. Fu così che nel 1961 venne emessa la nuova serie con la denominazione "Michelangiolesca", i cui soggetti sono tratti dagli affreschi realizzati per la Cappella Sistina e che di questa serie, mostro quelli inerenti al tema della discussione... Sibilla Libica Sibilla Eritrea Sibilla Delfica Sibilla Cumana
    1 punto
  32. Credo la moneta sia uno Spl potenziale. Si vede l'argentatura sottostante (i denari avevano un'argentatura sottilissima, più sottile di quella dei più comuni radiati, che spariva rapidamente con la circolazione). Quindi la moneta ha circolato poco o nulla. Tuttavia le tracce di sporco e terriccio coprono malamente alcuni rilievi e fondi. Ed effettivamente così combinata la qualità è poco apprezzabile. Dato che non mi sembra si tratti di patina ma di rimasugli di terra e detriti, suggerirei un minirestauro (da parte di chi lo sa fare ovviamente ) atto ad eliminare tutto ciò che non è moneta.
    1 punto
  33. Moneta stupenda, non la conoscevo. E' un periodo che devo ancora approfondire. Incuriosito dalle scritte su dritto e rovescio, le ho cercate su Numista. Le riporto per chi, come me, non la conosce e ha la stessa curiosità, spero di non risultare banale. Dritto: FERD·I·D·G·AVSTR·IMP·HVNG·BOH·R·H·N·V· Traduzione: Ferdinando I (FERD·I), per grazia di Dio (D·G), Imperatore Austriaco (AVSTR·IMP), Re d'Ungheria (HVNG), Boemia (BOH), quinto di quel nome (Rex·Huius·Nominis·V) Rovescio: REX·LOMB·ET·VEN·DALM· GAL·LOD·ILL·A·A·1837 Traduzione: Re di Lombardia e Venezia (REX·LOMB·ET·VEN), Dalmazia (DALM), Galizia (GAL) e Lodomiria (LOD), Illiria (ILL), Arciduca d'Austria (A·A) Anche lo stemma è stupendo: l'aquila bicipite coronata con al centro lo stemma lombardo-veneto (biscione per Milano e leone per Venezia). Intorno il collare dell'ordine del Toson d'Oro. Meraviglia.
    1 punto
  34. Io veramente non capisco questa politica, di molte zecche, di far pagare spese di spedizione stratosferiche, ma perchè? Se vuoi aumentare i ricavi aumenta il costo della merce, non dei servizi collegati! O forse è una tecnica per privilegiare i commercianti e disincentivare gli acquisti singoli così da ridurre l'impegno della gestione ordini, spedizioni, ecc? Mah!
    1 punto
  35. Addirittura circolavano ancora monete romane. Abbiamo la testimonianza diretta di Gnecchi che ricordava a fine Ottocento che non era inusuale imbucare monete romane di rame invilito nei bussolotti delle chiese per le elemosine.
    1 punto
  36. Ti do un suggerimento... non limitarti a Carlo, sicuramente circolavano monete di epoca asburgica e monete di zecche straniere come Roma o Venezia o Ragusa, la cosa è più complessa rispetto a quello che di pensa
    1 punto
  37. Mi rendo conto sempre di più che fino agli anni 70 80 l'Italia ha creato capolavori in filatelia, addirittura i classici italiani sono apprezzati in tutto il mondo, questo riflette la deriva culturale del paese. Peccato ad ogni emissione perdiamo un'occasione. Quello che dici è 'verissimo' !!
    1 punto
  38. Si è di menticato anche un buongiorno,bionasera, per cortesia, grazie
    1 punto
  39. Pare che esistano alcuni 20 Centesimi 1920 che presentano la rigatura sul contorno (io non ne ho mai visto uno) perché qualche vecchio tondello di Umberto era avanzato dalle coniazioni degli anni precedenti. Comunque, perché i 20 Centesimi abbiano qualche interesse numismatico (sono "difetti" di conio"), devono avere la rigatura completa lungo tutto il contorno. Altra "curiosità" legata a questa tipologia è la presenza del fantasma del precedente conio su entrambi i lati; anche qui, perché abbiano un surplus collezionistico, il fantasma dev'essere completo. Qui sotto, posto un esemplare che possiede entrambe le caratteristiche (rigatura e fantasma) ed il pregio d'essere in buona conservazione (dal vivo è più agevole vedere, dalla foto a me va insieme la vista...):
    1 punto
  40. Buonasera, complimenti @fricogna ottima conservazione, i rilievi ci sono tutti. Hai scelto benissimo.
    1 punto
  41. Aggiungo anche un ritrovamento per me emozionante! Un 3 pence del 1928 dello Stato libero d'Irlanda, un dominion della corona britannica. Sul dritto è presente l'arpa con l'anno e la scritta gaelica "SAORSTAT ÉIREANN", che vuol dire appunto "Stato libero irlandese". Sul rovescio è presente il coniglio che sarà poi ripreso anche nel primo conio della Repubblica d'Irlanda, come visto in precedenza in questa stessa discussione.
    1 punto
  42. Quali stand saranno presenti all՜Expo di Venezia Numismarketing il 21 ottobre?
    1 punto
  43. La presentazione promette molto bene, segnato il 21 ottobre 2023 in calendario, mi tengo libero.
    1 punto
  44. Ciao a tutti, il bello del mio collezionare alla pene di segugio è che - saltando di palo in frasca - ogni tanto mi imbatto in cosucce che riescono ancora a stupirmi. Adesso vediamo il perchè del titolo: lo "Zio Sam" che ci punta il dito in faccia lo conosciamo credo in molti, se non tutti quanti. Ma Lord Horatio Herbert Kitchener, lo conosce qualcuno di voi?!? Eppure è stato il primo a puntare il dito! Il manifesto britannico risale al 1914 disegnato da Alfred Leete , quello Yankee di James Montgomery Flagg è di tre anni dopo. Entrambi Il centenario della grande guerra è stato ricordato con una moneta da due pounds (tiratura ca. 6 milioni, presa per una dozzina di euro così suddivisi 1/3 la moneta, 1/3 la spedizione, 1/3 di dazi - Thanks, Brexit!) che ho trovato "per caso" cercando cosucce per un mio altro progetto collegato a spille belliche ed è qui che salta fuori il nesso con Lord Kitchener. per l'archivio anche l'altra faccia con l'ormai defunta regina ed i dati: bella massiccia con un peso di 12g / Diametro 28.4 mm / Spessa 2.5 Un buon pacifico proseguimento, servus, Njk =============== Non mi metto a fare il copia e incolla: se qualcuno è interessato a saperne di più, vada qui: https://en.wikipedia.org/wiki/Lord_Kitchener_Wants_You solo la carrellata dei poster "imitativi" in fondo all'articolo ne vale la pena!
    1 punto
  45. Buonasera a tutti, @Releo sono perfettamente d'accordo con te , moneta con un fascino invidiabile, per conservazione, per la nitidezza dei dettagli araldici e nella sua totalità. Particolari le aquile per fattura, le osservavo prima e sto facendo una ricerca sul web per approfondire. Saluti Alberto
    1 punto
  46. Sono i fedeli più... fedeli! apollonia
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  47. Nel 2011 fu emesse anche un'altra moneta (15€ in argento) della serie “Animals of Irish Coinage”. Dopo il cavallo dell'anno precedente, stavolta tocca al salmone. Sul dritto è raffigurata l'arpa irlandese. Sul rovescio, invece, è presente un salmone (molto simile all'originale di Percy Metcalfe), con uno più piccolo di fianco. Infine, fu emessa anche una splendida moneta in oro del valore di 20€ con incisa una croce celtica. E' una delle monete in oro più piccole al mondo (11 mm, peso 0.5 g). Sul dritto è raffigurata l'arpa irlandese. Sul rovescio è rappresentata una croce celtica (High Cross), come ne sono presenti in tutte le regioni celtiche della Gran Bretagna e dell'Irlanda. Il design è opera dell'artista irlandese Thomas Ryan (già autore di altre monete, come 1£ con il cervo rosso o le monete del 2008 dedicati agli esploratori antartici). Le High Cross irlandesi presentano spesso un anello di pietra intorno all'incrocio della croce. Nel corso dei secoli la croce celtica è diventata un simbolo caratteristico del cristianesimo irlandese. Molti di questi monumenti in pietra risalgono all'VIII secolo e alcuni esempi successivi spesso erano caratterizzati da intagli decorati di scene della Bibbia. Alcuni pensano che i monaci avrebbero usato queste illustrazioni per rendere i loro insegnamenti più coinvolgenti per il loro pubblico. La croce di San Muiredach a Monasterboice (che ho avuto il piacere di visitare e di cui allego un'immagine qui di fianco) è uno dei migliori esempi di High Cross irlandese. Vi basti pensare che la croce è alta 5.5 metri. Mostra numerosi rilievi dell'antico e del nuovo testamento ed è in uno stato di conservazione eccellente. E anche il 2011 è andato. Ma state tranquilli, ci sono altre mille storie da raccontare!
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