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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/19/23 in tutte le aree
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Sempre dalla Collezione Pezzini…. Santa croce da 25 del 1748 Silenzio, parla Lei…..5 punti
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Ciao, e' un sesterzio dell'imperatore Vespasiano non proprio comune. Come detto anche da @gennydbmoneymeglio lasciar perdere perché purtroppo si tratta di un falso conosciuto. Posto un esemplare riprodotto con le stesse matrici 🙂 ANTONIO3 punti
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Finalmente ho ricevuto la pubblica che aspettavo dall'estero,a parte la debolezza sono soddisfatto dell'acquisto... Con mio piacere e stupore mi è giunta accompagnata dal cartellino descrittivo che la classifica con il Cayon -Castan,un testo della fine degli anni 70 quindi un cartellino vecchio di oltre 40 anni, considerando il testo spagnolo deduco provenga proprio da un collezionista spagnolo... Diametro:32,85 millimetri... Peso:13,80 grammi... Varianti: trascrizione del nome del Re in PHILIPP,e senza · (globetto) davanti al nome del Re...3 punti
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Condoglianze per il signor Crapanzano, metteva la passione prima degli affari e del marketing. Da esempio per tutta la numismatica. Un modo di fare numismatica oggi sempre più raro e lontano. Metteva passione in quello che faceva e lo trasmetteva agli altri. Ciao Guido! Grazie di tutto!3 punti
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Ciao, oggi condivido la mia prima moneta della dinastia giulio-claudia che inserisco in collezione. Una dinastia iniziata da Ottaviano Augusto ( governò per 41 anni, il più longevo sul trono di Roma, che inaugurò l'epoca imperiale) ed ebbe come suoi esponenti in successione di quest'ultimo nell'ordine Tiberio, Caligola, Claudio e Nerone. Si tratta di un asse molto comune dell'imperatore Claudio ( 41-54 d.C. ) recante sul rovescio la personificazione della dea Costanza ( Constantia) coniato a Roma nel 41-42d.C. ( la legenda sul dritto che termina con IMP senza la doppia PP cioè Pater Patrie, titolo attribuito nell'anno successivo alla sua salita al potere, dovrebbe confermare tale data). Dell'imperatore Claudio e del suo operato per adesso conosco poco quindi mi dedicherò con calma allo studio delle sue vicende umane e politiche, che da una sommaria infarinatura, risultano molto interessanti. Sembra che prima di diventare imperatore, a causa di qualche problema fisico che si portava dall'infanzia dove ebbe una salute molto cagionevole, fu molto bistrattato anche dai suoi stessi familiari che lo relegarono in secondo piano tenendolo praticamente fuori dalla vita politica e decisionale. Caratterialmente era ritenuto un debole e quindi incapace di governare l'impero. Che dire su questo....i fatti sembrano smentirlo in quanto non solo divenne imperatore ma riuscì a mantenere tale carica per 13 anni. Evidentemente tanto incapace non era. Sarà molto interessante approfondire il tutto. Per quanto riguarda la dea Costanza rappresentava per i romani la tenacia, la fermezza praticamente la perseveranza nel raggiungere e mantenere determinati obbiettivi nella vita. Per Claudio, visto il grande numero di monete fatte coniare con tale rovescio, voleva rappresentare il raggiungimento e quindi la sua gratificazione nonostante i molti pregiudizi nei suoi confronti dell'obbiettivo di essere imperatore? È rappresentata stante in tenuta militare, elmata con una lunga lancia retta con la mano sinistra e con la destra rivolta al cielo. Da esame diretto l'asse risulta coniato, ben centrato, con buon metallo e nonostante ha svolto la sua funzione di moneta resta pienamente leggibile. Penso,e su questo sarebbe gradito un vostro parere che la patina verde visibile in alcuni punti sul dritto e più uniformemente sul rovescio sia opera di qualche homo insapiens e non naturale. Su questo ho tutto da imparare 🙂.Non male, per me, il ritratto di Claudio . Grazie ed alle prossime ANTONIO 30 mm 10,28 g RIC 952 punti
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Oggi come oggi, se qualcuno dice la parola «Dacia», la prima immagine che affiora alla mente è quella di un’automobile da fuoristrada, un suv com’è uso dire adesso, oppure, nella migliore delle ipotesi, chi è un po’ più colto, vi associa il cognome “Maraini” e pensa alla scrittrice e poetessa, figlia di Fosco, il celebre alpinista, antropologo, orientalista e fotografo toscano. In realtà, la Dacia è la denominazione latina di quella regione europea che, in buona parte, coincide con l’attuale Romania e che, durante il lungo periodo della dominazione romana, è stata una sorta di straordinario “laboratorio” di etnie e civiltà diverse. A questa storia singolare e – per certi versi – didattica, ossia utile per capire pure le difficili dinamiche del nostro tormentato mondo, è dedicata una grande esposizione (fino al 21 aprile 2024) collocata negli ampi spazi del Museo nazionale Romano -Terme di Diocleziano (non lontano dalla Stazione Termini) e intitolata, per l’appunto, Dacia. L’ultima frontiera della romanità. Curata da Ernest Oberlander, direttore del Museo nazionale di Storia della Romania, e da Stéphane Verger direttore del Museo nazionale Romano, la mostra rientra in un programma espositivo che ha già fatto tappa a Madrid (Museo archeologico nazionale, 2021) e a Bucarest (Museo nazionale di Storia della Romania, 2022), arricchendone però qui di gran lunga il numero degli oggetti esposti. Con oltre mille pezzi provenienti da ben quarantasette musei diversi, il percorso espositivo ripercorre la storia di questa terra europea, a partire dalla campagna militare dell’imperatore Traiano che ebbe luogo dal 101 al 106 d.C. e che è immortalata sulla celeberrima colonna che porta il nome del sovrano romano. Non è infatti un caso che il visitatore inizi dalla riproduzione di quella parte del monumento che venne dedicato all’evento e che nel modello a scala naturale curato, a suo tempo, dalla perizia storica di uno studioso del rango di Ranuccio Bianchi Bandinelli, ci permette di osservare le tracce dei colori originali che dovevano rendere l’opera un caleidoscopio cromatico, tutto da gustare salendo le scale dell’adiacente biblioteca traiana oggi scomparsa. Il risultato di questa azione politica e militare – non certo indolore – fu la nascita di una nuova cultura che ai confini dell’impero, riusciva ad armonizzare quella greca (la cui lingua era utilizzata a nord), con quella latina (il cui eloquio si parlava a sud) e la tradizione autoctona testimoniata dai primi reperti esposti in mostra. Si tratta delle iscrizioni di Alburnus Maior, l’attuale Roșia Montană, dove la città romana si sovrappose a villaggi di età addirittura preistorica. Si deve imputare alla ricchezza mineraria della Transilvania il motivo che vide così antichi insediamenti umani su quel territorio, come testimoniano opere straordinarie come il rutilante Elmo di Cotofenesti, della metà del V secolo a. C. Tutto sbalzato in oro è, per questo, da considerarsi come un copricapo principesco geto-dacico a uso rituale che appartenne forse a un re-sacerdote, come mostrano gli occhi apotropaici che lo caratterizzano. Non è allora un caso che sia stato scelto come manifesto della mostra e che l’oro sia il punto di forza dell’esposizione. Lo dimostra, per esempio, quel magnifico tesoro emerso grazie agli scavi di Petroasele, nella regione della Grande Valacchia, noto con il nome di “Ripostiglio di Petroasa” alla scienza archeologica. Dei 22 pezzi che lo componevano, scoperti nel 1837, una decina furono trafugati, ma dei rimanenti, ben quattro sono in mostra. Fra questi, una patera in oro lavorata a sbalzo che ha al centro una statuetta femminile a tutto tondo con in mano un calice, seduta su uno scranno circolare. Ci sono poi due bellissime spille a forma di uccello che si dovevano appuntare sulle spalle. Sono pezzi del V secolo d.C., ossia mille anni dopo quelli precedentemente citati, a dimostrazione di una continuità nell’artigianato orafo che è il leit-motiv di questa civiltà composita. Infatti, come scrisse Malcolm Todd (Early Germans, Willey, Hobokon 1996, pagine 130) doveva trattarsi di oggetti votivi emersi da un tumulo sepolcrale di un guerriero e le divinità cesellate sul piatto della patera appartenevano al panteon della cultura germanica. Buona parte della mostra, infatti, è dedicata anche ai secoli successivi alla dominazione romana e alla presenza di Germani e Celti dell’Europa centrale. Fra i reperti esposti, infine, non si può non citare il virtuosistico marmo del serpente Glykon dalle ampie spire, con la testa di pecora e le orecchie umane che dovrebbe essere un’ipostasi del dio Asclepio (II sec. d.C.), a cui sacrificarono uomini vessati da malanni e pandemie. In definitiva, si tratta della più grande e prestigiosa esposizione di reperti archeologici organizzata dalla Romania all’estero negli ultimi decenni che ripercorre lo sviluppo storico e culturale di questa regione europea, tra il Danubio e il Mar Nero, dall’VIII secolo a.C. all’VIII d.C., che, oltre alla posizione strategica, vantava la presenza di ricche miniere d’oro, come una sorta di California del mondo antico. Non stupisce, allora, che un’iniziativa così importante, sia stata il frutto di accordi fra l’ambasciata della Romania in Italia, il Museo nazionale di Storia della Romania e il Museo nazionale Romano, con il concorso del ministero romeno della Cultura, quello del ministero degli Affari Esteri, del ministero della Difesa Nazionale rumeno, l’Istituto culturale Romeno e l’Accademia di Romania, insieme al ministero della Cultura italiano e alla Direzione generale Musei. La mostra è posta sotto l’alto patronato del presidente della Romania e del presidente della Repubblica Italiana, dal momento che l’esposizione nasce sotto il segno di un doppio anniversario per i rapporti bilaterali romeno-italiani giacché sono trascorsi infatti 15 anni dalla firma del Partenariato strategico consolidato tra la Romania e l’Italia e 150 anni dalla costituzione della prima agenzia diplomatica della Romania in Italia. A queste date va aggiunta quella del secolo trascorso dalla fondazione a Bucarest dell’Istituto italiano di cultura, a opera del grande linguista abruzzese Ramiro Ortiz, inaugurato il 7 aprile 1924. https://www.bing.com/ck/a?!&&p=579bd49f69f6b2c6JmltdHM9MTcwMjg1NzYwMCZpZ3VpZD0xZTk5MDAzMi1hNTdiLTYyZjUtMjZmYS0xMjU0YTQ0YzYzNTkmaW5zaWQ9NTIwNQ&ptn=3&ver=2&hsh=3&fclid=1e990032-a57b-62f5-26fa-1254a44c6359&psq=a+roma+le+miniere+e+ori+della+dacia&u=a1aHR0cHM6Ly93d3cubXNuLmNvbS9pdC1pdC9ub3RpemllL290aGVyL2Etcm9tYS1sZS1taW5pZXJlLWUtbC1hcnRlLWRlbGxhLWRhY2lhLWRlaS1yb21hbmkvYXItQUExbEZVV1I&ntb=1 Per chi volesse approfondire l' argomento , il libro in foto2 punti
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Si, rimuovendo Beneventano, Campania, Sanniti, la descrizione, tanto loquace quanto povera di significato, (non riesco a togliermi dalla mente che questo testo sia stato generato dall'IA) potrebbe riferirsi a qualsiasi cittadina antica (orientale?) ancora da scavare. Magari la rivedremo per un’altra provinciale? Non avevo visto, ma questo medaglione è stato venduto da Savoca otto mesi fa per 6000 $, senza far riferimento a una reincisione (né ai Sanniti). https://www.acsearch.info/search.html?id=10787859 L’esemplare che mi sembrava quello più « naturale » dei tre non è stato risparmiato dalla reincisione, sopratutto al rovescio, ma in modo più discreto. Vendita Harlan Berk 2010, con la sua didascalia:2 punti
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Questa invece viene da una collezione americana, è molto piccola... Diametro:27,35 millimetri... Peso:12,36 grammi... Ciò che mi ha indotto ad acquistarla è il busto vistosamente diverso da tutte le altre mie pubbliche... Credo si possa tranquillamente affermare che si tratti di un conio diverso... Basta osservare le proporzioni della spalla destra nei due esemplari...2 punti
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Ciao @ARES III , in piu' , rispetto al tuo primo "avviso" della mostra , ho esposto il magnifico libro : "Ori antichi dalla Romania , prima e dopo Traiano" nel quale vengono esposte e descritte storicamente tutte le localita' dell' antica Dacia dalle quali i Romani estrassero l' oro e successivamente nei secoli dopo i Romani , tutti i gioielli illustrati , in oro e argento , che in Romania vennero scoperti . In tal modo chi non potesse vedere di persona la mostra , potra' farlo comprando il libro nel quale c'e' anche un capitolo dedicato alla monetazione in oro e argento del re Koson .2 punti
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Salve. Condivido una 2 lire 1813, Gioacchino Murat. Dovrebbe trattarsi della variante con il punto dopo l'anno e dopo "NAPOLEONE". Non credo riporti altre particolarità. Ringrazio per l'attenzione e saluto tutti caramente.2 punti
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Avranno creduto che fossero le classiche monete in cioccolato con carta stagnola dorata.... Comunque sia tutto questo non è accettabile. Ci stiamo ridendo sopra per non piangere o per non andare incandescenza, ma la questione sicurezza (assieme a salute, istruzione, pensioni) dovrebbe essere una priorità non tanto e non solo perché ci sono persone che pagano le tasse per questo servizio, ma per motivazioni ben più intellettuali. Non so quanti conosco o si ricordano il contratto sociale (Lockes, Hobbes,...): le persone trasferiscono allo Stato certi loro poteri/privilegi/diritti affinché esso li tuteli da pericoli ed aggressioni, cioè le persone rinunciano al loro diritto naturale di farsi giustizia in cambio è lo stato a provvedere a ciò. Ma se come vediamo lo Stato (e non mi riferisco solo a quello italiano) non lo fa per indolenza o mancanza di risorse o incapacità dei suoi delegati o altro.... allora il diritto dell'autotutela non dovrebbe ritornare in capo ai legittimi titolari ? Non sto paventando il ritorno allo stato di natura o alla liberalizzazione della vendetta (modello far west), ma sto ragionando se qualcosa si possa fare per rimediare a questa situazione dove sono le vittime a non essere tutelate dal sistema e i mascalzoni invece sì.2 punti
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Caspita @piergi00, una collezione di monete satiriche ! Quante papali ? 😍 E' la prima che mi capiti di vedere per Gregorio XVI, mentre è abbastanza frequente trovarne di Pio IX, con il tema della pipa gettonatissimo. Quelle che ho visto erano ottenute sempre tramite incisioni a bulino per la "trasfigurazione" del papa (a volte in personaggi di fantasia, altre volte in personaggi storici suoi contemporanei, Bismarck, V.E.II...), spesso riempite con nero di china; mai visto prima un "traforo" simile, se non per monete poi montate a spilla, in questi casi non a tema satirico. A parte un 20 baiocchi 1865, ho visto sempre lire o soldi post-1866 "satirici", presumo per via del taglio conforme a quelli dell'Unione Monetaria Latina, che magari le faceva viaggiare anche fuori dai confini dello Stato Pontificio, dove la figura del papa godeva di minore devozione o "rispetto"... Carrellata delle mie satiriche di Pio IX: Ciao, RCAMIL.2 punti
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Per l'anno ci si può affidare alla statistica: 210 milioni coniati con data 1861 contro i 24 milioni coniati con data 1867. La probabilità che sia con data 1861 è di 8,75 a 1.2 punti
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Nuovo esemplare per la mia collezione di monete satiriche : Gregorio XVI 20 Baiocchi 18341 punto
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Borgho confido nel tuo aiuto: al dritto N S DEL PILAR DE ZARA(GOZA) e fin qui ci siamo. ma al verso? forse SS. CORPORAT ..... grazie1 punto
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Il marrone chiaro credo siano le aree di spatinatura, vedo una linea che parte dai piedi e arriva a ore 9 del retro che dovrebbe essere un classico colpo di zappa. Il verde non lo vedo ma potrebbe essere la patina originale, forse coperta dal nero in epoca successiva per uniformare i campi.1 punto
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Buonasera a tutti, complimenti Genny, bel ritratto di Filippo, si apprezzano pienamente i dettagli del profilo non sempre così nitidi. Bocca, naso, palpebre dell'occhio, ciuffi di capelli sulla fronte. Interessante quanto riporti del cartellino. Per la publica Americana che aggiungere, tutte a te capitano 🤣. Lasciala ogni tanto una pubblica... @Raff82mi raccomando trovamene una senza farti scoprire 🤭. Scherzi a parte bei Ramini Vicereali. Saluti Alberto1 punto
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Occasionalmente un merello è coniato con l’anello di sospensione, di cui ho appreso ora il nome francese: bélière. Méreaux PAYS-BAS SEPTENTRIONAUX, Bois-le-Duc (''s-Hertogenbosch) ?, AE méreau, s.d. Gilde des Fossoyeurs. D/ Un crâne sur deux faux en sautoir. R/ DE DOODE BEGRAEVEN Un cercueil et une pelle sous l''oeil divin. 41mm 26,75g Avec bélière. Méreau gravé, avec une notice manuscrite le décrivant comme unique. Très Beau Very Fine Provient de Hariga, Bruxelles, 29 octobre 1988, 437. apollonia1 punto
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concordo in pieno e dissento da chi sostiene che i reati contro il patrimonio siano un evento ineluttabile o una piaga cui assuefarsi. C'è solo uno Stato inefficiente e 'volontariamente' impotente che non riesce a contenere il fenomeno. In decine di altri Paesi (non necessariamente economicamente piu' sviluppati ma socialmente invece si) tale piaga è assente o comunque molto piu' contenuta. Non c'è quindi nulla di ineluttabile bensi solo un saper far funzionare le cose meglio e soprattutto saper tutelare i diritti dei cittadini senza distinzioni tra serie A e serie B (ogni riferimento alle refurtive di personaggi in vista - exemplum gratia Briatore - magicamente ritrovate in tempi record - è assolutamente voluto).1 punto
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Indubbiamente un pezzo di qualitá affascinante rappresentazione per questa moneta. Bel pezzo!1 punto
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Trovata in un campo una moneta di Natale del Medioevo. Veniva battuta appositamente e data ai poveri. Come funzionava Sorprendente scoperta nel Norfolk, nell’est dell’Inghilterra. In un campo agricolo è stato trovato un antico gettone natalizio risalente al periodo compreso tra il 1470 e il 1560. Questo particolare oggetto aveva la peculiare funzione di essere donato ai poveri per essere speso durante le celebrazioni natalizie. La moneta è stata casualmente individuata da un metal detector durante un’indagine archeologica nelle vicinanze della maestosa Oxburgh Hall, una residenza di campagna, circondata da un fossato, costruita nel 1482. La “moneta effimera” fu invece, probabilmente, battuta dall’Abbazia di Bury St Edmunds, situata a quasi 30 miglia di distanza, nel Suffolk. La teoria più accreditata riguarda la possibilità che il gettone fosse stato distribuito da un chierichetto che svolgeva il ruolo di “ragazzo vescovo” durante il periodo natalizio. In quei tempi, durante il Medioevo e la prima era Tudor, le cattedrali nominavano un chierichetto per rappresentare il vescovo il 6 dicembre, festa di San Nicola. Questi ragazzi vescovi dirigevano processioni, servizi religiosi e raccoglievano fondi per la chiesa, distribuendo buoni ai poveri spendibili tra il 6 dicembre e il 28 dicembre, giorno dei Santi Innocenti. Il gettone rinvenuto a Oxburgh, consegnato al National Trust, presenta un lato ben conservato con l’immagine di una lunga croce, simile alle monete dell’epoca. Tuttavia, il retro è notevolmente corroso, anche se presumibilmente avrebbe mostrato il volto di un vescovo. Questi gettoni, realizzati in piombo, erano privi di valore monetario reale, tranne quando venivano scambiati per cibo. Ma come “funzionava” il gettone? L’esempio più vicino a noi è quello dei ticket restaurant. Le parrocchie o le abbazie raccoglievano fondi per il Natale dei poveri. In base alla cifra raccolta emettevano un certo numero di gettoni, su materiali privi di valore. I gettoni natalizi venivano consegnati ai poveri che potevano utilizzarli presso “esercizi convenzionati”. I gestori, avvenuta la consumazione, raccoglievano i token e si recavano – entro una certa data, pena la decadenza del valore – alla parrocchia che li aveva emessi, ricevendo il cambio in moneta corrente. Probabilmente le istituzioni impedivano che i token fossero spesi per il vino. La convenzione con i venditori evidentemente conteneva le indicazioni di generi di prima necessità. Probabilmente la moneta di Natale non poteva essere utilizzata l’anno successivo e doveva essere spesa esclusivamente nel periodo natalizio dell’anno in cui era emessa. E ciò per evitare speculazioni. Angus Wainwright, un archeologo del National Trust, ha dichiarato che, sebbene il gettone non sia particolarmente attraente dal punto di vista estetico, possiede una storia affascinante. Il rinvenimento è avvenuto durante un’indagine sul campo di West Park a Oxburgh, nell’ambito del progetto di restauro del parco e della piantumazione di alberi. Ulteriori ricerche nella zona hanno portato alla scoperta di reperti straordinari, tra cui parti di un villaggio medievale con ferri di cavallo, chiodi e strumenti artigianali, nonché vestigia di un vicus, un villaggio romano. Il simbolo del “vescovo ragazzo” probabilmente proviene dall’Abbazia di Bury St Edmunds, una delle più grandi e ricche del paese durante quel periodo. Gli archeologi ritengono che un residente del villaggio di Oxborough abbia compiuto un lungo viaggio fino a Bury St Edmunds, distante circa 43 chilometri, per partecipare alle cerimonie festive nella maestosa chiesa dell’abbazia, dove potrebbe aver ottenuto il gettone. https://stilearte.it/trovata-in-un-campo-una-moneta-di-natale-del-medioevo-veniva-battuta-appositamente-e-data-ai-poveri-in-dicembre-come-funzionava/ Questa notizia non l'avevo mai sentita.... Però l'arco temporale 1470/1560 non è medievale, semmai rinascimentale... soliti errori... pazienza.1 punto
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Non so se è cambiato qualcosa ma è sempre stato così, se spunta solamente 'segnala e condividi' vuol dire che sono passate 24 ore, ma il tuo post è di appena un'oretta fa. Ci penserà un @CdC a modificare e magari ci spiega perchè non è stato possibile che uno non può modificare il proprio post entro i limiti di tempo a disposizione.1 punto
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Il medaglione sembra, secondo la tradizione, raffigurare Galla Placidia insieme con i suoi figli Valentiniano III e Giusta Grata Onoria.1 punto
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La moneta è un 2 Rand. È una moneta da investimento, non per la circolazione. La tiratura non è così elevata, 10.000 esemplari, ma da una breve ricerca vedo confermato quanto mi aspettavo, cioè che viene valutata per il peso d'oro contenuto e basta1 punto
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io uso le quadrum intercept della Leuchtturm.. il gommino interno è realizzato appositamente da un materiale adatto che sprigiona all'interno una sostanza (gassosa?) (non so di preciso) utile ad evitare l'ossidazione.. cmq è scritto nell'illustrazione del prodotto.. le utilizzo da parecchi anni e devo dire che effettivamente le monete sono rimaste inalterate nel tempo.1 punto
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Mi spiace, ma non posso che ripetere quanto ha detto gpittini al post # 11. apollonia1 punto
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l’unica possibilità è che sia appunto lo stesso conio identico, ma come sappiamo è particolarmente raro trovarle, tanto che solo in rari scavi vengono alla luce gruppi di monete prodotte insieme con lo stesso conio e poi tesaurizzate senza dispersione. la seconda ipotesi è che sia stato fatto un calco dalla prima e riprodotto poi con poche modifiche per renderla diversa. quindi non posso affermare nulla con certezza, ma la statistica non è a favore di questa moneta.1 punto
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In effetti è per questo che esistono le biblioteche, società e imprese che producono informazione (case editrici che producono libri e case d'asta che producono cataloghi) giustamente devono vendere i loro prodotti e ricavarne un utile, d'altro canto le biblioteche pubbliche o finalizzate alla fruizione pubblica hanno il fine di mettere a disposizione gratuitamente i testi e le informazioni che in altre sedi devono essere pagati... Disgraziatamente l'uso diffuso di internet, comprensibile e utilissimo in molti casi, ha però tra gli effetti collaterali più sgradevoli quello di far dimenticare l'esistenza e l'utilità delle biblioteche, prima della diffusione di internet la ricerca storica si faceva nelle suddette istituzioni come negli archivi ed è sempre bene non perdere mai il "vizio" di frequentare sedi che sono state e continuano ad essere dei pilastri fondamentali della cultura e del vivere civile...1 punto
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@Cremuzio: DIPLOMA MILITARE DA CAMPAGNATICO TESTO LATINO EPIGRAFICO Tavola I faccia esterna: IMPP . CAESS . FL . VAL . COSTANTIVS . G . VAL . MA XIMIAN . P . F . IN . AVG . P . M . GER . M . V . SAR . M . III . PER . M . II . BR M . II . CAR . M . V . AR . M . MED . M . AD . M . TR . P . XVI . COS . VI . P . P . P DD . NN . DIOCLETIAN ET . MAXIMIAN . PATR . AVGG . ET . CAESS . DD . NN . SEVERI ET MAXIMIN . NOB . CAESS . NOMINA . MILI TVM . QUI . MILITAVER . IN . COH . PR . AVGG . ET . CAESS . DEC . I . II . III . IIII V . VI . VII . VIII . VIIII . X . PIIS . VINDICIB . QUI . PIE . ET . FORTITER . MILITIA FVNCTI . SUNT . IVS . TRIBVIMUS . CONVBII . DVM . TAXAT . CVM SINGVLIS . ET . PRIMIS . VXORIBUS . VT . ETIA . SI . PEGRINIS . IV RIS . FEMINAS . IN . MATRIMONIO . SVO . IVNXERINT PROINDE . LIBEROS . TOLLANT . ACXI . EX . DVOBVS . CIVIBUS ROMANIS . NATOS . A . D . VII . ID . IAN DD . NN . CONSTANTIO . AUG . VI . ET . MAXIMIAN . AUG . VI . COSS COH . VIIII . PR . AUGUST . ET CAESAR VALERIUS CLEMENS NATIONE ITALUS DESCRIPT . ET . RECONNT . EX . TABVL . AEREA . QVE . FIXA . EST . RO ME . IN . MVRO . POS . TEMPLV . DIVI . AVG . AD . MINERVAM Tavola I faccia interna IMPP . CAESS . FL . VAL . COSTANTIVS G . VAL . MA XIMIAN . P . F . IN . AVG P . M . GER . M . SAR . M . III . PER . M . II . BR . M .II CAR . M . V . AR . M . AD . M . TR . P . XVI . COS . VI . P . P DD . NN . DIOCLET . MAXIMIAN . PATR AUGG . ET . CAESS DD . MM . SEVERI . ET . MAXIMIN . NOB . CAES Tavola II faccia esterna VALERI GAIANI VALERI ALBINI VALERI VITALIS VALERI VALENTINI VALERI VICTOR VALERI TRAIANI VALERI IANUARI Tavola II faccia interna: A D VII ID IAN D N CONSTANT AUG VI ET MAXIMIAN AUG VI COS COH(ORS) VIIII PR(AETORIA) AUGG(USTORUM) ET CAESS(ARUM) VALER(IUS) CLEMENS NATION ITALUS DESCRIPT ET RECON TRASCRIZIONE LATINO CORSIVO Tavola I faccia esterna: Impp(eratores) Caess(ares) Fl(avius) Val(erius) Costantius / G(aius) Valerius Maxmian(us) P(ii) F(elices) In(victi) Aug(usti) p(ontifices) m(aximi) Ger(manici) m(aximi) V Sar(matici) m(aximi) III Per(sici) m(aximi) II Br(itannici) m(aximi) II / Car(pici) m(aximi) V Ar(menici) m(aximi) Med(ici) m(aximi) Ad(iabenici) m(aximi) tr(ibunicia) p(otestate) XVI co(n)s(ules) VI p(atres) patriae) p(roconsules) / dd(omini) nn(ostri) Diocletian(us) et Maximian(us) patr (es) Augg(ustorum) et Caess(arum) / dd(omini) nn(ostri) Sever(us) et Maximin(us) nob(ilissimi) Caess(ares) nomina mili /tum qui militaver(unt) in coh(ortibus) pr(aetoriis) Augg(ustorum) et Caess(arum dec(em) I II III IIII V VI VII VIII VIIII X piis vindicib(us) qui pie et fortiter militia / functi sunt ius tribuimus conubii dum taxat cum / singulis et primis uxoribus ut etia(m) si pegrinis iuris feminas in matrimonio suo iunxerint proinde liberos tollant acxi(!) ex duobus civibus / Romanis natos a(nte) d(iem) VII Id(us) Ian(uarias) / dd(omini) nn(ostri) Constantio Aug(usto) VI et Maximian(o) Aug(usto) VI co(n)ss(ulibus) / coh(ors) VIIII pr(aetoria) August(orum) et Caesar(um) / Valerius Clemens / Natione italus / descript(um) et reconn(i)t(um) ex tabul(a) aerea qu(a)e fixa est Ro/m(a)e in muro pos(t) templu(m) divi Aug(usti) ad Minervam Tavola I faccia interna: Impp(eratores) Caess(ares) Fl(avius) Val(erius) Costantius / G(alerius) Valerius Maxmian(us) P(ii) F(elices) In(victi) Aug(usti) p(ontifices) m(aximi) Ger(manici) m(aximi) Sar(matici) m(aximi) III Per(sici) m(aximi) II Br(itannici) m(aximi) II / Car(pici) m(aximi) V Ar(menici) m(aximi) m(aximi) Ad(iabenici) m(aximi) tr(ibunicia) p(otestate) XVI co(n)s(ules) VI p(atres) patriae) / dd(omini) nn(ostri) Diocletian(us) et Maximian(us) patr (es) Augg(ustorum) et Caess(arum) / dd(omini) nn(ostri) Sever(us) et Maximin(us) nob(ilissimi) Caess(ares) Tavola II faccia esterna: Valeri Gaiani Valeri Albini Valeri Vitalis Valeri Valentini Valeri Victor Valeri Traiani Valeri Ianuari Tavola II faccia interna: a(nte) d(iem) VII Id(us) Ian(uarias) d(ominis) n(ostris) Constant(io) Aug(ustos) VI et Maximian(o) Aug(usto) VI co(n)ss(ulibus) coh(ors) VIIII pr(aetoria) Augg(ustorum) et Caess(arum) valer(ius) Clemens nation(e) Italus Descript(um) et recon(nitum) TRADUCIBILE COME: Tavola I faccia esterna: Noi Imperatori Cesari Flavio Valerio Costanzo, Gaio Valerio Massimiano, Pii, Felici, Invicti Augusti, Pontefici Massimi, Germanici Massimi per cinque volte, Sarmatici Massimi per tre volte, Persici massimi per due volte, Britannici Massimi per due volte, Carpici Massimi per cinque volte, Armenici Massimi, Medici Massimi, Adiabenici Massimi, nel sedicesimo anno della nostra potestà tribunizia, consoli per la sesta volta, padri della patria, proconsoli e i nostri signori Diocleziano e Massimiano, padri degli Augusti e dei Cesari e i nostri signori Severo e Massimino Cesari nobilissimi, in riferimento ai nomi dei soldati che militarono nelle dieci coorti pretorie degli Augusti e dei Cesari, leali e vindici, che lealmente e coraggiosamente effettuarono il servizio militare, attribuiamo il diritto di matrimonio solamente con una singola donna e la prima soltanto così che anche se fossero stati uniti in matrimonio con donne di stato peregrinus, crescano i loro figli come se fossero nati da cittadini romani. Il settimo giorno prima delle Idi di gennaio, durante il sesto consolato degli Augusti Costanzo e Massimiano La nona coorte pretoria degli Augusti e dei Cesari Valerio Clemente, di nazionalità italica Trascritto ed autenticato dalla tavola di bronzo che è infissa a Roma nel muro dietro il tempio del divino Augusto presso il tempio (o la statua) di Minerva Tavola I faccia interna: Imperatori Cesari Flavio Valerio Costanzo, Gaio Valerio Massimiano, Pii, Felici, Invicti Augusti, Pontefici Massimi, Germanici Massimi, Sarmatici Massimi per tre volte, Persici Massimi per due volte, Britannici Massimi per due volte, Carpici Massimi per cinque volte, Armenici Massimi, Medici Massimi, Adiabenici Massimi, nel sedicesimo anno della nostra potestà tribunizia, consoli per la sesta volta, padri della patria, i signori nostri Diocleziano e Massimiano, padri degli Augusti e dei Cesari, i signori nostri Severo e Massimino Cesari nobilissimi Tavola II faccia esterna: (Sigillo di) di Valerio Gaiano / Valerio Albino / Valerio Vitale / Valerio Valentino / Valerio Victore / Valerio Traiano / Valerio Ianuario Tavola II faccia interna: Il settimo giorno prima delle idi di gennaio durante il sesto consolato degli Augusti Costanzo e Massimiano, la nona coorte pretoria degli Augusti e dei Cesari, Valerio Clemente di nazionalità italica. Trascritto e autenticato Testo tratto da: Celuzza MG, Turchetti MA (a cura di), Natione Italus – Valerio Clemente e il territorio di Campagnatico dalle origini al Medioevo, Catalogo della Mostra, 2012 https://www.academia.edu/40754862/M_G_Celuzza_M_A_Turchetti_eds_NATIONE_ITALUS_Valerio_Clemente_e_il_territorio_di_Campagnatico_dalla_origini_al_medioevo_Catalogo_della_mostra_Grosseto_20121 punto
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Qui puoi trovare qualche notizia sui merelli: https://museeprotestant.org/notice/mereaux/ Anche sull'etimologia del nome (meritare, essere degno di). apollonia1 punto
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Buongiorno...oggi questa: Al dritto GIOACCHINO NAPOLEONE RE DELLE DUE SICI• Al rovescio PRIN • EGRAND'AMMI•DI FRAN • 1810 Punto piccolo al dritto e data spaziata1 punto
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Errington, Elizabeth; Trust, Ancient India and Iran; Museum, Fitzwilliam (1992). The Crossroads of Asia: transformation in image and symbol in the art of ancient Afghanistan and Pakistan. Ancient India and Iran Trust. pp. 57–59. ISBN 9780951839911.1 punto
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Ciao a tutti, nel giorno del mio compleanno (e anche di Nerone ci tengo a precisare 😄), è arrivato il mio ultimo acquisto che aspettavo con ansia e volevo condividerlo con voi, non è certo la moneta in conservazione migliore che ho, ma è una di quelle che ha un significato storico incredibile e che mi emoziona tantissimo avere fra le mani, in attesa quindi di aggiungere alla collezione anche un denario di Cesare, intanto vi presento quello di Bruto: Bruto, Denario, Zecca itinerante al seguito di Bruto , 43-42 a.C., Crawford 502/2 2.78g X 19mm, Argento D/ L SESTI PRO Q; busto velato e drappeggiato della Libertas R/ Q CAEPIO BRVTVS PRO COS; ascia, tripode e simpulum Grazie per l'attenzione, Matteo1 punto
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Raffaele, siamo nel campo delle ipotesi... nel caso specifico, potrebbe anche essere riconducibile al Direttore (ed incisore) Filippo Rega... potrebbe anche trattarsi di un primo "tipo", di un prototipo realizzato da lui come "esempio", come "modello" da far riprodurre agli altri incisori. Magari questo conio "collo diverso" potrebbe essere stato utilizzato in una primissima liberata e poi accantonato... chissà.1 punto
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Arrivato. Confermo la presenza. Lotto 281 aggiudicato a Lire 240.000. Ancora grazie a @foglionco per la segnalazione di riferimento.1 punto
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Amo gli animali perche' tutti, indistintamente, quando hanno soddisfatto l' istinto primario (colmare la fame) hanno un' indole buona: vivono sereni, si accontentano di poco, ti trasmettono "coccole" e affetto continuo, Li amo per quello che sono, nella semplicita' di vita e di intelligenza che trasmettono, non hanno problemi di successione, di eredita' da spartire. Rappresentano, quasi sempre, il contrario dell' essere umano. Ah, quante ne ho viste , nella mia lunga vita, di esperienze conflittuali, talvolta anche senza "patrimoni" da spartire (eredi che, anche quando non c' erano soldi da spartire hanno litigato per dividersi le forchette di casa). Ha detto giustamente Ptr 79 "che bisogna fare le cose per bene", ma tante volte non basta perche' ci si scontra con la stupidita' umana che non ha limiti.... . Ancora non abbiamo capito (o perlomeno tanti non hanno capito) che quello che abbiamo (troppo o poco che sia) ci avanza sempre e, alla fine, bastano poche decine di cm quadrati in piu' (rispetto alle dimensioni di una cassetta di sicurezza) per "regolare" in modo definitivo il nostro percorso esistenziale. La saggezza tipica contadina in toscana definisce il defunto "povero" anticipandolo al nome proprio per definire in modo intelligente questa doppia valenza: povero perche' non sei piu' accanto a noi (che ti amiamo) e povero perche' nel loculo non porti nulla, neanche l' anello simbolo di un amore tante volte appagante, felice. E, detto questo, ritorniamo pure a parlare di ladri.1 punto
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Si, esatto. E mi duole dirlo, ma è una cosa molto italiana questa. Non le truffe, che vi sono ovunque, ma il perdonare sempre e comunque qualsiasi nefandezza.1 punto
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Certo, c'è anche questa (remota) prospettiva, ma che il mondo finisca domani lo credono solo alcune marginali sette religiose, io penso in positivo e mi auguro che venga perlomeno attenuata questa piaga sociale dei furti nelle abitazioni.1 punto
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Il problema dei furti nelle abitazioni non sono i ladri, il problema è che non li prendono e quando li acchiappano non gli fanno nulla. Strano paese questo, dove è tutto permesso....... Per quanto mi riguarda considero l' intromissione in casa (senza considerare i danni e gli spregi se non trovano nulla) una violenza personale paragonata allo stupro che andrebbe severamente punita (andrebbero messi in galera e buttate le chiavi in mare). Li conosco bene (i ladri) perchè vengono a farmi visita con una cadenza temporale straordinaria, si sono affezionati all' ambiente" (vivo nella campagna toscana) e vi assicuro che non servono a nulla i cancelli e le recinzioni, i cani, i portoncini e gli infissi blindati gli allarmi con decibel spaccatimpani. Se vogliono entrare (i professionisti) entrano. Ritornando alle mie esperienze, 40 anni fa chiamai i muratori per smurare la cassaforte che avevo in casa (dopo che al mio vicino gliela avevano tolta con il motopicco lesionando anche il muro maestro nel quale era inserita), 20 anni fa chiamai i carabinieri per consegnare il fucile da caccia perche' sapevo che se lo avessi tenuto (il fucile) e li trovavo in casa avrei sparato. L' unica, realistica soluzione é rappresentata dalle cassette di sicurezza, anche se ogni tanto si sente che "arrivano" anche nei caveu delle banche. Una ultima considerazione, ah che tristezza osservare (e gustare) le proprie monete in fotografia.,1 punto
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Un grande ringraziamento a Piero Romagnoli, sempre molto interessante, capace, competente e davvero piacevole nei racconti.1 punto
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@Rocco68, ci troviamo con tre 9 cavalli del 1626 con diversa impostazione delle sigle.. Ho un altro 9 cavalli del 1626 senza sigle. Saluti Alberto1 punto
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Complimenti @Rocco68 davvero complimenti e grazie per avermi dato la possibilità di ammirare una moneta incredibilmente inedita.1 punto
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Buon pomeriggio a tutti, complimenti @Rocco68, bello questo esemplare di 9 cavalli di Filippo IV, anche io ho un debole per questa tipologia di monete. È raro vederne di così belli ed interi, i dettagli dell'armatura sono a dir poco eccezionali, poi di esemplari con simboli e lettere ne ho visti, ma è la prima volta in assoluto che ne vedo uno con lettera sotto alla corazza.. ? Saluti Alberto1 punto
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