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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/28/23 in tutte le aree
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Ciao a tutti , volevo mostrarvi una piastra da 120 grana di Ferdinando II del 1840 che riporta sulla scritta FERDINANDVS , la A al posto della V . Qualcuno ha già questa "variante" se così si può chiamare in collezione? Di seguito vi allego foto della piastra presente in collezione , grazie anticipatamente a tutti . Saluti . Luigi5 punti
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DE GREGE EPICURI Le monete provinciali sono state per me un amore a prima vista, anche se poi una collezione sistematica è cominciata molti anni dopo. Mi erano piaciute subito le patine (spesso verdi, ma in realtà molto variabili), gli stili piuttosto originali e a volte un po' primitivi, la grande variabilità dei rovesci (divinità, miti, animali, architetture...) E poi c'era la sfida del greco: a volte scritte chiare, altre volte mezze cancellate e tutte da interpretare. Questa è una delle prime che ho comprato. Un Gordiano con una testa un po' più normale rispetto ai sesterzi imperiali (cioè con la fronte meno sporgente...) E al rovescio, intorno alla divinità (Dioniso? non mi ricordo più!) , quella scritta lunghissima con il nome del governatore della Moesia Inferiore, poi la località (Nicopoli sull'Istro), e poi...che cosa diavolo erano quelle lettere nel campo? Finchè ho capito che erano la conclusione della scritta! ΝΙΚΟΠΟΛΙΤΩΝ ΠΡΟC ΙCΤΡΟΝ non ci stava tutta nel giro, così le ultime lettere (OCI-CTPON) sono finite nei campi destro e sinistro. Anche queste bizzarrie sono il fascino delle provinciali.5 punti
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Complimenti! Te l'avevo detto che la conoscevi bene! Scusate l'appiccagnolo, ma a suo tempo per questo motivo costava veramente così poco che non me la sono fatta sfuggire4 punti
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Ahhh ora ho capito!! 30 soldi Repubblica Cisalpina 1801 celebrativo della fondazione del "Foro Buonaparte" di Milano!3 punti
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L’ellenizzazione del mito di Erice attribuisce la presenza di Afrodite sul rovescio delle monete al fatto che il re autoctono Erice, il gigante protettore della città che da lui ha preso il nome, era figlio di Afrodite e dell’argonauta Bute. Ottimo pugile, Erice sfidò e vinse molti eroi, ed ebbe anche il coraggio di sfidare Eracle che passava di lì dopo aver rubato i buoi di Gerione in una delle sue dodici fatiche. L’incontro prevedeva che se Eracle avesse perso, Erice avrebbe preso i suoi buoi, mentre se avesse perso il gigante, Eracle avrebbe ottenuto la sua terra. Il vincitore fu Eracle che cedette la terra vinta agli abitanti con il vincolo che la cedessero a chi fra i suoi discendenti ne avesse fatto richiesta. Difatti, dopo molte generazioni, il lacedemone Dorieo che si proclamava appartenente alla famiglia degli Eraclidi organizzò una spedizione in Sicilia, si arrogò il diritto del possesso delle terre e vi fondò una città cui diede il nome di Eraclea, che fu in seguito distrutta dai Punici. apollonia3 punti
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Ciao a tutti, oggi voglio condividere con voi la storia del mio Augusto (e un Ottaviano che poi sarà Augusto), come vedrete non sono certo monete acchiappalike (come si dice sui social), in ogni caso nessuno qui mi ha mai dato l'impressione di fare post per questo motivo ma piuttosto per condividere con gli altri una passione che ci accomuna e quindi ho pensato di scriverci sopra due righe (forse più di due perdonatemi 😁). Sono convinto che molti inizialmente pensano di impostare la propria collezione (parlo in particolare di quella Imperiale ovviamente visto che la sezione è quella) con "una moneta per Imperatore di qualunque tipo va bene", poi capita anche che qualcuno per vari motivi si specializzi a periodi (Severi, Giulio-Claudi, Costantino e figli, ecc... ) o in un tipo di moneta che siano denari, sesterzi, ecc... (giusto per fare qualche esempio non voglio certo minimizzare le innumerevoli sfaccettature del collezionismo☺️) Per quanto mi riguarda, dall'alto delle mie 29 monete totali (più una quasi completa collezione di "autentiche" repliche Mister Day di quando ero piccolo, che pur nella sua imperfezione ha contribuito alla nascita di questa passione 🙃), sto ancora cercando un filo conduttore preciso e pur avendo una simpatia particolare per i denari, diciamo che in realtà per adesso navigo un pò a vista e prendo quello che mi piace, budget permettendo, come dico sempre la storia non ha prezzo ma dobbiamo pur darglielo. Nel mio tentativo di procedere alla collezione di cui sopra, "una moneta per Imperatore", tralasciando Cesare che, anche se borderline, ci sta sempre bene (un pò come il penny black in una collezione di francobolli), ma al momento è per me fuori portata, ho tentato di procedere con il di lui figlio e primo Imperatore di Roma Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto. Anche su di lui ho trovato un pò di difficoltà dal punto di vista del budget ma, preso dalla foga del momento iniziale della ritrovata passione (ce l'ho sempre avuta ma è da qualche mese che è tornata di prepotenza), ho preso un suo denario che mi piaceva, pagato non poco per i miei standard usuali, salvo poi rendermi conto di aver fatto un madornale errore storico, il denario è del 37 a.C., nel periodo quindi della lotta contro Sesto Pompeo e antecedente la battaglia di Azio del 31 a.C., quando ancora era "solo" Ottaviano e non Augusto, perchè come saprete lo diventerà solamente 10 anni più tardi nel 27 a.C. Passato lo sconforto iniziale, mi consolai mettendo il denario suddetto insieme a quello legionario di Marco Antonio, frutto quest'ultimo di un altro acquisto pazzo da "foga di inizio collezione" e devo dire che insieme stanno bene, molto meglio di come lo sono stati i personaggi che le hanno fatte coniare. Alla fine, grazie ad un'asta recente, sono riuscito a prendere anche una moneta di Augusto, datata 15 a.C., è un'asse, non un denario, ma sono comunque contentissimo di averla con me. Visto che siamo a parlare di monete, lasciamo spazio anche a loro, per prima l'asse, visto che siamo nella sezione Imperiale, di seguito metterò, per completezza visto che l'ho menzionato, anche il denario: Asse di Augusto - Monetiere CN Piso Roma - 15 a.C. - RIC 382 - 10.78g x 26mm Al D/ CAESAR AVGVSTVS TRIBVNIC POTEST; testa di Augusto. Al R/ CN PISO CN F IIIVIR A A A F F; S C. E adesso veniamo al denario, non so se con le conoscenze che ho acquisito adesso grazie ad un pò di esperienza e ai sempre preziosi consigli degli utenti del forum lo avrei acquistato, a mio avviso ha subito un'operazione di pulizia molto maldestra che ha lasciato pure molti graffi, tuttavia, partendo ovviamente dal presupposto che sia autentico, almeno adesso può riposare tranquillo assieme alle altre in una bella casella di legno e velluto: Denario di Ottaviano Zecca Itinerante, Italia - 37 a.C. - B.140 (Julia) - 3,60g x 19mm Al D/ IMP. CAESAR - DIVI. F. III. VIR. ITER. R. P. C.. Al R/ COS ITER ET TER DESIG.2 punti
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-> https://www.deamoneta.com/auctions/search/900?c=Greek+Coins per il vs piacere degli occhi e, spero, per il vostro acquisto. MONETE ETRURIA: MONETE CENTRO ITALIA2 punti
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Ciao gennydbmoney Bella domanda.... Secondo me la traversa della A di cui stiamo parlando è più sottile delle altre A in leggenda , perché non avranno utilizzato lo stesso punzone con cui hanno fatto le A , ma sicuramente un punzone magari di una A modificato a V e per questo sicuramente un minimo di traversa è rimasta ......2 punti
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Ciao Raffaele Innanzitutto volevo farti i miei complimenti bellissima moneta, sembra proprio lei stesso particolare, praticamente simile !!! Quindi può essere una variante come nella piastra del 1834, grazie per l'intervento . Saluti . Luigi2 punti
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Ciao a tutti, Io ce l'ho, e per me è una vera e propria variante, anche se qualcuno non sarà tanto d'accordo con me. Naaa, ti assicuro che è una A😉. Un saluto a tutti. Raffaele.2 punti
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@califfo64 Per una valutazione di autenticità sono comunque fondamentali i dati di peso e diametro della moneta. Infine, una chiosa. L'uso continuativo del maiuscolo equivale ad urlare (vedi regolarmento del forum): https://www.lamoneta.it/guidelines/ Absit iniuria verbis. Ciao. Stilicho2 punti
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Buonanotte! Sono andato a riprendermi l'articolo originale dell'Università di Würzburg, articolo da cui si comprende un pochino meglio la situazione. Mi permetto quindi di parafrasare il testo riportato da @Vel Saties. È stato individuato un nuovo idioma (non ha senso distinguere ora tra lingua e dialetto) leggendo un testo ittita cuneiforme che cita, sempre in caratteri cuneiformi, una formula rituale espressa, secondo quanto chiosa lo stesso redattore ittita del testo, "nell'idioma di Kalašma". Benché la porzione di testo in "kalašmico" non sia ancora stata tradotta, hanno notato diverse somiglianze con le parlate luvie (quindi anatolico-indoeuropee). Qui finisce la parafrasi. La scoperta è piuttosto esaltante. Dal momento che la geografia linguistica dell'Anatolia antica è in parte sconosciuta, una scoperta simile costituisce un bel tassello nella ricostruzione della situazione. L'eccezionale sta nel fatto che magari pian piano si riuscirà a ricostruire il mosaico linguistico antico. Non importa dunque se stiamo parlando di una nuova lingua o "solo" di un nuovo dialetto, premesso che il discrimine tra "lingua" e "dialetto" non è semplicissimo da definire.2 punti
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Carissimo @giuseppe ballauri, l'argomento della diffamazioni delle Armi o le presunte tali è tra i più affascinanti. Io sono tra quelli che tende a pensarla come te e, in merito a questo argomento, rilevo che la diffamazione del Leone (Leon) attraverso l'eliminazione della coda, la troviamo in tutti gli anni 30 del Secolo Decimonono, o quasi. Già dal '38 si inizia a vedere la coda. Per cui, dall'inizio del Regno di Ferdinando II, il Leone ha una mutilazione simbolica, in linea con la posizione NON rampante o addirittura prona, palesata nelle Piastre del papà, Francesco I. Le ipotetiche ragioni storiche, possono essere proprio quelle che hai rilevato tu, ma ce ne possono essere altre. Questo modo di intendere la numismatica che emerge dai tuoi post, caro @giuseppe ballauri, è tra i più rispettosi della natura interdisciplinare di questa complessa disciplina. Grazie2 punti
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Stimato dal compilatore del catalogo RRRR, un esemplare di tarì in oro probabilmente battuti in Amalfi al nome di Federico II, reggente la madre Costanza di Altavilla . Sarà il 28 Ottobre in vendita Artemide LX al n. 766 .1 punto
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Cari Lamonetiani, sono particolarmente orgoglioso di condividere con voi questo Tallero. L'avevo già, ma non ho potuto resistere davanti a questo 1891: un'occasione che si presenta raramente e così... l'ho preso ed ho ceduto il vecchio q.SPL che avevo (moneta peraltro dignitosissima con usura uniforme).1 punto
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Stavo dando un occhio alle recenti emissioni della Repubblica (qui: https://www.francobolli-italia.it/catalogo-francobolli-italiani/repubblica-italiana/2023) e mi sono soffermato a riflettere sulla caterva di francobolli che vengono emessi. Mi chiedo: oggi, nell'era di WhatsApp dove ormai non si imbucano quasi più lettere, hanno senso tutte queste emissioni? Al contrario, probabilmente, avrebbero avuto maggior senso tirature basse, più limitate, quanto meno per far rifiorire in qualche modo l'interesse filatelico. Ma forse ormai, ai piani alti (Stato e Poste Italiane), l'interesse nei confronti dei collezionisti è morto e sepolto, chissà 🤷♂️ Basti vedere che si sono ormai spostati verso gli investimenti, la telefonia, e altro. Ma voi ve lo vedete oggi un bambino/ragazzo che colleziona con occhi appassionati francobolli e monete? 🙄 Comunque sia, per me, rimangono tante, troppe emissioni per il contesto odierno...1 punto
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No, sei assolutamente in tema. Non si tratta certo di una delle più belle monete in euro emesse, ma ha il "fascino dello stemma".1 punto
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Mi era sfuggita, bella moneta, molto affascinanti anche le precedenti al protettorato francese di qualche decennio prima, con nessun carattere capibile a parte numeri e date a caratteri arabi.1 punto
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Salve. In quelle “ A” vediamo delle barrette belle, chiare e precise. Non possiamo sempre tornare alla solita filastrocca del conio così e del conio colà. Dobbiamo attenerci a quello che vediamo e non possiamo fare sistematicamente un processo all’evidenza. Poi, il motivo per cui quella barretta si trova lì è un altro discorso. Le possibilità che un conio faccia involontariamente un lavoro di tale precisione, che possa trattarsi solo di eccesso di metallo, sono veramente molto basse. E poi, ripeto, non è la prima volta che ci troviamo di fronte a monete con una “V” portatrice di barretta calzante a pennello! È una storia molto vecchia!1 punto
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Non è di Campobasso, forse è un Denaro Tornese della Grecia franca,emesso durante le crociate,ma chi ha più tempo dirà la classificazione appropriata odjob1 punto
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Ciao @califfo64 ti volevo ringraziare per questo tuo post in quanto mi ha consentito di trovare oggi un antoniniano che è stato coniato con lo stesso conio di incudine del mio, acquistato due anni fa, di tipologia però diversa da questo della duscussione. Ne avevo visionato centinaia senza risultati, oggi che cercavo esemplari con Luna Lucifera mi è comparso d'avanti. Dritto e rovescio diversi, usura differente e tondelli diversi dimostrano la quasi sicura autenticità 🙂. Per l'esemplare da te postato non ho trovato niente. Sempre molto importante e didattico condividere monete e porre domande. ANTONIO MM 22,50 5,10 g. RIC 388a1 punto
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Fonte Vaccari News: L’anno scorso a Camerata Cornello con il Museo dei Tasso e della storia postale; ora ( per la precisione il 30 settembre ) a Chiuduno ospiti della manifestazione “Bergamofil”. Quindi, sempre nella provincia orobica. Dietro, ancora una volta, l’Associazione nazionale collezionisti annullamenti italiani, uno fra i sodalizi più attenti al servizio postale. È stata proprio tale struttura a richiedere il supporto marcofilo per documentare l’incontro di quanti apprezzano il Postcrossing, ovvero la spedizione di cartoline ad altrettanti appassionati ma sconosciuti, scelti casualmente da un sistema elettronico. Non a caso, l’1 ottobre si celebra la “Giornata mondiale della cartolina” così da ricordare la… capostipite, introdotta l’1 ottobre 1869 su idea dell’economista austroungarico Emanuel Herrmann. “Ho partecipato al raduno dell’anno scorso e, pur non essendo un amante specifico delle cartoline, ho apprezzato queste persone, quasi sempre giovani, che prendono ancora carta, penna e francobollo per fare spedizioni fisiche, non accontentandosi di quelle digitali”, commenta con “Vaccari news” il presidente della stessa Ancai, Alcide Sortino.1 punto
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Tutte quelle O mi confondevano 😄😄 complimenti un bel pezzo! A me manca ancora perché la stavo cercando con il giusto rapporto qualità prezzo ma questa con appiccagnolo ha un fascino in più dato dal fatto che è stata appiccagnolata magari per qualche simpatia politica verso il periodo giacobino. Un pezzo interessante!1 punto
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Ma volentieri. Ho anche ancuni stateri celtici se vuoi. Tanto io li uso come fermaporte...1 punto
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TAnto mi spiace ma le prendo tutte io farò delle offerte assurdamente insuperabile: con tutti i soldi che ho posso battere tranquillamente chiunque.1 punto
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Cari amici dopo una pausa forzata riprendo le mie modeste condivisioni di grandi moduli italiani in argento. Stasera andiamo a Parma, regnante Maria Luigia d’Austria, figlia dell’imperatore Francesco I, nel 1810 sposa Napoleone Bonaparte e nel 1814 il Trattato di Fontainebleau le attribuisce il Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla. Le sue monete a partire dal 1819 furono coniate a Milano, incluse quelle del 1815, che vennero battute in quell’anno (1819). Mori’ nel 1847. I pezzi da 5 lire, come i marenghi e i doppi marenghi d’oro, sono sempre state molto apprezzate dai collezionisti. Degli scudi si conoscono 4 millesimi: il 1815, il più reperibile, il 1832 che vi presento stasera, più raro, il 1832 ribattuto sul 1815, molto raro, e per finire una delle monete più rare di tutto l’Ottocento italiano, il mitico 1821 conosciuto in tre esemplari, che l’imperatrice fece coniare per commemorare la morte del marito. L’esemplare qui fotografato, da poco in collezione, vanta una perizia Nip di FDC e presenta una discreta patina omogenea su fondi lucenti e rilievi intonsi. Ne sono abbastanza fiero perché così non è proprio semplice da reperire sul mercato. Buon weekend a tutti1 punto
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Sei vuoi rimanere aggiornato, dovresti seguirmi... scherzo.1 punto
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Ho trovato questo in rete, da una rapida ricerca: http://monete-storiche.blogspot.com/2011/11/i-prezzi-nellantica-roma.html?m=11 punto
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Cari Lamonetiani, scusate il titolo generico, ma desidererei catalogare questa moneta di cui conosco solo il periodo a grandi linee. Chi mi può aiutare ad identificarla? Grazie in anticipo a coloro che si cimenteranno.1 punto
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DE GREGE EPICURI Credo che il materiale falso di questo genere venga prodotto soprattutto nell'Europa dell'Est. Prima del covid (ora i banchetti sono diminuiti e qualche mercatino si è drasticamente ridotto) attorno a Milano in tutti i mercatini non mancava mai qualche banco di polacchi, ukraini o russi con una miriade di cose del genere, tutte o quasi tutte false.1 punto
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Buongiorno, non so se possa essere utile (in caso contrario mi scuso già in anticipo), ma allego due fonti in cui viene citato Caius Maianus, entrambe trovate tramite ricerca su Google books. Il primo documento è parte del volume "Lexicon vniversae rei nvmariae vetervm et praecipve graecorvm ac romanorvm cvm observationibvs antiquariis, geographicis, chronologicis, historicis, criticis et passim cvm explicatione monogrammatvm" di Johann Christoph Rasche (1787). Il secondo estratto fa parte della Rivista di numismatica e scienze affini, volumi 59-62, 1957, in cui si menziona un asse a nome di Caius Maianus. Riccardo1 punto
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-> https://storiearcheostorie.com/2023/09/25/archeologia-dagli-scavi-di-fregellae-riemergono-gli-ultimi-istanti-di-vita-della-citta-distrutta-dai-romani/ La campagna condotta quest’estate dai ricercatori del Centro Leibniz di Archeologia (LEIZA) nella città tardo-repubblicana di Fregellae, nel Lazio, ha riportato alla luce un impianto produttivo agricolo e diversi reperti che aiutano a ricostruire la drammatica fine della città, distrutta dai Romani nel 125 a.C. Il ritrovamento di un recipiente destinato allo stoccaggio: la posizione dei frammenti conferma l’ipotesi che la distruzione di Fregellae sia avvenuta in un colpo solo e aiuta a ricostruire le modalità in cui avvenne l’attacco. (foto: © LEIZA / Dominik Maschek) Novità da Fregellae, l’antica città laziale distrutta dai romani nel 125 a.C. Una nuova campagna di scavi archeologici sta riportando alla luce, oltre al centro abitato repubblicano, anche le drammatiche testimonianza dell’assedio che comportò la completa distruzione della città e la deportazione dei suoi abitanti, chiarendone anche la dinamica. Posta a circa 100 Km da Roma, Fregellae era strategicamente importante per i romani in quanto punto di controllo in un’importante valle fluviale: sorgeva infatti lungo la Via Latina fra Aquinum (Aquino) e Frusino (Frosinone), sulla sponda destra del fiume Liri. Nel 125 a.C. fu violentemente distrutta dall’esercito romano a seguito di una ribellione e le sue rovine scomparvero. La sua ubicazione precisa è stata a lungo oggetto di dibattito fino agli scavi che, a partire dal 1978, hanno via via riportato alla luce nel territorio di Arce (Frosinone) reperti di età repubblicana, rivelando il sito dal 1995 compreso nel Parco archeologico di Fregellae, nel quale si possono ammirare le rovine di quattro domus e di un impianto termale. Le terme romane di Fregellae, visibili nel Parco Archeologico (foto: ©SABAP FR LT) Fondata probabilmente dagli Osci, Fregellae fu occupata dai Volsci e poi distrutta dai Sanniti (330 a.C.). La vicina Fabrateria Vetus (oggi Ceccano, fondata anch’essa dai Volsci) chiamò in aiuto Roma contro le minacce dell’espansione sannitica finché nel 328 a.C. i Romani vi stanziarono una colonia di diritto latino nei pressi del Liri, violando un accordo con i Sanniti per cui il territorio ad est del fiume sarebbe rimasto libero dalla colonizzazione romana. I Sanniti di conseguenza occuparono la città nel 320 a.C., fino al 313 a.C. quando la colonia latina fu ricostituita. Nel tempo divenne un centro molto fiorente, circondata com’era da fertili vallate e dotata di risorse idriche abbondanti. Tuttavia, come accennato, nel 125 a.C. la città di ribellò a seguito del fallimento della proposta di Marco Fulvio Flacco, che voleva estendere i diritti politici romani agli Italici, e venne completamente distrutta dalle legioni condotte dal pretore Lucio Opimio: gli abitanti furono deportati e di Fregellae rimasero solo le rovine. Il progetto archeologico in corso, finanziato dalla Fondazione Gerda Henkel dal 2023, è diretto dal 2015 da Dominik Maschek e si svolge in collaborazione con il Ministero della Cultura, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Frosinone e Latina (SABAP FR LT), il Comune di Arce (Frosinone) e il Comune di San Giovanni Incarico (Frosinone). Gli scavi di quest’anno, effettuati tra il 24 luglio e il 21 agosto scorsi, si sono concentrati – si legge in una nota diffusa da LEIZA – su un’area di circa 285 mq e al suo interno sono venuti alla luce i resti di due edifici. Mentre i resti degli edifici pubblici (come le terme e il tempio dedicato a Esculapio) e privati, decorati con stucchi e mosaici pavimentali, forniscono uno spaccato della vita quotidiana del centro agricolo e mostrano il grado di prosperità degli abitanti dell’epoca, i ritrovamenti ceramici rappresentano la “fotografia” della sua violenta distruzione. “Abbiamo scoperto una vera e propria istantanea della distruzione”, spiega Maschek. “Grazie al ritrovamento dei recipienti di stoccaggio siamo certi che la distruzione del centro agricolo deve essere avvenuta in un colpo solo”. Ulteriori ricerche, affidate agli studi archeobotanici, aiuteranno a stabilire il momento esatto dell’anno in cui avvenne la distruzione. Gli scavi in corso (foto: L. Reimann / LEIZA) Precedenti ricerche sul campo avevano già rivelato le prove di un assedio militare. Le indagini geofisiche avevano individuato tracce di caldo intenso in vari luoghi, a suggerire la presenza di fuochi da campo come supporto all’ipotesi che le unità militari romane impiegate fossero disposte in accampamenti strategicamente organizzati. “Per isolare Fregellae – spiega ancora Maschek – e probabilmente lasciarla senza rifornimenti, la città fu letteralmente circondata dall’esercito romano. L’assedio fu seguito poco dopo dalla completa distruzione”. L’obiettivo principale del progetto scientifico è studiare l’impatto degli assedi in epoca romana sull’area urbana di Fregellae e il grado di distruzione che ha subito il paesaggio circostante. Gli scavi archeologici proseguiranno nell’estate 2024. @CdC, @Illyricum65 perdonatemi. Non so perché ma ho sbagliato sezione. Potresti spostarla in archeologia?1 punto
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Oggi vi presento la serie dedicata alla Lira di re Umberto I. Purtroppo manca quella del 1883, ho avuto occasione di prenderla qualche anno fa, ma era in conservazione penosa. Ora, non disdegno le basse conservazioni - soprattutto quando riguardano pezzi estremamente rari - poiché anche un MB ha la sua dignità se presenta un'usura uniforme. La Lira disponibile non aveva nemmeno quest'ultima caratteristica e, quindi, l'ho lasciata. Forse un giorno colmerò la lacuna. Qui trovate il secondo conio della Lira del 1884 (l'Attardi non lo riporta, anzi assieme a quella del 1883 la definisce di 1° tipo, potete vedere più sotto la "Briciola" pubblicata sul Gazzettino che mostra le differenze fra i due tipi). Della Lira del 1899 "9 ravvicinati" potete notare la maggior usura: essendo una semplice curiosità, ho messo in collezione la prima che ho trovato; magari, un domani se capiterà, provvederò a migliorarne la conservazione. La "Briciola" del Gazzettino #5 del giugno 2019:1 punto
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Allego foto di un ritaglio di giornale conservato da mio nonno all’interno del libro di Enzo Diena “un secolo di francobolli italiani”. Non conoscevo questa storia quindi pensavo fosse carino condividerlo con tutti non si mai si possa arricchire con qualche risorsa o conoscenza di altri utenti1 punto
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I Savoia furono i regnanti della mia Patria. Non fu una grande dinastia, ma fu la mia dinastia. Io non li voglio difendere, perché su molte cose sono indifendibili. Ma sparare a zero come se fossero stati una iattura ha poco senso, visto che loro erano il simbolo dell'Italia, ma da sempre, come oggi, il problema (o la fortuna, dipende) dell'Italia sono gli Italiani. Con un'altra dinastia, nulla sarebbe cambiato secondo me. Tutto ciò lo chiamo amor patrio, non ottusità. Logico, se molti di voi sentono come loro un'altra Patria, posso capire che malvedete chi simboleggió la conquista delle vostre terre. Anche se non lo condivido. Napoleone annettè alla Francia le mie terre, ma per questo non denigro Napoleone. È un fatto che ormai fa parte della storia, e oggi non devo "combattere" contro Napoleone. E poi, se ci fosse ancora la monarchia, il 90% di chi critica, elogierebbe i Savoia. Come sempre, denigrare chi perde, affibiargli tutte le colpe e vederne solo i lati negativi è facile. Comunque, sempre a mio avviso, una degli sbagli più grandi dei Savoia fu avallare l'Unità d'Italia. Al massimo, forse, avrei visto più di buon occhio l'idea di uno stato federato come fu l'Impero Tedesco o come è la Malaysia oggigiorno. Buona serata a tutti ☺️ (e W i Savoia 🤣)1 punto
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Acquistata l'altro ieri, la mia non è bella come quella postata, è un qBB. Ma per 50 euro non potevo lasciargliela.1 punto
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Buongiorno e buona domenica a tutti, @Litra68 hai ragione possiamo raccogliere tutte le 34 in questa discussione e confrontarle. In attesa di capire la rarità delle 34 con le aquile capovolte posto come hai chiesto la ATR, tra l'altro un altro esemplare è apparso nell'ultima asta nomisma. Un saluto Raffaele.1 punto
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