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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/30/23 in tutte le aree
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Ciao Amici, era un bel pezzo non postavo piú nulla di mio nel forum, ho pensato di fare cosa gradita vedendo ultimamente qualche discussione su Pisa e i suoi Talleri volevo fare vedere questo pezzo in alta conservazione ricordando a chi si cimenta su queste monetazione, che i pezzi dei Medici non sono comuni, sono tutte rare, altre date molto di piú! un saluto Il Fofo3 punti
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Buongiorno, Altra piastra aggiunta alla mia piccola raccolta di 1825. Mi pare che fin ora non sia stata postata una 1285 senza punto dopo HIER Un saluto a tutti. Raffaele.3 punti
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Grazie, innanzitutto, per questa approfondita analisi della nuova edizione del Gigante. Per quel che mi riguarda, devo dire che vado ancora avanti col mio "vecchio" Gigante 2017 e, a differenza di molti, non sento la necessità di aggiornarlo. Lo scorso anno comprai un nuovo Gigante (ed. 2023) da regalare ad un mio cugino di 13 anni, che forse potrebbe (speriamo) avvicinarsi al mondo della numismatica. Ricordo che, sfogliandolo, non notai particolari differenze, se non per quel che riguarda le quotazioni (che già considerando il solo aumento del costo dell'oro al grammo, mi pare abbastanza logico che vi sia un incremento delle quotazioni dei marenghi più comuni). Purtroppo, però, a me delle quotazioni riportate in un catalogo interessa relativamente. Preferisco, piuttosto, guardare lo storico delle aggiudicazioni in asta di una determinata moneta. Tra l'altro, seguendo le napoleoniche, molte delle monete che colleziono non sono nemmeno italiane o magari non sono riportate sul Gigante perché prove (come la serie del 1806 per il Regno d'Italia). Quindi, ogni anno dovrei comprare un nuovo catalogo per le italiane, uno per le francesi, uno per le spagnole, uno per le olandesi, ecc. Così facendo, diventerei come Fantozzi quando si trova la casa piena di pane perché la moglie Pina si è invaghita del fornaio. Con la sola differenza che, anziché il pane, sarei circondato da cataloghi 😆3 punti
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Si tratta di una abbazia benedettina molto importante nella storia veneziana. E' stato luogo di sepoltura di dogi. All'abbazia di Sant'Ilario e Benedetto erano sepolti i dogi Angelo e Giustiniano Partecipazio, fondatori del monastero. Vi riposavano anche il doge Pietro IV Candiano e il figlio Pietro uccisi durante una rivolta nel 976. Scompare dalla storia nel XV secolo a seguito del progressivo impadulamento e dell'insalubrita' derivante dalle deviazioni di alcuni canali da parte dei padovani nell'ambito delle guerre a seguito della prima espansione in terraferma di Venezia. E' stato spogliato nel tempo dei materiali, destino molto frequente. La memoria del luogo non e' mai stata completamente perduta, sebbene una zona pienamente lagunare e' ora zona di campi molto vicina alla caserma dei lagunari. Se non ricordo male qualche reperto si conserva gia' al Correr. Bene che si voglia valorizzare un luogo cosi' importante e misconosciuto.3 punti
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Ormai è da un anno che sono iscritto al forum ma è come se mi fossi iscritto ieri. Non mi sarei mai aspettato di trovare così tante persone disponibili a rispondere e dare informazioni gratuite. Penso che questo forum abbia un grosso potenziale di divulgazione, soprattutto per i neofiti e per i ragazzi/e che difficilmente quando si avvicinano a questa passione trovano qualcuno con cui confrontarsi. Quindi voglio ringraziare tutti gli utenti del forum, soprattutto @Il Lanzichenecco che ho tartassato di domande e che con pazienza ha risposto a tutti i miei quesiti. E grazie a tutti per far sì che Lamoneta ora e in futuro rimanga un luogo di informazione e di discussione.3 punti
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Cari Lamonetiani, sono particolarmente orgoglioso di condividere con voi questo Tallero. L'avevo già, ma non ho potuto resistere davanti a questo 1891: un'occasione che si presenta raramente e così... l'ho preso ed ho ceduto il vecchio q.SPL che avevo (moneta peraltro dignitosissima con usura uniforme).3 punti
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Buongiorno a tutti, non avendone ancora in collezione, mi ha fatto piacere riuscire ad acquistare questo tallero per il levante coniato sotto Francesco I di Lorena, a Firenze. E' una imitazione dei talleri austriaci. Il conio fu approntato da Giovanni Zanobi Weber, che ricevette dalla zecca di Vienna due coni campione da riprodurre e che ha posto la propria sigla sotto il busto del sovrano, IZV. Avevo letto in passato che non vi era la certezza che queste monete fossero state prodotte dalla zecca di Firenze ma nell'opera di Andrea Pucci, sulla monetazione mercantile di Francesco I, vengono riportate lettere e annotazioni di zecca che ne attestano l'appartenenza alla zecca di Firenze. Non hanno lo stesso fascino dei francesconi ma sono pur sempre belle monete che attestano un periodo storico e che raccontano i commerci dei mercanti fiorentini. La volevo condividere in quanto ritengo sia in bella conservazione per il tipo. saluti2 punti
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Molti dettagli sono approssimativi, noto anche il viso, molto diverso Posto la mia per un confronto2 punti
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Cominciando ad utilizzare la pubblicazione per la catalogazione di alcuni pezzi, posso garantire la facilità di reperire ivelocemente i tipi e le varianti grazie ai particolari ed agli ingrandimenti. Proprio un lavoro esaustivo, da consigliare a tutti e, se è consentito, anche agli operatori del settore che spesso incorrono in sviste nella catalogazione di queste monete.2 punti
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Due bei annulli di partenza tondo riquadrati da Squinzano (Lecce) del 4.3.1913 per Bengasi (Cirenaica)...... Notare il crayon azzurro 'Rimpatriato' e la correzione a 67° Fucilieri sopra l'erroneo 40°... queste annotazioni vengono fatte a Bengasi.... ..la cartolina quindi arriva a Bengasi ma viene reinstradata a Como, notare il crayon blu scuro diverso da quello di Bengasi... ....arriva a Como il 31.3.1913 vedi annullo grande cerchio Como Arrivi - Partenze con lunetta superiore vuota e lunetta inferiore con C che purtroppo al momento non ti so dire cosa significa. (Dovrò controllare per questo se lo trovo) La cartolina ha fatto un bel giro.. Fantastica. !!2 punti
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Complimenti! Moneta di gran fascino, anche sul piano araldico, con lo stemma granducale sovrapposto alla croce dell'Ordine di Santo Stefano. Concordo che gli indici di rarita' riportati dal MIR siano un po' aleatori. Mi fa piacere pubblicare il mio tollero di Pisa del 1621 di Ferdinando II, appena assurto al trono granducale alla giovanissima eta' di 11 anni.2 punti
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Salve. Condivido una piastra 1834 con variante "GRTTIA" al dritto e con 13 torrette + "0" ribattuto della data al rovescio. E' dello stesso conio della piastra di Raffaele pubblicata al post 36 di questa discussione. Non è in condizioni meravigliose, ma bisogna accontentarsi, visto che me la sono aggiudicata nell'ultima asta Acm per poco più di una cinquantina di euro. Un caro saluto.2 punti
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Ciao, Antonio. Premetto un'esperienza con Traiano ai tempi dell'università visto che l'ateneo possedeva diversi esemplari ed il nostro professore l'aveva abbondantemente studiato quindi avevamo oggetti da poter visionare autopticamente. Non mi piace intaglio, stile ed epigrafia oltre al volto dell'imperatore. Ma è solo un'impressione epidermica2 punti
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Effettivamente lo stile dei caratteri della legenda e delle cifre che compongono data e valore sono alquanto insolite... Non conosco questo periodo ma se effettivamente non esiste l'emissione del 1828 allora questo falso d'epoca assume un certo interesse storico...2 punti
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Buongiorno a tutti. Riporto in alto nella pagina dedicata alla Storia questa discussione: un argomento con 4700 visualizzazioni mica può finire in seconda pagina....😉 Non appena possibile, darò seguito alla disamina dedicata al nostro penultimo Sovrano. Un saluto e a presto.2 punti
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A mio modo di vedere si tratta di un falso d'epoca di una tarì di Federico II o di poco precedente. Per entrare nel merito servirebbe una foto decente del dritto, quella con la legenda pseudo cufica per intenderci. Essendo una legenda inventata da un falsario che non leggeva il cufico, non è improbabile che la moneta sia precedente. In questo caso sarebbe interessante vedere bene cosa vi è all'interno del cerchietto interno. Da quello che vedo vi sono similarità anche con monete coniate da Guglielmo II, Tancredi e Federico II. In ogni caso essendo un falso d'epoca, la moneta doveva solo essere verosimile. non credo sia coniata in zecca in un momento di necessità (mi sembra che la croce astile differisca da quella usualmente coniata negli esemplari autentici), penso più a falsari veri e propri. Moneta interessante.2 punti
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Denaro provisino di Provins emesso a nome di Henri I; vedi la terza del collegamento: http://lesmonnaieschampenoises.free.fr/provins/henri1.htm Mario2 punti
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Bravo! Cerca quelle degli anni che hanno circolato: con un minimo di pazienza si trovano ancora in alta conservazione e non hanno prezzi elevati:2 punti
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Buongiorno, sono per chiedervi aiuto nella classificazione di questa moneta, materiale argento/mistura(?), peso 0,90, diametro 17mm, che credo sia un provisino romano. Al dritto una croce patente, circondata da un perlinato, con stella al 3° quadrante (bisante/globetti in tutti gli altri),nella legenda intravedo "N" "U" e "C", al rovescio un pettine (con sicuramente 7 denti) sormontato da Y con stella sulla SX e globo sulla DX, nella legenda intravedo una "N" ed una "S". Ho cercato negli esaustivi articoli di @adolfos, ma non sono riuscito a capire se trattasi di prima emissione o di altro, mi è anche sorto il dubbio che sia un provisino di Champagne. Perdonate l'ignoranza Grazie a chi saprà aiutarmi. Saluti, Xavier1 punto
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Casomai ce LO potresti chiamare… sono un maschietto … Comunque , sempre giudicando dalle foto, direi che la tua moneta è un falso derivato da quella del British1 punto
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In fondo al Gazzettino 10 tre pagine aggiunte per esemplificare e permettere una riflessione a tutti col recente parere sulle normative sul collezionismo numismatico.1 punto
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@fabioanz hai ragione si tratta di un denaro di Enrico VI con il figlio Federico Spahr 32 ne esistono di tantissime tipologie diverse per quanto riguarda soprattutto il R con il volto di Federico a mio parere più comuni di quanto segnalato in altra discussione ho postato una foto di queste varie tipologie1 punto
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Buona serata E' un Mezzanino veneziano anonimo con il leone in soldo e la Beata Vergine perché non riporta né la data ne il nome del Doge sotto il cui principato è stato coniato. I dati ponderali sono quasi uguali allo standard; il metallo è argento. saluti luciano1 punto
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ciao, prendere il 'mercato ' come variabile per co-determinare la rarità è sbagliato. primo perché andrebbe definito cosa è il mercato e come si sviluppa, secondo perché la 'rarità' è una funzione del numero dei pezzi. l'aumento della domanda fa lievitare i prezzi, non necessariamente l'offerta, quindi nemmeno la reperibilità, né la fa diminuire. L'offerta, e quindi la reperibilità effettiva, dipende da altre variabili assolutamente imprevedibili, e cioè, in pratica, quando e perché qualcuno vende. quindi è più consono parlare di 'reperibilità' potenziale dei pezzi noti in collezioni potenzialmente alienabili. In questo, dunque, non c'è alcuna differenza se parliamo di una moneta ambita oppure no. non si può prevedere quando tornerà sul mercato, anche se il mercato per quel pezzo 'tira'. Possiamo solo dire che più una moneta è rara, più è difficile che diventi reperibile, cioè ricompaia sul mercato. Insomma, si ritorna ad una funzione della 'rarità'. La cosa che mi pare ti sia sfuggita è che io ho un corpus ben definito che arriverà a circa 400 monete, forse meno, e la rarità che ho intenzione di definire riguarda solo questo corpus. quindi nessuna scala che sia adatta, o anche solo pensata, per fare paragoni con altre monetazioni, tanto meno monetazioni con centinaia di migliaia di pezzi, può andar bene. quando in un corpus di 400 pezzi una data è presente in 30 pezzi quella data è comune all'interno del corpus. difatti basta guardare le aste anche recenti per notare che, se compaiono talleri di Pisa, normalmente sono le date comuni 1601, 1595, 1619 o 1620. E qui devo correggermi, l'ultimo gradino di rarità di un corpus definito non può che essere 'comune', non NC. Sì, in effetti ho accesso ad informazioni privilegiate derivanti da un censimento dei pezzi di cui parlo, cioè i talleri medicei 'pisani'. questo permette valutazioni fatte con metodo scientifico, che invece è completamente assente nei cataloghi in cui compaiono le monete del mio corpus, tipo il MIR. La cosa è semplice: se in un catalogo si trova un corpus ben definito e vengono messi a disposizione le informazioni (riferimenti, foto) relative alle singole monete dell'intero corpus nonché la scala di rarità usata, allora siamo di fronte ad un lavoro scientifico, almeno per quanto riguarda l'attribuzione della rarità, altrimenti no. Difatti non si sa nulla della base sulla quale sono attribuite le rarità nel MIR, almeno quello per la Toscana. Quindi il lavoro non è scientifico perché nessun lettore ha la possibilità di ripercorre i passi che hanno portato l'autore ad attribuire un R4 invece che un NC. Sulla base del censimento effettuato per ora su circa 350 pezzi, posso dire che alcune rarità sono messe a caso. Difatti i dati permettono di dire che se per il tallero del 1612, noto in 4 esemplari di cui uno nella collezione reale, il MIR dà NC come per monete note in più di 30 esemplari, allora diventa palese che rarità non attribuite con metodo scientifico sono -quanto meno- problematiche. (per il 1612 Andrea Pucci nel suo volume dà R4).1 punto
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bella conservazione per una moneta di Paolo V. la rotazione non conta in queste monete.1 punto
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trovata su Wildwinds: sola indicazione BMC 63. Al rovescio, a sinistra dell'ala del Pegaso, più che una Y mi sembra un astro ...Qualche amico può suggerire eventuali sillogi o aste? ancora un grazie anticipato Lampsakos, Misia, AE13, questione civica, 400-200 a.C. 1,59 g. ΛA-M, caduceo entro ghirlanda. / Parte anteriore di Pegasos a destra, delfino in basso. BMC63.1 punto
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Sono d'accordo, per il collezionista esperto non è necessario un catalogo aggiornato, perché per gli ambiti di sua competenza avrà un'idea di rarità e valutazioni sicuramente più accurata di quella di un catalogo Qualche cambiamento interessante comunque c'è, e diventa rilevante soprattutto per le monetazioni che non si segue direttamente. Qualche esempio: - lo scudo di Carlo Felice del 1823 che è passato da R (quotazione in MB 180) a R3 (quotazione in MB 650): qui fortunatamente non avevo ancora aggiornato il Gigante quando ho convinto il venditore tedesco a farmi lo sconto mostrandogli la vecchia quotazione ... giuro che non lo sapevo che fosse così sballata la stima, sapevo solo che non lo avevo mai trovato! - il 10 quattrini di Ferdinando III di Toscana era stato scambiato con quello di Ludovico d'Etruria: ora son stati rimessi a posto; - il Paolo di Toscana del 1857 è passato da C a R: avevo giusto fatto in tempo a comprarlo! - il mezzo scudo del 1803 di Pio VII è passato da R2 a R5 (ed è ancora poco perché l'unico esemplare noto è di dubbia autenticità, quindi dovrebbe essere almeno R7 se non "dubbio") - Si è riconosciuta l'inesistenza delle piastre napoletane del VI tipo del 1795, così come del Carlino del V tipo del 1835 ...e questi sono sono alcuni esempi di cui mi ricordavo, ma ce ne sono altri. Comunque, visto il costo modesto e il fatto che il 2018 stesse ormai cadendo a pezzi, l'acquisto mi è risultato utile.1 punto
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😄 Perfetto il mio sesto senso divinatorio in monete è pessimo!1 punto
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In quello che hai scritto hai azzeccato solo 'argento', quindi lascia perdere tutto il resto. Preciso che quanto sopra non è un aiuto solo per chi ci prova ed ottiene degli indizi, è un aiuto valevole per tutti quelli che vogliono partecipare al quiz, tenete conto quindi di tutto quello che si scrive in precedenza. Riepilogando: non è italiana non è dell'ottocento non è sudamericana è in argento1 punto
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Ciao, questa tipologia di paisa è molto difficoltosa, dal conio si può ricavare poco e niente, in special modo per me che so riconoscere solo i numeri. Ci sarebbe un 7 a caratteri arabi, ma se si capovolge diventa un 8, troppo poco. Purtroppo si potrebbe attribuire ad un dinastia islamica indiana che potrebbe arrivare addirittura sino al XIX secolo, tipo questa che gli somiglia: https://en.numista.com/catalogue/pieces345653.html Mi dispiace ma con questa non sono di grande aiuto.1 punto
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Certo, non c'è problema! 👍1 punto
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١١٩٥ Ciao, non ne sono sicuro al 100% ma questo paisa del link è del aH1196, la tua è del aH 1195 e le fattezze sembrerebbero quelle. #317587 - Shah Alam II, AE paisa, fish, Akbarabad, AH1196/Ry.24 (zeno.ru)1 punto
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Quella in mezzo è un antoniniano di Probo con ADVENTVS PROBI AVG,p poi c'è un follis di Costantino I e una VRBS ROMA, sempre dell'epoca di Costantino I. Arka Diligite iustitiam1 punto
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certo, la reperibilità è minore per monete di cui alcuni esemplari sono in collezioni inalienabili (musei, univ.). questa è l'unica distinizione che secondo me ha un senso, perché monete in dette collezioni saranno sempre fuori dal mercato. tutti gli altri pezzi sono potenzialmente reperibili. se si incomincia a considerare poco reperibili alcuni pezzi solamente perché sono più ricercati di altri si inseriscono troppe variabili a mio avviso poco sensate. Tutte le monete in collezioni private sono potenzialmente sia reperibili sia irreperibili. È la moneta di Schrödinger: finché non è messa in vendita è contemporaneamente reperibile e irreperibile. ma vale per ogni moneta, nessuna esclusa. non è che una monete non è reperibile perché ambita. non è reperibile perché è rara E -per il caso- non è più stata messa in vendita da chi ce l'ha attualmente.1 punto
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1 - odio gli slab Non si riesce nemmeno a vedere tutti i dettagli della moneta. Se proprio si deve mettere lo slab. Almeno farlo dopo la foto del lotto.1 punto
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Si! L'esemplare del mio avatar è della mia collezione (ex numismatica Iulia). Si tratta di una mezza lira del giuramento di Milano di Giuseppe II. Proverò rapidamente a raccontare qualcosa di questa monetina. Nel ducato di Milano quando si insediava un nuovo imperatore fin dai tempi di Maria Teresa vi era di tradizione una cerimonia pubblica sfarzosa in occasione del giuramento (simbolico) della città di Milano al nuovo imperatore austriaco (che nemmeno era presente oltretutto). In questa occasione veniva coniata anche una moneta a ricordo dell' evento, le prime dovrebbero essere state quelle di Maria Teresa nel 1741, da mezza lira e da una lira. Successivamente questo avvenne anche per Giuseppe II, figlio e successore di Maria Teresa, nel 1781 e per Francesco II nel 1792 con anche il taglio da uno zecchino in oro. La particolarità di queste emissioni è che vennero coniate per uno scopo ben preciso ovvero essere gettate alla folla accorsa all' evento. Queste erano infatti monete a tutti gli effetti corrispondenti a quelle circolanti e la moneta ricevuta in quell' occasione poteva essere spesa e circolare al pari delle altre. Poteva andare benissimo e ricevere uno zecchino o bene e ricevere una lira; la mezza lira era probabilmente la più comune e facile da ricevere. Si tratta di una moneta quindi davvero bellissima secondo me perché è uno di quei pochi casi in cui si può attribuire una presenza storica con un certo grado di precisione ad una moneta in un dato luogo e momento. È molto interessante anche andare a leggere negli antichi libri cronachistici della Milano di quei tempi la descrizione di queste cerimonie e come il maestro d'armi gettasse le monete alla folla. Insomma è una moneta molto semplice ed essenziale ma il 25 luglio 1781 ha iniziato la sua storia in quella precisa occasione storica. Queste emissioni sono poi proseguite come medaglie commemorative e senza valore legale anche nel periodo del Lombardo Veneto in occasione dei giuramenti a Francesco I (che poi è lo stesso Francesco II quindi in realtà il giuramento era già stato fatto nel 1792 ma repetita iuvant!) e Ferdinando II nel 1835. Quanto a numista ho notato anch'io che non c'era questa moneta e credo il motivo sia dovuto alla sua rarità e relativa posizione di nicchia nel mondo numismatico. Infatti non la avessi come avatar sarebbe stata perfetta per il quiz!😄 https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GII/1 La mia è questa di Giuseppe II ma possiedo anche la mezza lira del giuramento per Francesco II. Le lire sono più rare e difficili da aggiudicarsigli zecchini li vedo solo in foto😄1 punto
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Sono d' accordo con @Raff82, questa è una A per me,una delle poche che vedo in giro. La stanghetta chiude in maniera idonea la V ,all' altezza giusta per esser appunto una A. Saluti1 punto
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Congratulazioni. Questa è una moneta importante per la storia della numismatica russa. Questa è una moneta dell'epoca della riforma monetaria. Prima di questa riforma, la carta moneta equivaleva al rame. E si è scoperto che per 100 rubli in banconote si potevano ottenere 10.000 copechi in rame = 100 rubli, ma 50 rubli in argento o oro. E più moneta di rame guadagnavano, minore era il costo della cartamoneta)1 punto
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Luna 8 anni e mezzo e non sentirli, magari con qualche acciacco in più ma con la stessa curiosità e voglia di vivere di quando aveva 3 mesi. Con la stessa felicità di vedermi alle 7 di mattina e di svegliarmi prima della sveglia, o alle 3 di notte tornato dalla discoteca sempre lì ad aspettarmi. Quante volte mi hai spaventato scappando tra la neve per rincorrere i caprioli o i cinghiali e quanto mi sei mancata quando sono andato all' estero. Sempre te stessa e sincera come solo un animale può essere. Non so come una persona possa anche lontanamente pensare di abbandonare un cane per me potrebbero tranquillamente metterli in carcere e buttare via la chiave.1 punto
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Ciao Matteo, Io sono Luca (albatroz) e sono un ragazzo anche io. Saremo presenti io e altri ragazzi del gruppo GNI (Giovani Numismatici Italiani) l'11 novembre all'evento per presentare un piccolo abstract dei nostri articoli. Nel caso, se ti facesse piacere, possiamo conoscerci in modo che, se vuoi, potrai entrare nel nostro gruppo. I giovani ci sono e stiamo battendo i primi importanti colpi.... vero Mario @dabbene ??? 😀1 punto
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No, figuriamoci, non mi conviene aprirgli gli slab. È già tanto che mi presta il suo obiettivo macro.1 punto
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Anche I fogli delle monete Masterphill, a distanza di 2 anni sono diventati da trasparente a trasparente color marrone. Orribile. E li ho sempre tenuti con cura in scatole proprio per evitare di esporli alla luce.1 punto
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Anche io cercherò di esserci. Coniuga un corposo gazzettino con il workshop esperienziale che era ben riuscito anni fa. Grazie Marco1 punto
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Ripartiamo dal 2007, anno di coniazione di tre splendide monete. Le prime due sono una moneta da 10 euro in argento (riportata qui in basso) e una moneta da 20 euro in oro, entrambe dedicate all’influenza dell’Irlanda sulla cultura celtica europea. Sicuramente da annoverare tra le monete più difficili da “leggere” che si siano mai viste. La moneta era parte del programma di monete europeo a tema “Avvenimenti Europei”. Il progetto è opera di Mary Gregoriy. Sul dritto, com’è consuetudine, abbiamo l’arpa di Brian Boru. A mio parere una delle più nitide da poter apprezzare. Marchio di riconoscimento della cultura celtica sono senz’altro i motivi intrecciati, che si ritrovano spesso sui manufatti e nei manoscritti (come il già citato Book of Kells). A detta della progettista “i motivi intrecciati sono la prima cosa che si nota. Si intrecciano dentro e fuori, a volte diventando forme solide e altre volte diventando intangibili, mentre si trasformano ancora una volta in una nuova forma, proprio come i mutaforma delle antiche leggende”. Effettivamente, la mitologia celtica è piena di personaggi che cambiano forma. Tra i racconti più drammatici (che porto ad esempio) viene spesso citato quello di Tuan mac Cairill. La strana vita di Tuan mac Cairill Questa leggenda è raccontata in diversi manoscritti dell’XI, XV e XVI secolo. Racconta di Tuan, un eremita che conserva i ricordi delle sue precedenti incarnazioni. Inizialmente seguace del Partholon (personaggio probabilmente mai esistito della leggenda cristiana irlandese), si ritrova ad essere unico sopravvissuto dell’insediamento, successivamente ad un evento catastrofico (alcuni dicono peste, altri diluvio). Attraverso una serie di trasformazioni animali sopravvive per secoli, assistendo alle ondate di invasori giunti in Irlanda. Nella sua vita divenne un cervo, un cinghiale, un falco e infine un salmone. Fu catturato da un pescatore di nome Cairill e fu mangiato per intero dalla moglie. Rinacque dal grembo della donna come uomo e per questo divenne Tuan mac Cairill (Tuan figlio di Cairill). Tornando alla moneta, le quattro figure sono inserite in una disposizione cruciforme per evidenziare la forte tradizione cristiana dell’Irlanda. Si mischiano quindi forme pagane e cristiane. Le figure si incontrano al centro per dialogare. Partiamo dalla figura in alto a sinistra e procedendo in senso anti-orario. La prima figura tiene in mano un libro (tradizione letteraria). La seconda stringe un violino (tradizione musicale). La terza figura stringe una pala (simbolo di tutta la manodopera partita all’estero nel corso dei secoli e che ha contribuito a costruire gli altri Paesi e a diffondere la cultura irlandese). La quarta e ultima figura stringe un laptop (computer portatile), simbolo della tecnologia moderna e dell’economia di oggi. La terza è una moneta da 15 euro in argento dedicata a Ivan Mestrovic. Sul dritto (e stento anche io a crederci) non troviamo solo l’arpa irlandese, ma due foglie di trifoglio. La data è inserita in alto a sinistra e l’arpa in basso a destra. I due quadrati, invece, sono un riferimento allo stemma croato, paese natale dello scultore Ivan Mestrovic. Sul rovescio è raffigurata una suonatrice che suona l’arpa di Dalway (un’arpa dell’età moderna che fu usata, insieme a quella di Brian Boru, come modello di riferimento per l’arpa presente sul dritto delle monete). Come mai Ivan Mestrovic? Vi ricordate il concorso del 1928 per decidere il disegno della moneta dello Stato Libero d’Irlanda? Ebbene, partecipò anche uno scultore croato, Ivan Mestrovic, con un progetto noto come “Girl with harp”. L’inconveniente fu che il suo design arrivò troppo tardi per poter essere preso in considerazione. Il presidente del comitato, il poeta e senatore Yeats, scrisse successivamente: “(Mestrovic) ha realizzato un magnifico disegno e, scoprendo che la data era scaduta, lo ha dato allo Stato libero irlandese con grande generosità”. Il disegno è stato usato anche come sigillo della Banca Centrale d’Irlanda nel 1963. Oltre alle monete individuali (circa 8000) furono emessi anche 2000 set di monete a doppia prova. Questo set includeva una moneta d’argento da 15 € e una moneta d’argento da 150 Kuna (riportata in confronto qui in basso). Questa moneta “sorella” era identica alla moneta irlandese tranne che per un’iscrizione in croato e lo stemma croato al posto dell'arpa. Al prossimo post, in cui riprendiamo dal 2008...1 punto
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