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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/05/23 in tutte le aree

  1. Ciao a tutti! Prendo spunto dal bellissimo centesimo di @lorluke dell'altra discussione per finalmente postare il mio espositore (era già tutto pronto da un po', ma avevo altre "guerre" per la testa). Espositore? Si appunto, casa mia è decorata in modo strano, tra un Buddha in bronzo ed una scheggia di ossidiana di Vulcano, sul davanzale c'è pure questo: a sinistra tre monetine e due pallini: la più bella è questa, purtroppo un po' piccina così ho preso pure questa messe tra due palle di ferro: una da moschetto ed una di mitraglia (1,6 cm / 15,58 g - 2,2 cm / 39,62 g) @palpi62 e @sandokan la foto l'avevano già vista. Moschetto è chiaro... BUM! La mitraglia? Già meno conosciuta: una specie di "cartuccione a pallettoni" che veniva ancora usato all'epoca napoelonica. La moneta più grande mi sembra logico affiancarla alla palla più grande questa si che fa un "grande badaboom" come dice Leeloo! Palla da cannone (una granata da 6,2kg - 12,3cm), del 1813, Battaglia di Wartenburg / Elster, Germania orientale. cava all'interno per far posto al granulato esplosivo che in parte ho messo in un sacchetto, in parte in una provetta (sull'espositore in secondo piano) la palla da cannone è ben conservata in quanto ritrovata insieme ad altre in un casolare e non nel sottosuolo. La miccia l'ho fatta io con un cordino, il tappo? Sembra originale, ma esattamente non lo so. Buon pacifico proseguimento a tutti! Njk ================== Per saperne di più: https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Wartenburg https://es.wikipedia.org/wiki/Bote_de_metralla
    8 punti
  2. È ufficiale: finalmente sabato prossimo verrà distribuito a Milano (all'Hotel De La Ville) il cartaceo del Gazzettino #10:
    7 punti
  3. Riprendo quanto a suo tempo scritto da @417sonia nel novembre del 2017: Lo scudo d'oro, emesso per la prima volta sotto il dogato di Andrea Gritti, aveva un precipuo scopo. Come narra il Papadopoli, Venezia in quel tempo era impegnata a fare provvista di scudi d'oro del sole, per mandarli agli eserciti (quasi tutti mercenari) che si trovavano lontano da Venezia; oltre alla difficoltà di incettarli, su quelli che riusciva a recuperare doveva pagarci un aggio dell'1%. Il Consiglio dei X, a questo punto, decise che per il decoro dello Stato (e per risparmiare, guadagnandoci) era utile coniarli in proprio, con un fino di 22 carati e dello stesso peso di quelli esteri. La moneta nasce con il decreto del 15 maggio 1528 e nel successivo 7 novembre 1530 nasce anche il mezzo scudo d'oro. Quindi lo scudo, rispetto al ducato d'oro, non solo aveva un titolo inferiore, ma pesava anche meno. Il ducato gr. 3,51 al titolo 1,000; lo scudo gr. 3,40 al titolo 0,917 Credo che, venuta meno l'esigenza precipua, la produzione sia scemata .... Di scudi d’oro se ne è parlato molto nel Forum. Presento un esemplare del Doge Francesco Venier, recentemente entrato in collezione. Mi sono sempre domandato se la lettera A debba o meno avere la stanghetta orizzontale. Saluti.
    3 punti
  4. Carissimi amici, quest'oggi ho il piacere di mostrarvi l'ultimissimo acquisto della mia collezione. Si tratta, come da titolo, di un centesimo di Napoleone Re d'Italia coniato nel 1809 dalla zecca di Bologna. Direttamente proveniente dall'asta Ranieri ancora in corso, la moneta in questione è giudicata FDC e, personalmente, mi trovo pienamente d'accordo con il giudizio espresso dalla casa d'aste. Pur essendo una moneta coniata in milioni di esemplari, devo dire che negli ultimi anni non mi era mai capitato di vedere un esemplare di questo livello. È veramente uno spettacolo per gli occhi e mi auguro vivamente che possa piacere anche a voi.
    3 punti
  5. Trovata! 50 ore norvegese! https://en.numista.com/catalogue/pieces1442.html Quei due martelletti li avevo visti già da qualche parte... finalmente mi sono ricordato dove, sulle monete norvegesi!
    3 punti
  6. Ciao @Rocco68 e complimenti per le tue monete sempre bellissime ed interessanti. Il millesimo 1842 si contraddistingue per la particolarità che hai descritto: un "2" piccolo nella data, quasi fosse stato usato un punzone usato nei tagli minori ( 60 g per la Piastra ?). La Piastra 1842 con "2" piccolo risulta meno frequente di quella "normale" a diversità del 2 Tornese 1842, millesimo nel quale è più rara la data normale. Per quanto riguarda i simboli sotto il collo, esiste anche una terza versione che non riesco a definire, pertanto posto la moneta e chiederei a tutti Voi un parere in proposito. Saluti a tutti,
    3 punti
  7. Seguo questo tipo di monete da lungo tempo, ne ho in collezione e conservo un notevole archivio fotografico. Nel tempo ho cercato di farmi un'idea ben chiara delle caratteristiche che le monete "buone" dovrebbero avere visto che è abbastanza facile imbattersi in tarocche fatte apposta per abbindolare chi non è ben documentato in materia. Per me la moneta in questione è tarocca. Guardando la contromarca BOMBA e mettendola a confronto con altre monete simili salta agli occhi la differenza tra i caratteri usati e la spaziatura tra di essi. Non credo, vista l'esiguità del numero di monete contromarcate di cui si ha notizie e visto che quest'operazione fu fatta solo a Messina e, per ciò che sappiamo dalle fonti giornalistiche dell'epoca, solo in un sito ben determinato, che ci possano essere stati differenti punzoni per contromarcare le piastre. Inoltre la parola OLIM incisa al contrario è proprio una cosa che non ha ragione di essere in una piastra, peraltro, del I tipo. In genere OLIM era inserito nello spazio presente nella legenda delle piastre del II tipo dando un senso alla legenda così modificata (Ferdinando II un tempo (OLIM) re per grazia di Dio). Chi ha fatto questa taroccatura, alla fine, ha rovinato una piastra, la 32R, molto rara provando a creare un pezzo che avrebbe dovuto spuntare, per le sue carattaristiche di moneta ribattuta e contromarcata, una quotazione molto alta. Spero se la pianga.
    3 punti
  8. Napoletane di oggi sono questi tre esemplari di Tornesi Due del 1842. Particolare di questo millesimo è che presenta su alcuni conii la cifra 2 della data più piccola, la stessa differenza di grandezza la si riscontra anche nella Piastra dello stesso anno. I tre esemplari (di cui due con cifra più piccola) presentano anche il simbolo diverso: Stella a 5 e 6 punte. Non ricordo altri nominali del 1842 con simili differenze.. Vi risultano?
    3 punti
  9. Buongiorno a tutti, oggi vi mostro un sesterzio di un imperatore che mancava nella mia collezione, un regalo della mia mogliettina di cui ho piacere a mostrarvi e spero che vi piaccia Alessandro Severo, Sesterzio, 232 d.C., SPES PUBLICA / S C la spes tiene un fiore, ZECCA DI ROMA (RIC 648) grammi 27.70
    2 punti
  10. Un ricco deposito di follis, monete di bronzo introdotte nel 294 d.C. con la riforma monetaria di Diocleziano nell'impero romano e poi utilizzate anche dai bizantini, risalente alla prima metà del IV secolo d.C., è stato scoperto nel mare della costa nord orientale della Sardegna, nel territorio di Arzachena. Ne dà notizia il Ministero della Cultura. Secondo una prima stima, fatta sulla base del peso complessivo del ritrovamento, il numero delle grandi monete di bronzo ritrovate si aggirerebbe tra i 30.000 e i 50.000 esemplari, più di quelle rinvenute nel 2013 nel Regno Unito, a Seaton, sito dal quale riemersero 22.888 follis. Oltre alle monete, sono state individuate nel deposito pareti di anfore di produzione africana e, in minor numero, di produzione orientale. A scoprire i reperti è stato un sub che, nel corso di un'immersione, ha notato dei resti metallici a poca profondità, non molto distante dalla costa. Il giorno dopo il Nucleo archeologico subacqueo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Sassari e Nuoro insieme con i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale della Sardegna e del Nucleo Carabinieri Subacquei della Sardegna hanno eseguito una prima ricognizione nel tratto di mare interessato, con la collaborazione del Nucleo Sommozzatori dei Carabinieri di Cagliari e di quello dei Vigili del Fuoco di Sassari, insieme alla Polizia di Stato, alla Guardia di Finanza e alle Capitanerie di Porto. https://www.msn.com/it-it/viaggi/notizie/archeologia-scoperto-in-sardegna-enorme-deposito-di-monete-del-iv-secolo/ar-AA1jnIrh?ocid=msedgdhp&pc=EDGEDB&cvid=5c9deb9d551b4d028d8e33526397f0f2&ei=12
    2 punti
  11. Ciao, hai ragione. È una copia.
    2 punti
  12. La serie continua. CAMPANIA. Allifae. Circa 325-275 BC. Obol (Silver, 11 mm, 0.65 g, 7 h). Laureate head of Apollo to right; in the field to right, dolphin swimming downwards; below neck, two dolphins swimming upwards, one to left and the other to right. Rev. ΑΛΛΙΒΑΝΟΝ Scylla swimming to right, holding sepia in her right hand and fish in her left; below, mussel. HGC 1, 357. HN III 460. SNG ANS 160. Very rare. Struck on an irregular flan with striking cracks and minor porosity, otherwise, very fine. From the "Collection sans Pareille" of Ancient Greek Fractions, ex Vinchon 11 April 1988, 96b. Asta Nomos n. 29 Ancient Greek Silver Fractions, the Collection Sans Pareille Part II, odierna, Lotto 556.
    2 punti
  13. Münzen und Münzwesen des Patriarchenstaates Aquileja. Themessl, Jakob Published by Vlg. der Österr. Gesellschaft für Münz- und Medaillenkunde, Wien 1911., Coins And Medals Of The Knights of Malta by H Calleja Schembri
    2 punti
  14. Da Tgcom24 Sardegna, scoperto in mare enorme deposito di monete del IV secolo d.C. Al largo di Arzachena, gli archeosub hanno riportato alla luce un deposito di decine di migliaia di esemplari in eccezionale stato di conservazione LEGGI DOPO COMMENTA Archeologia, scoperto in Sardegna enorme deposito di monete del IV secolo d.C. Ministero della Cultura 8 di 8 Ministero della Cultura 1 di 8 Ministero della Cultura 2 di 8 Ministero della Cultura 3 di 8 Ministero della Cultura 4 di 8 Ministero della Cultura 5 di 8 Ministero della Cultura 6 di 8 Ministero della Cultura 7 di 8 Ministero della Cultura 8 di 8 Ministero della Cultura 1 di 8 Ministero della Cultura 2 di 8 Ministero della Cultura 3 di 8 Ministero della Cultura 4 di 8 Ministero della Cultura 5 di 8 Ministero della Cultura 6 di 8 Ministero della Cultura 7 di 8 Ministero della Cultura 8 di 8 Un enorme deposito di monete follis risalenti alla prima metà del IV secolo d.C. Questa la straordinaria scoperta degli archeologi subacquei nel mare di Arzachena, sulla costa nord orientale della Sardegna. Secondo una prima stima, fatta sulla base del peso complessivo del ritrovamento, il numero delle grandi monete di bronzo si aggirerebbe tra i 30.000 e i 50.000 esemplari. A darne notizia, il Ministero della Cultura. Il ritrovamento Il follis è una moneta romana in bronzo introdotta circa nel 294 d.C con la riforma monetaria di Diocleziano. Oltre a queste sono state individuate anche pareti di anfore di produzione africana e, in minor numero, di produzione orientale. Un analogo ritrovamento era avvenuto anche nel Regno Unito, a Seaton nel 2013, quando riemersero dagli abissi 22.888 follis. A scoprire i reperti è stato un privato cittadino che, nel corso di un’immersione, ha notato dei resti metallici a poca profondità, non molto distante dalla costa. Il giorno dopo il Nucleo archeologico subacqueo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Sassari e Nuoro insieme con i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale della Sardegna e del Nucleo Carabinieri Subacquei della Sardegna hanno eseguito una prima ricognizione nel tratto di mare interessato, con la collaborazione del Nucleo Sommozzatori dei Carabinieri di Cagliari e di quello dei Vigili del Fuoco di Sassari, insieme alla Polizia di Stato, alla Guardia di Finanza e alle Capitanerie di Porto. Le immersioni hanno rivelato l’esistenza di due macro-aree di dispersione dei follis in un grande spiazzo di sabbia che si apre tra la spiaggia e la posidonia: quest’ultima, per posizione e morfologia del fondale potrebbe conservare resti cospicui di un relitto. LEGGI ANCHE Anche i Neanderthal cucinavano: tartarughe, rinoceronti e molluschi nei loro menù Potrebbero esserci altri reperti Tutte le monete prelevate sono in uno stato eccezionale e raro di conservazione. Solo 4 pezzi risultano danneggiati, anche se comunque leggibili. Il contesto cronologico delle monete è riscontrabile in un arco temporale tra il 324 (monetazione di Licinio) e il 340 d.C. Datazione confermata dalla presenza di monetazione di Costantino il Grande e da quella di tutti gli altri membri della famiglia presenti come cesari ma soprattutto dall’assenza di centenionales, coniati a partire d al 346 d.C. Il gruppo dei follis recuperato proviene da quasi tutte le zecche dell’impero attive in quel periodo a eccezione di Antiochia, Alessandria e Cartagine. Le operazioni di restauro e conservazione delle monete e dei materiali rinvenuti permetteranno di ampliare e approfondire la conoscenza del contesto dei reperti dai quale possono provenire ancora numerose informazioni. "Una scoperta importante" Secondo il Direttore generale ABAP, Luigi La Rocca: “Il tesoro rinvenuto nelle acque di Arzachena rappresenta una delle più importanti scoperte di reperti numismatici degli ultimi anni ed evidenzia ancora una volta la ricchezza e l’importanza del patrimonio archeologico che i fondali dei nostri mari, attraversati da uomini e merci fin dalle epoche più antiche, ancora custodisce e conserva. Un patrimonio straordinario ma anche molto fragile, costantemente minacciato da fenomeni naturali e dall’azione dell’uomo, sulla cui tutela il Ministero, attraverso l’azione delle sue strutture centrali e periferiche, ha sviluppato metodologie e tecniche di recupero e di conservazione di straordinaria efficacia e messo in campo innovative strategie di valorizzazione”.
    2 punti
  15. Gran bella immagine, quasi un quadro, ormai ci siamo …domani pomeriggio dovrò chiudere per il pranzo conviviale per raggiunto numero massimo, un paio di giorni ancora per partecipare all’evento per un 2/3 posti ancora … [email protected]
    2 punti
  16. Sempre i migliori Marco, siete dei grandi! Da giugno - come dicevo a Mario - avrò molto tempo a disposizione 🫢🤣 e mi piacerebbe (da prossimo 🧓 ) davvero darvi un modestissimo, piccolo ma continuo contributo. Parliamone sabato se riusciamo e soprattutto se non disturbo 🙏🏼👋
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  17. Adoro questa esposizione! Complimenti veramente! 😍 Ironia della sorte proprio i colpi a mitraglia diedero inizio all'ascesa di Napoleone Bonaparte. Durante l'insurrezione realista del 13 vendemmiaio anno IV, Napoleone disperse la folla inferocita con colpi a mitraglia, poi ordinò il contrattacco inviando i cacciatori a cavallo guidati da Murat. A seguito di questa impresa, Napoleone fu premiato assegnandogli il ruolo di comandante dell'Armata d'Italia.
    2 punti
  18. No, nessuna licenza spoetica, invece hai centrato un punto molto importante. Ti sei chiesto qual'è il senso di una moneta "EURO" relegato entro confini diversi dalla stessa valuta, e la risposta è semplice: NESSUNO tranne la speculazione commerciale. E fosse solo questo pazienza... ma il problema è che noi non abbiamo penato per trent'anni (se non afferri il perchè della cifra guada qui https://www.lamoneta.it/topic/65910-cronologia-dellunione-monetaria-europea/#comment-1238540 ) per mettere in piedi l'unione monetaria e poi ritrovarci monete formalmente valide o, peggio ancora, effettivamente circolanti solo all'interno dei singoli stati. Perchè talmente è la foga di spennare il collezionista che ormai si emette di tutto senza criterio, a prescindere dal valore artistico che in molti pezzi pure c'è, fino al punto che in passato alcuni di questi oggetti sono stati trovati in circolazione (monete bimetalliche da 3 euro o in argento da 5). Per fortuna, sottolineo per fortuna, il fenomeno è limitato e non va ad influire sul potere d'acquisto o altri fattori macroeconomici, ma rimane la bestialità di principio. Arriveremo anche alla Sagra della salamella, ci arriveremo.
    2 punti
  19. Bisogna sempre " prendere" i soldi da chi li ha. Per questo motivo penso di avere sbagliato tutto nella vita. Invece di utilizzare i quattrini per acquistare monete avrei dovuto "sputtanarli".
    2 punti
  20. Non sanno più come raccogliere soldi.. le casse statali piangono causa super bonus, che è costato miliardi.. e ora individuano queste sacche dove tirar su qualche milione all’anno (se gli va bene).. cadiamo sul ridicolo..
    2 punti
  21. © Ministero della Cultura - Le monete romane trovate nel mare di Sardegna © Ministero della Cultura Sub al lavoro nel recupero delle monete © Ministero della Cultura Alcuni esemplari di follis trovati nel mare di Sardegna © Ministero della Cultura Parte dei follis trovati nel mare di Sardegna https://www.agi.it/cultura/news/2023-11-04/archeologia-deposito-monete-secolo-scoperto-mare-sardegna-23812519/ https://www.ansa.it/amp/canale_viaggi/regione/sardegna/2023/11/04/da-fondali-sardi-emerge-enorme-deposito-di-monete-iv-secolo-d.c._b8bbed1c-01bd-4d7a-90c5-36617ab9d8d0.html
    2 punti
  22. Ed adesso sono due! Buono da 25 centesimi, di Douai e della regione di Carvin - abbastanza lontane dal fronte, vicino a Lille, verso la Manica Emissione collettiva di buoni comunali del 22 Maggio 1916 / Questo buono, che funge da denaro, è pagabile alla cassa di Douai 6 mesi dopo la firma dell'accordo di pace. Il retro non è più di tanto interessante, è solo la lista dei territori della regione Per oggi è tutto, ma ho già un'altra cosuccia che sto preparando. Njk
    2 punti
  23. Se qualche nuovo utente posta questa moneta nel settore identificazioni per sapere di cosa si tratta gli dirò che è un gadget fantasy!
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  24. DE GREGE EPICURI I più frequenti cavalli retrospicienti sono di produzione africana.
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  25. Niente da fare, quei caratteri non li trovo! Sarà una moneta che appartiene ad una civiltà scomparsa ed incompresa di cui si è persa memoria, gli altri popoli non riuscivano a capire il linguaggio ed il significato delle loro scritture, e così l'oblio li ha inghiottiti.....
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  26. E' questa 🙂 Grazie!!!
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  27. Chi compra a questo punto dovrebbe avere interesse a fare un pezzo di carta per documentare scambio e prezzo pagato, altrimenti in caso di futura vendita pagherà la tassa sull’intero prezzo. Ad ogni modo sono tutti casi limite, tranne poche eccezioni di un certo quantitativo la vedo difficile mettere in piedi meccanismi per accertare questi redditi. Con tutto quello che c’è in giro, che l’agenzia delle entrate spenda tante risorse per riscuotere 100 euro a chi si vende una sterlina ricevuta al battesimo la vedo veramente difficile
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  28. Porto i ringraziamenti del mio amico. Ha detto che vedendo la moneta dovrebbe coincidere tutto per quel che si vede. E chiede scusa per non avermi/ci mandato misure e peso...gli tirerò le orecchie 😂
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  29. @Scudo1901 C'e' già aperta ed attiva una discussione in "Storia ed Archeologia. Quindi, nel ringraziarti comunque per il tuo contributo, chiudo questa discussione. Ciao. Stilicho
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  30. Graffi di saggiatura penso.. Il primo esemplare sembra realizzato in lega d'ottone e il secondo in leghe di metalli bianchi.
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  31. Tu non disturbi mai, sarebbe un vero piacere avere un tuo contributo nel prossimo Gazzettino che ormai negli anni ha avuto un centinaio di firme !
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  32. Penserei a Probo: (Da probuscoins.fr) Guarda se hai riscontro a moneta in mano. Ciao. Stilicho Inserisci comunque, per favore, i dati di peso e diametro (buona norma per l' identificazione e la valutazione di ogni moneta).
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  33. Buongiorno, per quanto riguarda i prezzi di riferimento delle monete comuni o non rare le valutazioni sono in linea euro piu' o euro meno Discorso diverso per le rarita' che ridurrei a 3 monete in particolare 1 centesimo 1868 1 lira 1869 XXIV 2 lire 1868 XXIII Come puoi vedere da queste immagini di aste passate la molto difficile reperibilita' a volte fa schizzare il prezzo anche di monete con conservazione non eccezionale Percio' ottimo lo schema per le monete "normali" per le rarita' e' un discorso di reperibillta' e a volte di opportunita' per stabilirne un prezzo P.s. per quanto riguarda il 10 soldi 1869 XXIII R piccola, ad oggi nonostante numerosi cataloghi la inseriscano anche con basso indice di rarita' a me risulta non esistere(a fronte anche di reiterate richieste anche qui sul forum di conoscenza di esemplari sempre disattese) Naturalmente ben felice di essere smentito con foto di eventuali esemplari Ciao e buona giornata
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  34. Le Contremarche, La OLIM risulta "incurvata"
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  35. Buongiorno, capisco il senso del Suo intervento ma non tutte le "novità" sono uguali: provo a spiegarmi con degli esempi. Lo Stato della Città del Vaticano ha recentemente emesso una "moneta" effigiante due Pontefici e questo rappresenta senza dubbio un qualcosa d'interessante, in ragione della probabile unicità del fatto e per un insieme di motivi storici e religiosi sui quali mi pare inutile dilungarsi. Il Regno Unito ha recentemente proposto la prima serie divisionale del nuovo Sovrano a tema ambientale, con ciò fondendo in un unico interessante insieme di oggetti la tradizione e l'innovazione. Altro discorso è a mio avviso quello nostrano, con il tentativo dell'IPZS di continuare a far spendere soldi con coniazioni fantasiose (nel senso deleterio della parola) e ora anche con pezzature altrettanto prive di qualsiasi collegamento alla realtà (pago da bere a chi mi spiega cosa significa una moneta da 0,75 euro 😄). Invero, credo che anche il Collezionista debba essere più accorto nelle proprie scelte, anche per evitare che l'attribuzione di tale qualifica appaia del tutto arbitraria e autoreferenziale. Ragionando diversamente, si arriverebbe alla bizzarra situazione dove l'IPZS potrebbe presentare una coniazione dedicata alla "Sagra della salamella" con inciso un valore numerico in euro e una folta platea si troverebbe a contendersi quell'oggetto: trattasi di monete? trattasi di novità interessanti? trattasi di collezionista di monete? A mio avviso, no. Chiudo questo lungo intervento rilevando che in un'Asta ormai prossima (non dico quale per ovvi motivi) compare un lotto comprensivo di tutte le monete della Repubblica dal 1946 al 1979 (escluso il 1947) a un prezzo di partenza ragionevole: io non amo la monetazione repubblicana ma questa spesa avrebbe a mio giudizio una sua ragione d'essere, infinitamente più valida delle centinaia di euro che taluni sborsano per i gadget tante volte discussi anche sul Forum. Un saluto cordiale e a presto.
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  36. 1 punto
  37. Io leggerei bene cosa dicono le fonti... saluti MB
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  38. Hanno vissuto tanti anni. Io le tengo tranquillamente adagiate su velluto rosso. Forse ci sono modi e tecniche migliori per la loro conservazione! Ma penso che un bel vassoio non le faccia male.
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  39. Sono sempre molto restio ad utilizzare servizi che raccolgono informazioni su patrimoni personali. Sebbene ammetto che farebbe comodo, non volendo dare in giro questo tipo di informazioni, io utilizzo un mio database personale e mi sono attrezzato per consultarlo anche via web.
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  40. PARTE I La lettura dell’interessante volume di Jeffrey M. Hurwit, Artists and Signatures in Ancient Greece, Cambridge 2015, all'interno del quale il capitolo IV viene dedicato alla documentazione numismatica (Coins, p. 39 ss.) ha stimolato le riflessioni che seguono, incentrate sulla presenza e funzione di firme “estese” apposte su monete da artisti attivi in Magna Grecia, in particolare a Metaponto e ad Heraklea. Le testimonianze relative alle signatures degli incisori in forma estesa sui documenti monetali, ben attestate in Grecia e in Sicilia, risultano invece alquanto esigue in Magna Grecia e peraltro condensate in ambito lucano entro un arco cronologico compreso tra la fine del V e gli inizi del III secolo a.C. circa. Ad essere interessate, seppur con modalità differenziate, sono poleis dislocate sia sulla paralia tirrenica che su quella ionica: Velia (Kleudoros e Philistion; tavv. A-B), Poseidonia (Dossennos; tav. C), Thurii (Molossos; tav. D), Heraklea (Aristoxenos; v. infra) e Metaponto (Aristoxenos; v. infra). Tav. A CNG 102, 2016, 69 (Kleudoros) Tav. B Roma Numismatics Ltd, 7.4.2016, 33 (Philistion) Tav. C NAC AG 13, 1998, 16 (Dossennos) Tav. D NAC 106 (part II), 2018, 1170 (Molossos) Tra questi nomi, come si nota, si distingue quello di Aristoxenos in quanto allo stato attuale risulta l’unico incisore ad aver apposto la sua firma sui tipi monetali di almeno due zecche (Metaponto ed Heraklea) e, come vedremo, con una certa prossimità cronologica (v. R. Vollkommer, Künstlerlexikon der Antike, I, München-Leipzig 2001, s.v. Aristoxenos, 93 s. con bibl. prec.).
    1 punto
  41. Agora Auctions 65, 2017, 5 Lucania, Velia. Ca. 300-270 B.C. AR fourrée stater (22.99 mm, 6.98 g, 6 h). cf. Williams 527ff. 11 CNG 294, 2013, 3 LUCANIA, Velia. Circa 280 BC. Fourrée Nomos (20mm, 6.81 g, 7h). Williams +539.1–9; From the Robert and Julius Diez Collection. Ex Gustav Philipsen Collection (Part I, J. Hirsch XV, 28 May 1906), lot 723. 12 Auctiones GmbH, 20, 2013, 4 Velia plated AR Didrachm, c. 290-280/275 BC Velia, Lucania. AR Fourrée Didrachm (21 mm, 5.97 g), c. 290-280/275 BC. 13 CNG Triton XV, 2012, 1033 LUCANIA, Velia. Circa 280 BC. AR Nomos (20mm, 6.70 g, 12h). Williams +584.2b (this coin). From the Deyo Collection. Ex Freeman & Sear 8 (5 February 2003), lot 28 (inorrectly citing Williams 564); Ars Classica XIV (2 July 1929), lot 54; Ars Classica XIII (27 June 1928), lot 138. Williams lists this coin in a category “Plated or Probably Plated.” However, his use of “probably” is apropos here, as a specific gravity test verifies that this coin has an appropriate silver content, and is not plated. 14 Rauch, 107, 2018, 51 LUCANIA - Velia (Hyele, Elea) Nomos/Didrachme (6,36 g), ca. 280 v. Chr. Stellenweise leichte Hornsilberauflagen, kleiner Stempelfehler im Rv. s.sch.-vzgl. – 15 Apollo Numismatics https://www.vcoins.com/es/stores/apollo_numismatics/12/product/lucania_velia_fourree_didrachm_nomos_stater__athenalion_and_stag/47492/Default.aspx Lucania, Velia: fourrée didrachm, 290-275 BC, 6.51gm, 23.3mm. Williams 584 (O:289/R:407); SNG ANS 1398. aEF, scratches on lion’s body. As noted above, the same dies used to strike our specimen also were used to strike specimen 584 in Williams, an officially minted coin (given the physical characteristics of specimen 584 evident in the plate photo, it is difficult to believe that it is a fourrée that escaped detection by Williams). It is interesting that immediately after specimen 584 in his catalog, Williams lists many fourrée specimens which he labels +584,1 through +584,24, all of which are of the same identical type as 584 and of very similar style in most cases. There is a possible historical scenario that is consistent with the above facts. If forgers were able to obtain a pair of official dies (O:289 and R:407 by William’s designation), they might have used them first to strike fourrée (including our specimen) and then used them as guides for engraving subsequent dies which they then used to strike more fourrée such as William’s examples +584,1 through +584,24. 16
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  42. Fatta questa lunga digressione, è possibile discutere dell'interpretazione della scena del giuramento. Infatti, le relative teoria si incrociano con quelle sulla datazione dell'aureo ove per la prima volta apparve. ‒ Generalmente, l’emissione viene datata tra il 217 e il 216, poco dopo lo scoppio della Seconda Guerra Punica. Il R/ ricorderebbe un singolare giuramento effettuato dall'esercito di Roma dopo le disastrose e ripetute sconfitte romane contro Annibale, oppure quello imposto ai socii italici perché mantenessero fede al patto che avevano precedentemente stipulato contro Cartagine (episodi entrambi citati da Livio). L’occasione sarebbe stata un invio di oro a Roma da parte di Gerone II di Siracusa. ‒ Per Mommsen la scena ricorderebbe la concessione del diritto della cittadinanza romana ai Campani e a una parte dei Sanniti, avvenuta nel 334 sotto il consolato di T. Veturio Calvino e di Sp. Postumio Albino: in tale modo il discendente del primo console avrebbe successivamente ricordato la vicenda nel suo denario del 137 (Cr. 234/1). ‒ Secondo Crawford (che colloca l’aureo al 217), è qui riprodotto il foedus Caudinum, stipulata nel 321 dal console T. Veturius Calvinus (per questo, l’iconografia sarà ripresa in seguito da un altro Veturius, con il denario Cr. 234/1, essendo la pax Caudina il prototipo, mitico e non storico, della pax Numantina). Viene tuttavia opposto che appare improbabile che Roma abbia commemorato una tale umiliazione. ‒ La Breglia ha collocato gli aurei al 290-289 alla fine delle guerre sannitiche: in tal modo il giuramento avrebbe simboleggiato la riappacificazione tra i due popoli. ‒ Per Mattingly il giuramento indicherebbe il trattato concluso nel 263 tra Roma e Ierone di Siracusa. L'incertezza è dovuta al fatto che mentre il guerriero di destra è indubbiamente un romano, quello di sinistra, barbato, non avrebbe le sembianze di un greco ma piuttosto di un italico. ‒ Altra ipotesi è che le monete d'oro siano state battute nel 209 utilizzando una parte delle riserve auree dello Stato romano (l’aurum vicesimarium, ottenuto dalla tassa sulle manumissioni, che “ad ultimos casos serbabatur” - Livio, XXVII, 10). Questa teoria è tuttavia oggi superata, perché l’aureo è paplesemnete connesso, sul piano ponderale e stilistico, con il quadrigato, che Thomsen ha dimostrato essere anteriore al denario. ‒ Per Alföldi e Thomsen (che data l’emissione prima del disastro di Canne del 216) la scena rievocherebbe la fondazione di Roma: i due personaggi in piedi sarebbero Latino ed Enea nell'atto di giurare alleanza e concordia (Virgilio, Eneide, XII, 161-215) oppure Tito Tazio e Romulo, a conclusione dello scontro fra Romani e Sanniti (Virgilio, Eneide, VIII, 639-41; in questo senso, l'Alföldi). L'occasione storica per tale richiamo mitologico sarebbe il giuramento che i soldati, sia romani che i loro alleati latini, dovettero pronunciare nella primavera del 216 (da un passo di Livio) di fronte ai loro tribuni. ‒ Pedroni collega invece l'emissione aurea all'eccezionale arruolamento dei Romani e degli alleati avvenuto nel 225, la “leva tumultuaria” considerata epocale già dagli storici antichi. In quell'anno, con il pretesto della minaccia dei Galli, i Romani conteggiarono tra tutti gli alleati il numero degli uomini in grado di essere mobilitati in caso di guerra. Un avvenimento che ha coinvolto i romani ed i loro alleati italici, un'occasione quindi che avrebbe spinto il Senato per un'emissione aurea di carattere straordinaria e di grande valore propagandistico. ‒ Campana, considerando l'elevato livello stilistico e l'accurata tecnica di coniazione, la data al 225. Secondo Crawford la moneta da 6 scrupoli varrebbe 40 assi semilibrali, quella da 3 scrupoli 20 assi (l'aureo da 30 assi, se autentico, sarebbe successivo a queste monete). ‒ Un’ulteriore interpretazione in chiave mitologica del gioramento potrebbe essere un richiamo al patto di alleanza tra i capi di Alba Longa e Roma, prima dell'ordalia tra Horatii e Curiatii (Livio I, 24). ‒ Coarelli evidenzia che, secondo Plinio, il primo aureo romano fu coniato 51 anni dopo l’argento (dopo il 269): si tratta, per l’autore, di questo aureo, che egli data appunto al 219. Infatti, al R/ è riprodotto un foedus, che veniva stipulato da due feziali, il pater patratus e un gregario, verbenarius. In effetti, le due figure di sinistra portano una veste particolare, che lascia il corpo nudo e presenta un elemento globulare alle spalle: probabilmente il cinctus Gabinus, di cui si servivano i sacerdoti, e quella in piedi è raffigurata come uomo anziano, che regge una lancia, prerogativa del pater patratus, antenata (secondo l’Alföldi) dello scettro e quindi simbolo dell’imperium. La figura di destra invece, staccata dalle altre due, è giovane e veste una corazza anatomica. Si tratta del foedus tra Romolo e Tito Tazio (peraltro, in sabino cures era il nome sia della città di Tito Tazio che della lancia), di cui esisteva un gruppo scultoreo, verosimilmente qui riprodotto, lungo la sacra via. L’aureo potè essere emesso grazie alle prime miniere aurifere cadute in mano ai Romani, ovvero le miniere di Victimulae, presso Vercelli, che sappiamo furono sottratte a Roma, da Annibale, alla fine del 218. Sappiamo da Zonara che nel 220 i due consules suffecti, Lucio Veturio Philo e Gaio Lutazio, a completamento della guerra contro i Celti della Gallia Cisalpina (conclusasi nel 222 con la presa di Milano) spinsero le conquiste di Roma “fino alle Alpi”: probabilmente è questa la data di conquista delle miniere. Quindi, nel 219, con l’oro acquisito grazie alle operazioni di Lucio Veturio Philo, fu commemorata la fine delle operazioni militari iniziate nel 225, quando i Galli cisalpini Boi e Insubri e transalpini Gesati, avevano invaso l’Italia, creando grande preoccupazione e causando una spontanea adesione degli Italici a Roma: evento cui allude la citazione dei foedus originario tra Tito Tazio e Romolo. ‒ Bernard contesta lo studio di Coarelli e sostiene la necessità di datare l’emissione del quadrigato alla Seconda Guerra Punica sulla base di tre considerazioni: gli studi metalloscopici, che hanno dimostrato come in massima parte di tratti di monete coniate con argento spagnolo; la distribuzione dei ritrovamenti (Italia meridionale, Sicilia orientale e Spagna), coerente con il teatro di guerra e la loro inusualità (spesso si tratta di teosretti conteneti solo quadrigati e in consistente numero).
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  43. Il discorso sul denario di Veturio (il mio preferito in assoluto) è un po' più complesso. Come ha scritto @Rapax (del cui ritorno mi rallegro) l'iconografia monetale attraversa alcune fasi iniziali di "gestazione". C'è una prima effervescenza con tipi differenziati e oggi difficilmente interpretabili, tanto sulla monetazione in argento e bronzo cosiddetta "romano campana", di chiara ispirazione greca ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-RC ) quanto sulla sulla monetazione enea fusa, il cosiddetto aes grave ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-RRB ), inserito invece in un fenomeno monetale diffuso in ambito etrusco e italico (e qui si discute se Roma abbia ispirato gli altri popoli, o viceversa) In seguito, i tipi si irrigidiscono, con: - il viso di una divinità al dritto; - una scena di ispirazione militare (ma comunque collegata all'ambito religioso) al retro. Questo schema ripetitivo si riscontra: - sulle ultime didracme ( i cosiddetti quadrigati), tutte Giano imberbe / Giove in quadriga ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RC/24 ) - sulle ultime dracme ( i cosiddetti vittoriati), tutte Giove / Vittoria con trofeo ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-A5/1 ) - sui primi denarii, tutti Roma / Dioscuri a cavallo ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-A1/1 ) affincati in seguito da Roma / divinità in biga ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-A1/66 ) - sui bronzi, tutti divinità / prora di nave (https://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-RRB9, http://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-RRB11 , https://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-B7 ) Preciso, per i tecnici, che le monete di cui ho postato i link sono solo degli esempi, la produzione fu molto più ampia seppure sempre con le medesime iconografie. La rigidità dei tipi non stupisce: so che era una costante in ambiente greco, perché garantiva la riconoscibilità immediata della moneta e, quindi, la possibilità di riferirla istantaneamente, a una città o uno Stato che ne garantiva l'accettazione. Se non mi sbaglio, le civette di Atene e il cavallo di Alessandro Magno sono stati riproposti per secoli. Quello che stupisce, nella storia della monetazione repubblicana, è la terza fase. A un certo punto infatti (nell'anno 137, secondo la cronologia di Crawford, RRC) due magistrati monetari decidono di abbandonare la fissità dei tipi, introducendo al retro una scena scelta da loro (cambia anche la scelta della raffigurazione al dritto, ma per il momento permane il ritratto di una divinità). Comincia qui quell'evoluzione descritta da @Rapax, che vede (caso forse unico nella storia antica) la città-Stato produrre ogni anno monete differenti dall'anno precedente. I primi due denari di questa fase sono fra i più belli mai emessi. Uno è appunto quello di Veturio, Marte / giuramento http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G144/1 L'altro è quello di Pompeio, Roma / lupa con gemelli http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G109/1 E' una scelta per l'epoca rivoluzionaria: erano ormai quasi 100 anni che Roma non cambiava i tipi delle sue monete; e anche quando nel suo lontano passato li aveva cambiati (in quella che ho definito la prima fase), aveva scelto raffigurazioni un po' standardizzate , di chiara ispirazione mitologico-magnogreca (sull'argento) o naturalistico-italica (sul bronzo fuso). Ora, invece, è diverso: Roma comincia a proporre al mondo al propria, personale iconografia. Come ha evidenziato Carandini, non è vero che i Romani difettassero di racconti mitilogici: la verità è che, con la loro mente pragmatica, il patrimonio mitologico era stato calato in una (presunta) realtà storica, integrandosi in essa; è questa fusione mitologia-storia che troviamo sulle prime monete. Tuttavia, la mentalità romana era evoluzionista in senso diverso da come intendiamo noi, oggi, l'evoluzionismo culturale. Per i moderni, evolvere significa abbattere e ricostruire; per i Romani significava conservare inalterato l'edificio, adattandolo tuttavia a usi completamente nuovi, e infine costruirci sopra (sto usando una metafora, ma è vero anche in senso letterale: nessun edificio veniva obliterato ... ). Per questa ragione, i tipi monetali introdotti "rivoluzionariamente" nel 137 a.C. furono proposti come una restituzione di tipi tradizionali, apparsi durante la prima fase. Il giuramento, in particolare, fu ripreso quasi senza modifiche dal retro dai primi aurei ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RC/22 ) mentre la lupa che allatta fu ripresa dalle didracme ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RC/8 ). Peraltro, io dubito che i due denari siano contemporanei, proprio perché il primo ripropone pedissequamente un tipo già apparso, l'altro invece rielabora un tema, "osando" allontanarsi dalla tradizione un po' di più.
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  44. Il 10 tornesi in questione secondo me è un falso d'epoca testa normale posto un'immagine del 1846 testa grossa che mi ha mandato un'amico guardate voi la differenza.
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  45. Questa è originale, purtroppo in condizioni D
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  46. Salve a tutti! Chiedo gentilmente informazioni su questa lauretana in piombo. Avete anche qualche consiglio sulla pulizia? Grazie in anticipo.
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  47. PARTE VI Considerazioni conclusive Aristosseno fu dunque un artista itinerante che lavorò a più riprese e probabilmente, come già ventilato a suo tempo da I. Maull (Aristoxenos in Metapont, in Wissenschaftliche Abhandlungen des deutschen Numismatikertages in Göttingen, 1951, 13-26, Tf.1-2) tra la fine del V e i primi decenni del secolo successivo, esercitando la sua attività a Metaponto e per un breve periodo ad Heraklea. Per quest’ultima, tuttavia, la fase di attività dell’incisore resta vincolata ad una più compiuta definizione strutturale della monetazione eracleota, in riferimento soprattutto al momento dell’adozione del tipo di Herakles in lotta con il leone nemeo che negli studi sul tema oscilla tra la fine del V secolo (Van Keuren, cit., 21 ss.) e i primi decenni del IV (A. Stazio, Contributo alla prima fase della monetazione di Heraklea Lucaniae, in AIIN, 12-14, 1965-67, 69; S. Garraffo, Le riconiazioni in Magna Grecia e in Sicilia, Catania 1984, 55; W. Fisher-Bossert, Chronologie der Didrachmenprägung von Tarent 510-280 v. Chr., Berlin 1999, 118 s.). Ed è rilevante la presenza, nelle due città lucane, di uno stesso incisore di consolidata esperienza e pregevole perizia, dotato di singolare versatilità, che traspare sia dalla riproposizione di tipi di consolidata memoria sia dalla realizzazione di concezioni figurative di rinnovata plasticità, accentuata, quest’ultima, dal marcato rilievo di chiome e ornamenti ma scevra da esiti monumentali. Tale presenza segnala, da un lato, la volontà delle poleis di disporre di maestranze altamente qualificate per le operazioni connesse alla produzione monetaria, dall'altro si innesta con particolare pregnanza in un orizzonte magnogreco di ampio respiro, aperto alla ricezione e all'elaborazione di influssi esterni (attici e sicelioti in particolare), come documentano peraltro le emissioni delle città greche della costa tirrenica che proprio in quest’epoca si distinguono per l’accuratezza ed il pregio delle incisioni monetali, molte delle quali attribuite alla stessa mano.
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  48. PARTE II METAPONTO Ignoto alle fonti letterarie, il nome Aristoxenos ricorre, in forma più o meno abbreviata, su cinque coni di D/ che si ripartiscono nel segmento terminale della classe V Noe-Johnston (n. 419) e con maggiore intensità nella successiva (VI: nn. 422, 424, 433-34, 435-36, 439-45). Per la classificazione degli ess. il riferimento è al volume di A. Johnston, The coinage of Metapontum. Parts 1 and 2 with additions and corrections by A. Johnston, New York 1984. 1) n. 419 (tav. 1) D/ Testa femminile a d. entro corna d’alloro con capelli rialzati e trattenuti da una benda. Alla base del collo, ..... . R/ ME a d., T a s. Spiga a sei grani con foglia ricurva a s. Tav. 1 Noe-Johnton, pl. 32-33, 419 L’esemplare, modellato sul tipo della t. femminile accompagnata dall’iscrizione Hygieia (n. 411; tav. 2), proviene dallo stesso conio di D/ dei nn. 415-16 e 418 ma appare rilavorato con l’intento – mal riuscito – di rimuovere la frattura visibile sul n. 418 al di sopra dell’orecchino (tav. 3). All'intervento di “manutenzione” si aggiunge l’apposizione della firma - piuttosto che come riportato da Noe e, seppur con qualche incertezza, da Stazio (A. Stazio, in EAA, 1958, s.v. Aristes) - realizzata con grafemi di dimensioni ridotte alla base del collo. Tale integrazione epigrafica risulta assente sugli esemplari tratti dallo stesso conio (nn. 415-16, 418, cl. V). Tav. 2 NAC 33, 2007, 26 Tav. 3 Gorny & Mosch Giessener Münzh., 142, 2005, 1101 (Noe 418) Indizi di rilavorazione di conio si riscontrano anche sul D/ del conio n. 421, dove la leggenda () viene reincisa - e parzialmente obliterata dall'aggiunta di una torcia - su una preesistente iscrizione |-OMONOIA, attestata sul n. 420 tratto dallo stesso conio di D/. L’assenza della firma non consente tuttavia di attribuire ad Aristosseno anche l’esecuzione del conio n. 421 che peraltro la Johnston colloca all'interno della classe VIII a causa degli incroci di R/ con il n. 446. 2) n. 422 (tav. 4) D/ Testa di Demetra adorna di serto d’ulivo (?), collana ed orecchino. Alla base del collo, . Bordo lineare. R/ META a d. Spiga a 7 grani con foglia ricurva a s. Tav. 4 Museum of Fine Arts, Boston (Brett, Greek Coins, MFA, n. 0113)
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