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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/16/23 in tutte le aree
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Condivido volentieri. Lotto 70 Nomisma Aste - Asta 4 - Da ASSAB all'AFIS. Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) 4 Bese 1909 Prova - Mont.774 AG UNICO Questo e l'unico esemplare conosciuto del 4 Bese in argento. Nella sua ultima opera Prove e Progetti di monete Italiane, Luppino, al numero 620, la classifica RRRRR senza alcuna indicazione del valore. Proveniente dalla collezione Farouk, re d'Egitto, asta The Palace Collections of Egypt - Soteby e Co. - Londra 1953. Sempre la stessa moneta è transitata successivamente dall'asta Santamaria 1961 n° 683. Grading/Stato: FDC Dall’asta Santamaria citata.5 punti
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Un grande ringraziamento infine a tutti i partecipanti, ai relatori, ai tutor Umberto Moruzzi, Marco Ottolini, Fabio Grimoldi, a chi ha partecipato alla moneta donata ai giovani in particolare Fabio Perrone, Pablo Giacosa, Fabio Grimoldi, a chi ha scritto in questo numero del Gazzettino 10, a Marco Mintrone, a chi ha gradito e apprezzato !5 punti
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Ciao, oggi con particolare piacere condivido il mio ultimo arrivo che è il decimo sesterzio, ed il primo di un'Augusta, ad entrare in collezione 🙂. Si tratta di un sesterzio di Lucilla (164-182 d.C) recante sul rovescio la personificazione della dea Vesta stante, con simpulum nella mano destra, palladium a sinistra ed altare ai suoi piedi, coniato a Roma. Era la dea del focolare domestico molto venerata sia in privato ma soprattutto in pubblico nei templi a lei dedicati dove le Vestali, sacerdotesse scelte per tale scopo, avevano come compito specifico quello di tenere sempre acceso il sacro fuoco a lei attribuito. Lucilla, figlia dell'imperatore Marco Aurelio e dell'Augusta Faustina Minore, fu data in sposa poco più che fanciulla a Lucio Vero "adottato" come Marco Aurelio da Antonino Pio e designati come suoi successori. Fu il primo caso di due imperatori co-regnanti sul trono di Roma. Era una donna dal carattere forte, con buona cultura ( con un padre come Marco Aurelio, l'imperatore filosofo) ed anche discrete capacità politiche. Alla morte del marito durante una campagna militare ( per una malattia improvvisa, forse la peste antonina o di Galieno colui che all'epoca la descrisse. Dai sintomi descritti si poteva trattare di vaiolo o anche di morbillo propagotosi in tutto l'impero durante e dopo la guerra contro i Parti) fu costretta dal padre, dopo pochi mesi, a sposare un cittadino romano di origine siriana Tiberio Claudio Pompeiano Quintiniano di trent'anni più anziano ( lei e la madre Faustina erano contrarie, ma così fu) console per due volte e molto vicino politicamente a Marco Aurelio. Alla morte di quest'ultimo gli successe il figlio Commodo che entrò subito in contrasto con la sorella relegandola in secondo piano e tenendola lontana dal contesto politico e decisionale. Questo non fu accettato dell'Augusta che ordi' un piano per eliminare Commodo ma lui riuscì a salvarsi ed ovviamente la vendetta fu da par suo. Fece uccidere molti dei congiuranti ed esilio' a Capri Lucilla ( isola di residenza dorata per Tiberio, che fu adibita a luogo di esilio, costrizione e morte da alcuni imperatori, anche da Caracalla) dove di lì a breve la fece uccidere. Era l'anno 182 d.C. ed aveva circa 34 anni. Il sesterzio da esame diretto risulta coniato, centrato, con discreto metallo, buon peso e modulo ed ha svolto con evidenza la sua funzione. Ciò che mi spinto ad acquistarlo è il ritratto sorridente che si può ammirare ( ed anche la sua somiglianza con la madre Faustina Minore) che si contrappone in un certo senso a quello che purtroppo il triste destino, aiutato anche dal suo operato, gli riservo' ..... Condivido anche i miei denari tra i quali uno del Limes. Grazie ed alle prossime ANTONIO 31 mm 24,12 g RIC 17794 punti
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a me sembra la si stia facendo un po' lunga su una questione che dovrebbe invece essere affrontata soprattutto sul piano tecnico. In questo forum ci sono discussioni specialistiche a seconda delle diverse classi di monetazione. Quando qualcuno solleva dubbi su una determinata emissione si interviene - ciascuno secondo la propria specializzazione - e si tirano fuori eventuali dubbi cercando - se lo specialista è serio e non solo un chiacchierone - gli elementi dirimenti per sostenere la propria opinione (di bontà o meno del pezzo). Tutto questo avviene nel rispetto delle varie opinioni (qualche volta puo' capitare di litigare ) ma soprattutto in libertà senza costrizioni. E' capitato cosi che fior di pezzi che andavano in asta venissero segnalati, approfonditi ed eventualmente condannati - senza preoccuparsi eccessivamente delle possibili conseguenze. Naturalmente piu' si motiva legittimamente e piu' il giudizio puo' essere considerato serio e di conseguenza essere rispettabile. E' cosi capitato che nel caso di una moneta super importante come l'aureo delle idi di Marzo messo in vendita da una primaria casa mondiale di numismatica sia stato messo in dubbio non la moneta bensi il suo pedigree con motivazioni sensate (a tale proposito fui credo il primo a segnalare certe incongruenze). A distanza di tempo è venuto fuori che la moneta fosse si autentica ma trafugata dalla Grecia e con un pedigree di provenienza abilmente falsificato. Perche dico tutto questo? Perché mi sembra che nel caso di un'emissione importante come quella delle 5 lire del 1901 sia tempo che la questione vada sviscerata - tecnicamente - come si deve senza eccessivi timori di pestare i piedi visto che in casi di monete - molto piu' importanti come valore e rilevanza - tale remora non c'è e diversi fora (anche stranieri ) non hanno timori di confrontare opinioni senza paura di avere conseguenze. Chi ha approfondito la conoscenza specialistica e tecnica per tali emissioni dovrebbe avere quasi il dovere - se vuole rendere un favore ai collezionisti e agli altri studiosi - di divulgare quello che sa come avviene regolarmente per le altre classi di monete discusse qui sul forum - greche e romane in primis - per le quali chi ha le conoscenze non si fa remore e timori a dire le cose come stanno. La discriminante fondamentale deve naturalmente restare soprattutto la motivazione tecnica dietro i giudizi positivi o negativi che siano.4 punti
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Direi che l'argomento è spinoso e molto delicato. Del resto mi pare che il mondo della numismatica ami da sempre il cosiddetto status quo, quello per intenderci precedente alla pubblicazione del mio volume sull'indagine sulla numismatica e sul collezionismo. Si tende infatti a collezionare alcuni errori, varianti, rarità, solo perchè in passato c'è stato chi li ha definiti così, ignorando che nella maggior parte dei casi si trattava di esemplari creati a bella posta e fatti fuoriuscire illegalmente dalle zecche attive in Italia. Vi invito a leggere il mio volume (che lo rammento, certi soggetti pretendevano venisse sottoposto a sequestro), farsi naturalmente una propria idea e poi orientarsi verso un collezionismo SANO e non tendente in maniera esasperata ad avere in collezione "pezzi unici o quasi"... Poi ognuno è libero di continuare a pensarla come vuole... A proposito...diffidate del Tuttologo di turno (mamma mia quanti ce ne sono)...la numismatica è una cosa seria e quasi mai l'esperto ad esempio di monete romane è esperto anche di monete della Magna Grecia o di quelle contemporanee.4 punti
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Paradossalmente, la suberatura è una garanzia di antichità: se non mi sbaglio (non sono un tecnico) il processo di suberatura (che è differente dalla placcatura odierna) sarebbe oggi troppo costoso per usarlo per un falso moderno, non ne varrebbe la pena . Per converso, la moneta suberata ha una minima probabilità in più di rovinarsi (dopo secoli, la sfoglia in argento può staccarsi e il bronzo può prendere il cosiddetto "cancro") rispetto a quella di puro argento, ma è un rischio minimo. Io la comprerei subito3 punti
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Prosegue la personale ricerca dei volumi del MIR ogni volta che ne capita l’occasione giusta. Questa volta entrato in volume dedicato all’ Italia meridionale continentale - Zecche minori. Fra l’altro una volta aperto ho fatto una piacevolissima scoperta2 punti
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Ci sono un po’ troppe Pompei in Italia: con Claterna (Ozzano Emilia) l’ennesima “caccia al titolo” non utile all’archeologia https://www.archaeoreporter.com/2023/11/12/ci-sono-un-po-troppe-pompei-in-italia-con-claterna-bologna-lennesima-caccia-al-titolo-non-utile-allarcheologia/ Scavi di Claterna, immagini sella Soprintendenza (Siriana Zucchini) Gli scavi del sito archeologico di Claterna (Ozzano Emilia, provincia di Bologna) sono gli scavi di Claterna. Non quelli dell’ennesima “Pompei del Nord”, come annunciato con fierezza dalla Sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni, sicuramente dal suo punto di vista “a fin di bene”. C’è il Vesuvio tra i calanchi del Bolognese? No. È una città distrutta all’improvviso, fatto che l’ha portata fino a noi in un tempo cristallizzato, come (più o meno) è accaduto alle città vesuviane? No, tutt’altro, Claterna ha conosciuto le fasi del declino, dell’abbandono parziale, della trasformazione in villaggio e del differente modello di urbanizzazione di un territorio, della definitiva spoliazione. Insomma, nulla che giustifichi in qualche modo il trito stereotipo della “Pompei di qualcos’altro”. Ora questo non vuole essere lo sfogo acido di chi non vuole titolare per snobismo con il comodo clichè della “Pompei del Nord”, un’esca irresistibile per agenzie e quotidiani. Ma è un invito alla riflessione. Come può l’archeologia essere comunicata correttamente se chi la comunica indulge in questa nenia senza fine delle “Piccole Pompei” o delle “Pompei di chissà cosa”? Quando si parla di Piuro, centro della Valchiavenna (Sondrio), come “Pompei delle Alpi“, benché a fatica, si può comprendere che il paragone con la regina di tutti gli scavi archeologici ha un senso. Piuro fu sepolta da una gigantesca frana nel XVII secolo, e questo ha effettivamente sigillato alcuni contesti al momento della catastrofe. Diciamo che ci sta, ma questo è un caso limite. Che mantiene però le sue controindicazioni. In molti casi, una comunicazione incentrata sul forzato paragone con Pompei, induce spesso il pubblico generalista ad aspettarsi proprio quello: una Pompei. Vallo a spiegare che, magari, Altino non è una “Pompei” della laguna di Venezia”, perchè benché archeologicamente interessantissima, si troveranno difficilmente resti di edifici più alti di 30 centimetri, con pochissime eccezioni. Quindi nel sito di Claterna, che dispone di un museo del territorio, di un bel sito internet, di attività per le scuole, di campagne di scavo attente, si troverà ben poco che abbia a che fare con l’esperienza di visita che si può avere nella città campana, o ad Ercolano, a Oplontis, e così via. Non si fa, in definitiva, un buon servizio all’archeologia se si induce a pensare che un sito sia quello che non è. C’è il rischio del “Eh, ma qui sono quattro sassi, non è Pompei“. Molto diverso se si racconta, e soprattutto, si comunica, quanto l’archeologia possa fare per connettere il paesaggio attuale agli scavi in corso, nel far comprendere le trasformazioni operate dall’uomo e dal mutare del paesaggio naturale, l’oscillare del pendolo tra un’area urbana ad agricola, da una storia non più presente nel sentire degli abitanti di un territorio alla capacità di riportarla viva sul territorio stesso grazie all’archeologia, alle comunità e alle amministrazioni locali. Questo sembra essere quanto viene fatto in effetti a Claterna (a proposito, magari il prossimo anno ArchaeoReporter viene a raccontare il vostro scavo in corso, se vi fa piacere…), con il progetto di studio e valorizzazione, in collaborazione con la Soprintendenza bolognese, il comune di Ozzano dell’Emilia l’associazione “Civitas Claterna” – leggiamo – “oggi rivitalizzato dalla presenza di una nuova associazione, il “Centro Studi Claterna Giorgio Bardella – Aureliano Dondi”. Allora, con Claterna ritornata ad essere effettivamente Claterna, i suoi mosaici, le sue gemme, le sue monete, i visitatori e le comunità sapranno che hanno a che fare con il sito di Claterna, quella vera. Quella che ha dato un’impronta al loro territorio, e ha lasciato radici a volte visibili a volte nascoste. Che non hanno bisogno di un “Vesuvio del calanchi e dei gessi bolognesi” per essere comunicate, comprese e condivise. Mosaico da Claterna (foto Roberto Macrì SABAP Bologna) Qui di seguito le news sugli scavi Claterna: Ozzano dell’Emilia, Bologna – Nei giorni scorsi, in un incontro di presentazione dei reperti rinvenuti nei recenti scavi nell’area archeologica di Claterna, la sottosegretaria al Ministero della Cultura, Lucia Borgonzoni, ha evidenziato l’importanza di questo sito che sta emergendo come un vero gioiello di inestimabile valore per la regione e per l’Italia. Gli scavi, condotti dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, sono ancora in corso su un’ampia area di 18 ettari. Lucia Borgonzoni ha sottolineato l’attenzione del Ministero per questa zona, annunciando che nel triennio 2022-2024 sono stati assegnati oltre 700 mila euro, con l’assicurazione di ulteriori fondi per preservare e valorizzare questo patrimonio storico. Finora, gli scavi hanno esplorato solo un decimo del sito, ma i risultati vengono difiniti “straordinar”i. Sono stati individuatii il foro, le strade, impianti termali, mosaici, iscrizioni, frammenti di marmo colorato, oltre a 3.000 monete in argento e bronzo. Tra queste, un Quinario, una moneta d’argento della Repubblica Romana datata 97 a.C., a conferma del ruolo di Claterna come centro di commercio con legami diretti con Roma. La Soprintendente di Bologna, Francesca Tomba, ha sottolineato che gran parte dell’area è ancora inesplorata, aprendo la strada a una fase significativa di conoscenza e valorizzazione di un sito che promette di rivelare ulteriori tesori storici. “Possiamo quindi progettare una grande fase di conoscenza e di valorizzazione ad ampio raggio di un sito che ha ancora tanto da raccontare,” ha affermato Tomba. La sottosegretaria Borgonzoni ha confermato che sono in studio diverse attività per coinvolgere realtà e istituzioni del territorio, pensate per avvicinare soprattutto i più giovani alla conoscenza di questo luogo ricco di storia. L’obiettivo è anche quello di attrarre visitatori da tutto il mondo. In particolare, si sta considerando l’idea di restituire al teatro di Claterna la sua originaria funzione di luogo di spettacolo. L’importanza di Claterna come centro nevralgico nella storia romana si sta rivelando sempre più evidente, e l’impegno delle istituzioni a preservare e valorizzare questo sito promette di aprire nuovi capitoli nella comprensione della ricca eredità culturale dell’Emilia-Romagna.2 punti
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Ho trovato un po' di tempo e sono riuscito a fare delle foto del gruppo di tre monete con la testa di Venere al dritto (i rovesci sono naturalmente differenti). Quello che mi fa piacere è che così questo gruppo è completo.2 punti
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Sono felice di inaugurare per primo questa nuova sezione con una "mia" discussione, ma prima vorrei ringraziare lo staff ed in particolare @Reficul perché hanno deciso di ampliare la già ricca offerta culturale del nostro forum con l'attualità. In questo modo potremmo anche alleggerire la sezione Archeologia e Storia, dedicandola soprattutto per approfondimenti. ____________________________________ Passiamo ora alla notizia: Due edifici di culto e una fossa sacrificale scoperti in un campo militare romano augusteo. Gli archeologi: “E’ un caso unico”. Qui pregarono i soldati prima del disastro di Teotoburgo? Gli archeologi dell’Associazione agricola Westfalia-Lippe (LWL) hanno compiuto una scoperta eccezionale ad Haltern, dove sono stati rinvenuti i resti delle fondamenta di due piccoli templi romani e una fossa sacrificale all’interno del sito dell’ex accampamento romano. Questa rivelazione è particolarmente straordinaria poiché tali edifici di culto, secondo gli archeologi tedeschi, “non sono mai stati scoperti in altre installazioni militari romane”. Non solo. L’accampamento si trovava a circa 100 chilometri dalla foresta di Teotoburgo – Kalkriese, raggiungibile dall’esercito romano in circa 3 giorni di marcia e in poco più di un giorno dalla cavalleria, il luogo in cui si consumò il grande disastro che portò alla disfatta del 9 d.C., qualcosa che, a quell’epoca, ebbe un impatto emotivo simile a quello causato, in tempi recenti, dall’attacco alle Torri Gemelle. Nell’accampamento in cui sono state portate alla luce resti di strutture di culto è stata trovata anche una barra di piombo che reca le insegne di una delle tre legioni che sarebbero cadute con Varo. L’esperto romano della LWL, il Dott. Bettina Tremmel, sottolinea l’unicità della scoperta degli edifici di culto, indicando che i due templi rettangolari, anche se costituiti solo da strutture in argilla, seguono il modello dei grandi templi a podio in pietra tipici di molte città romane durante l’impero di Augusto. Questa scoperta offre un’inedita prospettiva sulle pratiche di culto all’interno di un contesto militare, sfidando le precedenti conoscenze storiche. L’esame dei resti dell’edificio di culto occidentale ha rivelato un edificio rettangolare in legno di 30 metri quadrati con un ingresso largo cinque metri e una facciata distintiva, sottolineata da due colonne lignee. L’archeologo Lars Forseth, partecipante alle indagini estive, sottolinea la sfida nel ritrovare reperti romani tra le pieghe del terreno, spesso disturbate da interventi nel corso degli ultimi 80 anni. L’Università di Treviri ha sostenuto le indagini, facilitando la completa identificazione della pianta dell’edificio di culto occidentale. Il secondo edificio era simile al primo. Una fossa a livello circondata da una nicchia separava i due. Un elemento di particolare interesse è il fossato circolare situato vicino agli edifici di culto, che è più antico e che è stato realizzato durante l’età del bronzo. Probabilmente i romani hanno approfittato della presenza di una piccola area cultuale precedente per erigervi la propria. Solleva interrogativi la presenza di una tomba all’interno dell’insediamento, proibita dal diritto romano. Ma le indagini proseguono. Il Prof. Dr. Michael Rind, direttore dell’archeologia LWL per la Vestfalia, sottolinea la complessità di questo ritrovamento unico e la necessità di ulteriori ricerche per svelarne il mistero. Il fossato circolare, le strutture di culto e la fossa sacrificale compongono un gruppo di edifici senza precedenti all’interno di un accampamento romano, spingendo gli archeologi a riconsiderare la funzione di tali costruzioni in un contesto militare. La scoperta apre nuove prospettive sulla vita quotidiana all’interno di un accampamento romano, sfidando le percezioni tradizionali sulla complessità delle credenze romane nell’Europa settentrionale. Ma vediamo di contestualizzare storicamente queste vestigia. Durante il regno dell’imperatore Augusto (dal 27 a.C. al 14 d.C.) l’impero romano espanse sempre più la sua influenza sulla riva destra del Reno. Non è chiaro se Roma cercasse di pacificare i territori o addirittura volesse conquistarli con l’obiettivo di edificare una provincia. Il fiume Lippe – affluente del Reno della lunghezza di 255 chilometri – era particolarmente adatto per l’avanzata. Da Xanten le legioni avanzarono verso est e stabilirono accampamenti militari sul corso d’acqua. Queste basi potevamo essere rifornite da navi che percorrevano il Reno. Con la sconfitta di Varo, le cui tre legioni furono distrutte nella foresta di Teutoburgo (9 d.C.), Roma si ritirò dietro il Reno, che assicurò con fortificazioni. Gli accampamenti romani sulla Lippe furono abbandonati e caddero in rovina. Già nel XIX secolo si aveva notizia dell’esistenza di un accampamento militare nei pressi di Haltern. I primi scavi estesi iniziarono nel 1899. L’accampamento è considerato la base militare più studiata del periodo augusteo. Nonostante ciò agli archeologi del passato erano sfuggiti i due templi e il fossato sacrificale. L’accampamento sembra che abbia svolto un ruolo centrale come centro logistico. Le navi da trasporto venivano trascinate dal Reno lungo il Lippe fino a Haltern, dove il carico veniva (parzialmente) trasferito su navi più piccole e trasportato più a monte. Ad Haltern è stata rinvenuta una barra di piombo con la scritta “CCIII L XIX”. Una delle tre legioni cadute nella battaglia di Varo fu la 19ª, il che suggerisce che fosse di stanza ad Haltern, almeno temporaneamente. I romani pregarono qui, prima di dirigersi verso la foresta ed essere annientati dai Germani? La clades Variana, nota come la battaglia della foresta di Teutoburgo, fu combattuta nel 9 d.C. tra l’esercito romano, guidato da Publio Quintilio Varo, e una coalizione di tribù germaniche sotto il comando di Arminio, capo dei Cherusci e ufficiale delle truppe ausiliarie di Varo. Ma Arminio tradì. Questo scontro bellico avvenne nei pressi dell’attuale Kalkriese, nella Bassa Sassonia, e rappresentò una delle più gravi sconfitte subite dai Romani. Le legioni XVII, XVIII e XIX furono completamente annientate, insieme a 6 coorti di fanteria e 3 ali di cavalleria ausiliaria. L’impatto di questa disfatta fu così devastante che le legioni coinvolte, la XVII, la XVIII e la XIX, persero definitivamente le loro numerazioni nell’esercito romano. Per ristabilire l’onore delle legioni e vendicarsi della sconfitta, i Romani intrapresero una guerra di sette anni, culminata nel 16 d.C. con le battaglie di Idistaviso e del Vallo angrivariano. In questi scontri, considerati la vendetta dell’Impero romano contro i Germani, Arminio fu sconfitto in modo decisivo. Al termine di questa campagna, i Romani decisero di abbandonare ogni ulteriore tentativo di conquista in Germania, consolidando il fiume Reno come il confine nord-orientale definitivo dell’Impero per i successivi 400 anni. La battaglia della foresta di Teutoburgo e le sue conseguenze ebbero un impatto duraturo sulla strategia militare romana e sulla configurazione geografica del loro impero. https://stilearte.it/due-edifici-di-culto-e-una-fossa-sacrificale-scoperti-in-un-campo-militare-romano-augusteo-gli-archeologi-e-un-caso-unico-qui-pregarono-i-soldati-prima-del-disastro-di-teotoburgo/ Per gli approfondimenti:2 punti
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Sei andato sul sito NIP? Hai letto con attenzione il loro statuto e regolamento? Se sì, credo che capirai tu stesso che non è che il primo Pinco Pallino che passa per strada possa diventare perito NIP. Sai poi che esistono persone che dedicano la loro intera vita alla numismatica, pur seguendo magari percorsi di studio diversi da quelli da te indicati? Ciononostante, ti assicuro che queste persone possono raggiungere un grado di preparazione (specialmente nei confronti della monetazione di loro interesse) forse anche superiore rispetto a quella di professori ed archeologi. Anche perché, se considerassimo ad esempio il corso di laurea di archeologia, la numismatica non è certamente una delle materie più importanti...2 punti
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Buongiorno. Discussione "top" per gli appassionati del Regno... Credo possa essere il momento di fare alcuni ragionamenti utilizzando la logica e un minimo di deduzione. Parliamo di conii originali e di riconii postumi, con caratteristiche che li rendono distinguibili. In ragione di ciò è necessario acquisire un "originale" per poterlo poi comparare con gli esemplari che appaiono sul mercato. Nel 2000 fu posta all'incanto la Collezione D'Incerti e non credo che quest'ultimo si fosse messo in collezione un riconio. Sarebbe dunque importante acquisire copia del dritto, del rovescio (e fin qui è facile...) e del contorno di detto esemplare onde poter poi comparare queste immagini con gli altri esemplari. Chiaramente il mio ragionamento è tutto basato su presunzioni e, quindi, potrebbe rivelarsi errato ma da qualche parte bisogna cominciare. Cosa ne pensate? Altre idee? Un saluto cordiale e a presto.2 punti
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Buon giorno. Evidentemente la testa a cui si riferisce è quella del san Giorgio e quindi resta tutto chiaro. Gli assi alla francese (cavallo, rispetto alla sovrana, capovolto) sono normali in questa moneta. Nei cinque tipi identificati delle sterline delle regina Vittoria tre hanno gli assi alla francese, due tipi denominati rispettivamente "giubileo" e "anziana velata" hanno gli assi alla tedesca dove, dopo la rotazione, le figure non risultano tra di loro capovolte. Cordialità Gabriella2 punti
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non è gallica ma dopo che ho capito che non è un "5" ma un falcetto, poi non è stato difficile trovare quella giusta! 1 FRANG ( SPQL "Sono pazzi questi lussemburghesi") di Charlotte https://en.numista.com/catalogue/pieces4194.html adesso vado in ufficio bello sereno!2 punti
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Buonasera amici e thanks Albè....cmq tutto nella norma, sia assi, che taglio, che confermo è a treccia. Differisce solo per la data centrata rispetto ad altre NAPO. Grazie e ancora complimenti per la moneta...quella volta, mi ricordo l'asta su Deamoneta, mi dimenticai di offrire e ancora me ne pento...e il buon @giuseppe ballauri mi aveva pure ricordato la moneta in questione poche ore prima dell'asta...ma è finita in buone mani sta benone in collezione Litra...la mia NAPO arriverà!2 punti
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Anche nel piccolo della Numismatica il valore umano fa la differenza per esempio permette di avere una sala piena.2 punti
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Il ritorno di un capolavoro assoluto: Rosso Fiorentino a Volterra, la Deposizione restaurata1 punto
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Sono monete molto Rare soprattutto in alta conservazione Rarissime. Il 1795 non ha il punto prima e dopo la data e lo stemma del 2°tipo. Il suo è superiore alla media dire un buon BB nell'insieme o qBB/BB+ l'unicorno si vede bene e non è sempre cosi. Bel pezzo venduto ultimamente sui 500 euro in conservazione inferiore, non ricordo bene quale asta.1 punto
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Ciao Viganò, ho trovato, tra i vari link proposti in vecchie discussioni, un tuo intervento al riguardo al quale segue pronta risposta del buon @Alberto Varesi Riposto sia il link che uno screenshot del punto in questione1 punto
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Sì Andrea. Anche. La differenza è che veniva preparato un conio apposito. Per cui c'era sicuramente una parte di coniazione ufficiale. Altrimenti avrebbero continuato a coniare in oro utilizzando i coni dell'argento. Arka Diligite iustitiam1 punto
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SCENA DELL'ANNUNCIAZIONE Colomba raggiante che rappresenta lo Spirito Santo, sotto l'Arcangelo Gabriele aureolato che porge un giglio a Maria inginocchiata su un inginocchiatoio, altro lato, Busto di S. Carlo che tiene nelle mani il Crocifisso.1 punto
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Molto interessante. Qualche giorno potresti uscire con un rilassante scherzetto e dire che uno dei suoi 2 euro ha un rarissimo errore di conio che secondo te la fa valere almeno 2500 €, poi dille di venire qui e chiedere nella sezione in inglese. Ovviamente quando arriva ci avvertirai che è lei, così potremo organizzarci per dire tutti che è vero, e qualcuno anche che secondo lui vale ancora di più.1 punto
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Secondo me è falsa: il FERT originale é diverso, così come il nodo. Allego foto tratte dal catalogo del forum:1 punto
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Credo che l'introduzione lo spieghi: "ultime notizie di numismatica e archeologia". Nella "vecchia" sezione si tratterà di approfondimenti o questioni , qui invece riporteremo le notizie e le novità in numismatica e archeologia. Quindi potremmo parlare anche di notizie sulla numismatica che non sono solo antiche ma anche contemporanee.1 punto
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Discorso che necessita di distinguo importanti. se parliamo di monete moderne ( dal 1800 in poi) monete uniche o rarissime sono frutto di errori o episodi ben circoscritti ( le emissioni di Edoardo VIII che ha poi abdicato ad esempio). Un altro esempio sono gli scudi di Pio VIII di somma rarità perche si ruppe il conio dopo pochissimi esemplari prodotti che fu poi dovuto sostituire. se parliamo di monete piu’ antiche - monete delle quali ci sono pervenuti pochissimi o unici esemplari - questi non nascevano con l’intento di essere prove o - peggio - emissioni di frodo per collezionisti che all’epoca non si interessavano di queste monetazioni bensi esemplari che nascevano in quantità limitate dovute alle contingenze del momento in cui venivano emesse. Parlo ad esempio dei rarissimi scudi e frazionali fatti coniare da Clemente VII fondendo arredi sacri ( e quindi con una percentuale assai cospicua di oro ) durante il sacco di Roma nel 1527. Ma di esempi simili se ne potrebbero fare a decine. non si puo’ Ipotizzare che tali emissioni fossero fatte con un preciso intento di farle nascere rare di proposito ma bensi lo sono divenute grazie a circostanze di necessità.1 punto
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Una frecciatina...non andate a verificare gli esemplari da lire 5 del 1901 presenti al Museo della Zecca e al Museo nazionale Romano..Sono dei pacchiani falsi..Gli originali VERI del 1901, sono spariti chissà dove...ma questo fatto ovviamente a certi personaggi non andava che si sapesse troppo in giro. E per dissipare ogni dubbio la falsità è stata confermata non da me ma da una numismatica di fama internazionale... meditate gente...meditate..1 punto
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All’epoca no. ma studi specifici, pubblicazioni, attività pluriennale da commerciante questo si. cmq. nessuno nasce imparato. Io ho rischiato di laurearmi in numismatica classica ed i nostri corsi erano teorici (un corso monografico specifico su 7n certo periodo o tematica ed una parte di storia e tecnologia) ma anche tanto pratici visto che l’università aveva raccolte numismatiche e passavamo le giornate in istituto a catalogare. oltre a ciò, sempre da studenti, ci facevano partecipare a campagne di inventariazione e catalogazione di musei e scavi. se sopravvivevi passavi a fare dei piccoli studi storici o archeologici a seconda della branca di studi. poi, purtroppo o per fortuna son passato ad archeologia del territorio e son rimasto indietro di 30 anni di studi. Ed eccomi qui, bestia caudata, ignorante e semibalbuziente.1 punto
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Se c'è l' annullo di arrivo a Treviso è viaggiata come posta aerea. Ipotizziamo questo tragitto e vedrai che non mi sbaglio. Parte dall' aeroporto di Mogadiscio in data sconosciuta ed arriva all' aeroporto di Treviso il 18.5.61, ..e da Treviso viene instradata per Parma per la consegna in data ignota. Quando non ci sono gli annulli mancano sempre informazioni importanti. Piena di anomalie, si salva in calcio d'angolo con quell' annullo di Treviso. Bella comunque.1 punto
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Concetto per me fumoso.... Tu parli delle collezioni post Novecento , cosa c'entra ora la legge del 1909 ? Credo che per te come per tutti sia più importante non morire avvelenati da botulino o da altre cose per mancanza d'igiene, dovuto magari alla non conoscenza ed esperienza del soggetto che lavora nel settore degli alimenti. Comunque se hai a disposizione 3.000€ per una moneta, potrai tranquillamente permetterti la consulenza di più esperti, in tal modo potranno verificare i tuoi dubbi. Questa discussione sembra (ma posso sbagliarmi) fatta sullo stampo delle altre in materia di complotti/cospirazioni. Cerchiamo di essere costruttivi. Se poi crediamo che le monete antiche sono un prodotto artefatto dell'800/'900 allora non le collezioniamo e passiamo a quelle contemporanee, ma lasciamo vivere in pace chi ha altre idee in merito.1 punto
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Iulia Mamea riuscì persino a convincere il figlio Alessandro Severo a far esiliare la moglie Orbiana , temendo da parte sua un eccessivo controllo del potere decisionale.. e ci sarebbero altri 1000 esempi da citare, ma l unica donna ad aver effettivamente vestito la porpora imperiale fu Galla Placidia, altro personaggio ambito nel mercato numismatico.. Molto gradevole, fatto bene 👍1 punto
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PS: come ogni lavoratore/professionista tutti per farsi un nome debbono fare la gavetta e un pezzo di carta (seppur necessario o utile) non ti potrà mai dare l'esperienza sul campo. Inoltre ci facciamo tanti problemi se un perito abbia o non abbia fatto un esame abilitante: e allora mi domando in quanti mestieri esistono questi esami abilitanti ? Per il fornaio ? Per l'impiegato ? Per il salumiere ? Per il macellaio ? ... Eppure moltissimi di questi maneggiano cose molto più importanti delle monete , perché se non si osservano le prescrizioni (igienico-sanitarie ad esempio) ci potranno essere delle conseguenze molto gravi.... Quindi se pretendiamo "certezze e sicurezze" partiamo prima dalle cose importanti!1 punto
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Complimenti @Pxacaesar per la tua moneta, molto bella. Anche Agrippina Minore non sfigura nel gruppo.1 punto
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Veramente bello ed espressivo il tuo sesterzio , davvero un' ottimo acquisto . Le Auguste in numismatica , come anche quando erano in vita al fianco dei mariti , ricoprono generalmente una parte secondaria del collezionismo numismatico , si da piu' la preferenza agli Augusti e questo e' un "errore" perche' le Auguste a volte influirono anche nelle decisioni dei mariti come Giulia Domna con Settimio Severo o Faustina II che segui Marco Aurelio nelle campagne germaniche , tanto per citarne alcune .1 punto
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Credo che, però ,sia indispensabile fare luce sulle caratteristiche che differenziano gli originali dai riconi postumi.Non lo faranno mai i commercianti,possono farlo solo gli studiosi e quelli che hanno visionato bene molti esemplari di questa moneta . Lo so che potrebbe scoppiare un putiferio,denunce,cause di risarcimento, rischio di chiusure di aziende...,ma questo delle 5 lire 1901 è un argomento affrontato a metà,non è giusto che rimanga così.1 punto
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Il Katane è semplicemente più consumato e l'usura crea questo strano effetto. Il Gela è chiaramente diverso. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Per questa quoto in pieno @vwgolf Persino le coroncine del diritto hanno i rilievi perfetti! ... anche gran bella foto....1 punto
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se il prezzo è abbordabile potresti avere una moneta che potrebbe far gola ad una nicchia di mercato diversa e dato che si tratta di una moneta comune potresti attendere altra occasione per prenderla intonsa. saluti1 punto
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indubbiamente un fdc.. probabilmente anche con fondi speculari da verificare.. quel difetto di conio è abbastanza evidente e a me personalmente darebbe un po fastidio.. ne ho una simile del 1861 e un po di anni fa la pagai 120.. ma praticamente perfetta senza difetti.. da capire poi se è stata lavata o meno1 punto
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Salve,non vorrei mettere in dubbio la parola dell' esperto Savoiardo, ma non potrebbe essere questo grosso sempre di CE I? Lo trovo più somigliante 😊 https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CE1/191 punto
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A me sembra soltanto un effetto della luce e dello scontornamento digitale dell immagine ..1 punto
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Sinceramente ho qualche dubbio che quelle rose siano fiorite lungo le rive dei puzzolenti canali veneziani. Il motto Rosas super rivos aquarum è tratto dalla Sapienza/Ecclesiastico : In me gratia omnis viae et veritatis, in me omnis spes vitae et virtutis : ego quasi rosa plantata super rivos aquarum fructificavi.1 punto
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Incredibilmente si conosce già la moneta commemorativa di Monaco 2024! Nessuna informazione sulla data di emissione ma il fatto che siano già in produzione fa pensare ad una uscita molto prossima: https://www.numismatica-visual.es/2023/11/aqui-tienes-la-moneda-de-2-euros-cc-monaco-2024/1 punto
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Concordo con il buon giudizio di chi mi ha preceduto ed aggiungo che il 2 lire ha pure uno sdoppiamento del naso del Re, una curiosità in più che potrebbe appassionare chi cerca questo genere di cose. Saluti.1 punto
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Buongiorno, premesso che quelle asperità ad ore 12 potrebbero avere più genesi, potrebbe essere un danneggiamento del tondello ante battitura, sicuramente @andrea78ts potrà dirti di più del sottoscritto, per quanto riguarda la conservazione secondo me ad SPL non ci arriva nonostante i rilievi siano buoni , io direi un BB+, ci sono tanti graffietti nei campi che ne tirano giù lo stato conservativo, mio parere naturalmente che conta poco, senti i più esperti. Saluti.1 punto
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Salve, volevo mostrarvi questo Sanpietrino 1796 Perugia, molto particolare1 punto
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