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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/29/23 in tutte le aree

  1. Dopo qualche giorno di studio, posso dire di aver raggiunto alcune conclusioni riguardo a questa nuova edizione del Gigante. Tenete presente che il mio punto di riferimento precedente è il Gigante 2018, quindi è possibile che alcune novità non siano specifiche di questa edizione ma fossero già comparse negli anni scorsi. Ci sono sicuramente alcuni aspetti positivi e altri negativi. Il principale aspetto positivo penso sia un maggiore realismo nelle valutazioni: se nei tempi passati la norma era quella di "prendere la quotazione Gigante e dimezzarla", ora noto che il calo generalizzato delle stime, a fronte di un mercato che invece è stabile o in leggero aumento (probabilmente anche per via dell'inflazione) rende il catalogo molto più attendibile. Sono soddisfatto anche della qualità delle fotografie, da sempre un punto forte del Gigante e ulteriormente migliorata: le immagini sono più nitide e con colori più vivi, e sono state sostituite molte immagini di monete di bassa qualità. Solo in un caso (non ricordo neanche che moneta fosse) la vecchia fotografia è stata sostituita - per motivi imperscrutabili - con quella di un esemplare meno leggibile. Venendo ai punti dolenti, a mio avviso sono principalmente tre. Il primo è il dissennato proliferare di varianti nella monetazione napoletana e siciliana. Sappiamo tutti benissimo che nella monetazione borbonica è più difficile trovare due esemplari standard piuttosto che due varianti, e capisco che una catalogazione dettagliata sia interessante per un catalogo specialistico del settore come il Magliocca, ma personalmente trovo insensato che per ogni piastra ci siano dieci varianti. Provate a guardare il 12 tarì a pag. 637: per quattro annate ci sono VENTINOVE varianti, sulla base di dettagli come uno o due punti, ribattiture della data e dettagli nello stemma. E' un approccio totalmente incoerente con il resto del catalogo, dove invece (a mio avviso giustamente) vengono segnalate solo poche varianti principali. Il secondo punto dolente, che risulta ancora più evidente se posto a confronto con la cura maniacale per la sezione meridionale, è lo stato di abbandono della monetazione pontificia. Numerosi errori, citazioni di monete inesistenti e valutazioni inaffidabili: dal mio primo Gigante (il 1995) ben poco è cambiato. Forse sarebbe opportuno chiedere il supporto di un esperto del periodo e mettere mano seriamente alla questione, visto anche le numerose pubblicazioni (non ultima il MIR) che sono comparse in questi anni. Infine, terzo e più drammatico punto dolente, il fatto che dal 2005 il Gigante non veda più comparire nuove aggiunte. Perché non tentare, poco per volta, di completare la monetazione del Settecento? Magari partendo da Milano, per la quale basterebbero davvero poche pagine (meno di 10) per completare la monetazione moderna post riforma e che resta invece penosamente mutila? Perché per alcune aree d'Italia il Gigante parte dall'inizio del '700 e per altre dalla fine? Invece di accatastare varianti su varianti, aggiungiamo qualcosa di nuovo! Peraltro un aggiornamento passo passo sarebbe un valido sprone per il collezionista per aggiornare il catalogo di anno in anno... Detto ciò sono complessivamente contento del catalogo, che resta a mio avviso per ora l'unico punto di riferimento davvero convincente sul mercato. Staremo a vedere se la crescita del catalogo di Nomisma andrà un pochino a smuovere e motivare anche il buon vecchio Gigante. Salvo novità clamorose, ci risentiamo per commentare il Gigante 2030
    4 punti
  2. Che ne dite di desacralizzare un attimino il nostro santuario collezionistico? 😂 Comincio io con un must: Carta carnevalesca degli anni '70 o '80 a 2 veli. Direi un SUP. 4 strappi contigui. Si faccia avanti chi ha la banconota G 047099 V. 😁 Pensa se su ogni strappo avessero messo un numerale contiguo all'altro! Vi esorto a condividere la vostra cartamoneta igienica. Solo originali, grazie! 🤓😏💩
    3 punti
  3. Anche io sono di questo parere ed è saputo e confermato da testi che nella zecca di napoli in quasi tutto il periodo post Carlo - quando in zecca dominavano i Perger - si usavano dei segni segreti per catalogare tipo di metallo, lotti dati in appalto esterni, pagamenti di riscatti per tracciare il denaro, monitorare attività di operai "strani", lasciapassare per certi gruppi segreti,... ecc ecc. Purtroppo questi libri/elenchi/cataloghi/con le specifiche dei segni sono andati distrutti dopo il 1870 ed oggi è difficile capire le motivazioni dietro a certi pezzi segnati ed ancora piu difficile individuarli, ma ci sono perche non tutte le stranezze di questa monetazone possono definirsi errori di conio, sbadataggini o esuberi di metallo. Alcuni segni inseriti nei conii sono chiari e incontestabili altri vanno studiate con attenzione.
    3 punti
  4. Si! L'esemplare del mio avatar è della mia collezione (ex numismatica Iulia). Si tratta di una mezza lira del giuramento di Milano di Giuseppe II. Proverò rapidamente a raccontare qualcosa di questa monetina. Nel ducato di Milano quando si insediava un nuovo imperatore fin dai tempi di Maria Teresa vi era di tradizione una cerimonia pubblica sfarzosa in occasione del giuramento (simbolico) della città di Milano al nuovo imperatore austriaco (che nemmeno era presente oltretutto). In questa occasione veniva coniata anche una moneta a ricordo dell' evento, le prime dovrebbero essere state quelle di Maria Teresa nel 1741, da mezza lira e da una lira. Successivamente questo avvenne anche per Giuseppe II, figlio e successore di Maria Teresa, nel 1781 e per Francesco II nel 1792 con anche il taglio da uno zecchino in oro. La particolarità di queste emissioni è che vennero coniate per uno scopo ben preciso ovvero essere gettate alla folla accorsa all' evento. Queste erano infatti monete a tutti gli effetti corrispondenti a quelle circolanti e la moneta ricevuta in quell' occasione poteva essere spesa e circolare al pari delle altre. Poteva andare benissimo e ricevere uno zecchino o bene e ricevere una lira; la mezza lira era probabilmente la più comune e facile da ricevere. Si tratta di una moneta quindi davvero bellissima secondo me perché è uno di quei pochi casi in cui si può attribuire una presenza storica con un certo grado di precisione ad una moneta in un dato luogo e momento. È molto interessante anche andare a leggere negli antichi libri cronachistici della Milano di quei tempi la descrizione di queste cerimonie e come il maestro d'armi gettasse le monete alla folla. Insomma è una moneta molto semplice ed essenziale ma il 25 luglio 1781 ha iniziato la sua storia in quella precisa occasione storica. Queste emissioni sono poi proseguite come medaglie commemorative e senza valore legale anche nel periodo del Lombardo Veneto in occasione dei giuramenti a Francesco I (che poi è lo stesso Francesco II quindi in realtà il giuramento era già stato fatto nel 1792 ma repetita iuvant!) e Ferdinando II nel 1835. Quanto a numista ho notato anch'io che non c'era questa moneta e credo il motivo sia dovuto alla sua rarità e relativa posizione di nicchia nel mondo numismatico. Infatti non la avessi come avatar sarebbe stata perfetta per il quiz!😄 https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GII/1 La mia è questa di Giuseppe II ma possiedo anche la mezza lira del giuramento per Francesco II. Le lire sono più rare e difficili da aggiudicarsigli zecchini li vedo solo in foto😄
    3 punti
  5. Ciao releo Ti volevo mostrare invece 2 delle mie piastra in collezione del 1798 con sottocorona rigato che riporta la V di FERDINANDUS con esubero , che non sono certamente delle A .
    3 punti
  6. NO. Come precisato più volte, la chiusura di un topic viene effettuata solo in casi di moderazione. Quindi la discussione rimane aperta. Dato che la discussione è perfettamente in linea con la tematica della sezione, l’utente @Bruzio può postare tranquillamente tutte le monete euro che desidera Per ulteriori domande, siete tutti pregato di non rispondere qui nel topic (per evitare off topic) ma semmai contattarmi in privato
    3 punti
  7. Per me si tratta di un tari d'epoca suberato che negli anni ha perso la doratura.
    3 punti
  8. Ormai è da un anno che sono iscritto al forum ma è come se mi fossi iscritto ieri. Non mi sarei mai aspettato di trovare così tante persone disponibili a rispondere e dare informazioni gratuite. Penso che questo forum abbia un grosso potenziale di divulgazione, soprattutto per i neofiti e per i ragazzi/e che difficilmente quando si avvicinano a questa passione trovano qualcuno con cui confrontarsi. Quindi voglio ringraziare tutti gli utenti del forum, soprattutto @Il Lanzichenecco che ho tartassato di domande e che con pazienza ha risposto a tutti i miei quesiti. E grazie a tutti per far sì che Lamoneta ora e in futuro rimanga un luogo di informazione e di discussione.
    2 punti
  9. ti aspettiamo! ========== PS: quelli sopra non siamo io e @nikita_, è solo che mi diverto anche con le AI
    2 punti
  10. Ciao Rodolfo, il numero di 25 pezzi da dove lo hai dedotto? Secondo me la pezza del 1726 è veramente una delle grandi rarità della monetazione medicea , dove, come dici tu, le monete sono comunque tutte almeno rare..
    2 punti
  11. DE GREGE EPICURI Le monete provinciali sono state per me un amore a prima vista, anche se poi una collezione sistematica è cominciata molti anni dopo. Mi erano piaciute subito le patine (spesso verdi, ma in realtà molto variabili), gli stili piuttosto originali e a volte un po' primitivi, la grande variabilità dei rovesci (divinità, miti, animali, architetture...) E poi c'era la sfida del greco: a volte scritte chiare, altre volte mezze cancellate e tutte da interpretare. Questa è una delle prime che ho comprato. Un Gordiano con una testa un po' più normale rispetto ai sesterzi imperiali (cioè con la fronte meno sporgente...) E al rovescio, intorno alla divinità (Dioniso? non mi ricordo più!) , quella scritta lunghissima con il nome del governatore della Moesia Inferiore, poi la località (Nicopoli sull'Istro), e poi...che cosa diavolo erano quelle lettere nel campo? Finchè ho capito che erano la conclusione della scritta! ΝΙΚΟΠΟΛΙΤΩΝ ΠΡΟC ΙCΤΡΟΝ non ci stava tutta nel giro, così le ultime lettere (OCI-CTPON) sono finite nei campi destro e sinistro. Anche queste bizzarrie sono il fascino delle provinciali.
    2 punti
  12. sì, giustamente a un certo punto diventa sempre un discorso opinabile. Ma io vorrei usare una scala che descriva unicamente il corpus dei talleri senza pretesa di permettere confronti con la raritÀ di altre monete. In realtà il discorso andrebbe fatto quando, raccolto molto materiale, si può mettere un punto e fare un'analisi e vedere quanti esemplari sono presenti delle date più comuni e di quelle rare. mettiamo di arrivare a 400 talleri in totale. Le date (con le varianti principali) sono (pare) 32: 1595 A 1595 B 1600 ?? 1601 1603 A 1603 B 1604 1605 1606 1607 1608 1609 A 1609 B 1611 1612 1613 1614 1615 1616 1617 1618 1619 A 1619 B 1620 A 1620 B 1621 Cos.1621 Ferd. 1622 1623 1629 1648 1654 ora, 400/32 farebbe 12,5 il che significa che se di ogni data ci fossero -facciamo- 13 esemplari tutti i talleri sarebbero comuni (o rari) allo stesso modo all'interno del corpus. tutte quelle con più di 13 esemplari son più comuni delle altre. d alcuni ce ne son 30 esemplari... farò una lista degli esemplari noti per ogni anno e mi baserò su quella per tener conto delle rarità. il problema sorge in realtà se si danno indici di rarità per monete di corpora differenti, tipo com fanno i cataloghi, perché si crea l'illusione che le monete siano rare allo stesso modo, ma andrebbe invece considerato quanto una data è rappresentate in percentuale all'interno del suo corpus ciao
    2 punti
  13. Ciao a tutti, oggi voglio condividere con voi la storia del mio Augusto (e un Ottaviano che poi sarà Augusto), come vedrete non sono certo monete acchiappalike (come si dice sui social), in ogni caso nessuno qui mi ha mai dato l'impressione di fare post per questo motivo ma piuttosto per condividere con gli altri una passione che ci accomuna e quindi ho pensato di scriverci sopra due righe (forse più di due perdonatemi 😁). Sono convinto che molti inizialmente pensano di impostare la propria collezione (parlo in particolare di quella Imperiale ovviamente visto che la sezione è quella) con "una moneta per Imperatore di qualunque tipo va bene", poi capita anche che qualcuno per vari motivi si specializzi a periodi (Severi, Giulio-Claudi, Costantino e figli, ecc... ) o in un tipo di moneta che siano denari, sesterzi, ecc... (giusto per fare qualche esempio non voglio certo minimizzare le innumerevoli sfaccettature del collezionismo☺️) Per quanto mi riguarda, dall'alto delle mie 29 monete totali (più una quasi completa collezione di "autentiche" repliche Mister Day di quando ero piccolo, che pur nella sua imperfezione ha contribuito alla nascita di questa passione 🙃), sto ancora cercando un filo conduttore preciso e pur avendo una simpatia particolare per i denari, diciamo che in realtà per adesso navigo un pò a vista e prendo quello che mi piace, budget permettendo, come dico sempre la storia non ha prezzo ma dobbiamo pur darglielo. Nel mio tentativo di procedere alla collezione di cui sopra, "una moneta per Imperatore", tralasciando Cesare che, anche se borderline, ci sta sempre bene (un pò come il penny black in una collezione di francobolli), ma al momento è per me fuori portata, ho tentato di procedere con il di lui figlio e primo Imperatore di Roma Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto. Anche su di lui ho trovato un pò di difficoltà dal punto di vista del budget ma, preso dalla foga del momento iniziale della ritrovata passione (ce l'ho sempre avuta ma è da qualche mese che è tornata di prepotenza), ho preso un suo denario che mi piaceva, pagato non poco per i miei standard usuali, salvo poi rendermi conto di aver fatto un madornale errore storico, il denario è del 37 a.C., nel periodo quindi della lotta contro Sesto Pompeo e antecedente la battaglia di Azio del 31 a.C., quando ancora era "solo" Ottaviano e non Augusto, perchè come saprete lo diventerà solamente 10 anni più tardi nel 27 a.C. Passato lo sconforto iniziale, mi consolai mettendo il denario suddetto insieme a quello legionario di Marco Antonio, frutto quest'ultimo di un altro acquisto pazzo da "foga di inizio collezione" e devo dire che insieme stanno bene, molto meglio di come lo sono stati i personaggi che le hanno fatte coniare. Alla fine, grazie ad un'asta recente, sono riuscito a prendere anche una moneta di Augusto, datata 15 a.C., è un'asse, non un denario, ma sono comunque contentissimo di averla con me. Visto che siamo a parlare di monete, lasciamo spazio anche a loro, per prima l'asse, visto che siamo nella sezione Imperiale, di seguito metterò, per completezza visto che l'ho menzionato, anche il denario: Asse di Augusto - Monetiere CN Piso Roma - 15 a.C. - RIC 382 - 10.78g x 26mm Al D/ CAESAR AVGVSTVS TRIBVNIC POTEST; testa di Augusto. Al R/ CN PISO CN F IIIVIR A A A F F; S C. E adesso veniamo al denario, non so se con le conoscenze che ho acquisito adesso grazie ad un pò di esperienza e ai sempre preziosi consigli degli utenti del forum lo avrei acquistato, a mio avviso ha subito un'operazione di pulizia molto maldestra che ha lasciato pure molti graffi, tuttavia, partendo ovviamente dal presupposto che sia autentico, almeno adesso può riposare tranquillo assieme alle altre in una bella casella di legno e velluto: Denario di Ottaviano Zecca Itinerante, Italia - 37 a.C. - B.140 (Julia) - 3,60g x 19mm Al D/ IMP. CAESAR - DIVI. F. III. VIR. ITER. R. P. C.. Al R/ COS ITER ET TER DESIG.
    2 punti
  14. Salve. Aggiungo altre monete con la presenza in legenda della "A" capovolta. Secondo me, sarebbe più corretto parlare di "V" + barretta. Questo darebbe una risposta anche al quesito correttamente posto da Genny. Riporto, a caso, monete diverse, accomunate, però, dalla presenza della "V" + barretta. Ne ho trovate alcune nel mio archivio, ma tante ancora potrebbero essere aggiunte. Come si vede (anche se le foto sono quelle che sono), le barrette sono posizionate in modo vario all'interno della "V" ( più in alto, più in basso, più marcate e spesse o meno, due sovrapposte...), però sono inserite sempre belle precise, non lasciano dubbi. E' possibile che un conio che lavora male, un eccesso casuale di metallo, possa creare tanti casi, tante monete diverse fra loro per anno, valore...,tutte, però, portatrici di "V" + barretta (o barrette) perfettamente calzanti? Secondo me, le possibilità che accada ciò sono pari a zero. E' possibile, invece, che era proprio la barretta, insieme alla "V", a "segnare" la moneta, a permetterne il riconoscimento. In pratica, costituiva la firma dell'incisore o di chi per lui. Stesso identico discorso che ho fatto tempo fa per i due punti. Barrette e due punti è probabile venissero utilizzati per "firmare" agevolmente ed efficacemente le monete. E sono proprio le barrette e i due punti che ci fanno impazzire, perché non sappiamo mai spiegarceli, se non ricorrendo a quel pasticcione di un conio... Chiaramente, queste son solo mie supposizioni, ma sono supposizioni che vanno a sistemare molti tasselli del mosaico al posto giusto. Adesso arriva il bello, perché passo alla pubblicazione delle foto. Speriamo vada tutto bene...! Saluti.
    2 punti
  15. questo però genera confusione. la rarità è una funzione determinata della quantità di pezzi noti. Che ci siano 30 collezionisti , oppure 100 oppure 2 a volere un tipo di moneta noto in soli 10 esemplari non fa alcuna differenza per quanto riguarda la rarità. Sempre 10 esemplari restano. Quello che cambia non è la rarità ma il valore sul mercato.
    1 punto
  16. Da sempre Al Flaminio che spettacolo...bei tempi
    1 punto
  17. E comunque ho trovato questa tabella e vedo che il peso varia di molto a secondo dell' anno di coniazione 😊
    1 punto
  18. Cari Lamonetiani, sono particolarmente orgoglioso di condividere con voi questo Tallero. L'avevo già, ma non ho potuto resistere davanti a questo 1891: un'occasione che si presenta raramente e così... l'ho preso ed ho ceduto il vecchio q.SPL che avevo (moneta peraltro dignitosissima con usura uniforme).
    1 punto
  19. @El Chupacabra Esemplare da lustrare gli occhi: complimenti... Moneta che peraltro ha tanta storia.
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  20. Storia molto interessante grazie Se postavi camuffata l'altra faccia sarebbe stata durissima, una moneta asburgica tra le tante per Giuseppe II e Numista non avrebbe aiutato Riguardo la corona del quiz è compatibile con quella utilizzata sulle monete di Baden, quindi da mezzo a sei kreuzer della seconda metà dell'800, ma una volta che dici che è in rame propendo per 1 kreuzer.
    1 punto
  21. Beh, lo ha gia' fatto in maniera evidentissima....... Basti controllare , per chi ce l'ha, il Gigante 2023 (uscito 6 mesi dopo il Nomisma) e vedere come sono cambiati completamente le valutazioni rispetto a quelle precedenti del 2022. Completamente stravolte varie valutazioni ,che da anni erano circa le stesse, senza alcuna motivazione (dovuta da realizzi dell'anno trascorso).......se non dalle valutazioni inserite nel Nomisma qualche mese prima sulla monetazione sabauda. "Coincidenza"?????....puo' essere, ma la monetazione e' veramente molto vasta perche' la coincidenza sia cosi evidente, tanto da stravolgere gran parte delle valutazioni dell'anno precedente, sia in termini di crescita delle conservazioni piu' elevate, sia di decrescita di quelle delle conservazioni medio-basse A tutti gli addetti ai lavori, che possono paragonare il Gigante di tutti gli anni e "le troppe similitudini" col Nomisma, non e' passata assolutamente inosservata la cosa...........
    1 punto
  22. Questa ricerca numismatica , ma anche storica , sul Magistrato monetale L. Servius Rufus nasce come conseguenza di un’ altra ricerca pubblicata recentemente nella Sezione di Storia e Archeologia a proposito di una statua , forse di Afrodite , trovata recentemente a Tusculum . In questa prima ricerca e' presente un disegno di moneta repubblicana romana emessa da Lucius Servius Rufus tra il 43/41 a.C. che reca al rovescio la cinta muraria di Tusculum con nome abbreviato TUSCUL che sembra impresso nel tempio dei Castori che era situato sull' Arce della Citta' . Come punto di partenza della ricerca storico numismatica mi e’ parso conveniente partire dal gentilizio Servius , quindi interrogando Wikipedia sono uscite queste notizie : La Gens Servia era una famiglia plebea minore dell'antica Roma . Pochi membri di questa Gens sono menzionati negli scrittori antichi, ma alcuni sono conosciuti dalle iscrizioni. Il Nomen Servius deriva dal praenomen Servius , senza variazione di forma ; questo fa sì che i due nomi vengano facilmente confusi. Chase lo classifica tra quei gentilicia che hanno avuto origine a Roma, o che non è possibile dimostrare che provengano da nessun'altra parte. Il praenomen deriva probabilmente da servare , "proteggere" o "tenere al sicuro", e presumibilmente i Servii derivarono il loro nomen da un antenato di questo nome. Altre gentes derivarono dallo stesso prenome utilizzando forme diverse; la più famosa fu la gens Servilia , prominente in tutta la storia romana. I Servii usavano una varietà di praenomina, in particolare Lucio , Publio , Manio , Marco , Gaio e Numerio . Sebbene gli altri fossero molto comuni, Manio era un po' più caratteristico, mentre Numerio , sebbene diffuso, non era particolarmente comune. Altri praenomina ricorrono raramente tra i Servii, sebbene Stazio appaia in una filiazione. Questo prenome, poco comune a Roma, era diffuso nelle regioni di lingua osca dell'Italia centrale e meridionale. Lucius Servius Rufus, un monetario che nel 41 a.C. emise denari e aurei raffiguranti la testa di un uomo barbuto, forse in rappresentanza di Lucius Junius Brutus , come dichiarazione di sostegno a Marco Junius Brutus , insieme ai Dioscuri . Probabilmente il monetiere era originario di Tuscolo in quanto un suo rarissimo Aureo reca al rovescio la cinta muraria di Tusculum con tanto di scritta identificatrice TUSCUL e nuovamente i Dioscuri al dritto . I Dioscuri venerati in questa Citta’ avevano un loro tempio sull’ arce di Tusculum . Il Denario invece reca al dritto la stessa legenda L. SERVIUS RUFUS con al centro la testa del Tribuno (?) del Popolo , al rovescio i Dioscuri appiedati , senza cavalli . https://www.bing.com/ck/a?!&&p=a43be859858de9edJmltdHM9MTY5NTc3MjgwMCZpZ3VpZD0xZTk5MDAzMi1hNTdiLTYyZjUtMjZmYS0xMjU0YTQ0YzYzNTkmaW5zaWQ9NTIzMA&ptn=3&hsh=3&fclid=1e990032-a57b-62f5-26fa-1254a44c6359&psq=gens+servia&u=a1aHR0cHM6Ly9lbi53aWtpcGVkaWEub3JnL3dpa2kvU2VydmlhX2dlbnM&ntb=1 Questo monetario è conosciuto solo dalle sue monete , Aureo e Denario . Si e’ pensato di riconoscere in questo Magistrato monetale Servius Sulpicius Rufus , che fu Console nel 51 a.C., ed eminente giureconsulto contemporaneo di Cicerone , ma poiché il monetario come recita la moneta pare essere un Servius e non un Sulpicius , questa identificazione è probabilmente errata , anche per il motivo che i Sulpicii non usavano il prenome Lucius , un prenome che usavano era invece , appunto , Servius , tanto e' che il Console citato si chiamava Servius Sulpicius Rufus . Di conseguenza il Magistrato titolare della moneta fu probabilmente un Lucio Servio Rufo , come scritto nel dritto , personaggio sconosciuto . Per completezza di informazione le monete in foto sono inserite , a ragione o a torto , tra le emissioni della Gens Sulpicia , forse a causa del prenome Servius , mentre le monete riportano chiaramente il prenome Lucius (L.) , quindi teoricamente il L. Servius Rufus , anche se sconosciuto , dovrebbe essere inserito tra la Gens Servia , non nella Sulpicia . La moneta con al dritto i due Dioscuri potrebbe fare riferimento alla battaglia del lago Regillo combattuta dalla lega latina con alleati i Tuscolani , contro i Romani . Quando nel 509 a.C. a Roma venne rovesciato Tarquinio il Superbo e venne proclamata la Repubblica romana, l'ultimo re di Roma chiese aiuto militare al genero Ottavio Mamilio, tuscolano la cui famiglia, la gens Mamilia, vantava una discendenza diretta da Telegono. Ottavio Mamilio armò un esercito della Lega Latina e mosse incontro ai Romani affrontandoli nella battaglia del Lago Regillo (il cui sito è collocabile tra le attuali Frascati e Colonna) nel 499 o nel 496 a.C.. La leggenda vuole che i Dioscuri scesero in aiuto ai Romani, ma quel che è certo è che Latini e Tuscolani furono sconfitti pur essendo in superiorità numerica ed Ottavio Mamilio rimase ucciso. Allora Romani e alleati siglarono un accordo di parità assoluta, il foedus Cassianum, databile al 496 o al 493 a.C. Sembra strano che i Dioscuri onorati di un tempio a Tusculum "tradissero" i Tuscolani nella battaglia del Regillo , va pero' considerato che il probabile L. Servio Rufo pur essendo , forse , di lontanissime origini tuscolane , dopo tanti secoli era ormai completamente Romano . Un’ altra teoria vorrebbe far riconoscere nel monetiere L. Servius Rufus il Servius Sulpicius Rufus che nel 374 a.C. libero’ (?) Tuscolum , ma anche in questo caso torneremmo di nuovo alla spiegazione del prenome sopra esposta . In conclusione della ricerca si potrebbe supporre che il monetiere romano Lucius Servius Rufus fosse originario di Tusculum e che un suo antenato , chiamato come lui , fosse coinvolto nella battaglia del Lago Regillo e che con le sue emissioni volle tramandare il fatto e l’ antenato . https://www.bing.com/ck/a?!&&p=307b0cf7efac6b0aJmltdHM9MTY5NTc3MjgwMCZpZ3VpZD0xZTk5MDAzMi1hNTdiLTYyZjUtMjZmYS0xMjU0YTQ0YzYzNTkmaW5zaWQ9NTIxMQ&ptn=3&hsh=3&fclid=1e990032-a57b-62f5-26fa-1254a44c6359&psq=lucio+servio+rufo&u=a1aHR0cHM6Ly9pdC53aWtpcGVkaWEub3JnL3dpa2kvU2VydmlvX1N1bHBpY2lvX1J1Zm8&ntb=1 Se avete vostre opinioni in merito all’ argomento trattato , gentilmente pubblicatele , per completezza del post , grazie . Le sole monete conosciute del monetiere L. SERVIUS RUFUS , Aureo (disegno e aureo in B/N) e Denario , entrambe rarissime .
    1 punto
  23. Salve, secondo me dovrebbe essere questa provi a confrontarla https://fr.numista.com/catalogue/pieces48505.html
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  24. Ciao releo questa piastra è una 98 sottocorona rigato? Tipo in questo caso per me non è una A ma una V , la stangetta /esubero se così si può chiamare è troppo basso. Saluti . Luigi
    1 punto
  25. @manuelcecca pensi di pubblicare o rendere disponibile online lo studio che stai facendo? Nel caso ne prenoto una copia
    1 punto
  26. Ciao, diciamo che dovrebbe essere attribuita come fa il buon Manuel al numero di pezzi in coll private, ma certe volte la raritá va anche in base al prestigio o al fatto che se su 25 pezzi conosciuti, se vi sono 30/40 persone che vogliono tale data la moneta la moneta è molto ambita e di difficile reperibilitá in quanto la domanda è maggiore dell' offerta. Resta però il fatto che rimane una moneta rara anche in 25 esemplari anche se non rarissima a parer mio per questa monetazione che a differenza della monetazione del Regno dove un 1901 5 lire conosciuto in oltre 100 esemplari venga ritenuto parecchio raro..faccio per farti un esempio di due monetazione molto diverse. Un saluto
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  27. E' il tuo avatar!!!! Scherzi a parte, provo con un 50 ore della Svezia in argento della seconda metà dell'800.
    1 punto
  28. Buongiorno, si tratta del 5 lire "Quadriga" catalogato dal Luppino PROVE E PROGETTI al n. IAS52 dove IAS sta per (Impronte per l' Archivio di Stato),Attardi ,II, nr P100,pag. 151.Cronaca Numismatica Luglio/Agosto 2010 ,Asta Inasta nr. 34 del 24/04/2010 lotto 1802. Metallo: Stagno secondo il Luppino e l' Attardi , Piombo secondo Inasta. Rarita' R5 diametro mm 43,10 Peso 55,65 gr. Il Luppino nella nota relativa scrive: " Spessore mm.4. Secondo esemplare conosciuto.L' altro dovrebbe trovarsi al Museo della Zecca .La circostanza che presso il Museo della Zecca si dovrebbero conservare per legge due esemplari per ogni tipologia realizzata presso lo stabilimento monetario, getta molte ombre sulla liceita' della presenza sul mercato di questo secondo esemplare. pur rappresentando sicuramente una preziosa testimonianza numismatica, questa e le altre impronte in piombo (o stagno), che hanno la stessa origine, non possono essere assimilate a delle prove monetali. Vengono pertanto qui catalogate con IAS." Il mio dubbio ,e da questo la mia ricerca sulla catalogazione che ne aveva fatto InAsta, era per capire se, trattandosi di IMPRONTE ci riferissimo ad un unica moneta(dritto e rovescio) come tra l' altro riportato dai libri sopracitati o piuttosto potesse trattarsi di lamine galvaniche Uniface una per il dritto ed una per il rovescio. Naturalmente ,fino a prova contraria, non potendo avere la moneta in mano 😅 mi attengo a quanto riportato. Naturalmente se qualcuno ha ulteriori informazioni, magari avendola osservata di persona, e' ben accetto. Grazie a tutti Andrea
    1 punto
  29. che bello una discussione sul rugby . come ha detto caravelle82 all'inizio, i mondiali spettacolo imperdibile. amo questo sport. sport da "opliti"
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  30. Per una prima infarinatura sulla nascita del denaro tornese puoi scaricare il: Manuel de numismatique française: Monnaies royales françaises depuis Hugues Capet jusqu'à la révolution. A. Blanchet, A. Dieudonnè. Da p. 145 a p. 149. Lo trovi al seguente collegamento: https://www.persee.fr/doc/bec_0373-6237_1916_num_77_1_460815_t1_0487_0000_001 Ancora più in breve: https://numismatics.org/pocketchange/denier-tournois/ per vedere il denier tournois dell'abbazia di Saint Martin: https://en.numista.com/catalogue/pieces141585.html Per farti un'idea dell'evoluzione del denaro tornese nella Grecia Franca e nell'Italia meridionale: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/docs/201112/Il_denaro_tornese_della_Grecia_franca.pdf https://numismatica-italiana.lamoneta.it/docs/201112/Il_denaro_tornese_nell_Italia_Meridionale.pdf Mario
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  31. Bhe se uno volesse dare un'esatta collocazione, il periodo imperatoriale è una cosa e quello imperiale è un'altra, ma entrambi meritevoli di essere studiati e collezionati , quindi poco male, vorrà dire che più avanti integrerai con un denario imperiale, quello con Caio e Lucio al rovescio è il più comune ad esempio..
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  32. Ciao , perche' fare questa distinzione Ottaviano-Augusto che e' solo a titolo onorifico ? l' uomo e' sempre lo stesso , quindi , secondo me , non hai fatto nessun "errore madornale" . Inoltre la definizione : monete pre-imperiali e imperiali , e' stata creata solo per attribuire un significato alla transizione tra la fine della Repubblica e l' inizio dell' Impero , ma gli uomini sono quelli , prima e dopo l' evento .
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  33. Sì, il Typhoon è anglo-italo-ispano-tedesco. In realtà nell'F-35 c'è anche qualcosa di altri paesi, ma in misura poco rilevante.
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  34. Non avevo niente da fare... mi sembra che questa sezione tratti gli euro circolanti, o forse sono OT???
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  35. Finalmente una corona! è molto che non ne vedevo
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  36. Bella moneta. Complimenti ,direi che sei partito bene. Occhio che è un terreno tortuoso. Difficilissimi da reperire veri esemplari in FDC. Ti accorgerai che ben poche monete sono degne di questo stato di conservazione. Buona fortuna e buon divertimento.
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  37. Quanto dici è verissimo, ... ma sono anche convinto che la professionalità in molte cose viene fuori quando c'è serietà e disciplina, in Vaticano si viene bonariamente avvertiti, una, due, tre volte.... poi mandano a casa senza passare dai sindacati. In Italia non annullano neanche più quei pochi francobolli che viaggiano, ...prova a mandare a casa qualcuno, vanno dall'avvocato, .. come i genitori degli alunni del mio amico professore quando da brutti voti. Ma questa è un'altra storia.
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  38. DE GREGE EPICURI Buone tutte e due, come rappresentanti rispettivamente di "Augusto" e di "Ottaviano": hai fatto bene a prendere anche questa seconda, non è facilissimo trovare queste monete ante-27 a.C. Sì, forse è stata un poco aiutata, ma che ci vuoi fare...difficile oggi trovare monete che non lo siano, specie se un po' rare. E poi la scritta, che parla di un secondo consolato e della promessa del terzo, è storicamente molto interessante.
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  39. Non saprei che dire @didrachm , se guardo un paio di libri sulle monete greche, vedo fotografie spettacolari ed il Franke-Hirmer ed il Jenkins risalgono al 1972 .
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  40. Ciao, è un gani di un sultanato indiano del XV° secolo, si intravede l'inizio della data composta da tre numeri che comincia con un 8 a caratteri arabi ٨ le altre due purtroppo sono indecifrabili. Significa tra 800 e 899 era Egira (era cristiana1397-1493), ma andare a scoprire la giusta dinastia ed il sultano è un'impresa. Somiglia a questa del link ma non prenderla come un'identificazione sicura. https://www.zeno.ru/showphoto.php?photo=306883 (la tua a sinistra a confronto) Naturalmente aspetta qualche altro intervento.
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  41. Non è italiana, ma un denaro tornese francese.
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  42. Cartolina del penultimo anno del papato di Pio XII, morirà nel 1958, affrancata con il 20 lire dell'emissione del 1953 'Pontefici e basilica di San Pietro'. Bell'annullo cosiddetto a 'binocolo' di Città del Vaticano del 12 marzo 1957. Gli annulli di Città del Vaticano sempre belli nitidi e ben posti.
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  43. Ritiro dei ghiacciai. Quali reperti antichi emergono dal fondo? Una ricognizione con la commissione Sat nel Trentino. Le immagini RITIRI GHIACCIAI E REPERTI STORICI “Nei nostri rilievi di fine stagione, quando la superficie del ghiacciaio coperta da neve è ridotta al minimo è frequente imbattersi in tracce antropiche che spesso in alcune zone montuose del Trentino sono riconducibili a reperti o rifiuti del periodo bellico. – dice la Commissione Glaciologica SAT, la Società alpinisti tridentini – Il materiale che si ritrova è carico di (dis)umanità, brandelli di storia giornaliera fatti di lembi di stoffa, carta catramata, legno, bottoni, ossa di animali, proiettili di diverso calibro e origine conservati perfettamente nel ghiaccio come appena abbandonati o talvolta coperta da una patina ossidativa. Alcuni reperti già “visitati” da antichi e nuovi “recuperanti” cospargono la superficie del ghiacciaio e delle aree periglaciali”. “Talvolta ci viene fatto osservare che se i reperti vengono alla luce ora, sicuramente il ghiacciaio nel periodo bellico era basso e ridotto come oggi. – prosegue la Commissione Glaciologica SAT – I confronti fotografici aiutano a capire che il ghiacciaio in realtà era molto più alto di oggi, ma gli elementi sul ghiacciaio, o caduti nei crepacci sono stati spesso coperti da nevicate, inglobati nel ghiaccio spostati a volte verso valle e rilasciati decine di anni dopo in seguito alla fusione dello strato di ghiaccio superficiale. La nostra raccomandazione rimane sempre quella di osservare, non asportare soprattutto di non toccare proiettili ancor più se di grandi dimensioni, segnalare eventualmente ritrovamenti importanti alle autorità competenti soprattutto se si ha certezza che i ritrovamenti siano relativi a reperti (ossa e corpi) collegabili a corpi di soldati caduti. https://www.stilearte.it/ritiro-dei-ghiacciai-quali-reperti-antichi-emergono-dal-fondo-una-ricognizione-con-il-sat-le-immagini/
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  44. Auguri al mio Stian....sono 7 anni🥰 (adottammo dal canile).
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  45. Scavano per realizzare un tratto autostradale e trovano lamine d’oro istoriate del V secolo. A cosa servivano? Cinque brattee d’oro dell’alto medioevo sono state trovate in queste settimane dagli archeologi impegnati negli scavi preventivi che consentiranno, poi, la realizzazione di un’autostrada. I fogli d’oro – sui quali, con un punzone, furono impresse figure maschili e femminili – sono stati trovati sparsi nel terreno nei pressi dei resti di un tempio pagano. La scoperta è avvenuta nel cuore della Norvegia, nella pittoresca località di Vingrom, situata a sud di Lillehammer e affacciata sulle rive del lago Mjøsa. Di fatto questi dovevano essere ex voto offerti dai fedeli. Risalgono a un periodo compreso tra il V e l’VIII secolo. Nella fotografia, qui sopra, possiamo vedere, a sinistra, in alto, la struttura geometrica dei resti del tempio pagano. Segnata da una freccia rossa vediamo uno degli oggetti d’oro al momento del ritrovamento. A destra è collocata l’immagini delle brattee d’oro, una delle quali – al centro del riquadro – accartocciata. Questi oggetti preziosi sono piatti e sottili come un cartoncino, spesso quadrati, grandi quanto un’unghia e decorati con motivi raffiguranti uomini e donne in vari abiti, con gioielli e acconciature, dettagli che aggiungono fascino ai già impressionanti manufatti. L’eccezionale scoperta è stata effettuata nei pressi dei resti di un antico tempio pagano, una testimonianza straordinaria dell’antica religione e cultura norvegese. L’edificio aveva una lunghezza di circa quindici metri ed è stato il cuore di una serie di intensi scavi archeologici. Durante le ultime due settimane, gli archeologi hanno trovato le cinque figure di lamina d’oro nel contesto di questa antica struttura, aggiungendo ulteriori dettagli alla storia di questo sito straordinario. L’archeologa Kathrine Stene è stata la mente dietro questo entusiasmante progetto di scavo, che si è protratto per tutta l’estate e oltre, a causa del potenziamento dell’autostrada E6 tra il ponte Mjøsa e Lillehammer. Stene ha condiviso il suo entusiasmo definendo questa scoperta “incredibilmente emozionante.” La struttura del tempio di Vingrom era stata segnalata nel 1993, quando Harald Jacobsen, il conservatore della contea, notò anomalie nel terreno che costeggia la E6. Egli fece un sopralluogo e trovò due figure di lamina d’oro. Scavi successivi negli anni 2000 hanno confermato questa ipotesi, rivelando ben 28 figure in lamina d’oro, insieme alla presenza del tempio stesso. Ora gli altri scavi e la scoperta di altri cinque ritagli d’oro. L’importanza di questo tempio risiede nella sua connessione con le pratiche religiose pagane dell’epoca. Le figure d’oro ritrovate nelle sue vicinanze suggeriscono che potrebbero essere state collocate come offerte votive, in un gesto di sacrificio o atto religioso o per proteggere l’edificio prima della sua costruzione. I 35 esemplari trovati nel tempio di Vingrom costituiscono la più grande collezione mai rinvenuta nel paese. Tuttavia, questi ritrovamenti sono parte di un fenomeno più ampio che coinvolge altri siti simili, come Uppåkra in Svezia, dove ne sono state scoperte ben 100, e sull’isola danese di Bornholm, dove oltre 2.500 di queste figure sono state recuperate in un campo. La religione norrena antica, conosciuta anche come paganesimo norreno, rappresenta l’insieme di credenze e pratiche religiose radicate tra i popoli germanici settentrionali. Questi popoli condividevano la lingua norrena – lingua germanica settentrionale successiva al proto-nordico e antenata delle varie lingue scandinave moderne – e le loro credenze religiose affondavano le radici in un antico substrato comune a tutti i Germani, dal quale i Germani settentrionali si erano separati durante l’epoca proto-norrena. Questa religione si consolidò durante l’epoca vichinga, che si estende dal 790 al 1066 d.C., ma con il passare del tempo, il paganesimo norreno venne gradualmente soppiantato dal cristianesimo, finendo per scomparire, sebbene alcune delle sue tracce resistessero nelle tradizioni folkloristiche. La religione norrena era intrinsecamente politeista e il suo pantheon comprendeva numerose divinità. Tra le figure più rilevanti spiccano Odino e Thor. Le divinità nel contesto di questa religione erano suddivise in due gruppi principali: gli Æsir e i Vanir. Originariamente rivali, questi due gruppi successivamente si allearono, portando ad un’integrazione delle rispettive divinità. Oltre agli Æsir e ai Vanir, la mitologia norrena includeva una varietà di altre razze mitologiche, tra cui giganti, nani, elfi e spiriti della terra, ognuno con tratti distinti e connotazioni benevole o maligne. La cosmologia norrena era basata sulla centralità di un albero del mondo chiamato Yggdrasill, che costituiva il fulcro del loro universo mitologico. Questo albero del mondo collegava vari regni o mondi, ognuno associato a specifiche divinità. Il mondo degli umani, chiamato Miðgarðr, era solamente uno dei regni interconnessi. Oltre a Miðgarðr, vi erano molti altri regni nell’aldilà, ognuno governato da una divinità specifica, e questi regni costituivano un elemento centrale nella comprensione del cosmo norreno. https://www.stilearte.it/scavano-per-realizzare-un-tratto-autostradale-e-trovano-lamine-doro-istoriate-del-v-secolo-a-cosa-servivano/
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  46. Dopo vari mesi vorrei mostrare una bella moneta della zecca di Lienz per la Contea di Gorizia: Alberto III (1338-74), Denaro, 0,90 g. Rif.: Rizzolli Li 44 Arka Diligite iustitiam
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  47. Piccoli Dei romani e resti antichissimi emergono dallo scavo nel cuore di Parigi. Come nacque la metropoli Nel cuore di Parigi, presso l’École des Mines de Paris – di fatto, la Facoltà di ingegneria -, gli archeologi stanno rivelando i segreti del passato gallo-romano mentre si prepara il terreno per un nuovo edificio. L’Inrap e il Dipartimento di Storia dell’Architettura e dell’Archeologia della Città di Parigi (DHAAP) – stanno conducendo scavi su un terreno di 300 metri quadrati con l’obiettivo di svelare quando e come questo spazio fu occupato durante l’epoca gallo-romana. Quando i lavori edilizi lo consentono, in queste aree fondative, non va persa l’occasione di scavare, studiare e capire. Siamo davvero nel cuore della città romana. A quell’epoca, però, la parcella topografica dell’Ecole des mines – dove avvengono ora gli scavi – era defilata. Una zona artigianale e residenziale, mista, di Lutetia come capita alle periferie dei nostri paesi. Case e botteghe. Officine e residenze. Le affascinanti scoperte compiute nello scavo in corso verranno eccezionalmente mostrate al pubblico in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, sabato 16 e domenica 17 settembre. Numerosi i materiali recuperati e, soprattutto, le vestigia di antichi edifici che risalgono ai primi secoli di vita di quella che sarebbe divenuta una metropoli. Siamo sulla riva sinistra della Senna, nel quartier latin. Cioè nel nucleo antico della città che non aveva ancora “attraversato” il fiume e che era stata costruita, appunto, sulla rive gauche, all’altezza dell’isolotto – Ile de la cité -. Un viaggio nel tempo Il nome antico della città, Lutetia e dei suoi quartieri principali, come Marais, può far supporre che le aree circostanti fossero caratterizzate da zone paludose. Luteus è un aggettivo latino che significa “fangoso, melmoso”. Inondazioni causate dalla Senna si verificavano probabilmente nella valle situata all’estremità orientale del quartiere Marais, dall’altra parte del fiume, che si estendeva dal canal Saint-Martin ai grandi boulevard e fino al ponte dell’Alma. Questa valle rappresenta un antico meandro abbandonato della Senna, presumibilmente circa 10.000 anni fa, mentre paludi effettive esistevano tra Montmartre e il colle di Sainte-Geneviève. Romani e Parisi costruirono dalla parte opposta, al riparo dalle piene. Per molti secoli, tribù celtiche – i Parisi – si erano stabiliti lungo un’ansa della Senna. Nel 53 a.C., Tito Labieno, luogotenente di Cesare, assediò e sconfisse l’oppidum dei Parisi, dopo di che i Romani stabilirono il proprio insediamento chiamandolo Lutetia Parisiorum. Lutetia cominciò a svilupparsi sulla riva sinistra della Senna a partire dal I secolo d.C. I quartieri della città erano strutturati da una rete di strade ortogonali, collegate dal cardo maximus, la principale arteria nord-sud delle città gallo-romane, situata nell’attuale rue Saint-Jacques. Il cuore di Lutetia era il suo foro, circondato dalle sue terme, e la città vantava anche un teatro e altre terme, tra cui quelle del Collège de France e di Cluny. L’area degli scavi attuali si trova ai margini della città dell’Alto Impero (I-III secolo). Stratificazioni storiche Veduta dello scavo che si sviluppa su un’area di 300 metri quadrati @ Pablo Ciezar, Inrap “Lo scavo – dicono gli archeologi dell’Inrp – ha messo in luce diverse fasi di occupazione. Sono rappresentati da stratificazioni, trincee per il recupero delle più antiche fondazioni in pietra di antiche costruzioni, un grande pozzo (cisterna o ricettacolo d’acqua per attività artigianali?), trasformato in discarica e un’area che può essere interpretato come una fucina”. Alla scoperta di una fucina Tracce scure indicano le parti occupate da un’antichissima fucina @ Pablo Ciezar, Inrap Il settore interpretato come una fucina presenta un forno e strutture contenenti numerosi detriti metallici, tra cui scorie specifiche della metallurgia all’aperto. L’area sembra essere stata utilizzata per lavorazioni metallurgiche, e l’analisi delle scorie e dei sedimenti presenti aiuterà a comprendere meglio le fasi del processo metallurgico attestato nel sito. Tracce di un antico habitat Frammento di una statuetta, qui trovata e realizzata in terracotta di Allier, che rappresenta Venere e che risale al I-II secolo d. C. La Dea è identificabile grazie al tipo di capigliatura, ad onde, con netta scriminatura al centro. © Pablo Ciezar, Inrap Durante lo scavo sono stati trovati resti domestici, come stoviglie in ceramica, elementi di ornamento in bronzo, oggetti di vita quotidiana, come spatole in bronzo e statuine di divinità in terracotta, oltre a elementi di decorazione architettonica come rivestimenti dipinti e tessere di mosaico lapideo o ceramico. Questi ritrovamenti confermano la prossimità di un antico habitat, precedentemente rilevato durante gli scavi condotti nel 1989. https://www.stilearte.it/piccoli-dei-romani-e-resti-antichissimi-emergono-dallo-scavo-nel-cuore-di-parigi-cosi-nacque-una-metropoli/
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  48. le sento "vicina" questa scoperta in quanto ho una casa lì vicino, in rue Danton
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  49. Una passeggiata al limitare del bosco ed ecco cosa trova. Un reperto romano. Ora si cercheranno resti di case o di una mansio Una passeggiata nella frescura dei campi e dei boschi verdissimi dell’Inghilterra ha portato fortuna ad un uomo che abita nella zona. Nel terreno ha infatti trovato, in queste ore, il frammento del manico di bronzo – che termina con un volto leonino – di un contenitore romano di un’epoca compresa tra il 43 e il 200 d.C. L’uomo ha segnalato regolarmente l’oggetto. La lunghezza del lacerto del manico è di 80,65 mm. La larghezza al colletto è di 22,41 mm; l’altezza è di 23,26 mm. Il reperto pesa 107,21 grammi. Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0) Il ritrovamento è avvenuto a Streat, un villaggio e parrocchia nel distretto di Lewes nell’East Sussex. Esistono nella zona – ancora sepolti – resti di un edificio di culto o l’oggetto si riferiva ad una mansio, cioè una stazione di servizio, sulla strada romana? Per molti secoli ci si dimenticò che il ridente villaggio di Streat doveva il suo nome alla presenza di una strada romana che tagliava il territorio (i toponimi anglosassoni contenenti “Street”, “Streat” o “Stret”, indicano solitamente una strada romana) . Questa strada fu scoperta meno di un secolo fa e ora è conosciuta come Sussex Greensand Way. Nella zona c’è anche una seconda strada romana o celtica romanizzata nord-sud conosciuta come Middleton Track. La presenza di due strade romane e il ritrovamento di queste ore lascia intendere che forse all’intersezione delle antiche vie c’era un piccolo insediamento o comunque una edificio a servizio dei viandanti. I romani, quando realizzavano le strade, prevedevano una capillare rete per la manutenzione delle strade stesse e per la sorveglianza che spesso erano garantite da titolari di locande autorizzate che potevano dar vitto e alloggio ai passanti. Alcuni di questi alberghi fornivano anche servizio postale e di cambio dei cavalli. https://www.stilearte.it/una-passeggiata-al-limitare-del-bosco-ed-ecco-cosa-trova-un-reperto-romano-ora-si-cercheranno-resti-di-case-o-di-una-mansio/
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  50. Ciao a tutti, Correva l'anno 2014 all'epoca collezionavo le monete di Vittorio Emanuele III in generale ed ero sempre alla ricerca della moneta migliore e quando la vedevo spendevo l'intero importo senza contrattare come faccio in questo periodo anche se faccio un'altra tipologia. Un giorno d'estate al bar un amico commerciante mi avvertì che aveva alcune monete da farmi vedere e senza impegno ci si poteva accordare per un eventuale acquisto. Il giorno dopo mi fece vedere due monete completamente diverse da quelle collezionavo anche se erano il medesimo "tondello" senza pensarci su due volte le acquistai e le spedii a un professionista del settore per farle periziare. Vi confido che avendo una moneta diversa ero perplesso ponendomi mille domande: 1) Ho fatto bene? 2) Mi piaceranno in seguito? 3) E tante altre domande Oggi anno 2020 quando ogni giorno vedo questo 20 Centesimi Esagono 1919 penso sempre che ho fatto bene ad acquistarlo per vari motivi anche affettivi e mai lo cederò. Vi confesso che l'ho anche venduto ad un collezionista di Ferrara e mi pentii subito e lo riacquistai all'importo pattuito più un extra per scusarmi e soprattutto per tenere alto il nome del commerciante che adesso non c'è più lasciando un enorme vuoto numismatico nella mia città. Concludendo per i meno esperti di numismatica questo che sto per pubblicare è un rarissimo esemplare brockage e in convegni aste e altro non ne ho trovato ancora uno in vendita. Ecco che arrivano le domande ringraziando fin da subito a chi risponderà: Vi piace la moneta? Se un giorno la vedrete l'acquisterete anche voi? Tralasciando il grado di conservazione quanto la pagareste? Considerando l'alto valore numismatico ed eventualmente anche affettivo per i più giovani facendo delle rinunce in seguito? Forse vi avrò stancato leggendo la discussione quindi grazie di tutto e un saluto, Gabriele
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