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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/23/23 in tutte le aree

  1. Buona sera a tutti, È con piacere che comunico anche quest'anno la pubblicazione del nuovo numero di Comunicazione, il n. 82 del 2021, scaricabile dal sito della Società Numismatica Italiana a questo LINK: http://www.socnumit.org/doc/Comunicazione_2023_82.pdf Le spedizioni, ai soci, del cartaceo inizieranno con il mese di Gennaio 2024. Colgo l'occasione per ringraziare gli autori che hanno collaborato con i loro articoli alla pubblicazione. A cura della Redazione Presentazione del volume: Giuseppe Girola (1940-2022) Scritti di Numismatica. Luca Oddone Nuova attribuzione e censimento degli esemplari del denaro di Alba (CN) e del marchese di Savona a 150 anni dalla prima descrizione (1873-2023). Cesare Costantini Le frazioni del grosso agontano: il caso della zecca di Ascoli. Andrea Costantini Ipotesi su una particolare coniazione a nome di Antonio Venier. Matteo De Ascentiis FRANCISCUS SFORTIA: Un capitano di ventura tra la Marchia e Mediolanum. Alessandro Toffanin Nota su alcuni sesini emessi dalla zecca di Pavia durante la dominazione di Francesco Sforza. Antonio Rimoldi BELLO PACEQ INSIGNIS: un ritratto leoniano del 1562, tra propaganda e moda armorara. Mario Veronesi Zecca di Desana: un inedito 16° di patagon. Giuseppe Girola Gettoni utilizzati in Etiopia e nelle colonie dell'Africa Orientale Italiana.
    7 punti
  2. Buongiorno a tutti gli amici del forum, dopo un periodo di assenza dovuto a intensi impegni, torno volentieri a condividere con voi un mio recente acquisto, un sesterzio carino di Faustina II proveniente dall' asta: Dr. Busso Peus. Descrizione moneta dell'asta: Kaiserliche Prägungen Marcus Aurelius für Faustina II. Sesterz 161/164, Rom. Büste / Salus mit Patera auf Thron, davor Altar mit Schlange. 11h. RIC 1667; C. 202. 22.80 gr. 33,5 mm.
    4 punti
  3. Buongiorno a tutti, vorrei condividere con voi uno dei miei ultimi acquisti. Provenienza: Inasta asta 109 Sesterzio Adriano Virtus C. 1464/8 Di solito acquisto conservazioni migliori, ma questa qBB mi ha comunque conquistato per la sua patina.
    2 punti
  4. @GuysimpsonsGuido credo che hai ponderato questa scelta in modo molto attento e scrupoloso, quindi noi non possiamo fare altro che sostenere la tua decisione. E poi qualche pezzo penso proprio che te lo terrai! Quindi ti dico che hai fatto bene e che sei un collezionista molto coraggioso, complimenti! Questo potrebbe poi essere un nuovo inizio per impegnarsi in un nuovo progetto o piuttosto per approfondire quelli già iniziati. Quindi lascia gli eventuali rimpianti alle spalle e pensa alle monete che studierai e/o acquisterai domani. Ciao Guido!
    2 punti
  5. Aggiungo i miei 10 centessimi del 1943 a colorazione "variabile":
    2 punti
  6. Ciao, oggi con particolare piacere condivido il mio ultimo arrivo che è il decimo sesterzio, ed il primo di un'Augusta, ad entrare in collezione 🙂. Si tratta di un sesterzio di Lucilla (164-182 d.C) recante sul rovescio la personificazione della dea Vesta stante, con simpulum nella mano destra, palladium a sinistra ed altare ai suoi piedi, coniato a Roma. Era la dea del focolare domestico molto venerata sia in privato ma soprattutto in pubblico nei templi a lei dedicati dove le Vestali, sacerdotesse scelte per tale scopo, avevano come compito specifico quello di tenere sempre acceso il sacro fuoco a lei attribuito. Lucilla, figlia dell'imperatore Marco Aurelio e dell'Augusta Faustina Minore, fu data in sposa poco più che fanciulla a Lucio Vero "adottato" come Marco Aurelio da Antonino Pio e designati come suoi successori. Fu il primo caso di due imperatori co-regnanti sul trono di Roma. Era una donna dal carattere forte, con buona cultura ( con un padre come Marco Aurelio, l'imperatore filosofo) ed anche discrete capacità politiche. Alla morte del marito durante una campagna militare ( per una malattia improvvisa, forse la peste antonina o di Galieno colui che all'epoca la descrisse. Dai sintomi descritti si poteva trattare di vaiolo o anche di morbillo propagotosi in tutto l'impero durante e dopo la guerra contro i Parti) fu costretta dal padre, dopo pochi mesi, a sposare un cittadino romano di origine siriana Tiberio Claudio Pompeiano Quintiniano di trent'anni più anziano ( lei e la madre Faustina erano contrarie, ma così fu) console per due volte e molto vicino politicamente a Marco Aurelio. Alla morte di quest'ultimo gli successe il figlio Commodo che entrò subito in contrasto con la sorella relegandola in secondo piano e tenendola lontana dal contesto politico e decisionale. Questo non fu accettato dell'Augusta che ordi' un piano per eliminare Commodo ma lui riuscì a salvarsi ed ovviamente la vendetta fu da par suo. Fece uccidere molti dei congiuranti ed esilio' a Capri Lucilla ( isola di residenza dorata per Tiberio, che fu adibita a luogo di esilio, costrizione e morte da alcuni imperatori, anche da Caracalla) dove di lì a breve la fece uccidere. Era l'anno 182 d.C. ed aveva circa 34 anni. Il sesterzio da esame diretto risulta coniato, centrato, con discreto metallo, buon peso e modulo ed ha svolto con evidenza la sua funzione. Ciò che mi spinto ad acquistarlo è il ritratto sorridente che si può ammirare ( ed anche la sua somiglianza con la madre Faustina Minore) che si contrappone in un certo senso a quello che purtroppo il triste destino, aiutato anche dal suo operato, gli riservo' ..... Condivido anche i miei denari tra i quali uno del Limes. Grazie ed alle prossime ANTONIO 31 mm 24,12 g RIC 1779
    2 punti
  7. Sul pavimento della Cappella Borbone - dove riposano le spoglie dei re napoletani - è rappresentato lo stemma borbonico nella sua interezza. Come è possibile osservare nello scudo dei Medici, i gigli sono "male ordinati": 1-2 anziché 2-1. Anche qui la mano di un massone🤣
    2 punti
  8. Ciao, no, non hai chiesto troppo, ci mancherebbe!, il problema è che si tratta di un disegno eccezionalmente "ingenuo", benché ben descrivibile in termini araldici. Scudo semirotondo, posato su manto di porpora frangiato d'oro e foderato d'armellino (i nodi che lo fermano sembrano quelli sabaudi, ma 😉 non lo sono affatto), cimato da corona d'oro all'antica con cinque raggi visibili, gemmata al naturale, dalla quale escono a ventaglio tre piume di struzzo. Questi sono gli ornamenti esterni, disegnati con attenzione a forme e ombreggiature. Ma... ...i problemi vengono guardando i contenuti dello scudo, ossia lo stemma vero e proprio (tutta la mercanzia di cui sopra è accessorio non indispensabile). Il quale stemma si fa blasonare (---> descrivere tecnicamente) solo in parte: troncato: nel 1° d'argento, all'aquila di nero, sostenuta dalla partizione; nel 2° d'oro, al (?) di rosso, sostenuto da tre monti all'italiana affiancati di verde, e accostato in capo da due (?). Cosa sarà mai quel grumo rosso nel 2°? E le due cose laterali a quattro punte: stelle? triboli? o che altro? (il tribolo era un attrezzo bellico elementare, ma di infame efficacia, adatto a fermare cavalli e pedoni). A voler scherzare, qui siamo noi a tribolare davanti a questo disegno! Seriamente: il grumo rosso potrebbe essere un fuoco ardente? Se sì, il volatile che lo sovrasta può non essereun'aquila, ma una fenice. Mitologico uccello che, di solito, mentre sta sul suo nido araldico (--> il fuoco ardente) guarda un sole posto al di sopra di lei. Ma qui di sole non c'è neanche l'ombra (gioco di parole 😫 banale...), e le due presunte stelle non lo sostituiscono di certo. L'insieme lascia una sensazione globalmente "infantile": è privo di sbagli grossolani all'esterno, ma ne fa all'interno dello scudo, dove l'esecutore si è perso forse perché non aveva un buon esempio sotto gli occhi. La scritta al di sotto potrebbe aiutare, "A. G.a(lu)v", dove le prime due lettere puntate sembrano coeve al disegno, mentre le altre paiono aggiunte a posteriori, però... cosa significano (a parte le probabili iniziali A.G.)? I caratteri di scrittura stanno bene con un fin troppo ampio periodo di tempo (a naso, oscillante fra XVII-XVIII e inizi XX secolo). Il supporto, vistosamente piegato e ripiegato fino a perdere parte del contenuto, sembra confermare una vita di qualche secolo/molti decenni. A chi appartiene lo stemma? Impossibile rispondere finché non si capisce bene cosa contiene. Forse (sottolineo forse) l'area di provenienza, se nota, potrebbe dare un aiutino (ma non è detto, purtroppo).
    2 punti
  9. Buonasera a tutti, sono Simone. Il nostro Circolo "Amico del Collezionista" di Civate ha organizzato il convegno Filatelico-Numismatico ANTIQUA, che si terrà dal 15 al 16 Dicembre dalle 9 alle 18 A Garlate (Lecco) presso il Museo della Seta Abegg. Condivido con voi tutte le info di questo evento: Ci sarà la presenza di tanti espositori di Monete, Francobolli e Cartoline. si annovera la presenza di Numismatica Felsinea ( @simonesrt ), espositori che concorrono a comporre la cornice dello storico mercatino del cordusio a Milano, un grande collezionista privato di monete del regno d'Italia e professionisti della filatelia e di cartoline.
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  10. buonasera, posto una medaglia per scoprire in che anni e' stata coniata. penso per reduci. dalle scritte sembra riguardi la battaglia chiamata operazione compass in libia dove fu sconfitta la 10 armata del generale graziani grazie
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  11. DE GREGE EPICURI Mi sa che mi sto specializzando in Gallieno! Questo bronzo pesa 9,68 g e misura 25,5 mm. Al d., busto radiato e drappeggiato a destra, e la scritta: ΠΟΥ ΛΙΚ Γ ΓΑΛΛΙΗΝΟC CΕΒ. Al rovescio, ben 3 personaggi: al centro, una figura maschile volta a sinistra, corazzata, elmata e con scettro; porge la mano ad altra figura maschile posta alla sinistra. A destra invece una figura femminile, con lunga veste, forse sacrificante. Si legge solo, nel giro ed a ore 4-5:..ΩΝ. Qualche incerta indicazione mi ha portato a Nicea. In effetti esiste una moneta di questo tipo: la figura centrale è Gallieno, che stringe la mano a Valeriano (suppongo il figlio, cioè Valeriano 2°); a destra sta Homonoia, cioè la concordia, che sacrifica su un piccolo altare. Classificata come: Lindgren I, 159; Mcclean 7508; Von Aulock 722-723. Ignoro purtroppo il RPC, e non conosco l'eventuale rarità della moneta.
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  12. Ciao @Stilicho, hai ragione non se ne può più di queste abbreviazioni. Seguirò il consiglio da un veterano. Grazie comprendo Buon proseguimento
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  13. Ti conviene telefonare e risolverai il casotto
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  14. Buonasera a tutti, posto uno dei miei ultimi acquisti. Un Denario di Faustina Maggiore con un ritratto almeno per me insolito. O magari è un difetto del conio, verificherò meglio... Al rovescio AETERNITAS, la Providentia con globo e scettro, Zecca di Roma. Catalogazione della casa d'Aste. Diva Faustina Senior (died 140/1). AR Denarius (17mm, 3.21g, 6h). Rome, 146/7-161. Draped bust r. R/ Aeternitas (or Providentia) standing l., holding globe and billowing veil. RIC III 351 (Pius); RSC 32. Near VF A proposito dell' Aeternitas riporto un interessante discussione. Saluti Alberto
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  15. Grazie a tutti per il supporto e i commenti. Sicuramente non "sputerò nel piatto in cui ho mangiato" e non denigrerò il mio passato collezionistico; ho deciso di concentrarmi su qualcosa di meno ampio. I "lati negativi" ( es collezione che non ha mai fine) di una collezione mondiale li sapevo dall'inizio. Forse il fatto di aver dovuto vendere io la collezione di buste filateliche di mio papà mi ha dato la spinta a vendere: erano le mie "bimbe" ma nessuno più di me aveva diritto di venderle.
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  16. Molto bella, la patina è veramente gradevole. Complimenti per l’acquisto!
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  17. Il nome italiano è "splendente comune", e per la precisione è una damigella, non una libellula: sono due sotto-ordini diversi dell'ordine degli Odonata, se ricordo bene
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  18. Ciao, è farai benissimo. Anche io mi sono appassionato da pochi anni e colleziono prevalentemente argenti (sia di imperatori che auguste. Per me sono importanti allo stesso modo ). Da diversi mesi ho deciso di affiancare a questi anche un ( e sarà uno per imperatore, augusta o cesare) pezzo in bronzo, sesterzii per i più comuni e nominali minori quali asse, dupondii o qualche provinciale per i più rari. Con passione, che è quello che muove il tutto e senza fretta, si può sicuramente fare. 🙂 ANTONIO
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  19. eh sì di 1615 ne ho censiti -con questo di Negrini- un totale di 11. e sono per conservazione tutti molto belli. il peggiore -amio modesto parere- e un q.spl
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  20. Veramente bello, grazie per la condivisione 😀
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  21. Sembra di sì, però vuoi mettere una moneta dove si legge chiaramente la data? Anche il 6 poco leggibile..moneta che salirá sicuramente la base d'asta. Non sarebbe neanche sconservata anche se ha una falla nel tondello al diritto.
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  22. Si, Nicea. Il bronzo di @apollonia ha il ritratto e la legenda di Valerinano, questa tipologia esiste anche per Salonina. Valeriano (padre) e Gallieno al rovescio, il terzo personaggio a destra è descritto come un pontifex (?) dal RPC (RPC X, 74508 ) https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/type/74508 edit: The third, togate, figure might be Valerian II. Compare the earlier coins of Septimius, Caracalla and Geta from Prusa as HYpium, where Septimius and Caracalla are in military dress but Geta is togate (RPC V https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/type/6807).
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  23. Gli scavi sono andati avanti per decenni ma oggi questa nuova attrazioni del Vaticano è pronta per svelarsi agli occhi del pubblico in un nuovo allestimento. Si tratta di una necropoli che ha portato importantissime testimonianze sulle usanze e la vita quotidiana di quella che oggi potremmo definire la classe operaia dell’antica Roma. I lavori di scavo e di studio sono durati dagli anni Cinquant fino al 2003, ma oggi questa necropoli è pronta per farci vivere un viaggio all’indietro nel tempo per scoprire come viveva la classe lavoratrice romana in quel periodo in cui il paganesimo cedeva il passo al cristianesimo. Con un percorso autonomo rispetto a quello dei celebri Musei Vaticani, dal 15 novembre 2023 Roma si arricchisce di un’attrazione in più: il sito archeologico del Varco di Sant Rosa in piazza Risorgimento. La nuova attrazione in Vaticano: il Varco di Santa Rosa Tutto ebbe inizio negli anni Cinquanta quando, durante i lavori per la realizzazione di un parcheggio a lato della Basilica di San Pietro, emerse dalle viscere della terra un cimitero intatto e perfettamente conservato in corrispondenza di un tratto della Via Triumphalis. Gli scavi continuarono per decenni e nel frattempo il Varco di Santa Rosa fu chiuso al pubblico perché utilizzato come accesso al parcheggio dai dipendenti del Vaticano. Nel 2006 il varco fu dotato di un ingresso monumentale, opera dallo scultore Gino Giannetti. Sul sito dei Musei Vaticani si può leggere che da ora in poi si potrà accedere da qui direttamente all’area archeologica per visitare la Necropoli della Via Triumphalis. Si tratta dunque di un ingresso più comodo e indipendente che svela preziosi reperti che hanno ora maggiore visibilità e un nuovo allestimento. In vista del Giubileo 2025 tale ingresso dell’area archeologica agevolerà l’accesso di visitatori e pellegrini. Sempre sul sito dei Musei Vaticani è possibile prenotare la visita guidata della nuova necropoli nella formula “Musei & Necropoli o Giardini Vaticani & Necropoli”. Attualmente, le visite guidate si svolgono solo nei giorni di venerdì e sabato. L’esperienza di visita può essere individuale o di gruppo ma con guida obbligatoria. Il percorso archeologico non è al momento adatto alle famiglie con bambini in passeggino e alle persone con problemi di deambulazione o in sedia a rotelle. La necropoli di Porta Rosa: cosa vedere Ciò che è emerso dalla necropoli ha un qualcosa di straordinario. L’area cimiteriale infatti conserva perfettamente le sepolture di migliaia di persone vissute in un periodo tra il I e il IV secolo, svelando così abitudini di vita del ceto medio basso, di cui raramente ci sono giunte tombe intatte. Questa perfetta conservazione è il frutto di un’enorme frana che, attorno al V secolo, ricoprì l’intera area. Siamo dunque in un momento a cavallo tra il paganesimo e l’affermazione del cristianesimo, dunque questa necropoli ci permette di conoscere stili di vita legati alla Roma pre cristiana. Attraverso il percorso possiamo osservare così la tomba di Alcimo, scenografo al Teatro di Pompeo, la cui sepoltura porta le raffigurazioni dei suoi strumenti di lavoro, quella dello schiavo ventitreenne Bitus. oppure ancora quella di uno scalpellino, ritratto mentre è al lavoro nella bottega, assieme al suo cane. Ma tra la gente semplice, spiccano anche tombe di personaggi ricchi, poche per la verità. E’ il caso della sepoltura degli esponenti di una famiglia di cavalieri, adornata da un ampio mosaico raffigurante Dioniso contornato da grappoli d’uva. Completano questa specie di mausoleo alcuni sarcofaghi di marmo scolpiti. I Musei Vaticani di Roma I Musei Vaticani sono i più celebri e tra i musei più belli di Roma. Si tratta dell’istituzione museale ufficiale della Città del Vaticano, voluta all’inizio del Cinquecento da papa Giulio II. All’interno vi è conservata una delle collezioni artistiche più grandi e importanti al mondo, visitata in media ogni anno da 6 milioni di persone. I Musei Vaticani sono composti all’interno da 12 percorsi espositivi, 5 gallerie, 3 cappelle e 9 tra sale e appartamenti. Tra essi, la Pinacoteca vaticana custodisce opere di pittori fondamentali della storia dell’arte come Giotto, Leonardo, Raffaello e Caravaggio. E ancora quelle di Bacon, Carrà, Chagall, Dalí, de Chirico, Gauguin, Kandinsky, Matisse e van Gogh. Alcuni musei interni al complesso sono dedicati all’arte antica e rinascimentale, all’antico Egitto, alla civiltà etrusca, all’arte paleocristiana. Le Stanze di Raffaello mostrano il famoso affresco della “Scuola di Atene”. Ma fiore all’occhiello dei Musei Vaticani è senza dubbio la Cappella Sistina, realizzata a più riprese da Michelangelo Buonarroti. Ad esempio, gli affreschi della volta e delle lunette furono eseguiti tra il 1508 e il 1512 mentre il celebre “Giudizio universale”, che ricopre la parete di fondo sopra l’altare, risale a un periodo compreso tra il 1535 e il 1541 circa. L' articolo completo di foto in : https://www.msn.com/it-it/viaggi/notizie/nuova-attrazione-in-vaticano-aperta-al-pubblico-un-inedita-necropoli-in-vista-del-giubileo-2025/ar-AA1koKzF?ocid=msedgdhp&pc=EDGEDB&cvid=9dc52a0606194f78889ca95b9cd42eaf&ei=31
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  24. 4,8, ma non ho la bilancia con la doppia cifra, chissà perchè il modello che hanno tutti nel mio caso non ce l'ha, cmq sia è bronzital 100%
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  25. Ecco le immagini dei due oboli insieme: Per la qualità rimando sempre al post precedente (numero #129).
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  26. La leggenda è TE : ROGO : IVSTICIE : SOL : DIVS : ESTO (o ESTE) : VIE Iusticie ovviamente sta per iustitiae , e vie per viae o via. Ho dubbi se vi sia ESTE, imperativo presente, da tradurre siate, o ESTO, imperativo futuro, da tradurre con sarai. Direi che la traduzione potrebbe essere Prego te, divino sole di giustizia. Sarai la via. Quel sole radioso é sopra il capo del monaco. Interessante quel cartiglio che il monaco inginocchiato sembra spingere verso l'alto; credo di intravvedere delle piccole lettere : AVE . MA (
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  27. " An outstanding example ", come da didascalia di un esemplare di doppia maiorina, da Costantinopoli al nome di Gioviano, con al diritto busto dell' imperatore ed al rovescio ancora Gioviano con labaro e Vittoria sulla mano sinistra . Sarà il 3 Dicembre in vendita NUMISFITZ 3 al n. 1034 .
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  28. Da collezionista di banconote mondiali non posso che rattristarmi di perdere un collega... ma ognuno prende con coscienza le sue decisioni, e qui non siamo di certo in mezzo a sciocchi che non ragionano. La mia collezione andrà avanti come sempre, lenta, goccia dopo goccia, una collezione che non sarà mai tecnicamente completa ma che abbraccia la totalità di quel che è sempre stato il mio interesse principale: il globo nella sua evoluzione storica, geopolitica, militare ed economica. Da sempre mi concentro sulle zone e i periodi che più mi affascinano, ma senza il resto del mondo il mio collezionare non avrebbe senso.
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  29. Di libri che potrebbero vendere un bel po' di copie. Adesso sono molto occupato ma l'anno prossimo vedrò se riesco a raccogliere abbastanza materiale buono per un bel saggio non troppo lungo, pieno di tante divertenti e attraenti minchiate fanta-archologico-astronomico-storiche da presentare sotto pseudonimo a queste comunità di geni.
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  30. Guido, senz'altro hai riflettuto molto prima di fare questo grande passo quindi spero che tu abbia un ritorno economico gratificante. Collezionare banconote mondiali non è una cosa semplice: se, come dici tu, acquisti centinaia di pezzi a pochi euri, anche se fior di stampa, penso che alla fine difficilmente ti soddisferanno. Avrai la sensazione di aver buttato i tuoi soldi x delle... figurine senza valore. Io ho incominciato da piccolo, mettendo da parte i residui delle vacanze con la famiglia, pochi pezzi e malconci ma che mi ricordavano indelebilmente i bei momenti trascorsi. Poi, col tempo, ho iniziato a spingermi sempre più indietro nel tempo fino ad arrivare a cercare le prime emissioni di quei paesi di cui già avevo qualcosa. Viaggiando molto, ho avuto la fortuna/sfortuna di "avere qualcosa" di molti posti e ricercare le emissioni più antiche mi ha invogliato ad avvicinarmi alla storia di quei paesi che avevo visitato da turista. Così facendo, ho scoperto i tanti nessi tra le diverse culture e questo credo che sia il "valore aggiunto" della mia collezione, un valore personale che mi ha permesso di non stancarmi mai, anche se mi rendo conto che la mia collezione non potrà mai essere completa. Ma cosa è completo? La mia vita è completa? No, è un viaggio che non ha una destinazione finale, solo tanti passi, uno dopo l'altro, che hanno valore di per sé. Per questo motivo l'incompletezza di una collezione mondiale non mi sembra un problema, un limite, ma una metafora di quello che siamo: Vita!
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  31. Ottima scelta Guido. Meglio concentrarsi su quello che più ti interessa e poi qualche soldone in più magari da reinvestire sulle meraviglie coloniali francesi non guasta. E vedrai, prima o poi faremo innamorare anche te degli assegnati! 🤗
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  32. DE GREGE EPICURI A quanto detto sopra da @numa numaaggiungo solo qualche dettaglio. Dopo colatura, si producevano lamine d'oro di spessore adeguato e di larghezza di circa 20 mm, quindi pari al diametro dei solidi da ottenere. Poi con le cesoie si ritagliavano dei quadrati, che in seguito diventavano ottagoni, poi poligoni con numero sempre maggiore di lati; osservando questi solidi, si può verificare che il loro contorno è piuttosto poligonale che circolare. Alla fine spesso (forse non sempre) si interveniva anche con la lima; che ai tempi romani era di ferro e non certo di acciaio. A volte la lima, consumandosi, perdeva delle piccole parti dei denti di ferro, che cadevano con gli altri detriti (polvere e ritagli). I detriti aurei venivano ovviamente recuperati e rifusi, e alla fine contenevano anche micro-parti di Fe, che non sempre si riusciva a "scremare" dal crogiolo. Così si ritrovavano alcuni tondelli (il 6% dei 1000 solidi del ritrovamento) con inclusi di ferro. Chi usava le cesoie, quasi dopo ogni "cesoiata" pesava il tondello, per verificare che non si scendesse sotto il peso richiesto (circa 4,40-4,45 g). Che lavoro! Questa è una delle tantecose imparate in questa serata davvero originale, anzi unica. Aggiungo che, a mio parere, la tecnica per gli aurei (che sono più spessi) era probabilmente diversa.
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  33. Se non si legge il testo del provvedimento, in pratica si può dire poco... qua parliamo di leggi fiscali, dove valgono le definizioni delle leggi fiscali, non quelle date dagli operatori.. all'agenzia delle entrate poco importa come i collezionisti definiscono le cose..
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  34. Il pesos delle colonie spagnole deriva da quello coniato dalla zecca di lima intorno al 1565 pesava circa 27 g di argento per il 92% di argento puro...prima vi era il real de a ocho...il famoso pezzo da otto reales...e poi l'escudos d'oro il cui pezzo da 8 corrisponde al doblone...100000 pesos dovrebbero quindi essere circa 2,5 tonnellate d'argento puro...una cifra molto considerevole...se guardo il valore dell'argento puro ad oggi ottengo un milione e trecentomila euro...ma va calato sull'epoca dove l'argento non era cosi diffuso come oggi...dovresti vedere nel libro di Cipolla, vele e cannoni per comprendere se vi sono indicazioni del valore d'acquisto e rapportato ad oggi...azzarderei a dire alcune decine di milioni di euro di oggi, forse di più...il potere d'acquisto di una cifra del genere era quella di finanziare per qualche tempo una guerra spagnola in europa...all'epoca gli Asburgo si davano da fare... 😉
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  35. Aggiungo qualche altra mia considerazione a quelle già fatte ieri, anche al fine di stimolare la discussione. Ritengo importante questa variante, più di tante altre, per come si presenta. Il sottocorona rigato non concede spazio alla casualità oppure all'errore. Non è possibile mettere in campo l'accumulo di metallo. L'incisore l'ha creata, sicuramente, in modo "voluto". Per quanto riguarda lo scopo, non essendoci documentazione, si può far ricorso solo a delle supposizioni (cosa che accade molto di frequente nella monetazione napoletana). Interessante e inspiegabile anche il fatto che essa si presenti solo in pochissimi esemplari dell'anno 1838. Osservando attentamente le foto da me precedentemente allegate, al dritto, si nota una fessura al bordo. Una delle tre foto focalizza proprio quel particolare, per indurre ad un parere sulla sua possibile origine. Grazie Buon pomeriggio.
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  36. Un quinario di Cn. Cornelius Lentulus https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G211/7
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  37. Salve. Ancient Nomos Art è un museo di gallerie che presenta monete antiche e mappe di zecca antiche. La galleria delle monete espone l'arte e la storia delle antiche monete greche, romane, bizantine, persiane e medievali battute a mano. La galleria delle mappe delle antiche zecche presenta regioni e territori delle città greche, romane, bizantine, dell'Asia Minore e medievali. I visitatori sono invitati a esplorare, studiare e apprezzare l’Ancient Nomos Art. https://ancientnomosart.org/ apollonia
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  38. Ciao, oggi condivido un denario dell'Augusta Giulia Mesa recante sul rovescio la personificazione della dea Felicità coniato a Roma. Nacque ad Emesa in Siria, sorella di Giulia Domna moglie dell'imperatore Settimio Severo, madre di Giulia Soemia e Giulia Mamea e nonna dei rispettivi figli di queste ultime cioè Eliogabalo ( 218-222 d.C) ed Alessandro Severo ( 222-235 d.C. ) che grazie al suo operato divennero imperatori. Vero dominus politico e decisionale per diversi anni fu lei ( riuscendo ad influenzare sia il Senato che l'esercito ricevendo il loro appoggio) a reggere le sorti dell'impero. Nel bene e nel male sicuramente una delle Auguste più influenti nella Storia di Roma. Per quanto riguarda la Felicità ( Felicitas) rappresentava per i romani la condizione di vita felice, di benessere in senso lato, che attraverso la sua intercessione assicurava a tutti. Sulla mia moneta è rappresentata stante con patera, un lungo caduceo a mo' di scettro ed altare sacrificale ai suoi piedi. La dicitura della legenda Saeculi Felicitas vuole essere di buon auspicio per tempi presenti e futuri da vivere nel migliore dei modi. Denario coniato, centrato, con metallo accettabile e che ha svolto la sua funzione di moneta. Giulia Mesa non era evidentemente un'icona di bellezza e lo dimostrano i suoi tanti ritratti che si possono ammirare sulle monete giunte a noi che riportano una donna attempata ( le rughe sono quasi sempre ben visibili sul suo volto) molto seria nella sua espressione, quasi accigliata. Condivido anche altri due denari in attesa di aggiungere a questi un antoniniano ed un sesterzio 🙂. Grazie ed alle prossime ANTONIO 18,50 mm 2,85 g RIC 7757 La chiesa dei Santi Luca e Martina ai Fori Imperiali sotto la quale, secondo alcuni studiosi, si trovano i resti del Tempio di Felicitas.
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  39. Glicone Glicone (in greco antico: Γλύκων, Glýkon ) era una divinità dalle fattezze di serpente con testa semi-umanoide, manifestazione del dio Asclepio; il suo culto fu fondato nel II secolo in Paflagonia da Alessandro di Abonutico, intorno al 140, e si protrasse fino almeno al III secolo. La statua in marmo di Glicone ritrovata a Costanza, sotto al sito dell'ex stazione ferroviaria nel quartiere di Palas; è alta 66 cm, e la lunghezza complessiva del serpente è di 4,76 m La maggior parte delle informazioni su questo culto provengono da Luciano di Samosata, che ne parla nel suo libello critico Alessandro o il falso profeta. Secondo quanto riportato da Luciano, Alessandro riuscì a creare e tenere vivo il culto sfruttando la credulità della gente grazie a trucchi ben congegnati, come presunti ritrovamenti di oggetti di origine divina, finti oracoli e un vero serpente ammaestrato di grandi dimensioni, aiutato da una buona dose di carisma e di teatralità, assicurandosi un vasto seguito in tutto l'Impero romano. Origine del culto Probabilmente Alessandro trasse l'idea dalla Macedonia, una regione dove esistevano già residui di antichi culti simili. Le informazioni sull'origine del culto provengono dal racconto di Luciano di Samosata, che vi era decisamente ostile, mentre alcune indicazioni sulla sua espansione sono date dai ritrovamenti archeologici. Secondo Luciano, Alessandro diede inizio al culto per ovviare alle proprie difficoltà economiche; assieme a un complice di nome Cocconas si procurò un enorme serpente ammaestrato a Pella, città che vantava una lunga tradizione di domesticazione di tali animali. Finsero poi di ritrovare nel santuario di Apollo di Calcedonia delle tavolette (da loro stessi create e nascoste, ma attribuite ad Asclepio) su cui era scritto che lo stesso Asclepio e suo padre Apollo intendevano venire nel Ponto e stabilire la loro dimora ad Abonutico. Un colubro di Esculapio (Zamenis longissimus); secondo alcune ipotesi, un esemplare di questa specie venne usato per rappresentare il dio Glicone. Di indole calma, questo serpente può raggiungere i due metri di lunghezza Gli abitanti di Abonutico, il villaggio natale di Alessandro, in fermento per la notizia, edificarono un tempio per accogliere il dio, nel quale Alessandro andò ad abitare professandosi suo profeta; Luciano aggiunge che Alessandro recitava la parte, fra le altre cose, profetizzando molto teatralmente con tanto di schiuma alla bocca (con l'aiuto dell'erba saponaria). Inoltre, si era lasciato crescere i capelli in lunghi boccoli biondi, indossava un farsetto bianco e porpora e un mantello bianco, e portava una scimitarra imitando la figura di Perseo, del quale diceva di essere discendente tramite sua madre. Dopo alcuni giorni svuotò un uovo d'oca, inserì al suo interno un serpente neonato, lo sigillò con cera e biacca e lo nascose nel fango vicino al tempio. Radunata la folla, dopo aver vagato intorno al tempio pronunciando frasi senza senso e alcune parole in ebraico e fenicio, ma chiamando di quando in quando "Apollo" e "Asclepio", estrasse l'uovo dalla pozza in cui lo aveva messo e lo aprì, mostrando il serpente all'interno e scatenando il giubilo fra i presenti, che interpretarono l'evento come una manifestazione di Asclepio. Pochi giorni dopo, mentre la notizia dell'accaduto si diffondeva, sostituì il serpente piccolo con quello grande, causando stupore fra la gente per l'improvvisa crescita; se lo avvolse attorno al corpo in modo che la testa non si vedesse, ne fece spuntare una fittizia (un burattino dalle fattezze umane fatto di lino, con tanto di capelli biondi) e rimase seduto in una piccola stanza con poca luce, dove la gente era costretta a restare per poco tempo a causa del continuo afflusso di folla in entrata. Alessandro ripeté la cosa più volte, soprattutto in presenza di uomini ricchi. In seguito diede al serpente il nome di Glicone, dichiarando che era la "terza stirpe di Giove" e la "luce degli uomini" e, usando gli stomaci di due gru come casse e canali di risonanza, lo trasformò in un oracolo parlante (ma questo genere di vaticini, nota Luciano, era riservato a uomini molto facoltosi). Facendosi pagare pochi oboli per ciascun oracolo, Luciano di Samosata racconta che Alessandro riusciva a guadagnare fra le 70.000 e le 80.000 dracme ogni anno, potendo così ampliare le dimensioni del culto e circondarsi di numerosi collaboratori retribuiti. Glicone, fra le altre cose, era invocato per scovare ladri, schiavi fuggiaschi e tesori sepolti, per ottenere la salute e per la fertilità: le donne che non riuscivano a restare incinte si rivolgevano al dio per avere un figlio e, secondo Luciano, Alessandro prevedeva anche metodi "più terreni" per esaudire il loro desiderio; questo parrebbe in parte confermato da un'iscrizione ritrovata a Cesarea Trocetta (oggi Manisa), dove viene citato un sacerdote di Apollo di nome "Mileto, figlio di Glicone di Paflagonia" (per i bambini nati per "intervento divino" non era insolito avere un nome riferito al dio in questione). Alessandro ebbe figli da diverse donne sposate, fatto di cui i rispettivi mariti andavano molto fieri. Espansionemodifica Glicone sul retro di una moneta romana in bronzo, raffigurante sul fronte l'effigie di Antonino Pio Una banconota da 10.000 lei raffigurante al centro la statua di Glicone ritrovata a Costanza La fama del serpente cominciò a diffondersi fuori dalla Paflagonia, nelle circostanti regioni della Bitinia, della Tracia e della Galazia, e cominciarono ad essere realizzate monete commemorative, placche dipinte e statue di bronzo e d'argento. Il culto in breve raggiunse Roma, oltre a tante altre province; iscrizioni latine ritrovate in Mesia superiore e in Dacia ne attestano la presenza lungo il Danubio e una statuina di marmo ritrovata a Costanza (finora l'unica rappresentazione scolpita di Glicone) dimostra, probabilmente, l'esistenza di un culto pubblico nell'antica Tomis. Nel 169 l'oracolo poteva già vantare un protettore, il console Publio Mummio Sisenna Rutiliano, governatore dell'Asia, suo fervente seguace, che poi sposò anche la figlia di Alessandro (che il profeta diceva di aver avuto da Selene). Nel 166 godette di ulteriore fortuna quando, durante una epidemia, la formula magica <<Febo dalle lunghe trecce dissiperà la nube della piaga>>(citata da Luciano, ma testimoniata da un'iscrizione realmente rinvenuta ad Antiochia) era incisa sugli stipiti delle porte, per proteggere dalla malattia. Dagli strati bassi della popolazione il culto raggiunse l'aristocrazia, grazie anche all'imperatore Marco Aurelio, che ne era un seguace; Luciano riporta un aneddoto secondo il quale l'oracolo, in occasione delle guerre marcomanniche, aveva promesso "vittoria, gloria e pace" se due leoni fossero stati gettati vivi nel Danubio (l'oracolo prevedeva anche l'uso di spezie aromatiche e altri sacrifici); l'ordine fu eseguito, ma i romani furono pesantemente sconfitti, e Alessandro, per salvare la reputazione, affermò che Glicone aveva predetto la vittoria, ma non aveva detto per quale schieramento. Una vittima degli oracoli di Glicone fu Marco Sedazio Severiano, governatore della Cappadocia che, fidandosi di una predizione favorevole ricevuta dal dio, invase l'Armenia: dopo soli tre giorni le armate partiche sterminarono la sua legione, e Severiano si suicidò per evitare di cadere in mano al nemico. Crescendo di dimensioni, il culto si attirò le inimicizie di alcuni gruppi di persone, in particolare i cristiani e gli epicurei; in risposta, Alessandro proclamò che i nemici di Glicone dovevano essere lapidati (cosa che tentò di mettere in atto più di una volta). Istituì, inoltre, la celebrazione dei misteri di Glicone, copiando quelli eleusini: essi si aprivano con una condanna contro atei, cristiani ed epicurei e si concludevano con il " matrimonio sacro" (ierogamia), in cui Alessandro e Rutilia, la moglie di un ufficiale romano, impersonando Endimione e Selene, amoreggiavano su un divano sotto gli occhi del marito di lei e del resto della folla. Stando sempre al resoconto di Luciano di Samosata, Alessandro avrebbe cercato di eliminare anche lo stesso Luciano, di ritorno da un incontro con il falso profeta cui dedicherà la sua opera omonima, pagando il capitano della nave su cui si era imbarcato affinché lo gettasse in mare; fato a cui lo scrittore scampò grazie all'onestà del capitano che, alla fine, rifiutò di eseguire il compito. Alessandro morì intorno al 170 (secondo Luciano divorato da una gangrena al piede) ma la messinscena da lui orchestrata gli sopravvisse per almeno un secolo, come dimostrato anche dal ritrovamento di oggetti legati al culto in tutta l'ampia zona compresa fra il Danubio e l'Eufrate. Alessandro, dopo la morte, fu riconosciuto come figlio di Podalirio e nipote di Asclepio e la sua figura associata a quella di Glicone. Il culto, inoltre, potrebbe essersi in parte ricollegato a quello di Sarapis, anch'esso talvolta rappresentato come un serpente con testa umana e identificato con Asclepio. https://it.m.wikipedia.org/wiki/Glicone
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  40. Ecco un esemplare di grano presente nella mia raccolta, ribattuto su tornese di Filippo II. Lo stile è un po' peculiare, diciamo così.
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  41. Bel sesterzio amico mio 😍, vorrei imparare sulla tecnica che usi nel fare foto cosi perfette e' un piacere gustarsi monete del genere! Usi la macro?
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  42. Ciao a tutti, nell'intento di completare la collezione di denari degli Imperatori sono riuscito ad acquistare ad un asta il denario di Caludio. Avendo un budget non illimitato mi sono accontentato se così si può dire di una qualità non elevata ma.di un denario abbastanza raro. Si tratta del denario RIc62 con al retro la raffigurazione della Pace con in mano un caduceonenun serpente ai piedi. Mometa che in buone condizioni va all'asta oltre i mille euro. In questa condizione sono soddisfatto di ciò che ho investito. Mi faceva piacere condividerla con Voi. Ora mi mancano Caligola, Othone, Didio Giuliano, Pescennio Niger e Gordiano 1. Il prossimo obiettivo è Othone ma con molta calma...😅
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  43. C'è la lettera A (si vede la stanghetta orizzontale)
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  44. Buon giorno. Se non è corrosione, quello che si vede su ANV di Emanuele direi anche qualcosa superiore al mBB. I rilievi più soggetti ad usura tipo la testa del leone ed i legacci del fascio mi sembrano ben conservati ed evidenti, come, anche sul dritto, la stelletta sul colletto. Per me è una moneta senza dubbio gradevole e di conservazione, vista la tipologia, superiore alla media. Considero che a 10 euro sia stato un buon acquisto. Cordiali saluti. Gabriella
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  45. @Rex Neap, comincio con i tagli degli 8 Tornesi.
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  46. ciao uzifox,bhè proprio inutile non direi,almeno poi guardarla bene su ambedue le faccie,ovviamente questa è una mia impressione,in alcune aste mi è capitato di vedere in vendita monete raddrizzate ma mai piegate...
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  47. Carlo II Quando Filippo IV morì gli successe il figlio Carlo (l’unico figlio maschio sopravvissuto), era il 1665 e il nuovo re aveva soltanto 4 anni. Finché non compì 16 anni a governare fu la regina madre, o per meglio dire furono il suo confessore (Nithardt) e il suo amante (Valenzuela); il loro governo non fu il massimo anzi si può dire che governarono male. Bisogna specificare però che la decadenza del regno era incominciata e incarnazione di tutto questo era proprio la figura del giovane. Carlo era il risultato di una lunga serie di matrimoni consanguinei – questa pratica all'interno della dinastia degli Asburgo (molto frequente era il matrimonio tra primi cugini o tra zio e nipote) era da un punto di vista economico adatta a non disperdere i territori asburgici, ma era tutt'altro che vantaggiosa dal punto di vista genetico – era una “caricatura” per quanto riguarda i lineamenti fisici tipici della propria dinastia, era epilettico, sapeva leggere poco e scrivere altrettanto. Si sposò due volte e non ebbe eredi, quindi oltre ai soliti “affanni” si aggiunse pure la preoccupazione per la sua successione. Per questo il povero Carlo si trovò tra la spinta della madre, la cui volontà era rivolta a un successore asburgico del ramo austriaco, e quella dell’ambasciatore francese che minacciava la guerra se non si fosse pronunciato a favore della sorellastra (moglie di Luigi XIV). Carlo II muore nel 1700, aveva nominato suo erede Filippo d’Angiò, nipote di Luigi XIV, esaudendo così le richieste del re Sole. Finì così il ramo spagnolo degli Asburgo, lasciando il trono al ramo cadetto dei Borbone di Francia. Questa scelta portò quattordici anni di guerra per la successione al trono (Guerra di successione Spagnola).
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