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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/21/23 in tutte le aree
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Salve. Condivido la mia piastra 120 grana 1838 sottocorona rigato. Riporta la punteggiatura al rovescio, ma, in tutta sincerità, non sono certo sia dello stesso conio di quelle già presenti in questa discussione. Pesa gr. 27,56. la cercavo da qualche anno e solo di recente sono riuscito a metterla in collezione. Non mi pare ne circolino tanti di esemplari e R2 le va, forse, un po' stretto. Saluti.4 punti
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Ciao, oggi condivido un denario dell'Augusta Giulia Mesa recante sul rovescio la personificazione della dea Felicità coniato a Roma. Nacque ad Emesa in Siria, sorella di Giulia Domna moglie dell'imperatore Settimio Severo, madre di Giulia Soemia e Giulia Mamea e nonna dei rispettivi figli di queste ultime cioè Eliogabalo ( 218-222 d.C) ed Alessandro Severo ( 222-235 d.C. ) che grazie al suo operato divennero imperatori. Vero dominus politico e decisionale per diversi anni fu lei ( riuscendo ad influenzare sia il Senato che l'esercito ricevendo il loro appoggio) a reggere le sorti dell'impero. Nel bene e nel male sicuramente una delle Auguste più influenti nella Storia di Roma. Per quanto riguarda la Felicità ( Felicitas) rappresentava per i romani la condizione di vita felice, di benessere in senso lato, che attraverso la sua intercessione assicurava a tutti. Sulla mia moneta è rappresentata stante con patera, un lungo caduceo a mo' di scettro ed altare sacrificale ai suoi piedi. La dicitura della legenda Saeculi Felicitas vuole essere di buon auspicio per tempi presenti e futuri da vivere nel migliore dei modi. Denario coniato, centrato, con metallo accettabile e che ha svolto la sua funzione di moneta. Giulia Mesa non era evidentemente un'icona di bellezza e lo dimostrano i suoi tanti ritratti che si possono ammirare sulle monete giunte a noi che riportano una donna attempata ( le rughe sono quasi sempre ben visibili sul suo volto) molto seria nella sua espressione, quasi accigliata. Condivido anche altri due denari in attesa di aggiungere a questi un antoniniano ed un sesterzio 🙂. Grazie ed alle prossime ANTONIO 18,50 mm 2,85 g RIC 7757 La chiesa dei Santi Luca e Martina ai Fori Imperiali sotto la quale, secondo alcuni studiosi, si trovano i resti del Tempio di Felicitas.4 punti
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Salve. Ancient Nomos Art è un museo di gallerie che presenta monete antiche e mappe di zecca antiche. La galleria delle monete espone l'arte e la storia delle antiche monete greche, romane, bizantine, persiane e medievali battute a mano. La galleria delle mappe delle antiche zecche presenta regioni e territori delle città greche, romane, bizantine, dell'Asia Minore e medievali. I visitatori sono invitati a esplorare, studiare e apprezzare l’Ancient Nomos Art. https://ancientnomosart.org/ apollonia3 punti
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Ciao @Pxacaesar e complimenti per lo splendido sesterzio. Si tratta del primo tipo ritrattistico utilizzato per Lucilla abbinato alla legenda più antica. Se fosse di tuo interesse, t'informo che avevo scritto uno studio su Lucilla e la sua monetazione: https://www.academia.edu/resource/work/448420713 punti
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Buonasera, Posto un grano falso d'epoca. Al rovescio si può notare la legenda retrograda2 punti
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Voglio mostrare questa moneta che ho trovato in una bella qualità, cosa non normale nella mia collezione in cui le monete non vengono acquistate per la loro conservazione, ma per il piacere di inserire nuovi pezzi e poterli studiare o per puro piacere collezionistico... Comunque una moneta bella fa piacere a tutti e in questo caso, anche se si tratta di una moneta che si vede abbastanza sovente, il rapporto della qualità con il prezzo era molto conveniente quindi sono stato molto contento di chiudere il buco che oltretutto fa tipologia, essendo l'unica data di questa moneta. Questa lira è stata battuta in 550.000 pezzi dal nuovo maestro di zecca Pitoé con un conio molto differente da quello delle lire di dieci anni prima, il re si presenta non col Busto corazzato, ma con una testa a collo nudo e lo scudo al rovescio è più tondo e panciuto. Vennero battute in quell'anno anche 250.000 mezze lire con la stessa impronta.2 punti
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Buonasera a tutti, posto un altro dei miei Grani Neapolis Rex. Diametro 28mm Peso 7,46 grammi Saluti Alberto2 punti
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Bene, vedo che dai contributi l'argomento interessa a molti! Quindi vi ricordo l'appuntamento per domani sera alla sede del CCNM con inizio della conferenza alle 21. Combattete la pigrizia vi aspettiamo l'evento è aperto a tutti, nel caso ripropongo i due link per seguire la conferenza in diretta meet.google.com/xss-vtof-eae prima parte 21/11 dalle 21 alle 22 meet.google.com/gpw-ojiq-bir seconda parte 21/11 dalle 22 alle 23 A domani2 punti
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Buongiorno a tutti, Oggi voglio condividere con tutti voi le mie due piastre del 1838 con sottocorona rigato... Il Pin a proposito delle righe scrive, a pagina 87 del suo pregevole lavoro, che sono una diligenza del primo incisore del rovescio, per indicare che lo spazio interessato dalle righe è di colore rosso. Unica differenza tra le due è la punteggiatura al rovescio. Un saluto a tutti. Raffaele.1 punto
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Stavo leggendo questo articolo su un piacevole ritorno in patria di una statua cinquecentesca. https://www.vivienna.it/2023/11/11/madonna-del-soccorso-allasta-tornera-a-nicosia/?fbclid=IwAR0gFan6mgFqYuALiV_vtM5Ck8H4qUpa7LRLu4_Y7ME_np_GZmvuVqvA8t8 Mi ha colpito una frase: "è stato scongiurato il pericolo che l’opera (...) potesse finire nelle mani di qualche collezionista". Il collezionista, questa incredibile piaga del paese.1 punto
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GREEK, TARSOS – 318 BC Alexander III LEGEND SYMBOLS Obv: Youthful head of Herakles facing right, wearing a lion’s skin headdress. Rev: ΒΑΣΙΛΕΩΣ (top), ΑΛΕΞΑΝΔΡΟΥ (right), Zeus Aetophoros seated left, holding eagle in out stretched right hand and scepter in left hand; ΙΙΑΡ monogram before; Θ under his throne. DOCUMENTATION Value: Tetradrachm. Metal: AR Silver. Weight: 17.23 grams. Mint: Tarsos. Date: circa 323-317 BC. Attribution: Price 3036a (same obverse die); Müller 1286. Questa moneta è uno splendido tetradramma postumo emesso in onore di Alessandro Magno. Le zecche regionali di Alessandro continuarono a emettere le sue monete per quasi 200 anni dopo la sua morte, avvenuta nel 323 a. C. Questa moneta è stata battuta nella zecca di Tarso, una città greca di nuova ellenizzazione in Cilicia. Si dice che le monete del tipo di Alessandro fossero così popolari che i suoi successori continuarono a riprodurle come moneta dominante in tutto il mondo ellenistico e si è scoperto che circolavano a grandi distanze, ben oltre la Grecia continentale. In seguito alla morte di Alessandro, l'impero macedone non rimase intero e fu diviso in tre regioni distinte dai suoi generali (si veda il tetradramma di Lisimaco). È interessante notare che le monete postume erano tipicamente coniate insieme a quelle delle nuove città-stato, ma spesso con il nome dei suoi successori aggiunto al rovescio. L'incisione del rovescio di questa emissione non aggiunge il nome del successore ma la legenda ΒΑΣΙΛΕΩΣ o "re", che era una caratteristica tipica di molte monete postume e non si trovava tipicamente nelle sue emissioni in vita, insieme ad ΑΛΕΞΑΝΔΡΟΥ, per "Alessandro" a sinistra di Zeus seduto. Per il resto, le monete postume ricordano da vicino le sue emissioni precedenti, ma con alcune piccole modifiche artistiche e stilistiche, oltre ai consueti cambiamenti di simboli e monogrammi al rovescio in base alle nuove autorità di zecca. Alcuni hanno ipotizzato che le immagini di Eracle sul dritto dei tetradrammi più tardi siano state trasformate per assomigliare a quelle di Alessandro, dal momento che a questo punto le zecche dell'Asia Minore iniziarono a raffigurare i re successori sulle proprie monete. L'immagine del rovescio continua la pratica cilicia di raffigurare il dio greco Zeus Etoforo, seduto in trono rivolto verso sinistra e forse modellato sulla base della statua di culto scolpita da Fidia nel Tempio di Zeus a Olimpia. Da https://ancientnomosart.org/exhibits/greece-tarsos/ apollonia1 punto
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Di recente ho scoperto, quasi per caso, questo interessante progetto divulgativo promosso da Bolaffi. Per ora ho visto soltanto il video riguardante i moti risorgimentali del 1848 e la nascita dei governi provvisori di Milano e Venezia ma devo dire che l'ho trovato ben fatto. Vi lascio il link, sperando che anche voi lo gradiate:1 punto
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Guardavo sul forum e con stupore ho notato (se ho cercato bene) che non abbiamo parlato di questo brano: Da beatlesiano convinto non posso che dire, citando un altro grande artista che mi e' nel cuore: "Tu chiamale, se vuoi, emozioni". Emozioni "Four" ever❤️ Ciao. Stilicho1 punto
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Carissimi amici del forum, dopo qualche anno di crisi, sia personale che collezionistica, ho deciso di riiniziare con maggiore calma, con più studio e ponderazione l'unico hobby che mi abbia mai appassionato. pertanto non me ne abbiate se vi proporrò anche monete comuni, per riflettere insieme a voi sui singoli pezzi che mi passeranno tra le mani durante le risistemazione della mia collezione.... Oggi vi propongo una moneta in bronzo (95% rame, 4% stagno e 1% zinco) coniata a nome di Alfonso XII di Borbone (figlio dell'esiliata Isabella II) nell'anno 1878 in ben 68.740.000 esemplari dalla ditta Oeschger Mesdach nella sola zecca di Barcellona (indicata dalle stelle ad otto punte). Mi fareste cosa gradita se commentaste il pezzo ed ampliaste le mie conoscenze sullo stesso. Grazie mille! Auriate1 punto
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Tiara, mestolo, romana, imperiale, CIA COLO, il grosso del lavoro l’hai fatto tu. PERMISSV CAESARIS AUGVSTI , con il permesso di Cesare Augusto. Circa mezzo pollo…1 punto
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Buonasera, Ferdinando II Tornese Uno 1835 con un punto in legenda al dritto che non dovrebbe essere li in quel punto: Fra REGNI e VTR1 punto
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Taglio: 10 cent Paese: Vaticano Anno: 2002 Tiratura: 84.000 Condizioni: bb Città: Napoli1 punto
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Orgoglioso di essere con la mia compagna in questo importante numero! Certo, l'anteprima è molto piccola, ma interessante!1 punto
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Oggi è venuta a trovarmi C., figlia di storici amici di una vita. da tre mesi si è trasferita in un’altra città per frequentare l’università. Ha scelto qualcosa relativo a storia ed archeologia. da settimane ha iniziato a frequentare numismatica. Dice che il suo prof. è fantastico, bravissimo, appassionante. È estasiata dal fatto di poter prendere in mano monete originali DELLA COLLEZIONE PRIVATA DEL PROFESSORE che ha messo a disposizione degli studenti molte monete di varie epoche e provenienza. <mod. Polemica: on> Ah, questi collezionisti che nascondono i beni culturali che dovrebbero essere di proprietà della collettività per biechi motivi di egoismo narcisistico, non come lo Stato che lui si sa come mettere a disposizione le tante risorse a disposizione per studenti studiosi ed appassionati come nessuno sarebbe mai in grado forever <mod. Polemica: off> abbiamo parlato di numismatica, ha visto i miei libri ed articoli stampati. Le ho fatto vedere le poche monete in mio possesso e, soprattutto le mie tessere. le ha prese in mano, le ha lette, ha voluto sapere scopi e significati di scritte ed immagini. Non ha perso un colpo. Alla fine se ne è andata e le ho regalato la moneta che le piaceva di più. serve di più a lei che a me. Le favole greche terminavano con la frase : “o mythos deloi” : la favola insegna. la Numismatica è viva ed attraente anche tra i giovani. La Numismatica antica, per giunta che richiede studio e dedizione: basta anche ci sia qualcuno che la sappia comunicare con scientificità e passione, che ne faccia cogliere la profondità e la bellezza. Ma servono queste figure “come Alberto Angela ma per le monete” dice C. che sappiano avvicinare i giovani. quindi la cosa non è una faccenda da vecchi bacucchi come mi ha detto un bambino appassionato di carte Pokemon ( prima di rimanere affascinato da un follis di Giustiniano è da un denario repubblicano col dromedario). È vitale ed attraente e non solo per motivi di vil denaro ma di conoscenza. l’osservazione diretta del materiale è anche l’altro elemento che affascina. Sei attratto dalla bellezza e poi cadi nei legami della storia, degli eventi, dell’economia. sapere che una monetina dei Tolomei è servita per acquistare beni e servizi e dopo centinaia di anni è finita insieme a monete tardoantiche in un magazzino e poi ritrovate da soldati italiani durante la guerra di Libia mentre scavavano una trincea fa un certo effetto e crea un legame tra passato e presente che ci lega indissolubilmente a questi oggettini.1 punto
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Ciao @Anonyme confermo il sesino per Piacenza di Carlo Emanuele III Tipologia con corona grande...1 punto
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Ciao, sembrerebbe Filippo III e probabilmente 1611 con quei I I . ma aspetta altri interventi.1 punto
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Magari nei caveau, le casseforti sarebbero state piccole per dei quantitativi mostruosi, dovevano servire anche per la sostituzione dei biglietti di banca precedenti dalla fine dell'800 in poi. In buona sostanza dovevano fornire con quantitativi consistenti tutte le Banche d'Italia che si trovavano in tutti i capoluoghi di provincia ed in più sino agli anni '60 anche le succursali in tante cittadine di provincia. Un lavoro immane di distribuzione su tutto il territorio italiano con mezzi e strade degli anni '40 se non più vecchie, per essere in grado lo stesso giorno di soddisfare il cambio e le richieste (banche private comprese). Stessa sorte per il 5.000 lire marinare (dec. 17 1 1947), fu possibile produrre il 5.000 testina sino alla sostituzione con il contrassegno medusa, entrambi i tipi in circolazione a far tempo del 2 luglio 1951.1 punto
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Eccoci all'ultima moneta ... la "D". Anche questa è cinese ... un'altra moneta da 1 Cash "Yuan You Tong Bao" (元祐通寶) della dinastia Song settentrionale databile tra il 1086 e il 1093 d.C. La differenza tra i caratteri (che pure hanno lo stesso significato) è determinata solo dalla tipologia di scrittura: nel caso della "C" è stata la cosiddetta scrittura "corrente" o "comune" (dipende dai testi), mentre nel caso della "D" hanno usato la scrittura "del sigillo". La scrittura di tipo sigillare (zhuànshū 篆書) sembra sia la più antica tra quelle ancora utilizzate. Si tratta sostanzialmente di una scrittura che è stata adattata dai caratteri arcaici, creata per poter avere una forma stilistica adatta a poter essere incisa sul bronzo o sulla pietra. Oggi, la scrittura a caratteri sigillari, viene usata nei sigilli e nella scrittura (prima era usata solo per le incisioni ). Ance in questa moneta, nel retro mancano ( o sono consumati ), eventuali segni identificativi per la zecca di produzione. Posto la fot di un esemplare in buone condizioni.1 punto
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Ciao @Ross14grazie per il tuo intervento, le spiegazioni e l'indirizzo del tuo studio che leggerò senz'altro con molto interesse 🙂. ANTONIO1 punto
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Interessante, sia per il peso, in pratica nella norma, sia per la presenza della data al dritto ed al rovescio. Saluti.1 punto
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In questa dramma Larissa lascia il posto a una scena della lotta contro il toro. D/ Tessalo nudo in lotta con petaso che vola al vento e mantello sulla spalla, che tiene una fascia attorno alle corna del toro in corsa verso destra. R/ Cavallo a briglia sciolta che galoppa verso destra; ΛΑΡ sopra e IΣΑΙΑ sotto, il tutto all'interno di un quadrato incuso poco profondo. Questa moneta di epoca classica presenta una vivace scena d'azione che illustra il passatempo tessalico della lotta con i tori, uno sport che si pensa fosse associato all'onore e all'importanza mitica. Entrambe le facce di questa magnifica moneta rappresentano il gioco della festa noto come Taurocatàpsie*. Il gioco richiede che un giovane nobile o "toreador" salti dal suo cavallo al galoppo e lotti contro il toro a piedi nudi con l'aiuto di una fascia passata intorno alle corna del toro. Forse la moneta stessa suggerisce che un successo del lottatore elevava il suo status di eroe mitologico agli occhi dei Tessali? Il dritto della moneta raffigura il lottatore tessalo in azione che afferra il toro in corsa per le corna. Il rovescio raffigura il cavallo senza cavaliere che prosegue al galoppo, forse verso la stalla. Monete praticamente identiche furono battute da tutta la Tessaglia in questo periodo e testimoniano l'unione di questa antica città-stato greca. * Taurocatàpsie s. f. pl. [dal gr. (τὰ) ταυροκαϑάψια, neutro pl., comp. di ταῦρος «toro» e καϑάπτω «afferrare»]. – Gioco e rito religioso di probabile origine micenea, ben testimoniato per la Tessaglia, donde si diffuse, spec. in Asia Minore: consisteva nella caccia di un toro, eseguita da persone a cavallo, non per ucciderlo, ma per legarlo, balzandogli sopra. Da https://www.treccani.it/vocabolario/taurocatapsie/ apollonia1 punto
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Assolutamente no! il 3 aprile del 1968 ero in tutt'altro posto! ho un alibi di ferro!1 punto
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Salve, è un bronzo di Colonia Patricia, provincia di Betica, per Augusto. Al rovescio un apex ed un simpulum. https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coins/1/1301 punto
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Grazie Tiziano per il prezioso feedback!! E' vero, anche in Spagna la pubblicazione sta riscuotendo un ottimo successo. Vista la tematica trattata era prevedibile un interesse non solo da parte della platea strettamente milanese. Certo, da loro il "nostro" Carlo V Imperatore era Carlo I Re, ma questo è un altro discorso Inserisco di seguito il collegamento alla video-recensione realizzata da Adolfo Ruiz Calleja, direttore di Blog Numismatico.1 punto
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Principi e tesori dell’antica Dacia Alle Terme di Diocleziano più di mille opere da 47 musei della Romania per la prima volta esposte in Italia Testa dalla tomba principesca di Peretu (un particolare), Bucarest, Museo Nazionale di Storia della Romania Oltre mille oggetti, datati fra l’VIII secolo a.C. e l’VIII secolo d.C., selezionati per la mostra «Dacia. L’ultima frontiera della Romanità», aperta dal 20 novembre presso le Terme di Diocleziano, illustrano l’evoluzione storica dell’attuale Romania. Fino al 21 aprile 2024 sarà possibile visitare l’esposizione allestita presso le Terme di Diocleziano, una delle quattro sedi del Museo Nazionale Romano (Mnr), insieme con Palazzo Massimo, Palazzo Altemps e Crypta Balbi. Qui, con la cura di Ernest Oberlander, direttore del Museo Nazionale di Storia della Romania di Bucarest, e di Stéphane Verger, direttore del Mnr, saranno visibili fino al 21 aprile le oltre mille opere, per la prima volta esposte in Italia, provenienti da quarantasette musei della Romania, e poste in dialogo con i reperti del Mnr. L’esposizione è ideale prosecuzione delle mostre di Madrid (Museo Archeologico Nazionale, 2021) e Bucarest (Museo Nazionale di Storia della Romania, 2022), anch’esse dedicate all’approfondimento storico e archeologico dell’antica Dacia, territorio della romanità di frontiera e fondamentale snodo di culture fra Oriente e Occidente. L’occasione espositiva nasce per celebrare un doppio anniversario: i 15 anni dalla firma del partenariato strategico consolidato tra la Romania e l’Italia, e 150 anni dalla costituzione della prima agenzia diplomatica della Romania in Italia. Per questo motivo, l’ingresso alla mostra sarà gratuito per i cittadini della Romania e della Repubblica di Moldova. Elmo di Coţofenești, Bucarest, Museo Nazionale di Storia della Romania La prima sezione della mostra è dedicata alla Dacia romana e il primo oggetto esposto non può che essere relativo alla Colonna Traiana. Sul fusto della Colonna, innalzata nel 113 d.C. nel Foro di Traiano, centocinquantacinque scene a bassorilievo narrano le due campagne daciche, vittoriosamente compiute dall’imperatore Traiano (101-106 d.C.). In mostra è presentato il calco della scena XXXII, spirale V, in cui sono scolpiti tre arcieri daci durante l’assedio da parte dei Romani. Fra i capolavori in mostra, in prestito dal Museo Nazionale di Storia della Romania, figura l’Elmo di Coţofenești, straordinario manufatto in oro, datato al IV secolo a.C., rinvenuto nel 1929 presso Bucarest. Di manifattura tracia, la sua superficie è decorata a sbalzo, con scene di sacrificio. Dal medesimo museo, previene anche la cosiddetta Testa di Peretu, parte del corredo di una tomba principesca. Dal Museo Nazionale di Storia e Archeologia di Costanza, invece, è in prestito il Serpente Glykon di Tomis, scultura in marmo, a tutto tondo, che rappresenta un demone benefico, in forma di serpente con volto semi-umanoide, invocato perché guaritore dalle epidemie. L’opera in mostra è finora l’unica rappresentazione scolpita, a noi pervenuta, di Glycon. Glykon di Tomis, Costanza, Museo Nazionale di Storia e Archeologia. https://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/principi-e-tesori-dell-antica-dacia/144184.html1 punto
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Non li ho piú..ma non dubito di ritrovarlo! Rimane una data rarissima..1 punto
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Proverei a considerare i pesi, sapendo che le monete antiche erano prodotte con pesi rigorosamente tratti dai sistemi monetari adottati dalle singole polis . Lo statere in oro al post 35 di @Vietmimin ha peso di 8,424 g, secondo lo standard attico . L' esemplare 'giallo' di origine della discussione, pesa 5,77 g : se originale, secondo quale standard sarebbe stato emesso ?1 punto
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Non direi; in queste monete bisogna osservare i baffi, la barba, i capelli e l'orecchio del Re: come puoi vedere sono tutti elementi lisci e usurati. Segni di circolazione prolungata della moneta; pertanto è normale che la firma. già poco impressa, sia praticamente scomparsa. saluti1 punto
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Trattasi di tipologia emessa a seguito della nascita dei gemelli Commodo e Fulvo Antonino (rappresentati in braccio alla Fecunditas-Faustina) il 31/8/161. Ai piedi della Fecunditas ci sono le 4 femmine precedenti sopravvissute.1 punto
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Ciao, la moneta del tuo amico da te postata, da quanto è emerso dalla discussione risulta con pochi dubbi non autentica ( indipendentemente se elettrotipo, pressofusa , microfusa o coniata), questo è l'unico dato certo 🙂 ANTONIO1 punto
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Pensaci bene prima di prendere un gatto. Ti farà credere che sia stato tu ad averlo trovato in mezzo alla strada in un cassonetto dentro un gattile. Ti farà credere che sia stato tu ad averlo salvato che incontrarvi sia stata fortuna pura casualità quando invece era lì ad aspettarti quando invece era il vostro appuntamento fin da sempre. Pensaci bene prima di prendere un gatto. In quegli occhi si entra una volta per poi non uscire mai più. Sappi che di quell’amore puro infinito e randagio non potrai mai più liberarti. I gatti amano per volontà non per bisogno, non per istinto i gatti amano per essere liberi. Pensaci bene prima di prendere un gatto che prendere poi, è un termine inadeguato, sciatto. Sbagliato. Un gatto non si prende né si adotta un gatto si custodisce. E ricordarti che dovrai accettare il suo caos la sua elegante arroganza i suoi attimi di smisurata dolcezza prenderti cura della sua solitudine dei suoi momenti di incantevole assenza. Pensati come a un primo appuntamento che ogni istante si ripete. Circondalo di attenzioni, sempre come un amante corteggia la sua dama con dolci parole e infinite carezze. Sappi che ogni istante lui sa dove ti trovi come ti senti e di cosa hai bisogno per essere felice. Pensaci bene prima di prendere un gatto perché nessuno più di lui sa di cosa è fatto l’amore. Parlo del rispetto dei propri spazi e dei propri umori. Parlo del bisogno di nascondersi a volte da tutto e da tutti. Parlo di saper riconoscere quando è inutile insistere perché avvicinandosi a volte ci si perde e di quando insistere, invece è l’unico modo per tornare a stare vicini. Parlo dell’arte di sapersi osservare da lontano dove ogni cosa acquista la sua forma. Parlo di saper riconoscere la meraviglia di volersi entrambi in quei momenti di rara bellezza che rimangono impressi per sempre. Parlo di quando all’improvviso dal nulla più assoluto si accende la follia e si inizia a correre come pazzi a giocare come ragazzini buffi e ridicoli come rendersi conto che la felicità va abbracciata graffiata, protetta. Perché può durare un attimo. Ma soprattutto pensaci bene prima di prendere un gatto perché arriverà il giorno in cui dovrai dirgli addio. E saprà stupirti di nuovo come ha fatto per tutta la sua vita. Mentre non riesce più a reggersi in piedi. Mentre è sdraiato da giorni lì nello stesso punto di casa dove ha scelto di morire. Mentre non vuole nessuno vicino, tranne te. E con le ultime forze ancora ti urla il suo amore. Le fusa che gli escono strane e spente, stonate. Ma che tu ricorderai come il canto più dolce che ti sia stato concesso ascoltare. Non cercare di dimenticarlo quel dolore, di vincerlo. Non si può. Una parte di te si è spenta con lui. Una parte di te, si è perduta, per sempre. ( Andrew Faber )1 punto
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Assolutamente. Alberto non ha davvero bisogno di dare altre ulteriori dimostrazioni di cortesia, disponibilità e professionalità. Merci sempre più rare nel mondo d’oggi.1 punto
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Conferenza al CCNM su storia e misteri del “TESORO DI COMO” Sarà Costanza Cucini a parlare del “Tesoro di Como” e dei vari aspetti della zecca di Milano in periodo tardo imperiale romano a cura della redazione | Tema quanto mai intrigante quello della prossima conferenza programmata dal Centro culturale numismatico milanese: martedì 21 novembre alle ore 20.45, infatti, la dottoressa Costanza Cucini terrà una relazione su La fabbricazione dei solidi del tardo Impero romano: il tesoro di Como e la zecca di Mediolanum. Nel corso di uno scavo condotto dalla SABAP a Como, all’angolo fra Via Diaz e Via Indipendenza, il 5 settembre 2018 venne rinvenuto il famoso “Tesoro di Como”. Lo scavo aveva interessato un edificio tardo antico ubicato fra uno dei cardini e probabilmente il decumano massimo della città romana. Il tesoro era stato occultato all’interno di un contenitore in pietra ollare, chiuso da un coperchio. Al suo interno vennero rinvenuti mille solidi, battuti principalmente in zecche occidentali, assieme ad alcuni gioielli, un frammento di lingotto e alcuni semilavorati in oro. La presenza di evidenti “difetti” in alcuni solidi ha fornito l’occasione per uno studio delle tecniche di fabbricazione delle monete d’oro romane. L’autrice ha così ricostruito la catena operativa all’interno delle zecche tardo romane, con particolare riguardo a quella di Milano (Mediolanum). Costanza Cucini, PhD in Archeologia Medievale all’Università di Pisa, dal 1997 è Chercheur Associé del CNRS in Francia. Dal 1989 si occupa di archeometallurgia. Ha scavato e pubblicato vari impianti di lavorazione metallurgica di epoca celtica, romana e medievale in Lombardia, Liguria e Toscana. Oltre allo scavo archeologico, si occupa dell’analisi dei resti metallurgici, per risalire al processo tecnologico che li produsse. Ha affiancato allo scavo e all’analisi anche la ricerca documentaria negli Archivi di Stato di Milano, Bergamo e Vercelli (sezione di Varallo Sesia) sulle fonti scritte inerenti la lavorazione dei metalli e gli impianti produttivi. Per quanto attiene l’ambito numismatico, per Milano ha studiato i resti archeologici e i documenti d’archivio della zecca austriaca di Via Moscova; inoltre ha studiato la zecca di Gian Giacomo Trivulzio in Val Mesolcina (nei Grigioni). Negli ultimi anni si è occupata della fabbricazione delle monete d’oro tardo romane in base ai solidi del “Tesoro di Como”, per ricostruire gli aspetti tecnologici e la “fisionomia fisica” della zecca tardo antica di Milano. Fra i numerosi siti archeometallurgici da lei studiati vi sono il quartiere dei metallurgisti di epoca celtico romana scavato in via Moneta a Milano, i Piani d’Erna a Lecco, l’officina bronzista in Corso di Porta Romana a Milano, i crogioli altomedievali dal Palazzo Imperiale di Milano. In Liguria, le forge di Genova San Silvestro e di Santa Maria della Passione (epoca etrusca e romana). La conferenza La fabbricazione dei solidi del tardo Impero romano: il tesoro di Como e la zecca di Mediolanum si terrà nella sede del CCNM di Via A. Kramer 32 (citofonare “SEidipiù”) a Milano, aula grande in fondo al cortile a destra. Raccomandando la puntualità, il CCNM ricorda che l’incontro è a ingresso libero e che la sede è raggiungibile con: MM1(Palestro o Porta Venezia); tram 5, 9, 19; bus 56, 61, 81, 90, 92; treni S1, S5, S6. Parcheggi a pagamento verso Piazza Tricolore e Piazza Fratelli Bandiera. https://www.cronacanumismatica.com/conferenza-al-ccnm-su-storia-e-misteri-del-tesoro-di-como/1 punto
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Parliamo di monete antiche e dei nostri diritti di collezionarle! Oggi ho una chiacchierata con Damian Salgado di @Numischannel per parlare delle attuali minacce al nostro hobby e di come la proprietà privata di monete antiche sia essenziale per lo studio della numismatica.1 punto
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DE GREGE EPICURI Moghul e non Morghul, credo. La seconda foto è da ruotare di 180°. Purtroppo, non saprei dire di più.1 punto
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Secondo me una volta si riusciva a mascherare maggiormente la reale quantità di 5 lire 1901 in circolazione, complice forse anche un mercato senza Internet e quindi meno dinamico di quello attuale. Ora, invece, si gioca a carte scoperte e quando vedi la bellezza di 5 esemplari esitati in asta a poche settimane l’uno dall’altro qualche domanda inizi a fartela.1 punto
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Non sanno più come raccogliere soldi.. le casse statali piangono causa super bonus, che è costato miliardi.. e ora individuano queste sacche dove tirar su qualche milione all’anno (se gli va bene).. cadiamo sul ridicolo..1 punto
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Facciamo un esempio in caso di assenza di documentazione. Se vendo una moneta d'oro e ricavo 1.000€, attualmente dovrei pagare 1.000*25%*26%=65€, con la nuova tassazione pagherò 1.000*26%=260€. La logica attuale era quella di tassare con la stessa percentuale delle rendite finanziarie (cioè il 26%) una presunta rendita del 25%. Cosa credibile: l'oro negli ultimi 20 anni è praticamente sempre aumentato, o quasi, quindi se una nonna regalava una Sterlina al nipotino, costui dopo 10/20 anni poteva rivenderla con un guadagno pari o anche maggiore del 25%. Guadagno, se vogliamo, giustamente tassato. Ora però si tassa l'intero valore. E si perde qualsiasi logica. E quindi è una cosa abbastanza ingiusta. È come se tutto il valore fosse un guadagno, praticamente si considera un prezzo di acquisto pari a 0€. Cosa ovviamente impossible. Altra ingiustizia è che se malauguratamente acquisto una moneta d'oro e smarrisco la documentazione, in caso di vendita (e ormai per qualsiasi prezzo di vendita) avrò un notevole danno economico a causa di una tassazione eccessiva e non corretta, in quanto, essendo tassato tutto il prezzo di vendita, pagherò le tasse anche sulla quota del prezzo di acquisto1 punto
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Per gli amanti di monetazione medioevale anconetana, segnalo un nuovo "Inedito". Si tratta di un denaro del peso di gr. 0,62 e diametro di 15,05 mm. La moneta purtroppo è malridotta. Ma ha almeno due particolarità: - la croce nel campo del D/ di forma molto particolare ed inconsueta nella monetazione di Ancona; - nel campo del R/ la classica CVS è completamente diversa. Anziché avere la C sulla sinistra, la V in alto, e la S a destra, abbiamo in questo caso la C a sinistra, la V a destra e la S in basso. Non mi sembra poco. Ho predisposto la scheda nel Catalogo: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-REPUAN/18 Sono ben accetti commenti ed osservazioni.1 punto
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