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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/08/23 in tutte le aree

  1. Il presente studio analizza le due piastre celebrative coniate a Napoli nel 1791 a nome di Ferdinando IV. Lo scritto - frutto di ricerche d'archivio - aggiorna quello del prof. Carlo Prota, pubblicato un secolo fa. Infatti, Prota fu il primo a studiare le predette monete avvalendosi delle carte dell'Archivio di Stato di Napoli e gettando così luce su questi affascinanti tondelli. In realtà, compulsando gli stessi documenti consultati dallo Studioso ed esaminandone altri, ho scoperto delle novità, nonché corretto alcuni periodi di carica degli ufficiali di zecca. Con questo contributo spero di soddisfare la conoscenza degli studiosi e collezionisti di monete napoletane. Buona lettura! Alessandro Giaccardi https://independent.academia.edu/AlessandroGiaccardi
    3 punti
  2. Faremo tutto il possibile per documentare adeguamente questa giornata che penso ricorderemo per molto tempo. Ci sarà un grande afflusso da tutte le parti d’Italia, anche estere, tanti giovani, siamo ben oltre la capienza stabilita, mi aspetto una festa, una grande kermesse in cui gli spettatori non ascolteranno solo ma saranno loro stessi protagonisti dell’evento !
    3 punti
  3. Aggiungo un altro esemplare di 3 grana del secondo tipo, assi alla francese, treccia in rilievo come taglio e data spaziata, per questo esemplare in buona conservazione. Si vede bene anche il punto di compasso sopra la A...il tipo di fogliame è come nell'esemplare di Rocco citato nell'ultimo post...7 foglie esterne a destra , 6 ciuffi a sinistra...graditi i pareri. Buona notte. Cristiano.
    3 punti
  4. Trovata!! Quel 3 ha chiarito ogni cosa 😄 https://en.numista.com/catalogue/pieces2807.html 50 groszy Polonia 1923
    2 punti
  5. Buonasera, intervengo brevemente solo a scopo di precisazione nei confronti di @carripotti22 e al fine di evitare imprecisioni. In ambiti numismatico esistono gli antoniniani (che equivalgono a 2 denari) ideati da Caracalla (da cui il nome, derivato da Antonino) e contraddistinti dalla presenza della corona radiata. Inizialmente in lega d'argento, consentivano all'emittente di risparmiare sul fino di metallo fino (in quanto un antoniniano non corrispondeva all'argento effettivamente presente in 2 denari). Nel tempo il tenore di metallo nobile calò progressivamente. Tutto ciò solo per tentare di dipanare (brevemente ed in estrema sintesi perchè il tema è molto più complesso) la confusione iniziale sul termine numismatico causata dal correttore automatico e per non generare incertezze o dubbi nell'utente. Buona serata Illyricum 😉
    2 punti
  6. Mario non hai idea di quanto sono rammaricato per non poter venir. Pazienza,daltronde "🎧chi non lavora,noooon faaa l' amooooreeee🎙️" Scherziamoci sù. Sarà.una giornata splendida e ricca di cultura storico-numismatica,non ho dubbi. Ospiti che vanno a risaltare quello che già ho detto e via dicendo..... Forza freccia del nord...e speriamo per Verona😊
    2 punti
  7. Avremo sabato tanti giovani, tanti, è’ l’aspetto tra i tanti che più di tutti ci inorgoglisce e ci fa piacere, alcuni di loro racconteranno agli altri e faranno da testimonial …e quindi venga molto volentieri sabato !
    2 punti
  8. Di questa tessera di beneficenza ne parla il Vandoni nella RIVISTA ITALIANA DI NUMISMATICA del 1955, penso che sia settecentesca.
    2 punti
  9. La seconda, portativa con foro di sospensione, molto bella e inusuale per una devozionale. Le righe chaire sono residui di doratura al mercurio, che fanno pensare ad essere molto antica, altezza 4 cm.
    2 punti
  10. Oggi Festa di S. CARLO BORROMEO, ho pensato di aggiungere due medaglie eccezzionali, mai pbblicate. La prima medagia con cornice e appiccagnolo, che impreziosisce il soggetto, S. CARLO E S. FILIPPO NERI
    2 punti
  11. Mi è sempre piaciuto parlare con gli appassionati di numismatica, credo che sia importante ascoltare, sentire le loro riflessioni, i pareri, il loro essere oggi collezionisti e studiosi di monete, certe sfumature, quelle importanti, le cogli solo col contatto diretto, umano. Era da tempo che non si vedeva al mercatino, capita, a volte vanno, a volte tornano, a volte hanno delle pause, come in tutte le cose della vita. Un giorno si ripresenta con in mano un ragazzino, sono tornato...., sono tornato grida, sembra felice, ho avuto il permesso di uscire questa mattina con mio nipote e dove lo porto ? Qui, naturalmente. Qui è come essere a casa mia, ci sono i miei ricordi, la mia passione, è bello ritornare, rivedere tutti e far vedere tutto questo al ragazzino. E' tenero col giovane, gli spiega, gli racconta, ascolto anche io, è tutto molto bello. Mi dice non sono riuscito con mio figlio a portarlo sulla strada della numismatica, ma certamente non si oppongono se ci provo ora con lui, forse mi viene data una ulteriore possibilità, una ricompensa parziale. Ci penso, forse è vero quello che dici, il salto di una generazione capita spesso e rivedendo quel visino, le premesse sono buone, molto buone. Chiedo al ragazzino se gli piacciono le monete, più che una risposta ottengo un sorriso, gli occhi luccicano, non ci sono dubbi gli occhi di un giovane non tradiscono e non mentono mai. E allora dico sei fortunato, non puoi lamentarti, ma il discorso scivola improvvisamente sul passato, sul collezionismo e si parla di lui, di altri. Con lui quando si parla di monete il discorso scivola sempre lì, a un sequestro subito anni fa, risoltosi poi con la restituzione di tutte le monete. Quando parla di quei momenti traspare allora l'amarezza, la tristezza, la sofferenza patita e che ritiene totalmente ingiustificata. Non ci sono dubbi tutto questo ha lasciato un segno profondo in lui, però poi la passione sopravvive, continua per fortuna, nonostante tutto. Mi sento quasi a disagio a riparlare di questo e cerco allora di toccare altri aspetti...., e pensare mi dice quanto abbiamo fatto e stiamo facendo, Giovanni che ha donato alcune sue monete, Piero ha pubblicato tutta la sua collezione che ora è praticamente a disposizione di tutti, Franco e Gino che continuano a dare le loro monete a noti addetti ai lavori per pubblicazioni varie, poi Marco che ha preparato quasi da solo la Mostra di.... con le sue monete catalogate, fotografate ed esposte, quanta passione ho visto, quanto amore da parte di tanti in questi anni eppure..... L'eppure gli rimane strozzato in gola, non lo abbandona più, eppure gli dico forse qualche colpa anche il collezionista l'ha avuta in passato, troppi silenzi, troppo rinchiudersi e non estrinsecare, il rimanere chiusi in Circoli locali o addirittura da soli, ora col Forum la voce, la vostra voce può uscire alta e chiara e tutti la possono leggere. Nel congedarmi mi dice, ricordatevi dei giovani, mi raccomando, lo rassicuro, i giovani sono sempre nei nostri pensieri e nel vedere il sorriso e gli occhi che luccicano del ragazzo mi rincuoro anch'io......., forza collezionista, forza studioso numismatico, fai sentire la tua voce e quanto di buono e virtuoso hai fatto e stai facendo, forza ! Mario
    1 punto
  12. Salve a tutti, mi sono imbattuto in questa moneta, identificata come un 2 cavalli Regno di Napoli 1529, in occasione della pace di Cambrai. La curiosità riguarda il dritto, che anziché riportare la dicitura PAX REGVM (presente sui cataloghi), riporta chiaramente PAX RVGVM (Pax Rugum). Non riesco a trovare riferimenti a questa possibile variante, qualcuno ha notizie in merito? Grazie.
    1 punto
  13. Un esemplare di didrammo da Napoli, con al diritto testa di ninfa ed al rovescio toro con testa di uomo, incoronato da Nike in volo . Contraddittoria la didascalia che descrive dietro al collo della ninfa un grappolo, dove in immagine appare una figuretta femminile . Sarà il 21 Novembre in vendita Noble 134 al n. 3482 .
    1 punto
  14. Risolto il mistero del “continente perduto”: ecco dove si trova e perché non riuscivamo a vederlo I resti di Argolandia, il continente che si pensava fosse scomparso senza lasciare traccia, erano nascosti sotto le giungle di gran parte dell’Indonesia e del Myanmar. Il mistero di Argolandia, il continente perduto, apparentemente scomparso 155 milioni di anni fa, sarebbe stato finalmente risolto: gli scienziati hanno trovato le prove di questa antica massa continentale nel Sud-est asiatico e hanno ricostruito la sua storia, scoprendo perché non riuscivamo a trovarlo. Rispetto a un altro famoso continente perduto, la Grande Adria, che sprofondò nel mantello terrestre, con l’unica parte rimasta che diede vita a catene montuose come Alpi e Appennini, il continente perduto di Argolandia non ha lasciato tracce sotto forma di strati rocciosi. “Sapevamo che doveva essere da qualche parte a nord dell’Australia, quindi ci aspettavamo di trovarlo nel Sud-est asiatico” ha affermato Eldert Advokaat, ricercatore presso il Dipartimento di Scienze della Terra della Università di Utrecht, nei Paesi Bassi, e autore principale dello studio appena pubblicato sulla rivista Gondwana Research. Da tempo, i geologi sospettavano che Argolandia fosse una massa continentale che circa 155 milioni di anni si staccò dall’Australia occidentale, andando alla deriva. Quando però Advokaat e i suoi colleghi hanno provato a ricostruire il suo viaggio oceanico, si sono trovati letteralmente a che fare con “isole di informazioni, motivo per cui la nostra ricerca ha richiesto così tanto tempo”. Gli studiosi hanno infatti impiegato circa sette anni per ricostruire la storia di Argolandia. “La situazione del Sud-est asiatico è molto diversa da luoghi come l’Africa e il Sud America, dove il continente si è nettamente diviso in due pezzi – ha aggiunto Advokaat -. Argolandia si è divisa in molti frammenti diversi. E ciò ha ostacolato la nostra visione del viaggio del continente”. Questo finché gli studiosi non si sono resi conto che i frammenti di Argolandia sono arrivati nella posizione attuale più o meno nello stesso periodo, il che ha chiarito come una volta fossero collegati insieme. “I frammenti formano un collage – ha precisato Advokaat – . Argolandia era nascosta sotto le verdi giungle di gran parte dell’Indonesia e del Myanmar”. Argolandia non era un continente ma un Argopelago Il principale motivo per cui non trovavamo Argolandia risiede nel fatto che questa massa continentale non è mai stata un unico continente chiaramente delineato: era, piuttosto, quello che gli studiosi hanno definito come un “Argopelago”, un arcipelago di frammenti separati da bacini oceanici più antichi. Secondo i calcoli di Advokaat e colleghi, la frammentazione di Argolandia sarebbe iniziata molto prima del suo distacco, circa 300 milioni di anni fa, subendo un’accelerazione intorno a 215 milioni di anni fa, quando il continente si è disgregato in frammenti sottili. Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori hanno condotto un lavoro sul campo su diverse isole, tra cui Sumatra, Isole Andamane, Borneo, Sulawesi e Timor, per testare i loro modelli e determinare l’età dei principali strati rocciosi. La ricostruzione parziale della deriva di Argolandia, da quando la sua disgregazione accelerò, è mostrata nella seguente immagine. Come detto, nei frammenti dell’antico continente, gli studiosi hanno trovato i resti di piccoli oceani risalenti a circa 200 milioni di anni fa. Questi si sarebbero formati quando le forze tettoniche hanno allungato e spaccato l’Argolandia, prima che la massa continentale si staccasse dall’Australia occidentale, andando alla deriva verso nord-ovest e lasciando dietro di sé un bacino nascosto nelle profondità dell’oceano Indiano, noto come Pianura abissale di Argo. È stata proprio questa caratteristica sottomarina a dare il nome a quella che si pensava fosse una massa continentale apparentemente scomparsa. “La struttura del fondale marino ha rivelato che la massa deve essersi spostata verso nord-ovest, finendo dove oggi si trovano le isole del Sud-est asiatico” hanno evidenziato gli studiosi. Quella massa non era però un vero e proprio continente, ma “i resti di piccoli frammenti continentali circondati da bacini oceanici molto più antichi https://www.fanpage.it/innovazione/scienze/risolto-il-mistero-del-continente-perduto-ecco-dove-si-trova-e-perche-non-riuscivamo-a-trovarlo/
    1 punto
  15. Ieri sera, curiosando su YouTube, mi sono imbattuto in questo simpatico video in cui il mitico zio Paperone spiega ai propri nipotini come poter far fruttare i loro risparmi. Il video è in inglese ma fortunatamente è sottotitolato in italiano. Ho apprezzato in particolare la parte in cui spiega la necessità dei popoli antichi d'introdurre un sistema per regolamentare i loro scambi, dato che il semplice baratto non era più sufficiente.
    1 punto
  16. Lo faccio io. Ditemi cosa rettificare. Grazie.
    1 punto
  17. Questa discussione potrebbe essere di aiuto a comprendere questa monetazione particolare. Ciao. Stilicho
    1 punto
  18. C'era anche un'aquila con le maniglie, se proprio lo vuoi sapere!!! 👹
    1 punto
  19. Ti ha aiutato la posizione del 3 allora è o non è una moneta comunissima? 1923-2023 100 anni esatti! E si che l'avevi scritto 1923 ! andavi proprio di fretta! Un'aquila con le.... corna!!!
    1 punto
  20. @Adelchi66 non me lo aspettavo da te: adesso fai del body shaming ? Se erano dei Celti di bassa statura ?
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  21. 1 punto
  22. Dovrebbe rientrare in queste emissioni: Guarda questo link: Last Civic Coinages of the Roman Empire (tesorillo.com) Ciao. Stilicho
    1 punto
  23. Postate se possibile qualche foto anche qui👍 Saluti a tutti. Raffaele.
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  24. Per il periodo dovresti leggere il link che ha postato l' ottimo @gennydbmoney.
    1 punto
  25. Si il correttore automatico sorry😅
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  26. Salve. C’è un dato da aggiungere all’argomento iniziale sulla scrittura delle dimensioni e dei dati ponderali di una moneta, riguardo al quale ho scritto: È evidente che “10 mm” o “mm 10” dà a chi legge la stessa informazione sulle dimensioni della moneta, ma il punto è sull’opportunità o meno di seguire le regole stabilite dalla comunità scientifica nella scrittura delle proprietà fisiche delle monete se la Numismatica è considerata una scienza. Secondo Vel Saties: Non esiste una standardizzazione in quanto le regole editoriali variano e poi, diciamocelo, preporre o post porre l’indicazione dell’unità di misura non cambia assolutamente nulla. La mia considerazione è stata che: Le norme editoriali, variabili da rivista a rivista, non possono coinvolgere anche l’espressione delle misure regolamentate da un Sistema Internazionale di Unità di Misura che non lascia spazio a divagazioni dettate da opinioni o gusti personali. Ma non è tutto. Per il decreto completo v. https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1982/11/03/082U0802/sg Regole di scrittura delle unità di misura. Per indicare le unità di misura legali si devono usare esclusivamente le denominazioni, le definizioni e i simboli previsti dal DPR 802/82. Riportiamo qui le regole di scrittura più importanti. • Le denominazioni delle unità di misura vanno sempre scritte in carattere minuscolo, prive di accenti o altri segni grafici. • Le denominazioni delle unità hanno solo singolare. • I simboli delle unità di misura vanno scritti esattamente come prevede il DPR 802/82 cioè con l'iniziale minuscola, tranne quelli derivanti da nomi propri. • I simboli, in quanto simboli e non abbreviazioni, non devono essere seguiti dal punto (salvo che si trovino a fine periodo). • Dovendo indicare un quantitativo si scrive prima il valore numerico e poi il simbolo dell'unità di misura. Es. 10 grammi > 10 g 10 gr 10 g. g 10 gr 10 (errate iscrizioni) 10 kilogrammi > 10 kg 10 Kg 10kgr 10kg. Kg 10 (errate iscrizioni) Non seguire la precisa normativa del D.P.R. 12 agosto 1982, n. 802 e successive modifiche e integrazioni che, recependo le disposizioni dell’Unione Europea in materia, specifica quali siano le unità di misura legali, nonché i relativi simboli da utilizzare per esprimere grandezze, può comportare una multa come è capitato a un commerciante di Vicenza. Il motivo è per aver indicato in fattura il peso della merce abbreviando grammi in “gr.” invece della corretta abbreviazione di grammo “g” (minuscolo e senza il punto), l’unica utilizzabile. Notare che “gr” senza punto è il simbolo di “grano”, unità di misura di massa molto usata nei paesi anglosassoni equivalente a ca. 64,8 mg. apollonia
    1 punto
  27. A me è arrivata il 17 ottobre a un mio amico l'ordine da qualche giorno risulta in allestimento, pertanto credo che a giorni arriva anche a lui,un po' di pazienza e arriva a tutti.
    1 punto
  28. Premetto di averla presa perché mi piace ... visto lo scarso valore economico che oggi giorno hanno le 1000 lire del 1978 in argento (unica moneta raffigurante GPII, tiratura di ben 180k pezzi), mi viene da pensare che il valore economico nel futuro della moneta in argomento potrebbe essere determinato più che dall'aspetto storico dalla tiratura.
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  29. Ho due centesimi, la cosa interessante è che il ritratto dell'imperatore è diverso.
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  30. Non sembrerebbero numeri, ma non ne sono sicuro, ho visto che, tralasciando i punti, si intravedono dei rilievi a forma di C o mezze lune. La moneta non è questo falus del Marocco che ho estrapolato dal krause, ho solo notato che qualcosa di similare li menziona come simboli ( CCC ). Si può magari utilizzare come indizio.
    1 punto
  31. Gli archeologi portano alla luce un villaggio medievale, inghiottito dal bosco. Trovano 2000 oggetti, tra i quali monete d’argento. Individuato anche il castello Gli archeologi in Germania hanno effettuato una scoperta straordinaria, riportando alla luce i resti di un villaggio medievale che fu abbandonato intorno alla fine del XV secolo. Questo affascinante sito archeologico è situato vicino alla città di Harzgerode, nella parte centrale del paese, ed è oggetto di un’importante ricerca condotta dalla collaborazione tra l’Ufficio statale per la gestione del patrimonio e l’archeologia della Sassonia-Anhalt e l’Università di Göttingen. Immagine scattata dal drone nel bosco. E’ visibile lo scavo che seziona il bastione e il fossato. @ Foto di R. Kunze, Ufficio statale per la conservazione del patrimonio e l’archeologia della Sassonia-Anhalt Le ricerche su questo villaggio perduto nel tempo sono iniziate lo scorso anno e continuano a rivelare segreti affascinanti del passato. Nel 2023, la squadra di scavi è stata composta da due archeologi, nove studenti dell’Università di Göttingen e sette volontari, che hanno lavorato in quattro sezioni di scavo, per un’area totale di circa 50 metri quadrati. Uno degli aspetti più interessanti degli scavi è la scoperta di una grande trincea che attraversa il fossato del castello e il suo bastione antistante, creando un profilo lungo oltre 12 metri. Questo fossato, scavato a circa 2 metri di profondità nella roccia ardesia preesistente, rivela la maestosità del castello che fu parte di questo villaggio sepolto. Lo scavo nella zona del bastione e del fossato. @ Foto di A. Swieder, Ufficio statale per la conservazione del patrimonio e l’archeologia della Sassonia-Anhalt L’eccezionale area archeologica ha rivelato ben oltre 2.000 reperti, nonostante l’area finora scavata sia esigua. Tra questi reperti si annoverano dardi di balestra in ferro, frammenti di ferri di cavallo, chiodi di ferro, tegole smaltate e non smaltate, tegole in ardesia, numerosi frammenti di ceramica, monete d’argento. La maggior parte dei reperti risale ai secoli dal XIII al XIV. È importante sottolineare che la regione ospita quasi 200 villaggi medievali abbandonati, conosciuti grazie a reperti superficiali, mappe storiche o identificabili in modelli digitali del terreno. Tuttavia, solo pochi di questi siti sono stati oggetto di approfondite ricerche archeologiche, lasciando molte domande aperte sulla loro funzione economica e il loro contesto storico. Il “villaggio a schiera” scoperto si estende su entrambi i lati di una piccola valle di ruscello ed è costituito da appezzamenti agricoli disposti in maniera regolare. Alcuni di questi appezzamenti presentano fosse libere nella zona anteriore rivolta verso il ruscello. Nell’area del villaggio, più precisamente nella parte nord-orientale, si trova un piccolo fortilizio ovale di circa 45 x 60 metri. Questo fortilizio era un castello appartenente alla nobiltà locale. Secondo gli studi di storia locale, il sito era noto a partire dal 1216 e sarebbe caduto in disuso al più tardi tra il 1488 e il 1562. L’eccezionale conservazione del sito consente una facile identificazione di reperti e l’ambiente umido del luogo, dovuto alla sua posizione vicino al torrente, suggerisce la presenza di materiali organici ben conservati. La presenza di creste e solchi circostanti e di eventuali hortisuoli (terreni da giardino intensamente utilizzati) attesta l’attività agricola. La coesistenza di una struttura di insediamento rurale e di un castello di una nobiltà locale offre un punto di partenza promettente per ulteriori indagini archeologiche. Nel corso delle ricerche effettuate nell’autunno del 2022, sono state aperte cinque trincee di scavo, documentando parti delle fortificazioni esterne e i resti delle fondamenta dell’edificio. Durante questi scavi, sono stati rinvenuti migliaia di reperti, tra cui tegole in ardesia e tegole smaltate di colore verde, particolarmente rari in contesti rurali. L’importante scoperta di questo villaggio medievale e del suo castello fornisce un’opportunità straordinaria per svelare ulteriori dettagli sulla vita quotidiana e sulla storia di questa comunità un tempo prospera. La ricerca archeologica in corso continua a rivelare segreti del passato e getta nuova luce sulla storia della regione. https://stilearte.it/gli-archeologi-portano-alla-luce-un-villaggio-medievale-inghiottito-dal-bosco-trovano-2000-oggetti-tra-i-quali-monete-dargento-individuato-anche-il-castello/
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  32. E neppure io Si scherza... al meno per dare un senso a quello che un senso non lo ha....
    1 punto
  33. Probabilmente questo sesterzio, VIRTVS al rovescio http://numismatics.org/ocre/id/ric.3.m_aur.1249
    1 punto
  34. discussione alquanto surreale, non ha senso criticare l'operato dei commercianti semplicemente perché se i prezzi di vendita fossero davvero più alti del dovuto.. allora sarebbe il mercato stesso a penalizzarli con poche vendite.. un commerciante professionista sa perfettamente nel settore numismatico di sua competenza i prezzi a cui comprare una moneta e i prezzi a cui il mercato è disposto poi a pagargliela.. se manca questa competenza è destinato a chiudere... i rivenditori, se sono ancora li a vendere dopo tanti anni, vuol dire anche che si sono meritati la fiducia dei clienti anche riguardo ai prezzi
    1 punto
  35. Buonasera a tutti qualche giorno fa ho acquistato questa monetina, dubitativamente attribuita alla seconda Repubblica Ambrosiana. In effetti, considerato anche il precario stato di conservazione della moneta, il tipo al diritto richiama molto la testina di S. Ambrogio del denaro emesso dalla Repubblica Ambrosiana tra il 1447 ed il 1450. Quello che faceva venire qualche dubbio era la forma della croce rappresentata al rovescio, non corrispondente alla classica croce fogliata presente sulla moneta milanese. Da un esame più attento della leggenda al diritto, mi è sembrato di leggere la lettera S, in basso, proprio sotto la testina. Allora sono andato a riprendere la sezione del MIR - zecche minori della Lombardia nella sezione dedicata a Pavia, dove ho potuto verificare la sostanziale corrispondenza dell'iconografia e delle parti residue della leggenda con quelle riportate ai numeri 863 e 864, rispettivamente corrispondenti alle due tipologie di denaro imperiale coniati tra il 1447 ed il 1464, durante il governo di Francesco Sforza, dapprima come conte e poi come duca. Dalla verifica del rovescio, la presenza della croce gigliata ha consentito l'attribuzione al periodo 1450-1464, quando Francesco Sforza venne riconosciuto come legittimo duca di Milano. Restava però un problema da sciogliere per quello che restava della leggenda, in quanto le lettere riconoscibili con corrispondono a quanto riportato dal MIR. Alla fine, il problema sembra essere stato risolto attraverso la consultazione del volume 4 del caro vecchio CNI, dedicato alle zecche minore della Lombardia. Tra gli esemplari di denaro imperiale emessi dalla zecca di Pavia per Francesco Sforza come duca di Milano, quello censito al n. 23 riporta la leggenda + FS DVX MLI ANGLQ AC CD, sostanzialmente corrispondente alle lettere residue del mio esemplare + (FS) DVX M(LI) ANGLQ (AC) C(D). A questo punto mi ritengo soddisfatto due volte: la prima per essere riuscito ad identificare la moneta, la seconda perché mi sembra piuttosto rara. Certo, lo stato di conservazione non è dei migliori, ma rimane sempre un bel pezzettino di storia. Vorrei sapere se siete d'accordo con la mia identificazione. Le leggende delle primi due immagini sono state rozzamente integrate con la mia ricostruzione. Mi scuso per la scarsa qualità delle foto, che non aiutano a migliorare la leggibilità dell'esemplare. Grazie
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  36. Buon CompleOnno! Di pure quello che vuoi: per me sono e rimangono corna! =========== Questa è una spada?
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  37. @scacchi: Come dici tu si tratta di 1/4 di siliqua ostrogota emessa da Witige (c'è chi dice Amalasunta) probabilmente a Ravenna A nome di Giustiniano I (Metlich 64) o Anastasio I (Metlich 65) non riesco a leggerlo perfettamente anche se propendo per Giustiniano. Il monogramma è quello di Teodorico. C piccolina in basso, S piccolina in alto (la lettera che non leggi). Per quanto riguarda il ritratto non direi sia giovanile in quanto all'epoca i ritratti fisionomici si contano su poche dita di una mano . Invece direi un ritratto idealizzato, senza tempo, figlio e nell'alveo della ritrattistica postcostantiniana Guarda anche qui:
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  38. io ho la moglie medico e faccio quello che mi ordina 😇
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  39. 1 punto
  40. E non ci arrenderemo! Ma mi sembra che le cose stiano cambiando un pò, anche grazie allo strumento indispensabile del RPC in linea per diffondere presso gli amatori di monete antiche questa monetazione ricchissima. Scelta saggia @gpittini e davvero originale. Esiste già un rovescio simile ai tempi di Adriano, ma credo che questo carro che trasporta il betilo di Astarte esista soltanto a Sidone. (Da non confondere con il betilo del dio El-Gabal di Emesa e trasferito a Roma.) Sotto Elagabalo viene aggiunta la dimensione cosmica del culto di Astarte, ad esempio su questo rovescio di Julia Paula con il carro circondato dalla « ruota dello zodiaco » (Coll. ANS) https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coins/6/8456
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  41. Con questo studio - basata sulle carte d'archivio - rendo giustizia (dopo il Prota e il Pannuti) a un maestro delle prove dimenticato: Giuseppe Mannara. Tale figura è stata incomprensibilmente trascurata dalla letteratura per sessantanni, manuali e cataloghi compresi. Grazie ai documenti sono riuscito a stabilire il periodo di carica del suddetto maestro e a correggere le date di altri ufficiali di zecca, come il maestro di zecca Antonio Planelli. Auspico che la mia fatica possa gettare luce su un periodo ancora tutto da scoprire.
    1 punto
  42. Ma ve lo ricordate che il prezzo finale non lo fa la casa d’aste ma l’hanno fatto gli offerenti? Vuol dire che c’erano più persone che lo hanno visto e lo hanno capito meglio di voi , e hanno offerto di conseguenza… l’avessi visto da rauch, state tranquilli che adesso lo avrei in stock al prezzo adeguato alla qualità.
    1 punto
  43. Immagino tu voglia sapere perché si debba sottoporre una moneta a questa spettroscopia XRF. La risposta è semplice: rende possibile scandagliare l'oggetto per conoscerne la composizione e fugare molti dubbi sull'autenticità senza danneggiare l'esemplare. Il Marengo in oggetto aveva sollevato tali dubbi poiché presentava alcuni dati sospetti. Ad es. presentava uno spessore non uniforme, per alcune pesate (con bilance di precisione diverse e periti diversi) risultava avere un peso in eccesso oltre il range consentito e questo richiamava la possibilità che avesse un'anima in platino (la data rientrava in quelle di cui si aveva notizia di contraffazione rara per i Marenghi italiani, ma frequente nei Marenghi francesi di questo periodo storico con cui Napoleone III cercava di risparmiare sull'oro in quanto il platino, all'epoca costava un terzo del metallo giallo). Mostrato a Verona, il gotha dei periti presenti s'era equamente diviso a metà tra chi lo riteneva autentico e chi no. La moneta, come potete vedere, aveva superato l'esame posta in un'asta Negrini ed ora è periziata Varesi che ne ha confermato l'autenticità grazie anche alla spettrografia di fluorescenza ai raggi x. Insomma, il metodo è un valido mezzo per verificare l'autenticità di una moneta. Ovviamente dato il costo, è applicabile soprattutto in presenza di monete rare e costose (non certo per questo Marengo che ha goduto dell'esame solo perché è finito al centro di una discussione fra numerosi esperti).
    1 punto
  44. Questa è un marchio apposto dall'artigiano che ha eseguito la montatura (poi rimossa) della moneta; un amico collezionista ne aveva diverse, ancora con la montatura integra, a volte anche il rosario su cui la moneta era divenuta "medaglione". Ciao, RCAMIL.
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  45. Nel periodo immediatamente seguente alla monetazione incusa , Metaponto produce un ristretto gruppo di piuttosto rare monete a doppio rilievo con al rovescio immagini a figura umana . Al diritto permane ancora la spiga con etnico , di chiara derivazione dai tipi incusi . Al rovescio compaiono immagini a figura intera di Apollo ed Eracle ed una terza figura a corpo umano con testa di toro, che la leggenda nel campo consente di attribuire alla divinità fluviale Acheloo . A breve , la successiva , cospicua monetazione di Metaponto , prenderà il diffuso tipo con teste al diritto mentre la spiga migrerà ai rovesci . Unisco le immagini dei soli tipi che ho saputo trovare , sperando che altri utenti possano aggiungere ulteriori immagini .
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