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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/09/23 in tutte le aree
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Buonasera a tutta la Sezione. Come promesso, condivido un altro rarissimo esemplare di GRTIA Conio del dritto diverso dagli altri quattro ? Cosa ne pensate. Un caro saluto a tutti.6 punti
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Bellissima. A parte la frattura comune in qs monete direi che tipi e leggende hanno una splendida definizione. interessante la forma RIX alternativa a REX che a parere mio la dice lunga sulla pronuncia dell’epoca. la moneta è a nome di Anastasio morto, in realtà da un botto di tempo. L’imperatore in carica era Giustiniano. Durante il periodo della guerra gotica, i nominali emessi a nome dell’autorità bizantina, non lo sono più in nome dell’imperatore regnante (ovvero Giustiniano, con cui era in atto il conflitto), ma a nome di Anastasio, colui che legittimò il governo ostrogoto in Italia.5 punti
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Buongiorno a tutti, ecco la mia ultima acquisizione, purtroppo la moneta è in parte spezzata, come spesso accade per questa tipologia(ed è per questo che me la sono cavata con "poco" ) ma a parte questo il ritratto secondo me è molto bello! Spero vi piaccia, se aveste qualche informazione in più sarò felice di leggerla!4 punti
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Quando preparavo il libro sulla monetazione romana della zecca di Aquileia, ho frequentato molto la città. Andavo a visitare il museo archeologico e quello cristiano, camminavo per le strade, guardavo i resti della città antica, mi soffermavo ad annusare i profumi, mi sedevo in pasticceria davanti alla Basilica e mi gustavo un pasticcino ammirando il paesaggio. Avevo bisogno di entrare in simbiosi con il territorio, con la città e la sua gente. Mi fa piacere che la riscoperta dell'antica Aquileia continua... Era ed è una città meravigliosa. Arka Diligite iustitiam4 punti
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la cosa è molto probabile, monete come queste si trovano tranquillamente in contesti di V secolo avanzato e saltuariamente anche molto oltre.... VI secolo senza dubbio la moneta già così rientra tranquillamente in una media di metà V secolo, ma senza focalizzarsi troppo sul peso, la si può trovare anche oltre questa data le monete ridotte e ritagliate si trovano mischiate a successive praticamente sempre.... Asolati ha scritto e sta scrivendo molto su questo... ma non solo lui4 punti
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Le monete in argento di questa epoca "buia" per il Latino sono spesso soggette alla cosi detta "cristallizzazione" dell' argento , che in effetti non e' l' argento a cristallizzare , bensi il rame in esso contenuto . Questo processo naturale all' interno delle monete con medio-bassa percentuale di argento si verifica anche tenendola a lungo in mano , oppure con sbalzi improvvisi di temperatura che provoca uno spostamento degli atomi del rame verso la superficie esterna della moneta , questo spostamento lascia degli spazi vuoti dentro la moneta che la rende cosi fragile e soggetta a rompersi , spezzarsi .3 punti
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Mentre ringrazio Gianpietro e tutta Bergamo, e anche tanti Circoli, Nip, AISN che parteciperanno con loro rappresentanti, partono i preparativi puramente pratici e materiali per Milano Numismatica, indubbiamente gravosi e non commensurabili a un semplice Verona …la foto è’ eloquente di quanto pesi la cultura e la divulgazione 😁 ma anche di quanto possa incidere la passione, a sabato ore 9,30 puntuali in particolare i relatori !3 punti
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Mentre il personale della sicurezza ti porta via quando cerchi d'entrare, tu prova a dire che ti mando io, magari ti ascoltano e mi vengono a chiamare prima di riempirti di legnate e gettarti nel cortile sul retro...3 punti
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Seguita tutto il pomeriggio. Ori Savoia antichi alle stelle, grazie alla presenza di grandi rarità, addirittura in un paio di casi mai visti da me in asta. E poi verso sera il rammarico di non essere stato in sala perché il 5 lire 1901 in qFDC è andato via alla base! Non me lo perdonerò mai di essermelo fatto sfuggire. E comunque dato che il mercato è sovrano, in questa caduta verticale dei prezzi di aggiudicazione di questa moneta c’è qualcosa che mi sfugge…. ###### da @Oppiano La discussione parte dal lotto 1185 dell’asta Cambi-Crippa 8-9/11/2023 di cui allego foto e descrizione con base di euro 38.000 e idem prezzo di aggiudicazione: REGNO D'ITALIA. VITTORIO EMANUELE III DI SAVOIA, 1900-1946., 5 Lire 1901. Testa nuda a d. R/ Aquila araldica coronata e spiegata a sinistra, caricata al centro dello scudo Savoia. MIR 1134a. Gig. 70. Estremamente rara. g. 24,94. Diam. mm. 37,11. Arg. Lievissima pulizia, fondi speculari. q.FDC È questa la prima moneta con l’effigie del nuovo sovrano, Vittorio Emanuele III, salito al trono il 29 luglio 1900. I disegni e l’esecuzione dei conii furono affidati all’incisore-capo della zecca di Roma, Filippo Speranza, già autore delle monete di Umberto I; tuttavia Vittorio Emanuele III, appassionato cultore e collezionista di numismatica, volle intervenire personalmente nella scelta del soggetto da inserire sulle sue monete, preferendo la raffigurazione dell’aquila ad ali spiegate alla tradizionale croce sabauda presente sulle monete dei suoi predecessori. I conii di questo 5 lire servirono poi per ricavare quelli delle monete di diametro inferiore. Ai primi di marzo 1901 furono preparati dieci pezzi-campione, che vennero consegnati al re e alla regina, oltre che al ministro, al sottosegretario e ad altri importanti funzionari della Direzione Generale del Ministero del Tesoro: con l’approvazione dell’11 marzo venne data disposizione al direttore della zecca di procedere alla battitura della moneta. L’emissione del 5 lire datato 1901 ebbe tuttavia vita molto breve, come peraltro leggiamo anche nel Corpus Nummorum Italicorum (vol.I, Roma 1910, p.488):” Di questo scudo si coniarono alcuni esemplari, ma non si poté fare una coniazione regolare in causa degli obblighi della Convenzione Internazionale”. Infatti, fin dal 1878, per le nazioni facenti parte dell’Unione Monetaria Latina, tra cui vi era l’Italia, si era deciso di sospendere fino a nuovo ordine la battitura di monete da 5 lire o di analogo valore in argento, allo scopo di proteggere la moneta d’oro dalle conseguenze del ribasso del prezzo dell’argento. Tuttavia, nel 1898 la Francia aveva ignorato tale disposizione e aveva emesso il 5 franchi con i conii del Roty: in quell’occasione l’Italia si era però opposta, obbligando la Francia al ritiro della sua nuova moneta. Pertanto, nel 1901, all’uscita di questo pezzo, fu la Francia ad avanzare le sue rimostranze: già nel mese di luglio l’Italia fu costretta a ritirare i pezzi da 5 lire emessi e solo un centinaio di essi fu salvato dalla fusione. Estimate: EUR 38000 - 420002 punti
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Non sono un esperto di questo tipo di monete. Ma ho l'impressione che, con le dimensioni segnalate, sono in presenza di una replica. Se è così, forse qualcuno mi può indicare un altro esemplare-replica dello stesso tipo? Grazie dell'attenzione. Giulio De Florio2 punti
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Recentemente ho acquistato la moneta repubblicana in foto , un Quadrante Cr. 84/6 , non in eccellente conservazione ma attratto principalmente da quel monogramma posto davanti la prua di nave al quale si attribuisce il nome di ROMA appunto in monogramma RMA con un cerchietto sopra la A , a completare la O mancante di ROMA , anticipando , credo , di parecchi secoli l' uso dei monogrammi a partire dal V / VI secolo , rendendo questa limitata serie di monete di grande interesse . L’ acquisto di un esemplare di questa particolare serie di monete e’ derivato principalmente dalla curiosita’ di cercare di capire per quale motivo venne rappresentato il nome ROMA per due volte , uno completo in alto sopra la prua e uno in monogramma davanti la stessa . La serie di queste monete , nella quale mancherebbero il Triente e la Semoncia , viene attribuita come emissione ad una incerta o sconosciuta zecca del Sud- Est d’ Italia , cioe’ come ad esempio la L sta per la zecca di Lucer(i)a , cosi’ il monogramma ROMA starebbe ad una zecca del Sud Italia , limitrofa a Lucer(i)a o da essa piu’ lontana . Per quante ricerche abbia fatto non ho trovato nessuna zecca di antica citta’ del Sud-Est d’ Italia od anche del Sud-Ovest , che iniziasse con R e terminasse con A , ed allora mi sono riposto la domanda : perche’ nel conio venne ripetuto per due volte ROMA ? Ammesso che il monogramma indichi la citta’ o zecca di ROMA ? Se questa seconda domanda indicasse veramente la zecca di ROMA , sarebbe il primo ed unico caso , relativamente al periodo repubblicano e ai primi due secoli e mezzo imperiali , di una antica moneta romana recante la sigla di emissione della zecca di Roma . Sara' cosi' ? dai dati ufficiali sembrerebbe di no , e' sigla di zecca del Sud-Est d' Italia . Non del tutto convinto del significato di questo monogramma ho continuato nelle mie ricerche ed ho trovato che nell’ antica Roma e’ esistita una , per me sconosciuta , Gens Romania , nota esclusivamente da una grandissima quantita’ di personagggi e di epigrafi sopravvissute a partire circa dalla fine della Repubblica fino all’ eta’ imperiale intorno e forse passato il 300 d.C. . Questa Gens pare che non abbia dato a Roma uomini politicamente importanti , questo pero’ potrebbe dipendere dalla perdita di tanti testi antichi . Queste alcune notizie della Famiglia : “La gens Romania era un' oscura famiglia plebea dell' antica Roma . Nessun membro di questaGens appare nella storia , ma molti sono noti dalle iscrizioni . Il Nomen Romanius appartiene ad una grande classe di gentilizi formata da cognomi che terminano con il suffisso -anus , tipicamente derivato da toponimi . Probabilmente alcuni dei Romanii in base ad alcuni Prenomen potrebbero essere di discendenza osca . In epoca imperiale , i Romanii usavano un certo numero di cognomi , ma tutti sembrano essere stati cognomina personali e i Romanii non sembrano essere stati divisi in famiglie distinte” La Famiglia Romani o De Romani , esiste ancora oggi , naturalmente senza alcuni legami con l’ antica . Un componente ben conosciuto della Famiglia di cui e’ conservata la lapide , fu Caio Romanio Capito, un Equites nativo di Celeia , era un soldato di cavalleria , sepolto in una tomba risalente alla seconda metà del I secolo d.C. a Mogontiacum in Germania Superiore , morto all' età di quarant' anni dopo aver prestato servizio per diciannove anni . Questa Gens forse non raggiunse importanti cariche pubbliche , pero’ fu certamente molto nota , il lungo elenco di suoi componenti e le tantissime epigrafi arrivate fino a noi confermano la loro grande diffusione nel territorio romano . https://en.wikipedia.org/wiki/Romania_gens Sarebbe interessante capire se il monogramma della moneta repubblicana in articolo appartenesse a qualche sconosciuto componente di questa Gens che raggiunse almeno la magistratura monetaria , oppure se il monogramma non sia semplicemente un non noto simbolo di qualche sconosciuta zecca del Sud Italia come i dati ufficiali confermano . In foto la moneta trattata nell’ articolo Lapide originaria del cavaliere romano Caio Romanio Capito , Lapide di un’ altro Romanio conservata in copia a Bonn , l’ antica Bonna , personaggio che avendo in mano un rotolo sembra avere ricoperto qualche carica pubblica . Altra lapide di un Romanio di Lambesi in Numidia (Algeria) Ultima lapide elencata sopra2 punti
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https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://www.bancaditalia.it/servizi-cittadino/musei-collezioni/museo-banconota/emissioni/index.html&ved=2ahUKEwiwob3exreCAxXlQvEDHfZFCzYQFnoECBYQAQ&usg=AOvVaw1GBnMgdpCDInwWGssX9wOq Vai al termine della pagina troverai tutte le leggi e i Decreti dal 1854 al 1997.2 punti
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Io ero dubbio di quella.. Vi metto a parer mio il miglior esemplare visto su aste, costava 20 cucuzze se non ricordo male in Svizzera anni fa.. Capolavoro..2 punti
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rispondo a entrambi... @Vel Saties @Stilicho 1 è ritagliata perchè al dritto si vede il cerchio intorno alla legenda che ci permette di capire la dimensione del conio... manca tutto il busto e manca la legenda a sinistra è plausibilmente una securitas per il tipo di disegno della vittoria, e soprattutto perchè è evidentemente orientale. poi... al dritto per me è Valente...prima della S non c'è alcuna lettera poi...posso sbagliarmi, ma tipo questa, a prescindere dalla zecca effettiva2 punti
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non capisco perché se dei tombaroli che scavano in italia vengono scoperti bisogna ridare le monete alla grecia anche se sono monete greche provenienti da scavi illegali fatti in territori italiani.2 punti
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Riguardo al bronzo d’apertura della discussione, questo esemplare della Roma Numismatics E-Sale 110 ha una lunga didascalia che riporto in italiano. ROMAN IMPERIAL Anonymous Æ Nummus. Alexandria, time of Maximinus II, AD 310-313. DEO SANCTO SARAPIDI, draped bust of Serapis to right, wearing modius / DEO SANCTO NILO, Nilus reclining to left, holding reed and cornucopiae; behind, hippopotamus; A in left field, ALE in exergue. van Heesch 6b (unlisted with this officina); Vagi 3384; CNG E-468, 577 (hammer: USD 600); Leu 10, 2371 (hammer: CHF 800). 1.31g, 16mm, 12h. Good Very Fine; excellent for the type. Very Rare. Base d’asta: 120 EUR. Valutazione: 200 EUR. Risultato: 550 EUR. Questo tipo è stato spesso attribuito alla monetazione della Festa di Iside battuta nel IV secolo. Sebbene András Alföldi non abbia incluso questo tipo nel suo catalogo della monetazione della Festa di Iside (1937), esso è stato incluso nelle tavole. J. van Heesch (The Last Civic Coinages and the Religious Policy of Maximinus Daza, The Numismatic Chronicle 153, 1993) ha sostenuto in modo convincente che questa moneta appartiene a un gruppo di monete di piccolo taglio in bronzo battute ad Alessandria d'Egitto dalla fine del 311 alla fine del 312. Le monete furono emesse sotto l'autorità civica e raffiguravano divinità specifiche dell'area, il che è particolarmente significativo perché l'ultima emissione civica era stata quella di Perga nel 275 d.C. La rinascita doveva essere temporanea e può essere compresa nel contesto del nuovo periodo di persecuzione dei Cristiani sotto Massimino Daza. Dopo la morte di Galerio, nel 311, le diocesi di Asiana, Pontica e Oriens passarono sotto il controllo di Massimino. Eusebio riporta che ambascerie si rivolsero a Massimino sia da Nicomedia che da Antiochia per chiedere che ai cristiani non fosse permesso di vivere nelle loro città (Hist. Eccles. IX). Seguirono richieste simili da altre città delle diocesi orientali. Massimino, simpatizzante delle misure anticristiane, appoggiò la chiusura delle chiese e la confisca dei beni dei Cristiani, che furono espulsi anche dalle città della regione. La ripresa e la circolazione di monete civiche raffiguranti antiche divinità durante questo periodo di persecuzione riflette le azioni di quelle città orientali e potrebbe essere vista come propaganda anticristiana. Le persecuzioni terminarono nel 313 a seguito di un editto imperiale che ripristinava i privilegi e le proprietà dei Cristiani. Questo improvviso cambiamento nella politica religiosa fu forse dovuto al timore di rappresaglie da parte di Costantino e Licinio in Occidente. apollonia2 punti
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Riprendo quanto a suo tempo scritto da @417sonia nel novembre del 2017: Lo scudo d'oro, emesso per la prima volta sotto il dogato di Andrea Gritti, aveva un precipuo scopo. Come narra il Papadopoli, Venezia in quel tempo era impegnata a fare provvista di scudi d'oro del sole, per mandarli agli eserciti (quasi tutti mercenari) che si trovavano lontano da Venezia; oltre alla difficoltà di incettarli, su quelli che riusciva a recuperare doveva pagarci un aggio dell'1%. Il Consiglio dei X, a questo punto, decise che per il decoro dello Stato (e per risparmiare, guadagnandoci) era utile coniarli in proprio, con un fino di 22 carati e dello stesso peso di quelli esteri. La moneta nasce con il decreto del 15 maggio 1528 e nel successivo 7 novembre 1530 nasce anche il mezzo scudo d'oro. Quindi lo scudo, rispetto al ducato d'oro, non solo aveva un titolo inferiore, ma pesava anche meno. Il ducato gr. 3,51 al titolo 1,000; lo scudo gr. 3,40 al titolo 0,917 Credo che, venuta meno l'esigenza precipua, la produzione sia scemata .... Di scudi d’oro se ne è parlato molto nel Forum. Presento un esemplare del Doge Francesco Venier, recentemente entrato in collezione. Mi sono sempre domandato se la lettera A debba o meno avere la stanghetta orizzontale. Saluti.1 punto
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notizia Ansa, 5 monete dell'antica Grecia, erano in vendita per un totale di 1500 euro, consegnate, con una cerimonia, alla ambasciatrice Greca. a me sembrano monete comuni in vendita ogni giorno nelle varie aste.1 punto
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Buonasera, vi presento un 2 Grana 1810 di Murat, presa ieri al convegno di Sessa Aurunca. Magliocca 411 Non sono riuscito a lasciarla lì da sola. Saluti Alberto1 punto
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Buongiorno, volevo chiedervi se la classificazione di queste due monete é corretta. La prima dovrebbe essere, secondo l'arslan, il tipo XVII (leone lupo occhi pesti) mentre la seconda un tipo X. Le ho classificate correttamente?grazie1 punto
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Cambi e Crippa asta? bella Domenico 🙂 Se ti riferisci alla mia, grazie, se ti riferisci a quella di Domenico (@Oppiano) penso che ti ringrazierà anche lui 🙂1 punto
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E’ autorizzata la coniazione di una moneta da euro 20,00 (venti/00) in oro, versione fior di conio brillante (BU), denominata "Relazioni San Marino - Italia" Tiratura: 750 esemplari a sinistra è raffigurato un mezzobusto femminile che rappresenta la Repubblica di San Marino, con un elmo a calotta come copricapo, ornato da un serto di foglie; sull’orlo della scollatura dell’abito è tratteggiato il motto LIBERTAS. A destra è riprodotto un mezzobusto femminile che simboleggia la Repubblica Italiana, con il capo sormontato da una corona turrita. Al centro della moneta le due donne sollevano in un gesto comune un ramo d’ulivo. Completano la moneta l’iscrizione RELAZIONI SAN MARINO ITALIA, in basso al centro la lettera R, che identifica la Zecca di Roma; a destra il valore 20 EURO e l’anno di emissione 2023; a sinistra le iniziali dell’autrice Sandra Deiana SD e le iniziali di Antonio Vecchio che ha curato l’incisione AV. INC. Le monete coniate ai sensi del presente decreto delegato sono poste in circolazione a partire dal 30 novembre 2023. alla fine così Taglio da Quantità € 0,01 19.000 € 0,02 19.000 € 0,05 19.000 € 0,10 19.000 € 0,20 497.680 € 0,50 599.000 € 1,00 739.000 € 2,00 683.173.1 punto
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@apollonia spero da parte mia di essere d’aiuto e di non aggiungere alla confusione. Per rispondere a @modulo_largo : Se queste monetine (e stiamo parlando adesso del « civic coinage », e della moneta al #1 ) non sono state collocate nel RIC, è perché si credeva quando il RIC VI è uscito (1967) che erano contemporanee di Giuliano II. E all’uscita del RIC VIII (1981) nel frattempo erano state riassegnate agli anni 311/312 e quindi non appaiano in nessun volume del RIC. Questo « civic coinage » sotto Massimino II è stato preceduto ad Alessandria da alcune frazioni di follis, poco conosciute e più « classiche », in quanto figurano i ritratti di Diocleziano e di Galerio Cesare, ma con rovesci somiglianti (DEO SANCTO SERAPIDE, DEAE SANCTAE ISIDI). Data probabile 303 d.C, o anche prima. Galerio, 2,41 g https://www.acsearch.info/search.html?id=9363428 Diocleziano (nel Not in RIC ) Non si può più parlare di monetazione provinciale nel 311. Come le due monete di sopra, questi bronzetti hanno un esergo menzionando la zecca, ogni tanto l’indicazione dell’officina (moneta #1: esergo ALE e officina Γ ) e il peso di un quarto di follis. Sono numerose e dovevano far parte del circolante. Dovrebbero secondo me inserirsi nel RIC VI. Ma la data rimane incerta e potrebbe ancora cambiare.1 punto
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Ed io che pensavo fossero una tribu di discendenti dal biblico Onan, secondogenito di Giuda...1 punto
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Non conosco questa monetazione e non vorrei aver contribuito alla confusione con il mio post. Riguardo alla “colpa” che modulo_largo si attribuisce, la mia idea è che aver messo in evidenza una situazione poco chiara e molto confusa, e quindi la necessità di un chiarimento, sia un merito che compensa l’errore. apollonia1 punto
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Devo dire che veder scorrere da tempo, mesi ormai, tutti questi post accattivanti sapendo di non poter partecipare perché questo periodo è per me "bloccato" mi rattrista molto. Voglio comunque esprimere le mie congratulazioni a Mario, sempre instancabile promotore di iniziative importanti, la mia sarà solo una presenza "morale". Buona Milano numismatica, Bergamo è con voi !1 punto
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@Arka secondo me il tuo modus operandi è quello ottimale per uno studio storico-scientifico e per immergersi nel contesto.1 punto
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Quindi ridotta per azione meccanica post coniazione o perché il tondello in partenza non copriva l’intera superficie del conio? Ps che bello ogni giorno si imparano cose meravigliose 😍1 punto
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Pensa che sino al mio primo catalogo di monete (Bobba 1978) avendone alcune molto consumate e non ben visibili la scambiavo per una mosca!1 punto
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Certamente si, sali al primo piano sala Duomo e dici eventi quelli del Cordusio1 punto
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Grazie Enrico! Anche la "formula" grafica sta in effetti riscuotendo un ottimo successo I contenuti sono di fondamentale importanza, ma vanno serviti in modo accattivante! Grazie per le belle parole! La numismatica non è per me solo un lavoro ma anzitutto una passione. E assolutamente non secondaria, anzi!1 punto
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Bella moneta di un'emissione che ho sempre trovato interessante. Comunque è normale che su questi assi coniati da Sesto Pompeo sul dritto ci sia "MGN" o "MAGN".1 punto
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Un cenno sul mito di Astarte, dea Madre, prostituta sacra, sposa del fanciullo, regina del cielo e della terra… v, post # 44 di https://www.lamoneta.it/topic/185858-monumenti-nelle-monete-provinciali/page/2/#comment-2080395 apollonia1 punto
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Non è Vespasiano, ma Tito da Cesare (T CAES VESPASIAN IMP PON TR POT COS II ). Moneta abbastanza rara, qui alcuni esempi dalle maggiori collezioni pubbliche: link Il nuovo RIC le ha assegnato il n. 433 di Vespasiano, con indice di rarità R e appartiene alla seconda emissione dell'anno 72. Purtroppo è stata a suo tempo completamente spatinata, ma monete di questo modulo mantengono sempre un qualche valore.1 punto
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Buonasera, intervengo brevemente solo a scopo di precisazione nei confronti di @carripotti22 e al fine di evitare imprecisioni. In ambiti numismatico esistono gli antoniniani (che equivalgono a 2 denari) ideati da Caracalla (da cui il nome, derivato da Antonino) e contraddistinti dalla presenza della corona radiata. Inizialmente in lega d'argento, consentivano all'emittente di risparmiare sul fino di metallo fino (in quanto un antoniniano non corrispondeva all'argento effettivamente presente in 2 denari). Nel tempo il tenore di metallo nobile calò progressivamente. Tutto ciò solo per tentare di dipanare (brevemente ed in estrema sintesi perchè il tema è molto più complesso) la confusione iniziale sul termine numismatico causata dal correttore automatico e per non generare incertezze o dubbi nell'utente. Buona serata Illyricum 😉1 punto
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DE GREGE EPICURI @Matteo91Ma su Astarte devi informarti! E' la traduzione di Ishtar, dea di origine mesopotamica che soprintendeva soprattutto la guerra (ma anche l'erotismo). Il culto si diffuse a tutta la Siria e la Fenicia. Le monete coloniali col Carro di Astarte sono prevalentemente di città Fenicie; esso conteneva il betilo sacro alla dea. Quanto alle provinciali, hai ragione, almeno per quanto riguarda l'Italia; siamo in pochi, e non abbiamo neppure il vantaggio di prezzi più bassi, perchè nelle aste italiane di provinciali/coloniali si trova poco o nulla. Il campo è vastissimo; questo fa sì che l'interesse e lo studio si orientino soprattutto sulla classificazione, l'iconografia, la collocazione geografica e l'evoluzione delle zecche (che a volte da provinciali diventano poi coloniali). Sono meno presenti gli approfondimenti qualitativi, lo studio dei coni, lo studio dei falsi (che tuttavia non mancano!).1 punto
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Però per esperienza queste due tipologie sono molto comuni ( difatti le possiedo, prese per pochi euro negli anni ) , le altre rare, o almeno questa è la mia percezione, avendole viste raramente in asta:1 punto
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Gli archeologi portano alla luce un villaggio medievale, inghiottito dal bosco. Trovano 2000 oggetti, tra i quali monete d’argento. Individuato anche il castello Gli archeologi in Germania hanno effettuato una scoperta straordinaria, riportando alla luce i resti di un villaggio medievale che fu abbandonato intorno alla fine del XV secolo. Questo affascinante sito archeologico è situato vicino alla città di Harzgerode, nella parte centrale del paese, ed è oggetto di un’importante ricerca condotta dalla collaborazione tra l’Ufficio statale per la gestione del patrimonio e l’archeologia della Sassonia-Anhalt e l’Università di Göttingen. Immagine scattata dal drone nel bosco. E’ visibile lo scavo che seziona il bastione e il fossato. @ Foto di R. Kunze, Ufficio statale per la conservazione del patrimonio e l’archeologia della Sassonia-Anhalt Le ricerche su questo villaggio perduto nel tempo sono iniziate lo scorso anno e continuano a rivelare segreti affascinanti del passato. Nel 2023, la squadra di scavi è stata composta da due archeologi, nove studenti dell’Università di Göttingen e sette volontari, che hanno lavorato in quattro sezioni di scavo, per un’area totale di circa 50 metri quadrati. Uno degli aspetti più interessanti degli scavi è la scoperta di una grande trincea che attraversa il fossato del castello e il suo bastione antistante, creando un profilo lungo oltre 12 metri. Questo fossato, scavato a circa 2 metri di profondità nella roccia ardesia preesistente, rivela la maestosità del castello che fu parte di questo villaggio sepolto. Lo scavo nella zona del bastione e del fossato. @ Foto di A. Swieder, Ufficio statale per la conservazione del patrimonio e l’archeologia della Sassonia-Anhalt L’eccezionale area archeologica ha rivelato ben oltre 2.000 reperti, nonostante l’area finora scavata sia esigua. Tra questi reperti si annoverano dardi di balestra in ferro, frammenti di ferri di cavallo, chiodi di ferro, tegole smaltate e non smaltate, tegole in ardesia, numerosi frammenti di ceramica, monete d’argento. La maggior parte dei reperti risale ai secoli dal XIII al XIV. È importante sottolineare che la regione ospita quasi 200 villaggi medievali abbandonati, conosciuti grazie a reperti superficiali, mappe storiche o identificabili in modelli digitali del terreno. Tuttavia, solo pochi di questi siti sono stati oggetto di approfondite ricerche archeologiche, lasciando molte domande aperte sulla loro funzione economica e il loro contesto storico. Il “villaggio a schiera” scoperto si estende su entrambi i lati di una piccola valle di ruscello ed è costituito da appezzamenti agricoli disposti in maniera regolare. Alcuni di questi appezzamenti presentano fosse libere nella zona anteriore rivolta verso il ruscello. Nell’area del villaggio, più precisamente nella parte nord-orientale, si trova un piccolo fortilizio ovale di circa 45 x 60 metri. Questo fortilizio era un castello appartenente alla nobiltà locale. Secondo gli studi di storia locale, il sito era noto a partire dal 1216 e sarebbe caduto in disuso al più tardi tra il 1488 e il 1562. L’eccezionale conservazione del sito consente una facile identificazione di reperti e l’ambiente umido del luogo, dovuto alla sua posizione vicino al torrente, suggerisce la presenza di materiali organici ben conservati. La presenza di creste e solchi circostanti e di eventuali hortisuoli (terreni da giardino intensamente utilizzati) attesta l’attività agricola. La coesistenza di una struttura di insediamento rurale e di un castello di una nobiltà locale offre un punto di partenza promettente per ulteriori indagini archeologiche. Nel corso delle ricerche effettuate nell’autunno del 2022, sono state aperte cinque trincee di scavo, documentando parti delle fortificazioni esterne e i resti delle fondamenta dell’edificio. Durante questi scavi, sono stati rinvenuti migliaia di reperti, tra cui tegole in ardesia e tegole smaltate di colore verde, particolarmente rari in contesti rurali. L’importante scoperta di questo villaggio medievale e del suo castello fornisce un’opportunità straordinaria per svelare ulteriori dettagli sulla vita quotidiana e sulla storia di questa comunità un tempo prospera. La ricerca archeologica in corso continua a rivelare segreti del passato e getta nuova luce sulla storia della regione. https://stilearte.it/gli-archeologi-portano-alla-luce-un-villaggio-medievale-inghiottito-dal-bosco-trovano-2000-oggetti-tra-i-quali-monete-dargento-individuato-anche-il-castello/1 punto
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Tutt'altro che facile così nascosta!! Le più comuni opportunamente obliterate possono essere davvero toste.... Il mio prossimo quiz sarà un 10 cent Ape di cui si vede solo una porzione della zampa dell' ape😄😄 Comunque quelle O o 0 così tondi mi ricordano qualcosa e anche le ghiande al rovescio... Le ghiande le hanno le monete sovietiche e i 6 pence di Giorgio V ma non credo c'entri molto..1 punto
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@ARES III E' solo pareidolia la mia o si intravede una legenda al D) della seconda moneta? Ore 5-20.1 punto
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Di fatto, questi dati presi nel loro insieme farebbero collocare cronologicamente il primo gruppo secondo Murari (cioè quello con peso maggiore [0,9-1,1 g]) tra gli ultimissimi anni dell’XI secolo e i primissimi anni del XII secolo. I “denarii bruni mediolanenses”, citati per la prima volta nel 1109 come pagamento di una concessione di terreno nel novarese, avrebbero pertanto questo volto: peso 1,14 g - Bertolani Fine Arts E-Auction 100, lotto 657 Il peso di questi nuovi denari non doveva quindi risultare così dissimile dagli esemplari più tardivi delle emissioni precedenti, definite nei documenti a partire dal 1117 “denari veteres”. Questi “denarii bruni”, con la rimozione dell’appellativo ”AVG” che richiamava la potestà imperiale e con la svalutazione del loro contenuto di fino appaiono in qualche modo un’emissione “comunale”... o forse “pre-comunale”, dal momento che sono stati ancora tollerati fino a Federico I Barbarossa come “in linea” con le emissioni precedenti: sarà infatti soltanto con l’emissione di una moneta percepita davvero come “nova” dall’autorità imperiale (cioè il “terzolo”, con il suo peso ulteriormente ridotto ed il suo contenuto di fino pari ad appena un terzo circa del peso), che il Barbarossa si deciderà infine a revocare ai milanesi lo ius cudendi nel 1155... non a caso, con l’emissione del suo nuovo “denaro imperiale”, il Barbarossa vorrà sì richiamarsi nella legenda al rovescio ai “denari mediolanenses veteres”, ma adotterà comunque uno standard di peso e di contenuto di fino prossimo a quello dei “denarii bruni”, che dovevano quindi essere stati considerati ancora in continuità con la tradizione precedente. Bibliografia: • Olivieri A. Per la storia della circolazione monetaria nell’Italia nord-occidentale tra l’XI e la prima metà del XII secolo. La testimonianza delle fonti documentarie - Reti Medievali, 2011;12. • Brambilla C. Monete di Pavia raccolte ed ordinatamente dichiarate - Pavia, 1883. • Capobianchi V. Il denaro pavese ed il suo corso in Italia nel XII secolo - Rivista italiana di numismatica, 1896 - Fascicolo 1. • Murari O. La moneta milanese nel periodo della dominazione tedesca e del Comune (961-1250). Memorie dell’Accademia Italiana di Studi Filatelici e Numismatici 1981;4(1):pagg. 25-50. • Limido M, Fusconi G. Le monete coniate a Pavia dalla riforma monetaria di Carlo Magno alla seconda metà XIII secolo - 2011 – Distribuito in formato digitale da Lamoneta.it • Gianazza L. Collezione di Vittorio Emanuele III - La zecca di Milano (961 - metà del sec. XIII). Bollettino di Numismatica Online - Materiali 12; 2013. • Day WR, Matzke M, Saccocci A. Medieval European Coinage, volume 12 - Cambridge University Press, 2016.1 punto
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Buonasera a tutti, ringrazio @Releoper aver riproposto questa vecchia discussione, arricchendola con il suo esemplare. Ne approfitto per postare il mio secondo esemplare del tipo . Saluti Alberto1 punto
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Buonasera a tutti, Cristiano, @Asclepia accolgo l'invito, mi complimento per il tuo esemplare e posto il mio per confronto. ? Saluti Alberto1 punto
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vorrei sapere se e che tipo di moneta è questa e magari l'anno. 1) 3) Diametro intorno ai 2 cm 4) Peso qualche grammo, è giusto una lamina 5) Il metallo penso sia rame anche se non ne sono sicuro. grazie in anticipo1 punto
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ciao tutti vorrei avere una identificazione della moneta o gettone grazie diam 19 p 0,86 È ITALIANA ??????? O NON grazie mille1 punto
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