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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/17/23 in tutte le aree

  1. Buongiorno a tutti, aggiorno questa interessante discussione di @dareios it punto di riferimento per tutti gli amanti dei Cavalli Aragonesi. Posto uno degli ultimi esemplari entrati in Collezione Litra68. Vi dico con soddisfazione che ne ho un discreto numero in collezione e ognuno per me unico in sé. Aspetto vostri graditi pareri. Saluti Alberto
    7 punti
  2. Buonasera a tutti, è da tempo che meditavo di aprire questa discussione. Ne avevo parlato in privato con due Amici che sono presenti in Sezione i quali mi hanno incoraggiato ad affrontare la tematica. Li ringrazio pubblicamente, @Raff82 e @gennydbmoney. Sicuramente c'è ne sono altre che hanno affrontato più o meno lo stesso tema anche se dal solo punto di vista del doppio punto. Questa discussione invece vuole essere un contenitore di tutte quelle monete che presentano, passatemi il termine, " anomalie di punteggiatura". Quindi sia monete con punti in più rispetto alla regola o in meno o del tutto assenti. Man mano che presenteremo le nostre monete potremmo avanzare delle ipotesi. Poi se abbiamo delle certezze documentabili ancora meglio. Ricordo il mio primo 4 cavalli di Ferdinando IV, credevo di aver fatto una scoperta sensazionale, un affare per pochi spiccioli una rarità, purtroppo così non fu, alcuni amici collezionisti più esperti mi diedero subito la sentenza... ESUBERI. Da allora ho giustificato con questa parola gran parte delle monete che ho visto, ovunque ci fossero dei puntini sparsi o adiacenti ai presunti punti li ho etichettati come tali. Ma quando invece poi il doppio punto è pulito, quasi perfetto allora sarei più propenso a definirlo reale. Siano essi verticali che orizzontali. Ne approfitto per postare una mia piastra del 1857 Ferdinando II che presenta un punto punto in più sul valore. Sembra G : 120. Il conio si presenta pulito, non noto esuberi sparsi o localizzati e questo mi lascerebbe propendere per un doppio punto. Cosa ne pensate? Saluti Alberto
    5 punti
  3. Condivido volentieri. Lotto 70 Nomisma Aste - Asta 4 - Da ASSAB all'AFIS. Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) 4 Bese 1909 Prova - Mont.774 AG UNICO Questo e l'unico esemplare conosciuto del 4 Bese in argento. Nella sua ultima opera Prove e Progetti di monete Italiane, Luppino, al numero 620, la classifica RRRRR senza alcuna indicazione del valore. Proveniente dalla collezione Farouk, re d'Egitto, asta The Palace Collections of Egypt - Soteby e Co. - Londra 1953. Sempre la stessa moneta è transitata successivamente dall'asta Santamaria 1961 n° 683. Grading/Stato: FDC Dall’asta Santamaria citata.
    4 punti
  4. Questo editoriale pubblicato ora da Roberto Ganganelli fa indubbiamente piacere ed è’ dedicato a tutto il Gruppo e ci premia per questi 15 anni di impegno, sacrifici e anche qualche sofferenza per una numismatica aperta, di tanti, di giovani che possa essere considerata un valore e un accrescimento culturale collettivo ! Forza così …
    4 punti
  5. Non metto in discussione la rarità di questa prova, ma - a mio avviso - anche se non "prova", in rame è molto più affascinante:
    4 punti
  6. ciao oggi mentre spulciavo una cassettina. ho trovato questa. Ha fatto un bel viaggio
    3 punti
  7. Buonasera a tutti, aggiorno la discussione con un bel 10 Tornesi 1855 Ferdinando II con un evidentissimo doppio orecchio. Esemplare esitato ieri su Dea Moneta Lotto 234 Asta Valente. Complimenti al possessore, millesimo raro per questo nominale, in ottima conservazione e con questa apprezzabile particolarità. Saluti Alberto
    3 punti
  8. 001 D.tiff 001 R.tiff Ringraziamo Alberto Varesi. E' stato lui a darmi le foto delle monete della Collezione d'Incerti. Un professionista serio e soprattutto sempre disponibile..e credetemi sulla parola..non è da tutti..
    3 punti
  9. Secondo me, tranne il caso specifico di questo 10 tornesi nelle altre monete sono quasi sempre uno più piccolo e uno più grande, oltre alle 56 li abbiamo, anche nella 1815 due punti/rombi tra D e G sempre uno piccolo e uno normale.
    2 punti
  10. Ringrazio Mario @dabbene e tutti i ragazzi del Cordusio per questa splendida iniziativa e anche per avermi permesso di restare a pranzo anche se, non prevedendo di fermarmi, non avevo prenotato per tempo. Non ultimo, un grande grazie perché al momento del pagamento Mario mi ha detto che avrebbe pagato lui per tutti!!! Una cosa per nulla... "scontata"! 😉 Avanti così!!!
    2 punti
  11. Il nuovo governo egiziano decide di mettere all'asta i beni del sovrano spodestato, il cui ricavato sarebbe dovuto andare a beneficio del popolo Tra questi anche la collezione numismatica, la cui vendita viene affidata alla casa londinese Sotheby's, che fissa la data dell'asta al 24 febbraio 1954, al Cairo. Il catalogo dell'asta, denominata "The Palace Collections of Egypt" (il nome di Farouk era stato omesso) offre al lotto 185 di pagina 26 (evidenziato dalla freccia nella foto) 17 monete da 20 dollari d'oro di varie annate, tra cui il 1933, sottolineato in rosso. Non si può dire che quest'asta abbia reso giustizia alla collezione. Come potete vedere, molte monete, vista la vastità della collezione stessa, venivano offerte in lotti, divisi per tipologia, mescolando insieme date e zecche, monete rare e monete comuni Questo, unito alla lontananza del luogo dell'asta (andare in Egitto, specialmente dall'America, nel 1954 non era una passeggiata), alle incerte disposizioni finanziarie, all'instabile situazione politica del paese, ha fatto sì che molte monete non ottenessero un risultato ottimale, pari alla loro effettiva rarità. Un altra complicazione fu data dal fatto che Re Farouk aveva lasciato un conto scoperto con Hans Schulman, commerciante americano, per oltre 300.000 dollari. Alla fine, venne riconosciuto a Schulman un credito di pari importo per acquistare le monete in asta, di cui divenne il maggior acquirente, rivendendole poi in gran parte ad altri collezionisti. @petronius arbiter https://www.lamoneta.it/topic/73794-unaquila-da-7-milioni-di-dollari/?do=findComment&comment=794792
    2 punti
  12. Prosegue la personale ricerca dei volumi del MIR ogni volta che ne capita l’occasione giusta. Questa volta entrato in volume dedicato all’ Italia meridionale continentale - Zecche minori. Fra l’altro una volta aperto ho fatto una piacevolissima scoperta
    2 punti
  13. Salve condivido foto di una cartolina viaggiata di una collezione “Roma” e chiedo maggiori informazioni ai più esperti. Stesso destinatario della precedente. Ringrazio in anticipo
    2 punti
  14. Salve condivido foto di una cartolina viaggiata di una collezione “Roma” e chiedo maggiori informazioni ai più esperti. Ringrazio in anticipo
    2 punti
  15. Salve condivido foto di una cartolina viaggiata di una collezione “Roma” e chiedo maggiori informazioni ai più esperti. mi ha incuriosito la presenza del segnatasse. Perché? Ringrazio in anticipo
    2 punti
  16. Riporto sotto link ad articolo sull'inaugurazione di oggi del nuovo allestimento della collezione numismatica del Museo San Matteo di Pisa. https://pisanews.net/al-museo-di-san-matteo-la-nuova-esposizione-di-monete-e-gettoni/
    1 punto
  17. Da Larissa di Tessaglia, un accattivante esemplare di dracma con al diritto testa di fronte di ninfa ed al rovescio giumenta con puledro ed etnico . Sarà il 6 Dicembre in vendita Vinchon Dicembre 2023 cal n. 51 .
    1 punto
  18. Ciao, oggi con particolare piacere condivido il mio ultimo arrivo che è il decimo sesterzio, ed il primo di un'Augusta, ad entrare in collezione 🙂. Si tratta di un sesterzio di Lucilla (164-182 d.C) recante sul rovescio la personificazione della dea Vesta stante, con simpulum nella mano destra, palladium a sinistra ed altare ai suoi piedi, coniato a Roma. Era la dea del focolare domestico molto venerata sia in privato ma soprattutto in pubblico nei templi a lei dedicati dove le Vestali, sacerdotesse scelte per tale scopo, avevano come compito specifico quello di tenere sempre acceso il sacro fuoco a lei attribuito. Lucilla, figlia dell'imperatore Marco Aurelio e dell'Augusta Faustina Minore, fu data in sposa poco più che fanciulla a Lucio Vero "adottato" come Marco Aurelio da Antonino Pio e designati come suoi successori. Fu il primo caso di due imperatori co-regnanti sul trono di Roma. Era una donna dal carattere forte, con buona cultura ( con un padre come Marco Aurelio, l'imperatore filosofo) ed anche discrete capacità politiche. Alla morte del marito durante una campagna militare ( per una malattia improvvisa, forse la peste antonina o di Galieno colui che all'epoca la descrisse. Dai sintomi descritti si poteva trattare di vaiolo o anche di morbillo propagotosi in tutto l'impero durante e dopo la guerra contro i Parti) fu costretta dal padre, dopo pochi mesi, a sposare un cittadino romano di origine siriana Tiberio Claudio Pompeiano Quintiniano di trent'anni più anziano ( lei e la madre Faustina erano contrarie, ma così fu) console per due volte e molto vicino politicamente a Marco Aurelio. Alla morte di quest'ultimo gli successe il figlio Commodo che entrò subito in contrasto con la sorella relegandola in secondo piano e tenendola lontana dal contesto politico e decisionale. Questo non fu accettato dell'Augusta che ordi' un piano per eliminare Commodo ma lui riuscì a salvarsi ed ovviamente la vendetta fu da par suo. Fece uccidere molti dei congiuranti ed esilio' a Capri Lucilla ( isola di residenza dorata per Tiberio, che fu adibita a luogo di esilio, costrizione e morte da alcuni imperatori, anche da Caracalla) dove di lì a breve la fece uccidere. Era l'anno 182 d.C. ed aveva circa 34 anni. Il sesterzio da esame diretto risulta coniato, centrato, con discreto metallo, buon peso e modulo ed ha svolto con evidenza la sua funzione. Ciò che mi spinto ad acquistarlo è il ritratto sorridente che si può ammirare ( ed anche la sua somiglianza con la madre Faustina Minore) che si contrappone in un certo senso a quello che purtroppo il triste destino, aiutato anche dal suo operato, gli riservo' ..... Condivido anche i miei denari tra i quali uno del Limes. Grazie ed alle prossime ANTONIO 31 mm 24,12 g RIC 1779
    1 punto
  19. Scavi per il teleriscaldamento. A 1 metro e 40 rilucono tessere colorate. Trovato un mosaico antico. Risale alla caduta dell’Impero romano? Nel cuore storico della città di Nevers, in Borgogna-Franca Contea, un affascinante viaggio nel tempo è stato possibile grazie a scavi archeologici prescritti dal servizio archeologico regionale e condotti in queste settimane dall’Inrap – Istituto nazionale francese ricerche archeologiche preventive – , prima dell’installazione di una rete di teleriscaldamento da parte del gruppo Dalkia. Questi scavi hanno svelato segreti nascosti nella topografia urbana di Nevers, dall’antichità fino ai giorni nostri. E uno splendido mosaico pavimentale, che risale ai secoli immediatamente a ridosso del crollo dell’Impero romano. Il terreno, in quel punto, presenta segni di un incendio. La raccolta di materiale organico connesso con la fondazione del tappeto pavimentale consentirà una datazione precisa del reperto. Scavi per la posa in opera di condutture per il teleriscaldamento e monitoraggio archeologico della trincea © Didier Lamotte, Inrap Al centro di questo viaggio nel passato si erge maestosa la cattedrale di Nevers, con le sue due absidi contrapposte di epoche gotiche e romaniche. La presenza del coro gotico orientato rivela una storia di ricostruzione che ha avuto inizio nel XIII secolo, dopo il crollo della parte orientale della cattedrale romanica. Gli scavi archeologici del dopoguerra sono stati fondamentali per comprendere l’impianto del coro romanico occidentale, portando alla luce il battistero e il portale dell’XI secolo. Un’emozionante scoperta è stata fatta a 2,50 metri a sud-ovest del battistero: un antico mosaico, situato in un’ansa del fossato della rete termica. Il mosaico, a una profondità di 1,40 metri, presenta un pannello centrale con rosoni in tessere blu e rosse su fondo bianco. Un motivo a treccia a due fili, associato a un enigmatico simbolo (forse un’ascia), incanta gli osservatori. La datazione del mosaico è ancora avvolta nel mistero, potendo essere antica o contemporanea alla costruzione del battistero nel V o all’inizio del VI secolo. La possibilità di una datazione più recente, fino al medioevo centrale, viene contemplata, considerando il mosaico come parte di una fase di restauro del battistero. Intervento sul mosaico dopo la scoperta © Didier Lamotte, Inrap Ora si cercherà di capire a quale edificio questo arcaico ed elegante pavimento fosse connesso © Didier Lamotte, Inrap Il percorso archeologico continua con il monitoraggio dei lavori in rue du Cloître-Saint-Cyr, testimoniando l’impegno costante nel preservare e comprendere il passato della città. Nel contesto dell’Alta Corte di Nevers, gli antichi edifici del palazzo episcopale rivelano una storia di ricostruzione nel XVIII secolo. Il parco della corte, circondato da un muro, ospita una piscina ricreativa risalente a quel periodo. Il laghetto circolare, con un diametro interno di 5,20 metri, e le tubazioni in ferro per l’approvvigionamento idrico sono tracce tangibili di un passato che, seppur sommerso, continua a raccontare la sua storia. https://stilearte.it/scavi-per-il-teleriscaldamento-a-1-metro-e-40-rilucono-tessere-colorate-trovato-un-mosaico-antico-risale-alla-caduta-dellimpero-romano/ Prescrite par le service régional de l’archéologie de Bourgogne-Franche-Comté préalablement à l’installation du réseau de chauffage urbain par le groupe Dalkia, la fouille intervient dans un quartier situé dans le cœur historique de la ville. Les tranchées d’aménagement, larges de 0,80 m à 1,40 m et pouvant atteindre ponctuellement 3 m, apportent de nouvelles informations sur la topographie urbaine depuis l’Antiquité tardive ou le bas Moyen Âge jusqu’à l’époque actuelle. Sur le sommet de la butte, ce nouveau réseau de chauffage longe le côté nord de la cathédrale puis contourne son chevet roman, traverse le parc du tribunal de grande instance, le parc de l’évêché avant de se raccorder au réseau actuel près du pont de Loire en passant dans l’ancienne église Saint-Laurent. Du baptistère paléochrétien… La cathédrale de Nevers a la particularité de posséder deux chevets opposés, l’un à l’est d’époque gothique, l’autre à l’ouest d’époque romane. La présence du chœur gothique orienté est due à la reconstruction à partir du XIIIe siècle de la partie est de la cathédrale romane effondrée, au niveau de son portail, du baptistère et d’une petite église contiguë. Plusieurs phases de reconstruction auront lieu jusqu’au XVIe siècle. Ce n’est que grâce aux fouilles archéologiques d’après-guerre (la cathédrale a souffert du bombardement de 1944 et nécessitait d’être restaurée) que la disposition du chœur roman occidenté (tourné vers l'ouest) a pu être expliquée, avec la découverte à l’est du baptistère et du portail du XIe siècle. Plusieurs campagnes de fouilles réalisées entre 1947 et 1962, puis plus récemment entre 1989 et 1991, ont ainsi renouvelé les connaissances sur l’histoire et l’évolution de la cathédrale et plus globalement du groupe épiscopal. Actuellement, les vestiges du baptistère et du portail roman de la cathédrale, conservés sous le sol actuel de l’église, sont accessibles à la visite. À 2,50 m au sud-ouest du baptistère, dans un coude de la tranchée du réseau de chaleur, une mosaïque a été mise au jour. Située à une profondeur de 1,40 m, ce sol se trouve sensiblement à la même altitude que les seuils de pierre permettant l’accès à la cuve baptismale. La mosaïque se compose d’un panneau central constitué de rosaces en tesselles bleues et rouges sur fond blanc. Au sud, le bandeau qui borde le panneau central est conservé dans sa largeur. Il montre un motif de tresse à deux brins associé à un symbole (hache ?) au centre des entrelacs. Au-delà du bandeau latéral sud, la mosaïque laisse place à un sol de tuileau rose. Côté ouest, quelques pierres liées par un mortier sont les rares témoins du mur qui bordait la mosaïque. Ce mur est arasé à quelques centimètres au-dessus de l’altitude du sol de tesselles. Les rares tessons de céramique et les charbons de bois (matière pour les datations au carbone 14) découverts dans l’environnement stratigraphique de la mosaïque permettront peut-être de préciser sa date de construction et d’utilisation. Bien qu’une datation antique de la mosaïque soit possible, sa contemporanéité avec le baptistère construit durant le Ve ou au début du VIe siècle est également envisageable. Une datation plus récente, jusque dans le Moyen Âge central, n’est pas à exclure si l’on considère la mosaïque contemporaine d’une des phases de réfection plus récente du baptistère. Suivi des travaux dans la rue du Cloître-Saint-Cyr. © Didier Lamotte, Inrap …au bassin d’agrément du parc du tribunal Le tribunal de grande instance de Nevers occupe les anciens bâtiments du palais épiscopal. Une partie de ces bâtiments furent reconstruits en lieu et place des anciens bâtiments dans la deuxième moitié du XVIIIe siècle. C’est probablement à cette époque que le terrain est rehaussé, remblayé de plus d’un mètre et qu'a été créé le bassin découvert au milieu du parc du tribunal. À l’origine accolés au flanc sud de la cathédrale, le palais épiscopal possède un parc ou jardin ceint d’un mur. L’enclos est représenté sur tous les plans ou cartes de la ville, y compris sur le premier plan cavalier de la cité réalisé par Belleforest en 1575. Les « terres de jardins » noires découvertes sous les remblais témoignent de cet espace. Le bassin se situe au centre du parc actuel. De plan circulaire, il mesurait 5,20 m de diamètre intérieur et est conservé sur une profondeur de 1,10 m. La tuyauterie en fer permettant l’alimentation en eau du bassin est également conservée. Le bassin est encore visible sur les photographies aériennes de l’IGN jusque dans les années 1950. Il est comblé peu après.
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  20. Sei europeista anche in questo🤣
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  21. Un editoriale sintetico, ma che rispecchia la realtà dei fatti che Milano numismatica ha proposto lo scorso sabato a tutti i partecipanti.
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  22. Ecco l'altra Questa la chiudo.
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  23. Buonasera, grazie a tutti per i graditi commenti e sopratutto esaudienti, ho guardato nella scheda del sito e ho notato che nella scheda del 1° tipo non riporta il1795, chiedo quindi a colui del CD che si occupa dell'autorizzazione dell'inserimento delle monete nelle schede, se pensadi volerla inserire lo può fare tranquillamente, credo possa essere utile per eventuali altri casi come il mio , un cordiale saluto . F.P.
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  24. Buonasera a tutti, sul fatto che sia volontario o meno ognuno si fa la sua opinione in piena libertà. Sul discorso esubero sto provando a convincermi che sia come dici tu, però mi frena il fatto che stranamente per una coincidenza si sia venuto a trovare proprio lì. Ti ringrazio per la tua opinione molto gradita come quella degli altri Amici, lo scopo di questa discussione è proprio questo un sano confronto. Saluti Alberto
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  25. Questi punti nei 10 tornesi identificano il periodo, secondo me, assegnati alla repubblica, tutti gli altri doppiopunti sono per riconoscere chi ha coniato cosa, mio pensiero.
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  26. Assolutamente. Alberto non ha davvero bisogno di dare altre ulteriori dimostrazioni di cortesia, disponibilità e professionalità. Merci sempre più rare nel mondo d’oggi.
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  27. Salve. Secondo me, nella moneta di Alberto è da individuarsi un doppio punto. Dobbiamo riuscire a convincerci che, quando abbiamo due punti, in verticale o in orizzontale, belli chiari ed evidenti, con molte probabilità abbiamo a che fare con un segno di riconoscimento dell’ incisore. Si tratta della firma dell’incisore o di chi per lui. Chiaramente, capiterà anche quel raro caso in cui possiamo trovarci di fronte ad una casualità, ma si tratterebbe dell’eccezione che conferma la regola. E la regola è, secondo me e secondo logica, che la punteggiatura sia stata usata abbondantemente per segnare “ volontariamente” le monete, sia quando i punti sono in più sia quando sono in meno. Noi riusciamo ad individuare solo quelle variazioni che si presentano evidenti, chiare, ordinate e precise, ma chissà in quante e quali modalità diverse la punteggiatura è stata usata dagli incisori! D’altra parte, quei “segni” dovevano essere riconosciuti da chi li aveva apposti e non da chi aveva la moneta in mano. Di conseguenza, nulla di strano che un punto sia più piccolo o più grande: la firma ogni ogni incisore la realizzava come gli pareva e piaceva! Magari egli puntava proprio a confondere le acque! Come si fa ad incolpare il solito conio ogni volta che incontriamo una variazioni nella punteggiatura? Diciamo, piuttosto, che non ci capiamo nulla! Tutto ciò, naturalmente, se si crede al fatto che le monete venissero “segnate”. In caso contrario…
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  28. Buona Sera, Vedo solo ora questo intervento, purtroppo non posso essere molto assiduo. Come anticipato dall'utente cippiri76 ho espresso in merito alla Sua ipotesi alcuni dubbi. In effetti il Fiorino in esame aveva suscitato il mio interesse in ragione del fatto che esistono (nel periodo da me ipotizzato) sporadicamente semestri dei quali si conoscono nomi e incarichi ma sono sconosciuti i segni. In particolare, considerando l'aspetto del Fiorino avevo pensato di collocarlo tra gli ultimi della serie IX e i successivi della serie X. (anche oltre) Ritengo la possibilità possa trattarsi di una imitazione estremamente remota. riguardo al segno avevo ipotizzato fosse una "foglia di palma con due fiori" ma il nome conta poco. Un confronto con i Fiorini del periodo indicato evidenzia le similitudini e le diversità con le imitazioni prospettate. Fondamentale per comprendere l'arcano, il fatto che nel periodo in esame operano piu' "intagliatori dei ferri" e lo stile delle produzioni è "ondivago". Il modo di comporre le figure con i punzoni può essere imitato, copiare i punzoni meno, lo stile complessivo è personale. Come promesso all'utente cippiri76 cercherò di chiarire con delle immagini la mia convinzione, chiedo un pò di pazienza. cordialità
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  29. Salve. Ho ricevuto altre monete dell’Ucraina che descrivo in questa discussione. Monete da 5 Kopiiok in acciaio inossidabile (4,3 g; diametro 24 mm, spessore 1,5 mm), attratte da una calamita. Il dritto raffigura uno scudo con lo stemma dell'Ucraina, una foglia di quercia davanti e due spighe di grano dietro, il nome del paese in alto e la data in basso. La scritta in cirillico Україна si traduce in Ucraina. A destra della data il marchio di zecca (Incisore: Vasyl Lopata). Il rovescio raffigura il valore al centro con un ornamento di otto foglie di viburno e gruppi di punti intorno al bordo. La scrittura in cirillico 5 копійок si traduce in 5 Kopiikas. Contorno zigrinato. Le monete sono state coniate dalla Banca Nazionale dell’Ucraina a Kiev dal 2001 al 2018, dalla Luhansk Cartridge Factory sempre in Ucraina dal 1992 al 1996 e dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato a Roma, in Italia nel 1992. Le monete di Roma rappresentano la variante con lama centrale larga del tridente e quelle di Luhansk la variante con lama centrale stretta del tridente. Le mie fanno parte della produzione di Kiev. apollonia
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  30. Il 2 franchi 1944 è in argento e anche ben conservato quindi qualcosina di più. Il 2 fr 1989 invece è una moneta ancora a corso legale in Svizzera quindi vale il facciale in quel paese.
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  31. Tu che collezioni numisaltro hai fatto bene a prenderla e di conseguenza lasciarla così. Personalmente ad un prezzo molto basso l'avrei presa pure io, ma solo se la saldatura fosse stata in stagno per farla saltare via. Comunque è stata una coincidenza poterla individuare in questi giorni, come per le monete del Canton Ticino della prima metà dell'800, volevo vedere su Numista se erano state coniate monete in lingua italiana per il Tirolo, e mi sono ricordato della zampa e di quelle rosette 20 Kreuzer - Andreas Hofer - County of Tyrol – Numista
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  32. sì le ho lette. Il messaggio se non erro lo avevo postato prima
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  33. Spiega meglio cosa esattamente vuoi sapere e, se possibile, il perchè. Sei andato a leggere le informazioni sul sito NIP, come ti avevo suggerito? Arka Diligite iustitiam
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  34. Variante con errore di legenda RENGNI
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  35. Ma certamente, si tratta comunque di un esemplare di grande rarità e prestigio di cui essere orgogliosi 👏🏽
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  36. Purtroppo per chi le possiede, e per fortuna per chi le ricerca, le monete Toscane di grande rarità non raggiungono quotazioni elevate perché vengono normalmente collezionate per tipologia e non per data. Questa regola ha pochissime eccezioni, chiaramente concentrate sui monotipi. Il Francescone del 1830 ad esempio ne è una testimonianza, rarissimo e davvero molto costoso se sopra il BB. E questa tipologia qui rappresentata, sia essa R3 o financo R4, non fa eccezione. Un esemplare del 1799, considerato di analoga rarità, in BB+, quindi di simile conservazione, all’asta Inasta 44 del 2012 fece soltanto 230 euro più diritti. Anche oggi, secondo me, la situazione più o meno non è cambiata, anzi forse con la caccia al FDC che c’è, potrebbe anche valere qualcosa di meno.
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  37. Sembra un 20 kreuzer del Tirolo dei primi dell'800.
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  38. Il tumulo visto dal drone in una foto scattata per preparare i sopralluoghi archeologici. Herlaugshaugen è menzionata nelle saghe reali di Snorre come l’ultima dimora del re Herlaug. @ Foto Hanne Bryn, Museo della scienza NTNU Quest’estate gli archeologi e uno specialista di metal detector hanno effettuato una piccola ricognizione dell’Herlaugshaugen a Leka, nel nord del Trøndelag, in Norvegia. Il fine? Trovare indizi che supportino l’ipotesi che sotto questa collinetta poco distante dalle acque ci possa essere una nave utilizzata come sepolcro per un re. Il tumulo di Herlaug ha un diametro di oltre 60 metri ed è uno dei tumuli più grandi del paese. Esso fu oggetto di tre scavi asistematici e predatori durante la fine del XVIII secolo. Secondo i rapporti furono rinvenuti, tra le altre cose, un muro, chiodi di ferro, un calderone di bronzo, ossa di animali e uno scheletro seduto con una spada. Lo scheletro fu esposto alla Trondheim Katedralskole, come re Herlaug, ma nessuno sa dove sia finito. Anche tutti gli altri reperti sono scomparsi. Si dice che il calderone di bronzo sia stato fuso per ricavare fibbie per scarpe. Quindi già si sapeva che il tumulo era un complesso tombale antico. Ma gli archeologi hanno voluto capire, con i recenti sopralluoghi, se esistano, sotto la collinetta, materiali metallici e lignei che possano confermare l’idea che la grande sepoltura fosse avvenuta su una nave. Le indagini del 2023 sono state svolte per conto degli Archivi nazionali e in collaborazione con il comune della contea di Trøndelag. Gli archeologi si sono rallegrati quando hanno trovato grandi rivetti – connessioni metalliche che si chiudono saldamente, senza che possano essere smontate o che possano sfilarsi – che hanno confermato che si trattava di una nave sepolcrale. L’entusiasmo non si è smorzato quando sono giunti i dati del radiocarbonio, per la datazione delle assi della nave. L’archeologa mostra uno dei rivetti della nave. Alle sue spalle, il rilievo del tumulo. @ Foto Hanne Bryn, Museo della scienza NTNU Il tumulo è stato costruito circa anno 700 d.C È durante il periodo noto come periodo merovingio, che precede l’era vichinga. È una datazione molto emozionante, perché sposta tutta la tradizione delle sepolture delle navi – in Norvegia – piuttosto indietro nel tempo. Fino ad ora si è infatti ritenuto che questa pratica funeraria, riservata evidentemente ai rappresentanti apicali dell’élite, fosse, in Norvegia, avvenuta a partire dal periodo vichingo. Un momento del saggio archeologico: la rimozione delle zolle@ Foto Geir Grønnesby, Museo della scienza, NTNU. Le navi funerarie erano imbarcazioni che ospitavano i resti mortali di un defunto insieme ai suoi averi. Questo antico rituale funebre era praticato nell’Europa settentrionale tra il VI e l’VIII secolo, sia nella Scandinavia dell’Era di Vendel che tra gli Anglosassoni, i Franchi nell’era merovingia, i Vichinghi, i Rus’, i Balti e occasionalmente anche dagli Egizi. Per i popoli germanici, questo tipo di cerimonia funebre rappresentava un grande onore, considerato come un passaggio privilegiato per accedere al Valhalla. Uno dei rivetti della nave, trovati durante l’indagine 2023.Il rivetto è un elemento meccanico di fissaggio non smontabile. L’unico modo per rimuoverlo è distruggerlo. @ Foto Hanne Bryn, Museo della scienza NTNU Geir Grønnesby, archeologo e responsabile del progetto delle indagini presso il Museo delle Scienze NTNU, sottolinea l’importanza di questa scoperta nel contesto della storia marittima della Scandinavia. La costruzione di una nave così grande implica competenze marittime avanzate, suggerendo che la regione possedesse tali capacità molto prima di quanto precedentemente ipotizzato. Questa scoperta getta nuova luce sulla discussione su quando e perché ebbe inizio l’era vichinga. Il tumulo di Herlaug, oltre a essere una sepoltura di straordinario significato, simboleggia anche potere e ricchezza. Tuttavia, Grønnesby sostiene che questa prosperità non derivi esclusivamente dall’agricoltura di Ytre Namdalen, ma piuttosto dal commercio e dalle attività marittime a lunga distanza. Il supporto a questa teoria arriva anche dall’archeologo Lars Forseth del comune della contea di Trøndelag, che ha partecipato alle indagini delle settimane scorse. Egli evidenzia l’importanza della posizione lungo l’ormeggio della nave, suggerendo che il trasporto di merci lungo rotte sottovento – evitando cioè il più possibile la furia del mare aperto – potrebbe essere cruciale per comprendere l’era vichinga e lo sviluppo navale pre-vichingo. Il tumulo di Herlaug viene datato al periodo merovingio (circa dal 550 all’800 d.C.), un’epoca scarsa di reperti archeologici, in Norvegia. La regione di Namdalen ospita circa il 10% dei grandi tumuli norvegesi, alcuni dei quali presentano somiglianze con i siti svedesi di Vendel e Valsgärde, noti per le spettacolari tombe di barche. Gli archeologa – in attesa che queste collinette siano oggetto di scavi – si interrogano sulla possibilità di un collegamento tra Namdalen e le aree di Vendel e Valsgärde in Svezia. Grønnesby aggiunge che questi siti svedesi condividono caratteristiche con la celebre sepoltura di una nave a Sutton Hoo in Inghilterra, datata anch’essa al periodo merovingio. La nave funeraria inglese era lunga 27 metri. Nella camera funeraria fu trovato lo scheletro del defunto con una grandissima quantità di materiali, armi, utensili, gioielli d’oro. https://stilearte.it/sotto-quel-tumulo-ce-una-nave-tomba-merovingia-archeologi-risolvono-lenigma-scomparso-lo-scheletro-con-spada-la-datazione/
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  39. Quello che vi propongo è uno stralcio dell'art. 2 del Regolamento provvisorio dell'Amministrazione della Regia Zecca (ASNA, Ministero delle Finanze, busta 2156). Il documento, datato 1° aprile 1813, presenta l'organigramma della Zecca dove, stranamente, non figura il Maestro di zecca. Il testo prosegue con la descrizione dei compiti di ogni figura elencata nel suddetto articolo e, come si è sempre sostenuto, ci furono due incisori principali: "uno per i ritratti" e "l'altro per i rovesci"; "principali" perché, come scrive lo stesso regolamento, "essi avranno de' travagliatori sotto la loro dipendenza, e degli allievi per istruirli". Da altro documento è palesato come il Rega avesse, per la realizzazione di un nuovo conio, il doppio del soldo dell'Arnaud: per il conio del dritto di una piastra il Rega guadanò 300 ducati, mentre l'Arnaud 150.
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  40. Quando mi arriverà la moneta lo farò certamente. Saluti elio.
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  41. taglio: 2 ero cc ERAS paese: slovenia anno: 2022 tiratura: 1.000.'000 condizioni: bb+ città: trieste note: NEWS!!!!! taglio: 2 euro cc paese: finlandia anno: 2018 B tiratura: 1.000.000 condizioni: bb+ città: trieste note: NEWS!!!
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  42. Il « vero volto » di Cesare… Perché gli altri (Tusculum, Chiaramonti, e tutti i ritratti della numismatica ) erano « falsi »? E chi l’ha detto, quando il busto scoperto nel Rodano 16 anni fa ad Arles, dopo tante dichiarazioni tonanti, rimane ancora oggi «presumibilmente » quello di Cesare? Dovremmo accontentarci di un’apparizione spettrale di quel busto su uno schermo, mentre ci propongono già una ricostruzione grafica, come spesso molto deludente rispetto all’opera originale. Trovato durante gli scavi e il restauro del teatro di Terracina… ma in quali circostanze, e quando, tre anni fa, tre giorni fa? Hanno qualche idea della datazione? Potrebbe essere stato fatto durante la vita di Cesare? Mentre questa scoperta strepitosa dovrebbe fare notizia non solo in Italia ma anche all’estero, non trovo niente. Si, una foto sul blog « MIA Terracina ». Forse si tratta soltanto di un teasing prima dell’apertura del sito restaurato al pubblico, o prima che questo busto venga esposto, ma a proposito, forse mi è sfuggito, dove sarà esposto? Per non cadere nella trappola delle teorie complottistiche (mistificazione, immagine creata dall’IA e il busto non esiste, e magari Giulio Cesare non sarebbe mai esistito…), @Vel Satiesho davvero bisogno del tuo aiuto!
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  43. Tornando al tema 15 grani ecco uno stemma reale del 1618. Foto fatta da me 🤓
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  44. Annuncio la imminente uscita di : La circolazione monetaria nel territorio di San Pietro Infine - Una guida introduttiva Davide Fabrizi, Beniamino Russo L’opera, nata nel corso delle commemorazioni per la battaglia avvenuta a San Pietro Infine durante la Seconda Guerra Mondiale, si pone l’obiettivo di illustrare ai giovani ed ai neofiti la storia della circolazione monetaria che ha riguardato il centro attraverso i secoli, dai Sanniti fino all’Unità d’Italia. Il libro ha quindi un carattere prettamente divulgativo, illustrando con immagini e brevi descrizioni, i tipi principali delle monete che sono circolate nelle aree limitrofe. pagine a colori, formato foglio 18x26
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  45. Tutti questi riscontri positivi e di apprezzamento ci inorgogliscono e fanno piacere, credo che questa sia una strada per creare consenso, interesse, nuove passioni, giovani che si accostino alla numismatica sotto la spinta del coinvolgimento divulgativo e anche dell’operativita’ al servizio di tutta la comunità ..
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  46. Grazie. Trovata la discussione e il relativo collage del R con il volto. Un saluto Fabio
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