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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/08/23 in tutte le aree
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ultima entry. Tallero per Pisa del 1606, anno abbastanza comune nel corpus dei talleri, ma in ottima conservazione. uno tra i migliori esemplari di questo millesimo3 punti
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Ciao a tutti, condivido con piacere il mio ultimo acquisto e il penultimo della dinastia Giulio-Claudia mancante all'appello, l'ultimo è Claudio, ci sto lavorando su 😃 Mi piacciono in modo particolare i primi 5 Imperatori di Roma e tutti i personaggi che gravitano loro attorno, grandi condottieri, politici, pazzi scatenati e fra loro alcune fra le prime grandi donne dell'Impero fra cui Livia Drusilla e Agrippina Minore. Tiberio in tutto questo non fa eccezione, valente generale, buon politico, la sua vita è costellata da successi ma spesso sembra quasi che tutto ciò lo faccia per senso del dovere più che perché lo vuole veramente, mi è sempre sembrato un "Imperatore per necessità" e alla fine effettivamente lo è diventato perché era rimasto solo lui, un po' come succederà a Claudio ma senza il siparietto "comico". Per tutta la vita ha avuto un rapporto di amore/odio verso la madre (che pare sia raffigurata sul rovescio della moneta oggetto di questo post), donna potente e autoritaria, quando divenne Imperatore inizialmente andavano d'accordo ma alla fine i rapporti si deteriorarono a tal punto che la "fuga" di Tiberio a Capri pare fosse proprio allo scopo di allontanarsi dall'influenza della madre. Non tornò neanche quando questa morì, lasciando il compito di fare l'elogio funebre ad un giovane Gaio Giulio Cesare Germanico, meglio conosciuto come Caligola, il futuro Imperatore. Veniamo quindi alla moneta, mi piace tantissimo in generale ma il ritratto mi fa impazzire letteralmente: Tiberio, Asse, Roma, 15-16 d.C., RIC 34 10,34g X 27mm, Bronzo D/ TI·CAESAR·DIVI·AVG·F·AVGVST·IMP·VII - Tiberio R/ PONTIF MAXIM TRIBVN POTEST XVII. S C - Figura femminile (Livia?) drappeggiata, seduta a destra, piedi su uno sgabello, sorregge con la mano destra una patera e con la sinistra un lungo scettro Spero che vi piaccia, mi auguro presto di presentarvi anche un bel Claudio 😃 Matteo3 punti
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VENEZIA ANDREA GRITTI (1523-1538) Scudo d'oro Au g 3,38 mm 25 S retroverse dalla parte del leone. Condivido volentieri.3 punti
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Com'è stato ripetuto più e più volte (ma forse è meglio chiarirlo nuovamente), la chiusura di una discussione è di competenza del @CdC e rappresenta un'extrema ratio nel caso in cui, ad esempio, la discussione degeneri nei toni oppure ci siano violazioni del regolamento del forum. In questo caso, invece, si tratta di una normalissima discussione in cui l'argomento si è esaurito spontaneamente ma ciò non significa che si debba provvedere alla chiusura. Anche perché, se applicassimo lo stesso principio a tutte le discussioni presenti sul forum, non so quante ne rimarrebbero aperte...3 punti
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Non vedo il problema della successione se la cassetta di sicurezza è intestata all'erede. apollonia3 punti
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Cominciano le feste di Natale! S. Perfetto, L’impatto del feudalesimo aragonese nel Regno di Napoli. La moneta nei feudi di Napoli (1441-1498), Aracne, Roma 2023 https://www.academia.edu/110838388/L_impatto_del_feudalesimo_aragonese_nel_Regno_di_Napoli_La_moneta_nei_feudi_di_Napoli_1441_1498_Aracne_Roma_2023_320_pp_2 punti
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Buona Festa dell'Immacolata a tutti, nel giorno della Patrona del Regno delle due Sicilie Volevo condividere con voi il piacere di una vista tanto piacevole... I miei Tarì di Ferdinando II:2 punti
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Buonasera, qualche giorno fa ho dato un contributo su una moneta da un grano. Moneta postata da un nuovo utente, in rete ho trovato interessanti informazioni sullo zecchiere Notarbartolo. Allego discussione Credo possa essere di interesse , o solamente per curiosità, leggere su questa sezione la discussione. Antonio2 punti
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L unica tipologia in oricalco con probabile ritratto di Livia è un dupondio, i sesterzi a lei dedicati sono quelli col Carpentum.. piccola precisazione..2 punti
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Sicuramente il metallo, sembra argento buono.. lo stile, tipico per Umberto.. la fattura generale della moneta... calcola che Umberto ed Amedeo nei loro denari, coniati in gran numero, difficilmente trovi due uguali, nel senso che la forma delle lettere è difficilmente uguale uguale.. gli stili cambiano anche di molto e non erano poi molto curati...2 punti
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Ciao a tutti, Anche io mi sono regalato questi libri per Natale 🌲 con sorpresa inaspettata... sul frontespizio di "the coinage of Kamarina" ho trovato la dedica che vedete in foto, che è stata decifrata grazie all'amico @dracma "Dear Sara Sorda, with best wishes from the authors".2 punti
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Grazie, @Parpajola e @anto R! Le vostre precisazioni mi fanno ora tornare ciò che mi sembrava di vedere... allora la foto correttamente orientata dovrebbe essere questa: ...e questa una outline delle legende: Da come si può vedere, in effetti, a parte le lettere riconoscibili (in rosso) sembrano esserci una “mezza lettera” che non significa nulla dopo la “M” a ore 12 e una “mezza V” incompleta subito prima della stessa “M” (segnate in giallo); inoltre, sembra mancare la “N” (segnalata in verde)... ma se sono descritte legende degenerate e lettere stilizzate, allora tutto rientra nel possibile! Bene, presa anche una variante!😊2 punti
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Io non tengo in casa le monete che colleziono, ma le lascio nelle cassette di sicurezza della banca e anche nella cassaforte di una persona molto fidata. Per andarle a trovare mi devo muovere, ma il movimento fa bene alla salute (nella fattispecie in tutti i sensi!). apollonia2 punti
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MILANO LUOGO PIO SANTA MARIA ROTONDA IN S. GIOVANNI LATERANO, Confraternita SCUOLA DELLA PURIFICAZIONE DI MARIA Vedi post n. 98 di questa discussione, altra tessera Tessera di beneficenza D. Madonna con Gesù Bambino in grembo, sotto S.P.M. Scuola della Purificazione di Maria - R. SOLDI 10 Dal volume: TESORO PRECIOSO DE' MILANESI 15992 punti
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Forse perché sono belle?... O forse perché una moneta in alta conservazione è più apprezzabile dal punto di vista dello studio?... essendo essa più propensa a mantenere integri i suoi rilievi senza che questi spariscano ai primi passaggi di mano, d'altronde molte varianti accertate sono diventate tali proprio grazie alle monete in alta conservazione , dove il beneficio del dubbio non era più possibile contemplarlo... inoltre in una moneta in alta conservazione è più apprezzabile il risultato del conio visto che si possono notare anche quei piccoli particolari che in una moneta MB non riusciresti di sicuro a notare... si certo,anche una moneta in bassa conservazione può essere apprezzabile e "affascinante" ma,a parer mio,non si può assolutamente paragonarla ad una sorella in alta conservazione... poi ogni tanto si sente la solita frase:"ha una storia da raccontare"... mi piacerebbe capire che storia ha da raccontare un pezzo di metallo in bassa conservazione che non può invece raccontare un pezzo in FDC... secondo me è proprio il contrario,una moneta in alta conservazione può "raccontarmi" molto sul suo processo produttivo proprio perché,come detto prima,conserva tutta l 'impronta che gli è stata impressa e che farà felice gli occhi di chi la osserverà un domani...2 punti
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Buonasera, dopo una lunga assenza dal forum, prendo come spunto questa discussione per mettere in evidenza anche le storie personali dei vari protagonisti che ruotano intorno a una moneta. La moneta è molto consumata ma si legge ancora bene la sigla F N. F e N sono le iniziali dello zecchiere Francesco Notarbartolo. La carica di zecchiere era molto ambita fra i nobili siciliani e oltre che acquisirla per meriti, parentela la si otteneva anche tramite l'acquisto. La mamma di Francesco Notarbartolo, Francesca vedova di Placido Notarbartolo, fornisce al figlio i capitali per l'acquisto della carica pubblica di maestro di zecca anche il fratellastro di Placido, Ugone, aiuterà economicamente il nipote Francesco questo per il consolidamento del casato. Tutto questo è scritto nell'interessante articolo "Dalla periferia al centro: I Notarbartolo duchi di Villarosa (secoli XVIIXVIII)" di Lucia Craxi nella rivista Mediterranea - ricerche sroriche - Anno IX 2012 pp 57 - 80 Ho allegato il file augurandovi buona lettura. Antonio Dalla+periferia+al+centro.pdf2 punti
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...una nota ditta tedesca, che produceva le cassette di più analogici tempi passati (quelli di noi che negli anni'80-90 avevano un'autoradio di sicuro se le ricordano) https://commons.wikimedia.org/wiki/File:CassetteTypes2.jpg agli albori produceva tutt'altro: era una "F"abbrica di "S"oda ed "A"nilina, nella regione del "B"aden (un Land a sud, incastrato tra la Francia e la Svizzera). E qui chiudiamo il cerchio Azione da 200 Marchi del 1925 qui il dettaglio del timbro a secco (cosa che apprezzo particolarmente, soprattutto sulle banconote: una "filigrana" che si sente con i polpastrelli) con il foro di annullamento. Questa addirittura me la hanno regalata quando ho fatto un altro acquisto, ma vale circa due-tre euro, non di più: un pezzettino di storia alla portata di tutti! Servus, Njk1 punto
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Le ultimi battaglie dell'impero romano d'Occidente sono molto poco conosciute e documentate. Ma non per questo furono meno fondamentali negli ultimi anni dell'impero d'Occidente. Chi conosce, per esempio, la battaglia di Bergamo del febbraio 464 in cui Ricimero sbaraglierà l'esercito degli Alani di Beorgor? Nel 468 d.C., nelle acque davanti alla città di Cartagine, si consuma uno dei peggiori disastri militari dell'intera Storia romana. È la battaglia di Capo Bon, nella quale Genserico, re dei Vandali, distrugge la più grande flotta romana mai messa assieme nella Storia. E con essa, l'ultima speranza per i Romani di poter avviare una ripresa dell'impero in Occidente.1 punto
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https://stilearte.it/trova-in-un-campo-400-monete-romane-le-prime-75-sono-andate-allasta-nelle-ore-scorse-guadagno-17-825-euro/1 punto
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Salve condivido foto di una cartolina viaggiata Tripoli e chiedo maggiori informazioni ai più esperti. Ringrazio in anticipo1 punto
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GREEK, TARSOS – 318 BC Alexander III LEGEND SYMBOLS Obv: Youthful head of Herakles facing right, wearing a lion’s skin headdress. Rev: ΒΑΣΙΛΕΩΣ (top), ΑΛΕΞΑΝΔΡΟΥ (right), Zeus Aetophoros seated left, holding eagle in out stretched right hand and scepter in left hand; ΙΙΑΡ monogram before; Θ under his throne. DOCUMENTATION Value: Tetradrachm. Metal: AR Silver. Weight: 17.23 grams. Mint: Tarsos. Date: circa 323-317 BC. Attribution: Price 3036a (same obverse die); Müller 1286. Questa moneta è uno splendido tetradramma postumo emesso in onore di Alessandro Magno. Le zecche regionali di Alessandro continuarono a emettere le sue monete per quasi 200 anni dopo la sua morte, avvenuta nel 323 a. C. Questa moneta è stata battuta nella zecca di Tarso, una città greca di nuova ellenizzazione in Cilicia. Si dice che le monete del tipo di Alessandro fossero così popolari che i suoi successori continuarono a riprodurle come moneta dominante in tutto il mondo ellenistico e si è scoperto che circolavano a grandi distanze, ben oltre la Grecia continentale. In seguito alla morte di Alessandro, l'impero macedone non rimase intero e fu diviso in tre regioni distinte dai suoi generali (si veda il tetradramma di Lisimaco). È interessante notare che le monete postume erano tipicamente coniate insieme a quelle delle nuove città-stato, ma spesso con il nome dei suoi successori aggiunto al rovescio. L'incisione del rovescio di questa emissione non aggiunge il nome del successore ma la legenda ΒΑΣΙΛΕΩΣ o "re", che era una caratteristica tipica di molte monete postume e non si trovava tipicamente nelle sue emissioni in vita, insieme ad ΑΛΕΞΑΝΔΡΟΥ, per "Alessandro" a sinistra di Zeus seduto. Per il resto, le monete postume ricordano da vicino le sue emissioni precedenti, ma con alcune piccole modifiche artistiche e stilistiche, oltre ai consueti cambiamenti di simboli e monogrammi al rovescio in base alle nuove autorità di zecca. Alcuni hanno ipotizzato che le immagini di Eracle sul dritto dei tetradrammi più tardi siano state trasformate per assomigliare a quelle di Alessandro, dal momento che a questo punto le zecche dell'Asia Minore iniziarono a raffigurare i re successori sulle proprie monete. L'immagine del rovescio continua la pratica cilicia di raffigurare il dio greco Zeus Etoforo, seduto in trono rivolto verso sinistra e forse modellato sulla base della statua di culto scolpita da Fidia nel Tempio di Zeus a Olimpia. Da https://ancientnomosart.org/exhibits/greece-tarsos/ apollonia1 punto
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Ancora un po’ di storia su questo Tondello: http://www.ilgiornaledellanumismatica.it/scudo-oro-doge-gritti/ Di Carlo Barzan. Gli anni del dogato di Andrea Gritti, dal 1523 al 1538, furono piuttosto tumultuosi per l’Italia. La battaglia di Pavia aveva dato a Carlo V il temporaneo predominio nella penisola. Roma aveva subìto il sacco da parte dei lanzichenecchi, i mercenari arruolati nell’esercito imperiale. Firenze aveva perso le sue libertà. I possedimenti veneziani a Oriente erano minacciati dall’impero ottomano. La Repubblica di Venezia rispose con decisi interventi militari e finanziari. Per far fronte alla richiesta di monete d’oro da parte delle truppe impegnate sui vari fronti, il Consiglio dei Dieci previde di affiancare al ducato allora in uso una nuova tipologia monetale aurea. Il 15 maggio 1528 un decreto firmato da Daniel Rhenerius e Franciscus Donatus chiariva: «Questo Conseglio intende quanto sia il continuo bisogno che si ha di trovar scudi dal sol per mandar alli exerciti nostri». Annunciava quindi l’entrata in uso della nuova moneta, lo scudo, e lo descriveva: «con il S. Marco in soldo in uno scudo da una banda et dall’altra una iusticia cum lettere atorno che dicano Andr. Griti». In effetti sul diritto la moneta raffigurava una croce fiorata all’interno di un cerchio, mentre dentro un bordo perlinato la legenda citava Andreas Griti dux Venetiar(um), ‘Andrea Gritti doge di Venezia’. Al rovescio il campo era occupato al centro dal leone di san Marco e nella parte superiore da un gruppo di tre foglie e due volute ai lati. La legenda precisava Sanctus Marcus Venetus. L’iconografia era semplice ma vigorosa: mancava il ritratto del regnante, ma il simbolo cristiano della croce e il leone, per antonomasia riferimento al potere di Venezia, bastavano per identificarla immediatamente. Il peso era di 3,4 grammi e il titolo di 917 millesimi, inferiore quindi al titolo del ducato, che era di oro zecchino, cioè 997 millesimi. A causa della nuova commessa, la zecca di Venezia si trovò a dover fronteggiare un improvviso e imponente carico di lavoro. I provveditori in zecca cercarono di rimediare con l’assunzione di nuovo personale: intanto ad aiutare Gambello e Benintendi alla lavorazione dei conii era arrivato Paolo de Franceschi. Fra maggio 1528 e luglio 1529 tutta la produzione si svolse sotto la sovrintendenza del massaro all’oro Marco Donà. Le loro fatiche furono premiate perché, grazie agli utili derivati dalla produzione delle nuove monete, la zecca di Venezia poté provvedere autonomamente al pagamento dei salari, che dal 1507 erano a carico della cassa del Consiglio dei Dieci. Il 7 novembre 1530 «ritrovandose questa cita et altre terre nostre in strettela de monede» venne ritenuto conveniente «proveder che almeno se possi haver oro de menor quantità de quello del ducato». Fu quindi introdotta anche una frazione dello scudo: pesava 1,68 grammi, valeva la metà ed era definita medias corona aureas. /1 punto
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Inizio io: Per il prossimo Natale ho deciso, tra l'altro, di regalarmi un libro di @antvwaIa e @Poemenius (in ordine di comparizione come autori) A. Trivero - A. Gennari, Ex Nummis Historia: Agonia e morte di un impero. http://www.classicadiana.it/libreria/content/trivero-gennari-ex-nummis-historia-agonia-e-morte-di-un-impero Alberto Trivero Rivera - Alain Gennari Ex Nummis Historia: AGONIA E MORTE DI UN IMPERO Gli ultimi anni di esistenza dell'impero romano d'Occidente raccontati attraverso le sue monete. Ed. 2013, f.to 17x24cm., pp. 224, ill. b/n. Il V secolo è il momento del grande cambiamento epocale del Mondo Occidentale. Forse il Medioevo inizia già prima, con l’imporsi del misticismo cristiano e la morte del pragmatismo classico, ma è nel V secolo che il bacino del Mediterraneo si converte in un crogiuolo di popoli, di modi di vivere e di idee dal quale nascono i diversi popoli che oggi compongono il mosaico europeo. E, ovviamente, questo cambiamento epocale si rispecchia anche nella moneta, sia intesa quale strumento di pagamento, sia quale veicolo di diffusione delle idee. Il culmine di questo processo si è dato negli anni che seguirono al sacco di Roma e che culminarono nella deposizione di Romolo Augusto. Questa intima relazione tra moneta e contesto storico è stato l’indirizzo costante seguito dai due Autori, cultori della numismatica ma anche storici appassionati, i quali più che catalogare le monete di quei 25 anni, si sono interrogati su quale fosse la loro ragione d’essere, sul perché fosse stata coniata proprio “quella” moneta e non un’altra, perché la scelta di un’iconografia, o la modifica di un particolare nel disegno di un rovescio che solo all’occhio disattento può sembrare marginale. La crisi economica strutturale che ha investito l’impero romano sin dal III secolo, e dalla quale non ne è più uscito, si riflette soprattutto sulla moneta di uso quotidiano – quella di bronzo – la cui svalutazione si traduce nella riduzione delle sue dimensioni, sino a giungere ad un nummo talmente piccolo (lenteja, lo chiamano gli spagnoli) che anche una modesta corrosione è sufficiente a renderlo illeggibile o anche a farlo scomparire. I piccoli bronzi del V secolo sino a pochi decenni fa furono poco studiati e spesso “snobbati” dal collezionismo, più affascinato dalla bellezza del ritratto di un sesterzio. Invece è proprio a queste i testimoni della quotidianità popolare che i due Autori hanno dedicato maggiore attenzione, raccogliendo una sfida molto particolare: attraverso l’analisi approfondita della moneta – ma soprattutto del nummo – raggiungere una maggiore comprensione degli eventi politici dell’epoca, come quelli connessi a Ricimero e Odoacre; e specularmente, dallo studio degli eventi, tentare di rispondere a qualcuno tra i numerosi quesiti numismatici, ancora sul tappeto, relativi alla numismatica dell’Impero d’Occidente della seconda metà del V secolo. La siliqua illustrata nella copertina, di zecca italica, ma nel nome di un imperatore d’Oriente e con un’iconografia propriamente gotica, illustra, meglio di ogni parola, il contenuto di un lavoro che è altrettanto libro di storia quanto di numismatica.1 punto
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Bel colpo, @TARAS Questo volume è stato un donativo degli autori ad un emerito collega: la professoressa Sara Sorda, medaglia d'argento per benemerenze della Repubblica era il presidente dell'Istituto Italiano di Numismatica ed è venuta a mancare nel 2022. Motivo più che valido perché1 punto
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Mi sembra che la legenda sia retrograda, la M è a ore 9 ed è scritta antiorario.1 punto
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E' un uomo Non è rotonda Nazione che non utilizza l'€uro E crepi l'avarizia eliminiamo pure due continenti!1 punto
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Sfrega sfrega la lampada,magari il genio esce davvero eh.....🧞1 punto
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Interessante! 🤩 A parte le sigle del Doctor Who in particolare, gli altri autori gli ignoravo totalmente. Io mi tengo nello smartphone un pezzettino di audio fatto col Theremin per quando voglio integrare un effetto speciale sonoro ad una frase che crea l'atmosfera di mistero o paura 😂😂😂 un po' come fosse una musica sotto campo... Spassoso se non te l'aspetti 😁 Personalmente ho apprezzato molto autori musicali dai inizi degli anni 80' , quindi vado un po'' fuori i margini del tema delle discussione, riferendomi, con alcuni esempi, a Herbie Hancock, Rockit Kraftwerk, Tour de France, Art of Noise, Beat Box e altri di cui non mi vengono i nomi... Però il Theremin era già praticamente soppiantato da altri strumenti elettronici, in particolare la tastiera elettronica che poteva emularlo ed era più semplice da suonare, dunque hanno seminato la musica elettronica da renderlo più facilmente un fenomeno commerciale da quel periodo. In effetti, in quanto musica e in quanto anni '80, la tendenza non era solo ascoltarla, ma ballarla nelle discoteche, anche se nello specifico erano pochi a saper fare electric boogie o il robot o movimenti che ricordano Michael Jackson (ma preferisco menzionare il suo insegnare di ballo, meno conosciuto Michael "Boogaloo Shrimp" Chambers), ma questo è un altro discorso ... 😉1 punto
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Confermo. Io che poi mi trovo raramente a maneggiare moneta, ho una lista decisamente più scarna, di un totale di oltre 700 monete circolate, circa il 2% di questi due anni di tutte quelle dal 1999... Tutte quelle del 2022 e del 2023 che sono riuscito a trattenere: in blu in condizioni ottime, probabilmente con minima o nulla circolazione da rotolino, in rosso quelle già un po' segnate. Attualmente non sono in grado di definire uno stato di conservazione per essere più preciso, ma non ho esigenze particolari finché tratto solo euro.1 punto
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Buonasera a tutti, @gennydbmoney sono d'accordo con te, devo dire che agli inizi della mia ripresa a collezionare, dopo 25 anni di oblio Numismatico ero un sostenitore delle basse conservazioni, che tuttavia non ho problemi a raccogliere, ma sicuramente ho più piacere ad avere in mano una moneta in conservazione superiore. Giusta l'osservazione che una moneta in alta conservazione restituisce più dettagli che altrimenti nemmeno avremmo immaginato. Ad esempio in alcune piastre di Ferdinando IV il mascherone sulla corazza é apprezzabilissimo cosa che non avviene nelle basse conservazioni. Lo stesso i dettagli degli stemmi. Spero di avere ben espresso ciò che penso. Saluti Alberto1 punto
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Depilarsi le sopracciglia deve fare un male bestiale! o era un conio stanco?😜 Il Cile una volta lo ho citato e credo proprio sia stata l'unica. era una bella spilletta 🙂1 punto
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Non è proprio modernissima come vogliono fare intendere.... Fantozzi aveva già dato il suo parere nel lontano 19761 punto
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Buongiorno lamonetiani... Oggi questa piastra commemorativa del 1791 ...moneta NC ma in buona conservazione, un pezzo che non credo sostituirò...in linea con la conservazione media dei miei tondelli. 《La rappresentazione iconografica di questa moneta allude al ritorno di Ferdinando IV di Borbone e della regina Maria Carolina a Napoli nel 1791, dopo il lungo soggiorno a Vienna per il matrimonio delle figlie Maria Teresa e Maria Luisa Amalia con gli arciduchi d'Austria Francesco e Ferdinando. I segni dello zodiaco, come si può notare nella fascia del rovescio, si riferiscono ai mesi immediatamente successivi la loro partenza, come se la popolazione, orfana dei sovrani, volesse contare i giorni mancanti al rientro dei reali a Napoli. L'idea di questa piastra si deve all'avvocato d'Urso, che propose la legenda SOLI REDUCI (Al sole che ritorna) insieme all'impronta del "sole che torna ridente dal Tropico e coi più vicini e ravvivanti suoi raggi ferisce la terra".》 Un saluto.1 punto
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DE GREGE EPICURI Oggi vi mostro questa tetradramma alessandrina di Alessandro Severo, abbastanza pesante (ben 14,50 g mentre la media è 12,60). Dal ritratto, che è molto infantile, non credo lo avrei riconosciuto; al D c'è una iscrizione molto lunga, una delle tante varianti. Al rov., Dikaiosyne (la Giustizia, o anche l'Equità, è lo stesso) con la sua bilancia ed una cornucopia. La scritta LB indica il secondo anno di regno. La conservazione mi sembra accettabile. Dovrebbe essere il n. 4291/231 del Dattari-Savio. E' presente nel volume di Figari-Mosconi al n.1151.1 punto
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Anche sotto Antonio Venier, ma lo coniarono in Libano e ne seguì la truffa galattica dei falsi Venier-Steno che ben conosciamo.1 punto
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Ovviamente tutte le piastre sono da 12 Carlini, cioè 120 Grana...o se vogliamo 6 Tarì o 240 Tornesi o 1440 Cavalli. Però solitamente sulle Piastre c'è G.120 (120 Grana). Gioacchino Napoleone però ha preferito Dodici Carlini (pur non avendo coniato carlini ma solo monete da 3 e 2 Grana, per poi passare ai Franchi, alle Lire ed ai Centesimi)1 punto
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Pacchiana ma bellina.... forse mi piace per la presenza di alcune banconote emesse dalla banca centrale mongola risalenti al 1924, quest'ultime riprodotte sulla "moneta" con la tecnica della microincisione a colori, nonchè monete varie. Mongolia 20.000 Tugrik del 2019 - 95° Anniversario della Bank of Mongolia1 punto
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1591 MAGENTA (MILANO) Importante e rara tessera benefica, purtroppo non ho trovato documentazione di questo LUOGO PIO. Al diritto Madonna in trono con in braccio Gesù bambino, ai lati due persone in ginocchio stanno pregando, al rovescio ELEMOXINA PAVPERVM CHRISTI / MAZENTAE1 punto
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