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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/24/23 in tutte le aree

  1. Condivido la mia piastra di Carlo di Borbone non è in alta conservazione ma per il modo con cui io colleziono va bene così.
    5 punti
  2. Ding, Ding, Ding! 🔔🔔🔔 Kolonia Afrikana!!!
    3 punti
  3. A proposito di Caterina. Questo è un malinteso comune. La ragione dell’equivoco è semplice. 1. Caterina diede al khan argento e rame per coniare queste monete. 2. In termini di peso, sono più o meno uguali alle monete russe. Khan ha vissuto molto in Russia. A proposito, conosceva bene l'italiano. Le monete venivano coniate a Kaffa.
    3 punti
  4. Che dire un immagine eloquente, la cultura che si fa toccare con mano, la numismatica che diventa tangibile. Le parole che vengono tramutate in cultura rimanendo indelebilmente impresse sulla carta. BELLISSIMO Posso solo essere orgoglioso di aver avuto la possibilità di partecipare ad alcune di queste pubblicazioni, soprattutto alla n. 10, che taglia un traguardo eccezionale.
    3 punti
  5. Una immagine simbolica e anche direi storica sulla produzione editoriale del Gruppo Numismatico Quelli del Cordusio con i suoi 10 Gazzettini del Cordusio e i 3 Speciali sui cataloghi del Medagliere di Ambrosiana e sulla zecca di Milano, una famiglia numismatica autoprodotta e donata ai suoi sostenitori che cresce sempre più nel tempo !
    3 punti
  6. Il titolo e’ dedicato a quella massa enorme di personaggi dell’ antica Roma i cui nomi , riportati ad esempio su monete , epigrafi o su altri reperti archeologici , sono giunti fino a noi moderni ma di cui oltre al nome non conosciamo praticamente nulla delle loro esistenze . E’ questo il caso di Caio o Gaio Maianio di cui la storia nelle sue varie forme di attraversamento dei secoli non ci ha tramandato altre notizie della sua vita se non il suo nome impresso nelle monete e qualche lapide della sua Gens o di loro Liberti . Infatti noi posteri conosciamo della sua esistenza solo grazie alle monete che portano il suo nome di Magistrato monetale : C. MAIANI , con MA in monogramma , per il resto buio totale . Avendo acquistato recentemente un Asse con il suo nome e con i soliti attributi degli Assi repubblicani , mi e’ venuto il desiderio di conoscere qualcosa di questo personaggio , purtroppo ogni ricerca e’ stata vana , non ho trovato praticamente nulla che potesse farmi conoscere meglio questo Magistrato in quanto e’ un mio interesse storico conoscere le vite di questi antichi Magistrati o degli Imperatori riportati sulle monete imperiali . Di Caius Maianius non si conosce con certezza l’ anno in cui ricopri la carica di Magistrato monetale , il Babelon riporta la data del 194 a.C. mentre testi piu’ recenti riportano il 153 a.C. , non so quale data sia quella giusta , probabilmente la seconda data . Come monete che portano il suo nome sono conosciute : un Denario , la serie dei bronzi , tranne il Sestante : Assi , Semissi , Trienti , Quadranti , Oncia . Per completare le monete emesse da questa Gens romana va ricordato anche un certo Maianius Gallus , monetario al tempo di Augusto , 12 a.C. , che emise un classico Asse con la testa di Augusto al dritto e al rovescio il nome del Magistrato con le sue mansioni di monetiere . Il Babelon definisce questa Gens totalmente sconosciuta alla storia . La Gens Maiania dovette essere comunque una Famiglia piuttosto possidente e nota nell’ antica Roma in quanto possedeva sul colle Esquilino i famosi Horti (Giardini) Maiani che erano confinanti con gli Horti Lamiani , tanto che spesso sono conosciuti con entrambi i nomi , come Horti Lamiani et Maiani , dai quali specialmente al tempo del Lanciani , dopo Roma Capitale del 1870 , vennero trovate moltissime statue in marmo o rocchi di statue , piu’ altre meraviglie archeologiche , tutti reperti provenienti da questi giardini residenziali imperiali . Tornando al nostro Caius Maianius , o meglio alla Gens Maiania piu’ in generale , venne trovata , forse ad Aeclanum nella terra dei Sanniti Irpini , dove si pensa provenisse la Gens Maiania , una lapide che ci tramanda il nome su un'antica lapide : I(ovi) O(ptimo) M(aximo) / Pistillus / et Quintus / et Maianus / Bellici f(ilius) / v(otum) s(olverunt) l(ibentes) l(aeti) m(erito) Una moneta , un Asse , simile a quella in foto , venne trovata a Sava (TA) presso il Santuario della Madonna di Pasano : “A oriente della attuale cappella di Pasano , contiguo alla masseria è stato rinvenuto un gruppo di tombe con corredo e in un vaso di una di queste la moneta romana . Trattasi di un asse repubblicano , che da un lato presenta il volto di Giano Bifronte e dall’ altro la prora di una nave con la scritta C. MAIANI . Ho studiato la moneta : è di bronzo e pesa gr. 17,80” Testo tratto da : https://www.bing.com/ck/a?!&&p=fb22005925af7466JmltdHM9MTY5NTM0MDgwMCZpZ3VpZD0xZTk5MDAzMi1hNTdiLTYyZjUtMjZmYS0xMjU0YTQ0YzYzNTkmaW5zaWQ9NTE0NA&ptn=3&hsh=3&fclid=1e990032-a57b-62f5-26fa-1254a44c6359&psq=gens+maiania&u=a1aHR0cHM6Ly93d3cubGF2b2NlZGltYXJ1Z2dpby5pdC93cC9zYXZhLXRvbWJlLWUtcmludmVuaW1lbnRpLWluLXBhc2Fuby1lLWNvbnRyYWRlLWxpbWl0cm9mZS1jYW1hcmRhLWdyYXZhLWVjYy5odG1s&ntb=1 Altre lapidi di Liberti della Gens Maiania si trovano in Academia.edu , file : “I Liberti privati di Terracina” In foto il mio Asse con l' acrostolio piuttosto grosso e la prua di nave corta e tozza .
    2 punti
  7. Domenica scorsa al mercatino un paio di monete che mi mancavano. Niente di particolare ma a 1€ era un peccato non prenderle. 1. one penny di Giorgio VI del 1944 2. one farthing di Giorgio V del 1927
    2 punti
  8. Brontolone lo ammetto, vecchio no, sono degli anni '80 quindi sono ancora abbastanza giovane.... Si. Ma pensa io non sopporto il mio vicino di casa, immagina se posso andare d'accordo con chi si mette a pregare in modo strano o si copre la testa con un asciugamano....Sto scherzando naturalmente (e non voglio offendere nessuno). Però fa capire la religione divide ma perché ? Perché siamo noi che vogliamo un pretesto per attaccare un altro uomo: può essere la religione, il colore della pelle, e perché no anche quello che mangia... Tutto è utile come pretesto per attaccare. Vorrei che una volta ci fosse qualcuno che dicesse: non ho nessun problema con te ma voglio i tuoi soldi, le tue terre, le tue materie prime, la tua collezione di monete... un po' di sana onestà non guasterebbe!
    2 punti
  9. Queste foto sembrano fatte con lo scanner che, purtroppo, appiattisce un po' i rilievi. Da quel che vedo , sembrano esserci punti di usura sui capelli dell'Italia e sulla fiaccola e schiacciamento sui chicchi d'uva. Nel complesso è una buona moneta coi campi apparentemente intonsi. Insomma per quel che posso vedere, direi vicino allo SPL, rivedibile con foto migliori. Per confronto posto un 5 Lire in FDC, dove il lustro disturba l'immagine: l'Italma, se in alta conservazione, è più difficile da fotografare rispetto all'Argento.
    2 punti
  10. E' sempre stato un grandissimo desiderio avere un sesterzio per ogni imperatore e coprire quel periodo di storia mancante nel nostro cofanetto-vassoio , sappiamo benissimo tutti e ne siamo tutti consapevoli che per imperatori e sesterzi rari il discorso è diverso, con budget davvero importanti ! IO credo che una collezione deve rispecchiare noi stessi, per alcuni dovra' raccontare periodi storici,per altri aggiudicarsi le rarita' è tutto,c'è chi colleziona eccezionali conservazioni,per cui io credo sia tutto collezionabile,pero'(se una moneta non ti piace o hai dei dubbi non ti piacera' mai i soldi poi te li dimentichi ) frase scritta da @Tinia Numismatica
    2 punti
  11. Ciao @fricogna, ho sempre seguito questa regola
    2 punti
  12. Sono d' accordo con te , un argomento del genere doveva per forza scivolare verso e sulla politica del periodo storico . A mio parere sarebbe stato doveroso verso il Forum parlare di Vittorio Emanuele III solo come numismatico , ce ne sarebbe di che discutere . Sarebbe stato opportuno che il @CdC fosse intervenuto subito all' apertura del post per mettere dei paletti , vietando di parlare dell' argomento politico , pena la chiusura .
    2 punti
  13. Ciao, il problema non sono le idee e le simpatie politiche personali che per fortuna sono diverse ed ovviamente restano tali. Su questo non si deve convincere nessuno. E' solo che su un Forum di Numismatica come il nostro ,dove è espressamente vietato fare politica, semplicemente non si dovrebbe fare. Tantopiu' presentando una discussione come storica e traviarla con affermazioni che di Storia con la lettera grande hanno niente a che fare, con la pretesa di rivolgersi soprattutto ai più giovani. Tanti interventi vanno in direzione totalmente opposta.... ANTONIO
    2 punti
  14. Buongiorno a tutti. La discussione è interessante e, pertanto, ringrazio tutti gli intervenuti. Provo a mantenere un ordine logico del discorso. E' un dato di fatto che nel 1919 la Monarchia italiana era seconda solo a quella britannica e ciò in ragione anche della caduta dell'Impero germanico, dell'Austria-Ungheria e dell'Impero ottomano ma soprattutto dell'esito del Primo conflitto mondiale. Può essere condivisibile quanto affermato da altro Utente circa il fatto che Vittorio Emanuele III aveva scelto la parte vincente "con molta prudenza e un po' di fortuna" ma mi sembra evidente che tale circostanza rappresenti un merito storico del Sovrano e un servizio da questi reso alla nostra Patria. Le altre monarchie che sono state citate (Spagna, Nord Europa, Jugoslavia ecc.) avevano poco peso a livello internazionale, anche in ragione della loro decadenza (Spagna), dei loro conflitti interni (Jugoslavia), della loro marcata connotazione mercantilistica (Olanda), della loro limitata territorialità (Belgio, Lussemburgo), della loro collocazione geografica che le rendeva lontano dagli scenari più importanti e via dicendo. Ritengo sia altrettanto un dato di fatto che le grandi conferenze internazionali svoltesi all'incirca per vent'anni (dal 1919 al 1939) hanno sempre visto la partecipazione - accanto al Regno Unito, alla Repubblica francese ecc. - dei rappresentanti del Regno d'Italia. Non vi è traccia in questi consessi ad esempio del Belgio o della Svezia, salvo che per quegli incontri di valenza regionale. Infine, non mi sembra da sottovalutare il fatto che l'Italia era oggetto di attenzione e di curiosità a livello internazionale. Tre esempi tra tanti per capirci meglio: Churchill ebbe modo di tessere notevoli elogi a Mussolini e al suo Governo, gli Stati Uniti di Roosevelt presero spunto dalla politica italiana del tempo quando vararono nel 1929 il New Deal e il Belgio non disdegnò affatto di combinare il matrimonio tra la principessa Maria Josè e l'allora Principe Ereditario italiano Umberto di Savoia. La questione dei tradimenti non merita seguito in quanto, come già detto, detta categoria non appartiene alla politica e, comunque, ha sempre l'aria di essere un'accusa rivolta a noi italiani a scopo meramente denigratorio: plico respinto al mittente...☺️ Un saluto cordiale e a presto.
    2 punti
  15. Nel Fondo numismatico della Società Napoletana di Storia Patria (vol. III, p. 72) è catalogato un 4 ducati del 1768 che negli attuali manuali non è censito. La moneta è stata nel passato oggetto di discussione per la difficile lettura dell'ultima cifra del millesimo: si tratta di un 3 o di un 8? Dopo che il Corpus la catalogò come una 1768 (CNI XX, p. 569, n. 51) riferendosi all'esemplare della collezione Scacchi, il Pannuti - sia nel catalogo Le monete di Napoli (p. 231, nota 4) sia ne "Le monete d'oro napoletane di Carlo e Ferdinando IV di Borbone" (BCNN, gennaio 1965-dicembre 1966, p. 109) - esclude il 1768 in favore del 1763. Invece, Rinaldi sostiene che sia una 1768, come scrisse dell'Erba nel manoscritto sulla collezione Scacchi. Personalmente sono d'accordo con Rinaldi, giacché nel 1768 Gaetano de Gennaro, incisore della moneta in questione, ricoprì l'ufficio di mastro de' conj dal 1764 al 1768 (Magliocca-Di Rauso, "Maestri di zecca (poi direttori) di prova..." in BCNP, I, 2014) e, come osserva Rinaldi, nel 1763 non vi è alcun 4 ducati a nome di de Gennaro, e io aggiungo che nessuna altra moneta del 1763 porta la firma di de Gennaro.
    2 punti
  16. Bravo! Cerca quelle degli anni che hanno circolato: con un minimo di pazienza si trovano ancora in alta conservazione e non hanno prezzi elevati:
    2 punti
  17. Felice di vederti. Saluti. Ti svelo un segreto. L'aquila non è russa, ma bizantina. Quest'aquila è volata addirittura in Italia e ha nidificato con te.
    2 punti
  18. Hai ragione, e ora pagano nei negozi. Facciamo una proposta coraggiosa affinché tali monete esistano in Russia anche nel 21° secolo. I mammut camminano per le strade. E Lenin viaggia su un'auto blindata. Stavamo solo scherzando. Per la comprensione. Moneta del 1700 moneta 1800 Moneta del 1900.
    2 punti
  19. Questa è un’ipotesi audace. L'autore di questa moneta non aveva mai visto un'aquila. Forse è un pellicano.
    2 punti
  20. Periodo fortunato questo per la sezione umbro-marchigiana della mia biblioteca numismatica, ultimo arrivato il volume in edizione originale del Corpus dedicato alle Marche, trovato in ottimo stato a 100 euro... 🤓
    2 punti
  21. 20 o 50 cent Napoleone III anni '60 dell' Ottocento!🤔
    1 punto
  22. testo sulla moneta? metà metà Anno in lettere nell'antico slavo ecclesiastico. Lasciatemi spiegare. il nome della moneta P-O-L-U-SH-K-A significa metà Metà e metà)) Nell'antico slavo ecclesiastico l'anno veniva scritto in lettere, qui l'anno è il 1700.
    1 punto
  23. Buona sera. Falsa anche per me, oltre alle cose elencate ne ho vista un'altra. Guardate il 2 del valore. Buona serata. Gabriella
    1 punto
  24. Dagli scavi in provincia di Mantova emergono i segreti etruschi. Il reticolo di città etrusche in “Padania" “Tempo di meraviglie al Forcello – dicono gli archeologi che stanno lavorando a Bagnolo San Vito, nei pressi di Mantova – Lo scavo sta regalando bellissime sorprese. Quella di oggi è questo frammento di coppa attica ad occhioni che ci guarda dall’alto dei suoi 2500 anni”. Gli scavi, diretti dalla dott.ssa Marta Rapi (UniMi) si concluderanno il 6 ottobre. “Il Forcello di Bagnolo San Vito in provincia di Mantova è il principale abitato dell’area di espansione etrusca a nord del Po nel VI e V secolo a.C. – spiegano gli archeologo dell’Università di Milano – Fondato intorno al 540 a.C., venne abbandonato all’incirca nel 380 a.C., in concomitanza con le invasioni galliche dell’Italia settentrionale e la fondazione di Mantova. Del sito non conosciamo il nome antico e per questo ora viene identificato con l’attuale toponimo della campagna a sud-est di Mantova. Sorgeva su un piccolo dosso di forma allungata che si affacciava su un lago formato dalle acque del Mincio e prosciugatosi nel XVII secolo”. “La posizione, oltre che costituire un elemento di difesa, rendeva l’abitato un importante snodo per le vie di comunicazione e i commerci, un indispensabile approdo per le imbarcazioni che navigavano lungo l’asse costituito dal Mincio e dal Po di Adria. – proseguono gli studiosi dell’università milanese – I materiali di importazione, come la ceramica attica e le anfore greche da trasporto, il vasellame e ornamenti di ambito paleoveneto, retico, golasecchiano e celtico sia della cerchia hallstattiana occidentale che di tipo La Tène, sono testimonianza degli intensi traffici intercorsi con le popolazioni vicine dell’Italia settentrionale e con i Celti transalpini, oltre che con la Grecia attraverso i porti di Adria e di Spina. L’insediamento si estendeva per circa 12 ettari ed era caratterizzato da una struttura pienamente urbana: circondata da un terrapieno, la città aveva un impianto ortogonale con assi viari principali e strade minori che si intersecavano ortogonalmente e delimitavano quartieri, occupati da edifici sia di tipo residenziale che produttivo”. L’Etruria padana comprendeva ampie porzioni dell’Emilia-Romagna, della Lombardia e del Veneto, e rappresentava uno dei centri più importanti della civiltà etrusca al di fuori dell’Etruria toscana. Gli Etruschi padani hanno le loro radici nella cultura villanoviana, una delle prime civiltà dell’età del ferro in Italia. Villanova è una frazione del comune di Castenaso nella città metropolitana di Bologna, distante dal capoluogo comunale 4,56 km. Questa cultura, attestata archeologicamente nelle pianure padane, rappresenta la fase più antica della civiltà etrusca. Il loro sviluppo risale all’VIII secolo a.C., e da qui gli Etruschi cominciarono a espandere il loro dominio nel nord Italia, in particolare nelle regioni dell’Emilia, della Lombardia e fino al Veneto meridionale, dove la città di Adria divenne un centro importante. Una svolta significativa nella storia degli Etruschi padani avvenne intorno al 540 a.C., dopo la Battaglia di Alalia. Questo evento fu determinante per la loro espansione, poiché limitò le loro attività nell’Alto Tirreno, spingendoli a cercare nuove rotte commerciali a nord degli Appennini. Il controllo di Adria e la fondazione di città come Spina, Marzabotto e il Forcello di Bagnolo consentirono agli Etruschi di stabilire una rete di commercio che li collegava sia alla Grecia, attraverso i porti adriatici, sia alle terre dei Celti transalpini, grazie all’asse fluviale Po-Mincio, ai laghi insubrici e ai passi alpini. Il V secolo a.C. segnò così il “periodo d’oro” dell’Etruria padana, caratterizzato da prosperità economica e sviluppo culturale. Nell’Etruria padana, si presume che sia stata istituita una dodecapoli, simile a quella dell’Etruria toscana. Tuttavia, non si ha la certezza delle città che ne facevano parte. Tra le città che sicuramente facevano parte di questa dodecapoli padana ci sono Felsina (l’odierna Bologna), Spina e Kainua (Marzabotto). Altre città, come Ravenna, Cesena, Rimini, Modena, Parma, Piacenza, Mantova e forse Milano, sono state ipotizzate come possibili componenti di questa lega di città etrusche. La cultura etrusca padana, pur condividendo alcune caratteristiche con l’Etruria toscana, sviluppò anche elementi distintivi. Gli Etruschi padani erano noti per la loro abilità nella lavorazione dei metalli, la produzione di ceramiche e la costruzione di tombe monumentali. Questi aspetti culturali si riflettono chiaramente nei ritrovamenti archeologici nella regione. https://www.stilearte.it/dagli-scavi-in-provincia-di-mantova-emergono-i-segreti-etruschi-il-reticolo-di-citta-etrusche-in-padania/
    1 punto
  25. Onestamente non me la prendo se si tratta di un falso. Ha un valore affettivo per me. Le altre monete del raccoglitore sono tutte lire della repubblica e un paio di lirette di Vittorio Emanuele III, questa spiccava un po' troppo e me lo aspettavo. In ogni caso grazie mille a chi ha avuto la pazienza di scrivermi : )
    1 punto
  26. Buona sera. Ho acquistato da un amico questa moneta in bronzo (23 mm per 7,61 grammi) per pura curiosità, oltre che per il costo modesto. L'avrei identificata come probabile bronzo di Antioco VI 143-142 bc. (testa di Antioco VI Dioniso a destra / elefante a sinistra con dietro una...?) Chiedo cortesemente il parere degli amici del Forum, sia sulla identificazione che, in generale, sulla moneta stessa. Grazie. Renzo
    1 punto
  27. Purtroppo, dalle foto anche per me una riproduzione: bordo irregolare e data (come è stato detto, ma anche mano dell'Italia che regge il fascio, i cavalli che poggiano sul "fango", il velo che veste l'Italia, baffi e capelli del re "ripassati", ecc.
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  28. Ciao A mio avviso una riproduzione. La data e il bordo a mio parere non sono congrui😓
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  29. Scusa. Correggerò l'errore. Le monete di rame furono coniate a Bakhchisarai.
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  30. Kaffa, fu una colonia genovese, mi pare che da lì arrivò la peste in Europa. Quindi possiamo dire che queste non sono monete russe...
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  31. Da ignorante di questa monetazione la grande M cosa sta a significare?
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  32. Resta però da stabilire se si tratta del nome con cui Dunant si firma perché è questo il nome che sente/vuole suo, non quello che gli è stato imposto. E nel verbale della seduta del 17 febbraio 1863 del Comitato dei Cinque nella quale svolgeva il ruolo di segretario, la firma di suo pugno dice qual è. Si noti che il nome con la y compare anche in entrambe le pagine del verbale già riportate in questa discussione ai post # 9 e # 10. apollonia
    1 punto
  33. Ieri ho per caso ritrovato un libro della quasi secolare biblioteca di mio nonno cui non avevo mai badato: si tratta dell'edizione originale di una splendida raccolta di racconti di viaggio intitolata “Seven League Boots”, pubblicata nel 1935 dall’esploratore statunitense Richard Halliburton e mi sono imbattuto in una storia che, nella mia ignoranza tendente all'infinito, non avevo mai sentito. foto di repertorio E, dopo essermi un po' informato, voglio condividerla con voi. Una mattina di primavera, i cittadini di Tiblisi in Georgia, si risvegliarono con una lunga sfilata di misteriosi cavalieri in armi in marcia verso il palazzo del governatore cui chiesero a gran voce: "dov'è la guerra?". Decine e decine di guerrieri con addosso arrugginiti usberghi in cotta di maglia con lunghe maniche terminanti con guanti, anch'essi in maglia d'acciaio, al braccio sinistro erano difesi da una "rotella", un piccolo scuso circolare; al fianco una spada ed una daga. Qualcuno indossava anche delle brache con cucita delle strisce di cotta di maglia nella parte frontale, protezioni tipiche del combattimento a cavallo. Una panoplia, quindi, che, ad esclusione di antiquati fucili ad avancarica di foggia balcanica in sostituzione della lancia, pareva essere uscita direttamente del medioevo feudale europeo per periodo precedente alle armature con rinforzi in cuoio e piastre. A naso siamo nel duecento. Fin qui tutto bene: pare l'inizio di un racconto uscito dalla penna di Tolken. Ma - c'è sempre un "ma" in queste storie - il fatto singolare è che siamo nella primavera del 1915 e la guerra a cui si riferiscono i misteriosi cavalieri è la prima guerra mondiale. La notizia della guerra mossa dallo Zar ai Turchi ci aveva messo mesi per arrivare nella sperduta regione della Georgia chiamata Khevsuria, da cui questi uomini provenivano. Uomini che appena seppero che un esercito veniva mobilitato si erano riuniti ed avevano deciso che il loro popolo avrebbe combattuto contro l'ancestrale nemico Ottomano. Khevsuri in panoplia e vestiti tradizionali ca 1910 Etnografi e studiosi diedero varie spiegazioni della particolare cultura marziale e dell’equipaggiamento presente in Khevsuria. Una delle più singolare riguarda il possibile isolamento di un numeroso contingente crociato proprio in quelle sperdute valli georgiane . E’ storicamente accertato che centinaia di cavalieri franchi combatterono in Georgia durante il medioevo, servendo re Davide IV e stanziandosi nel suo regno. Loro stessi si definivano discendenti di un gruppo di crociati che, separati da una forza più numerosa e completamente dispersi, arrivarono nella zona secoli fa. Richard Halliburton fu incaricato di raccogliere la movimentata storia di questi post-crociati negli anni 30. Gli uomini khevsuri, armati ancora nel 1900 in una foggia simile a quelle in uso nella Francia medievale, con scudi con le lettere /*AMD* /(secondo alcuni studiosi da “/Ave Mater Dei/“, un motto crociato) e indumenti pieni di decorazioni con croci crociate e icone, nonostante continuassero a venerare anche divinità locali. Per ora questa rimane niente di più che una fantasiosa ipotesi, ma è un dato di fatto che questa popolazione mantenne fino al 1900 un equipaggiamento ispirato a quello dei soldati medievali. Richard Halliburton scrive: Vedendo quanto eravamo interessati alla cotta di maglia, l'anziano del villaggio ne scelse una mezza dozzina e mi permise di esaminarli e di provarne uno. L'abito completo, compreso scudo e spada, pesava circa trenta libbre. […] La cotta di maglia originale è terribilmente arrugginita, poiché i proprietari non ricordano più come conservarla adeguatamente. La nuova cotta di maglia è realizzata in rame rubato ai fili telegrafici delle vie di comunicazione. Sono più puliti e leggeri dell'acciaio, ma non offrono alcun tipo di protezione. […] Per i duelli, che sembrano l'unico modo accettato per risolvere le controversie, i partecipanti indossano la loro armatura. Combattono anche per divertimento. Come i loro antenati, i cavalieri crociati, hanno una vera passione nel indossare le loro maglie ad anello e affrontare un avversario con le spade. Combattere, sia nel buon umore che nel cattivo umore, in questa terra dove i libri sono sconosciuti e dove altre forme di sport o divertimento semplicemente non esistono, è l'unico modo per esprimersi. La domenica è riservata agli ubriachi e alle sfide a duello. Nell'immagine guerrieri vestiti con usbergo (cotta di maglia con maniche lunghe e guanti integrati e cappuccio) Tutto in anelli di ferro. L'uomo alla sx mostra anche delle brache rinforzate in cotta di maglia ed una daga singolarmente di foggia romana. L'uomo di destra porta cucito sul cappuccio una cervelliera in acciaio. Altra immagine (notare che sono presenti gli stessi armati della foto precedente La civiltà Khevsur è situata nella repubblica della Georgia (la Georgia del Caucaso, al confine tra la Russia occidentale e tutte quelle repubbliche musulmane che terminano in “–stan”) . Come molte altre popolazioni delle inaccessibili valli caucasiche, i Khevsuri vivevano in uno stato di semi isolamento (ogni collegamento è bloccato dalla neve per quasi metà dell’anno) in villaggi-fortezze ai piedi delle montagne dove, nei secoli, avevano mantenuto usi, costumi e modi di vita tradizionali legati innanzitutto allo spirito guerriero. Proprio come i Circassi, Ceceni o Daghestani e altre popolazioni di frontiera dell’Impero zarista, i Khevsuri si ritenevano innanzitutto una popolazione di guerrieri e per loro forza fisica, coraggio, lealtà e abilità nell’uso delle armi erano i valori cardine nella vita di un uomo. A differenza dei loro vicini settentrionali, che erano ferventi islamici e per questo motivo furono perseguitati ed espulsi dalle loro terre con l’accusa di aver aiutato il nemico Ottomano, i georgiani erano fedelissimi alla chiesa ortodossa locale e allo Zar, nonché da secoli acerrimi nemici dei musulmani, al punto di adornare le loro armi e armature tradizionali con croci e icone, altro elemento che alimentò il mito degli “ultimi crociati”. La loro fedeltà alla chiesa georgiana venne ribadita durante l’invasione sovietica della Georgia nel 1921, quando le regioni di Khevsureti, Svaneti e Kakheti si opposero all’Armata Rossa con tecniche di guerriglia e rivolte popolari che proseguirono fino al 1924. Come le altre regioni montane della Georgia, Khevsureti è caratterizzata da una grande diversità di tradizioni e costumi. Essi parlano un dialetto locale della lingua georgiana che riecheggia la letteratura georgiana del Medioevo e mantengono molte delle loro antiche tradizioni, inclusi rituali folclorici. La legge della vendetta di sangue (faida) era ancora viva nel XX secolo. Anche le tradizioni musicali somigliano alla musica del Medioevo e infatti Khevsureti è famosa per le sue ballate medievali e musica folclorica. L'architettura di Khevsureti è in maggior parte caratterizzata dallo stile della fortezza e dalle numerose torri dislocate tra le montagne come segno di una costante vigilanza del territorio contro i loro nemici. I khevsuri sono noti per la loro guerra con i popoli del Caucaso settentrionale inclusi ceceni, kisti e le popolazioni del Dagestan. A causa della complessità e mancanza di industrializzazione del Caucaso Maggiore, le tribù caucasiche settentrionali usavano attaccare e depredare i georgiani che dimoravano sulle montagne. Case medievali. Shatili fu costruito tra il VII e il XIII secolo, uno storico villaggio dell'altopiano della Georgia. Fortezza di montagna isolata con terrazze, abitazioni e torri nella valle di Argun, nelle montagne del Grande Caucaso. Shatili, Khevsureti, Georgia. Lebiskari Fortress in Khevsureti, Georgia La torre di Kistani nella regione di Khevsureti La religione di questi anacronismi viventi era uno strano miscuglio di cristianesimo ortodosso misto a paganesimo. Assimilarono i simboli del cristianesimo, come la croce e le tradizioni fondamentali, ma li combinarono con un paganesimo in cui si veneravano santuari naturali sulle montagne dove i capi villaggio si incontravano e si discutevano questioni importanti. Di particolare importanza aveva anche l'orzo, che veniva utilizzato per preparare una birra rituale che bevevano fino a diventare ciechi. E oltretutto sicuramente si sono giustificati dicendo che “questo si faceva nel Medioevo”, sicuramente.
    1 punto
  34. cari amici ho notato che di questa bella piastra ce ne sono poche condivise su queste pagine. è una moneta di gusto barocco, con l'immagine del sovrano corazzata, e con lo stemma che riprende quello delle piastre del Sebeto, ma con un disegno diverso. in alta conservazione mi sembra che ne girino molto poche. io vi presento il mio esemplare che presenta, come ulteriore elemento di interesse, la data ribattuta oppure pasticciata. mi piacerebbe ammirare anche le vostre, perciò, per chi ne ha voglia, è invitato a mostrare quelle che avete in possesso.
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  35. Questa massima di Tinia è ampiamente condivisibile, la tengo sempre presente , in definitiva è davvero questo quello che conta: che nasca il colpo di fulmine..
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  36. Secondo me, in quel momento storico mancanza in Italia un grande statista e diplomatico che potesse far valere le ragioni italiane al tavolo delle trattative. Spesso si tende a far ricadere i meriti o le colpe sui sovrani ma è compito dei politici muoversi in questi scenari con abilità e scaltrezza. In altre parole, mancava una figura del calibro di Cavour, Metternich, Bismarck o Talleyrand.
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  37. Saluti. Non c'è bisogno che me lo chieda. Questa cosa non è stata fatta in Russia. È prodotto in Cina.))
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  38. Veramente molto bella e importante questa 50 Centesimi 1920 rigato. Mi permetto di allegare le foto del mio migliore rigato. A suo tempo dagli amici del forum giudicato qSPL, non male per la tipologia.
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  39. Hai buon occhio. In effetti è stato chiuso:
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  40. Nella stessa asta , Jean Elsen, c erano anche questi due sesterzi , il primo venduto 650 euro più commissioni, il secondo 170 più commissioni.. il primo eccessivamente caro per le condizioni, il secondo eccessivamente corroso, sebbene il prezzo particolarmente favorevole non l ho considerato perché non metterei le mani sul fuoco sull autenticità, in queste condizioni cascarci sarebbe sin troppo facile..
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  41. Vai tranquillo!!! dal loro sito, sotto Menu: CUCINA / BAGNO / in movimento / SALDI
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  42. Aggiungo il percorso dalla metro all'hotel che nella versione definitiva è andato perduto:
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  43. Più del dolore potè Jagher, cosa mi costringi a fare per accontentarti 😀... le tue bellissime "donzelle" sono dell'anno 2002 ed emesse in 2 date diverse... vado con ordine con quelle emesse il 2 Gennaio... SICILIA Siracusa Tetradramma (405-367 a.C.) Dio alato su biga a d. incoronata da Nike in volo a s. - R/ Testa di ninfa a s. in cerchio di delfini – S.ANS 274 (stessi coni) AG (g 16,91) RR Piccole aree di corrosione. Moneta firmata al D/ dall'incisore EUTH... dall'incisore Frigillo al R/. Ex Baldwin, 4 gennaio 2012, Prospero Collection, lotto 177, definita one of the most appealing and classic Tetradrachms of the entire Greek series. Precedentemente da asta NAC, 2, 1990, lotto 101.
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  44. Questa volta, anziché proporvi una nuova moneta proveniente da qualche ripostiglio registrato, come ormai son solito fare, volevo portarvi un po' "dietro alle quinte" e farvi vedere come, questa attività (il collezionare monete da hoard) non sia cosa così semplice. Perché una moneta sia di provenienza certa bisogna comunque andare un po' a fondo e, per tutte le monete che finora ho acquistato, a monte (e talvolta anche a valle!) ho sempre fatto un certo lavoro d'indagine se non addirittura di intelligence. Le casistiche possibili sono molte, si va dal caso più semplice con l'asta di vendita iniziale con catalogo pubblico in cui viene presentato il ripostiglio, fino alla moneta che ormai è in circolazione da moltissimi anni e che ha subito un sacco di passaggi rischiando di perdere addirittura la traccia di provenienza originaria richiedendo quindi un attento lavoro di ricerca a ritroso. Accanto a questi vari gradi di difficoltà, ci sono poi i casi - come quello in cui recentemente mi sono imbattuto - in cui una moneta viene data come proveniente da hoard ma che in realtà, da hoard proprio non viene... perché? Sostanzialmente perché o il venditore vuole lucrare su questa caratteristica (che accresce il valore della moneta) o perché a sua volta l'ha presa come tale e quindi in buona fede la rivende così. Il caso concreto riguarda questa monetina: Claudio II (moneta di consacrazione), antoniniano; 18 mm - 1,60 gr - AE; Zecca: officina locale? D\ "DIVO C[...]IO", busto radiato e drappeggiato a destra. R\ "[...]ECRATIO", aquila stante frontalmente con testa girata a destra. La moneta viene descritta come proveniente dal ripostiglio di Morgat-en-Crozon (Finistère) il che ovviamente ha suscitato subito il mio interesse. Contattato privatamente il venditore mi riferisce di averla in collezione da più di 20 anni, di averla sempre classificata con questa provenienza ma di non disporre di particolare documentazioni né memorie circa la precedente provenienza, ma di essere piuttosto sicuro dell'attribuzione a questo ripostiglio in quanto non è cosa comune - dice lui - trovare un antoniniano di consacrazione con l'aquila vista frontalmente e che consultando un po' di bibliografia troviamo proprio un esempio di aquila frontale proveniente da questo ripostiglio. Orbene, pur tendenzialmente fidandomi della buona fede delle persone e trattandosi di un acquisto pulito e regolare in quanto per l'eventuale transazione avrei ricevuto documentazione regolare, restava comunque aperta la questione della provenienza da ripostiglio... e allora via, partiamo con le indagini! Cosa so di questo hoard? Nulla, se non che si tratta di un ripostiglio spesso citato in vari lavori e quindi di una certa importanza. Disponibile in rete non si trova nulla o quasi. Un buon punto di partenza però lo offrono il catalogo online della Biblioteca Nazionale Francese e il sito www.ric.mom.fr Il RIC online (www.ric.mom.fr) innanzitutto mi dice che: a) non esistono antoniniani ufficiali attribuiti alle zecche operative con Claudio II / Quintillo che presentino per la serie di consacrazione con Aquila un busto drappeggiato... primo elemento non proprio confortante. b) tra le opere di riferimento nel ric online trovo il titolo del saggio di studio di questo specifico ripostiglio "J.-Y. Éveillard, 'La trouvaille d'antoniniani de Morgat-en-Crozon (Finistère)', TM II (1980), 31-58" che dev'essere sicuramente una rielaborazione approfondita dello studio preliminare che avevo beccato in rete - sempre a livello di solo titolo: " Un Trésor monétaire du III siècle à Morgat en Crozon [Bulletiin de la Société archéologique du Finistère", 104, 1976] J.-Y. Eveillard et A.-H. Dizerbo". c) infine, sempre dal RIC online scopro che esiste un esemplare, il numero 780 del ripostiglio di Morgat-en-Crozon, con "Eagle stg. right, head turned left" e tre esemplari (781-783) con "Eagle stg. left, head turned right" Il catalogo della Biblioteca Nazionale di Francia invece mi riporta un po' di bibliografia di riferimento: a) "J.-Y. Éveillard, 'La trouvaille d'antoniniani de Morgat-en-Crozon (Finistère)', TM II (1980), 31-58" b) " Un Trésor monétaire du III siècle à Morgat en Crozon [Bulletiin de la Société archéologique du Finistère", 104, 1976] J.-Y. Eveillard et A.-H. Dizerbo" c) e un catalogo di vendita "Trésor du Rest-Menen en Plestin-les-grèves : 100 haches en bronze. Trésor de Sarcelles... Trésor de Morgat en Crozon... 2e partie du trésor de St-Colombier en Sarzeau...: [Vente à Marlaix, Galerie des ventes, le 5 mars 1978. commissaire-priseur Boscher] Di positivo ci sono alcuni aspetti interessanti: il ripostiglio conteneva alcuni - pochi - esemplari di antoniniani della serie DIVO CLAVDIO / aquila e che le monete (quali? quante?) sono poi state vendute in un'asta pubblica poco tempo dopo la loro scoperta e catalogazione, quindi è plausibile trovare in circolazione monete provenienti da questo ripostiglio. Rimane da capire come legare la moneta (busto non consono) con le monete catalogate... stiamo parlando degli anni '70, primi '80 quindi le attenzioni per queste monete erano ancora limitate sebbene si stesse iniziando un lavoro di catalogazione seria e di studi approfonditi sulle imitazioni locali proprio in quegli anni... può starci che il pezzo sia stato mal classificato o magari inserito in eventuali imitazioni locali e quindi non meglio precisato nella catalogazione... certo avere i libri di riferimento potrebbe aiutare! E qui arrivano in soccorso i forum di numismatica esteri, in particolar modo dalla francia dove, parlando con un po' di "colleghi collezionisti" riesco a recuperare due paginette interessanti tratti dal lavoro più recente: a) la composizione del ripostiglio b) il catalogo delle monete della serie di consacrazione Certo, non ci sono immagini... per sperare di trovar qualcosa bisognerebbe procurarsi questo: ma è alquanto introvabile e comunque, dalle informazioni che ho ricevuto dovrebbero essere riportate le immagini delle monete più rare e di maggior importanza. E quindi? A quali conclusioni si possono arrivare? Mi sono predisposto questa serie di punti fissi: 1) secondo il RIC online, la moneta in questione è quella che viene classificata come: "Eagle stg. left, head turned right", visto che non fa menzione di "eagle stg. front"... ma cozza con la descrizione del ripostiglio che invece farebbe cadere il pezzo nel numero 780, presente in un solo esemplare... e in più i concetti di left/right spesso sono equivocati: destra di chi guarda il tondello o destra di chi è raffigurato nel tondello?!? 2) non sono repertoriate imitative della serie DIVO CLAVDIO con aquila nel ripostiglio, quindi la presenza del busto anomalo non trova una possibile spiegazione in un'ottica di produzione locale 3) volendo attribuire per certo la moneta al ripostiglio, in assenza dei dati fisici precisi per i singoli pezzi (nel report viene riportato solamente il peso medio, ma non è in nessun modo indicativo), dobbiamo considerare unicamente la descrizione... mettendo da parte quella relativa al busto dell'imperatore e quella relativa alla posizione dell'aquila... rimane solamente la chiave di lettura della legenda: - il pezzo in esame ha rovescio con legenda leggibile "[...]ECRATIO", al più, essendo generosi, "[...[...]SECRATIO"; i due tipi (per complessivi 4 esemplari) descritti nel report del ripostiglio invece hanno legenda: "CONSECRA[...]" e "CONSECRATIO" quindi non ci sarebbe alcuna corrispondenza tra il nostro pezzo e quelli descritti nel ripostiglio. In sintesi quindi sia tipo di busto che legenda del rovescio attualmente leggibile sono in apparente contrasto con quanto descritto come appartenente al ripostiglio, certo, le immagini sarebbero l'elemento determinante, ma è alquanto probabile che di immagini non ve ne sia traccia nemmeno nel catalogo di vendita per cui, in assenza di una ricevuta d'acquisto che leghi la moneta alla vendita pubblica del 1978 si può dire con ragionevole sicurezza che la moneta in questione non proviene dal ripostiglio analizzato. Ad aver tratto in inganno il venditore attuale, di cui non metto assolutamente in dubbio la buona fede, potrebbe essere stata molto probabilmente una precedente catalogazione a livello di riferimento bibliografico: molto spesso gli antoniniani del III secolo, specialmente i gallici e certi pezzi di Claudio II, Gallieno e altri imperatori più o meno contemporanei, vengono classificati anche con i cataloghi dei principali ripostigli del periodo e Morgat-en-Crozon è proprio uno di questi. Il fatto di aver davanti un antoniniano di consacrazione con aquila rappresentata frontalmente deve aver spinto il classificatore iniziale a usare il riferimento di questo ripostiglio francese per la catalogazione del pezzo dando così origine all'equivoco. Perché ho scritto questo lungo post? Perché a volte credo si bello vedere anche cosa sta dietro alla ricerca di un singolo pezzo e, nel mio piccolo, per illustrare un metodo (non IL metodo!) di lavoro per offrire uno spunto anche a chi, per la prima volta, vuole provare a cimentarsi con un approccio un po' differente al semplice (e dignitosissimo!) collezionismo di sola sensazione (ovvero = prendo la moneta semplicemente perché mi piace). Sperando di non avervi annoiati, vi saluto e vado a caccia di nuovi pezzi!
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