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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/21/23 in tutte le aree

  1. Buongiorno, segnalo la pubblicazione della mia monografia dal titolo "Le monete milanesi di Carlo V". L'Opera tratta ed illustra tutte le emissioni caroline coniate dalla zecca di Milano, fornendo inoltre tutti gli approfondimenti necessari per avere una visione multidisciplinare della materia. Trovano uno spazio dedicato anche le figure dei Maestri incisori, le suggestive medaglie monetiformi, un'enigmatica tessera e quelle emissioni oggi non reperite o rifuse ancor prima di entrare in circolazione. Non potevano certo mancare un repertorio delle principali vendite pubbliche aventi significativi nuclei della monetazione trattata, l'illustrazione delle affascinanti falsificazioni d'epoca e qualche piccola "rivoluzione" (con solide basi documentarie!) come quella riguardante la catalogazione dello scudo "dei Giganti". I materiali monetari sono ordinati secondo un'inedita impostazione cronologica, creando così una vera e propria narrazione di queste prestigiose emissioni tanto apprezzate sia dai numismatici sia dagli storici dell'arte. L'acquisto dell'Opera è possibile unicamente presso le principali librerie online, Amazon ed ovviamente il sito dell'Editore. Prezzo di copertina: 49,90 € ISBN 9791221498295 141 pagine Immagini a colori Copertina rigida Pagine in carta patinata da 130g/m2 Formato 17x24 cm Buona lettura Antonio Rimoldi
    5 punti
  2. I problemi di reazione con la plastica, per dare un'idea, sorgono dopo circa un anno. Sì, le capsule sono tondelli trasparenti a forma di moneta in plastica rigida. È un metodo sicuramente più costoso rispetto agli oblò e ancora di più rispetto ai normali fogli con bustine. Come quasi tutto, più si spende più si ha. I metodi di conservazione che occupano meno spazio sono i peggiori. I migliori sono quelli che occupano più spazio. Sta a te trovare il giusto compromesso tra spazio, tempo, costo. Per quanto riguarda il rischio di cadute ovviamente c'è: basta non farle cadere 😅. Se si è accorti, le si maneggia adeguatamente e magari sopra la scrivania con sotto un apposito vassoio non rigido, il rischio di danni è minimo.
    2 punti
  3. Finalmente il lavoro è pronto, leggendo l'indice sarà sicuramente interessante per tutti i cultori di Carlo V e della monetazione del ducato di Milano.
    2 punti
  4. E perchè? Non c'è niente di male a dare visibilità a un articolo interessante scritto da un utente, anzi... va nel senso della mission del Forum quello di condividere conoscenza. Illyricum
    2 punti
  5. Tesori etruschi della Toscana | Il Cinerario Paolozzi https://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/tesori-etruschi-della-toscana-il-cinerario-paolozzi/143648.html Alla scoperta del capolavoro nascosto nel Museo Archeologico Nazionale di Chiusi in compagnia dell’etruscologo Giuseppe M. Della Fina La facciata del Museo Archeologico Nazionale di Chiusi. Foto: Roberto Lazzaroni | CC BY SA 3.0. Foto tratta da Wikipedia Il Cinerario Paolozzi è il «capolavoro nascosto» conservato nel Museo Archeologico Nazionale di Chiusi. Si tratta del vaso funerario in terracotta che il collezionista e scavatore Giovanni Paolozzi rinvenne nel 1873 all’interno di una tomba a ziro nella necropoli di Dolciano. Lo conservò presso di sé sino al 1907 quando passò per legato testamentario al museo della sua città natale, di cui aveva contribuito a portare alla luce il passato etrusco. Fu uno scavatore fortunato, come ricorda un suo cugino, il conte Mauro Faina, che, a sua volta, aveva iniziato a collezionare antichità nel 1864. In alcuni appunti che intitolò Memorie, ove si è scavato, rammenta con ironia: «scavi felicemente cominciati da Paolozzi ed infelicemente proseguiti dallo scrivente». La passione per il collezionismo archeologico era stata trasmessa a lui dagli antenati: già alla fine del Seicento, a Chiusi, i Paolozzi avevano iniziato a raccogliere antichità: alcune urne cinerarie con iscrizioni, che menzionavano la famiglia etrusca dei marcni, sono ricordate presso di loro. Nel 1733 la raccolta ampliata notevolmente venne visitata da Anton Francesco Gori, uno dei protagonisti della stagione settecentesca di studi definita Etruscheria, durante la quale ogni primato era attribuito agli Etruschi. Anton Francesco Gori ricorda Ristoro Paolozzi come l’unico personaggio che dimostrava interesse per la conservazione in loco dei reperti che ritornavano alla luce a Chiusi. La raccolta andò arricchendosi ulteriormente nei decenni successivi e nel 1819 venne visitata dal granduca Ferdinando III e dall’arciduca d’Ungheria. Alcuni anni dopo ebbe modo di osservarla e descriverla Wilhelm Dorow che era contemporaneamente un diplomatico al servizio di Federico Guglielmo III di Prussia, un archeologo e un collezionista di antichità. La definì: «véritable trésor national pour sa patrie». Il Cinerario Paolozzi. Foto: Fabrizio Garrisi. Wikimedia Commons La collezione venne ceduta da Giovanni Paolozzi al Comune di Chiusi nel settembre del 1873 per la cifra di 7.400 lire dopo un teso dibattito all’interno del Consiglio comunale anche in considerazione del ruolo di sindaco che svolgeva lo stesso Paolozzi. Il quale accettò di abbassare la valutazione iniziale di un perito che l’aveva valutata 8.795 lire e accettare un pagamento in dodici rate annuali. Non si voleva far perdere un’altra importante collezione alla città, dato che pochi anni prima, nel 1865, quella Casuccini era stata acquistata per il Museo di Palermo dove si trova tuttora. Paolozzi trattenne, comunque, presso di sé alcune antichità, alle quali era particolarmente legato, compreso il Cinerario che oggi porta il suo nome e la cui proprietà è divenuta pubblica nel 1907, come si è ricordato. È interessante segnalare che Luigi Adriano Milani, direttore del Museo Archeologico di Firenze, provò ad acquistarlo, insieme ad altri reperti dello stesso corredo funerario restati nella disponibilità del collezionista, come attesta una lettera, inviata il primo febbraio 1899 a un ormai quasi settantenne Giovanni Paolozzi, era nato infatti nel 1831: «questo museo potrebbe pagare per esse la somma complessiva di Lire 1000». La risposta fu negativa: il Cinerario non doveva lasciare Chiusi. Il vaso funerario è stato oggetto di un profondo intervento di restauro nel 2000 diretto da Mario Iozzo ed eseguito da Giuseppe Venturini. Esso ha consentito di recuperarne l’aspetto originale eliminando le integrazioni e le incomprensioni degli interventi precedenti, di conoscere l’apparato ornamentale che lo caratterizzava: una decorazione floreale dipinta in nero sul corpo del vaso e oggi appena visibile, decorazioni impresse nella quadrettatura della veste della figura principale e la presenza di laminette scintillanti all’interno dei becchi spalancati dei grifoni. Il Cinerario è composto da un vaso, destinato a contenere le ceneri della defunta, sensibilmente rastremato verso il basso e caratterizzato da una spalla larga e carenata. Proprio sulla spalla e sul collo sono applicate quattro singolari protomi di grifone. Alle protomi si alternano quattro figure femminili piangenti di piccole dimensioni, che sono riproposte sul coperchio. Quest’ultimo accoglie una figura femminile a dimensione maggiore, con una raffinata veste quadrettata e che porta la mano sinistra al seno, mentre la destra, lacunosa, era protesa in avanti. La statuetta raffigura simbolicamente la defunta. Il Cinerario ha un’altezza complessiva di 89 cm ed è stato lavorato al tornio e levigato, mentre gli elementi plastici sono stati eseguiti a mano libera, con ritocchi a stecca e presentano fori sfiatatoi per ridurre i possibili inconvenienti nella cottura. Resta da dire che il vaso nel suo insieme accenna a scene del rituale funerario etrusco ed è databile negli anni 630-600 a.C.
    2 punti
  6. Ciao, da quando si può vedere dalle foto e dai dati ponderali (forse il diametro non è stato misurato bene, sembra un po scarso 🙂) secondo me si tratta di un dupondio dell'imperatore Vespasiano con la personificazione sul rovescio della dea della pace. Mi sembra che sulla testa dell'imperatore siano visibili alcuni raggi della corona radiata, mentre sul rovescio l'altare che anche tu hai evidenziato e che si vede chiaramente e la scritta AUG tronca (non sembrano esserci più lettere dopo la G) fanno propendere per la tipologia che ti posto per paragone. ANTONIO
    2 punti
  7. Per ottenere un elettrotipo si deve creare uno stampo in cera (o altro materiale modellabile) del dritto e uno stampo analogo del rovescio della moneta da riprodurre. Ogni stampo, ricoperto da un conduttore di elettricità come la grafite, viene impiegato da catodo (polo negativo) di una cella elettrolitica dove l’anodo (polo positivo) è costituito dal metallo che si vuol depositare sullo stampo e la soluzione elettrolitica è formata da un sale del metallo stesso. Al passaggio di corrente elettrica, all’anodo di rame si formano ioni rameici che, attraverso la soluzione di solfato rameico, vengono trasferiti al catodo dove vengono ridotti a rame metallico; questo si deposita sullo stampo che viene ad assumere in positivo le immagini e le scritte che recava impresse in negativo. Quando lo strato di metallo ha raggiunto uno spessore adeguato, si interrompe la corrente e si rimuove la cera dallo stampo che così raffigura una faccia e parte del contorno della moneta di partenza. Dopo lo stesso procedimento sull’altro stampo, si hanno a disposizione due “gusci” ciascuno dei quali rappresenta una faccia e parte del contorno della moneta di partenza. I gusci si possono tenere separati e in tal caso danno l’opportunità di osservare contemporaneamente le due facce della moneta, come nel caso degli elettrotipi esposti nelle teche di vari musei. Oppure i due gusci si uniscono fra loro, lavorando il contorno di ciascuno di essi in modo da ridurlo a metà dello spessore della moneta originale e poi unendo le due metà, oppure lasciando inalterato il contorno di una metà e inserendovi l’altra metà. Prima dell’assemblaggio finale e della saldatura permanente, l’elettrotipo deve raggiungere esattamente il peso della moneta autentica riempiendo l’intercapedine tra i due gusci con un metallo base o una lega. Una bella sfida per l’electrotyper. apollonia
    2 punti
  8. Ho raddrizzato la foto. non riesco a leggere tutto: leggo PROVINCIE (...) ESE. (...) TRA / (?)E ORDINIS SCTI BENEDICTI Quindi dovrebbe essere un sigillo benedettino
    2 punti
  9. Esatto. Hai centrato il punto. E non è facile neanche per le piccole editrici generaliste. Al di là della rivista, spero comunque che non vadano persi né posti di lavoro né l'esperienza di questa impresa editoriale.
    2 punti
  10. Sembra che il suo magazine sia dedicato principalmente alle ricette di cucina. Certo, se le sue competenze culinarie sono le stesse che in numismatica, ci vuole coraggio a provarne una petronius
    2 punti
  11. Sono lire molto rare perchè circolavano solo a Taranto e il suo territorio. Arka Diligite iustitiam
    2 punti
  12. C'è un percorso numismatico? O la commissione è composta solo da grafici pubblicitari?
    1 punto
  13. Assi imitativi barbarici (?) di Agrippa sui quali compare la contromarca TIAV , interpretata come contromarca del periodo di Tiberio , Claudio o Tito . Un' interessante articolo apparso su Academia,edu che spiega l' origine e l' interpretazione di TIAV . Asse_Agrippa_imitativo_con_contromarca_T.pdf https://www.academia.edu/keypass/TlhqMUdsOGNKM3hVbDArdzJpcXVnQkpqd1Bucy80TGg1ZzBDZEVSWDFCVT0tLWFJQnFSOVJIMHdjcjlBTjdtTUIvNHc9PQ==--778da31c81c906eef21bb13eb479c6d9c64df099/t/xqxFq-Rp0HknF-jSaDR/resource/work/38265215/Asse_Agrippa_imitativo_con_contromarca_TIAV?email_work_card=title
    1 punto
  14. Wow, grazie mille per tutte queste info
    1 punto
  15. La ringrazio per la sua risposta,mi ha aiutato tantissimo.grazie e buona serata. Grazie mille.
    1 punto
  16. Ciao @Mario Vintage Monete Non si tratta di un denario bensì di un quinario della gens Porcia e datato all'89 a.C. a nome del console a nome di Marco Porcio Catone che, in piena guerra sociale, prese il comando delle operazioni sul fronte meridionale del conflitto che oppose Roma a molte tribù di alleati. Crawford 343 / 2 b La diritto testa di Libero M CATO con A e T in nesso. Al rovescio in esergo VICTRIX
    1 punto
  17. Dovrebbe trattarsi di una moneta romana repubblicana, https://felsinea.bidinside.com/it/lot/5221/porcia-m-porcius-cato-89-ac-/
    1 punto
  18. Concordo, però è genericamente normale cercare di collezionare monete con varianti .. diciamo che questa pratica è stata riproposta un po' troppo a scopo di marketing. Non puoi acquistarne solo una se collezioni. Triste per chi si ritrova a dover spendere di più, ma non per IPZS che con poco sforzo ha riprodotto il triplo dei prodotti. Oggi è tutto un azienda, dalle scuole agli ospedali.. figurati per una fabbrica di soldi se poteva essere immune da queste regole di mercato. Li sto giustificando perchè ne riconosco il motivo, ma ribadisco, anche a me dispiace.. anch'io ho speso il triplo 😅 ..e meno male che non ero interessato a tutti questi trittici tricolori .. 😅 😅 😅
    1 punto
  19. Si, come darti torto... ma cosa c'entra con la numismatica?
    1 punto
  20. Sarebbe almeno da vietare ripetizioni di commemorazioni e sopratutto gli sponsor. Vedere monete di 3 colori della nutella, sono di una tristezza disarmante. Ma quanto siamo caduti in basso con IPZS?
    1 punto
  21. Sì, è dell'epoca di Costantino I. Follis anonimo con VRBS ROMA coniato tra gli anni 330-337 (non ho il RIC sottomano) nella zecca di Antiochia. Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  22. Great. non vedo l'ora. Quando arriva è sempre un po' come Natale
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  23. Ci credo, per questo che con solo qualche foto nonchè solo a monitor non mi sento di avallare nessun genere di errore di stampa, che siano vistosi o meno.
    1 punto
  24. Ciao , se puo' essere utile alla tua ricerca storica sulla moneta postata ti allego la pagina della Gens Tullia tratta dall' opera numismatica del Babelon .
    1 punto
  25. DE GREGE EPICURI Volevo mostrarvi questa bella moneta greca, che è un po' il simbolo della liberazione dagli ottomani e della rifondazione dello stato. E' a nome di quel Kapodistrias che ne fu uno de protagonsti, poi assassinato perchè accusato (se ben ricordo) di essere "troppo filo-russo" (la Russia, nemica dell'Impero Ottomano, sosteneva l'insurrezione greca). La data dovrebbe essere il 1830 ma non è assolutamente leggibile; io proprio non ne vedo traccia, anche se sul Krause non sono citate monete non datate.Ne sapete qualcosa? Pesa 15,88 g. e misura 30 mm.
    1 punto
  26. Hai ragione... Ho fatto confusione, ma l'ora era tarda e tra prendere volumi e foto ho risposto d'impulso... Comunque la differenza è chiara... Probabilmente essendo stata una coniazione molto copiosa, in un dato momento è stata utilizzata una pasta residua, magari dalla coniazione dei 10 o 20 soldi, per coniare un ridotto numero di questi 5 soldi... io non penso ad una prova...
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  27. Grazie a tutti, spero che troverete la lettura interessante! Nonostante la dominazione asburgica-spagnola a Milano sia stata oggetto di numerosi studi recenti o recentissimi (MIR di Alessandro Toffanin, articoli vari su riviste sia divulgative che scientifiche, la recente monografia dell'amico Tiziano @Parpajola) mancava ancora un aggiornamento organico dedicato alla monetazione di Carlo V. Lo stato della materia specifica era praticamente fermo al 1990, anno della pubblicazione dell'ottima e FONDAMENTALE Opera di Carlo Crippa.
    1 punto
  28. Pio II (1458-1464) - Zecca del Ducato di Spoleto - Picciolo - Muntoni 44, MIR381 https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=4038&lot=900
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  29. Prova a cercare Spoleto
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  30. Arriverà tra qualche giorno. Non ti preoccupare. Il giorno di emissione è il 26.
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  31. Attenzione che sono contagiose! finirai anche tu a collezionare bottoni antichi con anelli colorati magici
    1 punto
  32. Lo stile particolare di questo crocifisso mi fa pensare che sia di area austro germanica, è una coniazione a stampo credo su lamina di rame/ottone di foggia artigianale, la Madonna non credo che rappresenti la Vergine lauretana, direi somigliante più alle Madonne dell'area sopra citata, il periodo possibile probabilmente è del XIX sec. ( prima metà?), il mio è un parere personale mi farà piacere sentire anche qualche altra opinione! Ciao Borgho
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  33. Ricorda vagamente i rovesci di Laos (Lucania)
    1 punto
  34. Attenzione. Sulla vendita dell'oro usato non si pagano tasse. Perché sono già state pagate all'acquisto. E credo che in questo caso ricadiamo qui, perché l'oggetto in questione non è una moneta e credo non ricada nell'oro da investimento (ricade semmai nelle truffe, ma questo è un altro discorso). Per le monete ed i lingotti il discorso cambia. Poiché sono entrambi esenti da IVA. In caso di vendita, si paga il 26% della plusvalenza (plusvalenza = prezzo di vendita meno prezzo di acquisto). Se non si può dimostrare il prezzo di acquisto, si paga il 26% sul 25% del prezzo di vendita. Tale rendita va dichiarata in fase di compilazione della dichiarazione dei redditi. C'è una sezione apposita per tali rendite
    1 punto
  35. La seconda direi un follis di Massimiano (o Massenzio) si legge IMPCMAXIMIANVS ... ed al rovescio si vede una figura in piedi drappeggiata a sx con la bilancia e mi pare di leggere CMONVRB Pertanto potrebbe essere simile a questa o un qualche tipo con la raffigurazione di Moneta al rovescio
    1 punto
  36. Purtroppo parlo per esperienza diretta. Ho compilato buona parte del catalogo delle monete americane, mancherebbero i centesimi (più le commemorative, più un sacco di altra roba, ma coi centesimi si completerebbero almeno le monete per la circolazione), ma è ormai da tantissimo tempo che per tutta una serie di motivi non riesco ad andare avanti petronius
    1 punto
  37. Ciao! Avete detto tutto! Bravi. Complimenti a tutti ed in particolare a @Ulpianensis che si è studiato quanto possibile su questa moneta che, come giustamente già scritto, ha una iconografia insolita per le monete veneziane; c'è una prospettiva e la figura del Cristo che non è, come di solito, ieratico nell'atto di benedire, ma dinamica ... esce dal suo sepolcro scavalcandolo. saluti luciano
    1 punto
  38. l'altra quanto pesa ? non farlo
    1 punto
  39. Ci può stare la V capovolta, ne convengo ed è normale. Ma le legende, specie quella del D/ sono tipiche o di Urbino o delle zecche limitrofe tipo Casteldurante o Fossombrone. Pertanto, o si tratta di un inedito assoluto, mai visto (almeno per me), o di una riproduzione. Nessuna pubblicazione, a mia conoscenza (inesperto in materia), mi fa riferimento a tale esemplare. Si trattasse di un "inedito", vivissimi complimenti!!!!
    1 punto
  40. Ciao, mancano peso e diametro delle monete che aiuterebbero molto🙂. La prima, da quel poco che si riesce ad intravedere sia dal ritratto che dalla figura sul rovescio e dalle poche lettere visibili delle legende , dovrebbe trattarsi di un asse dell'imperatore romano Commodo con la raffigurazione della dea della guerra Minerva sul rovescio. Posto foto di moneta della stessa tipologia per confronto. Sulle altre due non posso esserti di aiuto . ANTONIO
    1 punto
  41. Buongiorno, Condivido con voi l'ultimo acquisto, una 1858 con punteggiatura completamente assente al rovescio. I tre conii a confronto : Lo studio va avanti. Un saluto a tutti. Raffaele.
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  42. Ciao, perdonami ma questa tua affermazione così categorica mi sembra un po' fuorviante e decisamente esagerata. Io acquisto tranquillamente su ebay è non ho mai avuto problemi, anzi... Bisognerebbe specificare che sono da prediligere i rivenditori professionali che rilasciano la dovuta documentazione (ed io aggiungerei che accettano la restituzione della moneta/e) questo si, ma perché penalizzare questo canale di vendita ( come anche altri) dove operano tantissimi esperti da tanti anni compresi alcuni noti commercianti italiani. Sia chiaro, non c'è nulla di personale contro di te e la tua risposta ( è una cantilena che viene ripetuta spesso purtroppo, e non capisco il perché...) ma quella di non acquistare sulle varie piattaforme è un invito che a mio parere non è corretto. Consigliare di vedere bene da chi si acquista cioè solo da rivenditori professionali, questo si, e senza alcun dubbio tenersi alla larga da tutti gli altri. 🙂 ANTONIO
    1 punto
  43. Tutte le domeniche, dalle 8 a mezzogiorno. Poi dipende anche dal tempo, qualcuno c'è sempre perché diversi banchi sono al coperto, ma è meglio se scegli una domenica di sole. E poi ci sono anche gli amici del forum petronius
    1 punto
  44. Il cero è uno delle sette insegne dogali Per ringraziarlo della sua assistenza nelle trattative per l’atto di pace con il Barbarossa, Papa Alessandro III concesse al Dose Sebastiano Ziani il privilegio di farsi precedere nelle cerimonie pubbliche da un cero bianco, quale segno visibile di onore e dell’amore del Papa. Il cero, portato dal cappellano del Dose, originariamente era simbolo di penitenza, ma venne presto trasformato in insegna d’onore, di privilegio e fedeltà. In seguito divenne un accessorio inseparabile dal Dose stesso, tanto che se per qualche motivo la suprema carica non vi partecipava, anche il cero era escluso dalla processione.
    1 punto
  45. Probabilmente la spiegazione di un’iconografia così particolare resta quella riportata nell’articolo apparso si Cronaca Numismatica nel 2019 https://www.cronacanumismatica.com/quello-scambio-di-cortesie-tra-doge-e-papa/?fbclid=IwAR2Ck0B2YdCOlh1g99fa06V2NrqLc-GKcnFXMk1hcYBzSLGmDDj_kYX7goU già citato in una precedente discussione su questo mezzanino “Ragion di stato” e riferimenti a passate glorie, insomma, come si addiceva ad un erudito storico quale fu Andrea Dandolo stesso, autore di una importante opera storica che sarebbe stata la principale fonte per la storia della Serenissima fino all’Ottocento, la Chronica per extensum descripta...
    1 punto
  46. Forse devo scusarmi con l’utente che ha posto le domande. Sono stato ironico, un po’ a sproposito. Non è certo mia intenzione allontanare futuri appassionati di numismatica. Per farmi perdonare ti do 2 dritte: 1) Per capire perché è falsa ci sono diversi metodi. Si inizia sempre col ricercare esemplari simili e a catalogare la moneta tramite i cataloghi a disposizione, ne esistono diversi a seconda del tipo di moneta che si sta analizzando. Se una moneta non sta sui cataloghi ci sono solo 2 possibilità: a) è una moneta falsa di fantasia b) è unpublished (non è così raro questo evento ma in questo caso ai numismatici si rizzano subito i peli e attivano tutti i 6 sensi) Ora, Apollonia ha trovato una corrispondenza con un falso sul Price, ma ci sono anche dei database di esemplari falsi da confrontare. Se trovi una corrispondenza con un falso conosciuto, c’è poco da discutere, puoi anche fermare l’analisi. Se non la trovi procedi con il confronto con gli altri esemplari autentici dello stesso tipo di monete e all’analisi delle caratteristiche fisiche della moneta, per esempio il peso, le incrostazioni, la patina, se ha segni di fusione, coniazione etc.. etc.. e non dimentichiamo lo stile dell’incisione. Inutile dire che ci vuole molta esperienza e aver visto molte monete autentiche e false di quel tipo in questione! (Non di una moneta qualsiasi). Ci vogliono anni e giudicare una foto non è la condizione migliore. Per un neofita non c’è speranza di capirlo da solo, ma il confronto con falsi conosciuti è alla portata di (quasi) tutti: devi solo ricondurre la tua moneta al lavoro fatto da qualcun altro. Inoltre i numismatici sono pure un po’ restii a dare informazioni su internet del perché hanno capito che è falsa, per evitare che i falsari stessi possano affinare le loro tecniche. Poi ci sono falsi e falsi: le patacche, che anche chi ha poca esperienza riesce a riconoscere facilmente e falsi eccellenti, che fregano anche quelli con esperienza. In mezzo ai due estremi c’è una scala di grigi per ogni gusto. La tua moneta sta in questa scala e a mio avviso è fatta bene, non saprei spiegarti il motivo per cui il Price la ritiene falsa (è al di fuori della mia portata), probabilmente è spiegato sul bollettino indicato (che mi pare di capire non sia facilmente reperibile). 2) Non ti focalizzare sul valore di una moneta antica, è un oggetto unico ed il suo prezzo è quello che gli dai quando la compri. Se metti 2 volte la stessa moneta in asta ti sorprenderai di vedere come il suo prezzo cambia anche significativamente. Al massimo si può dare una stima di un range a volte anche molto ampio. Poi i venditori professionisti magari sanno che se mettono fuori quella moneta ad un certo prezzo, sanno di venderla con buona probabilità ed è un buon trade off tra guadagno e tempo che impiegano a venderla. Ma questo è un altro discorso. Ora, non imparerai di certo a riconoscere un falso in questa discussione. Leggi il forum, studia, tocca monete con mano, vai nei musei, guarda i database a disposizione e tra qualche anno dirai ai neofiti di non mollare, perché quello che hai imparato ti ha arricchito come persona (ma nel frattempo hai speso un sacco di soldi) spero di essermi fatto perdonare.
    1 punto
  47. Capitolino al Campidoglio con molte monete esposte. il principale - il Museo Nazionale Romano - ha la collezione piu’ importante esposta nel piano sotterraneo che pero’ attualmente non e’ visibile ( dai tempi del Covid ) perche manca l’impianto di areazione. non aggiungo commenti per carità di patria. Penso seriamente di scrivere al Direttore del Museo, dr. Verger per chiedere che si adeguino le strutture e venga riaperta ( fondi PNRR dove siete?)
    1 punto
  48. È possibile tradurre i titoli?
    1 punto
  49. Foto che non permette visualizzazione graffietti o di capire se sia stata lucidata. Se non fosse per il colpetto ad ore 11 potrebbe essere SPL, vista così.
    1 punto
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