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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/28/23 in tutte le aree
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Ciao a tutti , volevo mostrarvi una piastra da 120 grana di Ferdinando II del 1840 che riporta sulla scritta FERDINANDVS , la A al posto della V . Qualcuno ha già questa "variante" se così si può chiamare in collezione? Di seguito vi allego foto della piastra presente in collezione , grazie anticipatamente a tutti . Saluti . Luigi5 punti
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DE GREGE EPICURI Le monete provinciali sono state per me un amore a prima vista, anche se poi una collezione sistematica è cominciata molti anni dopo. Mi erano piaciute subito le patine (spesso verdi, ma in realtà molto variabili), gli stili piuttosto originali e a volte un po' primitivi, la grande variabilità dei rovesci (divinità, miti, animali, architetture...) E poi c'era la sfida del greco: a volte scritte chiare, altre volte mezze cancellate e tutte da interpretare. Questa è una delle prime che ho comprato. Un Gordiano con una testa un po' più normale rispetto ai sesterzi imperiali (cioè con la fronte meno sporgente...) E al rovescio, intorno alla divinità (Dioniso? non mi ricordo più!) , quella scritta lunghissima con il nome del governatore della Moesia Inferiore, poi la località (Nicopoli sull'Istro), e poi...che cosa diavolo erano quelle lettere nel campo? Finchè ho capito che erano la conclusione della scritta! ΝΙΚΟΠΟΛΙΤΩΝ ΠΡΟC ΙCΤΡΟΝ non ci stava tutta nel giro, così le ultime lettere (OCI-CTPON) sono finite nei campi destro e sinistro. Anche queste bizzarrie sono il fascino delle provinciali.5 punti
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Complimenti! Te l'avevo detto che la conoscevi bene! Scusate l'appiccagnolo, ma a suo tempo per questo motivo costava veramente così poco che non me la sono fatta sfuggire4 punti
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Ahhh ora ho capito!! 30 soldi Repubblica Cisalpina 1801 celebrativo della fondazione del "Foro Buonaparte" di Milano!3 punti
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L’ellenizzazione del mito di Erice attribuisce la presenza di Afrodite sul rovescio delle monete al fatto che il re autoctono Erice, il gigante protettore della città che da lui ha preso il nome, era figlio di Afrodite e dell’argonauta Bute. Ottimo pugile, Erice sfidò e vinse molti eroi, ed ebbe anche il coraggio di sfidare Eracle che passava di lì dopo aver rubato i buoi di Gerione in una delle sue dodici fatiche. L’incontro prevedeva che se Eracle avesse perso, Erice avrebbe preso i suoi buoi, mentre se avesse perso il gigante, Eracle avrebbe ottenuto la sua terra. Il vincitore fu Eracle che cedette la terra vinta agli abitanti con il vincolo che la cedessero a chi fra i suoi discendenti ne avesse fatto richiesta. Difatti, dopo molte generazioni, il lacedemone Dorieo che si proclamava appartenente alla famiglia degli Eraclidi organizzò una spedizione in Sicilia, si arrogò il diritto del possesso delle terre e vi fondò una città cui diede il nome di Eraclea, che fu in seguito distrutta dai Punici. apollonia3 punti
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Ciao a tutti, oggi voglio condividere con voi la storia del mio Augusto (e un Ottaviano che poi sarà Augusto), come vedrete non sono certo monete acchiappalike (come si dice sui social), in ogni caso nessuno qui mi ha mai dato l'impressione di fare post per questo motivo ma piuttosto per condividere con gli altri una passione che ci accomuna e quindi ho pensato di scriverci sopra due righe (forse più di due perdonatemi 😁). Sono convinto che molti inizialmente pensano di impostare la propria collezione (parlo in particolare di quella Imperiale ovviamente visto che la sezione è quella) con "una moneta per Imperatore di qualunque tipo va bene", poi capita anche che qualcuno per vari motivi si specializzi a periodi (Severi, Giulio-Claudi, Costantino e figli, ecc... ) o in un tipo di moneta che siano denari, sesterzi, ecc... (giusto per fare qualche esempio non voglio certo minimizzare le innumerevoli sfaccettature del collezionismo☺️) Per quanto mi riguarda, dall'alto delle mie 29 monete totali (più una quasi completa collezione di "autentiche" repliche Mister Day di quando ero piccolo, che pur nella sua imperfezione ha contribuito alla nascita di questa passione 🙃), sto ancora cercando un filo conduttore preciso e pur avendo una simpatia particolare per i denari, diciamo che in realtà per adesso navigo un pò a vista e prendo quello che mi piace, budget permettendo, come dico sempre la storia non ha prezzo ma dobbiamo pur darglielo. Nel mio tentativo di procedere alla collezione di cui sopra, "una moneta per Imperatore", tralasciando Cesare che, anche se borderline, ci sta sempre bene (un pò come il penny black in una collezione di francobolli), ma al momento è per me fuori portata, ho tentato di procedere con il di lui figlio e primo Imperatore di Roma Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto. Anche su di lui ho trovato un pò di difficoltà dal punto di vista del budget ma, preso dalla foga del momento iniziale della ritrovata passione (ce l'ho sempre avuta ma è da qualche mese che è tornata di prepotenza), ho preso un suo denario che mi piaceva, pagato non poco per i miei standard usuali, salvo poi rendermi conto di aver fatto un madornale errore storico, il denario è del 37 a.C., nel periodo quindi della lotta contro Sesto Pompeo e antecedente la battaglia di Azio del 31 a.C., quando ancora era "solo" Ottaviano e non Augusto, perchè come saprete lo diventerà solamente 10 anni più tardi nel 27 a.C. Passato lo sconforto iniziale, mi consolai mettendo il denario suddetto insieme a quello legionario di Marco Antonio, frutto quest'ultimo di un altro acquisto pazzo da "foga di inizio collezione" e devo dire che insieme stanno bene, molto meglio di come lo sono stati i personaggi che le hanno fatte coniare. Alla fine, grazie ad un'asta recente, sono riuscito a prendere anche una moneta di Augusto, datata 15 a.C., è un'asse, non un denario, ma sono comunque contentissimo di averla con me. Visto che siamo a parlare di monete, lasciamo spazio anche a loro, per prima l'asse, visto che siamo nella sezione Imperiale, di seguito metterò, per completezza visto che l'ho menzionato, anche il denario: Asse di Augusto - Monetiere CN Piso Roma - 15 a.C. - RIC 382 - 10.78g x 26mm Al D/ CAESAR AVGVSTVS TRIBVNIC POTEST; testa di Augusto. Al R/ CN PISO CN F IIIVIR A A A F F; S C. E adesso veniamo al denario, non so se con le conoscenze che ho acquisito adesso grazie ad un pò di esperienza e ai sempre preziosi consigli degli utenti del forum lo avrei acquistato, a mio avviso ha subito un'operazione di pulizia molto maldestra che ha lasciato pure molti graffi, tuttavia, partendo ovviamente dal presupposto che sia autentico, almeno adesso può riposare tranquillo assieme alle altre in una bella casella di legno e velluto: Denario di Ottaviano Zecca Itinerante, Italia - 37 a.C. - B.140 (Julia) - 3,60g x 19mm Al D/ IMP. CAESAR - DIVI. F. III. VIR. ITER. R. P. C.. Al R/ COS ITER ET TER DESIG.2 punti
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-> https://www.deamoneta.com/auctions/search/900?c=Greek+Coins per il vs piacere degli occhi e, spero, per il vostro acquisto. MONETE ETRURIA: MONETE CENTRO ITALIA2 punti
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Ciao gennydbmoney Bella domanda.... Secondo me la traversa della A di cui stiamo parlando è più sottile delle altre A in leggenda , perché non avranno utilizzato lo stesso punzone con cui hanno fatto le A , ma sicuramente un punzone magari di una A modificato a V e per questo sicuramente un minimo di traversa è rimasta ......2 punti
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Ciao Raffaele Innanzitutto volevo farti i miei complimenti bellissima moneta, sembra proprio lei stesso particolare, praticamente simile !!! Quindi può essere una variante come nella piastra del 1834, grazie per l'intervento . Saluti . Luigi2 punti
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Ciao a tutti, Io ce l'ho, e per me è una vera e propria variante, anche se qualcuno non sarà tanto d'accordo con me. Naaa, ti assicuro che è una A😉. Un saluto a tutti. Raffaele.2 punti
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@califfo64 Per una valutazione di autenticità sono comunque fondamentali i dati di peso e diametro della moneta. Infine, una chiosa. L'uso continuativo del maiuscolo equivale ad urlare (vedi regolarmento del forum): https://www.lamoneta.it/guidelines/ Absit iniuria verbis. Ciao. Stilicho2 punti
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Buonanotte! Sono andato a riprendermi l'articolo originale dell'Università di Würzburg, articolo da cui si comprende un pochino meglio la situazione. Mi permetto quindi di parafrasare il testo riportato da @Vel Saties. È stato individuato un nuovo idioma (non ha senso distinguere ora tra lingua e dialetto) leggendo un testo ittita cuneiforme che cita, sempre in caratteri cuneiformi, una formula rituale espressa, secondo quanto chiosa lo stesso redattore ittita del testo, "nell'idioma di Kalašma". Benché la porzione di testo in "kalašmico" non sia ancora stata tradotta, hanno notato diverse somiglianze con le parlate luvie (quindi anatolico-indoeuropee). Qui finisce la parafrasi. La scoperta è piuttosto esaltante. Dal momento che la geografia linguistica dell'Anatolia antica è in parte sconosciuta, una scoperta simile costituisce un bel tassello nella ricostruzione della situazione. L'eccezionale sta nel fatto che magari pian piano si riuscirà a ricostruire il mosaico linguistico antico. Non importa dunque se stiamo parlando di una nuova lingua o "solo" di un nuovo dialetto, premesso che il discrimine tra "lingua" e "dialetto" non è semplicissimo da definire.2 punti
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Carissimo @giuseppe ballauri, l'argomento della diffamazioni delle Armi o le presunte tali è tra i più affascinanti. Io sono tra quelli che tende a pensarla come te e, in merito a questo argomento, rilevo che la diffamazione del Leone (Leon) attraverso l'eliminazione della coda, la troviamo in tutti gli anni 30 del Secolo Decimonono, o quasi. Già dal '38 si inizia a vedere la coda. Per cui, dall'inizio del Regno di Ferdinando II, il Leone ha una mutilazione simbolica, in linea con la posizione NON rampante o addirittura prona, palesata nelle Piastre del papà, Francesco I. Le ipotetiche ragioni storiche, possono essere proprio quelle che hai rilevato tu, ma ce ne possono essere altre. Questo modo di intendere la numismatica che emerge dai tuoi post, caro @giuseppe ballauri, è tra i più rispettosi della natura interdisciplinare di questa complessa disciplina. Grazie2 punti
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Ciao Fofo, non mi sono spiegato. Io ho intenzione di fare una cosa diversa. certo, i gradi di rarità che avrei intenzione di dare possono essere un po' ampliati dall'R3 in giù, ma il punto è che io mi baso su un corpus delimitato senza dare valori di rarità che possano esser paragonati con quelli di monete di altre monetazioni, né dei Medici né di altro tipo. Per adesso ho materiale per circa 350 esemplari, penso di poter arrivare a 400 con esemplari riportati nei volumi del Ciabatti, del Pucci e del Bargello e altra roba che può comparire in futuro. Per dire, già del 1595 (legenda stretta) ho 29 esemplari, del 1595 "legenda larga" 17, del 1616 21, del 1619 (data piccola) 27, del 1619 (data grossa) 19. solo queste date danno 113 talleri, cioè il 32% dei circa 350 esemplari di cui parlo. Queste situazione deve avere un riscontro quando si parla di "rarità" o "reperibilità", perché è evidente che queste date sono comuni ALL'INTERNO del corpus. Il che non significa che non siano rare in confronto ad altre monete coniate in italia in età moderna, ma unconfronto del genere non mi interessa. ora io non so quante siano nell'insieme le pezze della rosa conosciute, ma che una pezza nota in 25 esemplari sia catalogata R5 può avere più spiegazioni: 1. ci sono varie centinaia di pezze della rosa per altri anni, allora 25 nel loro corpus è un numero esiguo. ci vorrebbe un censimento. 2. forse quando il catalogo fu relizzato se ne conoscevano molte di meno 3. il catalogo ha messo un valore errato. se pensi che il tallero per pisa del 1612 il MIR lo mette NC (e se ne conosce 4 esemplari), è un'opzione possibile. Questo per dire che paragonare la rarità di monete di corpora differenti tra loro è problematico. direi che la cosa è piuttosto convenzionale e poco oggettiva.1 punto
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intanto grazie a chi finora è intervenuto. sono contento perchè la mia interpretazione ( a parte aver scritto per errore Luigi XI invece che IX) appare confermata da chi è più esperto se ci saranno altri contributi sarò felice di accoglierli1 punto
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Buongiorno, come la maggioranza dei frequentatori della Sezione sapranno, tra la fine del III secolo e gli inizi del IV le sorti dell’Impero furono rette da un sistema politico ideato da Diocleziano. La motivazione era data dalla necessità di dover regnare, vigilare e difendere un territorio vastissimo, sia a livello di pericoli provenienti dall’interno (ribellioni ed usurpazioni) che dall’esterno (invasioni barbariche). Da principio (285) Diocleziano nominò suo vice (Cesare) Marco Aurelio Valerio Massimiano e il primo aprile 286 lo elevò al ragno di Augusto (Nobilissimus et frater) affidandogli la guida di metà dell’Impero e creando in pratica una diarchia. Se Diocleziano si affidava alla protezione del suo nume Giove (Iovio), Massimiano si affidò a quella di Ercole (Erculio) ovvero di un semidio figlio del primo, per cui riconoscendogli indirettamente una certa subordinanza (seppure di facciata fossero allo stesso livello). Il passo successivo fu quello di eleggere altri due cesari (293), sia per ridurre ulteriormente le aree di competenza sulle quali vigilare (nonostante tutto si erano verificate varie rivolte), sia per creare una linea di successione e garantire quindi continuità al sistema diarchico: Diocleziano nominò Galerio a Nicomedia (maggio?), Massimiano Costanzo I (Mediolanum, 1 marzo). In pratica si passò da un sistema diarchico a una Tetrarchia con due Augusti e due Cesari a regnare sulle quattro aree in cui era stato diviso l’Impero. Dopo una dozzina di anni, il 1 maggio 305, Diocleziano e Massimiano abdicarono in favore dei loro cesari Galerio e Costanzo I (Cloro) che individuarono a loro volta i loro successori in Massimino Daia e in Flavio Valerio Severo. Mi fermo qua perché l’anno successivo Costanzo I muore e il figlio Costantino manda a monte il tavolo (e decretando alla fine il crollo della Tetrarchia)… Questo breve excursus storico serviva solamente per presentare una serie di follis emessi da Aquileia durante la Prima Tetrarchia (oltre alle tipiche e più comuni GENIO POPVLI ROMANI e SACR MONETA AVGG ET CAESS NOSTR) . Esemplari non rarissimi ma nemmeno così comuni. Ve ne presento alcune, tratte da http://numismatics.org Si trattano di appelli alla lealtà, alla fedeltà dell’esercito nei confronti degli (nostri) Augusti e Cesari: FIDES MILITVM AVGG ET CAESS NN. La Fedeltà drappeggiata stante frontale regge uno stendando in ciascuna mano. RIC VI Aquileia 57 a Data A.D. 305 Nominale AE1 Zecca Aquileia Dritto IMP CONSTANTIVS P F AVG: Head of Constantius Chlorus, laureate, right Rovescio FIDES MILITVM AVGG ET CAESS NN: Fides, draped, standing front, head left, holding standard in each hand. RIC VI Aquileia 61 a Data A.D. 305 Nominale AE1 Zecca Aquileia Dritto IMP CONSTANTIVS P F AVG: Bust of Constantius Chlorus, laureate, helmeted, cuirassed, left, holding spear (or sceptre) over right shoulder and shield on left arm. Rovescio FIDES MILITVM AVGG ET CAESS NN: Fides, draped, standing front, head left, holding standard in each hand.1 punto
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Buonasera a tutti, ho trovato questa bella moneta del 1908 dalla Tunisia (al tempo protettorato francese). L'esemplare pesa 9,57 g (9,77 teorici), diametro di 30,5 mm - in bronzo e coniata a Parigi in 500.000 esemplari. Confesso di avere una certa fascinazione per la monetazione araba e per l'eleganza dei caratteri in essa usati (senza naturalmente capire un'acca del loro significato a parte le cifre); essendo questa monetazione coloniale abbiamo arabo al dritto e francese al rovescio. (Nel link vi sono delle foto in qualità maggiore https://photos.app.goo.gl/ttgiG9H9U5uP3cna7)1 punto
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Ciao @Gio69 A destra vedo un motivo "VOT", sempre se la moneta possa essere romana (peso e diametro ci stanno), a sinistra un demone, ma questa potrebbe essere pareidolia o una deviazione personale! Njk1 punto
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Non mi esprimo sull'effettività di una ∀ al posto di una V ma ho una domanda da fare: perché la traversa di questa ipotetica A capovolta è palesemente più sottile rispetto alle altre vere A della legenda?...1 punto
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Digitale e cartaceo col Gazzettino trovano una perfetta sintesi col cartaceo sempre protagonista e in prima fila come è’ giusto che sia …ti aspettiamo Benedetto l’11 novembre per una tua breve relazione sul tuo articolo !1 punto
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Ciao didrachm innanzitutto grazie per il parere , in più allego un ulteriore foto più ravvicinata , magari si nota di più il particolare.1 punto
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per me Repubblica romana https://felsinea.bidinside.com/it/lot/5221/porcia-m-porcius-cato-89-ac-/1 punto
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Una notizia che avrebbe fatto impazzire la mia "vecchia" prof di filologia micenea: Una nuova lingua indoeuropea è stata scoperta nell’antica capitale ittita Hattusa https://www.scienzenotizie.it/2023/09/22/una-nuova-lingua-indoeuropea-e-stata-scoperta-nellantica-capitale-ittita-hattusa-0273311?utm_source=pocket-newtab-it-it La Direzione provinciale della cultura e del turismo di Çorum ha annunciato in una dichiarazione scritta che durante gli scavi nel distretto di Boğazkale di Çorum, dove si trova Hattusa , la capitale degli Ittiti, è stata scoperta una nuova lingua indoeuropea. Gli Ittiti vivevano in Anatolia circa 3.500 anni fa. Hanno registrato trattati e decreti statali, preghiere, miti e rituali di incantesimi su tavolette di argilla. Sono stati trovati circa 30.000 manoscritti, scritti prevalentemente in lingua ittita, ma anche in misura minore in altre lingue come il luvio o il paleo. Ora ne è stata aggiunta una nuova a queste lingue. Gli Ittiti, una delle civiltà più misteriose e potenti della storia anatolica, l’impero crebbe con l’invenzione dell’alfabeto quando l’umanità passò dalla media alla tarda età del bronzo tra la fine del XIV e il XII secolo a.C. Sappiamo che erano una delle più grandi potenze militari del loro tempo: dopo tutto, si scontrarono con i grandi faraoni d’Egitto, come Ramesse il Grande, prima che il loro potere fosse finalmente messo sotto controllo dal primo potere mondiale. trattato di pace. E poi un giorno, intorno al 1.180 a.C., il loro potente impero si spezzò improvvisamente, frantumandosi in città-stato neo-ittite indipendenti, che lentamente e misteriosamente scomparvero dalla faccia della terra. Nella dichiarazione si afferma che negli studi archeologici condotti sotto la direzione del Prof. Dr. Andreas Schachner della filiale di Istanbul dell’Istituto Archeologico Germanico si continuano ad aggiungere nuovi reperti alle iscrizioni cuneiformi, e si osserva quanto segue: “La maggior parte dei testi sono stati scritti in ittita, la più antica lingua indoeuropea provata e la lingua dominante nella regione, ma durante gli scavi di quest’anno è stata riscontrata una sorpresa inaspettata. Un testo di lettura scritto in una lingua fino ad allora sconosciuta era nascosto all’interno di un testo rituale di culto scritto in ittita. L’epigrafista dello scavo è dell’Università di Würzburg, Germania Il Prof. Dr. Daniel Schwemer riferisce di aver identificato questa lingua come la lingua del paese di Kalašma, situato all’estremità nordoccidentale della regione centrale ittita, probabilmente nella moderna regione di Bolu o Gerede .” La scoperta di un’altra lingua negli archivi di Boğazköy-Hattusa non è del tutto inaspettata. Secondo il professor Schwemer, gli Ittiti avevano un interesse unico nel registrare i rituali in lingue straniere. I testi rituali scritti dagli scribi del re ittita riflettono varie tradizioni e ambienti linguistici anatolici, siriani e mesopotamici. Questi rituali offrono preziose prospettive sulla geografia linguistica poco conosciuta dell’Anatolia della tarda età del bronzo, dove non si parlava solo l’ittita. Infatti, i testi cuneiformi in Boğazköy-Hattusa contengono passaggi dal luvio e dal palaca, altre due lingue anatolico-indoeuropee strettamente imparentate con l’ittita, nonché dall’hattiano, una lingua che non è di origine indoeuropea. Ora a queste si può aggiungere la lingua Kalašma. Nella dichiarazione si sottolinea che il testo in lingua Kalašma, scritto in una lingua appena scoperta, è ancora in gran parte incomprensibile, e si fanno le seguenti affermazioni: “La collega di Schwemer, la prof.ssa Elisabeth Rieken, esperta di antiche lingue anatoliche, ha confermato che questa nuova lingua appartiene alla famiglia linguistica anatolica-indoeuropea. Secondo Rieken, nonostante la sua vicinanza geografica alla regione in cui si parla il palaico, questo testo è linguisticamente luvio”. Quanto strettamente la lingua Kalašma sia correlata ad altri dialetti luvi nell’Anatolia della tarda età del bronzo sarà oggetto di ulteriori ricerche. Gli studi interdisciplinari a Boğazköy-Hattusa sono stati condotti dall’Istituto Archeologico Tedesco (DAI), Fondazione Thyssen, “È realizzato come progetto finanziato dalla Fondazione GRH, dalla Fondazione Volkswagen e dal Ministero degli Affari Esteri italiano. Scienziati del DAI, Istanbul, Würzburg e dell’Università di Marburg stanno lavorando insieme alla documentazione e alla valutazione del testo”.1 punto
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Grazie per la bella digressione, non ho niente da aggiungere purtroppo, le mie competenze storiche non vanno così nel dettaglio, tuttavia, avendo finito i "mi piace" odierni, ci tenevo a supportare questo post 😄1 punto
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Ciao @califfo64 ti volevo ringraziare per questo tuo post in quanto mi ha consentito di trovare oggi un antoniniano che è stato coniato con lo stesso conio di incudine del mio, acquistato due anni fa, di tipologia però diversa da questo della duscussione. Ne avevo visionato centinaia senza risultati, oggi che cercavo esemplari con Luna Lucifera mi è comparso d'avanti. Dritto e rovescio diversi, usura differente e tondelli diversi dimostrano la quasi sicura autenticità 🙂. Per l'esemplare da te postato non ho trovato niente. Sempre molto importante e didattico condividere monete e porre domande. ANTONIO MM 22,50 5,10 g. RIC 388a1 punto
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Ciao, Come detto, absit iniuria verbis, appunto. E' chiaro che non volevi affatto essere irrispettoso. Magari si può ovviare ingrandendo i caratteri. Buona giornata. Stilicho1 punto
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Bravo questo mi è sfuggito. @Basilio 1967nel forum esistono regole stringenti riguardo al materiale ritrovato con il MD. Rileggere il regolamento del forum e le normative vigenti in Italia.1 punto
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Devo essere una brutta persona perché a me al massimo regalano bronzetti consumati. Essendo divorato dall’invidia, mi sfogo esprimendo i miei dubbi sull’autenticità.1 punto
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Benvenuto nel club! e ti rispondo, in quanto vedo che non ci facciamo concorrenza, io mi sono fermato a 30 anni prima 🤣 Tu cerchi un "Panzerkampfabzeichen 100" Guarda, io direi che ci sono più riproduzioni che originali in giro, esistono siti che non vendono altro (uno è italiano), sono "falsi" solo se qualcuno cerca di farli passare per buoni. https://www.google.com/search?q="Panzerkampfabzeichen+100"&sca_esv=568775834&tbm=isch&sxsrf=AM9HkKngSCx9n8NfzxeFIv8ZVuycR1oRew:1695833936831&source=lnms&sa=X&ved=2ahUKEwjhkZzbocuBAxXlVfEDHTd2BX8Q_AUoAXoECAEQAw&cshid=1695833951209212&biw=1280&bih=907&dpr=1 Io cerco sempre di fare molta attenzione, guardo bene i dettagli (il pin delle spille, per esempio) e cerco di confrontare diversi esemplari (vedi il link di sopra). Evito di comprare al minimo dubbio, e se compro col dubbio devo spendere veramente poco, almeno non me ne pento. Servus, Njk1 punto
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Però ci consoliamo guardandole e studiandole!1 punto
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Alcune lettere arrivate da località remote nel mondo, trovate nella cassetta della posta negli ultimi mesi TAAF-ILES GLORIEUSES 31/03-15/05-01/08 retro Francobolli: 1,10€ 2022: fondali dei TAAF-Isole Sparse 0,50€ 2021: fauna dei TAAF-Isole Sparse (versione da foglio) 0,50€ 2021: serie pietre e minerali-Calcedonio BASSE TERRE-GUADALUPA 28/04-11/05-16/05 Francobolli: Lettre Verte 2021: Impronte animali1 punto
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Forse bisognerebbe approfondire un pochino la Storia prima di fare affermazioni così forti. Anzitutto, l'intervento in guerra al fianco di Gran Bretagna, Francia e Russia non era certo un desiderio personale di Vittorio Emanuele III ma di ampi strati della popolazione. Le motivazioni erano varie: c'era chi vedeva negli Imperi centrali delle autocrazie pericolose, che se avessero vinto avrebbero sottomesso l'intera Europa. Costoro ritenevano necessario che Austria e Germania andassero fermate, anche perché molto probabilmente (se avessero vinto) si sarebbero in futuro vendicate del "tradimento" italiano. C'era, invece, chi coltivava il sogno di completare l'unità nazionale e, magari, espandersi anche nel Mediterraneo, con qualche nuovo possedimento nei Balcani, in Albania e in Turchia. A favore dell'intervento c'erano gli studenti, i futuristi e gran parte della borghesia. Dall'altro lato, invece, c'erano coloro che volevano che l'Italia si mantenesse neutrale. Le motivazioni alla base del non intervento erano fondamentalmente due: 1. Evitare che l'Italia subisse migliaia di morti e feriti (desiderio incarnato, in particolare, dalla Chiesa). 2. Evitare un'eventuale sconfitta militare, dato che l'esercito non era pronto per un conflitto del genere (tesi portata avanti da Giolitti). Queste erano le due anime del Paese nel 1914-15. Come si può vedere, nessuno smaniava particolarmente per entrare in guerra al fianco delle Potenze centrali, se non una minoranza assoluta. Riguardo alle promesse tedesche di cedere Trento e Trieste in cambio della neutralità, ebbene queste erano soltanto delle promesse fatte dalla Germania ma a cui l'Austria fu sempre poco incline a soddisfare, se non quando ormai era troppo tardi, ovvero quando sapevano tutti che l'Italia stava per firmare un patto con la Triplice Intesa. La Chiesa si spese moltissimo per cercare di convincere l'Imperatore Franceso Giuseppe a cedere qualcosa subito (non a guerra finita) ma questi si rifiutò. Veniamo ora al presunto colpo di Stato fatto da Vittorio Emanuele III nel 1915. Come sappiamo, coloro che architettarono il Patto di Londra furono Vittorio Emanuele III, Salandra (Presidente del Consiglio) e Sonnino (Ministro degli Esteri). Secondo lo Statuto Albertino, il Re poteva dichiarare guerra di sua iniziativa ma il governo doveva poi ottenere il benestare del Parlamento. Il problema era che il Parlamento era in maggioranza filo-giolittiano e, quindi, sfavorevole all'intervento. La situazione era, quindi, complessa: Salandra, non avendo l'appoggio delle camere, il 13 maggio 1915 si dimise dall'incarico. Il Re offrì, quindi, l'incarico a Giolitti (che aveva in mano il Parlamento) ma costui rifiutò, temendo la reazione delle migliaia di manifestanti favorevoli all'ingresso in guerra e galvanizzati da Gabriele D'Annunzio. Vittorio Emanuele III ridiede così l'incarico al dimissionario Salandra e il 20 maggio il Parlamento votò per concedere al governo i poteri per la guerra. Quindi, alla fine, il Parlamento approvò l'entrata in guerra. Fonti utilizzate: Wikipedia e questo meraviglioso video di Alessandro Barbero che consiglio caldamente a tutti.1 punto
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Proseguiamo il viaggio nelle monete di re Umberto col giro completo (manca ad esser pignoli il 20 Lire 1882 col "2" della data su l'1, ma si tratta di errori di conio e perciò può bastare quello con l'1 inciso su l'1 rovesciato) dei suoi Marenghi:1 punto
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Va in un campo e trova moneta d’oro del I secolo a. C. La scoperta nei pressi del paese in cui furono ambientati film psico-horror Incredibilmente bella, con le sue decorazioni che stanno tra l’astratto e la figurazione. La moneta è stata trovata quest’estate in un campo agricolo di Benington, un villaggio e parrocchia civile nel distretto di East Hertfordshire , nell’Hertfordshire, in Inghilterra, a circa quattro miglia a est di Stevenage e 35 miglia a nord di Londra. Una zona ad alta vocazione agricola, sin dall’antichità, in cui oggi risiedono 900 persone. Questo luogo magico è noto per un cortometraggio horror psicologico del 2009 e per la serie web No Through Road di Steven Chamberlain: la storia di quattro adolescenti di diciassette anni in viaggio verso Stevenage che si ritrovano intrappolati in un loop temporale lungo due segnali stradali che indicano un incrocio tra Benington e Watton. Luogo con un’aura metafisica, bella e, a tratti inquietante, quello in cui la moneta è stata portata alla luce. L’oggetto prezioso è un quarto di statere importato dai Galli dell’età del ferro, forse dei Nervii, risalente al I secolo a.C. La tipologia della moneta è quella a “Linee incrociate con cavaliere”. Il dritto presenta segni di scalpello incrociati. Il rovescio riproduce l’immagine di un cavallo, di una lira e di un cavaliere. Essa pesa 1,89 grammi e ha un diametro di 12,9 millimetri. Il recto e il verso dell’antica moneta celtica @ Rights Holder: The Portable Antiquities Scheme CC License I Nervi, che produssero questa moneta, poi giunta in Inghilterra, costituivano la tribù più influente all’interno della regione della Gallia Belgica durante il I secolo a.C., zona che era situata vicino al fiume Schelda. Secondo le testimonianze di Tacito e Strabone, i Nervi avevano origini germaniche. Nei resoconti di Gaio Giulio Cesare nel suo De bello Gallico, i Nervi erano descritti come il gruppo più combattivo tra le tribù belgiche. Una prova di ciò risiedeva nella loro cultura, che aveva somiglianze con quella degli Spartani, evidenziando così il loro carattere guerriero. https://www.stilearte.it/va-in-un-campo-e-trova-moneta-doro-del-i-secolo-a-c-la-scoperta-nei-pressi-del-paese-in-cui-furono-ambientati-film-psico-horror/1 punto
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La notte è uno dei momenti più pacifici di tutta la giornata é vero concordo, ma è anche il momento in cui sei solo con te stesso e fai le migliori o peggiori scelte della settimana. 😂😂 E poi prima di andare a letto ti privi di riguardare le aste numismatiche d' interesse? Io manco morto 😂😂1 punto
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Ciao Max, la tua 50 lire è sicuramente autentica e fa parte di una mazzetta che è stata portata in Germania negli ultimi giorni di guerra. Come lo so? Me lo ha detto un parente di chi lo ha fatto. A suo tempo ne uscirono tante su eBay. Un paio, vicinissime alla tua, me le sono accaparrate pure io 😎 Se ci fai caso hanno lo stesso ‘difetto’ della tua. Saluti da Monaco, dove è appena iniziata l’Oktoberfest 🍻1 punto
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Egregio, una precisazione: noi siamo "Quelli del Cordusio", il riferimento è una piazza storica di Milano dove da sempre ogni domenica vi si svolge un mercatino filatelico-numismatico e altre collezioni. Questa rivista NON è una pubblicazione periodica, non ha fini di lucro e la si può avere solo frequentando convegni e riunioni dove Mario (dabbene) vi si presenta. Se non hai la possibilità di frequentare quei luoghi, hai però, la possibilità di leggere i numeri pubblicati sul web qui: https://independent.academia.edu/QuellidelcordusioGazzettini Buona lettura! Marco1 punto
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